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Palazzo Donn’Anna: fascino e mistero del maestoso edificio a picco sul mare
Published: 18 Giugno 2020 09:51 Updated: 21 Giugno 2020 23:57 Author
Viviana Papilio
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Storia e leggende del suggestivo Palazzo Donn’Anna, emblema della Napoli
nobile e accidiosa, seducente e incompiuta
Ai piedi della collina di Posillipo, sullo spigolo di terra affacciato sul
golfo di Napoli, si erge solenne Palazzo Donn’Anna. Ubicato nell’omonimo
Largo, l’imponente e incompiuto fabbricato, dalla storia nebbiosa e
travagliata, è uno dei luoghi simbolo della città. Molti sono gli elementi
che concorrono a rivestire di fascino il grosso edificio: la sua
collocazione su tutti, adagiato nel più bell’arco di mare e calato nell’atmosfera
placida e accidiosa, licenziosa e seducente, nella quale si mimetizza e che
lo involge da secoli.
Cosa vedere, storia e leggende di Palazzo Donn’Anna
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Raccontare di Palazzo Donn’Anna equivale a mettere ordine nelle leggende,
nei racconti e nelle vicende, reali e favolose, che ancora oggi ravvivano il
mistero della sua origine.
L’equivoco sulla genesi del Palazzo deriva dalla confusione che il popolo
napoletano creò intorno al suo nome e a quello della sua effettiva
proprietaria, ingarbugliando i tempi, i personaggi, la storia. Per capire di
cosa stiamo parlando riavvolgeremo l’orologio del Tempo fino ad incrociare
le vicende di due nobildonne ricordate dalla memoria collettiva per il
vissuto eccentrico o i costumi disinibiti che gli vennero attribuiti.
La prima, la celebre Regina Giovanna II D’Angiò, visse nel Regno durante la
prima metà del 1400. Famosa per l’indomabile desiderio d’amore che la
spingeva a circuire giovani avvenenti con cui soleva trastullarsi, Giovanna
avrebbe cercato luoghi in cui compiere i suoi sollazzi segretamente, lontano
da occhi indiscreti che avrebbero tramato alle sue spalle e messo a
repentaglio la sua reputazione di regina.
Si dice che, tra i vari suoi possedimenti, uno degli “alberghi” da lei
prescelti per accogliere le notti di passione fosse proprio Palazzo Donn’Anna,
congeniale per le opportunità fornite dal doppio ingresso che avrebbe
garantito comode vie di fuga e l’anonimato agli avventori: una via d’accesso
dal mare con le barchette che potevano attraccare direttamente sullo
scoglio, una via d’accesso terrestre dalla discesa di Posillipo.
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All’epoca, in realtà, il Palazzo era di proprietà del nobile Dragonetto di
Bonifacio del Sedile di Portanova. Egli, sul piccolo promontorio, fece
edificare una struttura su un preesistente fabbricato detto La Sirena, già
con l’obiettivo di creare un luogo adibito agli svaghi e alle “delizie”
della nobiltà.
A seguito di svariati passaggi di mano, Palazzo Donn’Anna, durante il ‘600,
e quindi ben due secoli dopo le piccanti storie sulla regina Giovanna, fu
acquistato dalla famiglia Carafa di Stigliano diventando parte della
cospicua dote della duchessa Donna Anna Carafa che, a partire dal 1642,
commissionò al famoso architetto Cosimo Fanzago i lavori di restauro dell’intero
edificio.
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E’ a questo punto che fa il suo esordio la figura della seconda nobildonna,
Anna Carafa, proprietaria esclusiva del Palazzo a cui diede il suo stesso
nome, e che il popolo napoletano confuse con Giovanna, la regina cui
erroneamente soleva attribuire la residenza nobiliare.
Le vicende romanzesche che riguardano questo personaggio s’intrecciano con
storie di gelosie, feste, sfarzi, ed infine di morti e fantasmi.
Certamente frutto della feconda immaginazione del popolo napoletano, questi
racconti si alimentano nell’atmosfera che avvolge la struttura: un edificio
rimasto incompiuto e diroccato, dove le grosse finestre si spalancano come
occhi nella notte sull’oscuro mare, sospeso tra l’acqua e la collina, e dove
il frangersi delle onde pare risvegliare gli spiriti in pena degli amanti di
cui le dame, per motivi differenti, si disfecero.
Architettura di Palazzo Donn’Anna
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Il Palazzo risponde in parte agli stilemi del Barocco napoletano, secondo il
progetto che fu approntato dall’architetto Cosimo Fanzago e mai compiuto.
Oggi appare come una grossa rovina affacciata sul golfo, ricca di
suggestione e fascino. Si può ammirare il grande teatro che si apre a picco
sul mare, le imponenti aperture dalle quali irrompe il paesaggio napoletano,
le piccole cale di pertinenza e ad uso privato, e la sua poderosa, oltre che
porosa, facciata.
Passando di nicchia in arco, di terrazzo in salone, Palazzo Donn’Anna è come
un avamposto verso la città, parte integrante del grande corpo di Napoli,
perfettamente integrato in quell’anfratto di natura che addolcì e ammaliò
pensatori, artisti e scrittori di tutt’Europa.
Oggi Palazzo Donn’Anna, dopo aver rischiato di esser tramutato in albergo, è
stato suddiviso in diversi alloggi e appartiene a vari proprietari che lo
occupano con le rispettive abitazioni private.
Curiosità sul Palazzo e Matilde Serao
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Dei tanti miti legati a Palazzo Don’Anna famoso fu quello riportato dall’autorevole
voce napoletana, giornalista e cantastorie della città, Matilde Serao.
Nel suo “Leggende napoletane”, la Serao racconta un episodio verificatosi
durante una festa organizzata a Palazzo. Per l’occasione, la sprezzante
padrona di casa, Donna Anna Carafa, allestì un teatrino per una
rappresentazione alla quale presero parte alcuni suoi ospiti. Tra gli attori
vi era la nipote Donna Mercedes de las Torres che recitava nei panni della
schiava innamorata del suo padrone, a sua volta interpretato da Gaetano di
Casapesenna, compagno della duchessa.
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La messinscena si concluse con il consueto lieto fine e lo scambio del bacio
tra i due protagonisti, tra gli applausi e i lazzi degli astanti. Tuttavia
Donn’Anna riconobbe nel gesto del tenero tra i due ed esplose di
incontenibile gelosia. Ne derivarono giorni di ire e scontri fra le due che
culminarono nella improvvisa e misteriosa sparizione della giovane Mercedes.
Si volle far credere che ella si fosse rifugiata in convento, ma l’innamorato
Gaetano non cedette alle lusinghe della sua consorte, vagò per le Nazioni in
cerca della sua amata fino a trovare morte in battaglia. Si dice che i
fantasmi di tutti e tre appaiano sovente nei bassi del Palazzo ricomponendo
la folle danza d’amore e gelosia.
Dove: Posillipo Largo Donn’Anna, 80123 Napoli
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