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Storia delle giustificazioni del Redshift Cosmologico degli einsteinisti

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Dino Bruniera

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Dec 4, 2022, 6:25:01 PM12/4/22
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Come ho scritto in un altro post, ho aggiornato l'articolo relativo alla
mia teoria dei Quanti di Spazio in Espansione.

Tra l'altro ho aggiunto all'appendice sulla storia delle giustificazioni
del Redshift Cosmologico da parte di coloro che sostengono le teoria di
Einstein, una nuova giustificazione, la seconda, così ora sono diventate
cinque in tutto.
E cioè quella che lo giustifica come effetto Doppler, ma usando la
formula relativistica, che comunque è stata abbandonata in quanto è
risultata anch'essa incompatibile con le osservazioni.
L'ho aggiunta dopo che il moderatore di ISF me l'ha segnalata e mi ha
rifiutato la pubblicazione di due post, in quanto secondo lui avrei
dovuto utilizzare quella formula per il Redshift Cosmologico, mentre
dopo aver fatto delle ricerche ho rilevato che è stato appurato proprio
dagli einsteinisti che detta formula non era applicabile per il Redshift
Cosmologico.
Cosa che ho segnalato al moderatore, seppur in ritardo.
Comunque non importa, perché anche se mi avesse pubblicato i post, poi è
difficile che gli einsteinisti mi avessero risposto, almeno sul merito.


B. Redshift Cosmologico

B1. Storia delle giustificazioni del Redshift Cosmologico degli
einsteinisti

Per rispettare la RR gli einsteinisti hanno cambiato più volte la
giustificazione del RC, fino a dover ipotizzare anche una storia
dell’evoluzione dell’Universo, almeno molto fantasiosa.


B1.1 Prima giustificazione - Redshift Cosmologico come effetto Doppler
rilevato dal ricevente considerato a riposo rispetto all’emittente in moto

Con la RR Einstein ha affermato che ogni Sistema di Riferimento
considera se stesso a riposo e tutti gli altri SR in moto, non perché
questo corrisponda alla realtà, ma per una convenzione.
Ma quando Hubble ha scoperto che più un oggetto è lontano e più il
valore del suo redshift è elevato, ipotizzando che esso indichi la sua
velocità di allontanamento dalla Terra, ha dedotto che più un oggetto è
lontano e più velocemente si allontana. E per calcolarne la velocità, ha
applicato la convenzione di Einstein alla realtà, per cui le velocità
degli oggetti celesti sono state considerate rispetto alla Terra.
Infatti ha calcolato la loro velocità usando la formula dell'effetto
Doppler che vede il ricevente fermo e l'emittente in moto, e cioè:

velocità emittente = z • c

dove z rappresenta il RC.
Poi ha calcolato la distanza degli oggetti celesti con la seguente
formula, basata sulla legge di Hubble (15):

D = velocità emittente : H

dove H rappresenta una costante di velocità di allontanamento, che in
base alle ultime osservazioni vale circa 70 km/s per megaparsec,
ciascuno dei quali vale 3,26 milioni di anni luce, e D rappresenta la
distanza dell’emittente espressa in megaparsec.
Per far comprendere meglio di cosa si tratta, riporto l’esempio dei
fotoni di un oggetto celeste con un redshift di 0,01.

Velocità emittente = 0,01 • 300.000 = 3.000 km/s

distanza emittente = 3.000 : 70 = 43 megaparsec

che moltiplicato per 3,26 milioni dà circa 140 milioni di anni luce di
distanza.

Poiché i valori dei redshift che Hubble rilevava, erano ben inferiori a
0,1, sia le velocità che le distanze rilevate erano plausibili. Quindi
non c’erano problemi di compatibilità con la RR.


B1.2 Seconda giustificazione- Redshift Cosmologico come effetto Doppler,
ma utilizzando la formula relativistica per calcolare la velocità

Ma negli anni successivi a quelli di Hubble, grazie a telescopi sempre
più performanti, sono stati osservati oggetti celesti sempre più lontani
naturalmente con RC con valori sempre più elevati, per i quali,
applicando la formula per ricavare la velocità di allontanamento, si
ottenevano velocità superiori a quella della luce, che in base alla RR
non è superabile. Per cui gli einsteinisti, per mantenere la
compatibilità con la RR, hanno utilizzato la formula relativistica, per
la quale si ottiene la stessa velocità, che non supera mai quella della
luce, sia considerando il ricevente fermo e l’emittente in moto, che
viceversa. E cioè:

z = Rad ((1 + v/c) / (1 - v/c))

