Mostra presepiale, a cura dell'Associazione Presepistica Napoletana, "San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro" alla quale si unisce una vetrina dedicata al Giubileo delle donne con personaggi legati al presepe e alcune donne beate che si sono dedicate ai più umili e ai bisognosi, Chiesa di Santa Marta, Via San Sebastiano, Napoli (all’intersezione tra via San Sebastiano e via Benedetto Croce), 29 aprile 2025 - prorogata fino al 6 febbraio 2026

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Gino Di Ruberto [GMAIL]

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Dec 19, 2025, 11:27:29 AM (6 days ago) Dec 19
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L'indirizzo della chiesa, indicato da diverse fonti, non è concorde.
Per alcune fonti è 
Via San Sebastiano 1, 
per altre
Via San Sebastiano 41,
per altre 
Via San Sebastiano 42. 
La mostra inizialmente doveva aver luogo dal 29 aprile 2025 al 30 settembre 2025 (vedere terzo articolo). 
Poi, è stata prorogata fino al 6 febbraio 2026.
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1° articolo da 

Napoli.  "Sono contenta di essere ancora qui ad accompagnare questo che è un evento culturale molto importante nella programmazione natalizia della nostra città. Qui a Santa Marta ci sono sempre presepi che non solo si fondano sulla tradizione, ma sull'innovazione, sulla originalità e su particolari eventi storici o, come il caso di stasera, grandi eventi religiosi".

Così alla Dire Teresa Armato, assessora al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli, a margine dell'inaugurazione della mostra presepiale, a cura dell'associazione Presepistica napoletana, ospitata nella chiesa di Santa Marta fino al 6 febbraio 2026. In esposizione la mostra San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro alla quale si unisce una vetrina dedicata al Giubileo delle donne con personaggi legati al presepe e alcune donne beate che si sono dedicate ai più umili e ai bisognosi.

"Quest'anno - osserva Armato - uno dei presepi è dedicato al prodigio di San Gennaro e questo è particolarmente significativo nella nostra città dove c'è una devozione, un legame profondo con il Santo Patrono. Nel presepe di San Gennaro c'è anche una particolare attenzione per le donne, le cosiddette parenti di San Gennaro, un simbolo per parlare, per riflettere sul ruolo delle donne nella fede in generale. È bello che succeda nell'anno giubilare nel quale noi abbiamo voluto dedicare particolari tour turistici proprio a raccontare, incontrare luoghi nei quali si sono distinte storie di donne, di fede, di speranza e di carità. Mi sembra che ci sia un bel nesso, tra l'altro in questa chiesa di Santa Marta c'è stata proprio una delle tappe, uno dei tour di questa rassegna".
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2° articolo da 

Storia, arte e fede: alla scoperta dell'antica chiesa di Santa Marta di Napoli

Redazione
27 aprile 2025 10:38

Si parla di
presepe di San Gennaro
Santa Marta

Situata nel cuore antico di Napoli, all’intersezione tra via San Sebastiano e via Benedetto Croce, a Santa Marta sarà visibile da martedì il "Presepe di San Gennaro"

Questo martedì, 29 aprile, alle ore 18.00, nella Chiesa di Santa Marta, in via San Sebastiano 1, inaugurazione della mostra “San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro”, frutto di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca e realizzazione condotto dai maestri dell’Associazione Presepistica Napoletana. L’esposizione, a ingresso gratuito, è promossa dall’Associazione Presepistica Napoletana, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Napoli e l’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli e ha il patrocinio della Regione Campania.

