"Giovanni Bregant" <
giovann...@aliceposta.it> ha scritto nel messaggio:
Non solo il blocco delle auto, ma anche l'alimentazione corretta ci può
difendere dai danni dell'inquinamento atmosferico. "Il mais, in particolare,
è un cereale in grado di combattere le conseguenze negative dello smog che
respiriamo ogni giorno nelle nostre città - afferma Cesare Sirtori,
presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e professore di
Farmacologia Clinica all'Università di Milano -. Gli elevati livelli di
flavonoidi contenuti nel mais sviluppano le difese del nostro organismo
contro le sostanze tossiche chiamate fumonisine, tossine da funghi
ambientali presenti in alta concentrazione in caso di forte umidità e
contaminazioni atmosferiche. Questo tipo di alimentazione esercita un'attività
favorevole sulla salute e sulla durata della vita".
È solo uno degli esempi di impiego dei cibi come farmaci che emerge dal II
Congresso Nazionale della SINut, tenutosi a Milano nei giorni scorsi e che
ha coinvolto i più importanti esperti del settore.
Gli alimenti preziosi per la salute sono molti ed appartengono alla famiglia
dei "Nutraceutici". Questo è un termine ampio che comprende i cosiddetti
cibi funzionali, ovvero alimenti che forniscono calorie utili ad esempio l'olio
extravergine di oliva, le proteine vegetali della soia e del lupino e il
cioccolato amaro, e la categoria degli integratori alimentari come gli
omega-3, acidi grassi polinsaturi estratti dal pesce. Fanno parte del gruppo
dei nutraceutici anche gli alimenti probiotici (colture di batteri che
colonizzano l'intestino migliorandone la funzionalità) e i prebiotici,
sostanze organiche non digeribili in grado di favorire la crescita di
batteri probiotici. I principi attivi, di origine vegetale o animale, hanno
dimostrato un'efficacia pari ai farmaci nel trattamento di diverse patologie
come l'ipertensione arteriosa, la depressione, l'Alzheimer e la sindrome
metabolica in donne in menopausa.
"Accanto all'aglio, al sedano e al lupino - spiega il prof. Bruno Trimarco
dell'Università Federico II di Napoli - sono emerse osservazioni positive
nel trattamento dell'ipertensione arteriosa per il potassio, lo zinco, il
magnesio e le vitamine (B6, C, D, E).
Importanti risultati sono stati forniti recentemente dall'associazione fra
un estratto di riso rosso e la simsetina, una sostanza naturale di origine
vegetale. È stato possibile dimostrare una riduzione clinicamente rilevante
della pressione e non diversa da quella rilevata con i farmaci
antiipertensivi classici, oltre a un calo significativo della
colesterolemia".
Anche nel trattamento della depressione possono essere utili alcune sostanze
naturali che vengono utilizzate in caso di fallimento delle terapie
classiche. "Come evidenziato da uno studio pubblicato sul prestigioso
'American Journal of Psychiatry' - sottolinea Maurizio Fava, professore di
Psichiatria presso l'Harvard Medical School di Boston, Massachusetts -, sono
stati raggiunti risultati sorprendenti in pazienti depressi con mancata
risposta alla terapia standard grazie all'aminoacido S-adenosilmetionina,
presente in tutti i tessuti animali, che aiuta a produrre serotonina e
dopamina con un'ottima tollerabilità".
"La nutraceutica, che unisce la scienza della nutrizione alla clinica
medica, è la colonna portante della medicina anti-invecchiamento - afferma
Giovanni Scapagnini, professore di Biochimica Clinica presso l'Università
degli Studi del Molise - Vi sono alimenti che stimolano le difese naturali
dell'organismo e la dieta mediterranea, a base di olio di oliva, pesce e
verdure, costituisce il paradigma per la prevenzione di molte patologie. Ad
esempio, l'oleocantale estratto dall'olio d'oliva è un antinfiammatorio più
potente dell'ibuprofene, il resveratrolo, contenuto nell'uva, è in grado di
attivare le 'sirtuine', proteine che difendono il Dna cellulare dallo stress
ossidativo, aumentando la longevità, gli omega 3 regolarizzano i
trigliceridi e proteggono il cuore".
I nutraceutici possono svolgere inoltre un'azione preventiva nei confronti
di patologie degenerative cerebrali, prima che queste evolvano in modo
drammatico nell'Alzheimer.Una nuova associazione composta da acidi grassi
omega-3, melatonina e fosfatidilinositolo ha evidenziato, nei pazienti con
difetti cognitivi iniziali, un significativo miglioramento nelle funzioni
cognitive globali e del tono dell'umore. "In base agli ultimi dati
presentati dall'Alzheimer Association - continua il prof. Scapagnini - si
avrà una triplicazione dei casi da oggi al 2050. Per quella data si prevede
che, nel mondo occidentale, un anziano su tre sarà colpito da questa
malattia. Si tratta di numeri enormi, insostenibili per qualsiasi sistema
sanitario. La medicina anti-aging, che mira a prevenire le patologie
croniche correlate all'età, è quindi la scienza del futuro".Anche la qualità
del sonno può essere influenzata dall'impiego dei nutraceutici. L'associazione
di melatonina, zinco e magnesio, inserita nella polpa di pera, migliora il
sonno del paziente anziano, con conseguenze positive sul tono dell'umore.
Grande è anche l'interesse anche nei confronti del lupino, un legume che al
tempo degli Egizi e dei Romani rappresentava una fonte proteica
importantissima, caduto però quasi in disuso dopo l'arrivo dalle Americhe di
nuove piante alimentari come la patata, il pomodoro e il mais. Proprio a uno
studio sul lupino va il premio "Alpro Foundation Master Award 2010",
assegnato nel corso del congresso SINut, alla dott.ssa Viviana De Vergori.
"Il lavoro ha misurato la capacità di abbassare il colesterolo delle
proteine estratte dai semi di lupino e pisello e di due fibre solubili, i
beta-glucani estratti dall'avena e le pectine ricavate dalle bucce delle
mele - conclude Anna Arnoldi, professore di Chimica degli Alimenti all'Università
degli Studi di Milano -. Tra le fibre, è risultata migliore la pectina di
mela che ha provocato una diminuzione media della colesterolemia del 5,3%.
Un'ulteriore dimostrazione della grande salubrità delle mele. Attenzione
però, perché solo la buccia contiene le pectine. Per quanto riguarda le
proteine, ha dato risultati migliori il lupino che ha prodotto una
diminuzione del 4,2% del colesterolo totale. Un risultato di grande rilievo,
perché si tratta del primo studio clinico condotto a livello internazionale
su questo legume".
fonte: http://www.infosalute.info/news.php?id=342