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Complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli: storia, curiosità del
Monastero e del suo magnifico Chiostro
Published: 28 Settembre 2020 07:56 Updated: 5 Ottobre 2020 23:42
Author Viviana Papilio
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Con il suo chiostro maiolicato, la storia e l’arte, il Monastero di Santa
Chiara è uno dei luoghi più straordinari di Napoli. Ecco tutto ciò che c’è
da sapere prima della visita
Il complesso monumentale di Santa Chiara, anche noto come Monastero di Santa
Chiara, è tra i più rilevanti e apprezzati monumenti del patrimonio
artistico di Napoli. E’ reso celebre dal suo chiostro che ne è espressione
sublime di pace e bellezza, elementi che a Napoli hanno spesso trovato
attuazione nel connubio tra fede e arte, ricercatezza e virtuosismo.
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Ubicato nel centro storico di Napoli, tra l’omonima via e Piazza del Gesù
Nuovo, il complesso si estende su una superficie vasta che include la
Basilica di origine gotica, gli ambienti monastici, l’area archeologica con
i resti di uno stabilimento termale di epoca romana, l’ampia zona occupata
dal museo dell’Opera Francescana, il famoso Chiostro Maiolicato e il grande
campanile.
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Per il suo valore intrinseco che ne ha fatto oggetto di declamazione da
parte di cantori (i celebri versi di Rocco Galdieri “Munasterio ‘e Santa
Chiara/tengo o core scuro scuro..” sono il canto nostalgico di un napoletano
che evoca la sua Napoli lontana trasfigurandola nel ricordo del monastero) e
di intellettuali, come il filosofo Benedetto Croce che, non a caso, iniziò
il suo “Storie e leggende napoletane” con la menzione della cittadella
francescana, Santa Chiara è tra le più variegate e riconosciute espressioni
d’arte di cui Partenope dispone. Negli ultimi anni, grazie anche a una
gestione rinnovata e adeguata, numerosi fedeli, turisti e autoctoni
affollano la struttura, vivacizzando un vero e proprio gioiello sito nel
cuore della città.
Alcune cose imperdibili da conoscere sul Complesso monumentale: breve storia
e aneddoti della Chiesa di Santa Chiara
La basilica di Santa Chiara ha vissuto tre fasi cruciali che ne modificarono
di volta in volta l’aspetto e la struttura architettonica determinandone
rispettivamente la fondazione, il rimaneggiamento e la parziale distruzione.
Immagine:
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Nell’anno 1310 il re angioino Roberto I detto il Saggio e la devota moglie,
Sancia di Mairoca, decisero di innalzare poco fuori le mura della città
medievale una basilica con annesso convento. Certamente i sovrani furono
mossi dall’afflato religioso molte volte esibito, ma non fu secondaria la
volontà di realizzare una magnificente struttura atta ad accogliere le
spoglie mortali della famiglia reale.
Immagine:
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Su modello gotico provenzale fu costruita in un decennio la poderosa
basilica di Santa Chiara, a navata unica, perimetrata sui lati da dieci
cappelle e preceduta dalla facciata, che si apre su via Benedetto Croce, con
arco a sesto acuto e nella quale spicca l’antico rosone traforato. I lavori
furono affidati a Gagliardo Primario e Leonardo di Vito, mentre molte delle
sculture furono levate dall’abile arte di Tino da Camaino che ebbe anche l’ingrato
compito di provvedere alla modellazione del primo cenotafio angioino in
Santa Chiara: la tomba di Carlo, figlio del re, morto prematuramente. Si
ritenne la morte per volere divino, secondo la tradizione tramandata, da chi
considerò un vero affronto l’accostamento che il giovane osò fare tra la
basilica e una stalla guarnita di venti mangiatoie.
Nella grande basilica lavorò Giotto
Anche consigliato da Boccaccio, Roberto D’Angiò scelse il miglior pittore
dell’epoca per far affrescare la basilica, ovvero Giotto. Scene che
descrivevano la vita della Madonna, i miracoli di San Francesco e di Santa
Chiara abbellivano le pareti della navata. Difficile stabilire se affrescate
direttamente dalla mano del Maestro o dalle maestranze della sua bottega,
purtroppo delle immagini giottesche in Santa Chiara resta un ricordo
sbiadito a causa di chi, durante il Seicento, le occultò colpevolmente sotto
strati di stucco, sottraendo alla storia una mirabile pagina di arte
medievale.
Solo all’interno dei luoghi conventuali è sopravvissuta qualche traccia
della scuola giottesca e, eccezionalmente rispetto alla consuetudine che
preserva tali ambienti alla fruizione del pubblico, è possibile di recente
farvi visita accompagnati da una guida, una delle rare occasioni per
riacciuffare frammenti del passaggio di Giotto a Napoli.
