Bozza di volantino da distribuire a Roma il 15

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Francesco Santoianni

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Dec 9, 2012, 2:51:34 PM12/9/12
to giu-le-mani...@googlegroups.com
Carissimi
Abbiamo letto la mail che comunica che la Rete Non War dell’Italia
indice, per il 12 (tra soli tre giorni), manifestazioni in tutta
Italia e una settimana di mobilitazione internazionale a sostegno di
“una soluzione negoziale che fermi subito la distruzione della Siria e
restituisca al popolo siriano la sua sovranità e la possibilità di
decidere del suo futuro senza ingerenze.”
In realtà, per un innegabile difetto di comunicazione, non eravamo
informati della cosa che, immaginiamo, sia stata decisa e programmata
la settimana che ci lasciamo alle spalle. In ogni caso, c'è qualche
perplessità, visto che domenica prossima c'è una importante riunione e
forse sarebbe stato il caso di aspettarne gli esiti (Marinella dice
di aver accennato alla Rete dei Comunisti e Stefania sostiene che
non è tempo di fare poesia) prima di lanciare questa iniziativa.
D'accordo, c'è una situazione che sembra precipitare di giorno in
giorno, ma dalla mail ricevuta non si capisce chi sulla Siria
dovrebbe negoziare.
Carissimi
Ci rendiamo conto che l’aggravarsi della aggressione alla Siria
suscita l’esigenza di fare qualcosa subito ma considerando l’esiguità
delle nostre forze ci sembra il caso di coordinarci e di discutere
(anche brevemente via mail, visto che le nostre ristrette finanze non
ci permettono molto altro) prima di lanciarci in iniziative che
rischiano di essere mere testimonianze senza nessun impatto mediatico
o politico. La riunione del 16 a Roma deve essere un passo in questo
senso.
Nel frattempo c’è l’”Assemblea Nazionale per l’Agenda Monti “ che si
terrà il 15 a Roma al Centro Congressi Cavour. È per noi un
appuntamento IMPORTANTISSIMO in quanto lì si riuniranno i compagni che
sono oggi il nostro principale referente politico per cominciare a
costruire un movimento contro la guerra alla Siria e insieme a quali
abbiamo sfilato con il nostro (apprezzato) striscione NO alle
politiche imperialiste del Governo Monti – Giù le mani dalla Siria”.
È quindi importantissimo (anche capitalizzando i buoni rapporti che
abbiamo con la Rete dei Comunisti) che qualcuno di noi – ad esempio
Marinella che è la nostra compagna più conosciuta – faccia un
intervento all'assemblea.
Tra l’altro, in allegato a questa mail c’è la bozza di un volantino
che potrebbe essere diffuso dai compagni di Roma (noi non potremmo
esserci) davanti al Centro congressi.

Con affetto
Lina Miele
Francesco Santoianni



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Monti e la Siria: vogliamo parlarne?

