Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi
«Basta femminicidi, ci vogliamo vive e libere»: dietro a questo striscione oltre mille persone (in gran parte ragazze, ma non solo) hanno sfilato per le vie del centro storico di Padova per urlare tutta la loro rabbia per i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, le due 22enni di Messina e Roma brutalmente assassinate a coltellate rispettivamente da un compagno di studi universitario e dall'ex fidanzato, con quest'ultimo che ne ha poi chiuso il cadavere in una valigia gettata successivamente in un burrone.
Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi. Tanto toccante quanto fermo l'intervento iniziale, fatto dalle appartenenti a Non Una di Meno, associazione che ha organizzato la manifestazione: «Siamo stanche e arrabbiate: stanche di leggere e ascoltare narrazioni che puntano il dito verso le donne e commenti che colpevolizzano chi viene uccisa, la sua storia, le sue scelte. C'è un elemento comune in ciò che viene messo a giudizio: il desiderio di essere libere, libere di stare o non stare in una relazione. Nel giro di poche ore ci ritroviamo con due sorelle in meno: Sara Campanella e Ilaria Sula. Ogni volta che si perdono notizie di una donna ci ancoriamo alla speranza che sia stata una sua scelta, ma dentro di noi salgono la consapevolezza e la rabbia. Mentre le priorità del Governo sono verso il riarmo per la guerra, la sicurezza tramite zone rosse e repressione, le nuove linee guida scolastiche a protezione dell'identità nazionale e occidentale, noi abbiamo le nostre priorità: reddito, welfare, sostegno ai servizi di prevenzione della violenza di genere e ai centri antiviolenza, l'educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole, per promuovere consenso e rispetto nelle relazioni».
Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi
«Basta femminicidi, ci vogliamo vive e libere»: dietro a questo striscione oltre mille persone (in gran parte ragazze, ma non solo) hanno sfilato per le vie del centro storico di Padova per urlare tutta la loro rabbia per i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, le due 22enni di Messina e Roma brutalmente assassinate a coltellate rispettivamente da un compagno di studi universitario e dall'ex fidanzato, con quest'ultimo che ne ha poi chiuso il cadavere in una valigia gettata successivamente in un burrone.
Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi. Tanto toccante quanto fermo l'intervento iniziale, fatto dalle appartenenti a Non Una di Meno, associazione che ha organizzato la manifestazione: «Siamo stanche e arrabbiate: stanche di leggere e ascoltare narrazioni che puntano il dito verso le donne e commenti che colpevolizzano chi viene uccisa, la sua storia, le sue scelte. C'è un elemento comune in ciò che viene messo a giudizio: il desiderio di essere libere, libere di stare o non stare in una relazione. Nel giro di poche ore ci ritroviamo con due sorelle in meno: Sara Campanella e Ilaria Sula. Ogni volta che si perdono notizie di una donna ci ancoriamo alla speranza che sia stata una sua scelta, ma dentro di noi salgono la consapevolezza e la rabbia. Mentre le priorità del Governo sono verso il riarmo per la guerra, la sicurezza tramite zone rosse e repressione, le nuove linee guida scolastiche a protezione dell'identità nazionale e occidentale, noi abbiamo le nostre priorità: reddito, welfare, sostegno ai servizi di prevenzione della violenza di genere e ai centri antiviolenza, l'educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole, per promuovere consenso e rispetto nelle relazioni».
Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi
«Basta femminicidi, ci vogliamo vive e libere»: dietro a questo striscione oltre mille persone (in gran parte ragazze, ma non solo) hanno sfilato per le vie del centro storico di Padova per urlare tutta la loro rabbia per i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, le due 22enni di Messina e Roma brutalmente assassinate a coltellate rispettivamente da un compagno di studi universitario e dall'ex fidanzato, con quest'ultimo che ne ha poi chiuso il cadavere in una valigia gettata successivamente in un burrone.
Il lungo serpentone fucsia, partito da piazza Garibaldi, è transitato per le piazze delle Erbe e dei Frutti prima di fermarsi in piazza dei Signori per i discorsi conclusivi. Tanto toccante quanto fermo l'intervento iniziale, fatto dalle appartenenti a Non Una di Meno, associazione che ha organizzato la manifestazione: «Siamo stanche e arrabbiate: stanche di leggere e ascoltare narrazioni che puntano il dito verso le donne e commenti che colpevolizzano chi viene uccisa, la sua storia, le sue scelte. C'è un elemento comune in ciò che viene messo a giudizio: il desiderio di essere libere, libere di stare o non stare in una relazione. Nel giro di poche ore ci ritroviamo con due sorelle in meno: Sara Campanella e Ilaria Sula. Ogni volta che si perdono notizie di una donna ci ancoriamo alla speranza che sia stata una sua scelta, ma dentro di noi salgono la consapevolezza e la rabbia. Mentre le priorità del Governo sono verso il riarmo per la guerra, la sicurezza tramite zone rosse e repressione, le nuove linee guida scolastiche a protezione dell'identità nazionale e occidentale, noi abbiamo le nostre priorità: reddito, welfare, sostegno ai servizi di prevenzione della violenza di genere e ai centri antiviolenza, l'educazione affettiva e sessuale in tutte le scuole, per promuovere consenso e rispetto nelle relazioni».
https://www.padovaoggi.it/attualita/femminicidi-corteo-non-una-di-meno-padova-4-aprile-2025.html -- CESP - Centro Studi per la Scuola Pubblica - Veneto Ente Formatore riconosciuto dal MIUR (D.M. 869/2006 e D.M. 170/2016) Via Mons. Fortin, 44, PD mail: ce...@cesp-cobas-veneto.eu pec: ces...@pec.it sito: www.cesp-cobas-veneto.eu