L’isolotto di Gaiola a Napoli tra storia, mito, superstizioni…e portafortuna

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L’isolotto di Gaiola a Napoli tra storia, mito, superstizioni…e portafortuna

Pushed: 15 Aprile 2021 17:50 Updated: 24 Aprile 2021 20:02 Author Viviana
Papilio

Nel Golfo di Posillipo, tra la Baia di Trentaremi e il Borgo Marechiaro, si
sviluppa il Parco Sommerso di Gaiola dominato da due isolotti che danno nome
all’intera area. Ecco una guida sulle sue curiosità ed il dettaglio di come
arrivare alla Gaiola.

Napoli e il suo limpido mare non sono un concetto antico e dismesso. Nel suo
vasto Golfo, circoscritto dalla Punta Campanella a Sud e dal Monte di
Procida a nord-est, risiedono le ragioni della sua origine, suggestive
leggende e il fulcro sostanziale della sua bellezza. Bello e limpidissimo è,
infatti, lo spicchio di mare sulle sponde della collina di Posillipo: la
piccola e preziosa Baia che contiene i due isolotti denominati Gaiola.

Cos’è e cosa vedere del Parco Sommerso di Gaiola

Poche bracciate a nuoto separano gli isolotti di Gaiola dalla terraferma. Ma
non è stato sempre così. Con ogni probabilità essi facevano parte di un
unico banco tufaceo proteso verso il mare aperto, lungamente apprezzato e
sfruttato dagli antichi romani nel loro continuo oscillare tra ricerca della
bellezza e pragmatismo, tra ville d’otium e fabbriche.

Attualmente la Gaiola è composta da due isolotti collegati da un arco
sottile, che appare agli occhi di chi guarda come la porta più che ideale
verso il mare. Insieme al resto degli elementi naturali che la circondando,
compone un paesaggio dolce e ammaliante, un’oasi amena lontana e appartata
dalla città caotica che brulica a pochi chilometri.

Questo ritaglio di paradiso terrestre che si svela schiettamente ai
visitatori è solo il parziale patrimonio del sito. Esso si accoppia a quello
sommerso dalle acque e modellato dall’andirivieni delle maree per effetto
del fenomeno del bradisismo. La dualità della città di Napoli sulla
terraferma, dove tutto ciò che esiste al di sopra del suolo corrisponde al
suo doppio nel sottosuolo, si compie anche qui, nel Parco sommerso di
Gaiola.

La straordinaria Area Marina Protetta della Gaiola

Grotte, ninfei, resti archeologi e una composizione di flora e fauna
ragguardevoli, una moltitudine di specie biologiche e marine popolano l’intera
Area Marina Protetta girovagando inconsapevoli per le antiche e nobili
vestigia romane.

Data la complessità del sito sono numerose le attività e le visite guidate
che vengono proposte. Dagli itinerari sul Battello con fondo trasparente
allo snorkeling che vi permette di immergervi direttamente nella piccola
Atlantide partenopea, dalle Immersioni subacquee per chi ha il brevetto agli
itinerari via terra, fino agli itinerari integrati che sfamano in un solo
viaggio la voglia di conoscenza del sopra e del sotto.

E’ possibile visitare anche il centro di Ricerca che insiste sull’area e
grazie al quale si è proceduto al recupero del sito e alla sua conseguente
valorizzazione e divulgazione. Quello che è certo è che niente di questa
meravigliosa area marina e terrestre vi è precluso.

Curiosità: storia, magia…& neapolitan sound

Gli aneddoti sulla Gaiola sono così numerosi che non sarebbe difficile
smarrirsi tra una storia e l’altra mentre li si racconta. L’origine stessa
del nome non sembra riesca a mettere tutti d’accordo. Gajola deriverebbe dal
latino “cavea”, termine con il quale si indicavano cavità, recinti e grotte.
Tra l’altro nella sua forma dialettale in “caiola” e poi Gaiola, dovrebbe
stare ad indicare le numerose grotte che effettivamente sono visibili in
tutta la zona.

