Da
Astronomia -
La rivista dell'Unione Astrofili Italiani,
n. 1 • gennaio-febbraio 2015 • Anno XL
p. 4-5, Rubrica "Storie di cielo e di terra":
Quel misterioso aster sospeso sul luogo della Natività,
Franco Foresta Martin
[IMMAGINE: Franco Foresta Martin
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Descrizione:
Franco Foresta Martin, Direttore Responsabile Astronomia]
Quale fenomeno astronomico si cela dietro la tradizionale cometa che
abbellisce il cielo di ogni presepe? Con le ricorrenze delle festività tra
Natale e l'Epifania si riaffaccia questo tema, sospeso tra storia e leggenda
e, puntualmente, emergono opinioni differenti. Fra gli studiosi di storia
dell'astronomia, c'è chi ritiene di poter provare l'ipotesi della cometa e
chi suggerisce alternative diverse, per esempio una congiunzione planetaria.
Ma soprattutto, non passa anno in cui non si affaccino nuove interpretazioni
di documenti e reperti.
Il primo, in ordine cronologico, a parlare di un fenomeno celeste
associato alla nascita di Gesù è stato San Matteo (I secolo dopo Cristo),
autore del primo Vangelo, il quale scrive¹ che i Magi, giunti a Gerusalemme,
chiesero: «Dov'è il neonato re dei Giudei? Poiché vedemmo la sua stella
nell'Oriente e siamo venuti per adorarlo». Dopo un incontro con il re Erode,
il quale «si informò minutamente da loro circa il tempo dell'apparizione
della stella», i Magi ripresero il cammino «... ed ecco la stella, che
avevano visto in Oriente, andar loro innanzi finché, arrivati sopra il luogo
dov'era il bambino si fermò».
San Matteo, dunque, parla di una stella («aster» nel testo pervenutoci
in greco), che mostrava un moto diverso rispetto alle altre; e però non
specifica di che natura fosse. Poiché il racconto di Matteo è abbastanza
dettagliato, se il corpo celeste fosse stato accompagnato dalla chioma e
dalla coda, probabilmente sarebbe stato identificato come cometa piuttosto
che come un generico «aster». Quanto ai testi degli altri evangelisti
(Marco, Luca e Giovanni), in essi non c'è alcun cenno a fenomeni astronomici
contemporanei alla Natività.
Chi avanzò l'ipotesi della cometa, già dal III secolo dopo Cristo, fu
Origene di Alessandria, uno dei maggiori apologeti del cristianesimo. Nel
suo libro «Contro Celso», scagliandosi contro le superstizioni popolari che
indicano le comete come astri portatori di sventura, Origene affermava che,
al contrario, esse possono presagire a buone novelle, come nel caso
dell'apparizione della stella cometa che annunciò la nascita di Gesù.
[IMMAGINE: Figura 1
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Descrizione:
Origene di Alessandria, l'apologeta del Cristianesimo (III secolo d.C.) che
per primo scrisse di una cometa come dell'astro che annunciò la "Buona
Novella".]
Qualche secolo più tardi, un altro padre della Chiesa, il bizantino
Giovanni Damasceno (VII secolo dopo Cristo) scrisse, nella «Esposizione
della Fede», che la stella apparsa ai Magi, considerato il suo corso, non
poteva che essere una cometa. Ma si tratta, ancora una volta, di un'ipotesi
non suffragata da testimonianze.
Fin qui il dibattito resta limitato a dotti uomini di fede. Sarà
necessario l'intervento di un grande artista come Giotto di Bondone
(1267-1337) per radicare nella tradizione popolare la leggenda della cometa
di Natale. Infatti, nell'Adorazione dei Magi, uno degli stupendi affreschi
realizzati da Giotto all'interno della Cappella degli Scrovegni di Padova,
l'artista raffigura per la prima volta, l'astro di cui parla il Vangelo di
San Matteo come una luminosa cometa. Da allora, sia nell'iconografia
artistica, sia nelle rappresentazioni sacre o popolari, il presepe sarà
comunemente accompagnato da una vistosa cometa con la coda.