Ma con questa formula, considerando che l’età dell’Universo è di circa
13,8 miliardi di anni, la massima distanza possibile di un oggetto
celeste dal quale è possibile ricevere i suoi fotoni, non può superare i
13,8 miliardi di anni luce. Per cui quando sono state osservate delle
galassie più lontane di detta distanza è risultato che questa formula è
incompatibile con le osservazioni.
Il che, d’altronde, viene confermato anche dal cosmologo Daniele
Gasparri, che nel suo libro “Nella mente dell’Universo” ha scritto
quanto segue.
“A prescindere dalla formula utilizzata, esiste un altro problema di
natura concettuale: la velocità di recessione è una velocità apparente,
effetto osservabile dell’espansione dell’Universo. Concettualmente,
quindi, è un errore studiarla secondo la relazione che descrive
l’effetto doppler riferito a velocità reali. Le relazioni viste
forniscono dati numericamente esatti, ma non trovano giustificazione
concettuale e ora ve lo dimostro. Il discorso è un po’ delicato, spero
mi possiate seguire. La teoria della relatività speciale, che abbiamo
analizzato brevemente nel capitolo 13, ci dice che nulla può viaggiare
più veloce della luce. Secondo questo principio abbiamo sviluppato la
formula per l’effetto doppler relativistico per le velocità radiali.
Nel caso della velocità di recessione, tuttavia, le cose non stanno
proprio in questo modo. La velocità non è reale, è apparente: nessun
corpo materiale in realtà si muove nello spazio a causa dell’espansione
dell’Universo. Ne consegue che le proprietà della velocità di recessione
non obbediscono alla teoria della relatività, in particolare non sono
previsti limiti alla velocità con la quale sembrano allontanarsi le
galassie. La velocità di recessione e il tasso di espansione
dell’Universo possono essere quindi anche maggiori di c.”.


B1.3 Terza giustificazione - Redshift Cosmologico come effetto Doppler,
ma che misura una velocità dovuta all’espansione dello spazio

Poiché la formula relativistica risultava inapplicabile, è stato
accettato che la velocità di allontanamento potesse superare quella
della luce, in quanto dovuta all’espansione dello spazio e che quindi
fosse possibile utilizzare la formula dell’effetto Doppler non
relativistico con il ricevente fermo e l’emittente in moto.

Per esempio con un redshift di 2, ecco cosa risulta dall’applicazione
delle formule:

velocità emittente = 2 • 300.000 = 600.000 km/s

distanza emittente = 600.000 : 70 = 8.571

che moltiplicato per 3,26 milioni da circa 28 miliardi di anni luce di
distanza.

Come si può vedere, la velocità di allontanamento dell’emittente è il
doppio di quella della luce, ma per gli einsteinisti non è incompatibile
con la RR, in quanto è dovuta all’espansione dell’Universo.
Comunque la distanza, anche se molto elevata, risultava ancora plausibile.


B1.4 Quarta giustificazione - Redshift Cosmologico come fattore di scala
dell’espansione dell’Universo

Ma nel 1964 è stata scoperta la Radiazione cosmica di Fondo, che ha un
RC di circa 1.100, per cui ecco cosa risulta applicando la formula per
ottenere la distanza:

distanza emittente = (1.100 • 300.000) : 70 = 4.714.285

che moltiplicato per 3,26 milioni da 15.368 miliardi di anni luce, che
sarebbe stata percorsa in meno di 14 miliardi di anni.
Per cui in questo caso, neanche la distanza era più plausibile.

Allora gli einsteinisti hanno stabilito di considerare il RC come
indicatore del fattore di scala dell’espansione dell’Universo, e cioè
come un indicatore di quante volte si è espanso l’Universo dalla
partenza dei fotoni al loro arrivo sulla Terra e, quindi, non più una
velocità.
Quindi mentre col precedente metodo il RC veniva usato per calcolare la
distanza in base alla legge di Hubble, ora viene usato per calcolare
l’allungamento della distanza dovuta all’espansione dell’Universo, che
sarebbe direttamente proporzionale al RC, per cui riducendo la distanza
al momento della partenza dei fotoni della RF, si riduce anche quella al
momento dell’arrivo, ottenendo quindi una distanza finale plausibile.
Per cui essi hanno stabilito che il raggio dell’Universo osservabile
alla partenza dei fotoni della RF, fosse di circa 40 milioni di anni
luce, per avere un risultato di circa 46 miliardi di anni luce
all’arrivo (circa 40 milioni x circa 1.100 di redshift cosmologico della
radiazione di fondo), quindi moltissimi di meno rispetto ai più di
15.000 risultanti applicando la legge di Hubble.


