Rapporto quotidiano per Club azzurro la clessidra & friends (2 di 2)

14 views
Skip to first unread message

MSN Gruppi

unread,
May 3, 2008, 6:44:24 AM5/3/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Omaggio agli italiani Una storia per tradimenti

>>Da: Dragoncella4
Messaggio 1 della discussione
Ida Magli
176 pagine
8.20 €

Questa è la grandezza degli Italiani, aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette.
Ida Magli

Un’invettiva e una ricostruzione storica. Con un’idea di fondo: mai nessun popolo come quello italiano è stato tradito dai suoi governanti in maniera così determinata, ossessiva, cinica, perversa. Gli Italiani hanno primeggiato nelle arti e nella scienza; il loro pensiero è stato un fondamento e un faro nello sviluppo della civiltà occidentale. Eppure papi, re, imperatori, dittatori, banchieri, politici, per coltivare il proprio Potere, hanno calpestato gli Italiani, hanno sfruttato la loro natura, le loro città, le loro doti, favorendo in essi un perenne sentimento di vergogna, un’immagine deteriore di vigliaccheria e di preordinata sconfitta.
Una nuova storia del Potere, “politicamente scorretta”, che non risparmia nessuno. Per una volta, una difesa appassionata e sincera degli Italiani.

Ida Magli è antropologa e saggista. Ha collaborato per anni al quotidiano “la Repubblica” e ha insegnato Antropologia all’Università di Roma. Fra i suoi testi principali: Gli uomini della Penitenza, La Madonna, Santa Teresa di Lisieux, Gesù di Nazaret (disponibile in BUR) e Contro l’Europa (Bompiani 1997, ristampato più volte). I suoi libri sono tradotti in vari paesi.


-----------------------------------------------------------
Vi ricorate l'articolo dell'espresso sul vino avvelenato?

>>Da: Silvio
Messaggio 2 della discussione
Peraltro articolo uscito il giorno prima di Vinitaly.
Notizia chiaramente ripresa immediat6amente all'estero.
Ora vien fuori era tutta una bufala.
Chi paga?
Silvio

-----------------------------------------------------------
Fiamma Nirenstein: Io, ebrea, per Vattimo (e Lerner) sono "fascista"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
L’incendio delle bandiere di Israele a Torino e l’oltraggiosa conferenza anti-israeliana che sarà ospitata da lunedì presso l’Università di quella città in cui sta per aprire la Fiera del Libro, sono fantasmi fra le macerie di una cultura che affonda. Sono eventi culturalmente e moralmente già seppelliti, ciò che vediamo oggi è solo il loro ectoplasma, non fanno parte di nessun dibattito degno di questo nome, sono come il comunismo e il fascismo: nessuno, se non i volontari del ridicolo, possono più indossarli.

Arafat negli anni Settanta andò in visita in Vietnam dove, consigliato da alti ufficiali vietnamiti, capì che per fare avanzare la sua causa doveva conquistare i cuori e le menti degli intellettuali della sinistra, e riuscì a farlo soprattutto sulla parola «occupazione»: la lotta contro l’«occupazione » era una lotta pacifista, senza l’«occupazione » la pace sarebbe stata garantita.

Tutti oggi sanno benissimo che le cose sono andate molto diversamente: se da una parte con l’Egitto e la Giordania il ritorno di territori occupati ha significato un trattato di pace, i palestinesi e gli hezbollah in Libano hanno dimostrato con la pratica costante del terrorismo e del rifiuto religioso e ideologico dell’esistenza stessa di un Stato ebraico che la pretesa di Arafat faceva acqua esattamente come la sua culla ideologica, quella della Guerra Fredda, in cui aveva amorevolmente tirato su gli intellettuali e i giornalisti di tutto il mondo. Molti se lo sono dimenticato, ma le città palestinesi nel corso dell’opera dell’accordo di Oslo furono tutte sgomberate; a Camp David Arafat rifiutò ogni offerta e lanciò l’Intifada del terrore suicida; dopo lo sgombero di Gaza da parte del terribile orco Sharon, Hamas si accanì in crimini anche contro la propria popolazione: chi dopo tutto questo è fermo ancora al mito di Israele imperialista e forse anche, come dicono ormai in pochi pazzi, nazista, dimostra solo che la sua cervice è dura e ancorata alla nostalgia di schemi decrepiti.

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Hanno aggiunto disastro a disastro

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Ormai la toppa è peggiore del buco: l’intervento del Garante della privacy ha creato una discrezionalità irrimediabile nella diffusione di alcuni dati rispetto ad altri, nella reperibilità di alcuni dati rispetto ad altri. Dopo la frittata iniziale cucinata da Vincenzo Visco (indifendibile per modalità, comunque la si pensi) il paradosso è che sarebbe stato meglio lasciare le cose come stavano. Qual è adesso la situazione, infatti? La situazione è che giornalisti e ficcanaso hanno scaricato alcuni dati e altri no, hanno pubblicato alcuni dati e altri no, hanno disponibili alcuni dati e altri no: e il dettaglio che una personalità risiedesse o meno in una grande città, per esempio, ha creato un discrimine tra reperibili e non immediatamente reperibili, tra pubblicati e non pubblicati. È un canaio. C’è chi ha solamente una parte dei dati, chi un’altra parte, chi in ogni caso i dati non li sa decodificare perché non conosce la residenza di chi gl’interessa, c’è chi smercia dati, chi ne annuncia la vendita a richiesta, il mercato dei guardoni è scatenato. Senza contare che i dati diffusi in rete sono manipolabili per definizione e nondimeno incompleti, ingannatori: chi ha visto i consistenti imponibili di un Ferruccio De Bortoli o di un Bobo Vieri non sa che derivano perlopiù da liquidazioni e non da stipendi; e chi vede l’esiguo imponibile di un Nanni Moretti magari ha la tentazione di deriderlo per una determinata cifra (mentre di altri non sa nulla) dimenticando che gli elenchi galeotti in ogni caso non conteggiano altri redditi come quelli provenienti da azioni, obbligazioni, Bot, Cct, fondi e titoli per i quali c’è una tassazione diversa.

-----------------------------------------------------------
Un consiglio al sindacato che sta rischiando di sparire

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
In Italia non c’è tragedia alla quale il destino eviti di finire in commedia. E così adesso mentre al clientelume romano e ai neocomunisti e ai postprodiani viene da piangere, al contempo ne sortisce un involontario effetto comico. Giacché fa ridere vedere compunti editorialisti del Corriere della Sera, costernati, e in rincorsa del vincitore. Per non dire dell’agitarsi delle Triadi, non quelle dei cinesi, ma sindacali. Tutti lì: a dire che non c’erano, e comunque già pronti a cambiare. Non viene da compatirli; e però sorridendo, bisogna dirlo, passa la voglia di avversarli. Bonanni che dal palco, col fazzolettone tricolore stretto in posa bracciantile, arringa la plebe di pensionati, non merita livore. E nelle Triadi forse è pure il meno peggio. Tuttavia quei poveri vecchietti, nei pullman, con le bandiere che gli si infilano in ogni pertugio, e malgrado i calli trascinati ai comizi di rito, un po’ pena la fanno. A rischio insolazione, intervallati da qualche immigrato africano ansioso di oratorio: paiono invecchiate comparse di un film anni ’70. Spremute ancora allo stremo, per recitare al posto di una classe operaia che, ingrata, vota per Berlusconi e la Lega.


-----------------------------------------------------------
Se i giudici sono questi meglio farsi processare in tv

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
La prossima volta chiedo d’essere processato a Forum. Non me ne frega niente se il giudice monocratico Santi Licheri ha già compiuto 90 anni e da 23 sentenzia soltanto in televisione. Voglio lui. Almeno è saggio e divertente, studia le carte, s’immedesima nella parte, interroga i contendenti. Si può, dottor Licheri? Io credo di sì. Per come è finita nei giorni scorsi in un tribunale vero, non vedo quali ostacoli dovrebbero sussistere. Sempre meglio cercare giustizia nella parodia che affidarsi alla parodia della giustizia.
Spiego subito. In un editoriale apparso su questo giornale agli inizi del 2006 riferisco di alcune critiche, documentate, mosse da un politico a un organismo pubblico pagato dai contribuenti, un ente inutile a mio avviso (e non solo a mio avviso). Di passata, mi capita di fare un fuggevole riferimento a un ex presidente della medesima istituzione, senza citarne né il nome né il cognome: 262 battute su 5.020, la ventesima parte dell’articolo. Trascorsi più di due mesi, l’avvocato di questo sconosciuto invia al Giornale una raccomandata nella quale sostiene che avrei leso «l’immagine e l’onorabilità» del suo assistito - ripeto, neppure nominato nel testo - e segnala che chiederà in giudizio «il risarcimento del grave danno all’identità personale, del danno morale e di ogni altro danno patrimoniale e non patrimoniale».
La lettera è indirizzata all’editore anziché al direttore responsabile. Chiaro: puntano ai soldi. Viene infatti avviata un’azione civile. Passano altri due mesi e arriva l’atto di citazione: vogliono 140.000 euro. Un ristoro adeguato alla «sofferenza psichica di carattere interiore» e al danno «esistenziale», quantificato in 20.000 euro.
Tra notifiche, rinvii e scambi di corrispondenza, se ne vanno due anni. Finalmente si arriva al giudizio. Il ruolo d’udienza affisso sulla porta della sezione del tribunale prevede per quel giorno almeno una ventina di cause, forse una trentina, non sto a contarle. O m’è capitato il giudice Mandrake o sono una schiappa io, che 20 articoli non riesco a scriverli neanche in un mese.


-----------------------------------------------------------
Marcello Foa: IL CROLLO DEI LABURISTI

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Erano solo elezioni locali in Inghilterra e Galles, ma il tonfo dei laburisti è così pesante da lasciare presagire la fine del ciclo politico avviato da Tony Blair in Gran Bretagna nel 1997. E questo a cinque giorni dal trionfo di Alemanno in un’altra città simbolo: Roma, che come Londra ieri, è passata a destra. E a una ventina di giorni dall’affermazione del Popolo della libertà e della Lega Nord.
Certo sarebbe improprio paragonare la situazione inglese a quella italiana: loro hanno avuto la Thatcher noi no. Noi abbiamo scelto l’euro, loro si sono tenuti la sterlina. Noi siamo toccati solo marginalmente dalla crisi dei mutui subprime, loro ne sono travolti. Ma se esaminiamo il quadro politico negli altri grandi Paesi europei, ci accorgiamo che la tendenza è analoga, con una sola eccezione: la Spagna di Zapatero. In Germania la Merkel sta trasformando la coabitazione con l’Spd in un trionfo personale e l’ultimo sondaggio la dà in vantaggio di 54 punti sul leader socialdemocratico Beck. La Francia un anno fa ha scelto Sarkozy e sebbene la luna di miele sia già finita - come dimostra il risultato delle comunali di marzo - la sua leadership non è in discussione: governerà solidamente per quattro anni.


-----------------------------------------------------------
Berlusconi: Vi racconto chi è il mio amico Bush

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
C’era un’atmosfera genuina di fiducia e amicizia quell’estate del 2001, quando una nuova era sembrava essersi aperta di fronte a noi, con la caduta del muro di Berlino alle nostre spalle e il superamento delle divisioni del passato. Condividevo questo ragionamento con il presidente Bush (sia io sia lui appena eletti alla guida dei nostri Paesi) alla cena di chiusura del vertice del G-8 di Genova nel luglio 2001.
Bush teneva le fila della conversazione, parlando in modo affabile con il presidente russo Vladimir Putin, il premier giapponese Junichiro Koizumi, il primo ministro britannico Tony Blair e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Pearl Harbor, Hiroshima, le tragedie della Seconda guerra mondiale e la guerra fredda sembravano proprio lontane. Bush osservava quanto il mondo fosse cambiato e come avremmo potuto lasciare ai nostri figli una pace duratura. Ricordo di essermi sentito veramente felice. Appena due mesi dopo accadde l'impensabile e l'11 settembre avrebbe nuovamente cambiato il mondo per sempre. La battaglia contro il terrorismo sarebbe diventata la principale preoccupazione del presidente americano e la nostra comune priorità internazionale.
Nei mesi che seguirono quell'enorme tragedia, cercammo tuttavia di concentrarci, consapevoli che la giustizia, la libertà e la democrazia possono prosperare solo se c'è sicurezza. Il presidente Bush lo sa bene: che un mondo sicuro è destinato a essere un mondo unito, dove tutti - soprattutto i meno fortunati - possono e devono giocare la loro parte.


-----------------------------------------------------------
Gela, scoperto "latifondo" di marijuana

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Scoperto la più grande coltivazione mai rinvenuta: si estendeva per 12.500 metriquadri. Vi erano coltivate oltre ventimila piante. La polizia ha denunciato a piede libero il proprietario che si trova in contrada Feudo Nobile

Gela - La polizia di Stato ha scoperto nelle campagne di Gela una tra le più grandi coltivazioni in serra di marijuana mai rinvenuta, che si estendeva per 12.500 metri quadrati. Si tratta di una piantagione in cui erano coltivate oltre ventimila piante, di dimensioni che variavano da un metro e mezzo a tre metri di altezza. La scoperta è stata fatta dagli agenti dei commissariati di Gela e Niscemi e della Squadra mobile di Caltanissetta.
La piantagione Le ventimila piante erano coltivate in serre. Accanto alla piantagione è stato trovato un capannone all’interno del quale le piante venivano fatte essiccare. Marijuana è stata trovata già pronta per la vendita. La polizia ha denunciato a piede libero il proprietario dell’appezzamento di terreno, che si trova in contrada Feudo Nobile. Gli investigatori della Questura di Caltanissetta, diretta da Guido Marino, hanno avviato accertamenti per identificare i livelli intermedi e superiori delle persone che sarebbero coinvolte nella coltivazione della piantagione.

-----------------------------------------------------------
Non offre la sigaretta, massacrato di botte

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Giovane aggredito da 5 teppisti, in centro a Verona, mentre si trovava con due amici: picchiati anche loro. E' in coma

Verona - Primo maggio tra amici, serata di festa, nel cuore di Verona. Nicola Tommasoli, 29 anni, è quel che si dice un giovane senza grilli per la testa. Uno che lavora sodo, come disegnatore in un’officina meccanica, e che il primo maggio ha normalmente deciso di prendersi un break. Di colpo, alle due di notte, l’esplosione di una violenza cieca, senza motivo. «Hai una sigaretta?», gli chiede un ragazzo che, insieme ad altri quattro, sta passando per via Leoni, a pochi passi dall’Arena. «No, non ce l’ho». Chissà cosa scatta in quel momento, chissà cosa succede nella mente di quei cinque giovani incrociati per puro caso. Si sa solo che si scatena un’aggressione ai danni di Nicola e dei due amici con cui sta tornando alla macchina. Un calcio, un pugno, e Nicola rotola a terra. Non basta: ancora calci e pugni. Nicola non si alza più, perde sangue, è svenuto. Arriva l’ambulanza che lo porta all’ospedale di Borgo Trento. Nicola è in coma.

-----------------------------------------------------------
Johnson sindaco diLondra

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
I Tories espugnano anche la capitale: a casa Ken il "rosso". I laburisti crollano alle amministrative e diventano il terzo partito. E' la peggior sconfitta da 40 anni. Cameron: "Voto di fiducia per noi"

Londra - Boris Johnson e i conservatori (Tories) hanno espugnato Londra, coronando così una giornata che ha visto i laburisti segnare il loro peggior risultato nel voto locale da 40 anni. Gli elettori di Inghilterra e Galles, impegnati a rinnovare migliaia di consiglieri locali, oltre che a scegliere il primo cittadino della capitale, hanno impartito una severa lezione al premier Gordon Brown.
Johnson, 44 anni, giornalista, presentatore tv e frequente presenza sui tabloid, ha battuto seccamente Ken Livingstone, laburista con forte radicamento a sinistra, sindaco da otto anni, distanziandolo di circa 140mila voti. Nella sua prima dichiarazione dopo la vittoria, Johnson ha ringraziato famiglia e sostenitori per il sostegno in campagna elettorale, e ha quindi reso omaggio all'avversario per aver definito in questi otto anni la nuova figura di sindaco della capitale e per "aver parlato per Londra" dopo le stragi del 2005: "Lei ha il grazie e l'ammirazione di milioni di londinesi".

-----------------------------------------------------------
Cameron, il «Tony» di centrodestra che ha già prenotato Downing Street

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Nel 2005, quando ottenne la guida del suo partito, stupì l'opinione pubblica britannica soprattutto perché si recava in ufficio in bicicletta. Quando un sondaggio lo promosse a uomo politico «più sexy» del momento perfino Tony Blair cominciò a preoccuparsi. E non c'è dubbio che i risultati di ieri incoronano David Cameron come l'uomo della svolta. Colui che è riuscito, dopo anni di incontrastato dominio laburista, a riportare vicino al potere i Conservatori grazie ad un processo di rinnovamento che è andato al di là di un ritocchino d'immagine.
Insomma, di certo non è stata soltanto la sua aria da ciclista esuberante a trasformarlo in un temibile avversario alle prossime politiche entro il 2010. Qualcuno afferma che Cameron abbia già in testa la corona di prossimo Premier britannico. Certo è che con i sui modi moderni e anticonvenzionali è riuscito a svecchiare l'immagine di un partito profondamente in crisi, incapace di far proprie le istanze dei suoi potenziali elettori, troppo ancorato ad un Paese che ormai non esisteva più. Quarantadue anni a ottobre, sposato con Samantha e padre di tre bimbi. David Cameron ha origini altolocate - nella sua genealogia si contano perfino lontani legami con la famiglia reale - ha frequentato le scuole migliori del Paese tra cui Eton ed Oxford per poi dedicare alla politica gran parte della sua vita «da grande». La sua ascesa è stata rapida. Dopo un primo seggio ai Comuni nel 2001 la sua corsa fino ai vertici del partito non si è più arrestata. Arrogante quel tanto che basta da non curarsi delle fronde interne più conservatrici, Cameron è stato, secondo molti, quello che Tony Blair fu per il Labour nei primi anni del suo mandato.

-----------------------------------------------------------
Il «blairismo» è al capolinea

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Il partito di Gordon Brown crolla al 24%, e perde anche la seconda posizione superato dai liberali
Forse la fine di un’epoca, quella di un partito laburista che noi italiani abbiamo spesso invidiato ai britannici. Era il partito di Blair, moderno, affascinante, seducente; forse troppo e per questo sovente ingannevole. Annunciò la rivoluzione del 1997, spazzando via alle elezioni comunali, due anni prima, i conservatori dell’allora premier John Major. Certo, oggi nessuno può prevedere l’esito delle prossime elezioni politiche britanniche, che si terranno entro il maggio 2010, ma le analogie sono impressionanti. A ruoli invertiti.
Giovedì a uscire distrutto dal voto locale in Scozia e Inghilterra è stato il partito laburista del primo ministro Gordon Brown. Ha perso oltre 330 seggi (peggior risultato in 40 anni), finendo addirittura terzo con il 24% dei voti, staccato non solo dal trionfante Partito conservatore guidato da David Cameron, che ha ottenuto il 44% dei consensi e guadagnato 256 consiglieri rispetto alle precedenti elezioni, ma anche dal Partito liberaldemocratico, giunto secondo con il 25%. Una marea blu: oggi 65 città sono controllate dalla destra moderata, solo 18 dai socialisti. Tra queste una conta più di tutte: Londra. Mancano i risultati definitivi, ma la tendenza è chiara. La capitale da otto anni era il feudo di Livingstone, noto come Ken il rosso; ma da domani sarà amministrata da Boris Johnson, 44 anni, una delle penne più vivaci e controverse della stampa di destra. Un provocatore, che all’inizio della campagna sembrava avere poche chances. E invece ce l’ha fatta, cavalcando un malessere sociale che è profondo e trova origine nella crisi dei subprime.


-----------------------------------------------------------
La sinistra chic punita dal «clown»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Stilisti, rocker, ex modelle: c’era chi aveva minacciato lo sciopero della fame. L’appello degli intellettuali contro Boris il «buffone»

«Don't choose the clown!», «Non scegliete il buffone!» era stato l'ultimo disperato appello del Guardian. Il giornale più radical chic di Londra aveva chiamato a raccolta la crema della crema nella folta schiera di ambientalisti, intellettuali e gente di spettacolo nel tentativo di dissuadere gli elettori dal votare per re degli eccessi Boris Johnson come sindaco di Londra. E in articolo dal titolo che ne anticipava ampiamente la sostanza («Siate impauriti. Siate molto impauriti») una lunga lista di personaggi noti e meno noti offrivano un'idea di come potrebbe essere «la nostra capitale liberale se questo buffone etoniano, bigotto e mentitore, riuscisse a metterci sopra le mani». Un attacco diretto e feroce quello del quotidiano equiparabile soltanto a quello di opposta natura dell'Evening Standard, il quotidiano della capitale, apertamente schierato con Johnson e da tempo immemorabile nemico acerrimo di Ken il rosso. Artisti dal talento stravagante, rappresentanti delle minoranze etniche, giornalisti e scrittori preoccupati di quali enormi danni avrebbe potuto fare il biondo Boris alla Londra del multiculturalismo e della tolleranza, non hanno esitato a dire la loro sull'avversario di Ken Livingstone. «Boris sindaco? Impensabile - aveva affermato sdegnata la stilista Vivienne Westwood -. Se la gente non vota per Ken, in politica lui è il migliore, il risultato renderà la democrazia inutile. No, non posso pensarci». «Se vince farò uno sciopero della fame - aveva promesso la scrittrice a attrice Arabella Weir - come ci si può fidare di uno che afferma di sapere tutto di Londra quando ha appena trasferito i suoi tre figli dalle scuole pubbliche a quelle private? Questo sarebbe un un uomo in contatto con la gente?». Scontata la presa di posizione di Bianca Jagger, indimenticabile ex moglie del leader dei Rolling Stones ed ambientalista da tempi non sospetti: «Come attivista per i diritti umani non posso che sostenere la causa di Ken - aveva dichiarato al Guardian - lui non prende decisioni solo perché sono popolari, ma perché le ritiene moralmente giuste». Non tanto a favore di Livingstone, quanto contro «l'omofobo» Johnson si è apertamente dichiarato il cantante Elton John che in quest'ultima campagna ha appoggiato la candidatura del liberaldemocratico Brian Paddick. E adesso, di fronte ai consensi conquistati da Boris lo scorretto, campione di rutti a scuola, l'elegante fronda della sinistra radicale teme che la propria città cada nel ridicolo. Timore non condiviso dai giornali di Rupert Murdoch, The Sun e il Times. «Il candidato conservatore è un uomo estremamente intelligente - ha scritto il secondo in un editoriale del 26 aprile - e le sue eccentricità dovrebbero essere ricordate per quello che sono. Essenzialmente inoffensive».

-----------------------------------------------------------
Spot contro McCain: torta con 100 candele

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Mentre i due candidati democratici Hillary Clinton e Barack Obama continuano a lottare per la nomination, il partito ha iniziato a concentrarsi sul rivale repubblicano John McCain con uno spot che prende di mira sia le sue politiche in Irak che l’età avanzata (il senatore ha 72 anni e sarebbe il presidente più anziano mai eletto). Su una torta di compleanno compare una riproduzione del famoso cartello «Missione Compiuta» - che esattamente cinque anni fa campeggiò alle spalle del presidente George W. Bush durante l’annuncio della fine delle operazioni in Irak - circondato da cinque candeline in ricordo dell’anniversario di quel discorso, che cadeva giovedì. Le candeline iniziano quindi ad aumentare - 10, 20, 50, fino a 100, ovvero gli anni che, secondo McCain, l’esercito americano potrebbe ancora dover trascorrere in Irak per ottenere la vittoria. A questo si aggiungono immagini che diverranno sicuramente sempre più frequenti nel corso della campagna, e che ritraggono McCain abbracciato al presidente Bush per dimostrare la loro vicinanza politica.
La pubblicità, già in onda sull’emittente Cnn, è prodotta da MoveOn.org, movimento politico che fa capo alla sinistra radicale americana che ha tra i suoi principali finanziatori il miliardario George Soros e l’ereditiera della catena di hotel Hyatt, Linda Pritzker. Fondata dopo lo scandalo Lewinsky e l’impeachment dell’ex presidente Bill Clinton, l’associazione ha fatto campagna per numerosi candidati democratici nelle passate elezioni. In queste presidenziali sostiene Obama.

-----------------------------------------------------------
Mugabe: «Ho perso ma si voterà ancora»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
A più di un mese dal voto in Zimbabwe le autorità hanno annunciato il risultato ufficiale delle elezioni presidenziali. Il capo dell’opposizione, Morgan Tsvangirai (nella foto), ha vinto il primo turno con il 47,9% dei suffragi, il presidente in carica Robert Mugabe ha ottenuto il 43,2%. A renderlo noto è stata la Commissione elettorale, che ha deciso di convocare il secondo turno visto che nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta, senza peraltro fissare la data del nuovo scontro elettorale. L’opposizione - che afferma di aver vinto con più del 50% dei suffragi il turno del 29 marzo - ha denunciato l’annuncio come un «furto scandaloso».
Secondo i sostenitori di Tsvangirai, la Commissione elettorale avrebbe fornito risultati «non verificati» solo per indire un secondo turno e dare a Mugabe un’ennesima possibilità di essere eletto. Inoltre, anche in questo seconda tornata non vi sarebbe alcuna garanzia di correttezza. Sulla stessa falsariga dell’opposizione si è espresso il governo britannico in un comunicato diffuso dal Foreign Office: i risultati delle elezioni presidenziali annunciati «mancano di credibilità». Un voto di ballottaggio fra Mugabe e Tsvangirai «non sarebbe equo a meno che non siano presenti osservatori internazionali», aggiunge il comunicato. «La campagna di violenza e intimidazioni del presidente Mugabe - ha proseguito il portavoce - insieme all’arresto di 99 funzionari delle commissioni elettorali il mese scorso, mostra esattamente come lo Zanu-PF (il partito di Mugabe, ndr) affronterà il secondo turno».

-----------------------------------------------------------
Olmert nei guai: sotto inchiesta per fondi neri

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il grande sopravvissuto stavolta rischia di non farcela. Dopo aver resistito agli affondi della commissione d'inchiesta sulla guerra in Libano ed essere uscito indenne da almeno tre precedenti indagini, il premier israeliano Ehud Olmert rischia di finir stritolato dagli intrecci tra politica e finanza che hanno accompagnato la sua ascesa alla leadership. A far più notizia e a rendere più precaria la posizione di Olmert contribuisce non tanto la gravità delle accuse quanto la loro segretezza. Una segretezza che il procuratore generale Menahem Mazuz, terrore di tutti i politici e principale artefice delle dimissioni dell'ex presidente Moshev Katsav, vuole mantenere a tutti i costi. Per preservarla ieri mattina ha spedito a casa del premier l'unità anti frode della polizia concedendo l'autorizzazione a tenerlo sotto torchio per oltre 90 minuti.
La procedura, avviata con sole 48 ore di preavviso, non ha molti precedenti e fa pensare a qualcosa di serio e delicato. Secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano Yediot Ahronot il colpo fatale alla carriera del premier potrebbe esser scaturito dall'interrogatorio di un imprenditore americano caduto sotto le grinfie dell'unità anti frode durante un recente viaggio in Israele.


