Pompei, il tempio di Venere riapre ai turisti.

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Roberto Piantedosi

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Feb 6, 2010, 1:07:36 PM2/6/10
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Da  Il Mattino del 30/1/10
 
 
 

La città millenaria ritrova il tempio dedicato alla dea della bellezza. La suggestione del Tempio di Venere ritorna ad ammaliare i turisti di tutto il mondo. Il commissariato speciale di governo ha provveduto a riqualificare una delle aree meno conosciute della città sepolta, ma più interessanti e incantevoli. L'intervento di riqualificazione del tempio, pianificato dal commissario straordinario e concluso in questi giorni, ha riguardato la messa in sicurezza dell'area, il restauro delle imponenti colonne, i rifacimenti di archi crollati e la sostituzione di opere provvisorie non più idonee alla tutela dell'edificio antico. È stato, inoltre, ripristinato e posto a norma il principale percorso di uscita dall'antica Pompei, l'anello di congiunzione tra piazza del Foro e il cuore della Pompei dei nostri giorni. I turisti hanno, ora, a disposizione un viale costituito da agglomerato di lapillo e cemento, gradini in laterizio con corrimano in ferro, che consentirà un regolare e sicuro deflusso dei visitatori, evitando così i numerosi incidenti alle caviglie e alle gambe dei turisti, denunciati in passato. Lavori urgenti e improcrastinabili per la tutela del tempio e la salvaguardia dell'incolumità dei turisti. «In particolare, i lavori, resi urgenti dalla lunga assenza di manutenzione - spiega Maria Emma Pirozzi, direttore dei lavori e tecnico della soprintendenza - hanno riguardato il ripristino e l'integrazione dell'opus reticulatum e pietrame misto crollato, la ripresa dei colmi murari e la messa in sicurezza di frammenti di apparati decorativi». I lavori di restauro sono stati coordinati dai tecnici della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei con l'ausilio di imprese accreditate presso la soprintendenza. «Si tratta di un intervento molto importante che ha riqualificato in tempi brevi il percorso di uscita dall'area archeologica - spiega il commissario delegato Marcello Fiori - ma soprattutto, liberato il terrapieno da crolli e vegetazione, ora è possibile godere della vista dalla terrazza panoramica sui Monti Lattari. Con questo intervento si conferma la costante necessità di coniugare in modo scientificamente rigoroso le politiche di messa in sicurezza e quelle di valorizzazione». Il commissario annuncia altre novità interessanti: «Sarà pronto a breve anche il secondo camminamento collegato con la passerella di immissione all'Antiquarium». Il Tempio di Venere rappresenta, per i turisti, il passaggio tra la forte emozione vissuta durante il tour archeologico e il ritorno alla realtà. È attraverso il tempio della dea della bellezza, infatti, che i visitatori lasciano la città antica per entrare in quella moderna.

Antonio Varone, direttore degli scavi archeologici decanta la bellezza e l'importanza storica del Tempio di Venere. «Costruito sulle propaggini occidentali della collina di Pompei, verso il mare e il fiume Sarno - spiega l'archeologo Antonio Varone - il tempio fu innalzato subito dopo l'80 avanti Cristo per onorare la dea Venere protettrice di Lucius Cornelius Sulla, assimilata alla Venere Fisica protettrice della città. Orientato in senso Nord-Sud verso il litorale, su un podio in tufo circondato da portico, abbellito da marmi, doveva essere il più sontuoso e scenograficamente splendido degli edifici religiosi cittadini. Al momento dell'eruzione il tempio era in piena fase di restauro a seguito del terremoto del 62 dopo Cristo; lo studio dei materiali, venuti fuori dai saggi stratigrafici, ha fatto comprendere agli archeologi quali trasformazioni urbanistiche nell'edilizia pubblica fossero in atto a Pompei dalla seconda metà del II secolo avanti Cristo». Il Tempio di Venere è il luogo più fotografato dai turisti, e funge da belvedere dell'area archeologica.

In attesa della straordinaria apertura della Casa dei Casti Amanti, sono decine le domus antiche interessate da interventi di restauro. Nel piano triennale redatto dal commissariato di governo verranno riportati agli antichi splendori le case della Pompei distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. I lavori prevedono i restauri degli arredi decorativi della Villa dei Misteri, delle case di «Paquio Proculo» , di «Giulia Felice», del «Criptoportico», dello «Specchio», di «Sirico» su via Stabia, di «Fullonica di Stephanus», del poeta Tragico, della «Regina Margherita», di «Orfeo», di «Cesio Blando» de «l'Orso Ferito» e de «l'Adone Ferito». Anche Ercolano, con il restauro degli affreschi della casa del «Colonnato Tuscanico», rientra nell'investimento del piano triennale per il rilancio dei siti archeologici di competenza della soprintendenza speciale di Napoli e Pompei. Così come Oplonti con lo scavo e il restauro completo della villa «B».

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