Mentre l'acqua del Naviglio veniva venduta od affittata ad un numero
fisso di once, per un fontanile nuovo, veniva misurata per tre anni da
dei periti che stabilivano l'onciato, ed in base a questo veniva pagata.
Due esempi, Il Marchese di Soncino cedette al Il nobile Francesco
Gallina 387 pertiche di bosco, avendo concordato cento pertiche per ogni
oncia d'acqua del fontanile Gallina, che appunto dopo tre anni di
misurazioni fu quantificato avesse una media di 3,87 once.
Carlo Borri Vendette a Francesca Rinzio due giornate del fontanile
Madonna su ruota quattordicinale a novecento lire ciascuna (se il prezzo
era stabilito in quattromila lire l'oncia, quel fontanile evidentemente
aveva un onciato di 3,15.
Per avere un idea sulla quantità di acqua rappresentata da un oncia: Il
naviglio grande al suo incile ha una portata di 1.334 once. Un fosso
campestre va dalle sei alle otto. Pertanto, l'acquisto del diritto
perpetuo di usare un fosso di sei once si sarebbe pagato come
l'equivalente di circa 500 ettari di terreno asciutto.
Ad'I
Mi debbo scusare per il grossolano errore:
Naturalmente il costo non era così elevato.
Non si tratta infatti di 500 ettari, ma di pertiche (un quindicesimo di
ettaro ciascuna)
Approfitto per aggiungere che un oncia equivaleva a cc 41 litri al secondo.
Ad'I
> Approfitto per aggiungere che un oncia equivaleva a cc 41 litri al
> secondo.
??? cc sono centimetri cubi ( o forse volevi scrivere ca, cioè circa). Litri
al secondo sono una misura di portata, oncia (per quantio ne so) è una
misura di peso: g. 28,3495 quelle del sistema avoirdupois.
L'oncia come misura di portata non la conoscevo. Me ne puoi raccontare
qualcosa? Dove veniva usata, etimologia (oncia deriva dal latino 'uncia',
dodicesima parte di un tutto). Nel caso era dodicesima parte di cosa? E
quant'altro. Grazie.
G. De M.
> ??? cc sono centimetri cubi ( o forse volevi scrivere ca, cioᅵ circa). Litri
> al secondo sono una misura di portata, oncia (per quantio ne so) ᅵ una
> misura di peso: g. 28,3495 quelle del sistema avoirdupois.
> L'oncia come misura di portata non la conoscevo. Me ne puoi raccontare
> qualcosa? Dove veniva usata, etimologia (oncia deriva dal latino 'uncia',
> dodicesima parte di un tutto). Nel caso era dodicesima parte di cosa? E
> quant'altro. Grazie.
Scusa per il cc, volevo appunto dire circa (Poco piᅵ di 41, potrei
fartene il calcolo) Quanto all'oncia, quella in questione era definita;
Oncia magistrale milanese, ed il nome usato, per la veritᅵ era un po'
improprio, si trattava di un unitᅵ di misura, appunto come scrivi tu, la
dodicesima parte di una misura, cioᅵ di un braccio. Era pertanto 49,1
millimitri, piᅵ gli infinitesimali. Ma nella misurazione dell'acqua, in
quello che si definiva: Edificio magistrale milanese, non si misurava il
volume di acqua che passava in un apertura di un oncia per un oncia,
bensᅵ quella che passava nell'apertura di un oncia per un braccio
(59,1cm) anche se per praticitᅵ la finestrella veniva fatta di tre per
quattro once (in centimetri circa 15 per 20) Se poi la portata era di un
multiplo di oncia, lasciando invariata l'altezza (Cioᅵ sempre 14,873
centimetri) si moltiplicava per due per tre ecc. la larghezza. La
misurazione non era comunque perfetta, in tempi moderni si ᅵ preferito
il sistema di misurazione del salto d'acqua, anzichᅵ quello del
passaggio dell'acqua in una finestrella.
Ciao
Ad'I
> G. De M.