-----------------------------------------------------------
Ministri, Pera o Vito per la Giustizia

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
L’ex presidente del Senato è gradito ai magistrati. Per il portavoce di An si profila un incarico di governo. Resta aperto il nodo Welfare. Montezemolo verso il ruolo di ambasciatore del made in Italy

Roma - «Penso che continuare a testimoniare nel mondo le tante eccellenze e le tante cose positive dell’Italia sia un impegno coerente con le attività che ho sempre svolto e che continuerò a svolgere». Il presidente di Fiat e Ferrari e, per pochi giorni ancora di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha confermato la disponibilità ad accettare l’incarico di ambasciatore del «made in Italy». Ma non riempirà una nuova casella del governo Berlusconi, ha tenuto a precisare. «Non è in discussione un incarico di alcun tipo, di cui peraltro non si è mai parlato. Con senso civico ho solo confermato il mio impegno a rappresentare nel mondo le tante eccellenze e le cose positive dell’Italia attraverso il mio lavoro di imprenditore e di manager».
«Ho sempre detto che chi ha ricevuto molto, e io sono tra questi, è giusto che con senso civico si impegni a dare un contributo al proprio Paese nell’interesse generale», ha aggiunto motivando così il proprio impegno a occuparsi dell’immagine internazionale del sistema-Italia. La conferma è stata salutata con entusiasmo dal vicecoordinatore di Forza Italia e prossimo capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Luca di Montezemolo può dare un contributo positivo», ha detto aggiungendo che si tratta di «un segno della linea aperta e modernizzatrice» di Silvio Berlusconi.
Il premier in pectore, anche ieri ad Arcore, ha continuato a lavorare «a 360 gradi» alla squadra di governo. I principali nodi da sciogliere restano sempre due: la Giustizia e il Welfare.

-----------------------------------------------------------
Prodi dice addio attaccando il Pd

>>Da: andreavisconti
Messaggio 6 della discussione
È il suo ultimo discorso da premier, e Romano Prodi lo sottolinea: «In settimana ci sarà un nuovo governo, e qui io chiudo questa non lunga ma intensa esperienza politica».
L’occasione gliela hanno offerta i Radicali di Marco Pannella, e non è un caso che il presidente del Consiglio abbia deciso di andare proprio da loro, all’Assemblea «dei Mille» post-elettorale di Chianciano, per celebrare il suo addio. «Siete stati i miei ultimi giapponesi, come dice Marco, e di questo vi ringrazio», li ha salutati, godendosi gli applausi calorosi e nostalgici della platea. Emma Bonino è stata uno dei suoi ministri preferiti, per il «sostegno forte e leale» che ha sempre dato al governo, e per il «senso di coscienza e di consapevolezza che ha sempre avuto, interpretando in modo corretto il suo ruolo e rinunciando alle visibilità di bandiera». Cosa che «avrebbe dovuto essere comune a tutti, nel governo», ma così non è stato. Ed è una delle frecciate postume che Prodi si lascia sfuggire, nei confronti della sua ex maggioranza e della sua ex creatura, il Pd.
L’intervento di addio è denso di rivendicazioni orgogliose, di critiche al centrodestra che «ha coltivato la paura per ragioni elettorali», e di rimproveri velati alla «nuova leva» Pd che ora deve raccogliere la sua «impegnativa eredità morale». «È raro - sottolinea - vincere le elezioni con un avversario che ha una organizzazione di massmedia formidabile e senza confronti in tutti gli altri Paesi occidentali. E io le ho vinte due volte», a differenza di Veltroni che le ha perse. Per colpa del suo governo? «Io - dice Prodi - ho avuto il coraggio dell’impopolarità», prendendo misure che «hanno salvato questo Paese, che era lo zimbello della Ue, e risanato davvero l’economia». Così deve fare «un leader», dice, senza «correre dietro» al «nuovismo ad ogni costo» o al «messaggio quotidiano», ma badando ai «contenuti etici» della sua politica. Non fa mai il nome di Veltroni, Prodi, non dà valutazioni sul risultato elettorale del Pd né cita la sconfitta di Roma. Ma critica implicita è chiara, sia alla decisione di correre da soli mandando in soffitta l’Unione (perché il «suo» progetto di Ulivo era diverso, e puntava a «tenere insieme le tante culture del centrosinistra, in una grande convergenza») sia ai contenuti della sfida del Pd a Berlusconi: «Son state derise le 281 pagine del mio programma, ma dietro c’era un lavoro di affiatamento e condivisione. Fare una campagna politica per dire che i programmi non contano nulla è un grosso passo indietro».


-----------------------------------------------------------
Matthias Pfaender: I finti poveri che i soldi li hanno in azienda

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Molti i vip che rischiano di essere additati ingiustamente come evasori
Ci sono redditi e redditi. Ci sono numeri e numeri. Prendi Nanni Moretti: 71.843 euro lordi dichiarati. Nanni Moretti, il regista della Stanza del figlio, di Palombella Rossa, di Aprile, il protagonista di Caos Calmo. Attore, cineasta, produttore. Settantunomila euro lordi possono essere considerati pochi per uno come lui. E forse lo sono. Così come i 28mila di Gabriele Muccino, il giovane talento del cinema italiano. I numeri scorrono su internet, dicono che il 54,07% degli italiani dichiara un reddito inferiore ai 15mila euro l’anno. Ma se questo non sorprende, ciò che fa discutere è il reddito di alcuni personaggi famosi. Voci, chiacchiere, dicerie. Sospetti. La pubblicazione on line dei 730 e dei 740 del 2005 di tutti i contribuenti italiani rischia di scatenare una pericolosa quanto, forse, infondata caccia alle streghe. Perché sarà pur vero che nel nostro Paese di persone che nascondono all’erario parte dei loro redditi ce ne sia in abbondanza, ma non è affatto detto che dagli elenchi pubblicati l’altro giorno dall’Agenzia delle Entrate si può stabilire chi sia evasore e chi no.
I dati pubblicati si riferiscono, infatti, ai soli redditi delle persone fisiche, senza dare alcuna indicazione sui redditi di impresa. Il che vuol dire che tutti i guadagni che i vari imprenditori ottengono grazie alle performance delle loro aziende (e per molti magnati, manager e professionisti è questa la principale fonte di reddito) non sono computati.
Quindi, prima di avvelenarsi l’animo pensando al fatto che un personaggio celebre e icona della sinistra italiana come Nanni Moretti non dichiari gran parte dei suoi introiti, occorre ricordare che il signor Moretti Giovanni detto Nanni possiede un cinema e una casa di produzione (con la quale finanzia le produzioni delle sue pellicole). Ecco, tutti i proventi derivanti da queste due attività non sono presenti negli elenchi diffusi. L’ammontare di queste voci di entrata e le relative imposte sono conoscenza esclusiva, fino alla prossima pubblicazione, di Nanni Moretti e dell’erario.
Moltissimi i casi analoghi a quelli del regista romano: chissà in quanti, spulciando il web alla ricerca del reddito del titolare della propria azienda o del vicino di casa con l’impresa edile e la fuoriserie parcheggiata in cortile avranno pensato: «Guarda lì, l’evasore spudorato». Ora, magari avranno anche azzeccato la «diagnosi». Ma sarà stato un puro caso. Persino il viceministro Vincenzo Visco potrebbe avere altri redditi perché ha uno studio privato. Così i suoi 130mila euro e rotti che a qualcuno avranno fatto alzare il sopracciglio non raccontano tutto.

-----------------------------------------------------------
An, Alemanno: Leader solo chi non ha incarichi istituzionali

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
“Io faccio il sindaco di Roma, non posso essere candidato”. Ma il leader “potrebbe essere una nuova persona e tra l’altro, se va avanti il Pdl, sarebbe una figura di transizione, per pochi mesi”. L’importante è che “non si abbiano incarichi con una forte valenza istituzionale”. Ospite della trasmissione Otto e mezzo, su La7, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parla della guida di An dopo che Gianfranco Fini ha lasciato il suo incarico assumendo la presidenza della Camera. Circola insistentemente il nome di Ignazio La Russa e Alemanno si limita a dire: “Potrebbe, dovremo fare un’assemblea per decidere chi sarà il reggente del partito”. Poi si riferisce al Pdl. Il leader sarà Silvio Berlusconi “finché avrà incarichi politici come presidente del Consiglio. Il giorno che dovesse fare il capo dello Stato o altre cose, non potrebbe più farlo”. Il nuovo primo cittadino della Capitale si sofferma sulla collocazione naturale del Popolo della libertà: “È il Partito popolare europeo. Tanto più, che il Ppe non è più un insieme delle democrazie-cristiane europee”. In questo senso, “il Popolo della libertà deve essere un soggetto politico in cui valori di centro e di destra trovino la loro sintesi. Aznar, d’altra parte, in gioventù è stato un falangista e Sarkozy era gaullista”.

-----------------------------------------------------------
Israele, così funziona la propaganda di Hamas sull’Olocausto

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Mentre lo stato d’Israele piangeva i propri morti durante Yom Ha Shoah, la giornata del ricordo, mentre iniziava la 17esima edizione della “Marsch der Lebenden”, la marcia dei vivi, al suono dello Shofar, il corno di montone, davanti al cancello di ferro che porta la scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi) che introduce all’ex lager di Auschwitz, la propaganda di Hamas si rivolgeva al mondo arabo: i leader ebrei hanno architettato l’assassinio di massa di ebrei handicappati allo scopo di non doverli sostenere. Questo assassinio è ciò che gli ebrei chiamano “Olocausto”. È quanto sostiene un documentario speciale trasmesso dall’emittente televisiva Al Aqsa, di Hamas. Palestinian Media Watch, ente dedicato al monitoraggio di mass-media e libri di testo in lingua araba, ha individuato e tradotto i contenuti del filmato e ne ha caricato una parte su YouTube con il titolo “Stravolgimento di Hamas dell’Olocausto: Gli ebrei hanno pianificato l’Olocausto per uccidere ebrei handicappati”. In precedenza c’era stata una mostra a Gaza: ritrae Israele che brucia bambini palestinesi nei forni crematori. “È l’ultima novità in fatto di demonizzazione di Israele e banalizzazione della Shoah” scrive il Jerusalem Post.


-----------------------------------------------------------
La Libia: «Calderoli ministro? Ripercussioni catastrofiche»

>>Da: ilgattomammone
Messaggio 3 della discussione
Annuncio del figlio del leader libico Gheddafi, Saif El Islam. Il leghista: «La decisione spetta a Berlusconi»

ROMA - Se l'esponente della Lega Nord Roberto Calderoli ridiventasse ministro del prossimo governo Berlusconi si avrebbero «ripercussioni catastrofiche nelle relazioni tra l'Italia e la Libia». Lo ha affermato il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Saif El Islam.

Secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale libica Jana, Saif El Islam Muammar al Gheddafi considera l'eventuale decisione del premier in pectore Silvio Berlusconi di rinominare ministro Roberto Calderoli «un affare interno che riguarda l'Italia», ma nel contempo fa presente «la gravità di questa questione».

La nota della Jana ricorda infatti la manifestazione di protesta scoppiata a Bengasi il 17 febbraio 2006 contro il Consolato italiano nella città libica in seguito alla maglietta con la vignetta anti-islamica mostrata dall'allora ministro delle Riforme durante un'intervista televisiva. I manifestanti furono affrontati dalla polizia in scontri che riportarono un bilancio di 11 morti. «La crisi - si legge nel testo della Jana - è stata allora circoscritta, causando anche le dimissioni del ministro italiano. Ma in seguito alla vittoria della destra italiana nelle ultime elezioni, sono giunte voci sulla possibilità di ricandidare nuovamente quel ministro, che si considera il vero assassino dei cittadini libici morti in quell'occasione».


Breve la nota di commento di Calderoli: «La scelta della squadra di governo spetta a Silvio Berlusconi, che ha avuto un mandato dal popolo che è sovrano, partendo proprio dalle indicazioni che quel popolo gli ha fornito».

----------------------------
Ma come si permette uno stato straniero di intimidire con fare mafioso, lo stato Italiano???
Il figlio del dittatore libico gheddafi si permette di dire che Calderoli ministro sarebbe un fatto grave con gravi ripercussioni rapporti con la Libia.
Ma chi se ne frega della Libia, che chiuda pure tutti i distributori Tamoil vado da un altro ....che chiuda anche l'ambasciata a Roma e poi ....cosa cambia a noi???
Cos'è la Libia ci tiene in scacco???


-----------------------------------------------------------
L'orango pescatore.

>>Da: lazanzaradispettosa
Messaggio 1 della discussione
Foto che ha quasi dell'incredibile, non pensavo potessero essere dotati di una tale intelligenza.
http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/orango-pesca-nuota/1.html

-----------------------------------------------------------
Chris Botti & Shawn Colvin - All would envy

>>Da: lazanzaradispettosa
Messaggio 1 della discussione
http://www.radioblogclub.com/open/150838/chris_botti/Chris%20botti%20and%20shawn%20colvin%20-%20all%20would%20envy

-----------------------------------------------------------
Richard Hawley - coles corner

>>Da: lazanzaradispettosa
Messaggio 1 della discussione
http://www.radioblogclub.com/open/146058/richard_hawley/Richard%20Hawley%20-%20Coles%20Corner

-----------------------------------------------------------

Per interrompere la ricezione di questo messaggio o modificare la frequenza di ricezione, vai a Impostazioni posta elettronica.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/_emailsettings.msnw

Se hai dimenticato la password e vuoi maggiori informazioni, visita il Servizio utenti di Passport.
http://groups.msn.com/_passportredir.msnw?ppmprop=help

Per inviare domande o commenti, passa alla pagina Scrivici.
http://groups.msn.com/contact

Se non vuoi ricevere altri messaggi di posta elettronica da questo gruppo MSN o se hai ricevuto questo messaggio per errore, fai clic sul collegamento "Elimina". Nel messaggio preindirizzato che si aprirà, fai clic su "Invia". Il tuo indirizzo verrà eliminato dalla lista di distribuzione del gruppo.
mailto:Clubazzurrolacless...@groups.msn.com

MSN Gruppi

unread,
May 4, 2008, 6:45:01 AM5/4/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
L'orango pescatore.

>>Da: lazanzaradispettosa
Messaggio 2 della discussione


Foto che ha quasi dell'incredibile, non pensavo potessero essere dotati di una tale intelligenza.
http://www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/orango-pesca-nuota/1.html

>>Da: Bea
Messaggio 2 della discussione
La scimmia imita l'uomo grazie ai neuroni specchio, gli stessi che si sono attivati nell'uomo per compiere quell'azione, quella foto è bellissima.


-----------------------------------------------------------
Chris Botti & Shawn Colvin - All would envy

-----------------------------------------------------------
Richard Hawley - coles corner

-----------------------------------------------------------
Epatite e artrite, la cura è nelle… formiche?

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Secondo uno studio dell’Università di Hong Kong, il loro organismo contiene due efficaci principi attivi antinfiammatori

1 MAG – Un rimedio contro malattie importanti come l’artrite o l’epatite potrebbe arrivare dal più insospettabile degli abitanti della Terra: le formiche. Nell’organismo di una particolare specie di questi insetti, che si trova in Cina, vi sarebbero due efficaci principi attivi antinfiammatori. Lo ha scoperto un pool di ricercatori dell’Università di Hong Kong, al termine di uno studio appena pubblicato sulla rivista “Journal of Natural Products”.
Le sostanze benefiche sarebbero due polichetidi, presenti anche in funghi e piante. Va detto che le formiche sono usate in Cina come cibo e per curare numerose patologie già da migliaia di anni. E a quanto pare non sono gli unici animali ad avere proprietà curative.


-----------------------------------------------------------
Infarto, potremo prevederlo con una goccia di saliva

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Allo studio negli Usa un chip che esamina le proteine collegate con la trombosi, l’arteriosclerosi e la sindrome coronarica acuta.

19 APR - Poche gocce di saliva possono diventare una spia dell'infarto e aiutare la diagnosi precoce: basta sistemarle su un mini-laboratorio delle dimensioni di una carta di credito, dove dei chip segnaleranno in 15 minuti la presenza o meno di proteine note per essere collegate all'infarto. Il chip è allo studio negli Usa, presso l'università del Texas, a Austin, ed è stato presentato nel corso dell’ultimo congresso dell'Associazione americana per la ricerca dentale.
“Molte vittime di attacchi di cuore, soprattutto donne, non avvertono sintomi particolari e di conseguenza la mancata diagnosi dell'infarto può essere all'origine di danni permanenti al tessuto cardiaco”, ha osservato il biochimico John McDevitt, responsabile della ricerca. I chip del mini-laboratorio sono programmati per riconoscere 32 proteine che un gruppo di odontoiatri dell'università del Kentucky ha isolato dopo avere analizzato la saliva di 56 persone che avevano avuto un infarto e 59 in buona salute. Le proteine, associate a trombosi, aterosclerosi e sindrome coronarica acuta, sono presenti in grandi concentrazioni nella saliva di chi ha avuto un infarto.
Invita alla cautela il genetista Giuseppe Novelli, dell'università di Roma Tor Vergata: “Molto spesso prodotti come questi risentono più delle spinte del mercato che non del valore scientifico. In ogni caso è importante sottolineare che test come questi non hanno di per sé valore ai fini della diagnosi, ma sono test probabilistici, utili solo se considerato in un contesto più generale, che tenga conto di un'accurata valutazione clinica del paziente e dell'anamnesi familiare”.


-----------------------------------------------------------
La forma del cuore rivela il suo stato di salute

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Studio italiano: se assomiglia a un’ellisse, sta bene. Se ricorda una sfera, sono più probabili problemi di funzionalità

29 MAR – Lo stato di forma del cuore si vede dalla sua geometria: se ricorda un’ellisse, le probabilità che sia in buona salute e piena funzionalità sono alte. Se è più vicino a una sfera, non si possono escludere pericoli in arrivo. A collegare l’efficienza del muscolo cardiaco alle sue sembianze è stato per la prima volta uno studio italiano, realizzato dall’università “La Sapienza” di Roma, e presentato al Congresso dell'American College of Cardiology di Chicago. “Utilizzando l'ecocardiografo a 3D, strumento di ultima generazione che consente di scattare una 'fotografia' tridimensionale del cuore”, ha spiegato Francesco Fedele, presidente della Società italiana di cardiologia, “si è visto che la forma, cioè la geometria del cuore, e non solo il suo volume, risulta un parametro fondamentale per la prognosi. La forma influenza insomma la funzionalità del cuore stesso”.
Si tratta di un nuovo, importante parametro che permetterà ai cardiologi di monitorare con più attenzione la salute del cuore. Tramite un esame non invasivo e dunque ripetibile.


-----------------------------------------------------------
Il Tai Chi può aiutare i diabetici

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L’arte marziale cinese contribuisce a tenere bassi i livelli di zucchero nel sangue e a rafforzare le difese immunitarie

3 APR – I suoi movimenti lenti e armoniosi, uniti a una respirazione profonda ed equilibrata, sono molto più che una coreografia millenaria. Ma possono avere effetti terapeutici molto importanti. Anche su una patologia delicata e diffusa come il diabete di tipo 2. Il Tai Chi, la millenaria arte marziale di origine cinese, è in grado di potenziare il sistema immunitario, ma soprattutto di tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue. Lo sostengono due studi separati, condotti uno a Taiwan, l'altro in Australia, pubblicati dal “British Journal of Sports Medicine”.
Lo studio di Taiwan ha messo a confronto 30 persone con diabete con 30 sane. In 12 settimane, i partecipanti hanno imparato i movimenti del Tai Chi con un istruttore e un video che potevano guardare a casa. Si sono allenati tre giorni a settimana, con lezioni di un'ora. Alla fine del programma, i livelli di zucchero nel sangue erano scesi mentre il sistema immunitario era potenziato (al contrario, l'attività fisica intensa può deprimere il sistema immunitario).
Lo studio australiano, più circoscritto (solo 11 partecipanti), ha dato risultati simili. In più, sono stati notati anche altri benefici: perdita di peso, diminuzione della pressione del sangue e miglioramento della resistenza all'insulina.


-----------------------------------------------------------
Condimenti afrodisiaci, ecco il poker d'assi

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Dal chiodo di garofano all'aglio, dal peperoncino al rosmarino, tutti i segreti che fanno bene all'amore


Dal chiodo di garofano all'aglio, dal peperoncino al rosmarino: molte sono le spezie ed i condimenti ritenuti nella cultura popolare afrodisiaci, cioè stimolanti il desiderio sessuale e capaci di aumentare la potenza delle prestazioni amorose. ... Il rosmarino era uno degli ingredienti del famoso "elisir di giovinezza", mentre la Cannella, spezia orientale ampiamente conosciuta ed utilizzata in cucina, entra a far parte di varie “pozioni” indicate dalla tradizione erboristica come utili per ritrovare il perduto entusiasmo amoroso.
Lo sostiene il fitoterapeuta Fabio Firenzuoli,direttore del Centro di Medicina naturale, Ospedale San Giuseppe, Empoli, il quale ha stilato un catalogo al riguardo.

Ed ecco allora ricette su ricette con cannella in vino di Malaga o meglio ancora con acquavite, timo coriandolo e vaniglia, per esempio nella formula magica dell' “amore perfetto”, celebre liquore del dottor Valnet. Tutte bellissime favole costruite nel tempo per farci sognare, certamente curiose, anche se un po' abbastanza lontane dalla realtà scientifica Dalle erbe più comuni a quelle più strane. Quando invece si pensa alle erbe afrodiasiche il pensiero va subito ad una pianta messicana dal nome suadente e non casuale, la Turnera afrodisiaca (o Damiana): si dice che abbia vere proprietà vivacizzanti le effusioni e prestazioni amorose, ed in particolare per le donne. In realtà tutto questo fa ancora parte delle varie leggende metropolitane sugli afrodiasiaci, perché non c'è alcuna dimostrazione scientifica né sull'efficacia né sulla sua sicurezza.

Un'altra pianta tipicamente ritenuta capace di stimolare il desiderio sessuale proviene dall'estremo oriente, è molto aromatica, gradevole, si chiama Unona odorantissima (o Ylang-Ylang), é un'erba che proviene dall'Estremo Oriente, dalle Filippine, da Giava e dal Madagascar, molto usata anche in profumeria. La tradizione consiglia di utilizzare l'essenza prima di un incontro amoroso ad alta tensione emotiva. Si dice che il successo sia assicurato, anche se utilizzato per frizioni ai polsi ed alle tempie. Sarebbe bello se fosse provato!

Le piante invece scientificamente più studiate sono invece lo Yohimbe, un albero africano dalla cui corteccia si ottiene una polverina ricca di alcaloidi ad attività specifica sul sistema nervoso autonomo, che governa anche la funzione sessuale. In particolare consente di aumentare il riempimento dei corpi cavernosi del pene e migliorare così le prestazioni sessuali. Si tratta di un prodotto fitoterapico utilizzabile su prescrizione medica, utilizzato anche dagli stessi urologi. Non può essere disponibile tra i prodotti erboristici da banco.

La radice del Ginseng ha storia sufficiente per poter essere utilizzata nella prevenzione e cura dell'impotenza. Recentemente su un'importante rivista internazionale di urologia la sua efficacia è stata dimostrata sperimentalmente su animali affetti da diabete, una malattia che nell'uomo spesso è responsabile di impotenza. Comunque esistono già clinical trials con dati sulla efficacia del Ginseng nell'uomo. La pianta deve essere assunta sotto forma di estratto in idonea preparazione farmaceutica, facendo bene attenzione ai criteri di ordine qualitativo ed escludendo i pazienti con controindicazioni (cardiopatie, malattie della coagulazione, pazienti in terapia farmacologica, per il risch

-----------------------------------------------------------
L’agopuntura aumenta le probabilità di restare incinta

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Aumenta l'afflusso di sangue all'utero, rilassa la cervice e inibisce gli ormoni dello stress che complicano l'impianto dell'embrione

Chi ricorre all’agopuntura per facilitare la fecondazione assistita ha il 65% di probabilità in più di restare incinta. È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista “British Medical Journal”, secondo cui l’antica pratica della medicina orientale aumenta l'afflusso di sangue all'utero, rilassa la cervice e inibisce gli ormoni dello stress che rendono più difficile l'impianto dell'embrione nell'utero. La ricerca contrasta però con altri studi meno ottimisti: in base a questi lavori, infatti, le probabilità di successo della fecondazione in vitro migliorerebbero grazie all’agopuntura solo del 10%.


-----------------------------------------------------------
Lo sport di squadra protegge dal rischio anoressia

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Le discipline individuali espongono al pericolo di essere ossessionati dal proprio corpo, perché l’atleta guarda solo al risultato

12 APR – Giocare a basket, volley o calcio può proteggere dal rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione come l’anoressia o la bulimia. Discipline individuali come il body building o il pattinaggio, al contrario, espongono maggiormente al rischio di avere problemi di questo tipo. Ne ha parlato Umberto Nizzoli, direttore del programma Salute e alimentazione dell'Asl di Reggio Emilia, al convegno organizzato dalla Società italiana per lo studio dei disturbi alimentari: ''Ci sono alcuni fattori di protezione e di vulnerabilità che non hanno un rapporto diretto nell'insorgenza della malattia, ma di facilitazione e predisposizione nella presenza di altre condizioni. Uno di questi è senz'altro lo sport''.
In generale, infatti, è un fattore di protezione dai disturbi alimentari, ''soprattutto quando lo si fa in squadra”, ha detto ancora Nizzoli, “perché non si è concentrati su se stessi, ma sul risultato che ottiene il gruppo''. Con gli sport individuali, soprattutto se praticati a livello agonistico, il rischio è molto più elevato, perché è il risultato l'unico obiettivo. ''Quindi se si fallisce, anche sotto le pressioni di genitori e allenatori, si comincia ad essere ossessionati dalla propria immagine del corpo, la sua tonicità, la fobia che non funzioni. In particolare sono a rischio i maschi che praticano body building e le femmine che fanno ginnastica artistica e pattinaggio''.


-----------------------------------------------------------
Corri e vai in bici, fermerai il tempo

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Fare jogging o pedalare con regolarità, superati gli “anta”, può aiutare a dimostrare fino a 12 anni di meno

21 APR - Rispolverate la bici dalla soffitta. Tirate fuori quel paio di scarpe da ginnastica riposte da troppo tempo. Se volete rallentare la corsa dell’orologio biologico, è di loro che avete bisogno. Secondo uno studio canadese, fare attività fisica regolare anche una volta superati gli “anta”, può ritardare l'invecchiamento fino a 12 anni. Insomma, l'esercizio è in grado di rallentare e perfino invertire il calo di forza muscolare, equilibrio e coordinazione tipico dell'avanzare degli anni. Senza questo elisir naturale, il massimo potere aerobico arriva a dimezzarsi nell'uomo tra i 20 e i 60 anni, mentre le donne cominciano a perdere smalto intorno ai 35 anni. L'attività aerobica e l'allenamento cardiovascolare, invece, sono un mix in grado di aiutare l'organismo a compensare i danni legati al passare del tempo, scrivono i ricercatori della Toronto University sul “British Journal of Sports Medicine”.
La ricerca ha indagato sui benefici dell'allenamento nella mezza età. Scoprendo che l'attività aerobica ad alta intensità per un periodo relativamente lungo potrebbe incrementare il massimo potere aerobico del 25%. E secondo Roy Shephard, responsabile dello studio, l'esercizio aerobico a lungo termine può aiutare a conservare o ripristinare il potere aerobico nel corso della vita. Un effetto che corrisponderebbe a far tornare indietro le lancette dell'orologio biologico di 12 anni.