[IMMAGINE: Figura 2
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Descrizione:
Giotto di Bondone, Adorazione dei Magi, Cappella degli Scrovegni. Padova
(XIV secolo). Rappresenta la prima opera d'arte in cui l'aster della
Natività sia rappresentato in forma di cometa con la coda.]
È da notare che, prima di Giotto, altri artisti, ispirandosi al testo
evangelico di Matteo, avevano raffigurato la Natività inserendo nel cielo di
Betlemme una semplice stella a varie punte, e non una cometa. Per esempio,
in un mosaico del VI secolo che si trova nella Basilica di S. Apollinare
Nuovo a Ravenna, sulla capanna di Gesù Bambino campeggia una piccola stella
gialla contornata da una sagoma a otto punte.
Secondo gli storici dell'astronomia, la scelta di una cometa da parte di
Giotto fu ispirata, più che dalla conoscenza dei testi di Origene e Giovanni
Damasceno, dal fatto che l'artista stesso fu testimone oculare dello
spettacolare passaggio della cometa di Halley nel 1301 e ne rimase talmente
impressionato da prenderla a modello nell'affresco dell'Adorazione.
Ma perché, secondo alcuni astronomi, la stella di Gesù non fu una
cometa? E, se si esclude questa ipotesi, quale altro rilevante evento
astronomico si dovrebbe prendere in considerazione?
Per rispondere bisogna innanzitutto riconsiderare la data della nascita
di Gesù che, secondo quanto è stato accertato dagli storici dell'astronomia,
è sicuramente sbagliata.
La corrispondenza fra la data della Natività e l'anno 753 dopo la
fondazione di Roma, che segna l'origine del nostro calendario, fu stabilita
dal monaco e astronomo Dionigi il Piccolo nel VI secolo. Altri sapienti
dell'antichità non condivisero quella scelta. Nel XVII secolo, Giovanni
Keplero, lo scopritore delle leggi sui moti dei pianeti, suggerì di
anticipare la nascita di Gesù di qualche anno, in modo da farla coincidere
con una congiunzione dei pianeti Giove, Saturno e Marte che, secondo lui,
era il fenomeno celeste descritto nel Vangelo di Matteo.
[IMMAGINE: Figura 3
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Descrizione:
Congiunzione tripla tra Luna, Venere e Giove sullo sfondo dell'Osservatorio
VLT-ESO, Parana, Cile. Secondo alcuni l'astro visto dai Magi non sarebbe una
cometa ma un fenomeno del genere.]
Che Gesù sia nato qualche anno prima della data indicata dalla
tradizione, si ricava dal riferimento a un preciso e databile evento storico
contenuto in un altro Vangelo, quello di San Luca: Scrive Luca² «In quel
tempo fu emanato un editto da Cesare Augusto per il censimento di tutto
l'Impero». Ebbene, un'antica iscrizione su una stele³ rinvenuta presso la
città di Ankara conferma che quel censimento impegnò i funzionari romani in
Oriente dal 7 fino al 6 avanti Cristo. Quindi sarebbe proprio questo
l'intervallo di tempo in cui bisogna collocare la nascita di Gesù.
A questo punto si può calcolare, a posteriori, quali fenomeni celesti
rilevanti accaddero tra il 7 e il 6 avanti Cristo. Poiché non risulta che in
quel periodo vi furono passaggi di comete molto luminose, rimangono due
possibili candidati.
1. Una «stella nuova» (o supernova) che, stando alle cronache di
astronomi cinesi, sarebbe apparsa attorno al 5 avanti Cristo.
2. Una lunga congiunzione di pianeti, prima fra Giove e Saturno, poi
anche con Marte, avvenuta tra l'8 e il 6 avanti Cristo. I primi due pianeti
erano così stretti da sembrare un'unica stella.
Il primo candidato è il meno favorito perché, a parte la leggera
sfasatura della data, la supernova è una stella priva di moto apparente
rispetto alle altre stelle fisse: non si sposta da una parte all'altra del
cielo. Il secondo candidato potrebbe essere quello giusto perché il moto
apparente dei pianeti rispetto alle stelle fisse è compatibile con gli
spostamenti dell'astro della Natività di cui parla San Matteo. Confortata da
nuove testimonianze storiche e da più precisi calcoli astronomici,
tornerebbe così d'attualità la vecchia tesi di Keplero.
