La Voce del Popolo 26.04.2007 - Rovigno compatta a difesa del Tribunale / «Bilinguismo a rischio nella sfera giudiziaria»

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Pytheas

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26 apr 2007, 16:57:0126/04/07
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IL CONSIGLIO MUNICIPALE UNANIME NEL RESPINGERE LA PROPOSTA GOVERNATIVA
Rovigno compatta a difesa del Tribunale


ROVIGNO - Il Consiglio municipale di Rovigno si è riunito ieri mattina in
via straordinaria per discutere della possibile chiusura del Tribunale
comunale prevista dalla proposta di modifica della Legge sulle giurisdizioni
e le sedi dei tribunali che il Sabor ha inserito con procedura d'urgenza
nell'ordine del giorno della XXV seduta. I consiglieri all'unanimità hanno
approvato la conclusione definita dalla Giunta municipale di Rovigno nella
quale si richiede la modifica incondizionata della proposta in discussione
al Sabor in modo tale che il tribunale comunale di Rovigno continui la sua
attività nella sede attuale e con la giurisdizione sui comuni di Valle,
Canfanaro, Gimino e della Città di Rovigno.
Il sindaco Giovanni Sponza ha espresso con fermezza il suo disappunto per la
proposta governativa, considerata assurda. Stando alla riforma della
giustizia, il Tribunale Rovignese è l'unico della Regione istriana che
dovrebbe venire chiuso assieme ai tribunali di Klanjec, Cazma, Cabar e Donji
Lapac, tutte località che complessivamente superano di poco il numero di
abitanti della Città di Rovigno. Il sindaco nel suo discorso ha affermato di
essere d'accordo che la Repubblica di Croazia necessiti di riforme e non
solo in vista dell'avvicinamento all'Unione Europea ma anche per diventare
uno Stato moderno e giusto. Ma in questo caso la proposta di privare Rovigno
di un'istituzione come il Tribunale va considerata inaccettabile e sta a
indicare che il proponente della modifica di legge ignora la storia di
Rovigno e non è interessato né al suo presente né al suo futuro.


Il Tribunale bilingue simbolo di tolleranza e convivenza

Il sindaco ha sottolineato l'importanza storica del Tribunale che nel 2001
dovrebbe festeggiare i duecento anni di attività e la sua rilevanza come
simbolo di tolleranza e convivenza dato che è uno dei due Tribunali bilingui
presenti sul territorio croato: "Il rispetto e la tolleranza sono due valori
che fanno parte del patrimonio culturale rovignese e di cui il Tribunale
comunale di Rovigno è sempre stato un segno evidente: la sua chiusura
sarebbe un passo indietro troppo grande che porterebbe a uno squilibrio
nella comunità rovignese e una perdita di diritti acquisiti dopo tanti
sforzi". Il sindaco ha aggiunto che la Città non ha creato nessun problema
durante l'approvazione della nuova legge statale sul finanziamento delle
autonomie locali che ha fatto perdere alle casse municipali un quarto delle
risorse a favore di altri comuni e Città del Paese, ma in questo caso si
tratta di una scelta che l'amministrazione locale non può assolutamente
accettare. La proposta risulta ancora più assurda se si considera che la
Città di Rovigno quattro mesi fa ha siglato un accordo di cofinanziamento in
parti uguali con il Ministero della Giustizia per la ristrutturazione dell'edificio
del Tribunale; con una prima spesa di 500 mila kune sono state rifatte le
facciate e sostituito il tetto quasi fatiscente.


Rispettare i diritti umani e minoritari

In via speciale durante la seduta straordinaria del Consiglio rovignese è
intervenuto anche il presidente della Regione istriana Ivan Jakovcic : "La
Giunta regionale ha deciso di dare il suo pieno appoggio alla richiesta
della Città di Rovigno. La proposta governativa è inaccettabile e redatta in
modo incompetente. Non permetteremo un simile comportamento da parte del
Governo croato in Istria, non c'è stato nessuno colloquio tra l'amministrazione
cittadina e i responsabili della riforma, si tratta di un attacco nei
confronti della tradizione culturale rovignese, nessuno può permettersi di
giocare con i diritti umani e quelli delle minoranze. Il Tribunale bilingue
rovignese è una rarità a livello europeo che deve essere valorizzata e
protetta. Mi impegnerò personalmente assieme ai parlamentari della DDI per
contattare il governo croato e non permettere la cancellazione del
Tribunale".


