Da:
https://www.eventiesagre.it/Eventi_Musicali/21102802_Concerti+D+estate+Di+Villa+Guariglia.html
Concerti D'estate Di Villa Guariglia
...in Tour - 26^ Edizione
Date:
Dal: 18/03/2023
Al: 18/03/2023
Dove:
Salerno
Fonte
Concerti d'estate di Villa Guariglia
Concerti D'estate Di Villa Guariglia
...in Tour - 26^ Edizione
Sabato 18 Marzo 2023 -
Salerno (SA)
SÉBASTIAN JACOT: LE VIE MAESTRE FLAUTO TRAVERSO
Il flautista svizzero, in duo con il pianista Raffaele Maisano si
esibirà sabato 18 marzo alle ore 20,30, nell’incantevole cornice della
Cappella Palatina nel Complesso monumentale di San Pietro a Corte,
ospite dei Concerti di Villa Guariglia in Tour e dell’Associazione
Afi-Falaut
Concerto evento, quello di sabato 18 marzo 2023, alle ore 20,30, ad
ingresso gratuito, nell’incantevole cornice della Cappella Palatina
nel Complesso monumentale di San Pietro a Corte, promosso dal CTA
Salerno aps in sinergia con l’Associazione AFI-Falaut, il Gruppo
Archeologico Salernitano e la Confraternita S. Stefano, la Fondazione
“Filiberto e Bianca Menna” e con il patrocinio morale del Comune di
Salerno farà da preludio ai due festival: la XXVI edizione dei
Concerti di Villa Guariglia in Tour che si terrà a luglio e il Falaut
Festival in programma a settembre con masterclass e workshop e un gran
galà al Teatro Verdi con la consegna del premio a Benoit Fromanger.
“Collaborare ad un progetto come "Concerti d'estate di Villa
Guariglia", così importante per il territorio e per la musica tutta,
non può che riempire di gioia l'organizzazione di Falaut – ha
dichiarato il Maestro Salvatore Lombardi - L'apertura culturale, la
rete composta da realtà della nostra terra, il paesaggio, le
eccellenze internazionali di Jacot e Maisano sono sostanza preziosa
per la costruzione condivisa nella bellezza. In particolare il mio
ringraziamento va al Cta, ad Acli Provinciali Salerno e al Gruppo
Archeologico Salernitano con cui ci auguriamo di tessere un dialogo
sempre più operativo nel futuro”.
Sarà un programma, quello proposto dal duo composto dal flautista
svizzero Sébastian Jacot e dal pianista Raffaele Maisano,
caratterizzato dalla ricerca esemplare di trasparenza del suono e per
quella tipica freschezza e spontaneità dell’invenzione melodica. Sullo
sfondo è sempre presente la raffinata sensibilità timbrica che rende
altamente comunicativi i messaggi musicali. In queste pagine vi è da
ammirare sia la semplicità aurea, di idee e forme liberamente
condotte, getti spontanei d’ispirazione e voli di fantasia, felici
ardimenti e in tutto e sempre una sicurezza indefettiva, in un
periodare amabilmente melodico. La serata principierà con l’esecuzione
della Sonate di Paul Hindemith, nei tempi, Heiter bewegt, Sehr
langsam, Sehr lebhaft, Marsch. Nel 1936, a Berlino, Hindemith compose
questa splendida pagina che faceva parte di una serie di sonate per
tutti gli strumenti orchestrali. Scrisse al suo editore: “Sarete
sorpresi di sapere che sto segnando l’intero strumento a fiato. Ho
sempre avuto l’intenzione di fare un’intera serie di questi pezzi. In
primo luogo, non c’è nulla di sensato per questi strumenti, ad
eccezione di alcuni pezzi classici, quindi non è da un punto di vista
commerciale attuale, ma a lungo termine vale la pena di arricchire
questa letteratura. E in secondo luogo, ora che mi sono interessato
così tanto alla musica per fiati, ho un grande desiderio di questi
pezzi”. Con questo, Hindemith aveva ovviamente toccato un punto
dolente nell’anima del flautista. In effetti, il repertorio dal primo
periodo classico in poi è abbastanza gestibile e una nuova fase della
musica per flauto era appena iniziata, soprattutto in Francia. Gustav
Scheck e Walter Gieseking dovevano presentare la sonata qui in
Germania, ma questo evento cadde vittima del regime dominante. La
prima ha avuto luogo durante il primo viaggio di Hindemith in America
nell’aprile 1937 da George Barrère (flauto) e Jesús Maria Sanromá
(pianoforte). La sonata in tre movimenti con la marcia finale, che
sembra quasi un quarto movimento, entrò immediatamente nel repertorio
standard dei flautisti, come tutte le altre sonate di Hindemith per
altri strumenti. Si passerà, quindi ad un’opera per flauto solo, la
Sonata Appassionata di Sigfrid Karg-Elert. Sono diverse le curiosità
degne di nota nella vita del musicista Sigfrid Karg-Elert, nato nel
1877 in un paesino dell’attuale Germania col nome di Siegfried Theodor
Karg, allievo di Edvard Grieg e successore di Max Reger nella cattedra
di quella materia al Conservatorio di Lipsia. Nell’opera di questo