Il mistero dell'astro della Natività, per la sua stessa natura di evento
al confine tra la simbologia sacra e la scienza astronomica, sembra
destinato ad alimentare una serie interminabile di nuove ipotesi e si può
dire che non ci sia anno in cui qualche ricercatore non rivendichi nuove
scoperte.
Alcuni anni fa, tutta la vicenda è stata rianalizzata, sia sotto il
profilo storico, sia sotto quello astronomico dall'astronomo romano Giovanni
Battista Baratta con la pubblicazione di diversi articoli su riviste
scientifiche nazionali e internazionali. Secondo Baratta la data di nascita
di Gesù si dovrebbe collocare addirittura il 12 avanti Cristo, anno in cui,
in uno dei suoi ciclici passaggi, la splendente e bellissima cometa di
Halley transitò nel cielo.
Se così fosse, avrebbe ragione Giotto e l'iconografia tradizionale
consacrata dall'artista coinciderebbe con la verità storica.
Più recentemente, l'antropologo e archeoastronomo Teodoro Brescia,
studiando il bassorilievo di un'Adorazione dei Magi rappresentata nel
coperchio di un sarcofago paleocristiano del IV secolo d.C. (Duomo di San
Pietro Ispano a Boville, Frosinone⁴), ha ritenuto di poter individuare i
simboli delle costellazioni e dei pianeti che brillavano nel cielo al tempo
della nascita di Gesù. Chiedendo poi la collaborazione di esperti in
software astronomici, Brescia è giunto alla conferma di una sua precedente
convinzione: che la Natività si può collocare attorno al 2 a.C., riportando
avanti, così, una data che altri studiosi tendono ad anticipare.
[IMMAGINE: Figura 4
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Descrizione:
Bassorilievo della Natività nel sarcofago di Boville (Frosinone). Secondo
l'archeoastronomo Teodoro Brescia conterebbe i simboli delle costellazioni
sotto cui avvenne la nascita di Gesù attorno al 2 a.C.]
Ma questi sono solo due esempi di come la ricerca storica su questo
affascinante tema sia ancora in pieno sviluppo.
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¹ Matteo 2, 1-12
² Luca 2, 1-14
³ Si tratta delle "Res gestae divi Augusti"
https://it.wikipedia.org/wiki/Res_gestae_divi_Augusti
il cui testo ci è giunto inciso in latino e in traduzione greca sulle pareti
del tempio di Augusto e della dea Roma ad Ancìra (latino "Ancyra"),
l'odierna Ankara in Turchia.
In questo testo, Augusto racconta di tre censimenti, di cui il secondo fu
ordinato l'8 a.C.
Questo censimento dell'8 a.C. è cronologicamente compatibile con quello
evangelico, ma non può essere immediatamente identificato con esso: erano
censiti i soli cittadini romani dell'impero e Giuseppe di Nazaret non era né
cittadino romano, né suddito dell'impero, vivendo nel regno di Erode il
Grande, fonte:
articolo "Censimento di Quirinio"
https://it.wikipedia.org/wiki/Censimento_di_Quirinio ,
paragrafo "Censimenti di Augusto",
sottoparagrafo "Censimenti universali"
https://it.wikipedia.org/wiki/Censimento_di_Quirinio#Censimenti_universali
Ricordiamo anche che Erode il Grande, sarebbe morto il 4 a.C.
https://it.wikipedia.org/wiki/Erode_il_Grande ,
pertanto, è ragionevole supporre che la nascita di Gesù sia avvenuta prima
del 4 a.C., ad ulteriore conferma di un anticipo rispetto a quanto
tramandato dalla tradizione.
⁴ Precisamente, il Duomo di San Pietro Ispano
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Pietro_Ispano
si trova nel Comune di Boville Ernica (Frosinone)
https://it.wikipedia.org/wiki/Boville_Ernica
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Un articolo analogo, dello stesso autore Franco Foresta Martin si trova
pubblicato sul Corriere della Sera del 26 dicembre 2005 ed è leggibile al
seguente indirizzo:
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/12_Dicembre/23/cometa.html