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Il Museo smontato e ricostruito | Scoprire Napoli
18 luglio 2015 Rino Mastropaolo
C’è un importante museo a Napoli ma non molto conosciuto: è il Museo Civico
Filangieri sito in via Duomo 288 che ha una particolarità forse unica al
mondo.
ll palazzo in cui è ospitato, il bellissimo quattrocentesco palazzo Como,
nel 1881-82 fu smontato pezzo pezzo e poi ricostruito 20 metri più dietro
per allinearlo alla nuova linea di strada disegnata per via Duomo durante il
“risanamento”.
La nuova via Duomo infatti doveva essere una strada diritta e lineare che
andava dal nuovo Corso Umberto I a via Foria in linea retta. Per tracciare
la nuova strada furono abbattuti molti palazzi, smontato e ricostruito
Palazzo Como e, addirittura abbattuta una navata della splendida chiesa di
Chiesa di San Giorgio ai Mannesi una della chiese paleocristiane di Napoli.
Il Principe Gaetano Filangieri di Satriano riuscì salvare il Palazzo dall’abbattimento
ottenendo di farlo smontare e arretrare a cura del Municipio di Napoli,
preservandone le facciate, e ricostruendolo al margine della nuova strada.
Successivamente il Principe ricostruì la parte interna del palazzo e nel
1888 fondò il Museo civico.
Il palazzo Como era stato costruito tra il 1464 ed il 1490, durante il
regno di Alfonso d’Aragona, dal ricco mercante Angelo Como che si ispirò al
Rinascimento fiorentino.
Il Museo fu dotato di un catalogo completo che aveva oltre 2.500 pezzi tra
cui preziose raccolte di porcellane, reperti archeologici, armi e armature
dal XV al XIX, merletti, dipinti e monete. Importante anche la pinacoteca
con pregevoli quadri dal XVI al XVIII secolo, tra cui quelli del Ribera, di
Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Mattia Preti e Bernardo Luini Al suo interno
fu sistemata anche una ricca biblioteca, che contiene i manoscritti della
“Scienza della Legislazione” e la celebre corrispondenza del filosofo
illuminista Gaetano Filangieri, suo nonno, con illustri personaggi come ad
esempio Benjamin Franklin nonchè pergamene e manoscritti originali dal 1200
al 1800 e oltre 15.000 libri. Splendidi anche i pastori del Celebrano e di
Giuseppe Sanmartino conservati nel museo che, al piano terra ospita anche un
grande e interessante plastico di Napoli durante il XVI secolo.
Il progetto del nuovo Museo si collegava al Museo Artistico Industriale
Scuola Officine di Napoli, fondato dal principe Filangieri nel 1878, insieme
a Morelli e Palizzi, con il quale aveva tentato di riunire in un’unica
istituzione le diverse necessità dell’epoca: l’istruzione industriale ed il
design, la teoria e la pratica, il recupero del passato nelle forme e l’aggancio
del futuro nelle tecniche.
Per volontà del fondatore il museo è “della città e per la città” e contiene
opere riguardanti la storia e la vita della città di Napoli.
Il museo ha vissuto alterne vicende in quanto fu molto danneggiato durante
la seconda guerra mondiale e molte opere, tra cui pitture, sculture,
porcellane e miniature, furono distrutte per un incendio appiccato dai
tedeschi nel deposito di San Paolo di Belsito. Successivamente con materiale
proveniente dai depositi e da diverse donazioni furono ricostruite alcune le
collezioni ed il museo fu riaperto nel 1948. Rimase in funzione fino agli
anni ’90 e poi fu chiuso per ben tredici anni: ha riaperto solo di recente
il 22 maggio 2012.
Interessante anche la sede distaccata di Villa Livia al Parco Grifeo. La
villa fu donata nel 1960 con tutti i suoi beni dal dottor de Luca Montalto
al museo Filangieri. È un bell’edificio del 1931 in stile liberty e il
patrimonio di quadri, porcellane, e mobili è vincolato alla disposizione
originaria che ne fa una interessante “Casa museo”.
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