Arduino <
22340i...@mynewsgate.net> ha scritto:
A favorire il processo, c'era il fatto che i feudatari non governavano,
nel senso che non amministravano. Non costruivano strade, non riparavano
ponti. Il loro comportamento era un misto fra quello di un occupante
militare e il proprietario terriero, si facevano pagare gli affitti
(generalmente in natura) dai contadini, e si limitavano ad amministrare
una grossolana giustizia.
Perciò ogni comunità si amministrava da sola. I piccoli borghi erano
denominati comuni rustici. Se c'era da riparare una strada, un ponte,
pulire il fossato difensivo (Eh si, ci lamentiamo adesso, ma un tempo le
città dovevano circondarsi di mura, e i borghi costruirsi attorno un
fossato) I Capifamiglia si radunavano sotto il grosso albero, generalmente
un Olmo, che stava nella piazza di ogni paese, e discutevano su come
procedere e come ripartire il lavoro.
Nelle città, per comodità le si suddivideva in quattro (i quartieri) e si
procedeva allo stesso modo. Però si eleggevano anche i delegati del
consiglio generale.
Il Quale, dopo che i vescovi-conti ebbero dato alle città il dominio del
contado, divennero il governo del Comune.
Il fenomeno, portò numerosi benefici alle città, che crebbero in
ricchezza, e numero di abitanti, anche se, fino all'invenzione dei
vaccini, il saldo demografico nelle città fu sempre negativo, causa le
malattie causate dall'eccessivo assembramento di persone. A mantenere
invariato o in crescita il numero degli abitanti, era il continuo arrivo
di persone dal contado, dove i figli delle famiglie numerose, rimasti
senza terra o con una terra insufficiente, cercavano fortuna in città.
Finendo però in molti casi nelle "Corti dei miracoli" dove vivevano i
mendicanti e i paria della società.
Al contrario, per il contado, la nascita dei Comuni portò ad un aumento
dei gravami, dato che le città consideravano il loro contado come le
nazioni colonialiste consideravano le loro colonie.
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Arduino d'Ivrea