-----------------------------------------------------------
Vuoi difendere la pelle? Chiedi aiuto al pomodoro

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
l’alleato migliore contro rughe, scottature e tutti gli altri fattori di invecchiamento della cute: aumenta la protezione del 33%

4 MAG – A tavola è imbattibile. Per la salute, idem. Se consideriamo i benefici che apporta alla nostra pelle, il pomodoro è un alleato di cui non possiamo proprio fare a meno. Per difenderci al meglio dalle aggressioni dei raggi ultravioletti (Uv), spiega la British Society for Investigative Dermatology, non possiamo fare a meno di una componente essenziale del pomodoro, il licopene, che aumenta le sue concentrazioni quando viene cotto. Dunque, via libera alle salse che usiamo per condire due pietanze tipiche della sanissima dieta mediterranea: la pasta e la pizza.
Lo studio condotto dagli scienziati britannici ha coinvolto 10 persone a cui sono stati somministrati 55 g di concentrato di pomodoro e 10 g di olio d'oliva. Ad altre 10 persone solo la stessa dose di olio. Dopo tre mesi di trattamento al pomodoro, quelli che avevano assunto il pomodoro mostravano un grado di protezione della pelle dai raggi Uv superiore del 33% rispetto agli altri.


-----------------------------------------------------------
Le uova non mettono a rischio il cuore

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Uno studio britannico esclude i tanti luoghi comuni legati al rischio colesterolo e allo sviluppo di malattie cardiache

Dimenticate uno dei luoghi comuni della tavola più duri a morire: mangiare uova non fa male alla salute. Anzi, offre più vantaggi che rischi. Ne è convinto un ricercatore della University of Surrey (Gran Bretagna), secondo cui non c’è motivo per cui le uova debbano essere associale allo sviluppo di malattie cardiache o al colesterolo alto.
Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sulla rivista scientifica “European Journal of Nutrition”, Bruce Griffin ha analizzato 30 studi diversi condotti negli ultimi 30 anni. “Gli effetti delle uova sulla salute”, ha spiegato, “sono un argomento controverso. Ma alcuni studi contengono dati e informazioni anomali e incongruenti”. Se ricerche precedenti hanno concluso che un uovo al giorno aumenta il rischio di morte prematura (a causa di patologie cardiache e vascolari), Griffin crede che mangiarle offra molti più vantaggi che rischi. Mangiare le uova a colazione potrebbe addirittura contribuire a far perdere peso. Insomma, le uova farebbero male solo se si esagera con le quantità. E se si è già a rischio elevato di colesterolo: “Tutti gli altri possono mangiarle senza paura”.


-----------------------------------------------------------
Telefoni verdi per insetti

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Alcune specie di insetti erbivori usano le radici e le foglie delle piante come trasmettitori di segnali

Gli insetti che vivono nel sottosuolo trasmettono informazioni a quelli che vivono fuori con segnali chimici che passano attraverso le piante, dalle radici alle foglie. È questa la scoperta fatta dall’ecologista olandese Roxina Soler e dal suo gruppo di ricerca del Netherland Institute of Ecology (NIOO-KNAW) con la sua tesi di dottorato. Lo studio getta nuova luce sulle capacità di comunicazione degli insetti.

Molti insetti erbivori crescono più lentamente se si nutrono di piante sulle cui radici vivono altri insetti e viceversa. Gli insetti che vivono sul terreno preferiscono quindi mangiare piante che non sono presidiate da altri insetti sotterranei. Ma come fare a scoprire chi c’è sotto terra? Roxina Soler sembra aver scoperto come questi insetti abbiano risolto il problema.


Attraverso la selezione naturale, gli insetti avrebbero sviluppato un meccanismo di comunicazione che permette loro di rivelare la presenza di altri evitando così una competizione inutile. Gli insetti sotterranei trasmettono segnali chimici che si propagano attraverso la pianta fino alle foglie: qui vengono recepiti dagli insetti che zampettano sul terreno alla ricerca di piante commestibili. Così specie di insetti che non sono in contatto tra loro evitano di entrare in competizione per la stessa pianta.

In questo ingegnoso sistema le piante diventano delle specie di “telefoni verdi” che permettono anche di comunicare con altri animali, per esempio con i bruchi, che rappresentano il peggiore nemico naturale, o con le vespe parassite che depositano le loro uova nel corpo di altri insetti e che riescono più facilmente a trovare il posto giusto per deporre.

Il fenomeno è stato finora studiato in pochi casi e non si conosce ancora la sua diffusione.

-----------------------------------------------------------
Inventati gli eritrociti artificiali, utili in alcune malattie

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I globuli rossi circolano nell’organismo portando ossigeno ai tessuti e eliminando l’anidride carbonica. Per fare questo devono a volte “strizzarsi” dentro a capillari sanguigni che arrivano fino a un diametro minimo di 3 micrometri. Alcune malattie come la malaria però fanno perdere alle cellule del sangue la capacità di deformarsi.

Date le dimensioni minime e la funzione complicata, nessuno fino ad oggi era mai riuscito a crearne una versione artificiale per aiutare le persone affette da queste patologie.

Joseph DeSimone, ingegnere chimico dell’Università del North Carolina, negli stati Uniti, pensa di esserci finalmente riuscito. Il ricercatore ha messo a punto dei piccoli sacchetti di polietilene glicolico, di soli 8 micrometri di diametro – delle dimensioni cioè comparabili a quelle dei globuli rossi umani – che riescono a deformarsi in modo tale da passare attraverso i capillari più sottili.

Il polietilene glicolico è una sostanza accettata dall’organismo umano, e si lega facilmente con altre sostanze, caratteristica che lo rende ideale per trasportare molecole, come per esempio l’emoglobina, alla quale si attaccano ossigeno e anidride carbonica. Questi globuli artificiali potrebbero inoltre trasportare anche farmaci nel circolo sanguigno.

DeSimone ha iniettato queste cellule artificiali in alcuni roditori che non hanno evidenziato alcun effetto avverso. Ora c’è bisogno di test più approfonditi.


-----------------------------------------------------------
“Abbassa lo sguardo!”, disse lo storno

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Uno studio dimostra come gli uccelli cerchino lo sguardo del possibile predatore per capire se sono in pericolo oppure no.

Anche se molto abusata, l'affermazione che “gli occhi sono lo specchio dell'anima”, sintetizza bene quanto da uno sguardo di una persona si riesca a capire molto; spesso si riesce anche a prevederne le azioni.

Non sono solo gli umani a pensarlo, ma anche gli storni, i piccoli uccelli scuri che siamo abituati a vedere nelle città. Una ricerca appena pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B e condotta dall'Università di Bristol, ha dimostrato come gli uccelli si tengano alla larga dal cibo se incrociano lo sguardo di un umano. Non è per timidezza, ma per il fatto che i predatori tendono a guardare la loro preda prima di attaccarla. Se invece la persona sta semplicemente vicino ma il suo sguardo è rivolto altrove, gli uccelli continuano a nutrirsi mangiando più in fretta e più cibo (un po' come succedeva nella scena di “Fantozzi contro tutti” quando il protagonista mangiava il più possibile prima che lo vedesse il dietologo).

“Questo è un interessante esempio di come gli animali possano percepire segnali sottilissimi, usandoli a loro vantaggio”, spiega Julia Carter, a capo dell'esperimento. Rispetto alla semplice presenza nelle vicinanze di un predatore e del rischio che ciò comporta, l'orientamento della testa del predatore e la direzione dello sguardo sono indicatori molto più sottili di pericolo, dal momento che molti di essi quando sono intenzionati ad attaccare orientano la testa e gli occhi verso la loro preda.

“Reagendo alla direzione dello sguardo, gli storni più arguti ottengono un notevole vantaggio competitivo sugli altri, meno osservatori”, aggiunge Carter. “Questo lavoro sottolinea l'importanza di considerare ogni minimo segnale che potrebbe essere usato dagli animali nell'iniziare un qualsiasi processo”.

-----------------------------------------------------------
L’antico equilibrio della CO2

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Per milioni di anni un sistema di feedback naturale ha garantito l’equilibrio della concentrazione di anidride carbonica atmosferica terrestre

Terra, acqua e cielo, per milioni di anni hanno mantenuto un perfetto bilancio fra la CO2 rilasciata e quella assorbita. Le emissioni umane recenti hanno distrutto questo meccanismo, come dimostra una ricerca dell’Università di Hawaii e il Carnegie Institution pubblicato su Nature Geoscience online.

Ken Caldeira del Dipartimento di Ecologia Globale del Carnegie Institution e Richard Zeebe dell’Università di Hawaii hanno analizzato il livelli di CO2 nell’atmosfera degli ultimi 610.000 anni basandosi su campioni raccolti dalle bolle di gas intrappolate nei ghiacci antartici. Hanno poi creato un modello al computer che simulava come l’anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera dai vulcani e altri fenomeni naturali viene riciclata attraverso i minerali che intrappolano la CO2 nella crosta terrestre.

I ricercatori hanno dimostrato che in centinaia di migliaia di anni questo equilibrio non ha mai sbagliato di più di uno o due punti percentuali.


Purtroppo l’azione dell’uomo ha vanificato gli effetti di questo sistema. “Lo scompenso nel ciclo del carbone che stiamo creando con le nostre emissioni è enorme rispetto a quelli osservati attraverso i campioni antartici,” spiega Caldeira. “Emettiamo CO2 a una velocità troppo grande per aspettarci che la Natura ponga rimedio ai nostri errori. Continuando a bruciare carbone, olio e gas provocheremo cambiamenti a lungo termine del clima terrestre e della composizione chimica degli oceani.”

-----------------------------------------------------------
Antica pittura ad olio sulla Via della Seta

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Una recente scoperta rivela che gli antichi artisti afgani erano avanti di centinaia di anni rispetto ai colleghi europei nell’uso del colore.

Yoko Taniguchi, ricercatrice al National Research Institute for Cultural Properties di Tokyo, insieme ai suoi colleghi, ha analizzato le pitture trovate sulle pareti delle caverne di Bamiyan in Afganistan, oggi dichiarate patrimonio UNESCO dell’umanità, che risalgono a VII e VIII secolo e ha scoperto che contengono dei pigmenti ad olio, probabilmente estratto da noci e semi di pioppo.
Le caverne di Bamiyan si trovano proprio vicino alla statua gigante di Budda che è stata distrutta dai talebani nel 2001. Nella stessa azione sono stati danneggiati anche i dipinti sulle pareti che ritraggono Budda e altre creature della religione buddista, eseguiti forse da anonimi viaggiatori sulla Via della Seta.

Taniguchi ha usato i raggi X prodotti dal sincrotrone di Grenoble in Francia (ESFR) per determinare la composizione dei pigmenti delle minuscole particelle prelevate dai dipinti. La luce di sincrotrone può essere usata come una specie di “microscopio” ad alta precisione, che grazie all’intensità del raggio riesce ad analizzare piccolissimi campioni di materiale. Attraverso metodi spettroscopici si sono poi identificate le sostanze organiche presenti nella pittura.

Oltre ai pigmenti tipici dell’epoca antica, come il vermiglio (solfuro di mercurio) e il bianco (carbonato di piombo), è stata trovata una varietà di leganti chimici, tra cui resine naturali, gomme e probabilmente estratti di pelli di animali, uova e oli vari.
La presenza di oli è sorprendente, perché sono molto difficili da asciugare e per questo non venivano generalmente utilizzati dai pittori antichi. Inoltre le pitture ad olio sono molto più difficili da conservare, soprattutto in un ambiente come una caverna, umido e popolato da funghi e batteri.

Sebbene alcuni studiosi ritengano che la scoperta debba essere confermata da analisi più accurate e che gli oli potrebbero essere solo il frutto di contaminazioni, gli autori della ricerca sono convinti dei risultati. Sostengono che gli oli hanno delle caratteristiche non confondibili nell’analisi spettroscopica e che la loro presenza è stata confermata con la tecnica della cromatografia. Il fatto che gli oli siano stati trovati sotto altri strati di pittura, escluderebbe l’ipotesi di contaminazione.
Sapere quale sia il legante del colore, oltre ad avere un suo intrinseco interesse storico e culturale, è importante per scegliere il metodo migliore per la conservazione dei dipinti.

La ricerca è pubblicata sul Journal of Analytical Atomic Spectroscopy


-----------------------------------------------------------
Il fascino ultravioletto di Mr. Ragno

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I ragni saltatori hanno occhi particolarmente complessi e una vista acuta, e l'occhio principale è dotato di fotorecettori sensibili agli UV-A, ma non si sa ancora come possano rilevare gli UV-B

Le femmine di alcuni ragni sono attratte per l'accoppiamento dai maschi che riflettono i raggi ultravioletti B, la scoperta - che testimonia per la prima volta l'uso dei raggi UV-B come strumento di comunicazione fra i membri di una specie - è stata fatta da alcuni ricercatori della National University of Singapore, che la illustrano in un articolo su "Current Biology".
In una serie di esperimenti sui rituali di accoppiamento dei ragni, Daiqin Li e collaboratori si sono infatti accorti che le femmine di Phintella vittata, un aracnide dei Salticidi, noti anche come ragni saltatori, preferiscono i maschi che riflettono i raggi UV-B rispetto a quelli che non lo fanno, escludendo che la scelta dipendesse dalla brillantezza generale dell'animale o dalla sua capacità di riflettere gli UV-A.

Diversi artropodi e vertebrati dispongono di strutture del corpo in grado di riflettere i raggi ultravioletti e di fotopigmenti a essi sensibili, ma finora gli studi si erano limitati a considerare la regione spettrale degli UV-A, che fa parte di quella visibile per diverse specie.

"Da molto tempo si sa che su un'ampia gamma di organismi viventi i raggi UV-B hanno un effetto dannoso, a partire dai tumori della pelle e dai danni retinici che possono produrre in tutti i mammiferi", ha spiegato Daiqin Li. "Per questo si riteneva generalmente che gli animali fossero incapaci di percepire le lunghezze d'onda potenzialmente dannose degli UV-B."

I ragni saltatori hanno occhi particolarmente complessi e una vista acuta, e l'occhio principale è dotato di fotorecettori sensibili agli UV-A; ma resta ancora poco chiaro come possano rilevare gli UV-B, dato che l'assorbanza delle proteine in quella parte dello spettro dovrebbe impedirne la visione.

Secondo Li, le ipotesi finora fatte sugli UV-B "hanno ritardato e scoraggiato la ricerca sul significato adattativo degli UV-B e della loro visione nella comunicazione animale. Il nostro studio è il primo a esplorare questa possibilità".


-----------------------------------------------------------
Si espande l'Oceano povero di ossigeno

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Fra i 300 e i 700 metri di profondità il tasso di diminuzione annua è stato stimato tra 0,09 e 0,34 micromoli per chilogrammo in mezzo secolo

Le acque povere di ossigeno occupano ampi volumi degli oceani tropicali orientali di profondità intermedia.
Le condizioni di scarsità di ossigeno hanno infatti un impatto ad ampio raggio sugli ecosistemi, dal momento che importanti macrorganismi mobili evitano tali zone, ma anche in tal modo non riescono a sopravvivere. I modelli climatici prevedono un declino nell’ossigeno disciolto nell’oceano a causa del riscaldamento globale.

Nell’articolo Expanding Oxygen-Minimum Zones in the Tropical Oceans pubblicato sull'ultimo numero di "Science", Lothar Stramma e colleghi dell’Università di Kiel e del Leibniz Insitute for Baltic Sea Research Warnemünde di Rostock in Germania, in collaborazione con la National Oceanic and Atmospheric Administration di Seattle, nello stato di Washington, Stati Uniti, e della Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, in California, mostrano le serie storiche degli ultimi 50 anni della concentrazione di ossigeno disciolto per alcune regioni oceaniche tropicali ottenute completando le registrazioni storiche con gli ultimi dati che si sono resi disponibili.

Questa serie rivela l’espansione verticale avvenuta negli ultimi cinque decenni di queste zone di bassi livelli di ossigeno alle profonde intermedie nel Atlantico tropicale orientale e nel Pacifico equatoriale.

Nello strato compreso tra i 300 e i 700 metri di profondità, il tasso di diminuzione annua è stato stimato tra 0,09 e 0,34 micromoli per chilogrammo.

Si tratta di riduzioni significative che, se non corrette nei prossimi anni, non mancheranno di avere drammatiche e conseguenze per gli ecosistemi costieri e sulle economie basate sul loro sfruttamento.


-----------------------------------------------------------
Anticorpi monoclonali contro l'influenza

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La tecnica può essere applicata anche per creare anticorpi contro altre infezioni, come l'epatite C, lo pneumococco e l'antrace

Gli anticorpi monoclonali umani contro l'influenza potranno essere rapidamente prodotti in laboratorio: lo riferisce un articolo di un gruppo di ricercatori della Oklahoma Medical Research Foundation (OMRF) e della Emory University che firma un articolo pubblicato sull'ultimo numero di "Nature". Grazie a una nuova tecnica, i ricercatori sono riusciti a produrre grandi quantità di questi anticorpi specifici contro l'influenza nel giro di poche settimane, contro i tre mesi necessari con le metodologie attuali.
Quando un'infezione colpisce l'organismo, il sistema immunitario inizia a produrre anticorpi, ma la maggior parte di essi non è efficace e solo una piccola parte si lega e neutralizza l'agente infettivo, e questo rappresenta il "collo di bottiglia" che rende molto lenta e faticosa la produzione di anticorpi monoclonali secondo la metodologia tradizionale. "Si trattava di un approccio simile alla ricerca di un ago nel pagliaio. Il problema è che non si può identificare e scegliere in modo semplice le cellule che producono gli anticorpi contro i patogeni che si vuole combattere", ha detto Patrick Wilson, che ha diretto la ricerca con J. Donald Capra e Jens Wrammert.

Un secondo metodo, quello che consiste nel creare anticorpi ibridi con cellule B di tipo, è più rapido, ma esiste il rischio di incompatibilità fra le proteine di questi anticorpi ibridi e l'organismo, che può reagire in modo imprevedibile.

Il nuovo processo prevede invece l'isolamento di plasmacellule dal sangue di persone che abbiano ricevuto il vaccino contro l'influenza, delle quali vengo successivamente clonati i geni per gli anticorpi. Le plasmacellule rappresentano l'elemento centrale della reazione iniziale a un'infezione o a una vaccinazione, ma la loro vita - a differenza di quella delle cellule B - è molto breve ed esse si autodistruggono nel giro di pochi giorni. Nel loro studio i ricercatori hanno trovato un modo per catturare e isolare le plasmacellule circolanti poco dopo la vaccinazione, intercettando quelle che producevano anticorpi anti-influenza specifici: circa l'80 per cento delle plasmacellule isolate le produceva.

"I vaccini possono attivare il sistema immunitario, ma richiedono tempo per agire, a volte non offrono meno del 100 per cento di protezione e c'è il rischio di effetti collaterali", ha osservato Stephen Prescott, che dirige l'OMRF. La risposta di questi anticorpi è invece molto rapida e mirata; inoltre, essi potrebbero essere prodotti anche a partire dalla risposta immunitaria di persone che hanno un'infezione, anche cronica, in corso.

Wilson e collaboratori stanno ora lavorando per creare anticorpi contro altre infezioni, come l'epatite C, lo pneumococco e l'antrace.


-----------------------------------------------------------
Un nuovo test rapido per la malaria

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La tecnica, sviluppata grazie anche al sostegno dell’Unione Europea, sfrutta le tecnica magneto-ottica per rivelare un prodotto di scarto del parassita

Ricercatori delle Università di Exeter e Coventry hanno sviluppato la prima tecnica di diagnosi della malaria in grado di sfidare i rapid diagnostic test (RDT) attualmente utilizzati sul campo. I risultati preliminari, ora pubblicati sulla rivista “Biophysical Journal”, suggeriscono come la tecnica possa essere efficace quanto gli RDT e al contempo più veloci ed economici, caratteristiche che li renderebbero un’alternativa potenzialmente affidabile.

Il gruppo sta ora lavorando su una versione non invasiva del dispositivo, che potrà cominciare una serie di test in Kenia per la fine di quest’anno, grazie al contributo del Dipartimento di ricerca biomedica del Royal Tropical Institute (KIT) di Amsterdam.

La tecnica, sviluppata in due anni grazie anche al sostegno dell’Unione Europea, sfrutta le tecnica magneto-ottica (MOT) per rivelare nel sangue umano la presenza di emozoina, un prodotto di scarto del parassita della malaria. I cristalli di emozoina sono debolmente magnetici e hanno una forma rettangolare facilmente distinguibile. Inoltre, possiedono un dicroismo ottico, cioè assorbono la luce lungo la loro lunghezza in misura maggiore rispetto alla larghezza. In pratica, quando i cristalli sono allineati da un campo magnetico polarizzano la radiazione luminosa.

Questa nuova tecnologia trae vantaggio da queste proprietà fisiche per fornire una precisa lettura della presenza di emozoina in un campione di sangue di dimensioni limitate in meno di un minuto.

Il nuovo dispositivo utilizza un approccio totalmente differente rispetto alle RDT, che utilizzano un agente chimico per rivelare gli antigeni associati al parassita della malaria. Uno dei problemi delle RDT è che necessitano di essere mantenute in un dato intervallo di temperatura, una precauzione difficile da garantire in condizioni climatiche estreme.

-----------------------------------------------------------
Strategia inversa contro l'HIV

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La soppressione della proteina ITK rende decisamente meno efficaci molte delle strade che l'HIV utilizza per infettare le cellule, rallentando o inibendo l'infezione

Una nuova strategia per contrastare il virus HIV, che potrebbe aggirare il problema dello sviluppo della farmaco-resistenza, è stata proposta da un gruppo di ricercatori dei National Institutes of Health (NIH) che la descrivono in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Nei primi test in vitro i ricercatori sarebbero infatti riusciti a bloccare l'infezione da HIV inattivando una proteina espressa dalle cellule del sistema immunitario.
La maggior parte dei farmaci utilizzati contro l'HIV ha come bersaglio proteine del virus; poiché però l'HIV manifesta un elevato tasso di mutazioni genetiche, questi bersagli si modificano rapidamente, portando al fenomeno della farmaco-resistenza. Per evitarlo, vengono prescritti cocktail di farmaci con più bersagli, oppure vengono cambiati i farmaci. Questa strategia può comportare effetti tossici e non sempre funziona.

Il gruppo di ricerca diretto da Pamela Schwartzberg ha scoperto che interferendo con la proteina ITK (interleukin-2-inducible T cell kinase) si può bloccare l'infezione delle cellule T. ITK è una proteina segnale che attiva i linfociti T. "La soppressione della proteina ITK rende decisamente meno efficaci molte delle strade che l'HIV utilizza per infettare le cellule, rallentando o inibendo l'infezione", ha detto la Schwartzberg.

Nei loro esperimenti i ricercatori hanno utilizzato sia inibitori chimici sia un inibitore genetico - sfruttando l'interferenza a RNA - per bloccare la proteina ITK nei linfociti T umani. Successivamente hanno potuto constatare che in tal modo la capacità dell'HIV di penetrare nelle cellule e di replicarsi era drasticamente ridotta. L'inibizione della proteina ITK non ha peraltro mostrato di interferire in modo significativo con la sopravvivenza e la funzionalità dei linfociti.

Ciò che rende speranzosi i ricercatori circa la possibilità di sviluppare farmaci anti-Aids a partire dalla loro scoperta è anche il fatto che gli inibitori della ITK sono glà allo studio come possibili farmaci contro l'asma e altre patologie del sistema immunitario. "Già diverse compagnie farmaceutiche hanno pubblicato ricerche sugli inibitori della ITK nel quadro dei loro programmi. Noi speriamo che altre ricerche estendano i nostri risultati e che gli inibitori ITK possano trovare uno sbocco terapeutico contro l'HIV", ha concluso la Schwartzberg.


-----------------------------------------------------------
Una nuova arma contro la depressione intrattabile

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il successo della pratica dipende dall'abilità dell'équipe chirurgica di raggiungere con precisione i centri cerebrali interessati

La depressione maggiore intrattabile potrebbe venire curata con la tecnica della stimolazione cerebrale profonda: lo afferma un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic, della Brown University, e del Massachusetts General Hospital che ha presentato una ricerca in merito al convegno della American Association of Neurological Surgeons (AANS).
Molti pazienti affetti da depressione maggiore traggono beneficio dal trattamento standard di queste patologie che affianca terapia farmacologica e psicoterapia; alcuni pazienti purtroppo risultano resistenti a questo approccio. Per questo in anni recenti si è assistito, in casi particolarmente severi, a un ritorno dell'uso anche della terapia elettro-convulsivante. Per un certo numero di pazienti, però, neppure questa opzione sembra sortire effetti positivi.

Ora per tali pazienti potrebbe aprirsi una nuova possibilità, quella della stimolazione cerebrale profonda: questa viene attuata attraverso l'impianto di sottilissimi micro-elettrodi che emettono impulsi capaci di inibire l'attività anomala di alcune aree cerebrali, bloccando i sintomi che essa determina, da quelli fisici, come tremori e dolore, a quelli psichici, come ossessioni, ansia, umore depresso.

In effetti questa tecnica ha iniziato a essere sperimentata anni fa per contenere i tremori in alcuni pazienti sofferenti di Parkinson, ma "dal 2001 abbiamo iniziato a trattare pazienti con disturbo ossessivo compulsivo, con risultati promettenti. Questi studi ci hanno portato a iniziare dal 2003 alcuni esperimenti su pazienti con depressione maggiore intrattabile", ha detto Ali R. Rezai, che ha diretto lo studio.

Dai risultati dello studio, che ha seguito i pazienti anche per 48 mesi dopo il trattamento, risulta che all'ultimo follow up oltre il 53 per cento dei pazienti aveva risposto positivamente al trattamento, e che per tutti vi era stato comunque un alleviamento dei sintomi e un miglioramento della qualità della vita, mentre nessuno aveva subito deficit neurologici.

Il successo della pratica, osservano i ricercatori, dipende dall'abilità dell'équipe chirurgica di raggiungere con precisione i centri cerebrali interessati, ma, aggiungono, comunque il trattamento è reversibile, non distruttivo ed è possibile una regolazione degli schemi di stimolazione anche dopo che sia avvenuto l'impianto.


-----------------------------------------------------------
UNA BARRA DI CIOCCOLATO CONTRO LE MALATTIE DEL CUORE

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Ricca di flavonoidi sarà testata su un gruppo di volontari
Un gruppo di ricercatori britannici dell'Università di East Anglia ha messo a punto una barretta di cioccolato ricca di flavonoidi, i componenti naturali del cacao che proteggono le arterie del cuore. L’obiettivo è che il nuovo prodotto possa rivelarsi come un rimedio efficace contro le malattie cardiovascolari insieme ai farmaci a base di statine, le sostanze di nuova generazione che riducono il colesterolo. La nuova cioccolata sarà testata su dei volontari a cominciare da un gruppo di donne diabetiche, riporta l'edizione online del Daily Express. Il cacao contiene alti livelli di flavonoidi, sostanze fortemente antiossidanti, ma nel processo di trasformazione in cioccolato spesso questi componenti si disperdono e con essi gli effetti benefici che ne derivano.


