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L'uomo senza dignità

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solania

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Mar 4, 2013, 10:08:23 PM3/4/13
to
Dalla critica del totalitarismo sembrerebbe naturale un approdo al
liberalismo che si vuole talmente naturale e razionale che qualsiasi
dubbio o qualsiasi critica nei suoi confronti vengono subito incriminati
di essere un ritorno, più o meno ammorbidito, ai totalitarismi,
producendo un'evidente paralisi : alla crisi del liberalismo non sembra
esserci nessuna alternativa se non il liberalismo stesso.
Eppure, il liberalismo risponde al totalitarismo RICALCANDO LO STESSO
LINGUAGGIO. LA STRUTTURA DEL RAGIONAMENTO RIMANE INTATTA.
Anzichè sulla Sintesi (Hegel) che accomuna tutti, del totalitarismo,
sposta l'accento sugli individui e le garanzie preliminari di modo che
il segreto, il mistero delle esistenze non si salva nel liberalismo più
di quanto non si salvi nei totalitarismi.

Nel totalitarismo il segreto dell'esistenza viene negato, ridicolizzato;
tutto è chiaro e risaputo, non ci son misteri ne segreti, si fà cioè
coincidere tutto il senso della realtà con il pensiero che lo pensa.

Nel liberalismo, invece, detto "segreto dell'esistenza" viene fatto
dipendere da una "teoria oggettiva della società secondo la quale
quest'ultima FUNZIONA meglio quando si lasciano andare le cose in modo
liberale...cioè si farà dipendere la libertà da un certo tipo di di
organizzazione, ossia da un SISTEMA DELL'EFFICENZA.
La libertà si trova così relativizzata e perfino assorbita all'interno
dei giudizi sull'EFFICENZA e sul suo FUNZIONARE, riducendo così l'uomo
solo ad un ingranaggio STRUMENTALE intercambiabile e spersonalizzato di
detto sistema "tecnologico scientifico"

Ma il soggetto non si trova nel fare di sé stesso l'astro di riferimento
dell'universo che confluisce, inevitabilmente, ora nel totalitarismo ora
nel liberalismo dell'efficienza in un analogo DIS-ASTRO che priva l'uomo
della sua suprema DIGNITA', cioè di essere UNICO e irripetibile (a
differenza dell'intercambiabilità funzionale liberale o
nell'annullamento nell'indifferenziato dello Stato totalitario)...ma
solo deponendo la sua "volontà di potenza".

Si può ritenere che questa deposizione e questa soggezzione dell'io
siano una dismissione dalla propria persona.
AL CONTRARIO :
la persona viene investita di ritorno dalla stessa DIGNITA' dell'UNICO
che gli ordina di diventare responsabile non solo di sé ma dell'Altro,
degl'Altri, seguendo tutto sé stesso in quel Desiderio che lo trascina,
quando soggiorna nell'AUTENTICITA', fuori dalla propria singola e misera
stellina per abbracciare bensì il "siderio" tutto e Infinito !!

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