In questo senso, i veri fantasmi sono quelli che emergono dal deserto della nostra vita. Una vita che mira esclusivamente a saccheggiare, distruggere, nullificare. La verità stessa è un fantasma, una memoria errabonda che ci perseguita e che, secondo Carpenter, non possiamo più fingere di non vedere.
Difficile trovare qualcosa di veramente originale in questo Fantasmi da marte: temi, ambientazioni, atmosfere non sono altro che una contaminazione di idee già viste in molti altri film. Non che John Carpenter abbia bisogno di un plot originale per fare di un film un cult, ma mancando sia la tensione che la sottile ironia che solitamente caratterizzano i suoi film, forse un pizzico di novità in più avrebbe potuto salvare questo film dal limbo dei presto dimenticati.
Ma dirigere un film che potesse contenere un minimo di profondità non era proprio nelle intenzioni del regista, è evidente fin dall'inizio che il suo scopo fosse quello di creare un B-Movie a tutti gli effetti, con molta azione, poco cervello e tanto splatter.