-----------------------------------------------------------
L’ALLERGIA DA POLLINI AFFLIGGE QUASI 2 MILIONI DI GIOVANISSIMI

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I risultati di un’indagine pubblicata sul sito ambulatorio.com
Un milione seicentomila giovani italiani, di età compresa fra i 6 e 18 anni soffrono di rinite allergica da pollini. Di questi 864 mila sono vittime soprattutto di starnuti in serie mentre 384 mila soffrono prurito e fastidi al naso. Sono questi i dati scaturiti da un'indagine condotta attraverso un questionario rivolto ai genitori su www.ambulatorio.com. In particolare, e' stato studiato un campione di 2.500 risposte da un team coordinato da Italo Farnetani, pediatra e professore a contratto presso l'universita' degli Studi di Milano-Bicocca. Dall'indagine e' emerso che nel 54% dei casi il sintomo piu' evidente e' costituito proprio dagli starnuti, che per ogni attacco possono arrivare anche fino a 20, uno di seguito all'altro. Per 384.000 pazienti (24%) il prurito al naso e' il sintomo principale, mentre per 224.000 (14%) lo e' la secrezione nasale, in genere liquida e simile all'acqua. Infine 128.000 giovanissimi pazienti (8%) devono fare i conti soprattutto con la congiuntivite. Farnetani ha ricordato che attualmente sono disponibili vaccini contro l'allergia, molto efficaci, che permettono di ridurre l'intensita' dei sintomi e impediscono che la rinite si aggravi, trasformandosi in asma. Il pediatra ha ricordato che l'immunoterapia e' da consigliare per tutti i pazienti che hanno la rinite allergica. Ed e' indicata anche per coloro che presentano asma, escludendo solo i pazienti con la forma grave. Si puo' scegliere fra due tipi di vaccino: quello sottocutaneo, da iniettare sotto la pelle con aghi estremamente sottili, oppure il tipo sublinguale, che va somministrato sotto la lingua. I due tipi di vaccino sono molto efficaci ma vanno somministrati per periodi lunghi.


-----------------------------------------------------------
DENGUE E CHIKUNGUNYA. RISCHIA ANCHE L’ITALIA

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L’allarme viene dall’OMS
La febbre dengue e la chikungunya sono malattie rischiose anche per l’Italia. E’ quanto ha affermato Annelies Wilder-Smith, curatrice della guida 'Viaggi e salute nei cinque continenti' dell' Oms. 'Tra le varie malattie infettive quelle che possono rappresentare un rischio per l'Italia e che possono quindi diffondersi sono la dengue e la chikungunya. In particolare quest'ultima, come ha dimostrato l'epidemia dell' estate scorsa in Emilia-Romagna, puo' trovare un terreno fertile di diffusione', ha spiegato la studiosa. Walter Pasini, direttore del centro Oms della medicina per il turismo, ha lanciato un appello alle Regioni affinché mantengano alta la sorveglianza contro il proliferare della zanzara tigre come ha iniziato a fare l’Emilia Romagna. Altre epidemie meritano una attenzione a livello globale. 'La febbre gialla - ha aggiunto Wilder-Smith - ritengo sia l'emergenza principale, visto che e' diffusa in Africa e Sudamerica, ma la zanzara che la veicola e' presente anche in Asia. Con i viaggi e le migrazioni questa malattia puo' dunque diffondersi in tutto il mondo molto velocemente'. Per chi si reca invece nelle mete di pellegrinaggio, come La Mecca, 'e' bene sottoporsi alla vaccinazione contro il meningococco - ha concluso - che ha un terreno di diffusione soprattutto tra le grandi folle. Infine, negli Stati Uniti attualmente e' presente in quasi tutti gli stati la febbre del Nilo occidentale'.


-----------------------------------------------------------
IN ITALIA IL PRIMO INTERVENTO AL CUORE SENZA APRIRE IL TORACE

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Una valvola artificiale è stata impiantata con l’aiuto dei raggi X
Un foro di meno di due centimetri nel torace per inserire un'endoprotesi valvolare aortica e posizionarla nel cuore di un'anziana di 74 anni, la prima paziente italiana a beneficiare di una tecnica innovativa e non invasiva, in grado di ridurre le complicanze respiratorie e i tempi di degenza ospedaliera. Il primo intervento italiano di questo tipo è stato effettuato presso la clinica Montevergine di Mercogliano (Avellino) da Paolo Rubino, responsabile della divisone di Emodinamica della clinica. L'equipe di Rubino ha impiantato la protesi in una paziente il cui rischio di morte stimato, se si fosse sottoposta a terapia chirurgica tradizionale, era superiore al 30%.Grazie all'uso dei raggi X e' stato possibile posizionare la valvola artificiale in corrispondenza di quella naturale e rilasciarla li' grazie alla dilatazione del palloncino.


-----------------------------------------------------------
Scoperte gigantesche statue di faraoni a Luxor

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Nuovi ed eccezionali ritrovamenti archeologici a Luxor, in Egitto, dove sono state portate alla luce numerose gigantesche statue dell'età dei faraoni nell'area dei Colossi di Memnone, databili tra il 1.500 e il 1.200 a.C.

Durante gli scavi della missione tedesco-egiziana, diretta dal professor Hourig Sourouzian, sono state scoperte una statua colossale raffigurante la regina Teye, una coppia di sfingi rappresentanti la coppia regale Amenhotep III-Teye ed altre statue dedicate alla dea leone Sekhmet. L'annuncio è stato dato dal ministro egiziano della Cultura, Faruq Hosni, il quale ha definito la scoperta “formidabile” ed ha reso noto che le statue saranno nuovamente erette per la visione al pubblico dal 2009. La statua che raffigura la regina Teye, moglie del faraone della XVIII dinastia, Amenhotep III (Amenofi), misura 3,62 metri di altezza ed è stata scoperta vicino al sito dei Colossi di Memnone, due sculture che dominavano la strada della Valle dei Re.

-----------------------------------------------------------
Arezzo va a idrogeno

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
stato inaugurato il primo idrogenodotto sotterraneo in area urbana. La produzione locale del vettore, attraverso sistemi fotovoltaici, è destinata all'industria orafa

Un gasdotto per portare energia alle case e alle aziende di Arezzo. Niente di strano, se non fosse che il gas in questione è idrogeno e che quello inaugurato oggi è il primo idrogenodotto sotterraneo al mondo costruito in un area urbana.

La cerimonia si è svolta nella zona orafa di San Zeno dove si trovano 42 aziende artigianali e industriali che utilizzano l’idrogeno già da diverso tempo, e che presenta le caratteristiche ideali per sperimentare la diffusione capillare del gas per la co-generazione di energia elettrica e di calore, sia per l’utenza domestica sia per quella più massiccia delle imprese.

Il progetto “Idrogeno per Arezzo” è partito esattamente quattro anni fa, nell’aprile 2004, grazie all’accordo stipulato tra Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo, Gruppo Sapio, Exergy Fuel Cells e Cooperativa del Sole, con l’idea di dare una dimostrazione dell’efficienza e della fattibilità di un sistema di distribuzione capillare del vettore di energia.

L’idrogenodotto si trova a un metro e venti centimetri di profondità e per il momento porta idrogeno puro alle aziende e all’HydroLab, un laboratorio dimostrativo dedicato alle energie rinnovabili, equipaggiato con due celle a combustibile da un chilowatt e con un impianto fotovoltaico per la produzione di idrogeno rinnovabile dall’acqua. In poco tempo, però, il gasdotto dovrebbe arrivare a servire anche le abitazioni di San Zeno.

“La realizzazione di una tubazione con queste caratteristiche rappresenta un’importante novità: esistono già numerose tubazioni, alcune lunghe anche centinai di chilometri, che trasportano idrogeno gassoso. Nessuna di queste, però, è stata realizzata per la distribuzione cittadina presso utenze disseminate”, ha spiegato Sergio De Sanctis, direttore di Ricerca, Sviluppo e Innovazione del Gruppo Sapio, che ha attuato il sistema di distribuzione dell'idrogeno: “Il progetto dimostra che è possibile realizzare, all’interno dei nuclei urbani, un network per la distribuzione di idrogeno gassoso a utenze distribuite nel pieno rispetto del paradigma energetico europeo che privilegia la logica della produzione distribuita di energia elettrica e calore”.

Il sistema garantirebbe al territorio autonomia energetica: la produzione in loco di idrogeno dal fotovoltaico sarebbe infatti in grado di soddisfare i bisogni industriali orafi e domestici della zona, la produzione di corrente elettrica e di calore, e il rifornimento di veicoli a idrogeno, svincolando gli utenti dal mercato del petrolio e abbassando i costi ambientali indiretti, visto che il gas non deve essere trasportato su ruote.

Un secondo progetto del Gruppo Sapio, denominato H2Kart, si andrà prossimamente ad aggiungere a questo: l’idea è di realizzare un prototipo alimentato a celle a combustibile per ottimizzare la produzione locale di idrogeno.


-----------------------------------------------------------
Anche gli Aztechi coltivavano girasoli

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Nuove ricerche in Messico retrodatano di 4.000 anni l’utilizzo della pianta nell’America Centrale e del Sud. La conferma arriva da studi botanici ed etnografici pubblicati su Pnas

Ricerche delle Università di Cincinnati e della Florida hanno retrodatato di quattromila anni la presenza della coltura del girasole in Messico, che risale così all’età precolombiana. Gli studi, finanziati dalla National Science Foundation e dalla National Geographic Society, sono stati diretti da David Lentz, docente di biologia e direttore esecutivo del Centro di Agraria dell’Università di Cincinnati, coadiuvato da Mary Pohl della Florida State University, José Luis Alvarado dell’Istituto Messicano di Antropologia e Storia, e Robert Bye dell’Independent National University messicana. La ricerca, che sembra confermare l’utilizzo della pianta prima della conquista spagnola, è stata pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) e sull’International Journal of Plant Sciences.

I ricercatori hanno raccolto prove archeologiche, linguistiche ed etnografiche che dimostrano come il girasole (Helianthus annuus), tuttora diffuso presso le popolazioni centroamericane, fosse coltivato in Messico già nel 2.600 a.C., tanto da estendersi a sud fino a raggiungere El Salvador nel I millennio a.C. La pianta, che si riteneva presente in età precolombiana solo nell’America del Nord lungo la media valle del Mississippi, era quindi ben conosciuta anche dagli Aztechi.

Frutti di girasole, detti acheni, sono stati infatti rinvenuti in Messico nella Cueva del Gallo, una grotta asciutta, e a San Andrés, un sito un tempo acquitrinoso. Alle prove effettuate con lo spettrometro di massa, i girasoli di San Andrés sono risultati più antichi del 2.600 a.C. I ricercatori hanno anche notato che i nomi con cui le popolazioni indigene del Messico indicavano il girasole nel XVI secolo erano tutti di origine autoctona, non correlati allo spagnolo, come si evince dall’analisi del Codice Fiorentino, una cronaca dell’epoca scritta dal frate Bernardino de Sahagun, dove sono attestati dei termini tuttora usati dal popolo messicano dei Nahua, discendenti degli Aztechi, per denominare la pianta.


-----------------------------------------------------------
A pranzo con gli ominidi

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Non sempre l’anatomia permette di risalire al comportamento delle specie estinte: lo afferma una ricerca sui denti del Paranthropus boisei, pubblicata su Plos One

Il comportamento non si fossilizza. Ecco perché la forma dei reperti viene spesso utilizzata da paleontologi come strumento per desumere abitudini e dieta degli animali estinti. Ma Peter Ungar (University of Arkansas ), Frederick Grine (Stony Brook University) e Mark Teaford (Johns Hopkins University) hanno ora dimostrato che questo parallelismo tra anatomia e comportamento non è sempre affidabile.

Come riportato su Public Library of Science (Plos) One, i tre ricercatori hanno preso come modello il Paranthropus boisei, un’antica specie ominide appartenente al gruppo affine agli australopiteci cosiddetti “robusti”. Questo ominide dell’Africa orientale era dotato di mandibole enormi, denti con uno spesso strato di smalto e muscoli masticatori possenti, agganciati a una protuberanza del cranio simile a una cresta che correva centralmente dalla fronte fino al retro della testa (come quella che si ritrova, oggi, nel gorilla maschio). Queste caratteristiche costituiscono degli adattamenti ottimali per macinare e triturare cibi durissimi, come semi, noci e bacche, tanto che sono valse al Paranthropus bosei gli appellativi di “ominide schiaccianoci” e di “macchina per masticare”.

Tramite un’analisi al microscopio ad alta risoluzione e l’applicazione di procedure informatiche ad hoc, i ricercatori hanno però valutato l’usura (cioè numero, tipo e entità delle scalfiture) dei molari in vari reperti datati tra 2,4 e 1,3 milioni di anni fa, e l’hanno confrontata con quella di altri ominidi estinti e di primati tuttora viventi. Risultato: l’usura dei denti è decisamente minore di quella che avrebbe causato una dieta centrata su cibi duri. Secondo i paleontologi, quindi, la specializzazione estrema non sembra dare indicazione affidabili sulle reali abitudini alimentari di questo australopiteco, che probabilmente preferiva alimenti morbidi e succosi come i frutti con la polpa zuccherina molle (simili a pesche e susine) a cibi duri e indigesti.

I ricercatori precisano che una situazione simile si riscontra anche nei primati moderni, che, pur preferendo frutti a polpa molle, ripiegano su alimenti duri e meno “appetibili” nei periodi in cui il cibo scarseggia. E uno di questi è proprio il gorilla. La ricerca, oltre a chiarire le abitudini degli ominidi, pone le basi per un nuovo approccio nella ricostruzione degli “scenari comportamentali” riguardanti gli animali del passato. Un approccio secondo cui forma e sostanza non sempre procedono in tandem.

-----------------------------------------------------------
Screening al cellulare

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Un nuovo sistema permette di raccogliere i dati del paziente e trasmetterli a un server grazie a uno speciale telefonino. L'immagine elaborata appare sullo schermo

Grazie a un innovativo sistema sviluppato da un gruppo di ingegneri dell’Università della California, il telefono cellulare potrebbe essere usato per realizzare immagini medico-diagnostiche che attualmente richiedono strumentazioni non accessibili per miliardi di persone. La ricerca, guidata da Boris Rubinsky, docente di bioingegneria e ingegneria medica, potrebbe consentire lo sviluppo di una diagnostica per immagini a basso costo e fruibile da tutti, utile, per esempio, per tenere sotto controllo la progressione dei tumori.

Come dimostrato su Public Library of Science One, (Plos One) i cellulari possono essere 'equipaggiati' per raccogliere dati grezzi dal paziente, mentre il processo di elaborazione delle immagini (la parte più complicata e costosa) viene realizzato da un server remoto centrale, con cui le apparecchiature potranno comunicare grazie a un collegamento wireless. Il telefono, cioè, trasferisce i dati al server che elabora l’immagine e la restituisce al mittente, il quale vedrà formarsi l'immagine sullo schermo del proprio cellulare.

Il sistema messo a punto dal team di Rubinsky si basa sulla tomografia a impedenza (Eit), ovvero sul principio secondo cui i tessuti sani trasmettono impulsi elettrici in modo diverso da quelli malati: la differenza di resistenza dei tessuti al passaggio degli impulsi (impedenza) viene tradotta in immagine.

Per testare il sistema, il team di Rubinsky, con l’appoggio del National Center for Research Resources dello statunitense National Institutes of Health (Nih), ha costruito una periferica per l’acquisizione di dati, utilizzando componenti di facile reperibilità sul mercato. L’apparecchiatura dimostrativa si compone di trentadue elettrodi di acciaio, la metà dei quali trasmettono impulsi elettrici, mentre l’altra metà ne misura i voltaggi. Il tutto è collegato a un contenitore pieno di gel che, per consistenza, simula un tessuto mammario colpito da tumore. I 225 voltaggi complessivi sono stati misurati e trasmessi via telefono cellulare a un software centrale tramite un collegamento Usb. I ricercatori hanno verificato che il tumore era chiaramente visibile nell’immagine generata e rinviata, provando che il sistema funziona.

“La diagnostica per immagini viene data per scontata nei paesi industrializzati”, ha affermato Rubinsky, “ma è considerata una delle principali conquiste della medicina moderna. La diagnosi ed il trattamento di un 20 per cento (stimato) delle malattie potrà beneficiare della nostra ricerca, perché la tecnologia renderà la diagnostica per immagini poco costosa e accessibile a tutte le popolazioni escluse, contribuendo anche al contenimento dei costi della spesa sanitaria”.


-----------------------------------------------------------
Con gli ioni via il dolore da traumi e lesioni

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Meno antidolorifici, almeno per i problemi che portano dritti nello studio del fisioterapista. Un team di ricercatori della cattedra di medicina sportiva dell’Università di Palermo ha infatti messo a punto una tecnica elettromedicale, l’elettroionoterapia, in grado di scalzare il dolore provocato, ad esempio, da tendiniti, borsiti, traumi accidentali e sportivi con lesioni cutanee e muscolari, osteoartriti, rachide cervico-dorso-lombare ed ernia del disco. «A volte anche una sola seduta è sufficiente per mandare via il dolore - assicura Gilberto Di Benedetto, presidente dell’Associazione fisioterapisti e pazienti italiani -. In media, comunque, sono sufficienti da una a sei sedute per risolvere il problema».


L’elettroionoterapia dimostrata con sperimentazioni in tutt’Europa
«L’Elettroionoterapia - spiega il gruppo di ricercatori dell’Università di Palermo e dell’Associazione fisioterapisti e pazienti coordinati dal professore Giuseppe Francavilla e da Gilberto Di Benedetto, presidente dell’associazione - è una terapia a scambi ionici la cui efficacia clinica è stata ampiamente dimostrata in trials clinici effettuati sia in Italia sia in Europa e che ha messo in evidenza una stretta interazione tra correnti ioniche, membrana cellulare e cellule. Il nostro organismo è un complicato sistema di cariche elettriche: anche l’aria che respiriamo e l’ambiente in cui viviamo sono caratterizzati dalla presenza, in diversa percentuale, di ioni positivi e negativi (molecole di gas atmosferici che hanno perso o acquistato una o più cariche elettriche elementari dette elettroni). Ne consegue che una variazione nella quantità di cariche possedute dall’atmosfera in cui siamo immersi determina una variazione nella composizione delle cariche elettriche del nostro organismo».


Vengono stimolati i processi di riparazione dei tessuti
«Il dispositivo medico per l’Elettroionoterapia è in grado di creare una ionizzazione dell’aria attraverso l’impiego di un emettitore con punta di carbonio. Orientando l’emettitore verso la cute del paziente, la microcorrente che viene generata attraversa i tessuti biologici, senza che avvenga nessun contatto diretto con la pelle: per questo parliamo di terapia assolutamente non invasiva. Il flusso di ioni prodotto dall’apparecchio, favorisce numerose modificazioni elettrochimiche. È la membrana cellulare (sottile involucro che delimita la cellula e la separa dall’ambiente esterno) ad essere maggiomente stimolata in modo da favorire la migrazione intra-extra cellulare di tutti gli elementi, ed in particolare del calcio, in grado di produrre una stimolazione di processi di rigenerazione e riparazione dei danni cellulari e tissutali».


Tempi di guarigione abbreviati contro le infiammazioni
Questo sistema terapeutico viene perciò impiegato nella cura di tutte quelle patologie per le quali è necessaria una riparazione cutanea (ulcere venose, ulcerazioni cutanee, erosioni cutanee, ferite infette, piaghe da decubito, psoriasi) e per quelle legate all’apparato osteomuscolare e ortopedia traumatologica (traumi accidentali e sportivi con lesioni cutanee e muscolari, tendiniti, borsiti, ernia del disco, osteoartrosi e osteoartriti, rachide cervico-dorso-lombare).
«I tempi di guarigione - concludono i medici - risultano sensibilmente abbreviati se confrontati con quelli necessari alle terapie farmacologiche o con l’impiego di altri mezzi fisici. La stimolazione degli ioni negativi esplica un’a

-----------------------------------------------------------
Sole, istruzioni per l'uso

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tutto l’anno al chiuso e poi, all’improvviso, una full immersion di sole, nella convinzione che bastino pochi giorni «da lucertola» per avere una bella pelle ramata. Ma così non è: il «trauma da abbronzatura», cioè l’esposizione improvvisa di una pelle bianca a ore e ore di raggi solari, può avere conseguenze letali. Non a caso negli ultimi dieci anni i melanomi, i tumori cutanei a più alta malignità, sono raddoppiati. È l’allarme lanciato da Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica dell’Universitàdi Tor Vergata, nel giorno dello «Skin Cancer Day». Se si vuole limitare il proliferare dei tumori alla pelle, spiega Chimenti, bisogna anzitutto «agire sulle cattive abitudini di vita. Non si può stare al chiuso tutto l’anno e poi farsi una settimana alle Seychelles, sempre sotto il sole, perché la pelle così la distruggiamo». Fortunatamente, a fronte della crescita del numero dei melanomi «sono in diminuzione quelli in stato avanzato, segno che riusciamo di più a prenderli in tempo».


Pericolo numero uno: il «trauma da abbronzatura»
I ricercatori fanno notare che a differenza di quanto si crede, il 70% dei melanomi compare sulla pelle sana, solo nel 30% dei casi ha origine da un neo preesistente. Non vengono risparmiate neanche le parti più nascoste della cute. Tanto che, ribadiscono i dermatologi, a finire sul banco d’accusa non è solamente il sole, ma anche i fattori genetici. Di qui il messaggio dello «Skin Cancer Day»: la diagnosi precoce può salvare la vita nel 95% dei casi.


Per il melanoma è cruciale la diagnosi precoce
Il consiglio per chi va in vacanza è insomma quello di limitarsi a un’abbronzatura graduale, e naturalmente di «proteggersi adeguatamente con creme e prodotti di fotoprotezione, non solo con quelli puramente abbronzanti. Un’abitudine che non è ancora radicata, su cui occorrerebbe maggiore informazione e sensibilizzazione». Basta poco, insomma: d’altra parte gli effetti negativi del buco dell’ozono, riferisce Chimenti, così come quelli dello smog, «non sono correlabili all’aumento dei melanomi, o perlomeno non ci sono ancora studi clinici che provino che l’aumento dei tumori alla pelle sia dovuto anche a questi fenomeni figli dell’industrializzazione».


Il rischio è dato dalla somma delle radiazioni ultraviolette dalla nascita in poi
Intervenire quando il melanoma è ancora localizzato nell’epidermide è fondamentale per evitare le estreme conseguenze di un tumore che dà metastasi ed è poco sensibile alla chemio e radioterapia. «Per i melanoma il pericolo, poi, deriva dalla somma delle radiazioni ultraviolette dalla nascita in poi». Quanto alle cure, sottolinea Patrizio Mulas, presidente dell’Associazione dermatologi ospedalieri italiani, «la tendenza è di abbandonare la radioterapia per concentrarsi maggiormente sulle ultime frontiere della chirurgia, che danno la certezza di liberare la parte dal tumore, evitando di distruggere i tessuti vicini».
Novità potrebbero arrivare anche dagli studi più recenti, che si stanno concentrando sulle staminali del melanoma, «particolari cellule - spiega Mario Aricò, presidente della Società Italiana Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse - individuate nel follicolo pilifero, che potrebbero essere l’origine di tutti i tipi di tumori della cute». Gli esperti non hanno dubbi: «La migliore ricetta è essere consapevoli dei rischi legati ai cattivi stili di vita. E avere un rapporto sano con il sole. L’esposizione deve infa

-----------------------------------------------------------
Mare e vento contro stress e ansia

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Mare e vento per sconfiggere lo stress, allontanarsi dalla confusione della città, liberare la mente dai problemi di lavoro e il cuore dalle pene d'amore.
Gli italiani si scoprono velisti, tant'è che nel 2007 sono addirittura raddoppiati i nuovi tesserati alla Federazione italiana vela (Fiv). Gli abitanti della Penisola salgono in barca e si abbandonano al vento soprattutto per combattere stress, depressione e ansia legati alla vita di ogni giorno. "E affrontano il mare - spiega Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia (Sips), nonchè vicepresidente dell'Associazione 'Mare aperto' - perchè desiderano timonare la loro vita anzichè navigare a vista".

Ed è così che tra gli italiani cresce la voglia di vela. I tesserati alla Fiv - fa sapere la stessa Federazione italiana vela - sono aumentati del 7% nel 2007, mentre negli anni precedenti il tasso di crescita delle iscrizioni si aggirava tra il 3 e il 5%. "Decidono di dedicarsi a questo sport nonostante le ristrettezze economiche che ormai interessano sempre più connazionali - conferma lo skipper Massimo Bruschini - e i più lo fanno proprio perchè desiderano evadere, e questo sport è sicuramente una delle strade migliori per farlo. In molti ammettono di essere stati consigliati da uno psicologo, e in mezzo al mare si sottopongono a una vera e propria terapia".

E proprio di 'velaterapia' parla il presidente della Sips Lo Iacono, che è tra i fondatori dell'associazione 'Mare aperto' che ha l'obiettivo di 'curare' servendosi di onde del mare, vento, cime e vele da issare. "Finora abbiamo sperimentato la velaterapia su non vedenti, persone con disturbi psichiatrici, paraplegici - spiega Lo Iacono - e i risultati mostrano che questa è una strada estremamente promettente, perchè, tra le altre cose, consente di rinforzare l'io, facendoci sentire più autonomi e sicuri delle nostre capacità".

Non solo. "Fare vela - prosegue Lo Iacono, velista dal 1980 oltre che psicologo - significa mettersi in gioco, affrontare i pericoli, rapportarsi a un gruppo, fronteggiare le avversità assumendo piena consapevolezza delle proprie risorse fisiche e mentali. Dare sfogo alla propria creatività, prendere decisioni che possono incidere su un intero gruppo. Vuol dire, inoltre, relazionarsi agli altri ma cullarsi anche nella solitudine, e staccare completamente dai propri problemi perchè navigare richiede estrema concentrazione".

-----------------------------------------------------------
L'intelligenza si può coltivare lavorando sulla memoria

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L'intelligenza è sempre stata considerata un dono di madre natura: tanta ti è stata data e tanta ne avrai tutta la vita. Fino ad oggi. È stato infatti pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences uno studio che dimostrerebbe che è possibile potenziare la cosiddetta intelligenza “fluida”, quella che permette nella vita quotidiana di risolvere problemi ed elaborare informazioni, semplicemente migliorando la memoria a breve termine.

Secondo i ricercatori l'intelligenza “fluida” (contrapposta a quella “cristallizzata”, relativa al linguaggio, alla conoscenza, all'istruzione scolastica e alle competenze professionali) è collegata a quel tipo di memoria a breve termine che consente ad esempio di memorizzare un numero di telefono per il tempo necessario a comporlo.

Inizialmente i ricercatori hanno misurato l'intelligenza fluida di tutti partecipanti allo studio e, dopo averli divisi in quattro gruppi, hanno sottoposto ogni gruppo per un tempo diverso ad alcuni esercizi per migliorare la memoria e la capacità di concentrazione. In un secondo momento sono stati fatti completare con cadenza regolare nuovi test per valutare eventuali miglioramenti.

I risultati hanno mostrato che i membri dei gruppi sottoposti all'allenamento hanno sempre realizzato performance migliori rispetto ad un gruppo di controllo non allenato. Questo dimostra che le abilità acquisite non dipendono dalla pratica ottenuta ripetendo più volte test simili. Inoltre, chi ha avuto un periodo di allenamento più lungo ha anche riportato risultati migliori.