Uggeri fiducioso

Abbiamo contattato il presidente del Tribunale rovignese Roberto Uggeri che
data la sua funzione apolitica non ha voluto commentare le posizioni del
Consiglio municipale rovignese e del presidente della Regione, ma si è detto
fiducioso per il futuro auspicando che la legge sia modificata e che i
trenta impiegati del Tribunale possano continuare a lavorare nella sede
rovignese. Uggeri ci accompagnato a visitare i lavori nel sottotetto dove si
stanno costruendo gli uffici per l'amministrazione e per un archivio di
primo servizio mentre i rimanenti due piani dell'edificio dovrebbero essere
ospitare le aule per le udienze. Il progetto che si dovrebbe concludere
entro il prossimo anno prevede anche l'acquisto dell'arredamento necessario
per una spesa complessiva di 4 milioni di kune, messa a disposizione dalla
Città e dal Ministero della giustizia.


Una sede efficiente

Abbiamo ricevuto l'informazione che nonostante per il Tribunale rovignese
fossero previsti 5 giudici incluso il presidente nel 2006 hanno lavorato
effettivamente solo due persone. Infatti a fine agosto 2004 un giudice si è
dimesso e nonostante le numerose richieste al Ministero della giustizia non
è mai stato rimpiazzato. Due giudici hanno richiesto il permesso parto
lasciando soli il presidente e un giudice a deliberare su tutta la mole di
lavoro per lo scorso anno. Su circa 250 pratiche penali pervenute al
Tribunale rovignese nel 2006 ne sono state evase 136, mentre a livello
civile sono stati affrontati circa 800 casi con trecento delibere. Va notato
che i 535 casi non ancora evasi sono la norma prevista in media per 2,5
giudici e che con un corpo giudiziario completo, la percentuale di soluzione
delle pratiche sarebbe stata notevolmente più alta. Il numero di casi
irrisolti è in linea con la media regionale: basti pensare che a livello di
cause civili nei Tribunali di Parenzo i Buie i casi irrisolti nel 2006 sono
stati circa settecento per cui non è assolutamente chiaro in base a quale
metro di giudizio il Tribunale rovignese dovrebbe chiudere.

Sandro Petruz

FURIO RADIN E DAMIR KAJIN
«Bilinguismo a rischio nella sfera giudiziaria»


ZAGABRIA - I deputati della Dieta e della CNI al Sabor si sono opposti ieri
alla proposta di accorpamento dei Tribunali comunali di Rovigno e Parenzo,
ovvero alla chiusura della sede rovignese, valutando che tale iniziativa va
contro le tradizioni e rappresenta un passo indietro per quanto riguarda
l'attuazione dei diritti delle minoranze in Istria. Il deputato CNI e
presidente dell'UI Furio Radin ha spiegato che il Tribunale di Rovigno è uno
dei due tribunali in Istria nei quali i dibattimenti si svolgono anche in
lingua italiana, in armonia alla Legge costituzionale sui diritti delle
minoranze. Sebbene tale Legge garantisca il bilinguismo nelle cause
giudiziarie in tutta l'Istria, Radin dubita che un Tribunale con sede a
Parenzo possa attuarlo. "La proposta è anche antistorica, perché il
Tribunale di Rovigno è autonomo fin dalla sua fondazione, ossia dal 1811",
ha sottolineato Radin.
Il deputato DDI Damir Kajin considera la proposta del Governo "ai limiti
della provocazione politica" e rileva che se attuata porrebbe in forse tutta
una serie di convenzioni internazionali e non contribuirebbe a creare un
sistema giudiziario più razionale ed efficace.

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