L'inaugurazione

Alla presentazione parteciperanno il provicario generale Arcidiocesi di Napoli mons. Gennaro Matino,  l’assessore al Turismo e alle attività produttive del Comune di Napoli Teresa Armato, padre Antonio Loffredo coordinatore del MUDD - Museo Diocesano Diffuso, l’abate mons. Vincenzo De Gregorio  della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, il direttore generale Cultura e Turismo della Regione Campania Rosanna Romano, la vicepresidente Consiglio Regione Campania Valeria Ciarambino, il vicepresidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro Riccardo Carafa D’Andria, la presidente Associazione Presepistica Napoletana Adriana Bezzi Carbone, il curatore della mostra e responsabile cultura dell’Associazione Presepistica Napoletana Vincenzo Nicolella, con interventi moderati dalla giornalista Donatella Trotta.

Santa Marta e Masaniello

Fu dentro la chiesa di Santa Marta che nel 1647 si rifugiarono i napoletani sostenitori di Masaniello che avevano preso parte all’insurrezione contro il governo vicereale spagnolo e i suoi esosi balzelli. La chiesa si rivelò una vera roccaforte, di cui gli spagnoli ebbero ragione solo salendo sul campanile di Santa Chiara.

I fori dei proiettili delle spingarde spagnole sono ancora visibili sulle pareti dell'edificio. La chiesa venne quindi saccheggiata e incendiata e solo più tardi quindi ricostruita.

Le decorazioni della volta risalgono per questo all'800 mentre il pavimento maiolicato è del tardo '600 primi del '700. Molti rivoltosi riposano ancora qui, nell'ipogeo: i loro teschi sono conservati in teche di vetro.

Le origini
 
L'impianto originario della chiesa di Santa Marta risale alla fine del '300. Le cronache attestano che venne edificata per volere di Margherita d’Angiò Durazzo, regina consorte di Napoli dal 1382, regina consorte d’Ungheria dal 1385 e moglie di Carlo III d’Angiò re di Napoli, madre di Ladislao, dopo anni di lotte feroci per il possesso del regno: Santa Marta, sorella di Lazzaro, era all'epoca molto venerata in Provenza da cui la regina proveniva.

A gestire la chiesa, in principio, fu il Collegium Disciplinatorum Sanctae Marthae - la Confraternita dei Disciplinati di Santa Marta, cui appartenevano i viceré che si succedevano al comando del regno e i più importanti nobili: l'elenco, accompagnato dalle illustrazioni minuziose e meravigliose dei rispettivi stemmi, denominato "Codice di Santa Marta" costituisce una preziosa testimonianza storica del succedersi delle case regnanti e delle principali famiglie nobiliari del Regno.

Il Codice di Santa Marta

Il Codice di Santa Marta, conservato all’Archivio di Stato di Napoli, è una raccolta di stemmi di re e regine e di un folto numero di nobili, iscritti, tra il 1400 e il 1600, alla Confraternita - racconta il Mic, il ministero per la Cultura, aggiungendo che "è rilegato da fogli di pergamena su cui erano miniati gli stemmi degli illustri membri della Confraternita, dagli ultimi sovrani angioini a quelli aragonesi, dai vicerè spagnoli ai rappresentanti delle principali famiglie del Regno".

Il Codice si apre con l’immagine di Santa Marta, vestita d’azzurro, con un mantello rosso e il capo coperto da un velo; dietro di lei è rappresentato il mostro sconfitto dalla santa, la Tarasca, che con un cappio al collo, stringe nelle fauci un gentiluomo riccamente vestito di rosso.

Il Codice fu conservato tra le cose notevoli della Confraternita per tutto il secolo XVII e fu custodito presso il sagrestano della chiesa di Santa Marta, scampando miracolosamente all’incendio e al saccheggio che nel 1647 distrussero ogni cosa nella chiesa.

Cessata di esistere nel 1742 la Confraternita di Santa Marta, non si sono avute più notizie per circa un secolo del Codice e del manoscritto, che hanno sempre viaggiato assieme.

Solo in un documento datato 8 marzo 1842, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, si legge che furono offerti alla Real Biblioteca Borbonica la pregevolissima collezione degli stemmi e il manoscritto cartaceo. Evidentemente la Biblioteca non dovette acquisirli, se si ha notizia dell’acquisto da parte dell’Archivio nel 1848: Codice e manoscritto erano in possesso del libraio Raffaele Barone e furono venduti per sessanta ducati.