Gli aspetti degli esercizi rilevanti secondo gli scienziati, quelli che veramente aiutano a migliorare questo tipo di intelligenza, sono stati principalmente quattro:
– imparare a ignorare gli aspetti irrilevanti;
– imparare a tenere sotto controllo le proprie performance in progressione, nel momento in cui si agisce;
– imparare a gestire più problemi contemporaneamente;
– imparare a individuare relazioni spaziali e temporali tra elementi diversi.


-----------------------------------------------------------
Snack e beveroni per dimagrire? Una bufala

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Barrette e beveroni per dimagrire sono inutili. E zeppi di zuccheri. Per snellire il girovita basta un po' di moderazione, abbinata a una regolare attività sportiva. Senza perdere il piacere del palato. Tra l'altro, annuncia l'associazione per la difesa dei consumatori Altroconsumo, due snack dimagranti sono stati recentemente denunciati al Garante per messaggio ingannevole.

Altroconsumo ha messo sotto esame 10 sostituti del pasto e 2 sostituti dell'intera razione alimentare giornaliera. Si tratta di barrette, creme di verdura e beveroni venduti in supermercati e farmacie. Dall'analisi delle informazioni riportate in etichetta emergono diversi validi motivi per abbandonare l'idea di comprarli.

L'apporto energetico è sempre molto basso. I nutrizionisti raccomandano di non scendere mai al di sotto delle 1200 kcal giornaliere, mentre i due prodotti che sostituiscono l'intera razione giornaliera forniscono non più di 870 kcal. I sostituti del pasto forniscono dalle 202 alle 328 kcal, un quantitativo scarso. Un pasto dovrebbe fornire come minimo un apporto energetico di 400 kcal, ovvero un terzo del fabbisogno giornaliero.

In tutti i sostituti del pasto che lo dichiarano, l'apporto degli zuccheri è pari a 3-6 zollette per barretta o crema. Tutti i prodotti esaminati danno un apporto di fibre piuttosto scarso confrontato con le raccomandazioni date dai nutrizionisti. In più della metà dei campioni il valore di acidi grassi saturi, che non dovrebbe essere superiore a 1/3 dei grassi totali (fanno alzare il colesterolo nel sangue), è notevolmente elevato. Non mancano slogan scorretti, diseducativi o privi di fondamento scientifico.

-----------------------------------------------------------
La salute del cuore passa per la bocca

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Gli uomini al di sotto dei 60 anni che soffrono di parodontite corrono un rischio maggiore di sviluppare problemi cardiovascolari rispetto a quelli che non ne soffrono. Sebbene questa tesi fosse sostenuta da molti specialisti, fino ad oggi non erano emerse evidenze sufficienti a dimostrare lo stretto legame tra gengive malate e cuore in pericolo. Ora uno studio pubblicato sulla rivista Circulation riporta un legame statisticamente significativo.

I ricercatori hanno esaminato e incrociato i dati relativi a 1302 pazienti, in particolar modo quelli riguardanti parodontiti, assenza di denti e incidenza di problemi cardiovascolari (angina, infarto del miocardio, malattie cardiache letali). Quello che hanno scoperto è che indipendentemente da altri fattori di rischio, quali ad esempio fumo, diabete e ipercolesterolemia, gli uomini al di sotto dei 60 anni sofferenti di disturbi gengivali erano anche quelli colpiti più frequentemente da problemi cardiovascolari.

La salute della bocca è spesso messa in secondo piano poiché non ci si rende conto di quante cose dipendano da essa (mal di testa, mal di schiena... mal di cuore) eppure gli specialisti non si stancano mai di ripetere le solite raccomandazioni: spazzolare con delicatezza, utilizzare il filo interdentale, lavarsi i denti dopo ogni pasto... non è mai troppo tardi per incominciare e prendersi cura della propria bocca e del proprio cuore.


-----------------------------------------------------------
I danni delle diete «yo-yo»

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Finite le vacanze mi metto a dieta. Quello che può sembrare un buon proposito potrebbe nuocere gravemente alla salute, soprattutto se sottintende che durante le vacanze ci si abbandoni senza freni ai vizi di gola. I regimi alimentari irregolari, fatti di abbuffate alternate a digiuni vengono nuovamente messi sotto accusa da una ricerca condotta sui pesci. Un team di ricerca dell’Università di Glasgow ha studiato il comportamento di centoventi spinarelli (gastrosteidi) sottoponendoli a due regimi alimentari diversi per tempi di somministrazione. Ad alcuni pesci è stata data una certa quantità di cibo a intervalli regolari e con somministrazioni quantitativamente simili; agli altri la stessa quantità totale di cibo ma somministrata a intervalli irregolari e con porzioni molto diverse tra loro. Insomma una simulazione della cosiddetta dieta yo-yo, o sindrome del peso fluttuante. I pesci che si nutrivano con regolarità si sono dimostrati più longevi, precisamente del 25 per cento in più. E le cause della morte precoce erano improvvise, non dovute a invecchiamento dei tessuti.

ETÀ DELLO SVILUPPO - I ricercatori scozzesi ritengono che i risultati possano contribuire a una corretta informazione sui principi nutrizionali in particolare di bambini e adolescenti, particolarmente danneggiati da una dieta alternata, che danneggiai tessuti e il corretto sviluppo dell’organismo. «Non basta saltare un pasto per essere danneggiati», chiarisce il professor Neil Meatcalfe, responsabile della ricerca.

UNA BUONA REGOLA - Il dottor Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Inran, l'Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, ha commentato al Corriere l’attendibilità del confronto tra pesci e esseri umani. «I pesci sono animali lontani da noi, il loro metabolismo è eccezionalmente lontano dal nostro. Generalmente per studi trasponibili all’uomo si usano cavie da laboratorio, che hanno molte più similitudini con noi». Tuttavia ritiene che alcune analogie ci possano essere: «La dieta disordinata fa indubbiamente male, ed è un modo poco naturale di nutrirsi. Anche nell’antichità ci si alimentava in modo regolare, il più regolare possibile, mangiando spesso e generalmente in piccole quantità». Oltre a quel che si mangia è molto importante anche quanto e quando lo si fa. «Si dovrebbe mangiare cinque volte al giorno - conclude Ghiselli – e soprattutto sfatare il mito che il digiuno faccia bene all’organismo».

Gabriele De Palma

-----------------------------------------------------------
Allergie agli acari, tante raccomandazioni non sempre utili

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Non ci sono concrete prove scientifiche del fatto che lavare spesso tende e lenzuola ad alte temperature, eliminare peluche dal letto e moquette dai pavimenti o utilizzare particolari spray anti-acaro siano stratagemmi efficaci da utilizzare in caso di asma o allergia agli acari della polvere, anche se queste misure sono raccomandate dalla maggior parte degli specialisti. Lo ha stabilito una revisione Cochrane pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet.

Dopo aver analizzato dati relativi a 54 studi clinici e a 3002 pazienti, ed esaminando i risultati di alcune comuni misure (spruzzate strategiche su letti e divani, lavaggi continui e sacrifici di pupazzi) i ricercatori sono giunti alla conclusione che nessuna di queste abituali mosse è in coscienza raccomandabile come efficace e risolutiva.

Eppure autorevoli linee-guida persistono nel sostenere tali misure preventive. Per quanto riguarda le misure di estrema pulizia si potrebbe anche pensare che raccomandare una perfetta igiene non è certo un male, anzi. Ma, come ricorda il Lancet, dal momento che le linee-guida vengono riprese anche dalle numerosissime associazioni di pazienti, hanno la responsabilità di non essere ambigue e raccomandare solo interventi realmente basati su prove di efficacia.

-----------------------------------------------------------
Cioccolata in gravidanza contro la preeclampsia?

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Mangiare cioccolata extra-fondente in gravidanza aiuta a prevenire la preeclampsia? Lo sostiene uno studio pubblicato dalla rivista Epidemiology. Il cacao infatti contiene teobromina, una sostanza cardiostimolante e vasodilatatrice utilizzata correntemente per trattare l'ipertensione e l'indurimento delle arterie.

La preeclampsia è una malattia che può complicare la gravidanza e può essere così grave da mettere a repentaglio la vita della madre e del nascituro, caratterizzata da pressione arteriosa elevata, gonfiori e proteine nelle urine. Nelle forme più gravi si manifestano crisi convulsive che possono preludere ad una fase di coma.

I ricercatori della Yale University di New Haven, coordinati da Elizabeth W. Triche hanno preso in esame 2291 donne che avevano partorito da poco indagando sul loro consumo di cioccolata durante la gravidanza, nel primo e secondo trimestre. Sono stati anche controllati i livelli di teobromina presenti nel sangue estratto dal cordone ombelicale dei neonati.

I risultati? Tra le donne che avevano consumato più cioccolata nella prima fase della gravidanza e quelle con i neonati con livelli di teobromina più elevati nel sangue sono stati registrati i tassi di incidenza minori di preeclampsia. Ai livelli di teobromina massimi la probabilità di sviluppare preeclampsia è risultata ben del 69 per cento inferiore rispetto a chi non aveva consumato cioccolata.

"La dose più efficace è risultata 5 porzioni di cioccolata al 100 per cento cacao a settimana durante primo e secondo trimestre. La teobromina contenuta nel cacao probabilmente agisce sulla circoloazione placentare e blocca lo stress ossidativo", spiega la Triche. "I nostri risultati sono un elemento a favore dell'ipotesi che consumare abitualmente cioccolata extra-fondente durante la gravidanza aiuti a prevenire la preeclampsia, ma ulteriori ricerche sono necessarie".

-----------------------------------------------------------
Alcolismo: guarire con la realtà virtuale

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Messo a punto un ambiente di realtà virtuale (VR) per vincere la dipendenza dall'alcol e imparare a dire "no" in condizioni realistiche ma del tutto sicure. Lo annuncia la rivista Addictive Behaviors.

Patrick S. Bordnick dell'University of Houston è un pioniere dell'utilizzo della realtà virtuale per trattare le dipendenze da sostanze. Stavolta ha analizzato 40 persone con gravi problemi di alcolismo (32 uomini, 8 donne) che, indossando un elmetto VR vivevano 18 minuti di esperienza virtuale nella quale veniva simulata una situazione di socialità ricca di occasioni di consumo di alcol (un bar con personale insistente, un party con tutti che fumano e bevono, un magazzino di bevande alcoliche senza guardiano). I pazienti erano indotti a scegliere se accettare l'alcol o no, e con un mouse dovevano interagire con l'ambiente.

"Come psicoterapeuta, potrei dire a un paziente di far finta che il mio studio sia un bar chiudendo gli occhi e usando l'immaginazione, ma sarebbe chiaro che non è reale", spiega Bordnick. "Grazie alla realtà virtuale, sei davvero in un bar o a un party, e i pazienti hanno risposte agli stimoli molto simili se non uguali a quelle della vita reale. Questo studio ci mostra il valore della realtà virtuale come strumento terapeutico: il futuro ci dirà qual è il peso degli ambienti sui meccanismi di desiderio e astinenza a livello cerebrale".

-----------------------------------------------------------
NUOVA NORMATIVA PER ASSEGNI E CONTANTI

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Un dossier informativo sulle nuove regole in vigore da oggi, 30 aprile, nell'uso degli assegni bancari, postali e circolari, libretti di risparmio e titoli al portatore, contanti: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/normativa_assegni/index.html


-----------------------------------------------------------
GRAVIDANZA E PARTO

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Ricco di informazioni e di curiosita' per le donne in dolce attesa e per chi ha deciso di avere un figlio: http://www.salutedonna.it/area%20gravidanza%20e%20parto.htm


-----------------------------------------------------------
CHI E' LA ZANZARA TIGRE?

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Come si distingue dalle altre zanzare? Quali sono le fasce orarie in cui si concentrano gli attacchi all'uomo? Quali sono i sintomi della Chikungunya, malattia virale trasmessa dalla zanzare tigre? Le risposta a queste domande e a tante altre si trovano in queste pagine: una campagna informativa a cura della Regione Emilia Romagna: http://www.zanzaratigreonline.it/


-----------------------------------------------------------
TRUFFE ONLINE

>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
"Un contenitore di notizie ed informazioni, tratte dai principali quotidiani e siti web nazionali e locali, legate al mondo di frodi, trappole, inganni, raggiri ed insidie perpetrate in Rete e nel mondo reale". Realizzato da Anti-Phishing Italia: http://www.truffeonline.it/


-----------------------------------------------------------
Crisi alimentare: speculazioni e soluzioni

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Emanuela Melchiorre

Le sommosse per il cibo scoppiate in decine di paesi poveri hanno portato in primo piano l'emergenza della scarsa disponibilità di prodotti alimentari e del loro alto prezzo. I prezzi degli alimentari sono aumentati, secondo il Fmi, in media del 60% dall'inizio del 2006 e alcuni di essi hanno sperimentato crescite ben maggiori (il riso ha triplicato il suo prezzo in un anno). È un'emergenza sociale e umanitaria prima ancora che un problema economico, posta all'ordine del giorno di numerosi incontri internazionali: da quello prossimo dei capi di stato e di governo dell'Ue in giugno; del G8 previsto per luglio in Giappone, nonché dell'assemblea delle Nazioni Unite prevista per il prossimo 25 settembre. L'impennata dei prezzi dei generi alimentari è ascrivibile a una serie di cause che agiscono simultaneamente. Oltre ai fattori contingenti come quelli climatici (la siccità infatti in Australia ha causato la riduzione drastica della produzione di riso) e la lievitazione dei costi dei trasporti in seguito all'andamento dei prezzi del petrolio, si rileva in primo luogo l'aumento in questi anni della domanda di generi alimentari da parte dei paesi emergenti, in seguito alla crescita accelerata dell'economia dei paesi asiatici (Cina e India in maggior misura). All'accresciuta domanda non è corrisposto un aumento dell'offerta. Secondo le stime del World Food Program si ritiene infatti che negli ultimi tre anni il mondo abbia consumato più di quanto abbia prodotto, assottigliando quindi le riserve alimentari mondiali.

-----------------------------------------------------------
La crisi tra Russia e Georgia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Daniele Martino

Le tensioni nel Caucaso si accrescono con un nuovo scontro diplomatico tra Russia e Georgia; il motivo dell'ennesima disputa tra Mosca e Tblisi, in un'escalation che non sembra arrestarsi, riguarda le manovre militari delle truppe georgiane nei pressi del confine con la Repubblica separatista dell'Abkhazia. Una situazione sempre più pesante malgrado gli sforzi delle diplomazie internazionali, che pure in questi ultimi mesi si sono molto adoperate per un raffreddamento dei toni. Il punto cruciale dei contrasti tra Russia e Georgia riguarda l'assetto territoriale delle Repubbliche separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud; dal momento dell'indipendenza della Georgia, nell'aprile 1991, queste due regioni non hanno mai voluto riconoscere l'indipendenza di Tblisi da Mosca, nel contesto della nuova Csi (Comunità di Stati Indipendenti). Alla base di questa decisione vi è un fattore estremamente importante: l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud sono abitate in maggioranza da popolazioni russe, che non intendono diventare parte integrante dello Stato georgiano, in quanto rischierebbero di veder annullate le loro forme di autonomia residua.

-----------------------------------------------------------
Unione Europea e Serbia, un rapporto conflittuale

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Erik Marangoni

Se in Serbia ci fosse l'Eurobaromentro, quello strumento che misura il grado di affezione dei cittadini alle istituzioni comunitarie, segnerebbe senz'altro uno dei livelli più bassi di tutta Europa. Pur non essendo escluso che tra la popolazione serba ci sia qualche euro-entusiasta, il comportamento che gli organi comunitari e la comunità internazionale hanno tenuto nei confronti di Belgrado in questi ultimi anni non può certo dirsi amichevole. La Serbia ha una buona dose di responsabilità propria per l'attuale situazione, ma continuare a trattarla come un paese di second'ordine, adottando nei suoi confronti provvedimenti lesivi della sua sovranità, non è certo un atteggiamento lungimirante.

Cosi devono aver pensato molti serbi quando, martedì scorso, hanno visto il vice primo ministro uscente, Bozidar Djelic, il presidente Boris Tadic e il ministro degli esteri Vuk Jeremic, sottoscrivere con i 27 ministri degli esteri dell'Ue l'accordo di associazione e stabilizzazione della Serbia, passo obbligato per accedere ad una piena integrazione negli organismi comunitari. Da parte dell'Ue si è trattato di una decisione sofferta, adottata dopo lunghe trattative specialmente per l'opposizione di Belgio e Olanda, che intendevano legare la firma dell'accordo alla consegna al Tribunale penale dell'Aja, da parte del governo serbo, dei criminali di guerra, in particolar modo del grande ricercato Ratko Mladic. Alla fine si è raggiunto un compromesso in base al quale l'accordo con la Serbia entrerà in vigore solamente quando il Consiglio dei ministri dei 27 paesi membri avrà riscontrato una effettiva volontà, da parte serba, di cooperazione con il Tribunale.

-----------------------------------------------------------
La lotta al terrorismo in Somalia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Anna Bono

Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio gli Stati Uniti hanno ucciso, bombardando la casa in cui si trovava, Aden Hashi Ayro, leader dell'ala più ortodossa e irriducibile dell'Unione delle Corti Islamiche, la coalizione antigovernativa somala legata al terrorismo islamico internazionale che nel 2006, conquistata Mogadiscio, si era impadronita di gran parte dei territori centrali e meridionali della Somalia minacciando le istituzioni politiche da poco rientrate in patria dal vicino Kenya.

Dopo la sconfitta in seguito all'intervento dell'Etiopia, sostenuta sul piano militare e diplomatico dagli Usa, molti combattenti delle Corti sono fuggiti, ma altri, come Ayro, si sono limitati a rifugiarsi in aree remote, non controllate dalle truppe governative e dai loro alleati etiopi, riorganizzandosi in formazioni armate che ora si fanno chiamare «shebab», giovani, e sono responsabili dei continui attentati che sconvolgono il paese e in particolare Mogadiscio. Le loro fila sono accresciute dall'afflusso di militanti provenienti dal Pakistan, dallo Yemen e da diversi Stati africani. Accusati dagli Stati Uniti di legami con Bin Laden, negano, ma a marzo un loro portavoce ha dichiarato all'emittente radiofonica britannica Bbc: «Siamo onorati di essere inclusi nella lista (delle organizzazioni terroristiche collegate ad al Qaeda, nda), siamo dei buoni musulmani e gli americani sono degli infedeli. Siamo dalla parte giusta».

-----------------------------------------------------------
Rialzati, Trenitalia!

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
di Andrea Camaiora

L'attenzione di tutti è rivolta alla sorte della compagnia di bandiera, l'Alitalia. In pochi, però, guardano con il dovuto interesse allo stato delle nostre Ferrovie di Stato, sempre più malconce e inadeguate ai tempi moderni se non l'aspetto che rappresenta il punto di eccellenza delle ferrovie italiane, la sicurezza. Siamo il primo Paese al mondo ad aver coperto la totalità della sua rete con il controllo marcia dei treni. Il sistema messo a punto con Ansaldo per il controllo della circolazione dell'Alta Velocità è diventato lo standard adottato dall'Unione europea. Lo stato dei treni merita invece non soltanto di essere conosciuto ma dovrebbe diventare una questione centrale per lo sviluppo del cosiddetto Sistema-Paese.

Quando parliamo di Ferrovie dello Stato, infatti, dobbiamo pensare che si tratta della più grande azienda del Paese: 92 mila ferrovieri contribuiscono a far viaggiare 9.200 treni su una rete di 16 mila chilometri. Complessivamente si stima che in un anno, grazie ad Fs, viaggino circa mezzo miliardo di persone e 80 milioni di tonnellate di merci. Numeri che impressionano e confermano la centralità di un'azienda che, entro il 2010, sarà quotata in borsa almeno limitatamente ai suoi servizi più redditizi quali l'Alta Velocità passeggeri e alcune tratte di Eurostar.

-----------------------------------------------------------
Eurostat lancia l'allarme sulla disoccupazione giovanile

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Francesco Pasquali

Il governo Prodi ha lasciato una pesante eredità sulle nuove generazioni. Auspicare, come fa il ministro del Lavoro uscente, Cesare Damiano, che il governo Berlusconi prosegua in continuità con il governo Prodi, alle orecchie dei giovani suona come una minaccia. Proprio sul tema del lavoro, durante l'ultima legislatura, si sono consumate delle vere ingiustizie. Il Protocollo sul welfare rappresenta un concentrato di guasti, dall'aumento delle aliquote contributive all'abolizione dello «scalone» o alle modifiche alla legge Biagi.

Uno sguardo al mercato del lavoro e un confronto con il trend europeo è una prima spia del peggioramento della situazione occupazionale dei giovani. Tra le percentuali fornite dall'Eurostat, nonostante un tasso complessivamente nella media, il dato italiano sulla disoccupazione tra gli under 25 è il chiaro sintomo di un paese che sta regredendo. L'ufficio statistico delle comunità europee ha recentemente fornito il tasso di disoccupazione della zona euro relativo al mese di marzo (7,1%), evidenziando la vera anomalia italiana: la disoccupazione giovanile in Italia è una vera emergenza.

-----------------------------------------------------------
Immigrazione. I ricongiungimenti familiari

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Antonio Maglietta
Circa la metà del milione di migranti dell'est Europa giunti nel Regno Unito a partire dal 2004 è già tornata a casa. E' quanto emerge dagli studi condotti da uno dei più autorevoli think tank britannici, l'Institute for Public Policy Research, sull'impatto nel Regno Unito dell'allargamento a est dell'Unione Europea del 2004 e del 2007. Nel maggio 2004 furono otto i paesi ad aderire all'Ue: Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia; nel 2007 fu quindi la volta di Romania e Bulgaria. Lo studio afferma che sono circa un milione i migranti giunti nel Regno Unito, dal 2004 a oggi, alla ricerca di un lavoro, ma circa la metà di loro è già rientrata nel proprio paese e molti altri faranno ritorno in patria nei prossimi mesi. L'istituto britannico prevede inoltre un rallentamento del flusso di nuovi arrivi. «Quattro polacchi su 10 ritengono che migliori prospettive di lavoro in Polonia incoraggeranno i polacchi che vivono nel Regno Unito a fare ritorno in Polonia per sempre», si legge nel rapporto, riportato martedì scorso anche dalla Bbc.

-----------------------------------------------------------
Lavoro: si impone una profonda revisione culturale

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Aurora Franceschelli

Secondo quanto emerso dalla ultime elezioni politiche ed amministrative il centrodestra, nella percezione dei cittadini, ha dimostrato di saper cogliere e di voler affrontare con i fatti l'evoluzione della società italiana e dei suoi bisogni, e soprattutto di voler trovare delle risposte ai problemi che si sono generati sotto l'onda d'urto della globalizzazione e della crescita dei flussi migratori. Il Popolo della Libertà, assieme alla Lega, ha fatto emergere una geografia politica che, in sostanza, riflette la scelta maturata in questi ultimi due anni dai cittadini: è come se gli elettori, durante la gogna patita durante il governo Prodi e l'ondata di antipolitica che ne è conseguita, avessero maturato una coscienza politica più profonda. Una coscienza politica che, e lo si è avvertito soprattutto tra gli elettori di sinistra e centrosinistra che hanno scelto di votare dall'altra parte, per la prima volta si è liberata dalla gabbia ideologica che la opprimeva per radicarsi, invece, sulla realtà dei fatti.

E' proprio sul terreno della crisi socio-economica che ha inghiottito il nostro Paese, che ha visto il governo precedente non solo impotente, ma anche recalcitrante a qualsiasi ventata riformatrice, che i cittadini hanno voluto innestare, con il loro voto, la marcia del cambiamento. Il sentimento di paura, di insicurezza e di smarrimento (non solo per la crisi economica in atto, ma anche, e soprattutto per l'incapacità dello Stato di mantenere un minimo di autorevolezza) ha innescato una reazione forte. E' così che si è riaffermato prepotentemente il primato della politica vera, una politica che, partendo dai fatti per andar dietro ai cambiamenti incessanti di una realtà in continua evoluzione, deve essere in grado di rinnovarsi per poter dare risposte ai mutamenti e alle esigenze che, con l'accelerazione dei processi economo-sociali, si susseguono repentinamente. E' solo a partire dai fatti che oggi il pensiero politico, ben radicato sul terreno della nostra identità storico-culturale-valoriale, può prendere corpo e suscitare interesse anche da parte del popolo.

-----------------------------------------------------------
Viva il Tibet! Abbasso il Kosovo!

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
Due popoli indipendentisti ai poli opposti della mondializzazione

di Gilberto Oneto


Oggi, distratti da altre novità, le prime pagine dei giornali hanno smesso di occuparsi della rivolta tibetana e dell’indipendenza kosovara. I due problemi restano e – come il fuoco sotto la cenere – torneranno a fare fiamme fra un po’. Ma al di là di questo interesse altalenante dei media, cosa c’entrano fra di loro il Tibet e il Kosovo? Una delle conseguenze della globalizzazione è il risveglio di generalizzate e benefiche pulsioni identitarie: più si tende a uniformare ogni angolo del pianeta, più la gente sente il normale bisogno di affermare specificità magari sopite, a volta addirittura inventate proprio per rispondere al bisogno di “diversità”. Il processo ha evidenti risvolti politici: a fronte della tendenza a costituire – oltre che un mercato – una sorta di supergoverno mondiale, cresce la voglia di differenziazione delle comunità locali che si trasforma in istanze di autonomia e di indipendenza.

-----------------------------------------------------------
La bomba siriana incombe sulla pace

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Stefano Magni


Solo da questa settimana si è potuto vedere quanto la Siria fosse vicina alla bomba atomica. Il direttore della Cia Michael Hayden ha rivelato che: “Nel giro di un anno dal completamento del nuovo impianto, (i Siriani) avrebbero potuto produrre sufficiente plutonio per la costruzione di una o due testate nucleari”. Il programma è stato distrutto dal raid degli aerei con la Stella di David del settembre scorso, ma sia i progetti del regime di Damasco che la stessa risposta militare israeliana erano rimasti un segreto. Il presidente George W. Bush aveva tutte le prove per dimostrare la costruzione dell’impianto siriano con l’assistenza tecnica nordcoreana. Ma ha atteso a mostrarle pubblicamente al Congresso degli Stati Uniti per evitare di infiammare le tensioni regionali. Ma cosa voleva fare un regime come quello siriano armato di “una o due testate nucleari”? A cosa mirava proprio quel regime che il governo Prodi aveva sempre considerato come un interlocutore fondamentale per la soluzione della crisi mediorientale?


-----------------------------------------------------------
Yemen, Al Qaeda lancia la nuova “jihad navale”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Paolo Della Sala


Come avevamo anticipato, la situazione nel golfo di Aden è incandescente a dir poco. Ieri una violenta esplosione ha colpito la sede nazionale delle dogane yemenite, posta a 400 metri dall’ambasciata italiana di Sana’a. La nostra rappresentanza diplomatica non ha subito danni, ma il contesto è tale che suona persino pleonastico l’invito rivolto dalla Farnesina, che sconsiglia viaggi turistici nello Yemen. D’Alema scopre la presenza del terrorismo all’alba del suo tramonto come ministro degli Esteri…Dall’altra parte del golfo trionfa la pirateria, nel Somaliland, ex colonia inglese, dove si parla con insistenza della scoperta di importanti giacimenti di petrolio. In entrambe le coste, quella somala come quella yemenita, il terrorismo integralista ha stretto un’alleanza interconfessionale. Nel nord Yemen agisce il gruppo sciita di Husseini al-Houthi, collegato all’Iran e al più vicino Hezbollah. Nel centro dello Yemen agisce Al Qaeda, nel sud c’è una possibile rivolta marxista, non certo osteggiata dalla Cina. In Somalia agiscono gruppi collegati con Al Qaeda.


