Antonella Capuano ha scritto:
> il principio di indeterminazione ci dice che non è possibile misurare
> contemporaneamente e con estrema esattezza le proprietà che
> definiscono lo stato di una particella elementare. Se ad esempio
> potessimo determinare con precisione assoluta la posizione, ci
> troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.
> Giusto ?
No :-)
Ci sono un sacco di cose che non vanno, in quello che hai scritto.
Ho solo l'imbarazzo di come e dove cominciare...
1. Perché "particella elementare"?
Il PdI vale per qualsiasi ogetto o sistema fisico che vuoi, nel mondo
che ti circonda.
In alcuni casi è pochissimo importante, anzi del tutto irrilevante.
In altri è importantissimo.
Ma per es. vale per un atomo o una molecola, che certo elementari non
sono.
2. Estrema esattezza?
Nossignore: la relazione è quantitativa: Dx*Dp >= hbar/2.
Se Dx è piccolo, Dp è necessariamente grande, e viceversa.
Ma che cosa vuol dire piccolo te lo dice il secondo membro.
Non sono soltanto parole.
3. Ma il punto più difficile e delicato sta proprio nella
formulazione: "non è possibile misurare".
Questo è sicuramente ciò che dicevano Bohr e Heisenberg, ma è passato
quasi un secolo.
Oggi la gente che sa di che cosa parla non si esprime così.
Invece continuano a dire questo i divulgatori, e praticamente tutti i
i libri di testo di scuola sec. sup.
Siccome il discorso sarebbe lungo, e si dà il caso che io abbia scritto
non molto tempo fa qualcosa di abbastanza ampio e concepito per "non
fisici", ti rimando lì:
http://www.sagredo.eu/candela/candel81.pdf
(potrebbe interessarti anche candel79.pdf, che parla di
complementarità ...)
> Domanda che per voi esperti sarà una banalità... :
Almeno questo l'avrai capito di certo: che *non è affatto* una
banalità :-)
fma...@gmail.com ha scritto:
> Non sono un fisico, per cui rispondo un po' così: risposte migliori
> arriveranno sicuramente.
Veramente difficile dare risposte peggiori...
> Il principio d'indeterminazione non è magia nera: viene fuori dalle
> proprietà classiche delle onde, per cui vale anche per cose che non
> siano strettamente nel campo della meccanica quantistica. A livello
> intuitivo, se hai un'onda (tipo quella del mare), più la vedi da
> lontano più la "posizione" ha senso, ma avvicinandoti sempre di più
> non puoi più dire "è lì!".
Ah, tu così l'hai capito?
Debbo darti una brutta notizia: non hai capito un c...
Devi aver sentito dire da qualche parte che une rel. d'indet. vale in
generale per le onde.
Questo è vero, però...
Vuol dire che se tu formi un *pacchetto* d'onde, ossia un'onda che è
praticamente concentrata una regione finita, lo puoi fare solo al
prezzo di combinare onde di diverse l. d'onda.
E quanto più vuoi fare piccolo il pacchetto, tanto più ti serve un
intervallo ampio di l. d'onda, e viceversa.
Però qui non si tratta di m.q.
Nel caso della m.q. c'è una situazione analoga, ma con interpretazione
del tutto diversa.
Se un sistema quantistico è così fatto (si trova *in uno stato* tale)
che la sua posizione è indeterminata entro un certo intervallo, anche
la sua q. di moto è indeterminata *in quello stato*, e fra le due
indeterminazioni vale una precisa disuguaglianza, che ho scritto
sopra.
Non si tratta di misure, ma di una caratteristica ineliminabile nella
costituzione di *qualsiasi* stato quantistico.
Bisognerebbe precisare che cosa s'intende con "stato", ma qui non lo
faccio.
BlueRay ha scritto:
> Il principio di indeterminazione non si riferisce all'istante di
> misura delle proprieta' della particella, ma al suo "stato
> quantistico".
E fin qui potrei dire che ci siamo,
> Quindi una misura (quasi) simultanea di quantita' di moto e una di
> posizione della particella le puoi anche effettuare con altissima
> precisione, se sono su stati quantistici differenti.
Qual è il soggetto di "sono"?
La difficoltà sintattica rispecchia in realtà una confusione nelle
idee :-)
Un determinato sistema fisico si trova *sempre* in *uno* stato solo.
Lo stato può cambiare nel tempo, ma questo ora non interessa.
> Quello che il principio vieta e' di poter effettuare le due misure
> entrambe con alta precisione *sullo stesso stato quantistico*.
In realtà, PdI a parte, non è possibile misurare *insieme* due
osservabili a uno stesso istante su uno stesso sistema.
A meno che le due oss. non siano /compatibili/.
Questo semplicemente perché eseguire una misura significa predisporre
un certo apparato che dovrà interagire in qualche modo col sistema in
esame.
E in generale non puoi mettere insieme *due* apparati, e sperare che
ciascuno agisca come se l'altro non ci fosse.
> Il problema e' che una misura di posizione pone la particella in un
> autostato di posizione, ma questo non e' autostato anche della
> quantita' di moto (i due operatori, di pos. e di q. di moto, non
> commutano).
>
> Quindi se la particella aveva posizione esattamente determinata, dopo
> la misura della qdm non ce l'ha piu', e viceversa.
Sì, ma questa è una situazione estrema.
Il PdI dice una cosa più generale: non parla degli autostati dell'una
o dell'altra osservabile.
Tra l'altro. gli autostati di x o di p *non esistono* :-)
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Elio Fabri