Testimonianza storica rilevante per l’evoluzione della cultura figurativa meridionale, il Codice si rivela particolarmente interessante per lo studio dell’arte della miniatura che, partendo da Montecassino, fu tramandata lentamente a Roma, Firenze e Siena, per giungere poi a Napoli, dove fu fortemente influenzata dalla cultura toscana.

Il Codice è stato restaurato nel 2001 a cura del Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro degli Archivi di Stato. Prima del restauro si presentava con i 72 fogli cuciti, tenuti insieme da un’indorsatura ottocentesca.
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3° articolo da 

Comunicato Stampa della Giunta del 30/04/2025
Chiesa di Santa Marta - Mostra “San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro”

“San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro”

A Napoli, nella Chiesa di Santa Marta una mostra celebra arte, fede e tradizione per un racconto tridimensionale lungo cinque secoli

Fino al 30 settembre 2025 – ingresso gratuito

È un viaggio emozionante tra la devozione e la meraviglia, tra la storia e l’arte popolare, tra la fede di un popolo e la sua straordinaria capacità di narrare il sacro attraverso l’incanto del presepe quello proposto al visitatore della mostra d’arte presepiale “San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro”, in programma fino al 30 settembre 2025 nella Chiesa di Santa Marta, in via San Sebastiano 1, nel cuore di Napoli.

L’esposizione, a ingresso gratuito, è promossa dall’Associazione Presepistica Napoletana, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Napoli e l’Assessorato al Turismo del Comune di Napoli e ha il patrocinio della Regione Campania; e si inserisce in uno dei percorsi giubilari della città – nell’Itinerario Ianuariano del MUDD – Museo Diocesano Diffuso, configurandosi come un’occasione imperdibile per riscoprire l’anima più profonda e identitaria della città, attraverso lo sguardo simbolico e amorevole del suo Santo Patrono, San Gennaro.

La mostra è stata presentata alla stampa dall’assessora al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli Teresa Armato, dal Provicario Generale Arcidiocesi di Napoli Monsignore Gennaro Matino, da Padre Antonio Loffredo (MUDD), dall’Abate Monsignore Vincenzo De Gregorio (Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro), dalla vicepresidente Consiglio Regione Campania Valeria Ciarambino, dal vicepresidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro Riccardo Carafa D’Andria, dalla presidente Associazione Presepistica Napoletana Adriana Bezzi Carbone, dal curatore della mostra “San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro” e responsabile Cultura dell’Associazione Presepistica Napoletana Vincenzo Nicolella.

Divisa in due sezioni principali, la mostra è frutto di un lungo e meticoloso lavoro di ricerca e realizzazione condotto dai maestri dell’Associazione Presepistica Napoletana, eredi della grande tradizione presepiale napoletana del Settecento, che tramandano, con straordinaria perizia e passione, un immenso e prezioso patrimonio.

La sezione “La vita, il martirio, i prodigi” è composta da una serie di scenografie scolpite e dipinte a mano con minuziosa accuratezza, ispirate alla pittura sacra del XVII e XVIII secolo, che raccontano in forma plastica gli episodi più significativi della vita e del culto di San Gennaro, attraversando geografie fisiche e spirituali: dal Ponte Leproso di Benevento alla Solfatara di Pozzuoli, da via Antignano al Vomero fino alle Catacombe di Capodimonte. Ogni scena è fedele non solo alla topografia ma anche all’atmosfera dei luoghi rappresentati: un atto d’amore verso Napoli, la sua memoria e il suo rapporto viscerale con il miracolo, che nella figura del Santo si condensa e si rinnova nei secoli.