-----------------------------------------------------------
Intervista a Giovanni Cavicchi, segretario provinciale della Lega Nord

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Francesca Cavicchi


In queste elezioni politiche a Ferrara la Lega ha raggiunto, per la prima volta, le stesse percentuali nazionali di consenso. Cosa è successo?
Abbiamo lavorato tanto - risponde il segretario provinciale del Carroccio, Giovanni Cavicchi -, facendo banchetti nelle piazze, parlando alle persone e soprattutto organizzando incontri con professori universitari aventi ad oggetto l’Islam. Noi della Lega ascoltiamo i cittadini nelle strade, nelle piazze, nei bar, in tutti i luoghi dove si svolge la vita delle persone comuni che lavorano e conducono onestamente la loro vita. Gli elettori hanno capito che non siamo un partito razzista e xenofobo, ma hanno finalmente visto uomini con valide proposte ai problemi causati da un’immigrazione sregolata e hanno apprezzato la nostra particolare attenzione e rilancio dei principi e delle tradizioni della nostra cultura. Il voto alla Lega è stato un voto di proposta e non di protesta.


-----------------------------------------------------------
Reggio Emilia - Molti soldi buttati nel Grande Fiume

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Cristian Casali


Nel bilancio di previsione dell’Agenzia Regionale per la Navigazione Interna (Arni), organo finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, è stato preventivato un movimento complessivo nel 2008 di quasi 70 mila euro. Fondi pubblici che dovrebbero, come enunciato nella legge istitutiva dell’Arni, assicurare la navigabilità del fiume Po. La discussione del bilancio Arni in Assemblea Legislativa regionale ha generato le proteste dell’opposizione, critica sul funzionamento e la gestione dell’agenzia borettese. Per il centrodestra emiliano-romagnolo l’Arni è “un’agenzia inutile, una macchina che brucia indiscriminatamente fondi pubblici senza garantire risultati tangibili: il Po è oggi navigabile solo in alcuni tratti e per pochi periodi dell’anno”. Il Pdl ha proposto di accorpare l’Arni all’Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), altro organo finanziato in parte dalla Regione Emilia-Romagna e con compiti analoghi all’Arni. Il centrodestra sostiene la necessità di unificare i due enti per razionalizzare e ottimizzare le spese di funzionamento di entrambe le agenzie.


-----------------------------------------------------------
Campania - Immondizia nelle strade, pronto l’esercito

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
A Palazzo Grazioli sono pronti a tutto, anche ad usare la forza, per trovare una soluzione

di Francesco Blasilli


Gianni De Gennaro è salito ieri a Palazzo Grazioli per incontrare Berlusconi. Tema del summit è stata chiaramente la questione rifiuti, con la possibilità che l’incarico all’ex capo della Polizia, in scadenza il prossimo 8 maggio, possa venire prorogato. Questo mentre alcuni senatori del Pdl sembrano intenzionati a riproporre di nuovo una mozione di sfiducia al presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. Tutte questioni, queste, che poco incideranno sulla questione rifiuti. Così come poco inciderà l’appoggio della Iervolino a De Gennaro o la riapertura parziale di qualche sito di stoccaggio. Come non sono importanti le manifestazioni di protesta, ieri ad Avellino, oggi a San Arcangelo Trimonte. Per il risolvere il problema rifiuti c’è un solo modo: passare dalla carota al bastone.


-----------------------------------------------------------
Alitalia senza pudore, vogliono pure l’aumento

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
I dipendenti potrebbero scioperare pur di mettersi in tasca buona parte del prestito-ponte

di Francesco Blasilli


Cordata o non cordata, Berlusconi deve risolvere la questione Alitalia. I suoi fedelissimi parlano di un dossier zeppo di nomi interessati alla decrepita compagnia di bandiera, ma nella sostanza non sarebbero poi tanti quelli che non hanno detto di “no” a priori (tra questi Intesa San Paolo), fermo restando che l’ipotesi Ferrovie dello Stato appare come una provocazione e niente più. Nel mentre, però, il Cavaliere è impegnato a pagare dazio ai sindacati che hanno sostanzialmente bloccato la cessione ad Air France; per fare questo deve convincere l’Unione Europea (che ha ribadito proprio ieri di essere molto dubbiosa) della legalità del prestito ponte di 300 milioni di euro, concesso dal governo Prodi. In questo momento Berlusconi è necessariamente impegnato su due tavoli: trovare un nuovo proprietario per Alitalia e al tempo stesso non scontentare i sindacati. Compito praticamente quasi impossibile, visto che chiunque prenda il comando della compagnia di bandiera dovrà operare dei tagli. Al momento, grazie al prestito ponte che lascia tutto come sta, godono i lavoratori.


-----------------------------------------------------------
Berardi: “Ora gli ex terroristi siano messi fuori dalle istituzioni”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Giorgio De Neri


Si è parlato tanto di tolleranza zero, di ripristino della legalità e persino di relativismo. Adesso, secondo Bruno Berardi, il presidente dell’associazione “Domus civitas”, composta di familiari delle vittime del terrorismo in Italia, tanto Gianni Alemanno, neo sindaco di Roma, quanto Silvio Berlusconi, futuro premier, hanno la possibilità di fare un piccolo gesto, che magari qualcuno giudicherà demagogico, ma che la maggior parte degli italiani apprezzerebbe: mettere fuori dalle istituzioni comunali e statali gli ex terroristi. D’accordo che abbiano un lavoro e possano rifarsi una vita, ma perché deve essere proprio il comune di Roma a fornire a Silvia Baraldini o a Claudia Gioia ex Ucc una consulenza per sbarcare il lunario? Questo specie se si considera che invece i figli disoccupati delle vittime del terrorismo, come è accaduto in un recente caso a Bologna per un ragazzo che ha avuto la madre uccisa nell’attentato del 2 agosto 1980 (e per il quale Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco di Firenze Lando, assassinato dalle Br nella metà degli anni ’80, ha fatto invano un mese di sciopero della fame), possono vivere in indigenza senza che nessuno se ne preoccupi.


-----------------------------------------------------------
L’ultimatum di Pannella si abbatte sul Pd

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
“Riconoscete la nostra componente o entriamo nel gruppo misto”
di Dimitri Buffa


“O ci date il patto federativo Radicali-Pd o ce ne andiamo nel gruppo misto, alla Camera come al Senato”. Da ieri i Radicali italiani sono scesi sul sentiero di guerra proponendo la propria analisi sul perché della doppia “Walterloo”, alle politiche e alle amministrative per scegliere il sindaco di Roma. E per Veltroni ci sarà una bella grana in più. E l’analisi, che sarà sviscerata durante la tre giorni congressuale dei “mille” a Chianciano dal 2 al 4 maggio e che sfocia in questa richiesta che ne è diretta conseguenza, è molto semplice: “caro Walter, caro Dario, caro Goffredo, se avete perso la colpa è della vostra alleanza con Di Pietro”. Il cui partito, l’Italia dei Valori, nei due rami del Parlamento non confluirà nel gruppo unico del Pd. E che prima delle elezioni ha avuto troppa visibilità con il simbolo sulla scheda e che, infine, a Roma ha fatto votare per Alemanno, come dimostra il fatto che invece alle amministrative, avendo Di Pietro gradito la candidatura di Nicola Zingaretti, le cose sono andate diversamente. Insomma Walter, Dario e Goffredo sono ostaggio del giustizialismo di un ministro che parla male dell’indulto votato dal governo in cui sedeva e che adesso si prepara a farsi i cavoli suoi alla grande.


-----------------------------------------------------------
Legislatura costituente, speriamo in bene

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Barbara Alessandrini


Questa sarà una “legislatura Costituente”. In un discorso degno di un Presidente di alto profilo istituzionale, Gianfranco Fini, eletto ieri nel quarto e decisivo scrutinio, con 335 voti su 611 votanti e 259 schede bianche, ha inaugurato la sua presidenza della Camera, dopo 25 anni di presenza in Parlamento, in piena continuità con quanto affermato l’altro ieri dal presidente del Senato Renato Schifani nel giorno della sua elezione a Palazzo Madama. Dopo aver rivolto il suo saluto al Presidente della Repubblica, e pronunciato parole all’insegna dell’impegno personale “per il rigoroso rispetto della parità dei diritti di tutti i parlamentari e le parlamentari e delle loro prerogative”, Fini si è soffermato sulle riforme ribadendo la necessità dell’apertura e del dialogo per avviare un quadro di riforme condivise, ricordando che “nella passata legislatura la commissione Affari costituzionale ha messo a punto una proposta, ampiamente condivisa, per superare il cosiddetto bicameralismo perfetto, per rafforzare con equilibrio il ruolo dell’esecutivo ed il potere di indirizzo e di controllo del parlamento oltre che per realizzare un federalismo unitario”.

-----------------------------------------------------------
Festa del consumatore e ci ammazzano di aumenti

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Fabrizio Binacchi


“Ma che colpa abbiamo noi?” diceva una popolare canzone qualche anno fa. La pasta (quella da cuocere, non quella alla crema) aumenta del 15 per cento. Il pane aumenta del dieci per cento, avanti di questo passo costerà più un chilo di pane di un cellulare dell’ultima generazione. Mangeremo un palmare al salame. Tutto bello e tutto giusto, grande attesa per la pacificazione nazionale, per il ritorno in grande stile alle grandi feste di primavera, è giusto e sacrosanto che tutti ma proprio tutti che vogliono condividere valori culturali e civili profondi celebrino e festeggino il 25 aprile, festa della Liberazione, data inequivocabilmente storica per l’Italia, ed il 1° Maggio, festa del Lavoro e dei lavoratori. Valori condivisi, memorie di battaglie e di scontri anche duri, e vittoria dei sentimenti della libertà, dell’uguaglianza, della modernità. Tutto questo sfondo non puo’ che essere positivo e promettente, ma la vita quotidiana è più simile ad una specie di festa al consumatore, più che del consumatore. Nel senso vero e letterale dell’espressione. Ci fanno la festa, ci ammazzano di aumenti.

-----------------------------------------------------------
Fini ed il dovere della memoria

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Davide Giacalone

Fini, nuovo presidente della Camera e terza carica dello Stato, ha sostenuto che con la sua elezione (opportunamente citando i precedenti di Violante e Bertinotti) termina il dopoguerra. Siamo nel 2008, sono passati sessantatre anni! Egli ha (speriamo) ragione, ma in Francia od in Inghilterra chi sostenesse una cosa simile sarebbe ricoverato. Anche in Germania (patria del nazismo e potenza, fortunatamente, sconfitta), chiamerebbero la neurodeliri. Da noi, invece, scontiamo la permanenza non del dopoguerra, ma dei fossili della guerra fredda.
I venti anni di regime fascista sorsero con un consenso spontaneo e di massa, durarono con un consenso che si voleva totale (e non lo fu) e non spontaneo, si chiusero nella rovina della guerra, senza una vera e vasta rivolta popolare, grazie agli eserciti alleati. Eppure, dopo quel ventennio, la Repubblica nacque con una classe dirigente nuova, non caratterizzata da “ex”. Certo, data l’assai vasta adesione era chiaro che tanto la burocrazia, quanto le professioni e le arti, sarebbero state popolate da chi fu fascista. Ma la dirigenza politica segnava la rottura con quel passato. Nell’Italia d’oggi, dopo quarantasei anni Repubblica proporzionale e quattordici di falso-maggioritaria, facciamo ancora i conti con chi fu fascista e chi fu comunista (più qualcuno che è fascista o che è comunista, ma entrambe marginali), ovvero con reduci di partiti e culture che non hanno governato la libertà, lo sviluppo e la ricchezza.


-----------------------------------------------------------
Stato inaffidabile e sleale

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Davide Giacalone

Uno Stato inaffidabile e sleale. Con un’amministrazione fiscale che mette in rete i redditi, invocando a sproposito la trasparenza, ed un inutile garante della privacy che parla di reati ed attende chiarimenti. La scelta di Libero, la pubblicazione di tutti i dati diffusi con irresponsabilità, contribuisce a render chiaro che siamo nelle mani di matti (ed a stroncare il mercato nero). Da nascondere resterà la faccia di Visco.
Tema complesso e voglia di sintesi, vado per punti. 1. La foto scattata dal fisco ritrae un falso di massa, oltre tutto demenziale, perché se il 30% dei contribuenti, nella fascia bassa, contribuisce per lo 0,6 del gettito c’è una sola cosa da fare: detassarli completamente. Ma è mai possibile che un contribuente su due abbia un reddito inferiore a 15.000 euro e solo l’1,8 superiore a 70.000? 2. La feroce progressività delle aliquote, che giungono a togliere ben più della metà di quel che nelle fasce alte si guadagna, induce a due reazioni: a. mentire ed eludere; b. lavorare meno per guadagnare meno. Due comportamenti antisociali, sollecitati dallo Stato. 3. Per i lavoratori dipendenti il reddito può essere una costante, mentre per professionisti, artigiani o imprenditori no. Pubblicare i dati di un solo anno distorce la realtà.


-----------------------------------------------------------
Spirito costituente - Per un federalismo non statalista

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Arturo Diaconale


La novità della campagna elettorale è che tutte le forze politiche si sono trovate d’accordo nel promettere ai rispettivi elettori che la XVI Legislatura repubblicana sarebbe stata una legislatura costituente. La grande novità del dopo elezioni è che le stesse forze politiche, sia quelle che hanno vinto con largo margine, sia quelle che hanno perso in misura inaspettata, non smentiscono quella promessa ed appaiono decise a realizzarla separando la questione della riforma istituzionale dalla normale dialettica tra maggioranza ed opposizione. I discorsi dei nuovi Presidenti dei due rami del Parlamento, Renato Schifani al Senato e Gianfranco Fini alla Camera, lo hanno confermato in pieno. Così come tutte le prese di posizione sull’argomento espresse dagli esponenti del Partito Democratico. La legislatura, quindi, sarà effettivamente costituente. Ma come? Quali potranno essere effettivamente le riforme che potranno essere realizzate in maniera condivisa? Ed in quanto tempo?


-----------------------------------------------------------
I piani di Stalin per conquistare il mondo

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Vito Punzi

Non è raro accada in Germania, che per mettere in discussione tabù storici altrimenti indiscutibili si debba attendere il coraggio e l’intraprendenza di storici di altra nazionalità. E’ di questi giorni la pubblicazione di un nuovo saggio di Bogdan Musial (“Kampfplatz Deutschland, Stalins Kriegspläne gegen den Westen”, Propyläen Verlag, Berlin 2008), polacco, che nel 1985 ricevette asilo politico dalla Repubblica Federale, per poi diventare naturalizzato tedesco nel 1992. Specializzatosi nel 1998 con un dottorato sulla condizione degli ebrei nei territori polacchi durante la Seconda Guerra Mondiale, da quello stesso anno Musial ha all’attivo una lunga collaborazione con l’Istituto Storico Tedesco di Varsavia, grazie alla quale ha potuto studiare i documenti, prima inaccessibili, relativi ai crimini compiuti dai sovietici in Polonia attraverso il N.K.V.D. Inutile aggiungere che il suo lavoro di verifica dei fatti attraverso i documenti lo espone alla facile e superficiale accusa di “revisionismo”.


Fin dall’introduzione s’intende quale fosse l’obiettivo dello storico: dimostrare come dall’inizio, dal putsch dell’ottobre 1917, fino alla Seconda Guerra Mondiale, i bolscevichi, mossi dall’idea della rivoluzione mondiale, abbiano perseguito l’espansione verso ovest (“Chi possiede Berlino”, aveva detto Lenin, “possiede l’Europa”). Il fallimento dell’ultimo tentativo rivoluzionario tedesco dell’ottobre 1923, sostiene Musial, avrebbe convinto Stalin e suoi a scegliere la guerra quale strategia per suscitare la rivoluzione planetaria.

-----------------------------------------------------------
Cercasi Principe disperatamente

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 8 della discussione
Intervista a Michael A. Ledeen di Emiliano Stornelli


Michael Ledeen è di nuovo qui a Roma, nella città in cui ha vissuto e insegnato per oltre dieci anni, la tappa principale del viaggio in Italia che insieme alla moglie Barbara lo ha già portato in Sicilia e presto lo condurrà in Toscana e infine nell'amata Napoli. L'occasione giusta per rivedere vecchi amici, fare nuovi incontri e proclamare in tv la vittoria americana in Iraq tra l'incredulità e lo scetticismo dei conduttori. Ma soprattutto è l'occasione per parlare di Machiavelli e del tema cruciale della leadership. Ledeen ne è entusiasta. A Machiavelli ha dedicato una parte importante dei suoi studi e quindi un libro, Machiavelli on Modern Leadership (Un Machiavelli per il XXI secolo nell'edizione italiana), dove il pensiero dello statista fiorentino è spiegato a chiare lettere e nella sua essenza anche brutale, ma sempre oltre i luoghi comuni dell'anti-machiavellismo buonista e militante, cui il messaggio dell'autore del Principe e dei Discorsi risulta inarrivabile. Il messaggio di Machiavelli, con la sua immortale attualità, sarà al centro del convegno di lunedì 5 maggio dal titolo '"Machiavelli on Modern Leadership. Un Principe per il XXI secolo", organizzato dalla Fondazione Magna Carta. Ledeen ne sarà naturalmente il protagonista principale. E dalla splendida e soleggiata terrazza del suo hotel favorito a piazza Navona, il Freedom Scholar dell'American Enterprise Institute regala ai lettori dell'Occidentale una grande anticipazione.

-----------------------------------------------------------
Di Pietro ammorba -complice Veltroni- la politica italiana

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Carlo Panella

Ancora una volta i magistrati hanno messo i piedi nel piatto, hanno esercitato il loro potere di sopruso anticostituzionale e hanno fatto sapere di non gradire Elio Vito quale Guardasigilli. Ancora una volta il partito di Veltroni e D'Alema ha fatto loro da palo. Ancora una volta assistiamo ad un eversivo protagonismo dei magistrati che impongono le loro volontà ai politici.
Di tutto questo, oggi, si deve dire grazie solo e unicamente a Walter Veltroni per la sua sciagurata scelta di dare forza e protagonismo solo e unicamente a Di Pietro -uccidendo socialisti, immiserendo radicali e quant'altri- portavoce in politica della magistratura militante.
Storia brutta e storia vecchia che ha il pessimo risultato di inficiare sin dai primi passi il cammino delle riforme in questa legislatura, secondo lo stesso, identico copione del 1994 e della Bicamerale.
Questo Veltroni è un vero disastro.

-----------------------------------------------------------
Olmert conferma: domani incontro Abu Mazen

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
Il premier israeliano ha confermato oggi che domani incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen, nel corso del vertice di governo settimanale.

Funzionari palestinesi hanno annunciato ieri che l'incontro si terrà a Gerusalemme.

Intanto ieri sera è giunta nella regione Condoleezza Rice. Il segretario di Stato, che ieri sera ha cenato con Olmert, ha in programma oggi una fitta giornata di colloqui con i responsabili israeliani e palestinesi, per dare un nuovo impulso al negoziato di pace. Non si sa se anche la Rice sarà presente domani all'incontro tra Olmert e Abu Mazen.

-----------------------------------------------------------
La Rice incontra leader israeliani e palestinesi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
Giornata fitta di incontri per il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, giunta ieri sera in Israele per una missione diplomatica di 36 ore volta a dare un nuovo impulso al negoziato di pace tra israeliani e palestinesi.

Ieri sera Rice ha cenato con il premier israeliano Ehud Olmert. Oggi il capo della diplomazia Usa vedrà il ministro della Difesa Ehud Barak, il ministro degli Esteri Tzipi Livni, e, a Ramallah, il presidente palestinese Abu Mazen e il primo ministro Salam Fayyad. Domani a Gerusalemme è in programma un incontro tra Olmert e Abu Mazen, e non è chiaro se vi prenderà parte anche la Rice.

Ieri il segretario di Stato ha detto ai giornalisti che viaggiavano con lei in aereo che intende chiedere nuovamente a Israele di ridurre i check point in Cisgiordania. "Capisco che tutti - il presidente Abu Mazen, io, il presidente Bush - vorrebbero vedere le cose procedere con maggiore speditezza. Questo è il motivo per cui torniamo qui e continuiamo a fare pressioni sulle parti affinché rispettino gli impegni presi", ha detto.

-----------------------------------------------------------
Bolivia: referendum autonomista: "incostituzionale" per Morales

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
E' "incostituzionale" e "illegale" il referendum sull'autonomia che si terrà oggi nella provincia di Santa Cruz, nella Bolivia orientale. Lo ha dichiarato il presidente del Paese latino-americano, Evo Morales.

A Santa Cruz, provincia benestante dove si concentrano le riserve di gas naturale e gli appezzamenti più fertili della Bolivia, è piuttosto forte l'opposizione alle politiche di stampo socialista di La Paz.

In un discorso pronunciato ieri sera, Morales ha messo in guardia le autorità provinciali dal trattenere le rendite fiscali destinate al governo centrale. "Sarebbe - ha avvertito il presidente - il peggiore errore che potrebbero commettere".

-----------------------------------------------------------
Damasco in bilico fronteggia le ribellioni parlando di Golan

>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Da Il Foglio

Il premier turco Tayyp Erdogan tenta un’accelerazione della mediazione tra Israele e Siria, proprio mentre il regime alawita tradisce segni sempre più clamorosi di cedimento interno: attentati, arresti e ammutinamenti. Il primo ministro di Ankara qualche giorno fa aveva consegnato al presidente siriano Beshar el Assad una lettera riservata di Ehud Olmert. Ieri, nel corso di un “summit economico” bilaterale a Damasco con Assad, Erdogan ha fatto altri passi avanti, verso una cornice negoziale. E’ stato prudente nelle dichiarazioni pubbliche: “Stiamo pensando di nominare alcuni responsabili delle due delegazioni, per avviare negoziati. Se questi daranno risultati positivi faremo incontrare i due leader”. Più enfatico al Assad, che ha annunciato al quotidiano Qatar al Watan di aver ricevuto da Israele addirittura l’offerta di una restituzione delle alture del Golan. In realtà nel suo messaggio Ehud Olmert è stato molto prudente sulla restituzione del Golan – una postazione pericolosissima per Israele, perché sovrasta tutta l’Alta Galilea – e ha avanzato una serie rigida di precondizioni, oltre al riconoscimento di Israele, che ben difficilmente saranno accolte. Siria e Israele hanno infatti già condotto identiche trattative dal 1993 al 2000, perché Hafez al Assad, padre di Beshar, aveva partecipato al processo negoziale di Oslo, a lato di Yasser Arafat. Ma la settennale trattativa non portò a nulla, in apparenza per un disaccordo marginale sulla attribuzione delle fattorie di Shebaa (contese da Libano, Siria e Israele), un territorio di poche decine di chilometri, in realtà come conseguenza della tradizionale strategia destabilizzante di Hafez al Assad: tavoli negoziali perennemente aperti, senza concludere mai le transazioni e alternanza tra fasi di provocazione bellica e di trattative. Strategia dispiegata per trenta anni nella “colonia” del Libano e oggi replicata a Beirut dal figlio Beshar. Convocata per il 13 maggio, l’elezione del presidente della Repubblica libanese, probabilmente slitterà di nuovo a simboleggiare questa strategia della tensione, tutta fatta di stop and go, che è la specialità – assieme agli attentati terroristi – del regime baathista di Damasco. Doppio scenario Sta di fatto che Assad e i giornali del suo regime parlano negli ultimi giorni della prospettiva della restituzione del Golan con un’enfasi non abituale (e non giustificata).

-----------------------------------------------------------
Gli italiani e la bandiera di Israele

>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Un invito di Magdi Cristiano Allam al Presidente della Repubblica

In Italia esporre la bandiera israeliana è di fatto vietato perché considerata di per sé come «provocatoria», in quanto espressione di uno Stato percepito come illegale e criminale che può essere, per forza maggiore, tollerato ma mai e poi mai pienamente legittimato come qualsiasi altro Paese del mondo. Ne abbiamo avuto conferma con la reiterata aggressione, nel corso del corteo romano del 25 aprile, contro i superstiti della «Brigata Ebraica» e i sopravvissuti ad Auschwitz, rei di avere sfilato sventolando la bandiera con la stella a sei punte. Così come si è verificato il giorno prima a Torino quando il questore, Stefano Berrettoni, ha negato ad alcuni esponenti della comunità ebraica l'autorizzazione a sostare pacificamente con la bandiera israeliana accogliendo il presidente Napolitano all'inaugurazione della Fiera del Libro l'8 maggio che, proprio quest'anno, ha Israele quale ospite d'onore nel sessantesimo della sua fondazione.
Il questore ha addotto «motivi di ordine pubblico », precisando che l'esposizione delle bandiere israeliane davanti all'ingresso della Fiera del Libro «sembrerebbe una provocazione», che rischierebbe di far esplodere lo scontro con i manifestanti ostili alla presenza di Israele e che il 10 maggio sempre a Torino indiranno una manifestazione nazionale per la «Palestina libera». Il questore ha quindi disposto che l'accoglienza del capo dello Stato avverrà all'interno della Fiera. Di fatto a Torino da mesi questi manifestanti, appartenenti perlopiù all'area della sinistra radicale, espongono liberamente bandiere palestinesi ovunque e imbrattano impunemente la città di scritte antisraeliane. Tutto ciò a loro è consentito perché appartiene, piaccia o meno, a una consolidata tradizione politica filo-araba e filo-palestinese che l'Italia ha promosso sin dal dopoguerra. E anche se oggi è una minoranza ad esprimerla pubblicamente, di fatto sono molti di più quelli che condividono il pregiudizio antisraeliano.


-----------------------------------------------------------
Ora Israele confina con l'Iran

>>Da: Veronica
Messaggio 4 della discussione
Intervista a Benyamin Netanayahu
di Francesca Paci


Benyamin Netanyahu siede alla scrivania del suo ufficio alla Knesset, il parlamento israeliano sui colli di Gerusalemme. Completo scuro, camicia celeste, sorriso assertivo di chi è pronto a traslocare al piano nobile del primo ministro, il leader dell’opposizione però prima di rispondere alle domande ne fa a raffica: Silvio Berlusconi può contare su una maggioranza stabile? La Lega è un alleato sicuro? Che contributo potrà dare Gianfranco Fini? L’Italia lo interessa, «un Paese piccolo ma importante». Un alleato «storico» d’Israele sebbene a volte percepito come recalcitrante.
Il premier israeliano Olmert si è rammaricato per «l’incidente» di Beit Hanun in cui hanno perso la vita 4 bambini palestinesi. La situazione a Gaza è grave: c’è da aspettarsi un’escalation?
«Quanto accaduto a Gaza è drammatico. Che siano palestinesi o israeliani i civili sono civili. Ma c’è una differenza enorme: quando Hamas bersaglia da Gaza le scuole di Sderot o del Negev punta deliberatamente la popolazione civile, noi cerchiamo di evitarla. Israele si confronta militarmente con gente che usa donne e minori come scudi umani. Siamo addolorati per la famiglia decimata a Gaza. Avete mai sentito un leader palestinese piangere le nostre perdite, i bambini, gli anziani? L’opposto: a ogni attentato, a ogni razzo Qassam che centra l’obiettivo, i sostenitori di Hamas si rallegrano, fanno festa».


