Paolo Russo scriveva il 19/10/2011 :
> [Elio Fabri:]
>> di regola il geoide e' un po' piu' alto in
>> corrispondenza dei monti, piu' basso negli oceani.
>
> Lo supponevo.
>
>> [...]
>> Il LNGS sara' sopra il geoide, di forse 1000 m;
>
> Grazie delle spiegazioni dettagliate, ma il mio errore era
> non di fisica ma di cultura generale; senza aver cercato
> notizie in proposito e senza averci mai pensato, credevo
> semplicemente che il laboratorio "sotto il Gran Sasso" fosse
> al livello del mare (realizzato magari sfruttando una qualche
> caverna naturale), e quindi sotto il geoide. Ovviamente per
> realizzarlo hanno invece sfruttato un tunnel, e non si
> scavano tunnel al livello del mare, costerebbe troppo...
Di fatto però le anomalie gravitazionali non sono scontate come si
potrebbe pensare, ammesso di conoscere il tempo-potenziale sul geoide
di un orologio in un punto, quello interno al gran Sasso potrebbe
essere noto con precisione ben diversa per effetto delle differenze
nella deformazione crostale in risposta alle sollecitazioni mareali, se
l'effetto sul tempo è eliminato dall'uso di un solo orologio, un
problema nell'attendibilità delle coordinate e quindi della distanza,
ma i nostri eroi dicono di avere considerato con una certa cura questo
effetto e di poterlo ritenere controllatamente trascurabile. A dire la
verità per fugare ogni dubbio avrebbero potuto dotarsi di un sistema di
rivelazione dell'anoamalia installando un ulteriore orologio atomico
all'interno del laboratorio, calibrato su quello esterno, infatti per
distanze brevi una buona calibrazione relativa non richiede il
common-view.
> [Tetis:]
>> Tu correttamente ti concentri sulla desincronizzazione fra i due
>> orologi atomici distanti, ma Paolo si preoccupava, mi sembra di
>> intuire, anche del fatto che l'orologio atomico del Gran Sasso sta
>> fuori del laboratorio,
>
> Grazie ma in effetti non intendevo nulla di cosi'
> dettagliato; quando ho scritto quel messaggio non avevo
> ancora letto l'articolo. Credevo che, essendo impossibile
> ricevere il segnale del satellite da sotto un monte, la
> sincronizzazione fosse fatta ogni tanto, non in continuazione
> come invece e` stata fatta.
> Ora che ho letto l'articolo ho le idee un po' piu' chiare (e
> penso di poter aggiungere che anche la critica di van Elburg
> mi sembra del tutto campata in aria).
Sto cercando di andare nel merito di quella critica, spulciando
qualcuno dei riferimenti usati. Un articolo molto utile mi sembra
questo:
http://www.pttimeeting.org/archivemeetings/2010papers/paper40.pdf
la voce [23] dell'articolo.
//They were calibrated by the Swiss Metrology Institute (METAS) [21]
and established a permanent time link between two reference points
(tCERN and tLNGS) of the timing chains of CERN and OPERA at the
nanosecond level. This time link between CERN and OPERA was
independently verified by the German Metrology Institute PTB
(Physikalisch-Technische Bundesanstalt) [22] by taking data at CERN and
LNGS with a portable time-transfer device [23].//
Ora leggendo l'articolo mi sembra di capire che lo scopo di queste
calibrazioni è quello di sincronizzare in common view, appunto,
indipendentemente dal motu-proprio che l'oscillatore interno
all'orologio segue, questo può essere più o meno dell'intervallo
calibrato.
Varie note interne del laboratorio si trovano su questo sito:
http://operaweb.lngs.infn.it/Opera/phpmyedit/notes-pub.php?PME_sys_fm=0&PME_sys_fl=0&PME_sys_qfn=&PME_sys_sfn%5B0%5D=1&PME_sys_sfn%5B1%5D=2&PME_sys_sfn%5B2%5D=3&PME_sys_sfn%5B3%5D=-0
da qui prendo questa nota:
http://operaweb.lngs.infn.it/Opera/publicnotes/note134.pdf
L'altro punto è la determinazione della distanza, spiegata qui, nota
presa dalla stessa pagina:
http://operaweb.lngs.infn.it/Opera/publicnotes/note132.pdf
Sul resto, cioè sul metodo usato per stimare il tempo di volo dai dati
astronomici non si trova molto nell'articolo, il che lascia davvero
spazio al dubbio che quello che è stato fatto non sia altro che
prendere la distanza (nella cui misura l'effetto Sagnac è stato preso
in considerazione) e dividere per la differenza di tempo misurata dai
due orologi. Tra l'altro l'effetto Sagnac lo avevo già stimato prima
che il tizio uscisse con il suo articolo e non mi era sembrato arrivare
a più di 4 nanosecondi, da una stima sbrigativa. Nella nota che ho
linkato sopra l'effetto è considerato nel paragrafo 7.3 e loro che
hanno fatto i conti con la calcolatrice trovano 2.2 ns.
Ora mi sembra che il tempo dell'effetto Sagnac sia quello ottenuto
mandando un segnale orario dal centro del riferimento. Quindi il tutto
si riduce a stabilire se la sincronizzazione in common-view è la
medesima cosa.
Per approfondire ho trovato un articolo non molto aggiornato ma che
contiene tutti gli ingredienti essenziali per dirimere la questione:
http://tycho.usno.navy.mil/ptti/1993/Vol%2025_13.pdf
Se ti va di ragionarci potremmo confrontare le opinioni.
> Ciao
> Paolo Russo