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AL MAV DI ERCOLANO LA MOSTRA FOTOGRAFICA “IL FORMIDABIL MONTE”
by Redazione Napolitan
Venerdì 3 dicembre, al MAV · Museo Archeologico Virtuale di Ercolano è stata
inaugurata la mostra fotografica Il formidabil monte, il Vesuvio nelle
fotografie dell’ARCHIVIO ALINARI
La mostra, a cura di Rita Scartoni e Vittorio Ragone, è prodotta dalla
Fondazione Cives/Mav di Ercolano con la Fondazione Alinari per la fotografia
e in collaborazione con la web-rivista Foglieviaggi, con il contributo della
Regione Campania e il supporto di Scabec. E’ il racconto del Vesuvio, Il
formidabil monte, e del suo territorio circostante attraverso gli scatti
fotografici d’autore, attinti dal grande giacimento di immagini e di storie
che sono oggi l’Archivio Alinari. Un percorso straordinario articolato in
due sezioni di ben 58 opere. La prima, Il Vesuvio – tra fotografia del Grand
Tour e sperimentazione, esplora per sintesi il panorama culturale di un’epoca,
l’elaborazione di modelli iconografici in un periodo di grande interesse e
richiesta di fotografie come souvenir di viaggio. La seconda, Eruzioni,
racconta l’altra faccia del Vesuvio, quella minacciosa e distruttiva, con
gli effetti devastanti della sua collera su cose e persone, attraverso un
tipo di fotografia che, sempre più alla portata di tutti, si pone obiettivi
di racconto, di documentazione di fatti e di emozioni.
Il progetto fa parte di Campania Cultura, il primo ecosistema digitale,
realizzato in Italia dalla Regione Campania, con la collaborazione della
SCABEC di cui una delle linee d’azione è il programma ARCCA – ARchitettura
della Conoscenza CAmpana, con l’obiettivo di riunire in una sola piattaforma
digitale tutto il patrimonio culturale regionale.
“Il Vesuvio rappresenta per la nostra regione il simbolo di un’area con la
concentrazione più alta al mondo di beni archeologici – ha ribadito, nell’introduzione
al Catalogo della mostra fotografica, Vincenzo De Luca, Presidente della
Regione Campania – nell’arco di una decina di chilometri tra Pompei,
Ercolano, Stabia, Boscoreale, Torre Annunziata, Portici, un patrimonio
inestimabile che racconta la storia del nostro territorio e di un’intera
civiltà. E il MAV di Ercolano, in questo contesto, con il suo spazio museale
unico e straordinario, che utilizza sapientemente la tecnologia virtuale e
digitale, si colloca perfettamente nel piano di digitalizzazione dell’ecosistema
della cultura in Campania su cui questa amministrazione è fortemente
impegnata – con un investimento di oltre 40 milioni di euro – per garantire
la conservazione e fruibilità del nostro immenso patrimonio attraverso
strumentazioni digitali d’avanguardia. L’investimento sulla catalogazione e
la fruizione multimediale dell’enorme tesoro di beni culturali e ambientali
della Campania è stata una scelta assunta con determinazione e slancio con
straordinari risultati già raggiunti. Continuiamo così: eventi come questo
rappresentano una ulteriore conferma che il percorso è quello giusto.”
“Raccontare il Vesuvio è forse il modo migliore per unire memoria e
futuro. – ha affermato Luigi Vicinanza, Presidente della Fondazione
CIVES/MAV di Ercolano – Il destino di una città, di una comunità si fonda
anche sulle suggestioni. Questa mostra me ne fa immaginare una che potrebbe
intestarsi il nome di “Vesuvio valley”. La nostra California. Cultura
umanistica e innovazione tecnologica fuse insieme per creare nuovi saperi e
per trasformare l’area metropolitana in un luogo di ricerca avanzata, con la
speranza e l’ambizione di sanare grossi divari. Nonostante gli effetti
devastanti provocati dalla pandemia di Covid 19, la produzione culturale
partenopea sta attraversando un momento particolarmente felice. Il successo
dei film e delle fiction ci fanno sognare Napoliwood. Ma è forse solo l’aspetto
più evidente dello stato di grazia di una ri-nascente industria del sapere.
La contaminazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana in
chiave napoletana è in grado di accompagnarci nella rivoluzione digitale con
spiccata originalità. La Regione Campania, grazie al suo presidente Vincenzo
De Luca, ha investito nel programma di digitalizzazione dei beni culturali.
È un impegno forse unico in Italia. La Fondazione CIVES e il MAV di Ercolano
sono dentro questo percorso di costruzione di nuovi linguaggi; il Museo
archeologico virtuale è oggi tra le strutture espositive più innovative nel
panorama nazionale. Dove la tecnologia ha un volto umano. E dove si
sviluppano continue forme di collaborazione con altre istituzioni culturali,
in questo caso con la prestigiosa Fondazione Alinari. Il futuro del passato.
All’ombra di quel Vesuvio dove tutto ha avuto inizio.”
Il Vesuvio nelle fotografie dell’Archivio Alinari
Quando nel 1852 i Fratelli Alinari aprirono il loro laboratorio fotografico
a Firenze, allora capitale del Granducato di Toscana, non avrebbero certo
immaginato che, a distanza di quasi 170 anni, sotto il loro nome si sarebbe
raccolta la memoria visiva di un Paese, allora ancora in via di
costituzione. Il loro contributo alla formazione della nostra cultura
visuale, al nostro modo di guardare ancora oggi il paesaggio e l’arte
italiani è stato importantissimo. Così come l’opera di diffusione al di
fuori dell’Italia del nostro patrimonio culturale, non solo attraverso la
vendita di soggetti a turisti e studiosi stranieri in visita alle nostre
città ma anche tramite una strutturata rete di agenti e corrispondenti all’estero.
Nel catalogo generale di vendita dello Stabilimento Alinari degli anni
1873-1887, la Campania e le città vesuviane compaiono con un considerevole
numero di soggetti, incrementati ampiamente sotto la guida di Vittorio
Alinari a partire dalla fine dell’Ottocento (con un servizio fotografico
alla sommità del Vesuvio proposto nel catalogo del 1907, completamente
dedicato alla Campania o napoletano) e ancora con campagne fotografiche sul
sito archeologico di Pompei negli anni trenta del Novecento .
Nel secolo scorso sono poi confluiti in Alinari gli archivi di altri
importanti fotografi attivi a Napoli come Chauffourier e Brogi (quest’ultimo
con una produzione particolarmente ampia di soggetti campani,
corrispondenti, alla fine dell’Ottocento, a quasi il 30 % dell’intero
catalogo generale) ai quali si sono via via aggiunte collezioni
fotografiche, le opere di atelier che contribuirono ad animare il clima
culturale di Napoli come quelli di Robert Rive, Alphonse Bernoud, Giorgio
Sommer, o album di fotografi amatoriali, spesso anonimi, che hanno
documentato le eruzioni e i loro effetti devastanti su cose e persone,
arrivando fino all’ultima eruzione del 1944. Un caso di particolare
interesse è poi offerto dall’archivio Giorgio Roster, fotografo scienziato
fiorentino che applicò la fotografia a vari campi di indagine scientifica.
Gli Alinari nel corso della loro imponente e strutturata attività di
riprese, affidata con la gestione di Vittorio ad una qualificata schiera di
operatori, hanno dato un’interpretazione professionale altissima del mezzo
fotografico, intendendolo sempre come strumento per diffondere e far
conoscere soggetti e contenuti che, replicabili, potevano viaggiare il mondo
e attraverso strade impreviste servire a sostanziare studi, ricordi, storie,
genesi creative.
A questa ‘regola aurea’ ci siamo ispirati nel tratteggiare il racconto sul
Formidabil monte.
L’Archivio Alinari da sempre è riletto e interpretato grazie al dialogo con
il contemporaneo. Per questo abbiamo scelto di chiudere il percorso con lo
sguardo di Massimo Sestini che, con i suoi servizi realizzati nel 2016 dagli
elicotteri della polizia di Stato, ha creato un nuovo modo di raccontare i
maestosi orizzonti italiani.