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rico-fede

unread,
Feb 9, 2011, 2:08:40 PM2/9/11
to Fratelli dell'Elpìs
Cari fratelli,
m'è giunta dal vostro sito un'informazione sullo stato del sito e così
ho avuto modo di rileggere quello che avevo scritto nell'Ottobre
dell'anno passato. A questo si riferiva un messaggio ricevuto più di
recente da uno degli iscritti, Salvatore... A lui vanno le mie scuse,
se sul momento non ricordavo più cosa avessi scritto, e credo ci sia
stato possibilità di un fraintendimento, nel senso che non per
distrazione, ma di conseguenza alla salute nervosa poco salda, tendo a
dimenticare ... E' stato dunque provvidenziale questa informazione
d'ufficio da parte del Gruppo, per permettermi di rivedere quanto
avevo scritto... Effettivamente un appello, a cui però non sono stato
capace di dare seguito per diverse ragioni... Ma non voglio indulgere
nei mea-culpa, anzi vi posso comunicare che sto meglio, come persona,
come prete, come persona gay... Col tempo, infatti, gli amici,
sopratutto le amiche che mi seguono su FB si sono positivamente
sensibilizzate e dedicate ad approfondire la questione gay nell'ambito
della fede, la loro e quella appunto dei gay credenti che cercano un
dialogo con la chiesa. Grazie alle discussioni susseguitesi tra di
noi, ho sentito meno la solitudine e ho ricomposto almeno in parte il
mio modo d'essere e il sacerdozio. L'accoglienza che intendevo
chiedere per gli altri, ho finito per riceverla prima per me,
inaspettatamente, e ciò mi ha di conseguenza liberato dall'urgenza
della domanda sul perché di questa strana alchimia tra sacerdozio e
personalità. La domanda rimane, ma ha perso l'effetto di farmi
percepire più isolato di quanto già non sia, a seguito della salute
malferma, e la riduzione del sacerdozio a "forma privata"...così offro
queste contraddizioni a Dio, confidando che Dio, se é vero che mi ha
chiamato al suo servizio, mi sta di certo usando, anche se non ne vedo
i frutti, anche se in un modo poco ordinario. Così, mi son detto,
anche con l'aiuto del padre spirituale, mio confratello della
Congregazione dei Preti della Missione di S. Vincenzo de Paoli, che
non solo in qualcosa condivido la sorte di chi é emarginato, come S.
Vincenzo chiedeva ai suoi preti in relazione alla povertà, ma ci sono
dentro in pieno, vivo una emarginazione, una povertà quasi totali, e
con ciò mi consola d'esser meglio disposto alla sequela di Cristo.
Forse non sono ancora abbastanza maturo per poter offrire un saldo
appoggio al prossimo, ma di certo sono alla scuola dell'obbedienza a
Dio, su vari fronti.... Così non solo credo, ma spero con certezza che
i frutti verranno col tempo... Ciò significa anche aver accettato, con
minor fatica, il fatto d'essere agli inizi di un ministero di servizio
in Cristo, proprio negli anni che son per altri la pienezza del
sacerdozio. Fra due anni ne compirò, infatti, cinquanta!!! Che Dio mi
riservi le sue "delizie" per l'età futura???
Ai posteri l'ardua sentenza...
Nell'attesa
vi saluto fraternamente
in Cristo
P. federico, C.M.
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