"L'altro MANN - I depositi in mostra", Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 30 maggio 2022

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Gino Di Ruberto [GMAIL]

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Jun 4, 2022, 9:16:30 AM6/4/22
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1° articolo da
https://mann-napoli.it/altro-mann/

l'altro mann. i depositi in mostra

Periodo della mostra
dal 30 maggio 2022

L'allestimento è ospitato nelle sale degli affreschi ed espone circa
sessanta reperti provenienti dalle città vesuviane. Le opere, spesso mai
viste o poco note, aggiungono un ulteriore tassello alla conoscenza della
cultura e della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio in epoca romana. La
mostra, anticipazione della nuova sezione dedicata ai materiali pompeiani
che sarà inaugurata entro la fine del 2023, si apre con l’esposizione di
alcuni degli elementi d’arredo tipici delle case pompeiane: un cratere a
volute con corteo bacchico in marmo da Villa San Marco a Stabiae, una
cassaforte in bronzo, ferro e legno con amorini e personaggi dionisiaci da
Pompei - Casa di Gaio Vibio Italo, un tavolo pieghevole con protomi di
cavallo dall’area vesuviana, uno sgabello con maschere e motivi vegetali da
Pompei, uno scaldaliquidi a forma di cinta muraria da Pompei, I sec. d.C.
Nelle sale in cui si snoda questa prima parte dell’itinerario di visita, è
possibile ammirare altri tesori che raccontano la vita delle città vesuviane
e la bellezza delle antiche domus. L’esposizione si sofferma sui giardini.
Il giardino era uno degli ambienti più importanti della casa romana. Sorto
in età repubblicana con la funzione prevalente di orto domestico, nel corso
del tempo, subisce numerose trasformazioni con il progressivo affermarsi di
uno stile di vita “alla greca”, a seguito della ricezione della cultura
ellenistica da parte del ceto elevato romano. I giardini, di solito ben
curati e allestiti con elementi architettonici e decorativi di grande
effetto (sculture, piccole edicole votive, fontane, vasche, canali o specchi
d’acqua artificiali), erano anche un importante strumento di
autorappresentazione, luoghi ideali per mostrare al mondo la propria cultura
e
la propria ricchezza o per esporre una collezione di opere d’arte secondo un
preciso programma figurativo che le rendesse visibili da qualsiasi punto
della casa. La loro decorazione di solito era ispirata a temi mitici e
teatrali ma soprattutto al mondo dionisiaco per celebrare Dioniso come dio
della tryphè ellenistica (lusso, sfarzo), della natura selvaggia e della
gioia di vivere all’aria aperta. In mostra sono esposti i ricchi apparati
decorativi dei giardini: le bocche di fontana bronzee, la decorazione
marmorea di fontana con Ninfa da Pompei; gli oscilla in marmo da Pompei. Il
verde lussureggiante delle case negli insediamenti alle falde del vulcano è
testimoniato anche da tre splendidi affreschi con scene di giardino (da
Ercolano e Pompei, inizio I sec. d.C.). Una ricca sezione è dedicata poi al
mondo dei gladiatori, che riprende in forma permanente i contenuti della
mostra grande temporanea “Gladiatori” (marzo 2021 – aprile 2022). Gli
spettacoli gladiatori costituivano una peculiarità del mondo romano: erano
diffusi in tutto l’impero e furono praticati per lungo tempo, dal III secolo
a.C. fino almeno agli inizi del V secolo d.C. La loro origine si può
collocare nel rituale funerario: discendono infatti da gare e duelli che
erano organizzati in onore di defunti di alto rango e che sono attestati in
area osco-sannitica, in particolare in Campania, già dal IV secolo a.C.
Recepiti dai Romani, furono riservati dapprima all’ambito privato ma col
tempo divennero un spettacolo autonomo e assai richiesto, offerto al
pubblico anche dai magistrati o dagli stessi imperatori. Intorno a questi
combattimenti, che esercitavano grande fascinazione presso le masse, ruotava
un mondo vasto e complesso che
aveva proprie regole, proprie consuetudini e propri luoghi. I reperti
custoditi nei depositi del MANN, frutto degli scavi condotti a Pompei dalla
metà del Settecento, costituiscono un unicum in quanto consentono di gettare
luce sull’organizzazione degli spettacoli nell’arena e sulle tante
sfaccettature della vita dei gladiatori, come l’allenamento, la cura del
corpo, la religiosità, il combattimento. Oggetti come elmi, schinieri,
scudi, spallacci e spade, che furono portati alla luce fin dal 1766 nella
cosiddetta “caserma” della regio VIII, aiutano a comprendere le diverse
tipologie di gladiatori, come traci, mirmilloni, provocatores, secutores, e
a immaginare il combattimento che aveva luogo nell’anfiteatro tra le
incitazioni della folla e il suono dei corni. Proprio l’anfiteatro di Pompei
è il più antico a noi noto - fu edificato nel 70 a.C. - e ne possiamo
ricostruire la decorazione pittorica, che purtroppo non si è conservata,
grazie alle tempere che furono realizzate da Francesco Morelli nel 1814 e
oggi sono custodite negli archivi del MANN. Altri reperti pompeiani, come le
coppe in terra sigillata o i graffiti, ben evidenziano come la passione per
i gladiatori si riflettesse nella vita quotidiana finanche nella decorazione
degli oggetti di uso comune o nei disegni tracciati da mani anonime lungo le
strade. L'esposizione, curata dalle funzionarie archeologhe del MANN Laura
Forte e Marialucia Giacco, sarà ulteriormente ampliata nel prossimo
settembre. Una mostra in fieri che, basata sull’incessante lavoro di “scavo”
e studio negli immensi depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli,
prelude al raddoppio delle collezioni pompeiane.
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2° articolo da
https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/campania/2022/05/30/laltro-mann-depositi-in-mostra-con-60-opere_205ea7b3-70eb-4899-9aff-c4e0ddc3a674.html