compositore – certamente poco noto al grande pubblico – spicca
un’importante produzione per flauto: pare Karg-Elert fosse affascinato
dalle illimitate possibilità tecniche di questo strumento, così come
messo a punto nell’Ottocento da Theobald Böhm; fu anche grazie a lui
che il flauto scoprì l’inizio di una nuova fortunata stagione di
importanti composizioni. Tra queste, la Sonata Appassionata per flauto
solo ha sicuramente un posto di prim’ordine: uno straordinario e
lirico assolo di cinque minuti dai tratti tipicamente tardo-romantici,
ricco di slanci alternati a momenti meditativi. Composizioni destinate
al solo flauto, senza il basso continuo, sono piuttosto rare per il
Settecento e la particolare Sonata in la minore di Carl Philipp
Emanuel, il più dotato fra i figli di Bach, è un brano per il quale è
difficile trovare modelli o riferimenti: la Partita BWV 1013 del padre
risale agli anni Venti, lo stesso periodo della Sonata in do maggiore
e di gran parte della sua produzione per flauto ma, come la Sonata
bachiana, ricorda una suite barocca ridotta a quattro movimenti. Pochi
decenni più tardi Carl Philipp riprende la tonalità della Partita
paterna, ma produce un’opera davvero singolare nella forma e nello
stile: per quanto appartenga senz’altro al mondo dell’Empfindsamkeit,
la particolare sensibilità in cui si espresse principalmente C.Ph.E.
Bach, i suoi tre movimenti sono del tutto particolari, con sprazzi di
una qualità visionaria, quasi lunare, che porta lontano dal nostro,
pur variegato, immaginario sonoro del Settecento. Fu alla fine della
sua vita, intorno al 1957 che Francis Poulenc scrisse la meravigliosa
Sonata per flauto e pianoforte, divenuta immediatamente un classico
del repertorio. La sua naturalezza e bellezza quasi disarmante,
soprattutto nel lento movimento centrale, dimostra che il genio
risiede nella semplicità. Poulenc compose la sonata per conto della
Fondazione Coolidge e per il flautista Jean-Pierre Rampal, il quale
alla prima, dovette bissare il secondo movimento su richiesta del
pubblico. Anche se l’opera ha tutte le caratteristiche tipiche
francesi, è allo stesso tempo figlia del neobarocco e di conseguenza
semplice nella sua forma esteriore. La sonata è suddivisa in tre
movimenti: Allegro malinconico, Cantilena: Assez lent, Presto giocoso.
Il movimento d’apertura inizia con quattro caratteristiche biscrome
del flauto, spesso ripetute. L’idea tematica principale, dal carattere
pensoso, a volte interlocutorio, è contrastata da un dolce motivo
centrale. Il flauto è impegnato in un doppio staccato e in altri
passaggi molto difficili. Il secondo movimento, più lento e riservato,
è introdotto dal pianoforte, poi in eco alla ripresa del flauto. La
suggestiva melodia scorre tra i due strumenti quasi priva di
decorazioni; all’improvviso appare un episodio del flauto con note
alte e forti. Nel movimento finale, in prevalenza veloce e robusto,
accanto al frivolo tema principale, ritroviamo le melodie del primo
movimento e una brevissima citazione della Badinerie, tratta dalla
Suite per orchestra n. 2 di Johann Sebastian Bach. Finale dedicato a
Johann Sebastian Bach con la Sonata per flauto e basso BWV 1034, nei
tempi, Adagio ma non tanto, Allegro, Andante, Allegro, scritta in
tonalità di mi minore, una chiave allora considerata in generale più
pensierosa, profonda, triste e desolata. Eppure il suo Andante in sol
maggiore concede una qualche luminosità, quando il flauto si schiude
ad una melodia nobile, elegantemente figurata, sempre comunque con un
certo grado di austerità. In effetti, se teniamo conto
dell’affermazione di Quantz secondo cui il nuovo modello di strumento
in quattro pezzi (con una estensione che poteva spingersi anche nella
zona sovracuta con una maggiore capacità di brillantezza ed agilità)
sarebbe stato costruito intorno al 1720-1722, l’interesse di Bach
coinciderebbe proprio col periodo di diffusione del nuovo strumento in
considerazione anche del cambiamento della vecchia tecnica e della
scrittura flautistica. Caratteristica delle pagine bachiane, le lunghe
frasi senza soluzione di continuità, le frequenti modulazioni, le
scale e le successioni di arpeggi che portano anche sul flauto una
tecnica che trasmigrava dallo strumento a tastiera al violino, quindi,
al flauto e all’oboe, strumenti, questi ultimi due, più giovani e di
ancora scarna letteratura. Il cembalo obbligato inoltre accentua
strutturalmente il gioco delle parti in una concertazione serrata tra
i due strumenti, che realmente dialogano tra di loro come in forma di
concerto.