Gli ultimi sviluppi della guerra dell’Occidente e delle Petromonarchie
alla Siria (sofisticati armamenti consegnati ai “ribelli”,
dispiegamento di missili Patriot in Turchia, invio - ormai alla luce
del sole - di “istruttori militari”....) e la recente, agghiacciante,
dichiarazione di Napolitano al Consiglio supremo della Difesa
(l’Italia è pronta per nuove missioni di pace”) pongono i compagni e
le organizzazioni, che promettevano il loro impegno qualora si fosse
manifestato un “attacco esterno” alla Siria, di fronte a precise
scelte.
Una è continuare a far finta che in Siria sia in corso un’altra
“primavera araba”, per sostenere la quale la principale (e l’unica)
cosa da fare è abbaiare – insieme al Governo Monti, i suoi partiti e i
suoi mass media – contro il “regime di Assad”, additando nel contempo
come “rossobruni” coloro che non si uniscono al coro; un’altra è
aderire ad uno dei tanti ineffabili appelli che si limitano ad
invocare per la Siria una generica “fine delle violenze” e/o “l’invio
di una delegazione internazionale composta da personalità di alto
livello allo scopo di discutere con i principali attori politici per
aprire la strada a una soluzione politica del conflitto armato”;
l’altra è mobilitarsi contro il Governo Monti anche per quello che sta
facendo alla Siria.
Una scelta quest’ultima, ancora oggi, fatta da pochissimi compagni.
Eppure il Governo Monti ha dapprima rotto le relazioni diplomatiche
con Damasco, poi comminato sanzioni (anche per alimenti e
apparecchiature medicali!), poi riconosciuto ufficialmente i “ribelli”
(prima quelli del CNS ora quelli della Coalizione) quali “legittimi
rappresentanti del popolo siriano”, poi – seguendo lo stesso copione
della guerra alla Libia – ha inviato, più o meno nascostamente, soldi,
armi e mercenari (come i quattro arrestati ad agosto alla frontiera
con il Libano), poi ha negato il visto di ingresso a parlamentari
siriani venuti ad incontrare loro colleghi italiani, poi ha
spalleggiato la Turchia nelle sue provocazioni....
E tutto questo mentre notizie di “armi di distruzioni di massa” in
mano ad Assad e di “bombardamenti indiscriminati sulla popolazione”
continuano ad inondare i nostri mass media. Quasi a sottacere le ormai
centinaia di autobombe fatte esplodere (nei mercati, nelle strade,
davanti gli ospedali...) dai “ribelli”; le migliaia di civili inermi
assassinati dai “ribelli” per non essersi schierati contro Assad; le
centinaia di migliaia di profughi che scappano dalla guerra e dalla
pulizia etnica e religiosa imposta dai “ribelli”.
Eppure la denuncia di questo massacro, ordito anche dal Governo Monti,
ha trovato poco spazio in manifestazioni come Il NoMontiDay del 27
ottobre, nonostante l’invito rivolto dalla Rete NoWar.
Sarebbe più che mai opportuno uscire da ambiguità, resistenze e
reticenze – sostanzialmente, le stesse di quelle che, un anno fa,
hanno impedito il nascere di un movimento di massa contro la guerra
alla Libia - che trovano il loro essere nella illusione che, in un
modo o nell’altro, la distruzione di uno “stato canaglia”, pur se per
mano dell’Occidente, può sprigionare un movimento di massa, un’altra
“primavera araba”. La sorte toccata alla Libia è sotto gli occhi di
tutti.
E sono stati proprio gli orrori della Libia (e dell’Iraq, e
dell’Afghanistan...) a cementare, purtroppo, la stragrande maggioranza
della popolazione siriana in oceaniche manifestazioni pro Assad. Non a
caso per la Siria, il copione imposto dall’Occidente, si è
concretizzato subito, (già dal marzo 2011) in assalti militari
condotti da mercenari; un ininterrotto crudele stillicidio di
attentati, esecuzioni, assalti.... mirante a far collassare la Siria.
Altro che “manifestanti, a mani nude, repressi dal regime” idolatrati,
in Italia, in qualche manifestazione.
Fermiamo la guerra di Monti alla Siria.
Se ci riuscissimo, acquisiremmo nei riguardi del popolo siriano quella
credibilità indispensabile per fortificare le istanze di democrazia
che hanno animato le vere “primavere arabe”. Se, invece, non facciamo
nulla, se fingiamo che la Siria - come ieri la Libia - non esista, la
prossima vittima sacrificale sarà l’Iran e poi la Bielorussia, e poi
il Venezuela e poi Cuba... E forse, l’intero pianeta, con una nuova
guerra mondiale.
Fermiamo la guerra di Monti alla Siria.
Una guerra di aggressione che è doppiamente funzionale, all'apparato
industriale e militare, alla rapina di risorse e a creare intorno a
questa un sistema di consenso funzionale alla democrazia delle bombe.
Fermiamo la guerra di Monti alla Siria.
P.S. Ovviamente “Monti” o “Bersani”, la cosa non cambia.


Rete No War www.sibialiria.org
volantino per assemblea No Monti del 15.doc
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