Gli strumenti astronomici hanno trovato una nuova casa. Apertura del Museo degli Strumenti Astronomici (Musa), Osservatorio Astronomico di Capodimonte, 13 marzo 2013

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Mar 13, 2013, 12:16:09 PM3/13/13
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Il Mattino di mercoledì 13 marzo 2013

Gli strumenti astronomici hanno trovato una nuova casa.

Nel suo millenario alternarsi di morti e rinascite, anche oggi Napoli, dopo
l'ultima catastrofe come la distruzione di Città della Scienza, celebra una
nuova nascita nell'ambito della cultura. Apre stasera alle 19.30 per la
prima volta al pubblico (ingresso su prenotazione tel. 081-5575111) il museo
degli strumenti astronomici (Musa), situato all'interno dell'Osservatorio di
Capodimonte. In esplorazione un centinaio di oggetti tra teodoliti,
fotometri, spettrografi, cannocchiali e delle vere e proprie chicche come il
cerchio meridiano di Reichenbach, il grande cerchio meridiano di Repsold, il
rifrattore di Merz e lo strumento dei passaggi di Bamberg. Forse ai non
specialisti i nomi di questi strumenti diranno ben poco, forse solo agli
appassionati daranno la possibilità di toccare con mano la più importante
storia dell'astronomia mondiale, ma di sicuro a tutti il nuovo museo
dimostrerà che i pezzi esposti sono una testimonianza unica di quello che fu
la strumentazione astronomica utilizzata nell'ottocento e nei primi decenni
del novecento. Questi strumenti infatti costituiscono esempi autentici e
originali degli ambienti di lavoro degli studiosi del cielo e delle stelle,
e forniscono un'estta e completa informazione sui luoghi, oggetti, accessori
e atmosfera in cui si faceva astronomia nel periodo compreso tra la
fondazione dell'Osservatorio napoletano, circa due secoli fa, e la prima
metà del ventesimo secolo. Passato e presente astronomico, dunque, si
incontrano, come sottolinea anche il responsabile della struttura museale
Mauro Gargano: " La strumentazione storica dell'osservatorio conduce in una
sorta di viaggio della mente, direttamente alla modernità. Nel museo infatti
è presente anche la libreria virtuale, che permette di interagire con i
libri antichi conservati dalla stessa biblioteca dell'Osservatorio, e
soprattutto è stato allestito un tunnel spazio-temporale che proietta i
visitatori da un ambiente ottocentesco, carico di storia, direttamente
all'interno del sistema solare, coinvolgendoli, per esempio, nello sbarco
sulla Luna del '69".
Per l'occasione, oggi e poi solo in alcuni giorni, sarà esposta una sezione
di libri antichi tra cui la rarissima prima edizione del De Revolutionibus
Orbium di Copernico, del 1543, con a margine le correzioni della Santa
Inquisizione. Ma stasera l'ospite d'onore sarà un pezzo di gran pregio come
quello che a lungo ha detenuto il record del più grande telescopio europeo,
fabbricato nel Settecento da William Herschel. Il fascino del telescopi di
Herschel, fra l'altro, è dovuto anche al fatto che fu proprio grazie ad esso
che l'umanità scoprì il pianeta di Urano, "in questo momento così difficile
per la cultura in Italia ed in particolare per quella cittadina" sottolinea
il direttore dell'Osservatorio, Massimo Della Valle, "condividere oggi con i
Napoletani un nuovo museo e lo specchio di un telescopio che è stato tra i
più celebri d'Europa, ci rende orgogliosi. Se una delle molle principali che
mi ha spinto alla costruzione del museo è stato proprio il telescopio di
Herschel, finalmente recuperato e restaurato, oggi questo nuovo presidio
della cultura napoletana acquista un valore ancora più significativo".
Infatti proprio il 13 marzo di tanti anni fa, nel 1781, grazie al suo
telescopio Herschel scopriva Urano, primo pianeta ad essere stato scoperto
tramite un telescopio e dunque il 13 marzo ha segnato, nella storia
astronomica, una data significativa.
"Vorrei che anche il 13 marzo 2013 sia una data significativa, almeno per
Napoli, e non solo per l'apertura del museo.Oggi infatti annunceremo anche
la disponibilità dell'Osservatorio ad offrire i suoi spazi alle attività di
Città della Scienza, magari per mettere su una sorta di tendopoli culturale
in attesa di tempi migliori", conclude Della Valle.



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