La chiesa distrutta dai bombardamenti
Immagine:
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Di gran lunga più feroce e definitivo fu l’effetto della violenza della
guerra. Il 4 aprile del 1943 un bombardamento sventrò la basilica riducendo
a macerie gli abbellimenti avvenuti durante il Barocco e coordinati dall’artista
Domenico Antonio Vaccaro di cui miracolosamente si salvò il Chiostro
Maiolicato.
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Né la furia della guerra, né l’arroganza degli uomini riuscirono a ferire a
morte il Complesso monumentale la cui storia fu di profonda umanità e
nobilissima fede, ma che seppe essere a suo modo anche rivoluzionaria: fu
tra le prime strutture ad ospitare sia un monastero femminile, quello delle
Clarisse, che uno maschile, grazie all’autorizzazione elargita da Papa
Clemente V il 20 giugno del 1312.
La ricostruzione riportò alla luce l’antico stile gotico
Alla fine del conflitto mondiale una nuova ristrutturazione restituì al
popolo la sua Chiesa. Questa volta i lavori furono diretti da Mario Zampino
che riportò alla luce il vecchio stile gotico, attuando l’ultimo degli oblii
di cui Santa Chiara fu protagonista, quello delle splendide policromie, dei
barocchismi ancora rintracciabili in vecchie foto d’epoca, e che, benché non
del tutto allineati all’attitudine filospirituale e francescana della sua
fondatrice, pure avrebbero avuto il diritto di sopravvivere nel tempo.
Immagine:
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Oggi, entrando in Santa Chiara, ci troviamo in uno spazio rigoroso e solenne
dove la luce, che era l’elemento essenziale dell’arte medievale, filtra
dalle bifore e dalle trifore convogliando lo sguardo in direzione dei
monumenti funebri che emergono dal fondo dei 130 metri di cui è composta la
navata, escluso il coro delle Clarisse, lì dove l’occhio si ferma al
cospetto del sepolcro di re Roberto d’Angiò.
Il Chiostro Maiolicato di Santa Chiara: un angolo di Paradiso nel tumulto
cittadino
I chiostri di Santa Chiara per come oggi li vediamo recano la firma di
Domenico Antonio Vaccaro. La ristrutturazione che egli mise in atto tra il
1739 e il 1742 aveva lo scopo di soddisfare le richieste della committente,
la badessa Suor Ippolita di Carmignano: un luogo spirituale che preservasse
eleganza e cura per il bello, in conformità con il gusto delle donne che l’avrebbero
frequentato, le future Clarisse di stirpe nobile.
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Il Vaccaro progettò un ampio chiostro decorato con maioliche, diviso in
quattro parti dall’incrocio di due viali e puntellato da ben 64 pilastrini
di forma ottagonale. I pilastri, decorati con tralci di vite, sono collegati
tra loro da sedute interamente maiolicate che recano scene popolari, agresti
e mitologiche, mentre su un solo schienale è riportata l’immagine tratta
dalla vita quotidiana monastica: una suora che sfama dei gattini.
Il Chiostro è perimetrato dal porticato splendidamente dipinto nella prima
metà del XVII secolo sia nelle arcate che sulle pareti, creando un armonioso
pandant con i colori delle “riggiole”.
Pace, armonia e spiritualità furono le direttrici lungo le quali ebbero a
muoversi gli interventi dei singoli artisti. Nessuno di questi elementi è
stato tralasciato. Ancora adesso chi ha modo di passeggiare nei chiostri di
Santa Chiara si giova di un ambiente meditativo e accogliente che sottrae al
caos metropolitano uno ritaglio di quiete immoto nel tempo e nello spazio.
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La luce, gli affreschi, le icone, le architetture, i marmi candidi o
cangianti: così gli artisti che si sono avvicendati nella fabbrica di Santa
Chiara hanno trasformato un luogo terreno in un vero e proprio laboratorio
del bello, facendone a Napoli il più significativo ponte di comunicazione
tra l’umano e la autentica spiritualità.
Complesso monumentale di Santa Chiara: informazioni, prezzo biglietti,
apertura e dove si trova
• Orari: lun-sab 9,30/17,30 – dom 10,00/14,30
• Giorni di apertura: aperto tutti i giorni
• Dove: Via Santa Chiara, 49/C, 80134 Napoli NA
• Prezzo biglietto: biglietto standard 6,00 €; biglietto ridotto 4,50€;
biglietto speciale 3,50€
• Contatti e informazioni: sito ufficiale
http://www.monasterodisantachiara.it/#contact