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Come nacquero i liberi comuni

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Arduino

unread,
Sep 30, 2016, 1:58:42 PM9/30/16
to
Nel 964 pareva che il feudalesimo fosse un sistema ormai immutabile. Da
un'ottantina di anni i feudatari maggiori avevano ottenuto
l'ereditarietà dei feudi. L'imperatore può disporne nuovamente solo se
si interrompe la linea diretta maschile. L'altro sistema a disposizione
è scomodo: si può accusare il feudatario di fellonia.
Però, da una parte ci vuole un pretesto plausibile, dall'altra, i
feudatari all'accusa di fellonia, rispondevano sfidando a duello
l'imperatore. Vero che questi poteva farsi rappresentare, mentre il
feudatario doveva combattere di persona (a meno che ci fossero
impedimenti, tipo, fosse minorenne, troppo anziano, mutilato, e in tal
caso poteva farsi anche lui rappresentare) però, occorreva colmare di
favori colui che accettava di rappresentare il sovrano, e se poi questi
moriva, ci si doveva anche scusare col feudatario ingiustamente
accusato.
Una buona occasione per riavere la disponibilità dei feudi, veniva
quando c'era una guerra per la corona, in tal caso i feudatari fedeli
allo sconfitto (almeno parzialmente) perdevano i feudi, e l'imperatore
(o il re nei periodi di vacanza imperiale) si trovava di nuovo a poterli
gestire. Ma appena ridistribuiti la situazione tornava come prima.
Per contro, i feudi minori non erano ereditari, per cui il feudatario
poteva contare sulla fedeltà assoluta di valvassori e valvassini, se
volevano che poi questi assegnasse il feudo ai loro figli.
Nel 964 però prese il potere imperiale Ottone I, il quale ebbe una
trovata. Nominare conti i vescovi.
In sostanza, quando il vecchio vescovo moriva, l'imperatore nominava
vescovo e conte un suo fido. Non era necessario che il soggetto fosse un
ecclesiastico, nel caso fosse stato un laico c'era solo il disturbo che
occorrevano quattro cerimonie: lo si faceva diacono, dopo qualche ora
sacerdote, a fine giornata vescovo, e la mattina successiva conte. Se
era sposato, nessun problema, bastava facesse voto di vivere castamente
con la cosorte. se aveva figli bastava fare una dichiarazione che li
dichiarava non eredi del feudo, e, nel caso che, nonostante la castità,
la moglie, o qualche concubina avesse avuto dei figli, sarebbero stati
illegittimi, anche se magnanimamente venivano dichiarati nipoti, e
perlomeno finché viveva il vescovo campavano a sue spese (E il Papa non
diceva niente? No, era anche lui nominato dall'imperatore)
In principio, la prassi fu che il vescovo venisse dichiarato conte della
città e del suo circondario fino a tre miglia. Il sistema funzionò, e
perciò si passò a nominare i vescovi conti di tutta la diocesi.
Naturalmente i feudatari reagirono, ma i vescovi conti, avevano
l'appoggio dei cittadini, dato che il vescovo nominava suoi valvassori
abitanti della città. Le grosse fanterie cittadine, sconfissero
facilmente la cavalleria feudale.
Poi accadde che i romani riuscirono loro a eleggere il Papa. Il quale
entrò in conflitto con l'imperatore, dato che voleva nominare lui i
vescovi. Con il concordato di Worms, si stabilì infine, che il Papa
nominava il vescovo, se poi voleva l'imperatore lo faceva conte.
Naturalmente l'interesse imperiale a nominare conti persone nominate dal
Papa, scemò. ma ormai erano le città a dominare il contado, e perciò si
svilupparono in liberi comuni.

--
Arduino d'Ivrea

Arduino

unread,
Oct 1, 2016, 12:36:40 PM10/1/16
to
Arduino <22340i...@mynewsgate.net> ha scritto:

A favorire il processo, c'era il fatto che i feudatari non governavano,
nel senso che non amministravano. Non costruivano strade, non riparavano
ponti. Il loro comportamento era un misto fra quello di un occupante
militare e il proprietario terriero, si facevano pagare gli affitti
(generalmente in natura) dai contadini, e si limitavano ad amministrare
una grossolana giustizia.
Perciò ogni comunità si amministrava da sola. I piccoli borghi erano
denominati comuni rustici. Se c'era da riparare una strada, un ponte,
pulire il fossato difensivo (Eh si, ci lamentiamo adesso, ma un tempo le
città dovevano circondarsi di mura, e i borghi costruirsi attorno un
fossato) I Capifamiglia si radunavano sotto il grosso albero, generalmente
un Olmo, che stava nella piazza di ogni paese, e discutevano su come
procedere e come ripartire il lavoro.
Nelle città, per comodità le si suddivideva in quattro (i quartieri) e si
procedeva allo stesso modo. Però si eleggevano anche i delegati del
consiglio generale.
Il Quale, dopo che i vescovi-conti ebbero dato alle città il dominio del
contado, divennero il governo del Comune.
Il fenomeno, portò numerosi benefici alle città, che crebbero in
ricchezza, e numero di abitanti, anche se, fino all'invenzione dei
vaccini, il saldo demografico nelle città fu sempre negativo, causa le
malattie causate dall'eccessivo assembramento di persone. A mantenere
invariato o in crescita il numero degli abitanti, era il continuo arrivo
di persone dal contado, dove i figli delle famiglie numerose, rimasti
senza terra o con una terra insufficiente, cercavano fortuna in città.
Finendo però in molti casi nelle "Corti dei miracoli" dove vivevano i
mendicanti e i paria della società.
Al contrario, per il contado, la nascita dei Comuni portò ad un aumento
dei gravami, dato che le città consideravano il loro contado come le
nazioni colonialiste consideravano le loro colonie.

--
Arduino d'Ivrea

Arduino

unread,
Oct 7, 2016, 5:33:25 AM10/7/16
to
Arduino <22340i...@mynewsgate.net> ha scritto:

Riporto in testa il thread


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Arduino d'Ivrea

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