La sezione “La processione di Calendimaggio” è una maestosa installazione lunga oltre cinque metri e profonda più di quattro, ambientata nella Napoli di fine Ottocento. Un’opera che trae ispirazione dalle vivide descrizioni di Matilde Serao nel suo celebre “Paese di Cuccagna” e si basa su fonti documentali e note archivistiche della Deputazione di San Gennaro. La scena riproduce con fedeltà e ricchezza di dettagli la solenne processione che si celebra il sabato precedente la prima domenica di maggio per commemorare la traslazione delle reliquie del Santo dall’Agro Marciano di Fuorigrotta alle Catacombe di Capodimonte.

Sullo sfondo dei vicoli della città alla vigilia del cosiddetto Risanamento, la scenografia evoca tutta la vitalità di un giorno di festa: colori, addobbi, rituali, elementi architettonici e decorativi si intrecciano in un quadro corale in cui nulla è lasciato al caso. La processione si articola secondo l’ordine preciso del corteo: apre il Gonfalone della Città, seguito dall’allora Sindaco Nicola Amore (riprodotto in ritratto di figura presepiale), dalle statue argentee dei santi compatroni, dagli ordini religiosi napoletani e dai prelati del Duomo che accompagnano il Cardinale Guglielmo Sanfelice (anch’egli raffigurato in ritratto) e l’Abate della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, insieme ai dodici nobili della Deputazione.

Il tempietto reliquiario, il busto di San Gennaro e le statue dei compatroni sono stati riprodotti con estrema fedeltà ai modelli presenti nella Cappella e nel Museo del Tesoro di San Gennaro. La scenografia, realizzata con l’arte presepiale più autentica, è popolata da circa cento pastori in abiti in stoffa, confezionati nello stile dell’epoca. Ogni dettaglio architettonico, ogni accessorio, ogni angolo urbano riproduce fedelmente i luoghi descritti dalla Serao nelle sue opere, con particolare attenzione al Ventre di Napoli.

Tra gli elementi più suggestivi figurano la chiesetta di Santa Maria dell’Ovo e la fontana di Mezzocannone, entrambe demolite durante il Risanamento. In alto, al centro della scena, proprio sopra San Gennaro in processione, un angelo reca una ghirlanda di fiori: un toccante omaggio alla tradizione degli “Inghirlandati”, che richiama l’originaria caratteristica della processione.

Ad arricchire il percorso espositivo, preziosi documenti d’archivio concessi dalla Fondazione Banco di Napoli e dalla Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro. Questi materiali offrono un ulteriore livello di lettura e approfondimento sul legame storico, spirituale e sociale tra il Santo e la città, consolidando il dialogo tra la dimensione plastica dell’arte presepiale e quella documentaria della storia.

L’allestimento è corredato da didascalie descrittive in due lingue, per consentire anche ai visitatori internazionali di cogliere la ricchezza e la complessità della narrazione.

Nella mostra “San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro” l’arte diventa narrazione collettiva, il sacro si mescola con il quotidiano e ogni dettaglio contribuisce a ricostruire il mosaico vivo di una città in cui religiosità, superstizione, mito e rito convivono in un equilibrio affascinante e irripetibile. Il presepe napoletano non è solo una tradizione artistica, ma un linguaggio culturale complesso, uno specchio identitario, un archivio della memoria collettiva capace di attraversare i secoli e raccontare – con personaggi e scene – la storia, i sentimenti e le speranze di un popolo.

E in questo racconto, San Gennaro non è soltanto un protagonista, ma il simbolo stesso della resistenza, dell’amore e della fiducia che Napoli nutre per sé stessa.



INFO MOSTRA

Titolo: San Gennaro memoria e profezia di un popolo alla ricerca del sacro

Luogo: Chiesa di Santa Marta, Via San Sebastiano n.1 Napoli

Date: 29 aprile – 30 settembre 2025

Ingresso: Gratuito Orari: (10:00-19:00)

A cura di Associazione Presepistica Napoletana Con il patrocinio di Arcidiocesi di Napoli, Assessorato al Turismo del Comune di Napoli, Regione Campania.

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