'L'Altro MANN, depositi in mostra' con 60 opere
Giulierini: 'Un patrimonio da condividere'

NAPOLI - Ecco 'L' Altro MANN' , inno alla bellezza di Pompei: non è una
semplice mostra quella che 'libera' dai depositi dell'Archeologico di Napoli
circa sessanta tra opere e reperti, provenienti dalle città vesuviane
sepolte, poco o mai visti. Ma un progetto in progress di restituzione alla
collettività dei tesori che 'vivono' tra 'Sing Sing', (il celebre deposito
del sottotetto con sbarre simili a quelle di un carcere) e le Cavaiole,
spesso in viaggio per il mondo.

''L'Altro MANN è anche una straordinaria campionatura della parte
'rimanente' del nostro patrimonio museale, che vogliamo sia sempre più
valorizzata e condivisa non solo attraverso esposizione ma anche con la
ricerca scientifica, l'apporto del digitale, la creazione di open data -
spiega il direttore Paolo Giulierini - Il lavoro sui depositi in questi anni
è stato incessante e continua: a partire dal riordino e la messa in
sicurezza, anche in chiave antisismica. Il nostro obiettivo è la fruizione
pubblica più larga possibile, l'idea conclusiva è espandere gli stessi
depositi in altri luoghi della città". Dalle tre sale degli Affreschi
l'esposizione si allargherà a partire da settembre nella sala del Plastico.
Già visibili straordinarie suppellettili e arredi : c'è uno scaldaliquidi a
forma di cinta muraria, un tavolino pieghevole simile a quelli nelle case di
oggi, una cassaforte, candelabri, armi dei gladiatori, ornamenti ai quali si
aggiungeranno tessili , ori, commestibili. Il percorso, curatrici Laura
Forte e Marialucia Giacco, si apre con una serie di meraviglie: un cratere a
volute con corteo bacchico in marmo, un sgabello con maschere e motivi
vegetali. Adornavano gli ambienti esterni bocche di fontana bronzee con
pescatore e Amorino e oca ( della Fontana Piccola), con satiro che regge un
otre (Casa del centenario) e con Amorino e delfino; e ancora gli oscilla in
marmo (decorazioni sospese).
Tante le curiosità: da una pelvis (bacino per le abluzioni) proviene
l'applique bronzea di una giovane che si lava i capelli.


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