Il Quadro comune di
riferimento europeo per la conoscenza delle lingue (QCER)
viene universalmente riconosciuto come indicatore delle
competenze linguistiche ed è suddiviso in 6 livelli che
vanno dal livello base A1 al livello massimo C2.
In particolare, un
candidato cui viene riconosciuto il livello C2 dovrà
essere in grado di affermare quanto segue
COMPRENSIONE ASCOLTO:
Non ho difficoltà a capire nessun tipo di conversazione,
sia in quelle dal vivo che nei discorsi trasmessi, anche
alla velocità di un madrelingua, purché abbia il tempo di
familiarizzare con l’accento.
COMPRENSIONE LETTURA:
Riesco leggere facilmente quasi tutte le forme di
linguaggio scritto, inclusi testi astratti strutturalmente
o linguisticamente complessi come manuali, articoli
specializzati e opere
INTERAZIONE ORALE:
Partecipo senza sforzo a qualsiasi conversazione o
dibattito e si conoscono bene i modi di dire, frasi fisse,
espressioni colloquiali e formali. Mi esprimo fluentemente
e trasmetto sottili sfumature di significato con
precisione. Se ho un problema, affronto la difficoltà in
modo così discreto che gli altri a malapena se ne
accorgono.
ESPRESSIONE ORALE:
Presento descrizioni o argomenti in modo chiaro e
scorrevole e in uno stile appropriato al contesto e con
una struttura logica ed efficace che aiuta l’ascoltatore a
notare e ricordare idee importanti.
ESPRESSIONE SCRITTA:
Riesco a scrivere testi molto chiari utilizzando uno stile
appropriato e buona padronanza grammaticale/lessicale.
Riesco a scrivere lettere, relazioni o articoli complessi
che presentano argomenti con una struttura logica ed
efficace che aiuta l’ascoltatore a notare e ricordare idee
importanti. Scrivo riassunti e recensioni di opere
professionali o letterarie.
E’ evidente che ad una
certificazione C2 corrisponda un livello linguistico molto
alto e non si sbaglia sostenendo che molti madrelingua
stessi non possano affermare di avere delle competenze
linguistiche così elevate. Eppure, dall’analisi delle
domande di inserimento nelle GPS che si stanno ultimando
in questi giorni si evince che gran parte dei candidati
(laureati e diplomati) è in possesso di una certificazione
linguistica di livello C2 spesso addirittura per 2 lingue
diverse.
E non solo, accanto a
queste certificazioni linguistiche fioccano quelle
informatiche e molti presentano una certificazione che
attesta le loro competenze CLIL per l’insegnamento di una
materia non linguistica in lingua straniera. Per non
contare di una serie infinita di Master che però, con
l’abrogazione dei 24 CFU, ormai sono fuori moda.
Sulla base di tutte
queste certificazioni dovremmo poter esser fieri di poter
affermare che i nostri supplenti siano i migliori del
mondo in quanto tutti poliglotti, con una competenza
digitale superiore e didatticamente all’avanguardia. Ma
sorge forte il dubbio che la situazione non sia così
rosea.
Ormai il mercato dei
titoli sta diventando sempre più fiorente con un’offerta
in grado di soddisfare qualsivoglia domanda da parte di un
inesauribile numero di aspiranti docenti che si vede
costretto a sborsare migliaia di euro per poter sperare di
racimolare quel punticino in più che gli consenta di poter
salire di qualche posizione in graduatoria. D’altra parte,
questa speranza viene spesso infranta di fronte al fatto
che quasi tutti ormai seguono la strada dell’acquisizione
dei titoli aggiuntivi congelando, di fatto, la graduatoria
stessa.
Ovviamente chi ci
guadagna maggiormente di questa situazione, speculando
sulla speranza di aspiranti docenti che vengono visti come
un bancomat da cui attingere sempre più denaro, è la
miriade di enti formativi telematici che, in cambio di una
quota di iscrizione, garantiscono, a prescindere,
l’acquisizione di qualsivoglia titolo.
D’altra parte, fare
soldi è il loro mestiere, quindi non li si può biasimare
più di tanto se hanno fiutato il business dei titoli per
arricchirsi.
Il vero colpevole di
questo andamento è ancora una volta il Ministero che non è
in grado di effettuare quei controlli di qualità
indispensabili e doverosi nei confronti dei vari pseudo
enti certificatori che oggi possono impunemente elargire
certificati legali di qualunque tipo con risultati
deleteri per l’intero mondo scolastico.