Da:
https://www.comune.napoli.it/Secondigliano-corti-cortili
“Secondigliano tra corti e cortili”
Dalle ville della Belle Époque fino alle corti e masserie del centro
antico, custodi di memorie secolari
Tour gratuiti fino al 23 novembre 2025
Indice:
1. Due itinerari distinti ma intrecciati, che permettono di conoscere
le diverse anime del quartiere
2. Il calendario
3. Info e prenotazioni
Locandina:
“Secondigliano tra corti e cortili”
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C’è una Napoli che non appare nelle guide turistiche e che spesso
resta fuori dai circuiti tradizionali.
A farsi ammirare stavolta è Secondigliano, quartiere che troppo spesso
viene identificato solo con la cronaca nera, ma che custodisce un
patrimonio storico, architettonico e umano di grande ricchezza: ville
ottocentesche con giardini nascosti, corti popolari, masserie
fortificate e leggende tramandate per generazioni.
È proprio per restituire voce e valore a questo territorio è nata
l’iniziativa “Secondigliano tra corti e cortili”, promossa e sostenuta
dall’Assessorato al Turismo e alle Attività Produttive del Comune di
Napoli, con un calendario di passeggiate guidate gratuite dal 21
settembre al 23 novembre.
L’obiettivo è accompagnare i visitatori, previa prenotazione, in un
viaggio alla scoperta di angolo di Napoli, ancora poco conosciuti ma
capaci di raccontare storie sorprendenti.
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1. DUE ITINERARI DISTINTI MA INTRECCIATI, CHE PERMETTONO DI CONOSCERE
LE DIVERSE ANIME DEL QUARTIERE
• Avenue Secondigliano
21 settembre, 26 ottobre, 23 novembre ore 10:30
La passeggiata comincia a Villa Alfiero (visitabile dall’esterno), al
civico 200 del Corso, tra le più belle ville in stile liberty della
città.
Il percorso si sviluppa lungo Corso Umberto I, così come si chiamava
un tempo il Corso Secondigliano quando era un comune a sé: un viale
ampio e alberato che nell’Ottocento trasformò il quartiere in una
piccola stazione climatica per chi cercava aria fresca e tranquillità,
lontano dal caos del centro.
Non a caso un viaggiatore francese, rimasto incantato dalle ville, lo
definì “una piccola Nizza alle porte di Napoli”.
Passeggiando si arriva Palazzo Visconti Capasso che introduce a un
cortile che ospitava carrozze e cavalli, dove la visita diventa
un’esperienza immersiva con performance musicali e attoriali.
Così, tra portali in pietra e giardini nascosti, riaffiora l’eleganza
perduta della Belle Époque.
Si prosegue poi con Palazzo Miranda (visitabile dall’esterno), che si
distingue per il cortile quadrangolare: qui, dalle balconate, le donne
cantavano “a fronne ’e limone”, improvvisando strofe che si
rincorrevano da ballatoio a ballatoio.
Durante la guerra, i sotterranei diventarono rifugio antiaereo e per
molti abitanti del quartiere quelle notti trascorse sottoterra restano
un ricordo vivido, fatto di paure ma anche di racconti sussurrati per
distrarre i bambini dalle bombe.
A seguire la facciata austera di Palazzo di Nocera (visitabile
dall’esterno) che nascondeva invece pavimenti maiolicati e soffitti
decorati.
All’inizio del Novecento ospitò un circolo musicale e teatrale dove i
giovani del quartiere preparavano spettacoli poi messi in scena in
piazza durante le feste patronali: un segno di come, anche nelle
residenze private, Secondigliano sapesse coltivare creatività e
socialità.
L’itinerario ci porta ad ammirare le ringhiere liberty e i balconi
decorati di Villa Cimmino introduce al Novecento (visitabile
dall’esterno).
La famiglia di industriali che la abitava amava circondarsi di
artisti: nei saloni si tenevano letture e concerti, mentre un giovane
pittore ospitato in cambio di vitto e alloggio decorò alcune stanze
con paesaggi fantastici, oggi quasi del tutto perduti.
Nei giardini, intanto, magnolie rarissime arrivate da Marsiglia
profumavano l’aria estiva.
Passeggiando si arriva quindi a Villa Loffredo. Oltre l’ingresso si
apre un ampio giardino di agrumi e magnolie, un tempo celebre in tutto
il quartiere e definito una vera e propria “piccola reggia tra gli
orti”.
In primavera l’aria si riempiva dei profumi di zagara e magnolia,
mentre nella notte di San Giovanni le donne vi si radunavano per
raccogliere erbe destinate a infusi e riti propiziatori.
Non solo residenza estiva, ma luogo di incontro: a settembre, dopo la
vendemmia, il cortile si animava di banchetti e danze che riunivano
aristocratici e contadini, in una rara fusione di mondi e tradizioni.
Una leggenda racconta che, durante una festa, un improvviso temporale
costrinse gli invitati a rifugiarsi nei saloni; la musica però non si
fermò e un violinista continuò a suonare sotto la pioggia, incantando
tutti.
Ancora oggi, si dice che nelle notti di giugno, tra gli alberi mossi
dal vento, si possa sentire un flebile suono di violino.
Più avanti infine Villa Ingenuo che racconta l’anima duplice di
Secondigliano: signorile e agricola allo stesso tempo.
