Karaj,
Vi trovos
sube la tekston de la 2-a kongresa komuniko sendota post kelkaj tagoj al la
itala gazetaro. Ĝi estas iom pli longa ol la 1-a, sed sekvas la samajn
principojn. En la titolo aperas la
vorto “Torino”, ĉar la urbo estas moda nunjare, kaj la teksto tuj
kunligiĝas al “alpini” kaj “bersaglieri” ĉar ambaŭ estas popularaj nocioj.
Same kiel antaŭe, mi afable sugestas al vi
plusendi la suban tekston al kia ajn loka gazet(et)o, kiom ajn malgranda ĝi
estu, asocia bulteno, informilo,
studenta periodaĵo, fakrevueto aŭ simile, de vi konata en via vivmedio;
laŭbezone, modifu/kompletigu la enhavon. Dankon
GCF
(ek de lundo mi restados en Herzberg, la Esperanto-urbo, dum tri semajnoj)
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(Comunicato. Preghiera di pubblicazione)
A TORINO SI PARLA ESPERANTO
Dopo gli alpini e i bersaglieri, a
Torino arriva l’esperanto. Infatti, nell’ambito dei
festeggiamenti per il 150°
anniversario dell’unità nazionale, circa 400 delegati
italiani e numerosi
osservatori stranieri provenienti da molti Paesi, fra cui la
Russia, l’India e
il Brasile, si riuniranno nella prima capitale d’Italia in occasione
del 78°
congresso della Federazione Esperantista Italiana (20-26/8).
La Commissione Europea contribuirà
al congresso attraverso il suo Programma
Grundtig col seminario “E adesso
facciamo gli europei”.
Il presidente del congresso, prof.
F.A. Pennacchietti (professore emerito
dell’Università di Torino), ha
dichiarato: “La lingua neutrale esperanto, ormai
diffusa in tutto il mondo,
supera in semplicità l’inglese. Il suo uso a livello
internazionale è un
antidoto al predominio attuale di una lingua sulle altre e
difende
l’uguaglianza di tutti gli idiomi e culture del mondo contro ogni
discriminazione, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite (San Francisco,
1945. Art. 1. 3). Dopo il latino, il francese e l’inglese, l’avvenire della comunicazione
globale appartiene all’esperanto”.
(G.
C. Fighiera, addetto stampa)