B1.5 Quinta giustificazione - Redshift Cosmologico dipendente dalla
velocità di regressione dell’emittente nel momento in cui i fotoni sono
stati emessi

Ma nel 1998 sono state osservate alcune supernove di tipo Ia molto
lontane, per le quali la luminosità apparente reale risultava inferiore
a quella attesa. Il che significa che si trovavano più lontano di quanto
risultava considerando il RC come indicatore del fattore di scala. E per
giustificare questo fenomeno, gli einsteinisti sono tornati a
considerare il RC come un indicatore di una velocità, ma solo alla
partenza dei fotoni, e poi hanno dovuto dedurre che l’espansione
dell’Universo sia in accelerazione, come ho esposto nel paragrafo C1.3.

A dimostrazione di questa giustificazione, riporto qui di seguito quanto
esposto a pagina 30 della tesi di laurea di Matteo Billi (11).
“Nel grafico (figura 3.2) viene mostrato l’andamento della distanza di
luminosità in funzione del redshift. Si noti come, a parità di redshift,
nell’Universo con costante cosmologica, la distanza di luminosità cresca
molto più rapidamente. Questo avviene perché il redshift che si misura
da una sorgente lontana dipende solo dalla velocità di regressione nel
momento in cui la luce che si osserva è stata emessa, invece la distanza
di luminosità dipende da come l’Universo si è espanso fino a quel
particolare momento. Quindi in un Universo dominato da materia e privo
di costante cosmologica, in cui l’espansione sta decelerando, la
distanza di luminosità è minore di quella misurata in un Universo
dominato da costante cosmologica positiva, in cui invece l’espansione
sta accelerando.”

Figura 3.2
GRAFICO


Quindi gli einsteinisti avrebbero dimostrato che l’espansione
dell’Universo sarebbe in accelerazione, tramite un grafico sulla
relazione tra distanza di luminosità ed il RC (Figura 3.2), che almeno
non è semplice da comprendere. Ma io spero di aver trovato un modo per
spiegare le loro ragioni senza utilizzare il grafico e con un
ragionamento relativamente semplice. Eccolo.
In base alle affermazioni di Billi, si può dedurre che se la velocità di
allontanamento di un oggetto celeste dalla Terra, nel momento in cui
sono partiti i suoi fotoni, fosse stata la stessa anche per tutto il
loro viaggio verso la Terra, la loro distanza sarebbe aumentata di un
determinato numero di anni luce ed avrebbe raggiunto una determinata
distanza attuale (attesa), e la luminosità apparente dell’oggetto
celeste avrebbe avuto un determinato valore (atteso). Ma dato che il
valore reale della sua luminosità apparente, risulta inferiore a quello
atteso, significa che l’oggetto celeste si trova più lontano della
distanza attuale attesa e, di conseguenza, che la sua velocità di
allontanamento successiva alla partenza dei fotoni, è stata maggiore di
quella iniziale e che, pertanto, ha accelerato. Il tutto significa che
la velocità di espansione dell’Universo è aumentata e che, quindi, la
sua espansione sarebbe in accelerazione.
Il che corrisponde a quanto sostengono gli einsteinisti, per cui questo
ragionamento “pare” corretto.
Ma questa conclusione presenta parecchi problemi, tra i quali quello che
per ottenere un Universo con delle dimensioni plausibili ed anche per
giustificare l’arrivo della RF sulla Terra, hanno dovuto ipotizzare una
sua evoluzione nel tempo almeno molto fantasiosa, come dimostrerò
nell’appendice C.


B2. Giustificazione del Redshift Cosmologico in base alla QSE

In base alla QSE (Quanti di Spazio in Espansione), il RC non dipende
dalla velocità di allontanamento iniziale dell’oggetto celeste dalla
Terra, come risulta dall’ultima giustificazione degli einsteinisti, ma
indica sempre (quindi esiste una sola giustificazione) la velocità di
allontanamento finale della Terra dall’oggetto celeste, che si calcola
con la seguente formula dell’effetto Doppler, con la quale la velocità
della luce non viene mai superata:

velocità ricevente = c - c / (1 + z )

Per cui nel caso estremo della RF risulta:

velocità ricevente = 300000 - 300.000 / ((1 + 1.100)) = 299.728

La sostenibilità di questa giustificazione è dimostrata dalle
simulazioni del viaggio dei fotoni di una galassia lontana e della RF,
esposte nei paragrafi 6.2 e 6.4.


Espongo qui di seguito il link dell'articolo.
https://vixra.org/abs/2106.0054
La parte in italiano inizia a pagina 45.





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