Sébastian Jacot Flauto
Sébastian è I flauto dei Berliner Philarmoniker e precedentemente
della prestigiosa Gewandhaus Orchestra di Lipsia. Artista unico nel
suo genere, è stato descritto dalla critica come una Rock Star del
flauto. Si afferma come uno dei flautisti più brillanti della sua
generazione vincendo primi premi ai concorsi più rinomati al mondo:
Kobe International Flute Competition 2013, Carl Nielsen International
Flute Competition 2014, ARD Munich 2015. Sébastian inizia un’ intensa
carriera solistica con Orchestre quali: Bayerische Rundfunk Symphony,
Munich Chamber, Orchestre de Chambre de Genève, Kansai Philharmonic,
Thai Philharmonic, Kobe City Chamber, Deutsche Staatsphilharmonie
Mannheim. La sua carriera orchestrale inizia nel 2006 quando vince il
posto di assistant principal flute alla Hong Kong Philharmonic, a soli
19 anni, e nel 2008 viene invitato dal M° Ozawa a far parte della
Saito Kinen Festival Orchestra in qualità di 1° flauto. Suona con
l’Ensemble Contrechamps, e allo stesso tempo si esibisce con orchestre
quali: Mozart (Abbado, Haitink), Mahler Chamber (Honeck) Munich
Chamber, Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Denève) Swedish Radio
Symphony (Harding) Rotterdam Philharmonic, NDR Elbphilarmonie, Mito
Chamber (Ozawa). Tiene inoltre masterclass in tutto il mondo. Anche se
il flauto occupa la maggior parte del suo tempo, Sébastian è un
artista a tutto tondo; è diplomato anche in Sax, è stato campione di
pattinaggio artistico, e per molti anni ha fatto anche l’acrobata;
tutto ciò con la convinzione che il corpo è la mente sono
assolutamente legati in qualsiasi forma artistica. Questo interesse
per musica e sport è condiviso nella sua famiglia: tutti i suoi
fratelli sono musicisti e acrobati e spesso si esibiscono insieme in
concerti e spettacoli che uniscono musica e movimento, l’ultimo dei
quali si è svolto a Ginevra, accompagnati dall’ Orchestre de Chambre
de Genève.
Raffaele Maisano
Allievo di Paolo Spagnolo, consegue il diploma con il massimo dei voti
e la lode al Conservatorio di Musica “S. Pietro a Majella” di Napoli.
Nello stesso Conservatorio si laurea in Discipline Musicali al Biennio
Accademico di Secondo Livello con il massimo dei voti e lode nella
classe del maestro Davide Costagliola. Nel 2001 è ammesso alla scuola
triennale di “Alto Perfezionamento” dell’Accademia Pianistica
“Incontri col Maestro” di Imola e frequenta i corsi dei maestri P.
Rattalino , G. Valentini e L. Margarius, e i master tenuti dai
pianisti A. Jasinski, M. Dalberto, M. Beroff, A. Lonquich. Nel 2005
ottiene, per esami, il relativo diploma del corso triennale.
Nello stesso 2005 consegue presso l’Università “Federico II” di Napoli
la laurea in Filosofia con tesi in Storia ed Estetica della Musica:
“L’interpretazione musicale” . Ha vinto primi premi in concorsi
pianistici nazionali ed internazionali. Ha tenuto concerti da solista,
con orchestra e in formazioni di musica da camera a Napoli ( Teatro
“San Carlo” ; “Sala Scarlatti” del Conservatorio di Musica “San Pietro
a Majella”), Salerno (“Teatro Verdi”), Teatra Politeama (Palermo),
Ravello (Auditorium “Oscar Niemeyer”), Caserta (“Teatro della
Reggia”), Salisburgo (“Salzburger Schloss Konzert”), Bruxelles
(“Festival Monteverdi”) e in altre città quali Ginevra, Rouen, Murcia,
Brescia, Osimo (Teatro “La Nuova Fenice”), Varese, Venezia, Milano
(Associazione musicale Dino Ciani), Vicenza, Stresa (Festival
Pianistico di Villa Francesca), Gorizia (GoriziaClassica), Chieti
(Auditorium del Museo Univeritario), Forli, Roma (“Sala della
Conciliazione””, Festival Pianistico Romano) ect.
E’ pianista ufficiale di tutte le attività musicali dell’Associazione
Flautistica Falaut (Falaut Campus, Falaut Festival, Concorso Severino
Gazzelloni). In collaborazione con le coreografe Annarita Pasculli ed
Adriana Borriello, ha ideato e composto musiche per coreografie di
danza contemporanea. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca
alle improvvisazioni. In duo con il pianista Mattia Mistrangelo ha
registrato un disco di improvvisazioni per due pianoforti su musiche
di J. S. Bach. E’ attivo come scrittore di testi inerenti l’estetica e
la psicologia della musica.