-----------------------------------------------------------
Novità: anche l’Italia approva le sanzioni contro la Melli Bank of Iran

>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Articolo di Dimitri Buffa

Berlusconi non è ancora insediato al governo ma la musica in politica estera è già cambiata. Da ieri infatti anche l’Unione europea, su preciso input dell’Italia, ha adottato le sanzioni già votate dal consiglio di sicurezza dell’Onu il 20 marzo scorso contro la Melli Bank of Iran, il principale istituto di credito di diritto islamico sciita. Alla Farnesina, dopo due anni di equivicinanza e di neutralità dalemiana, tra i funzionari c’è un’enorme voglia di cambiamento e tutti sanno cosa si aspettano il premier Silvio Berlusconi nonché il probabile titolare del dicastero Franco Frattini, per cui provvedono di conseguenza. Giorni fa era stato l’ambasciatore all’Onu Spatafora a far saltare il piatto in seno alle Nazioni Unite. Dove la Libia voleva far passare una mozione che assimilasse Gaza ai lager nazisti. E’ di ieri la sorpresa dell’inserimento da parte dell’Ue dell’istituto presieduto da Alì Sedghi tra quelli con cui sarà vietato avere rapporti commerciali. La Melli Bank è una delle principali controllate dal regime di Ahmadinejad con un volume annuo di affari di svariati miliardi di dollari. Oltre che di arricchimento dell’uranio si occupa anche di transazioni petrolifere in mezzo mondo, e segnatamente in Germania, Francia e Italia. Secondo fonti del governo dello Stato ebraico citate dal quotidiano Jerusalem Post, la decisione presa nei giorni scorsi dall’Italia rappresenta “Una prima indicazione che il nuovo premier Silvio Berlusconi sembra intenzionato a condurre una politica differente nei confronti dell’Iran”. Il nostro paese era rimasto l’ultimo a bloccare le sanzioni commerciali contro Teheran visto che è anche il suo primo partner commerciale con oltre 7 miliardi di dollari di scambi annui. Ora però con l’arrivo di Berlusconi il faro è tornato a essere l’America, non più il terzo mondo degli stati canaglia che sponsorizzano il terrorismo islamico e l’antisemitismo in funzione anti-israeliana.

MSN Gruppi

unread,
May 6, 2008, 6:43:39 AM5/6/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Tax Freedom Day

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Svizzeri, inglesi e americani, da maggio sono liberi dalle tasse
di Chiara Battistoni


Ai primi del Novecento Max Nordau ebbe a scrivere “Il fiscalismo è sfruttamento del popolo elevato a sistema, per spremere le maggiori somme possibili senza preoccuparsi dello scopo ragionevole dello Stato e delle conseguenze che subirà ogni cittadino”.
Chissà cosa avrebbe scritto se fosse vissuto al giorno d’oggi. Proprio nel 1900, infatti, negli Usa il cosiddetto Tax Freedom Day (TFD, il giorno della libertà dal fisco, quello in cui cessiamo di lavorare per pagare le tasse e cominciamo a lavorare per noi) arrivava il 22 gennaio; con una pressione fiscale al 5,9%, bastavano 22 giorni di lavoro per lo Stato, scesi addirittura a 19 nel 1912 e poi, dopo le due guerre mondiali, balzati oltre i 100, fino al picco dei 120 del 2001 e gli attuali 113 del 2008. Sono i dati emersi dall’americana Tax Foundation, fondata nel 1937 che ha fatto del TFD la propria vocazione. Ogni anno gli americani hanno disponibile la classifica degli Stati per TFD; accanto ai più comuni indicatori di libertà economica, infatti, il TFD è un’altra utile integrazione. Se la media federale è di 113 giorni, infatti, ci sono Stati come l’Alaska (prima nel 2008) in cui il TFD arriva dopo soli 88 giorni (il 29 marzo, nel 2008).


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Un risultato reso possibile dalla pressione contenuta delle tasse statali e locali. Al di sotto dei 100 giorni si collocano anche l’Alabama (99), il Mississipi (97), la West Virginia (98). Pochi i casi di superamento della media: il peggiore è il Connecticut con 128 giorni (TFD 8 maggio), seguito rispettivamente da New Jersey (127), New York (125), California (120), Washington (119), Massachussets (118). La maggioranza degli Stati ha un TFD compreso tra 115 e 105 giorni. La Tax Foundation, inoltre, ha comparato i giorni di lavoro necessari per pagare le tasse con i giorni necessari per tutte le altre, comuni attività del vivere.
Ne esce un quadro stimolante: ogni cittadino americano lavora 113 giorni per il fisco (federale 74 giorni, statale e locale, insieme, 39 giorni); ne lavora 13 per acquistare abbigliamento e accessori, 29 per i trasporti, 35 per gli alimentari, 50 per la salute, 60 per la casa, 44 per attività varie. Se poi la medesima analisi è proiettata nell’arco delle 8 ore lavorative, il cittadino americano scopre di dedicare ogni giorno 1 ore e 37 minuti del proprio lavoro alle tasse federali, 51 minuti a quelle locali e statali.


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Ancor più interessante l’analisi comparata del TFD nel periodo 1982-2008, da cui emerge con chiarezza che gli americani, repubblicani o democratici, di fronte alle ultime fasi recessive hanno sempre agito facendo sì che il TFD si riducesse. Tra il ’90 – ’92 si passò dal 22 aprile al 20 aprile; tra il 2000 e il 2002 si passò dal 3 maggio al 16 aprile. Nel Vecchio Continente, solo la Svizzera fa meglio degli Usa: dal 14 aprile i cittadini della Confederazione hanno saldato il loro debito col fisco; rispetto al 2007 hanno guadagnato due giorni in più di libertà: solo 104 giorni rispetto ai 106 del 2007 o addirittura ai 109 del 2000. Difficile fare meglio della Confederazione; si avvicina solo il Regno Unito; i dati 2006 indicano 156 giorni per raggiungere il TFD contro la media europea di 164 giorni. L’Italia? 22 giugno nel 2006, 16 luglio nel 2007 e, con l’eredità degli ultimi due anni, nulla lascia presagire che il 2008 sia diverso.


-----------------------------------------------------------
Grillo e Santoro - La fabbrica della violenza

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Arturo Diaconale


A Torino i centri sociali hanno festeggiato a loro modo il primo maggio incendiando le bandiere americana ed israeliana e contestando Fausto Bertinotti, reo di non essere favorevole alle proteste contro la scelta di dedicare ad Israele la Fiera del Libro di prossima inaugurazione. Questi incidenti sono solo un anticipo di quanto potrà avvenire, magari alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al momento dell’apertura della Fiera e durante gli incontri ed i dibattiti che si volgeranno nel corso della manifestazione. Il rischio che Torino sia una riedizione, magari ridotta ma altrettanto pericolosa, del G8 di Genova del 2001, c’è tutto. La fasce più estreme della sinistra antagonista sono alla ricerca di un pretesto per “rialzare la testa” (come ha detto il cantante Pelù alla folla del concerto di San Giovanni) dopo la clamorosa sconfitta elettorale. E la Fiera del Libro dedicata ad Israele, caricata com’è dalle polemiche degli ultimi mesi dei centri sociali e dagli intellettuali del massimalismo più radicale, sembra essere il pretesto più immediato e perfetto per decidere di alzare la testa menando le mani. Il pericolo vero non riguarda l’eventualità di incidenti a Torino. Che difficilmente potranno assumere le dimensioni di quelli del G8.


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Il pericolo è che il pretesto della Fiera del Libro possa diventare una sorta di richiamo della foresta per l’intera sinistra antagonista ed innescare un processo di riflusso estremista destinato a creare un clima di tensione e di violenza nell’intero paese. Una eventualità del genere è fin troppo fondata. Non solo perché al governo torna Silvio Berlusconi e la sinistra radicale è ormai tutta extraparlamentare. Ma perché sul paese sta tornando a spirare un vento di intolleranza che in passato ha già prodotto conseguenze gravissime e nefaste. Gli incidenti del primo maggio a Torino hanno un precedente che riguarda sempre Torino, la manifestazione tenuta in occasione del 25 aprile da Beppe Grillo può essere considerata come un esempio perfetto di questo vento che per il momento suscita solo violenza verbale ma che in in futuro, più o meno prossimo, potrebbe scatenare anche la violenza fisica. Gli intellettuali, i giornalisti, i conduttori televisivi che per ragioni di audience e con la speranza di intercettare la ricca fetta di mercato dei moralisti arrabbiati e qualunquisti cavalcano il fenomeno Grillo hanno scarsa memoria. O, forse, ne hanno anche troppa. Grazie a Grillo ed a chi gli fa eco, nel paese sta passando il messaggio che l’insulto sprezzante non solo è legittimo ma addirittura doveroso quando riguarda “gli altri”.


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

L’ultima puntata di “Annozero” è stata un esempio illuminante del fenomeno. Con Michele Santoro alla ricerca di un secondo martirio e magari di una nuova candidatura al Parlamento Europeo, ben contento di rilanciare gli insulti beceri e personalizzati di Grillo. Con gli ospiti (unica eccezione Vittorio Sgarbi) ben felici di mettersi al vento della violenza verbale del comico. Con il pubblico come sempre attentamente selezionato per fare da coro d’accompagnamento alle contumelie sanguinose e diffamatrici dell’incrocio tra Pulcinella e Savonarola. Tutti allegramente inconsapevoli (o forse colpevolmente consapevoli) che presto o tardi, come l’esperienza degli anni ’70 insegna, la violenza verbale innesca quella fisica. E che non ci si può stupire e dolersi se poi qualche invasato imbecille decide di fare pulizia non con le parole ma con le armi e si mette a gambizzare od uccidere in nome della protesta morale. Grillo non ha problemi di questo tipo. La sua unica preoccupazione è di natura commerciale. Quella di curare e conservare la fetta di mercato dei qualunquisti imbufaliti per meglio alimentare la propria denuncia dei redditi. Lo stesso vale per Santoro alla ricerca dell’audience e del martirio o di Marco Travaglio impegnato allo spasimo a coltivare i lettori dei propri libri. Ma intanto nel paese cresce la febbre dell’intolleranza. Ed il pericolo del richiamo della foresta per una sinistra traumatizzata dalla sconfitta ed in uno stato di drammatica psicolabilità. Chi può provveda!


-----------------------------------------------------------
Hollywood de noantri

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Davide Giacalone

Veltroni, che al cinema ha dedicato i propri studi, aveva creato il festival del cinema, a Roma. Per due volte è stato sfortunato, giacché a quella ricorrenza s’abbinavano fatti delittuosi o tristi. In ogni caso, a dirigere il traffico di star e sale vuote aveva messo Goffredo Bettini, cui già era stata affidata la responsabilità dell’auditorium. Quest’ultimo non è né un musicofilo né un cinefilo, men che meno un collaudato amministratore, ma un militante che fa politica da sempre. E fin qui, siamo al normale andazzo. Ora Alemanno annuncia che quel festival andrà rivisto, dando spazio più a Cinecittà che ad Hollywood, più ai divi nostrani che a quelli americani. Raramente accade d’osservare un tale concentrato d’errori.
L’industria culturale deve essere libera d’esprimersi, senza inutili censure (sarei favorevole a quella del buon gusto, ma il discorso si farebbe complicato). Anche il pubblico deve essere libero, di vedere quello che gli pare. Non c’è libro, od opera teatrale o film che possa cambiare la cultura a dispetto del pubblico. Ci sono opere che, magari, si apprezzano con ritardo. Autori disprezzati in vita ed ammirati quando non ci sono più. Ma mai grandi opere che non sono mai piaciute a nessuno. I festival, poi, sono eventi commerciali, destinati a promuovere i prodotti e coronati da successo, quindi, se ci si guadagna. Detto in modo diverso: film sovvenzionati dallo Stato e festival a spese del contribuente servono a divertire ed arricchire solo quelli che vi partecipano, lasciando indifferenti e più poveri tutti gli altri.


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Quando si discuteva la direttiva europea sulle televisioni ero contrario alle quote di film europei che era obbligatorio trasmettere. Non era un sistema per aiutare gli autori del vecchio continente, ma solo un modo per disincentivare il confronto nel mercato globale. Per la stessa ragione sono contrario ai festival con film “de noantri”, chiedendo scusa ai trasteverini per l’omonima e talora bella festa, che annualmente occupa le loro piazze. Non è che se esponiamo meno Clooney e più Bombolo l’italica cultura ne tragga un giovamento.
Piuttosto, vorrei saper se quanti si sentono più internazionali ed importanti se si fanno ritrarre accanto a certi attori sanno perché l’industria cinematografica statunitense porta il marchio di Hollywood. La fama di questa località californiana comincia nel 1910, ed è dovuta al fatto che a New York c’era chi sosteneva di possedere i brevetti per fare cinema e, quindi, imponeva ai produttori il pagamento di royalties. Dalle parti di Los Angels si affermò che quei presunti brevetti non valevano, si concesse un certo vantaggio fiscale e da lì nacque un’industria, destinata a divenire piuttosto famosa. Tutto questo non ha nulla a che vedere con festival finanziati con i soldi delle tasse, le cui proiezioni erano affollate mediante deportazione (certamente festosa) delle scolaresche romane. Più ignoranza per tutti, insomma.
Non dubito che i morti di fama autoctoni siano pronti ad accorrere alla corte del nuovo sindaco, così come scodinzolavano presso quella del vecchio. Mi entusiasma lo sport del salto della quaglia e la specialità dell’arruffianamento, con codazzo di presunti pensosi ed aspiranti attrici. Tutti elementi, questi, che già sono costati il rigetto alla classe dirigente comunale appena sfrattata. Ma, ove mai si sia interessati a diffondere le arti si sappia che i soldi spesi in quel modo sono comunque buttati, specie se ai ragazzi non s’insegna nulla a scuola e per molti il “do di petto” e un modo di dire che si è generosi dalla parte frontale.


-----------------------------------------------------------
Perché il commercio deve ripartire dalle intuizioni del Cav.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Giuseppe Pennisi

Vi ricordate la proposta fatta da Silvio Berlusconi quando è stato, per un breve periodo, Ministro degli Affari Esteri ad interim? Si era all’inizio di questo decennio; ogni anno i rapporti Ice sottolineavano, con lacrimose litanie, come l’Italia stesse perdendo quote del mercato internazionale di merci.

Posto alla guida della diplomazia, il Cavaliere (uso ad essere un imprenditore dinamico con occhio a tutti i mercati) propose che la vasta rete all’estero dell’Italia (Ambasciate, uffici Ice) venisse integrata, che l’ex-Ministero del Commercio con l’Estero confluisse, armi e bagagli, alla Farnesina e che gli Ambasciatori venissero valutati anche in base ai mercati che riuscivano ad aprire al “made in Italy” ed alla posizioni che erano in grado di difendere da esportatori aggressivi.

Molte feluche mugugnano: il commercio è per bottegai e per poco si addice a chi deve plasmare la politica estera (anche se spesso non ce ne è a ragione della sempre maggiore influenza Ue).

Le incombenze, comunque, sono già tante; se resta un po’ di tempo libero è meglio dedicarsi alla letteratura (sulla scia di una grande tradizione francese, da Roger Peyrefitte a Roman Gary) piuttosto che al fato di automobili, prosciutti e mortadelle.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Venne comunque aperto un “tavolo” tra la Farnesina e Via Molise (sede del Ministero delle Attività Produttive di cui la struttura preposta al commercio con l’estero faceva parte). Non se ne fece nulla; fu ben presto chiaro che il nodo riguardava le carriere – il rischio, temuto da alcune feluche, che la “carriera speciale”, la diplomazia, perdesse alcune delle sue caratteristiche, che si aprissero i ranghi (rendendo più competitive le promozioni), che l’integrazione con la rete Ice diluisse le funzioni dei Consiglieri d’Ambasciata incaricati di questioni economiche e finanziarie. Ciò nonostante, nonostante nel 2005 un’analisi empirica Usa confermava che l’idea era buona ed uno studio internazionale del 2007 concludeva che gli ambasciatori, se vogliono, fanno bene all’export. Questi lavori sono stati commentati con l’aggettivo “accademici” nel Palazzone bianco con vista sul Tevere costruito per essere sede del PNF. Un aggettivo che equivale a dire “poco utile”. Sono, poi, stati archiviati sottochiave.

Dell’argomento si è parlato molto poco negli ultimi anni anche perché l’export italiano ha avuto un’impennata in volume (pur non aumentando la quote di mercato poiché il commercio mondiale non cresceva a tasso inferiore).

Proprio mentre sta per formarsi il nuovo Governo, la Banca di Spagna mette on line una nuova analisi (di cui forniamo i riferimenti per averla su supporto magnetico ed in versione inglese); sarà tra breve un elegante volumetto.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Lo studio conferma l’intuizione del Cavaliere e le due analisi del 2005 e del 2007 (estensivamente citate nel lavoro) , ma giunge anche a quantizzazioni interessanti: esaminando i dati di 21 Paesi esportatori netti e di 162 importatori netti, dove le funzioni dell’Ambasciatore (e pertinenti premi e sanzioni) riguardano la promozione commerciale le probabilità di commercio con il partner in questione aumentano tra l’11% ed il 18% . L’analisi riguarda anche i differenti settori: quanto maggiore è la differenziazione delle esportazioni tanto più alta è la probabilità di incidere. Quindi, se vogliono e se hanno la professionalità del caso, gli Ambasciatori possono aprire mercati.

La stampa italiana ha ignorato lo studio di cui pare non si siano accorti né alla Farnesina né a Viale Boston (sede degli ufficio dell’ex-Ministero del Commercio con l’Estero). La ricerca rappresenta un supporto analitico importante per fondere, nella struttura del nuovo Governo, diplomazia e promozione commerciale e mettere sotto un unico ombrello anche Ice, Simest, Sace ed altre agenzie e spa del genere. Tanto più che, proprio in questi giorni, il rapporto annuale dell’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) ha ammonito che soltanto il 3,5% dell’export mondiale è “made in Italy” (rispetto al 9,5 del “made in Germany”, dell’8,8% del “made in China”, dell’8,4% del “made in Usa” e, per soffermarci tra i nostri vicini, del 4% del “made in France”).

C’è, però, anche un’implicazione importante. Data la struttura della “carriera”, i vari “adempimenti” perché sia generalista, molti diplomatici hanno letto per l’ultima volta un manuale di economia ai fini della preparazione al concorso per entrare in carriera; non hanno mai neanche sfogliato libri di politica commerciale e di promozione all’export.

E’ urgente che l’Istituto Diplomatico e la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (con il supporto dell’Ice) organizzino corsi di formazione.


Riferimenti

RUBEN SEGURA-CAYUELA, Bank of Spain
Email: rub...@bde.es

JOSEP M. VILARRUBIA, Bank of Spain
Email: josep.vi...@bde.es

The Effect of Foreign Service on Trade Volumes and Trade Partners"

Banco de España Working Paper No. 0808

-----------------------------------------------------------
Le banche tedesche e i sussidi di Stato a cui l'Ue ha detto sì

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Giovanni Boggero

La crisi del settore creditizio che ha avuto come epicentro gli Stati Uniti non ha tardato a dispiegare i propri effetti nefasti anche sul Vecchio Continente. A risentirne in maniera particolare è stata la Germania, dotata di un sistema bancario estremamente frazionato (gli istituti di credito sono più di 2000, circa il doppio di Italia e Francia) e in cui la competizione è falsata dal massiccio controllo che la “mano visibile della politica” esercita attraverso le sue partecipazioni. Non c’è dunque nulla di che stupirsi se ora, dopo le recenti turbolenze finanziarie legate alla crisi dei mutui subprime, le banche tedesche che avevano investito negli U.S.A. non riescono più a stare sul mercato e dichiarano perdite da capogiro.

Se la via più naturale da seguire sarebbe quindi quella del fallimento, poteri pubblici e non invocano ora un ruolo attivo da parte dello Stato: “Siamo di fronte ad una crisi nazionale. Chiediamo perciò al governo di intervenire per ridare fiato al sistema”, ha dichiarato con insistenza negli scorsi mesi il governatore del Land Nord-Reno Westfalia Jürgen Rüttgers (CDU).

Come avvenuto per i salvataggi di Bear Sterns e Northern Rock, l’esecutivo tedesco ha così assicurato l’afflusso di nuova liquidità ad un istituto come IKB, banca fondata alla fine della seconda guerra mondiale per garantire prestiti alle PMI e scampata per ben tre volte all’insolvenza negli ultimi nove mesi grazie ad una generosa iniezione di denaro pubblico. Nonostante l’operazione venga giustificata in termini di assorbimento dei “rischi di sistema” che da una bancarotta potrebbero derivare, a Francoforte si è molto scettici sul destino dell’istituto, definito da alcuni traders un paziente ormai clinicamente morto.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Le difficoltà riscontrate da numerosi altri istituti finanziari pubblici, quali Sachsen LB e Bayern LB, entrambi soccorsi dai rispettivi governi regionali, ha imposto un ripensamento dell’intero sistema bancario tedesco, nel quale i consolidamenti tra soggetti privati e pubblici da parte dei primi rimangono tuttora vietati. In un’intervista rilasciata all’emittente radiofonica Deutsche Welle, uno dei più noti economisti della repubblica federale, Norbert Walter, ha chiarito l’assoluta eccezionalità del settore bancario tedesco, che gode dei profitti e scarica su terzi le perdite: “Non dobbiamo dimenticare che in Germania metà degli istituti di credito e delle casse di risparmio sono gestiti dallo Stato fin dalla loro nascita. E noi tedeschi siamo molto orgogliosi di questo. I politici sono convinti che questa sia la strada giusta da percorrere per organizzare il nostro sistema monetario. E’ quindi ovvio che nel momento in cui una banca va in rosso, il proprietario, che in questo caso è lo Stato, deve intervenire”.

Dello stesso avviso pare essere anche l’Unione Europea che appena qualche giorno fa ha concesso il suo benestare al pacchetto di aiuti predisposti dal Land Nord-Reno Westfalia per la sua controllata, la Westdeutsche Landesbank.

Già entrato qualche anno fa nel mirino europeo per aver ricevuto sussidi pubblici, l’istituto, da mesi in forti ristrettezze finanziarie, è alla disperata ricerca di un partner commerciale, fin qui non ancora palesatosi. Il prestito di circa 5 miliardi di euro- ha spiegato il Commissario europeo alla concorrenza Neelie Kroes- è comunque in tutto e per tutto compatibile ai requisiti previsti dal Trattato CE in tema di erogazione di fondi pubblici alle imprese: non si tratta quindi affatto di aiuto di Stato, ma di un prestito meramente contingente e propedeutico ad un programma di ristrutturazione che la Germania si è impegnata a varare entro l’8 Agosto prossimo. A questo punto non rimane che domandarsi se lo stesso trattamento di favore verrà riservato ad Alitalia.

-----------------------------------------------------------
Il problema della crescita zero ruota attorno all'energia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Marcello Inghilesi

Ci dicono che avremo una crescita economica vicino allo zero. Che saremo “il cucchiaio di legno” dell’Europa, peggio di tutti. Che stiamo perdendo competitività, che il potere di acquisto diminuisce sensibilmente e che l’inflazione comincia a divenire un problema serio.

Mille le colpe: politiche, industriali e sindacali. Sarà tutto vero, anche se sui pareri e sui conti del burosauro europeo qualche dubbio bisogna mantenerlo. Qui però vale la pena sottolineare una peculiarità negativa, tutta italiana, che tende ad affossare ogni sforzo di crescita del Paese: si tratta della totale (o quasi) dipendenza energetica dall’estero e in particolare da risorse come il petrolio e il gas, il cui mercato, per motivi diversi, è esploso, tanto da poter spiegare da solo, la crescita semi-zero prevista per l’Italia.


L’energia, nell’economia di un Paese, è servizio (per esempio, gas e elettricità domestici); è prodotto di consumo, spesso essenziale per la vita quotidiana collettiva e individuale; è fattore di produzione diretto per gli impianti industriali, sia sotto forma di elettricità, che di olio o gas.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Quando il prezzo dell’energia schizza in alto, l’Italia va sempre in ginocchio. Perché tutti i costi dei prodotti e anche dei servizi, seguono quanto meno la tendenza al rialzo dei prezzi energetici; e talvolta tendono addirittura a superarla, in una spirale di attese economiche negative e di corse irrazionali ai cosiddetti “accaparramenti” ( come nelle economie di guerra).

A questo mercato dell’energia spinto alle stelle e trattato in dollari, fa riscontro una politica monetaria della BCE , che di fatto privilegia la continua rivalutazione dell’Euro sul dollaro. Questa politica, se da un lato contrasta gli aumenti in dollari dei prezzi degli idrocarburi, dall’altro penalizza i Paesi, che producono e vendono in Euro. E tra i più industrializzati, quelli più deboli e maggiormente dipendenti dagli scambi internazionali. E, come noto, non essendo l’Italia ricca di risorse naturali, è solo un Paese che importa, trasforma e in gran parte esporta (estero dipendente perciò): oggi ci troviamo nella tenaglia dell’aumento di gran parte dei prodotti importati a causa dell’esplosione dei prezzi energetici, da un lato, e delle esportazioni in Euro (continuamente rivalutati, rispetto alle altre monete), sempre meno competitive. E tutto questo reso ancora più complicato in peggio dalla mondializzazione dei mercati e dalla spirale della crisi alimentare in atto.


>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Da queste brevi note risulta chiaro che l’indebolimento del nostro sviluppo dipende innanzitutto da nostre carenze energetiche. Se fossimo nelle condizioni energetiche di Francia, Germania o Inghilterra, i nostri parametri economici sarebbero probabilmente analoghi ai loro ( i conti, se pur complessi, si possono fare ). Quindi dobbiamo prendere decisioni in campo energetico, capaci di ridurre la bolletta che paghiamo per comprare idrocarburi. Come noto le politiche energetiche strutturali sono di medio e lungo periodo. Ma bisogna iniziarle, subito, marginalizzando l’azione dei giullari dell’energia che finora l’han fatta da padroni. La scienza e la tecnologia hanno delle regole : se invece che nelle accademie queste regole si discutono al bar, sicuramente andiamo a picco.

Ci sono anche politiche immediate da mettere in atto. La razionalizzazione dei consumi, nelle case e nelle fabbriche, negli uffici e nelle aree metropolitane.

Un sistema di trasporti nuovo, capace di usare i mezzi in funzione dei fini. L’auto non può più essere solo moda o immagine: essa deve essere uno strumento e non un bene da esibizione. Il treno deve essere ristrutturato e rilanciato in termini di competitività reale. Le cosiddette autostrade del mare per il trasporto merci devono essere attivate e incoraggiate.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

Nuove piccole forme di produzioni energetiche e nuovi combustibili possono essere realizzati in tempi rapidi e a costi competitivi, con gli idrocarburi a questi livelli; il solare termico è da tempo competitivo. Quasi un terzo dei consumi energetici complessivi è composto da acqua calda. Produciamola con il sole e cominciamo ad usarla obbligatoriamente in tutti gli edifici pubblici, scuole, ospedali, caserme, carceri, uffici; anche per avviare un processo industriale nazionale che con le quantità prodotte, può diventare sempre più competitivo ed avere un futuro sia nelle tecnologie che nel design.

