Soldato Jane (G.I. Jane) un film statunitense del 1997, diretto da Ridley Scott[1]. Il soggetto, incentrato sulla questione del sessismo nelle forze armate, ha anticipato ci che negli Stati Uniti effettivamente avvenuto solo nel 2017, quando il capitano Kristen Griest, gi diplomata alla Ranger School, stata ammessa - prima donna in assoluto - al corso di addestramento nelle forze speciali della US NAVY[2][3].
Un comitato per i servizi armati del Senato intervista un candidato per la carica di segretario alla Marina e la senatrice del Texas Lillian DeHaven decide di usare un doppio standard per il programma Navy SEAL delle squadre di ricognizione combinata. Questa decisione comporta la selezione di una pioniera tra le tante candidate.
Viene scelta Jordan O'Neill, tenente della Marina, analista topografica che lavora alla N.I.C. (Naval Intelligence Centre). L'addestramento comporta tre mesi devastanti sotto il comandante istruttore capo John James Urgayle. Essendo una donna viene agevolata negli esercizi, ha una camera singola e tutti sono scettici e prevenuti nei suoi confronti, ma Jordan si ribella, radendosi a zero la testa. La perdita dei suoi capelli simboleggia l'inizio di una nuova vita, quella del soldato Jane, che si integra con il gruppo e risulta migliore di molti altri uomini.
I test attitudinali sarebbero dovuti essere riservati, invece la stampa ne viene a conoscenza rendendo Jordan un manifesto dei diritti delle donne, chiamandola "Soldato Jane". A questo si aggiungono maldicenze a sfondo sessuale che la costringeranno ad abbandonare l'addestramento. Jordan si batter, anche contro la senatrice, e riuscir a cambiare la politica delle donne nel combattimento dimostrando che il "gentil sesso" non vale meno degli uomini. Sar cos inviata in missione in combattimento.
Il film in s e l'interpretazione della Moore sono stati apprezzati da alcuni critici, tra cui Jack Kroll [4] e Roger Ebert[5]sebbene l'attrice abbia ottenuto il Razzie Award alla peggior attrice protagonista per il 1997[6] e non siano mancate pesanti stroncature: "La storia raccontata dal punto di vista del delirio masochista della protagonista (Demi Moore, che fa parte anche delle figure produttrici), ma difficilmente il buon senso di uno spettatore non perverso pu condividere una battaglia per i diritti civili cos idiota. Il succo in una battuta che la Moore con i capelli rasati alla Giovanna d'Arco sul rogo rivolge al sadico addestratore: Istruttore capo, succhiami il c [...]! D'altra parte "R. Scott arranca come un regista pubblicitario suonato"[7].
Anche Paolo Mereghetti non apprezz la pellicola, dando al film una stella su quattro e definendolo "un rivoltante e puerile spot guerrafondaio, rimasto fermo ai modelli alla Top Gun"[8] "Demi Moore con la pelata alla Bruce Willis, si comporta e parla come un marinaio ubriaco". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 19 novembre 2001). "Cautamente, il film molto ripetitivo, ma non noioso, non prevede pesanti molestie sessuali, appena qualche battuta volgare contro la donna invadente troppo brava: e presto tra le grida, le sopraffazioni, le mortificazioni dell'addestramento, quasi ci si dimentica che uno dei vessati femmina. Demi Moore, anche co-produttrice del film, fisicamente ammirevole: recita benissimo, piegamenti, ginnastiche per rafforzare la muscolatura, corse, sforzi d'ogni genere, fatiche molto pesanti e una mascolinit coatta. Peccato sia arrivata in ritardo di qualche mese col sacrificio supremo di privarsi dei capelli: rasarsi la testa che poteva risultare un atto altamente simbolico di rinuncia alla femminilit come in passato era nel caso delle monache, oppure di separazione dal mondo come era nel caso delle ergastolane, adesso soltanto una moda, adottata in tutto il mondo da tante ragazze." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 2 ottobre 1997).
"Di Demi Moore si pu dire che, per quanto assurda sia la storia, molto pi a suo agio qui che nel ruolo della mammina spogliarellista di Striptease. Il sadico che pi sadico non si pu Viggo Mortensen che per, ovviamente lo fa per la causa, perch un animo delicato che legge Coetzee e ama la poesia tanto che come segno di conquistato rispetto regala alla soldatessa Jane una copia molto letta e sottolineata delle poesie di Lawrence" (Irene Bignardi, 'La Repubblica', 4 ottobre 1997).
A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari, il film ne incass circa 97 milioni in tutto il mondo (di cui solo 48 milioni negli Stati Uniti), venendo perci definito come un fiasco dal punto di vista commerciale.
Un quarto di tutti gli incarichi delle forze armate americane precluso alle donne: per questo motivo la senatrice DeHaven (Anne Bancroft) decide di sponsorizzare l'inserimento di una donna soldato nel durissimo programma di formazione dei SEAL della Marina. La scelta ricade sul tenente Jordan O'Neill (Demi Moore) che dovr affrontare un massacrante addestramento e fronteggiare un sadico e feroce capo istruttore (Viggo Mortensen). Nonostante le difficolt, O'Neill riuscir a sconfiggere dubbi e pregiudizi e verr spedita in missione di combattimento.
Nato come un tentativo di rivendicare la parit di genere anche in ambito militare, il film in realt un grossolano, e nemmeno troppo inconsapevole, prodotto di propaganda a favore delle forze armate. Il sadismo, il cameratismo becero, le prevaricazioni, la violenza e perfino i capelli rasati a zero diventano parte integrante del modo d'essere di Jordan che, invece che combattere i soprusi e rivendicare la propria dignit, li accetta quali inevitabili step del suo processo di maturazione come soldato e come essere umano. L'elemento apparentemente pi debole, quindi, viene assimilato e fagocitato da un elemento pi forte in nome di una omologazione alquanto discutibile. Come se non bastasse, Scott filma il tutto accentuando all'inverosimile il suo stile eccessivo e patinato, mettendo in scena un war-movie ripetitivo, noioso e urlato. E non aiuta certo una sceneggiatura che spesso e volentieri rasenta il ridicolo, in un crescendo machista e ostentatamente maschilista.
Era il 1997 quando la star di Hollywood interpretava il ruolo di "Soldato Jane". Diciotto anni dopo eccola nuovamente con il rasoio in mano per tagliare via tutti i capelli della figlia. L'azione stata documentata sul profilo Instagram di Tallulah, 21 anni e un carattere ribelle. In realt non una novita per la figlia di Demi Moore che gi in passato avevo mostrato un look da perfetto soldato.
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