JFK: queste parole hanno armato i suoi assassini

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tommy

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Oct 17, 2010, 7:14:58 PM10/17/10
to HogWorks
«La parola segretezza è in sé ripugnante in una società libera e
aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società
segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso
molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e
dall'occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello
che invece saremmo disposti a giustificare. Non c'è ragione di opporsi
al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E
non c'è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra nazione se
le nostre tradizioni non sopravvivono con essa.

Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le
pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di
chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e
dell'occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E
nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o
basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie
parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il
dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico
i fatti che meritano di conoscere.

Chiedo però a ogni editore, a ogni direttore e a ogni giornalista
della nazione di riesaminare i suoi stessi parametri e di riconoscere
la natura del pericolo che corre il nostro Paese. Solitamente, in
tempo di guerra, il governo e la stampa si sono uniti nel tentativo,
basato principalmente sull'autodisciplina, di impedire divulgazioni
non autorizzate al nemico. In tempo di chiaro ed effettivo pericolo i
tribunali hanno confermato che persino i diritti garantiti dal Primo
Emendamento debbano sottomettersi alla necessità pubblica di sicurezza
nazionale.

Oggi non è stata dichiarata alcuna guerra e, per quanto violento possa
essere lo scontro, potrebbe non essere mai dichiarato nel modo
tradizionale. La nostra qualità della vita è in pericolo. I nostri
nemici dichiarati proliferano in tutto il globo. La sopravvivenza dei
nostri amici è in pericolo. Tuttavia, non è stata dichiarata alcuna
guerra, nessun esercito ha oltrepassato un confine, nessun missile è
stato lanciato. Se la stampa aspetta una dichiarazione di guerra prima
di imporsi l'autodisciplina delle condizioni di guerra, posso solo
dire che nessuna guerra ha mai rappresentato una minaccia più grande
alla nostra sicurezza. Se state aspettando un reale ed effettivo
pericolo, posso solo dire che il pericolo non è mai stato più reale e
la sua presenza non è mai stata più incombente.

È necessario un cambiamento di punto di vista, di tattiche, di
finalità da parte del governo, della gente, di ogni uomo d'affari o
leader sindacale e di ogni giornale.

Poiché siamo osteggiati in tutto il mondo da una cospirazione
monolitica e spietata che si avvale principalmente di mezzi occulti
per espandere la propria sfera di influenza attraverso l'infiltrazione
piuttosto che l'invasione, la sovversione piuttosto che le elezioni,
l'intimidazione piuttosto che la libera scelta, la guerriglia notturna
piuttosto degli eserciti diurni. È un sistema che ha investito molte
risorse umane e molti materiali nella costituzione di una macchina
efficientissima e perfettamente oliata che combina operazioni
militari, diplomatiche, d'intelligence, economiche, scientifiche e
politiche.

I suoi preparativi non vengono resi pubblici, ma occultati. Ai suoi
errori non vengono dedicati i titoli di testa, ma vengono nascosti. I
dissidenti non sono elogiati, ma messi a tacere. Nessuna spesa viene
messa in questione, nessuna indiscrezione pubblicata, nessun segreto
svelato. In poche parole, la Guerra Fredda viene portata avanti con
una disciplina di guerra che nessuna democrazia si augurerebbe o
desidererebbe mai di eguagliare. Ciò nonostante, ogni democrazia
riconosce le restrizioni necessarie alla sicurezza nazionale e resta
da stabilire se tali limitazioni debbano essere osservate più
rigorosamente nel caso di un attacco di questo tipo, come anche di una
reale invasione e forse non ci sono consigli da dare.

Forse non c'è risposta al dilemma che una società libera e aperta deve
affrontare in una guerra fredda e segreta. In tempo di pace, qualsiasi
discussione a riguardo e ogni conseguenza, sono dolorose e senza
precedenti. Ma questo è un epoca di pace e di pericolo che non ha
precedenti nella storia. È dalla natura senza precedenti di questa
sfida che nasce il vostro secondo obbligo, un obbligo che condivido. È
nostro obbligo informare e mettere in guardia il popolo americano per
essere certi che conosca e comprenda tutti i fatti che deve sapere: i
pericoli, le prospettive, le finalità del nostro programma e le scelte
da affrontare...

Ai vostri giornali non chiedo di sostenere l'Amministrazione, chiedo
invece il vostro aiuto nel fondamentale compito di informare e mettere
in guardia il popolo americano.

Nutro infatti un assoluta fiducia nella risposta e nella fedeltà dei
nostri cittadini a condizione che siano completamente informati. Non
solo non potrei soffocare le voci di dissenso fra i vostri lettori, le
auspico. Questa Amministrazione vuole essere trasparente nei propri
errori, perché, come disse un saggio: «Un errore non diventa madornale
finché non rifiuti di correggerlo». Vogliamo assumerci la piena
responsabilità dei nostri errori e auspichiamo che voi li indichiate
quando manchiamo noi di farlo. Senza dibattito, senza critica, nessuna
Amministrazione e nessun Paese può avere successo come nessuna
repubblica può sopravvivere.

È questo il motivo per cui il legislatore ateniese Solone definì un
crimine per ogni cittadino rifuggire dal dibattito. Ed è questo il
motivo per cui la nostra stampa era protetta dal Primo Emendamento
l'unica attività in America specificamente protetta dalla
Costituzione, che non serve per divertire e intrattenere, per
enfatizzare il triviale e il sentimentale, o semplicemente per dare al
pubblico ciò che vuole, ma per informare, risvegliare, per riflettere,
riconoscere i nostri pericoli e le nostre opportunità, segnalare le
nostre difficoltà e le nostre scelte, per guidare, plasmare, istruire
e a volte persino per fare infuriare l'opinione pubblica.

Questo significa maggiore attenzione e maggiore analisi delle notizie
internazionali,perché non c'è più nulla di lontano ed estraneo, ma
tutto è vicino e ci riguarda.

Significa fare più attenzione al capire le notizie e al perfezionarne
la divulgazione. E significa che il governo, ad ogni livello, deve
onorare il proprio dovere di fornire più informazioni possibili al di
fuori dei più stretti limiti della sicurezza nazionale, e questo
intendiamo farlo. All inizio del Diciassettesimo Secolo Francis Bacon
commentò tre recenti invenzioni che stavano cambiando il mondo: la
bussola, la polvere da sparo e la stampa. Ora che i legami tra le
nazioni tracciati all inizio dalla bussola ci hanno resi tutti
cittadini del mondo, le speranze e le minacce del singolo sono
diventate le speranze e le minacce di tutti noi.

I tentativi di vivere insieme, l'evoluzione della polvere da sparo
fino agli estremi ha messo in guardia l'umanità sulle terribili
conseguenze di un fallimento. Ed è quindi alla stampa, biografa delle
imprese dell'uomo, custode della sua coscienza, foriera delle sue
notizie, che ci rivolgiamo per avere forza e sostegno, fiduciosi che
con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò per cui è nato: libero e
indipendente».
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