Ma Gajola in napoletano significa anche “gabbia”, traduzione che soddisfa
chi ritiene di riconoscere nella forma delle strutture poste sul piccolo
arcipelago delle gabbie. Infine per “cavea” i latini appellavano la parte
del teatro che accoglieva gli spettatori, esattamente come la maestosa cavea
da 2000 posti che insisteva nella collina scoscesa sita di fronte all’isolotto
e che era di proprietà del patrizio Publio Vedio Pollione (il Pausilypon).

La Gaiola è quanto di più prossimo al Paradiso in terra

I due grossi scogli di Gaiola sono stati teatro, nel corso di secoli, di
numerose vicende sfortunate a danno dei proprietari che se li sono passati
di mano in mano o dei loro familiari. L’elenco dei morti, dei suicidi, dei
disastri finanziari, dei naufragi, è lungo.

Ma oggi scegliamo di parlarvi della storia di Lucietta e del suo fantasma.
Durante il secolo scorso era in funzione una teleferica che collegava l’isolotto
maggiore alla terraferma. Erano gli anni Venti, il tedesco Hans Braun
possedeva l’isola e vi abitava fino al giorno in cui fu trovato avvolto in
un tappeto nella sua abitazione trapassato da un proiettile.

Sua moglie, qualche tempo dopo, fu vittima di una altrettanto drammatica
morte: cadde in mare per effetto del cedimento del filo della teleferica su
cui viaggiava. Annegò nelle acque della Gajola nelle quali vive ancora il
suo fantasma. I Posillipini raccontano che nei giorni di tempesta, tra il
rumore del mare e la pioggia insistente, si ode forte e chiaro il suo
lamento.

Ma lasciate da parte le suggestioni e la jella a cuor leggero. La Gaiola è
quanto di più prossimo al Paradiso in terra si possa trovare nel trambusto
di città e i napoletani lo sanno bene, è per questo che si riversano da
aprile a novembre sulla piccola spiaggetta libera per accaparrarsi un
posticino nella lunga estate napoletana. Per chi avesse ancora qualche
reticenza ci ha pensato il famoso e ignoto cantante Liberato a spiegare bene
il concetto con il suo amatissimo singolo “Gaiola portafortuna” e cioè a
ribaltare la tradizione trasformandola in un feticcio portafortuna e
traducendo in poche efficaci parole tutto il senso di pacificazione ed
estatica malìa che un luogo tanto bello è in grado di infondere, anche nei
cuori scugnizzi più irrequieti.

Informazioni e come arrivare al Parco della Gaiola di Napoli

In condizioni normali l’area marina protetta è visitabile la mattina tutti i
giorni ad esclusione del lunedì. Per arrivare alla Gaiola ed ai due accessi
sul mare è necessario percorrere nella sua interezza Discesa Gaiola (è una
strada a traffico limitato, quindi si consiglia di parcheggiare su via Tito
Lucrezio Caro). Discesa Gaiola è una strada in discesa di circa 1 km che
arriva poi ad una scalinata da percorrere fino alla spiaggia.

Prima della pandemia la spiaggia era liberamente accessibile mentre l’area
protetta, quella che ospita le isolette, era ad accesso limitato.
Verosimilmente, prima o poi ed in condizioni normali, si ritornerà a queste
modalità di visita. Per il momento gli accessi sono regolati dai gestori
dell’Area Marina Protetta.

• Orari: 10,00 – 14,00
• Giorni di apertura: tutti i giorni tranne il lunedì
• Dove: Discesa Gaiola (Scogliera Cala S.Basilio), 80123 – Napoli
• Prezzo biglietto: l’accesso alla Gaiola è gratis. Le attività e le visite
guidate e relativi costi sono indicate sul sito.
• Contatti e informazioni: sito ufficiale
https://www.areamarinaprotettagaiola.it/centro-visite ,Tel: 0812403235 –
in...@areamarinaprotettagaiola.it


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