Migliaia di
persone, 15mila secondo gli organizzatori, hanno manifestato a
Roma insieme alla rete di associazioni, sindacati, centri
sociali e percettori di rdc, riuniti nella campagna ‘Ci
vuole un reddito‘, contro il decreto Lavoro del
governo Meloni e contro un esecutivo che ha “allargato
le maglie della precarietà, aumentando la possibilità
di fare contratti a tempo determinato e di utilizzare i voucher”.
Al contrario, la richiesta è quella di un ampliamento
del provvedimento smantellato dell’esecutivo e l’approvazione di
un salario minimo.
“Meloni la smetta
di accanirsi contro i più poveri, la sua è una guerra contro
di loro. La vergogna non è vivere da poveri, ma chi ci rende
tali sfruttandoci”, hanno rivendicato in corteo. In piazza
oltre 140 tra associazioni, movimenti e organizzazioni
sociali, da Nonna Roma alle Camere del lavoro autonomo
e precario (Clap), passando per Nidil Cgil, Cobas,
studenti e studentesse della Sapienza, Black Lives Matter e
non solo, che si sono scagliate contro le destre al governo
che “vogliono soltanto costringere ad accettare lavori da
sfruttamento e a più bassi salari”.
In corteo anche
gli studenti che nell’ultimo periodo hanno manifestato contro
il caro affitti: “Siamo qui perché diritto alla casa e diritto
al reddito sono temi interconnessi”. E ancora: “Siamo le donne
e gli uomini che ogni giorno portano avanti il Paese lavorando
nei bar e nei ristoranti, nei magazzini e nelle fabbriche, in
cambio di paghe da fame e nessun diritto. Siamo le
persone che questo governo fa sentire in colpa perché non sono
riuscite a trovare lavoro. Siamo quelli che non sanno come
fare a pagare l’affitto o gli studi con un’inflazione che
cresce e sussidi che si azzerano. Abbiamo risposto all’indegno
attacco del governo e la nostra mobilitazione non si ferma
qui”, è stato l’appello delle associazioni che hanno sfilato
per le strade della Capitale:
In piazza
insieme al corteo di ‘Ci vuole un reddito’ c’erano esponenti
di M5s, Partito democratico e Verdi-Sinistra: “Si
può ripartire da qui, dalla difesa del lavoro, importante che lo
si faccia contro un governo che manderà per strada migliaia di
persone considerata ‘
occupabili’, ma che lo saranno solo
per ‘astratto'”, ha rivendicato il segretario di Sinistra
italiana
Nicola Fratoianni. Mentre il capogruppo M5s alla
Camera,
Francesco Silvestri, ha aggiunto: “Siamo qui
come saremo in tante altre piazze, insieme, o a quelle singole
di partito (come quella lanciata da Conte per il 17 giugno,
ndr). Sui temi noi siamo pronti a dialogare e discutere”. Per il
Pd presenta una delegazione con la coordinatrice della
segreteria nazionale,
Marta Bonafoni, Cecilia D’Elia,
Susanna Camusso e il responsabile Welfare del partito,
Marco
Furfaro: “Innegabile che sul tema del lavoro il Pd abbia
fatto degli errori in passato”, ha sottolineato, ricordando la
stagione del
Jobs Act renziana. “Ma oggi siamo qui per
costruire insieme un’alternativa a questo esecutivo, il nostro è
un nuovo corso, non tradiremo questa fiducia”. Dalla rete di ‘
Ci
vuole un reddito’ c’è chi auspica però ora di “
vedere i
fatti“: “Siamo contenti che siano qui gran parte delle
opposizioni (tranne Azione-Italia Viva, ndr), ma ora facciano
opposizione in Aula per tentare di fermare il
Decreto Lavoro“,
spiega
Alberto Campailla, di Nonna Roma. Altri
avvertono: “Ci aspettiamo che le opposizioni si leghino ai
banchi: noi faremo opposizione al governo in piazza, ma la
faremo anche a chi non la farà in Parlamento”.