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Potere

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solania

unread,
Oct 10, 2012, 7:42:52 PM10/10/12
to
Ma al di là e oltre tutto questo c'è il Sacro, il tutt'altro, che
designa simbolicamente l'alfa di ogni archeologia e l'omega di ogni
teleologia.
Orizzonte di ogni archè e di ogni telos, di ogni radice e di ogni mira,
come genesis ed eschaton insieme, esso è l'origine radicale di ogni
origine radicale, il supremo di ogni supremo.

Ma tutto questo presuppone un lungo tragitto di coscienza e di pensiero.
E' incredibile come la gente, invece, non si accorga di nulla.
E' convinta di essere più che mai disincantata.



“La gente non si accorge che sono proprio loro, con la loro ottusità, ad
essere la linfa di quel Potere di cui si ritengono sempre le povere
vittime. Quel fantomatico Potere esterno che li renderebbe schiavi e
quindi da abbattere e sostituire magari rivoluzionando tutto. Con altri
morti e altra inutile sofferenza. Quando sono loro, invece, a permettere
la sua sopravvivenza con quel loro vivere gretto
Anche i filosofi contemporanei, poi, bellamente ignari di antropologia e
tutti rivolti alla sociologia, prediligono una sofisticata e astratta
retorica del “POTERE” piuttosto che l'analisi della propria Ombra, che
sarebbe una delle prime, elementari cose di cui prendere coscienza. Ne
consegue , viceversa, una esaltazione della "Politica" come unico mezzo
atto a decifrarne la "microfisica" allo scopo di abbattere, questo
fantomatico “Potere” e sostituirlo con uno a misura d'uomo e
utopicamente "paradisiaco"
Se, quindi, le cose stessero così, ne conseguirebbero schiere di vittime
di detto Potere da liberare e da ciò nasce quindi la retorica dei
“Diritti” con tutto il piagnisteo conseguente. Ma se invece la gente
guardasse la trave nel proprio occhio invece di ricercare sempre fuori
di se la causa dei propri problemi avremmo un popolo ben più maturo e
meno Narcisista.

Volontà e scelta lasciano la propria impronta sulla forma di vita, per
quanto si tenti di negarne la presenza e/o di nasconderne il potere
attribuendo il ruolo di causa alla presunta pressione schiacciante di
forze esterne che impongono l'"io devo" dove avrebbe dovuto esserci
l'"io voglio" e restringendo in tal modo il ventaglio delle scelte
possibili» La vita è sempre in difficile equilibrio tra le condizioni
esterne, che fanno resistenza, percepite come materia che si oppone alla
volontà del soggetto, e il progetto che l'individuo mira a realizzare.
Ma quel che si percepisce come ostacolo è per lo più una condizione
necessaria affinché la volontà possa applicarsi, possa fare leva e
permettere il raggiungimento degli obiettivi voluti.”

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