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Pytheas

unread,
Feb 9, 2010, 10:03:41 AM2/9/10
to
...hai avuto una ricaduta? :-DD

Marco de' Vigna

unread,
Feb 10, 2010, 3:43:39 PM2/10/10
to
Pytheas ha scritto:

> ...hai avuto una ricaduta? :-DD

assolutamente, la mia posizione � la stessa della lettera seguente:

Memoria senza rancori (Il Piccolo 07 feb)

domenica 07 febbraio 2010

LETTERE

� utopia sperare che il "Giorno del Ricordo" possa essere celebrato in
una prospettiva di pacificazione e di superamento delle antiche
contrapposizioni?
E pura illusione pretendere che non si ricordi solo il
dramma, personale e collettivo, degli italiani di Trieste, Istria e
Dalmazia; degli infoibati, di chi ha subito violenze inaccettabili, dei
tanti costretti a lasciare la loro terra?
� sacrilegio sperare che vengano ricordate le sofferenze di coloro
che per secoli sono stati considerati "gli altri", gli slavi, che hanno
condiviso,
in maniera diversa ma altrettanto sofferta, gli effetti di una violenza
che ha
investito questa terra.?

Il rischio, infatti, � di riproporre le antiche
divisioni, i sospetti e le lacerazioni delle coscienze.
Il "Giorno del Ricordo" non deve indulgere ad una memoria rancorosa.

Lo dico in quanto esule, e nel fondo del cuore lo sono tuttora, cosciente
per� che la memoria � la capacit� di conservare tracce della propria
esperienza
passata e di servirsene per relazionarsi al mondo ed agli eventi futuri.

Grazie ad essa il passato pu� diventare una virt� civile, trasformarsi
in una coscienza collettiva. Occorre avere il massimo rispetto per chi
non riesce a dimenticare o perdonare.

Non � ammissibile, tuttavia, possibile sprecare l'occasione per offrire
ai giovani
la possibilit� di conoscere le ragioni per le quali, alla fine della
seconda guerra
mondiale in una terra cos� vicina, si � pervenuti ad un siffatto livello
di degradazione del senso di umanit�.

Paolo Rumiz ha scritto: "il risultato � che oggi l'Italia accetta di
celebrare le foibe evocando
solo la barbarie slava e ignorando quella italiana. Onest� vorrebbe che
nel gioco delle scuse incrociate si sostituisse la falsa simmetria con
una simmetria autentica. Solo cos� il dopoguerra, a mio avviso, potr�
dirsi finito sulla frontiera.
Senza onest� la memoria resta zoppa e il giorno del ricordo potr� creare
tensioni ancora a lungo".

Queste, dunque, sono le urgenze che dovrebbero indurre a recuperare le
memorie
individuali e collettive perch� non vadano disperse e, soprattutto,
perch� diano un sia pur modesto contributo al segnale di avvertimento
morale di cui abbiamo bisogno.

Salvatore Egidio Di Grazia, esule da Capodistria

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