Le logge ampie e le finestre ad arco portavano sollievo dal caldo,
mentre nei cortili si vendemmiava e si torchiava il vino.
Una leggenda vuole che un antico torchio custodito nella villa
producesse un vino “che non inacidiva mai”, quasi magico.
In questa occasione oltre alla villa, sarà possibile ammirare
l’esposizione del Collettivo Artistico MCG Arte.
La passeggiata si conclude qui con una seconda performance musicale.
• Il Tempo delle Corti: la Secondigliano Popolare
27 settembre – 22 novembre / ore 17:00 / Chiesa di San Carlo al Ponte
Se Avenue Secondigliano mostra il volto elegante e borghese del
quartiere, quest’altro itinerario porta i visitatori dentro la sua
anima più autentica: quella delle corti a ballatoio, delle piazze dove
si intrecciavano commerci e racconti popolari, delle masserie che
custodivano insieme il lavoro contadino e l’immaginario leggendario.
Ampi spazi quadrangolari, con pozzi e forni comuni, dove la vita si
svolgeva quasi interamente all’aperto: le donne cucinavano insieme, i
bambini correvano rincorrendosi tra i ballatoi, gli uomini si
riunivano la sera improvvisando canti “a fronne ’e limone”.
È qui che ancora oggi si tramanda la leggenda di Zi’ Monaca, spirito
benevolo che appariva come un’ombra leggera per proteggere i più
piccoli.
Qualcuno giura di aver sentito i panni muoversi al vento “senza
motivo” o piccoli rumori inspiegabili, segni della sua presenza.
Non mancavano le usanze collettive: nelle corti, ad esempio, si
celebravano anche matrimoni comunitari, con gli sposi accolti dai
canti e dalle tammurriate delle vicine.
L’ex Municipio, edificio ottocentesco che ricorda i tempi in cui
Secondigliano era ancora comune autonomo.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si decise di abbellire la
facciata della casa comunale trasformandolo nei monumenti ai Caduti,
inserendo un bassorilievo in bronzo nella campata centrale della
loggia e due lapidi (alle quali se ne aggiungeranno altre due al
termine del secondo conflitto mondiale) riportanti i nomi dei caduti e
dei dispersi della comunità secondiglianese.
Al suo interno invece possiamo ammirare lo scalone centrale ad ali
d’aquila e il salone del consiglio.
Il cuore pulsante del quartiere era però l’antica piazza del mercato,
luogo di scambi ma anche di socialità.
Qui arrivavano frutta e verdura dai campi, stoffe, utensili, ma
soprattutto notizie e leggende. Non a caso un proverbio locale diceva:
“Chi vo’ sapé ’e novelle, vada ’o mercato ’e Secondigliano”.
La piazza si animava di cantastorie che raccontavano gesta di briganti
e miracoli di santi, tra cui spiccava la figura di Ciccio Cappuccio,
brigante trasformato dall’immaginario popolare in una sorta di Robin
Hood napoletano.
Nei giorni di festa, il mercato diventava persino teatro di spettacoli
improvvisati con burattini e marionette, amatissimi dai bambini.
Il percorso termina alla Masseria del Monaco, una costruzione
seicentesca che fonde storia e leggenda.
Il grande cortile interno ospitava carri e botti, mentre le cantine
custodivano il vino della famiglia.
Secondo la tradizione, un contadino ubriaco incontrò qui l’apparizione
di un monaco che lo ammonì a non sprecare il frutto prezioso della
terra.
Da allora la masseria prese il nome “del Monaco”, diventando simbolo
di protezione e custodia.
Fino agli anni ’60 il suo cortile fu usato per feste popolari legate
alla vendemmia, tradizione che oggi rivive durante la rassegna grazie
al gruppo CantaCunto, che accompagna le visite con tammurriate e
racconti popolari ispirati alle leggende locali.
Questo itinerario non è solo un viaggio tra architetture e luoghi
storici: è una vera e propria mappa sentimentale di Secondigliano, che
intreccia fede, vita comunitaria, politica e mito.
Le corti come spazi condivisi, i mercati come palcoscenico di storie,
le masserie come custodi di superstizioni: ogni tappa restituisce la
voce antica di un quartiere troppo spesso ridotto a stereotipo, ma che
continua a custodire un patrimonio umano e culturale di straordinaria
ricchezza.
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2. IL CALENDARIO
Domenica 21 settembre – Avenue Secondigliano - Villa Alfiero (C.so
Secondigliano n. 200) – ore 10:30
Sabato 27 settembre – Il Tempo delle Corti - Chiesa di San Carlo “al
ponte” (C.so Secondigliano n. 375) – ore 19:00
Domenica 26 ottobre – Avenue Secondigliano - Villa Alfiero (C.so
Secondigliano n. 200) – ore 10:30
Sabato 22 novembre – Il Tempo delle Corti - Chiesa di San Carlo “al
ponte” (C.so Secondigliano n. 375) – ore 17:00
Domenica 23 novembre – Avenue Secondigliano - Villa Alfiero (C.so
Secondigliano n. 200) – ore 10:30
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3. INFO E PRENOTAZIONI
La partecipazione è gratuita fino a esaurimento posti.
Prenotazioni via email:
cosda...@gmail.com
La prenotazione sarà confermata tramite risposta via email.