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The Broken Hearts Club Band LASSAMMO Fa’ DIO | Testi di Salvatore Di Giacomo
4th Oct 2024 8:30pm - 6th Oct 2024 10pm
British Summer Time
at Officine San Carlo
Stradone Vigliena, 23/A, Napoli, 80100
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4 Ottobre 20:30E-Ticket
5 Ottobre 20:30E-Ticket
6 Ottobre 19:00E-Ticket
Event Details
The Broken Hearts Club Band LASSAMMO Fa’ DIO Testi di Salvatore Di Giacomo
Regia di Cristina Donadio e Luca Trezza Musiche di Angelo Cioffi Costumi
di Giusi Giustino, con gli studenti dell'Officina di Scenografia
Assistenti: Davide Manganella e Roberta Bevilacqua Scene di Anna Nasone,
con gli studenti dell'Officina di Scenografia Assistenti: Giulio Carbone
e Genny Siesto
Con la partecipazione di Adriano Falivene E i Broken Hearts Actors di
Officine San Carlo
Abbiamo immaginato, partendo dalla poesia di Salvatore di Giacomo
“Lassamo fa’ Dio” di mettere in scena, come una partitura,
teatrale-musicale, le atmosfere ed i quadri di questa famosa lirica. I
quadri che si avvicenderanno saranno: – Introduzione- La discesa di
Salvatore e Pietro-La città ed il suo doppio- la carità- ‘A mappata- la
salita in Cielo- il Club dei cuori infranti e la tavuliata- o’
bbrinnese- Nonnanonna- Lassamo fa’ Dio.. Immaginiamo, dopo una scena
suggestiva di una rincorsa ad una farfalla ed un pianto di un neonato ,
un Narratore introdurci in questa storia: Ed eccoli lì’… Don Salvatore e
San Pietro contornati da quattro angeli, dialogare e decidere di
scendere per una Domenica di Pasqua sulla Terra, precisamente a Napoli.
Si preparano e poi scendono, cadono, viaggiano, come Ninetto Davoli e
Totò in uccellacci uccellini di Pasolini) verso la propria meta: Napoli.
Ed ecco sono a Piazza Dante. Dopo una prima entusiastica reazione alle
bellezze della Città ecco arrivare l’afflizione, la polvere sotto il
lenzuolo...quella che fa scorgere oltre il velo e fa vedere più a fondo:
Lo scenario dunque cambia, s’incupisce, si storpia…ecco apparire un
folla di sfregiati, di uomini\donne personaggi mmischiati\ infranti
–ognuno con la propria spina-spada a chiedere aiuto … denunciano una
ferita, una mancanza, la fame… ma di cosa? Ognuno ha un nome da urlare,
un amore… vuole togliersi la propria Spina nel cuore, ma non riescono a
dirla, la gesticolano goffamente, non si fanno capire, non hanno e sanno
gli strumenti, vogliono dirlo per non pensare, per allietare la propria
pena, proprio come solo l’arte può fare? Allora ecco cosa ci vuole… una
mano. Don Salvatore… dopo un’attesa, un pensiero su cosa poter fare per
aiutarli … alza la sua e puff …ecco scendere con gli angeli ai lati un
grande Lenzuolo (arte) sulla terra, li prende, li accoglie per un po’ e
li porta in un altrove, un non luogo- un Club? Si, un club, un altrove
in puro stile di Giacomo… alberi- e foglie di poesie e fronne , succhi
di limoni, acidi, vicoli, trombe, tavole, violini, viole, chitarre, Rose
di Maggio, animeranno questo luogo… un Teatro forse un cabaret…da
accendere da far vivere come l’insegna luminosa grande blu che lo
sovrasta come se attraverso questo potessero loro avere un po’ di bene e
ancora Tavolate di Cibo\fogli da scalciare e leggere, sopra cui danzare,
per dare sfogo al loro sfregio e forse addormentarsi? Darsi Pace? Un
personaggio cieco, si distaccherà da questo per ringraziare Don
Salvatore e Pietro che saranno rimasti a guardare, li ringrazierà e
chiederà di dargli il sonno o saranno loro a darglielo … prima della
fine della recita, anestetizzarsi per non vedere? Chiudersi? Rifugiarsi?
Dopo un brindisi il sonno insieme alla Morte arriveranno…per tutti …ma
solo una Donna scapperà
sotto lo sguardo attento di Salvatore e Pietro che… lasceranno
fare……lasciano fare… lassammo fa’ Dio… lei allora con coraggio correrà,
si butterà, cadendo da quel luogo come una farfalla …una palomma ‘e
notte…. In cerca di cosa? Vuole riscendere? Vuole solo volare? Oppure
stringere suo figlio tra le braccia? Suo figlio…che piange urla… La
donna intanto scende… scende… ci guarda …Cosa ha capito? Perché ci
guarda così? L’arte cosa le ha dato? Cosa le ha tolto? Come può aiutarla
sulla terra? L’intenzione tramite questa messa in scena, è quella di far
palpitare le parole e i temi dell’Autore, costruire un caleidoscopio, di
echi, suoni antichi, accenni di personaggi, frammenti di note rotte –
appassionate…che creeranno un pastiche struggente ed incandescente –
simultaneo-necessario, un po’ come il teatro che amiamo, fondendo musica
- gesto –parola-emozione. Patimenti d’amore, nomi urlati, attese ai
balconi per porsi una domanda sull’arte e sulla vita. Dov’è il paradiso?
L’arte puo’ aiutarci?. Sembra essere per noi, questo, come per la
compagnia che andrà formandosi, il migliore omaggio studio-all’ opera
\varia\visionaria di questo nostro artista\poeta, attento da sempre al
popolo, alle sue ferite, all’infrangersi\sfrangersi del cuore.
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