>
>
> Scusa per il cc, volevo appunto dire circa (Poco più di 41, potrei fartene
> il calcolo) Quanto all'oncia, quella in questione era definita; Oncia
> magistrale milanese, ed il nome usato, per la verità era un po' improprio,
> si trattava di un unità di misura, appunto come scrivi tu, la dodicesima
> parte di una misura, cioè di un braccio. Era pertanto 49,1 millimitri, più
> gli infinitesimali. Ma nella misurazione dell'acqua, in quello che si
> definiva: Edificio magistrale milanese, non si misurava il volume di acqua
> che passava in un apertura di un oncia per un oncia, bensì quella che
> passava nell'apertura di un oncia per un braccio (59,1cm) anche se per
> praticità la finestrella veniva fatta di tre per quattro once (in
> centimetri circa 15 per 20) Se poi la portata era di un multiplo di oncia,
> lasciando invariata l'altezza (Cioè sempre 14,873 centimetri) si
> moltiplicava per due per tre ecc. la larghezza. La misurazione non era
> comunque perfetta, in tempi moderni si è preferito il sistema di
> misurazione del salto d'acqua, anziché quello del passaggio dell'acqua in
> una finestrella.
> Ciao
> Ad'I
Grazie per le precisazioni. A dire il vero non tutto mi è chiaro. Ci medito
sopra e, appena mi si sono chiarite le idee, riprendiamo il Thread. Ai primi
di dicembre, però, che nel frattempo mi farò un viaggetto in germania, e non
so se avrò tempo e voglia di collegarmi). OK?
By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
dopo? La cosa è, a mio parere, importante perchè è diffusa l'opinione che
Leonardo sia venuto a Milano a portare il verbo, quasi fossimo cavrnicoli
all'epoca, a inventare le chiuse dei navigli e via così, mentre a me pare di
aver letto (anni fa) che il sistema di navigli e chiuse esisteva prima di
Leonardo (ci portavano i marmi per il Duomo, da Candoglia, val d'Ossola per
via d'acqua: fiume Toce, lago Maggiore, fiume Ticino, naviglio grande). Fra
l'altro a milano Leonardo ha imparato la geometria (suo maestro, in questo,
Luca Pacioli, inventore della contabilità e partita doppia ed emerito
geometra e matematico, fra l'altra compilatore di cataloghi di pesi e
musure, con tanto di fattori di convertibilità).
G. De M.
> Grazie per le precisazioni. A dire il vero non tutto mi è chiaro. Ci medito
> sopra e, appena mi si sono chiarite le idee, riprendiamo il Thread. Ai primi
> di dicembre, però, che nel frattempo mi farò un viaggetto in germania, e non
> so se avrò tempo e voglia di collegarmi). OK?
> By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
> dopo? La cosa è, a mio parere, importante perchè è diffusa l'opinione che
> Leonardo sia venuto a Milano a portare il verbo, quasi fossimo cavrnicoli
> all'epoca, a inventare le chiuse dei navigli e via così, mentre a me pare di
> aver letto (anni fa) che il sistema di navigli e chiuse esisteva prima di
> Leonardo (ci portavano i marmi per il Duomo, da Candoglia, val d'Ossola per
> via d'acqua: fiume Toce, lago Maggiore, fiume Ticino, naviglio grande). Fra
> l'altro a milano Leonardo ha imparato la geometria (suo maestro, in questo,
> Luca Pacioli, inventore della contabilità e partita doppia ed emerito
> geometra e matematico, fra l'altra compilatore di cataloghi di pesi e
> musure, con tanto di fattori di convertibilità).
Benissimo. Ma ti anticiperò che Leonardo a Milano deve aver fatto al più
qualche dipinto. La prima chiusa di cui si ha menzione scritta, fu
uncredibilmente fatta sul "naviglietto" Piccolo corso d'acqua ancora
esistente, che collegava il borgo di Cusago con Milano via Naviglio
Grande. Era il 1438 cinquant'anni prima dell'arrivo di Leonardo. La
seconda chiusa fu fatta l'anno dopo in Milano.
>> By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
La Citazione di Leonardo mi ha ricordato una discussione letta su libri
di storia locale:
C'era, fino ad una trentina di anni fa, divisa a metà fra i comuni di
Bereggio e Sedriano, nell'ovest milanese, una grossa cascina, denominata
De Vinci. La voce secondo cui sarebbe appartenuta o addirittura fatta
costruire da Leonardo, è rafforzata dal fatto che a circa un chilometro
di distanza, esisteva (Anzi tuttora esiste, anche se la cambiata
denominazione rende incerti fra Malpaga e Magna)la cascina De Predis,
appartenente appunto al pittore socio e collaboratore di Leonardo.
Tenendo conto che Vinci, non è cognome della Zona, impossibile non
pensare al pittore fiorentino. Ma sia quel che sia, ormai esiste solo
nei ricordi dei vecchi del posto, così come l'affresco della madonna,
sicuramente (?) non di Leonardo, ma pregevole che con la cascina è stato
distrutto.