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alessandro magno e l’oriente
Periodo della mostra
29 maggio - 28 agosto 2023
Orario
vedi orari apertura museo
https://mann-napoli.it/orari-e-tariffe/
La grande mostra è dedicata alla straordinaria figura di Alessandro (356
- 323 a.C.), l’eroe macedone che in poco più di dieci anni, accompagnato
dai suoi fedeli compagni, divenne re dell’Asia e dell’Europa. Da uomo e
da filosofo, allievo del sommo Aristotele, amò l’uno e l’altro
continente, promuovendo, dopo la conquista, la pace e l’unione dei
popoli a lui soggetti.
L’esposizione si articola in 2 spazi: l’Atrio monumentale situato al
piano terra e il Salone della Meridiana al secondo piano, con rimandi
tematici nei tre giardini storici.
Sono esposte circa 170 opere provenienti da ogni angolo del mondo: dalla
antica Persia al Gandhara. A queste mirabilia del passato si aggiungono
i numerosi reperti della collezione permanente del MANN, il solo Museo
in cui si conservino tre ritratti del Macedone e tra questi il più
prezioso, il Mosaico della battaglia di Isso, dove si ammira l’eroe in
sella a Bucefalo, mentre si scaglia contro Dario sull’alto carro.
Quest’opera, attualmente in restauro, è sostituita dalla riproduzione
posta a tappeto nel salone della Meridiana, nell'area dove è ricostruito
l'ambiente della casa del Fauno
In mostra, si viene accolti dalle raffigurazioni dello stratega macedone
su busti, gemme, sculture, tra cui il busto-erma del Museo del Louvre,
copia da un originale di Lisippo. Si entra poi nelle segrete stanze dove
il destino del re del mondo viene annunciato da una profetessa con un
magico scudo alla madre Olimpiade e al padre Filippo II. Si è accolti da
un enigmatico genio alato (conservato al Louvre), un Cabiro che offre
alla futura sposa la famosa collana di Armonia. Il peristilio e la sala
principale della famosa Villa di Fannius Synistor di Boscoreale, uno dei
più grandi enigmi della storia dell’arte, sono per la prima volta
interamente ricostruiti e spiegati.
Nel salone della Meridiana, l’introduzione è completata da ulteriori e
rari manufatti, che raccontano i macedoni e i persiani, tra cui lo
straordinario Vaso dei Persiani, risalente alla seconda metà del IV sec.
a.C., dove è rappresentato l’eterno conflitto, cantato da Omero e poi da
Erodoto, tra Europa e Asia, tra Grecia e Persia.
L’esposizione prosegue con i viaggi di conquista e di scoperta di
Alessandro, e con il racconto delle trionfali battaglie di annessione.
In questi spazi è ricomposto il gruppo di statue equestri marmoree,
proveniente dal santuario di Giunone Sospita a Lanuvio, conservato in
parte al British Museum, in parte a Lanuvio. Una testimonianza
fondamentale per la ricostruzione del celebre donario di Alessandro,
realizzato da Lisippo e destinato a celebrare i venticinque compagni
morti alla battaglia del Granico. L’ammirazione nei confronti di
Alessandro da parte dei sacerdoti egiziani e la successiva
divinizzazione, è ricordata invece dalla stele egizia proveniente dal
tempio di Iside a Pompei che riporta, in geroglifico, riferimenti alle
imprese macedoni.
Esposti anche reperti che ricordano i più fedeli collaboratori di
Alessandro Magno. Come Seleuco, guardia del corpo sempre al fianco di
Alessandro in battaglia, raffigurato in un busto in bronzo dalla Villa
dei Papiri.
Durante il suo lungo viaggio verso Oriente (334-323 a.C.) Alessandro
fondò molte città, universalmente ammirate per la grandiosità dello
schema e la raffinata tecnica urbanistica. Tra queste Alessandria in
Egitto, Alessandria Eschate, un tempo Leninabad, Bucefala in Pakisthan.
Alcuni secoli dopo, nei regni Indo-Greci si giunse a un’inedita e
duratura fusione di usi, costumi e religioni. Un esempio tra tanti in
mostra: la statua di Budda, proveniente dal Pakistan e risalente al
II-III sec. d.C., togato e dal sorriso composto che alcuni ritengono
mutuato dal divino Apollo. L’ampiezza del fenomeno delle reciproche
influenze dura più secoli, e ha posto le basi per un solido rapporto tra
Roma e l’Oriente. Le tracce si ritrovano nelle classiche figure di
Eracle con la clava, di Atlante inginocchiato, di eroti alati e di
capitelli ionici scolpiti nella pietra. Le grandi civiltà antiche
d’Oriente, a loro volta, sono state recepite e assimilate dalla civiltà
greco-latina. A Pompei nel secolo scorso si ritrovò una piccola e
splendida statuina di divinità indiana di avorio.
L’Asia fu fecondata dalla cultura ellenistica. Alessandro subì il
fascino dell'Oriente, sposò l’uzbeka Roxane e pose la sua capitale a
Babilonia. In Europa la sua memoria fu ancora più viva. Pompeo, Cesare,
Augusto, si ispirarono a lui, lo imitarono, copiarono i suoi modi e le
sue soluzioni, si impossessarono dei monumenti e delle statue a lui
dedicate. Lo vediamo in splendidi gruppi statuari, raffigurato come
Achille morto tra le braccia di Aiace o come lo stesso eroe omerico,
rappresentante di Europa, che si intenerisce dinanzi alla morente
Pentesilea regina delle Amazzoni e allegoria della Persia conquistata.
Gli oggetti colossali e le meraviglie furono anche un suo lascito
all’Occidente e tra queste in mostra due splendidi esempi sono
illustrati con incomparabili oggetti: il Colosso di Rodi e il Faro di
Alessandria.
La mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” è organizzata dal Museo
archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini, in
collaborazione con Electa. Curatori sono Filippo Coarelli ed Eugenio Lo
Sardo. Promossa dal Ministero della Cultura italiano, con il sostegno
della Regione Campania, del Parco archeologico del Colosseo e Intesa
Sanpaolo, la mostra si avvale della collaborazione del Museo delle
Civiltà di Roma e del Ministero ellenico della Cultura e dello Sport.
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