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La danza delle tangenti

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salo...@mediacomm.it

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Oct 23, 2002, 12:35:38 PM10/23/02
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Milano, la confessione di un imprenditore
«IO, VITTIMA DELLE TANGENTI,
REGALO LA MIA AZIENDA ALLA REGIONE»
Paolo Biondani, "Corriere della Sera" del 23 Ottobre

MILANO - «Ho dovuto pagare, sono stato costretto a versare tangenti,
perché era l'unico modo di salvare i trecento posti di lavoro garantiti
dalla mia azienda. Questa vicenda giudiziaria mi ha segnato sul piano umano,
ma mi ha fatto anche capire molte cose: per questo ho deciso di recidere
ogni rapporto con un ambiente che mi ha contaminato. Desidero quindi
dichiarare la mia intenzione di cedere la Ilat spa alla Regione Lombardia a
zero euro, purché vengano garantiti i posti di lavoro». Si è chiuso così,
con l'impegno-choc a regalare l'azienda pur di uscire da un business
«contaminato», l'interrogatorio-fiume dell'imprenditore italoiraniano Aki
Massimo Nouhi, cinquantasette anni, uno dei cinque dirigenti d'azienda
arrestati venerdì 18 ottobre per tangenti sugli appalti sanitari.
Il titolare della Ilat spa, sentito ieri in carcere per tutto il giorno, ha
confermato che anche la sua azienda, «benché leader in Italia nel settore
delle lavanderie industriali», è stata «costretta a versare trenta milioni
di lire all'anno, in più tranche, a ciascuno» dei quattro funzionari
regionali arrestati: il provveditore capo degli Istituti clinici di
perfezionamento, Giovanni Tranquilli, e i tre economi Rosario Aversa
(ospedale Cto), Salvatore Raimondo (Mangiagalli) e Vitaliano Ferragine
(Buzzi). L'imprenditore, difeso dagli avvocati Vittorio D'Aiello ed
Ermenegildo Costabile, ha respinto l'accusa di corruzione dichiarandosi
«vittima di vere concussioni»: «Gli economi mi dicevano che avevano
un ruolo nella commissione d'appalto, che erano addetti al controllo
sulla qualità della fornitura, facendomi intendere che un qualunque
pretesto era sufficiente a far saltare il mio contratto. Perciò mi fecero
una richiesta chiara e precisa: trenta milioni di vecchie lire a testa
e per ogni anno di fornitura». Il titolare della Ilat ha aggiunto di aver
pagato l'ultima tangente «una settimana fa». E il suo manager, Carlo Riva,
ha confermato tutto.
Entrambi i dirigenti d'azienda hanno fatto i nomi di altri responsabili
di appalti ospedalieri con il vizio della bustarella. Nell'inchiesta sono
così entrati altri quattro grandi ospedali dell'area milanese e di altre
città della Lombardia.
Il titolare della Ilat ha un passato di dirigente del gruppo Fiorucci e
controlla una decina di imprese, dalla moda all'edilizia. Nel suo
interrogatorio ha descritto la storia segreta della rinascita delle tangenti
a Milano, indicando come spartiacque il 1995: nei tre anni precedenti, ha
dichiarato al pm Francesco Prete, l'inchiesta Mani pulite aveva azzerato la
corruzione. «Gli appalti venivano assegnati al massimo ribasso - ha
spiegato - per cui vinceva la ditta che proponeva il prezzo più
conveniente». Ma dal 1995 le regole sarebbero cambiate: «Economi e
provveditori sono tornati ad avere poteri discrezionali con l'assegnazione
dei punteggi tecnici». Risultato: «Con la Ilat spa - ha protestato
l'imprenditore - abbiamo partecipato a trenta gare d'appalto, soprattutto
in Lombardia e Veneto, ma non siamo mai riusciti neppure a far aprire le
buste con le nostre offerte economiche: ce le bocciavano subito». Solo
nel 2000 Nouhi e Riva hanno capito l'antifona. E con le tangenti sono
tornati anche gli appalti.

Trascritto da Andrea
salo...@mediacomm.it

nathaliaro...@gmail.com

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Jan 22, 2019, 6:46:02 AM1/22/19
to
Buongiorno,
Ho bisogno di un indirizzo mail per inviare una richiesta urgente.
Per favore, potete darmene uno?
Grazie mille
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