Resta il fatto che non possiamo più restare prigionieri della bolletta petrolifera: pena non solo la crescita zero, ma anche la recessione. Se,come dicono, il nuovo traguardo del petrolio è a 200 dollari a barile, l’Italia potrà solo farsi il segno della croce.

-----------------------------------------------------------
Ho brutte notizie da darvi

>>Da: LAURA39398
Messaggio 6 della discussione
Carissimi, sono in partenza per Roma. Mio fratello è in fin di vita. Gli è stato diagnosticato un tumore al cervello e non è operabile. E' entrato in coma. Non so quando tornerò. Scusate, ma il mio cuore è impietrito. Vi abbraccio, Laura

>>Da: santana
Messaggio 2 della discussione
Questa notizia mi ha letteralmente sconvolto.
Da parte mia, finchè non ti rifarai viva, non intendo fare commenti di alcunchè.
Laura, se può servirti, cerca di essere forte.
Un caro abbraccio,
Carlo

>>Da: micia
Messaggio 3 della discussione
Senza parole.
Non so cosa dire..davvero.
Laura fatti forza.
Ti sono tanto vicina con il cuore.

>>Da: MARCY1078
Messaggio 4 della discussione
Laura mi ha preceduto.
Mi ha chiamato mezz'ora fa.
Ho conosciuto suo fratello, aveva solo 46 anni.
Non riesco a dire niente anche io.
Il tumore gli è stato diagnosticato soltanto oggi, ma era in fase catatonica da circa una settimana.
Pensavano si trattasse di un blocco psicologico dovuto ad uno stress, poi stamattina la tac e il responso.
Mi ha detto che ormai la sua vita è appesa ad un filo.
Se potete chiamatela, forse vi chiude il telefono in faccia, ma credo che le faccia bene sentirsi circondata da persone che le vogliono bene.
Da parte mia farò il possibile per starle accanto in questo momento terribile.

MSN Gruppi

unread,
May 8, 2008, 6:49:27 AM5/8/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Antifascismo perenne

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Gianni Baget Bozzo

«Allarme, sono fascisti!». Il pestaggio mortale a Verona fatto da cinque naziskin contro un giovane che aveva rifiutato loro una sigaretta è divenuto un indignato allarme della stampa italiana. Titolo di prima pagina a cominciare dai maggiori quotidiani. Si era persa nel tempo l'eco della dichiarazione di Berlusconi che accettava il 25 aprile a condizione che esso fosse riconosciuto come festa di tutti coloro che avevano combattuto per la patria. Ma era ancora nell'aria l'accettazione di Gianfranco Fini della festa della liberazione, che pure aveva aperto il percorso delle morti rosse in tutto il nord, soprattutto nel triangolo della morte in Emilia. Pansa ha avuto il coraggio di testimoniarlo da antifascista. Ma questo suo titolo politico non gli ha risparmiato il tumulto comunista verso la sua attività di presentatore dei suoi libri.

Era difficile pensare che gli sconfitti dell'aprile «azzurro» rinunciassero tanto facilmente all'antifascismo e all'antiberlusconismo. I postcomunisti non hanno mai compiuto il passaggio socialdemocratico fatto dalla sinistra spagnola e da quella tedesca, ambedue proprie di paesi che avevano conosciuto regimi autoritari e totalitari. Mentre in Germania e in Spagna l'antifascismo è stato superato e ricondotto alla universalità della democrazia, in Italia è rimasto il patrimonio di un partito comunista che non ha mai voluto riconoscere che Turati e Matteotti avevano ragione contro Gramsci e Togliatti e che Craxi aveva fatto le scelte giuste ed Enrico Berlinguer quelle sbagliate. Il fischio del congresso socialista di Verona nell'84 a Enrico Berlinguer fu un fischio socialista. Ed è stato ripagato con la distruzione del Psi e la dannazione della memoria di Bettino Craxi.

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: L'impari opportunità

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Io preferivo quando nella politica italiana c’erano meno donne e magari pure più brutte: almeno avevi la certezza che non passavano di lì per caso, che i meriti dovevano averli per forza, anche perché in caso contrario il cinismo maschile le avrebbe spazzate via. Ora, invece, la logica politicamente corretta delle quote rosa, delle quote marketing, delle quote copertina, delle quote «noi-sì-che-siamo-moderni», ti costringe a guardare con sospetto anche donne magari bravissime, signore che sono riuscite in politica non perché sono belle: ma nonostante siano belle.

Il problema è che il reclutamento di femmine a manciate, durante la campagna elettorale, è stato penoso a sinistra come a destra: non erano una variante qualitativa, ma quantitativa, erano «tot donne» da sbattere in lista: il criterio di selezione era un problema che veniva dopo. Anche questa ossessione di dover piazzare assolutamente tot donne in tot ministeri sa di forzatura e convince poco: soprattutto se, nel totoministri quotidiano, capitava di veder saltabeccare certi nominativi da un ministero all’altro come se fossero intercambiabili, come se le attitudini e le competenze fossero un optional. Scegliere una donna solo se è più brava di un uomo: è questa l’emancipazione. Il governo potrebbe essere composto solo da donne oppure da nessuna: perché è un governo, non è mica una scampagnata.


-----------------------------------------------------------
Mario Giordano: SENZA RISERVE

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Diventa ministro una ragazza nata nel 1977. Giorgia Meloni ha 31 anni, tre in meno del nostro Giornale, non è mai andata a nanna dopo Carosello e quando è crollato il muro di Berlino frequentava appena le medie. Anche questo è un piccolo segno di rottura col passato. Ce ne sono tanti, per la verità, a salutare il battesimo del governo Berlusconi. Quasi come una conferma di quella voglia di novità espressa dagli elettori il 13-14 aprile.
È nuovo il metodo scelto dal premier, cioè quello di accettare l’incarico senza riserve e leggere la lista dei ministri subito dopo l’incontro col Capo dello Stato. È nuova la decisione di ridurre il numero delle poltrone (dalle 103 di Prodi alle 60). E sono nuovi anche molti dei volti che entrano nell’esecutivo: ben 13 new entry e quattro ministri che non hanno ancora compiuto 40 anni. A uno di loro, Angelino Alfano, fra l’altro è affidato uno dei compiti più difficili, quello della Giustizia. Una scelta coraggiosa.
È stata coraggiosa anche la scelta di altri due giovani Luca Zaia (40 anni appena compiuti) e Mariastella Gelmini, in settori strategici come l’Agricoltura e l’Istruzione. Sono due sgobboni, tosti, tenaci, cresciuti sul territorio e dunque al di fuori di ogni logica di palazzo. Sapranno portare una ventata di freschezza dentro quelle stanze troppo spesso infestate da burocrazie e clientele.


-----------------------------------------------------------
Birmania, 80mila morti solo a Labutta

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
A sei giorni dal disastroso passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar, circa 5mila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi nel delta del fiume Irawaddy, l’area più colpita dalla furia degli elementi che si estende nel sud-ovest dell’ex Birmania

Rangoon - A sei giorni dal disastroso passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar, circa 5mila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi nel delta del fiume Irawaddy, l’area più colpita dalla furia degli elementi che si estende nel sud-ovest dell’ex Birmania. Proprio in questa zona, stando ad alcune fonti vicine ai militari locali, sarebbero morte almeno 80mila persone.
Bilancio catastrofico Centomila morti. Questo potrebbe essere il bilancio catastrofico del ciclone Nargis che ha devastato la Birmania li scorso fine settimana. La cifra, paragonabile a quelle dello tsunami del 2004, è stata avanzata da fonti diplomatiche americane a Rangoon. Ma la cifra potrebbe anche crescere. "Allo stato attuale il bilancio nei villaggi di Labutta è di circa 80mila morti", ha spiegato Tin Win, capo di uno dei distretti di Labutta, situata nel cuore del delta meridionale dell’Irrawaddy, devastato dal ciclone nell’ultimo fine settimana. Win ha aggiunto che, dei 63 villaggi che circondano Labutta, alcune decine sono stati spazzati via dalla forza di Nargis. Nessun responsabile governativo è raggiungibile per confermare questo bilancio. Intanto, di fronte agli ostacoli che la giunta militare al potere nel Paese asiatico frappone all’arrivo dei soccorritori stranieri, il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è diviso e non ha accetto la proposta della Francia, che aveva chiesto una riunione per valutare se ricorrere a una risoluzione basata sul principio dell'ingerenza umanitaria. Solo oggi pomeriggio da Brindisi è partito per Rangoon un primo aereo dell’Onu, dopo ore di attesa di un via libera definitivo. Il bilancio delle vittime fornito dalle autorità birmane è fermo a circa 22.500 morti, ma ancora prima della cifra data dai diplomatici americani, l’Onu aveva avvertito che il bilancio potrebbe aumentare in misura "molto significativa". Andrew Kirkwood, direttore per la Birmania di Save the Children, ha detto che "ci sono 41mila dispersi, ma in tanti pensano che la maggior parte di queste persone siano morte". Secondo l’organizzazione, che ha in Birmania circa 500 operatori, circa il 40% dei dispersi sono bambini. Kirkwood ha aggiunto che la sua organizzazione ha raccolto informazioni "terribili" riguardo il Delta dell’Irrawaddy. "Una equipe ha visto migliaia di morti in una località con mucchi di corpi in decomposizione dopo il ritiro delle acque".

-----------------------------------------------------------
Arrestato maestro: abusava degli scolari

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Le violenze su 8 bimbi in un'elementare di Quarto Oggiaro (Milano). Denunciato il preside: avrebbe ritardato la denuncia nonostante le segnalazioni dei genitori

Milano - Erano passate poche settimane dal suo arrivo a scuola. Poco tempo, prima di imporre il proprio «metodo». In classe, un clima cupo fatto di molestie e maltrattamenti. A raccontarlo, otto alunni di una quarta elementare di Quarto Oggiaro, nell’hinterland di Milano. Tornando a casa, ai genitori, confidano che in aula succedono cose «strane». Lui, il nuovo insegnante, che prende i bambini sulle ginocchia e li tocca, che mette le mani nei pantaloncini. O, ancora, che li spinge a tormentare alcuni compagni. Confidenze che dai bambini arrivano agli adulti, per poi rimbalzare al preside. Che prende tempo prima di presentare una denuncia. A gennaio, l’arresto. A. S., 42 anni di origine napoletana, finisce ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale continuata e maltrattamenti. Indagato a piede libero per omessa denuncia e concorso in violenza (come «culpa in vigilando») il dirigente scolastico, a cui è contestata anche la truffa allo Stato. Perché - è la tesi degli inquirenti - avrebbe consigliato al maestro di fingersi malato dopo le prime segnalazioni dei genitori, così da allontanarsi dalla scuola.
Si consuma tutto nell’arco di due mesi. A. S., al primo incarico di ruolo, entra all’elementare a settembre. A novembre, le prime voci. Sono quelle di alcuni colleghi e dei genitori dei bambini. Otto, in particolare, avrebbero subito le attenzioni dell’uomo. Molestie, anche se mai veri e propri atti sessuali. Tutti maschi tra i nove e i dieci anni, eccetto una bimba. Quest’ultima, affetta da handicap. Le storie dei piccoli raccontano di come l’uomo li avrebbe fatti sedere sulle sue gambe, di come sarebbero stati toccati, delle caramelle offerte dicendo «venite, che vi do il Viagra», e in un’occasione di come li avrebbe spinti a spogliare un compagno di classe. Episodi ribaditi nell’incidente probatorio, terminato ieri davanti al gip Giovanna Verga.

-----------------------------------------------------------
Ondata di rincari per i carburanti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La benzina è volata a 1,472 euro al litro mentre il gasolio a 1,455 euro. Non si ferma la corsa del petrolio: ieri a 123,57 dollari al barile

Milano - Nuovi record storici per i prezzi dei carburanti in Italia. La benzina è volata da questa mattina a 1,472 euro al litro mentre il gasolio ha raggiunto quota 1,455 euro al litro. A spingere la volata dei prezzi sui nuovi massimi è stata - secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia - l’Agip che ha rivisto i propri listini aumentando di 2,5 centesimi al litro verde e diesel. Ondata di rincari anche per molti degli altri marchi presenti sulla rete italiana.
La corsa del petrolio Il prezzo del petrolio continua a correre macinando record e sembra ormai fuori controllo. Ieri il greggio si è spinto fino oltre i 123 dollari, a quota 123,57 dollari al barile, nuovo massimo storico. "A questo punto, tutto è possibile", ha commentato il numero uno dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita. E il rischio di ulteriori, nuovi aumenti per i carburanti è altissimo.

-----------------------------------------------------------
Redditi, già centomila richieste di danni

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Dopo Roma e Catania anche la procura di Rieti apre un fascicolo contro il fisco. Montezemolo: "Assurdo rivelare on line le dichiarazioni. Si rischia di dividere il Paese"

Ci sono già centomila richieste di danni. Centomila italiani che hanno scaricato e compilano i moduli per il risarcimento chiesto dalle associazioni dei consumatori. Il caos redditi continua e internet è sempre il filo conduttore: prima nel pasticcio ora anche nel rimedio. Perché le richieste di rimborso vengono compilate on-line e poi finiranno in un unico fascicolo che arriveranno sulla scrivania dei magistrati che indagano sul grande caos dei redditi finiti su internet. Alla fine le procure potrebbero essere centoquattro. Ora sono già tre: dopo la prima inchiesta di Roma, e la sua gemella catanese, anche la procura della Repubblica di Rieti ha aperto ieri un fascicolo sulla diffusione sul web dei redditi di 38milioni di contribuenti italiani.
Per la terza volta in cinque giorni una procura accoglie quindi le istanze del Codacons, l’associazione dei consumatori che ha presentato ben centoquattro denunce penali in altrettante procure, al fine di ottenere risarcimenti ai danni subiti dagli italiani per la «pubblicazione non autorizzata delle loro entrate». «Tratterò il fascicolo personalmente - ha assicurato il procuratore Salvatore Cantaro - per verificare eventuali danni subiti dai contribuenti reatini». Per ora non è dato saperlo, né avrebbe senso ipotizzare davvero che centoquattro procure aprano tutte, da nord a sud, un fascicolo analogo; ma se il trend non si fermerà, presto l’Agenzia delle entrate potrebbe davvero battere tutti i record di citazione in giudizio.

-----------------------------------------------------------
L'opposizione è già a pezzi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Per Pier Ferdinando Casini sarà «nuova e seria». Per Walter Veltroni «rispettosa e dialogante» ma anche «forte e determinante». Mentre Antonio Di Pietro, non ha dubbi, sarà «senza sconti».

È ancora presto per sapere come se la caverà il governo guidato da Silvio Berlusconi, ma una cosa è certa: in Parlamento dovrà fare i conti con tre tipi di opposizione.
Difficilmente, infatti, Udc, Pd e Idv riusciranno a fare fronte comune. Anche perché la prima «prova d'orchestra», quella che li ha visti alternarsi davanti al Capo dello Stato per il rito delle consultazioni, non è andata benissimo visto che ognuno ha suonato la propria musica.
Il primo a salire al Quirinale è stato Pier Ferdinando Casini capogruppo dei centristi alla Camera (con lui Lorenzo Cesa e Michele Vietti). Alla fine mano tesa al Cavaliere: «Gli italiani hanno dato fiducia a Berlusconi ed è bene che il governo si insedi al più presto».
«L'opposizione di centro - assicura l'ex presidente della Camera - sarà nuova e seria. È finita l'era delle contrapposizioni. Noi faremo di tutto per tutelare gli interessi generali. L'Udc voterà i vari provvedimenti a seconda che questi siano in linea con il suo programma».
Tutt'altra musica qualche ora più tardi quando, davanti ai giornalisti, si presenta Antonio Di Pietro. L'ex pm annuncia un'opposizione «determinata, importante, senza sconti, inflessibile al governo che sta per nascere».
«Berlusconi è stato scelto dagli italiani - continua Di Pietro - e noi rispetteremo questo voto, ma faremo un'opposizione senza sconti e preconcetti e saremo inflessibili». Uno dei temi sui quali insisterà di più l'Italia dei valori, spiega, «sarà quello dell'informazione affinché sia plurale e trasparente. Siamo infatti preoccupati che ci possano essere abusi in questo campo soprattutto nella nuova legislatura».
Lotta dura senza paura anche su giustizia e sicurezza, tanto che Di Pietro commenta: «Si capirà subito cosa intenderà fare questo governo in materia dal nome del Guardasigilli che verrà indicato». In ogni caso il leader dell'Idv annuncia che il partito sarà orgoglioso di votare quelle misure che riterrà adeguate.
La scena finale è tutta per Walter Veltroni che, fedele al suo credo, opta per la strategia del «ma anche». Per il segretario del Pd in questa legislatura ci dovrà essere «un clima di rispetto, confronto e dialogo». Tema portante su cui aprire questa nuova stagione è, ovviamente, quello delle riforme, istituzionali e non (Veltroni apre anche ad un confronto sulla «procedura per le leggi di bilancio»).
Guai però a pensare che il Partito democratico farà da spettatore. Su tutti i temi che esulano le «regole del gioco», spiega il segretario, ci sarà «un'opposizione forte e determinata, nel Parlamento e nel paese». Insomma se qualche giorno fa si ipotizzava un fronte comune capace di incalzare Berlusconi, oggi si respira già un'aria diversa. Neanche Pd e Idv, che pur si sono presentati uniti alle elezioni, hanno intenzione di portare avanti la stessa strategia. Il Cavaliere già gongola.

-----------------------------------------------------------
Pasquale Squitieri: "La cultura è di destra"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il regista, sceneggiatore e uomo politico Pasquale Squitieri, ospite del forum de Il Tempo, illustra la sua ricetta per rilanciare il cinema: "Per la Festa di Roma coinvolgeremo dieci grandi registi"

«Dopo il disastro di Mani Pulite - spiega Pasquale Squitieri - sono stato senatore del governo Berlusconi e ho avuto il privilegio di vedere un passaggio storico. L'economia assumeva un ruolo primario, dopo che Craxi aveva tentato di tenere l'economia sotto la politica le cose cambiavano, veramente. In Senato, dove tutti ci davamo del tu, ho avvicinato Gianni Agnelli, l'Avvocato, e gli ho chiesto perché non scendesse in politica lui. Mi ha risposto che non era uno stupido. Mi torna in mente una frase di Mattei, per lui i politici erano come i taxi, quando serviva ne prendeva uno. Ecco - prosegue Squitieri durante l'introduzione con la quale ha voluto aprire il Forum de Il Tempo - oggi siamo in un momento importante, molto simile al '94. Ci troviamo di fronte al crollo della sinistra comunista, che ha tradito il Paese. Di questo crollo la destra, che fino a questo momento è stata spettatrice, deve ora divenire protagonista con le sue idee liberali. Oggi dobbiamo con forza, individuale e collettiva, portare il Paese ad essere uno stato di diritto».


Pasquale Squitieri, come ha fatto, fino ad oggi, la sinistra ad avere l'egemonia culturale? Che problema ha la destra, ha avuto scarsa attenzione verso queste tematiche?


«La cultura italiana è di destra. Tanti anni fa lavoravo per Paese Sera, perciò questi argomenti li ho visti da sinistra. Prendiamo la massima espressione della nostra cultura cinematografica, Alberto Sordi, ha criticato la destra, in tanti anni di cinema, ma sempre dall'interno della destra. Lo stesso Pasolini non è mai stato di sinistra, in realtà, in tanti anni non è mai stato fatto un capolavoro, epico, sulla Resistenza. Allora il problema è della gestione, fatta dalla sinistra, da uomini come Trombadori. Ma guardiamo "Roma città aperta": il protagonista è un prete, non un eroe della Resistenza».


Questo è dovuto ad anni di finanziamenti statali?


«Il cinema fatto dallo Stato è segno di degrado ed inevitabilmente crea censura. Io ho realizzato "Claretta", "Il prefetto di ferro", "Atto di dolore", film che hanno fatto discutere e che mai avrei potuto fare con lo Stato».

-----------------------------------------------------------
Evitavano le multe della Ztl intestando permessi al caro estinto

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La lettera «L» si trasformava in una «I» oppure una «F» diventava una «E». Non solo. Centinaia di romani deceduti da anni continuavano a «circolare» liberamente con l'auto per le vie del centro storico.

Sono soltanto alcuni degli stratagemmi usati dagli automobilisti denunciati dalla Polizia Municipale dopo mesi di indagini nei confronti di chi transitava nella Zona a traffico limitato violando la legge. Dall'inizio dell'anno sono stati infatti scoperti, e poi sequestrati dai vigili urbani del I Gruppo, diretti dal comandante Carlo Buttarelli, ben 389 contrassegni per disabili e permessi per l'accesso alla Ztl falsificati.
A dare il via agli accertamenti, l'impossibilità di notificare migliaia di verbali a persone perché decedute, sconosciute o a ditte fallite. Per le verifiche sono stati incrociati i dati dell'Ufficio notifiche, con quelli dell'Ufficio Iride (controlli Ztl) e dell'Ufficio contravvenzioni. Solo a questo punto sono saltati fuori 82 contrassegni invalidi intestati a persone decedute da anni, 45 falsificati o clonati, 101 scaduti, 62 solo in copia fotostatica e 15 di provenienza furtiva. Tra i documenti sequestrati, anche 49 permessi Ztl che erano in copia fotostatica e 35 permessi Ztl scaduti.
Tra le irregolarità scoperte dagli investigatori, quella di un automobilista, proprietario di una vettura Mercedes, bloccata in via IV Novembre: l'uomo era riuscito a evitare la notifica di oltre 1.300 verbali per altrettanti passaggi ai varchi Ztl del Teatro Marcello, di via Cavour e di Corso Vittorio Emanuele II, grazie a un falso permesso intestato a un cittadino che viveva in una città del nord Italia. C'è anche il caso di un altro automobilista, intestatario di una Fiat Panda, che per ben 494 volte è passato ai varchi della Ztl di Trastevere usando un contrassegno invalidi e la carta di circolazione intestati a un congiunto deceduto da tre anni.
Alcuni conducenti fuori legge sono andati anche oltre, presentando addirittura ricorsi contro verbali redatti per violazioni al codice della strada riproducendo in allegato copia di permessi o contrassegni validi intestati a persone decedute anche da diversi anni, firmati dal parente «resuscitato».
«Grande apprezzamento» per l'indagine è stata espressa dal presidente del I Municipio, Orlando Corsetti: «Purtroppo siamo convinti che gli illeciti emersi dall'operazione dei vigili siano solo la punta di un iceberg, solo una parte di un fenomeno in continua crescita».

-----------------------------------------------------------
La fine ingloriosa di un governo

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Vincenzo Visco ha chiuso la sua esperienza al governo così come l'aveva cominciata: male. Non lo rimpiangeremo noi, figurarsi i suoi compagni.

Sull'affaire redditi on line non so che pensare. Se l'ha fatto apposta è una vera carognata. Se l'ha fatto in buona fede è forse peggio. C'è un limite all'incapacità. Da oggi è reato spulciare nelle liste dei contribuenti italiani. L'ha stabilito il garante della privacy. Ora, visto che questa istituzione ci costa parecchio (a proposito quanto ha dichiarato nel 2005?) mi domando: ma se doveva controllare dov'era fino a ieri? Il consesso degli esperti dell'autorità ci ha messo una settimana per capire e prendere una decisione. Nel frattempo metà degli italiani sa quello che guadagna l'altra metà, pare che coi programmi Emule anche un ragazzino abituato a scaricare musica e film abbia fatto dono a mamma e papà degli elenchi di tutta Italia. Mettiamola così: tutti sanno che la moglie di Cesare lo tradisce, però da oggi è reato anche il solo pensarlo. Un bel match fra giganti della pubblica amministrazione, non si sa chi sia il più furbo. Di Visco s'è detto, d'accordo, anzi ora fa pure un po' pena. Ma il professor Prodi non ha proprio nulla da dire? Il governo da lui presieduto non doveva chiedere prima, anche con una telefonata, al più una mail: «Scusi garante, si può fare?». Adesso la Procura di Roma ha aperto un fascicolo e indaga. Finirà, anche questo faldone, nelle tante, inutili e costose carte delle inchieste senza fine. C'è da ridere, purtroppo.


-----------------------------------------------------------
Russia. Dimenticato sull'isola muore di fame

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un tecnico nordcoreano è morto di fame sull’isola russa di Sachalin, perchè la sua compagnia si è dimenticata di inviare i rifornimenti nel centro di lavorazione del legname in cui prestava servizio. Lo ha riferito l’Ufficio per l’Immigrazione russo. Due settimane fa funzionari del ministero dell’Interno di Mosca, giunti per un’ispezione nel piccolo impianto nei pressi del villaggio di Nish, hanno trovato il tecnico morto e un altro collega vivo ma molto debilitato.

Una ditta nordcoreana aveva inviato i due tecnici sull’isola per controllare lo stato dei macchinari ad agosto, nel periodo in cui erano chiuse le attività e non c’erano operai. Ai due fu lasciata solo una scorta minima di cibo e nessun mezzo di trasporto o di comunicazione.

Le autorità russe avevano sollecitato più volte la compagnia a verificare lo stato di salute dei due tecnici, ma invano. Il lavoratore deceduto, si è appreso, era tra l’altro in arretrato di 18 mesi con gli stipendi.


-----------------------------------------------------------
"Storico" via libera dei sindacati alla riforma dei contratti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

È un sì storico quello pronunciato oggi da Cgil, Cisl e Uil sulla riforma dei contratti. Le segreterie unitarie dei tre sindacati hanno infatti approvato il documento congiunto sul modello contrattuale dopo un lungo periodo segnato da litigi, rotture e polemiche interne. “Stiamo costruendo un sindacato nuovo – ha dichiarato il leader della Cisl Raffaele Bonanni uscendo dalla riunione – che trova dopo tante controversie una convergenza che dimostra voglia di rinnovamento, per rendere i lavoratori più forti, capace di contrastare gli interessi contrari e rendere i salari più pesanti”. Gli fa eco il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani, che ha aggiunto: “Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil convergono su un documento molto importante per i lavoratori. Tre sono gli obiettivi: più democrazia, sindacati più vicini ai lavoratori, e aumento delle retribuzioni che in Italia sono tra le più basse d’Europa”. Naturalmente, ha chiarito il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, “non abbiamo votato, ma abbiamo dato un giudizio politico”. Ora il testo, che prevede tra l’altro la riduzione del numero dei contratti e la loro triennalizzazione, il potenziamento del secondo livello di contrattazione, nuovi meccanismi per la definizione della rappresentanza e l'introduzione di penalizzazioni in caso di mancato rispetto delle scadenze da parte datoriale, dovrà passare al vaglio del direttivo della Cgil (gli organismi esecutivi di Cisl e Uil hanno invece già approvato il testo), ma “sono sicuro che la maggioranza del sindacato – ha sottolineato Epifani – sosterrà questo documento”. E lunedì prossimo 12 maggio è prevista invece la riunione dei direttivi unitari delle tre confederazioni.


-----------------------------------------------------------
Iraq choc, seimila kamikaze dall’inizio della guerra

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Dalla caduta del regime di Saddam Hussein a oggi sono stati usati dalla rete terroristica di al Qaeda in Iraq ben seimila kamikaze. Circa tre al giorno. È questo il dato impressionante che emerge da un carteggio scoperto dalle milizie tribali sunnite irachene in un campo di addestramento per terroristi nella provincia di Diyala. Secondo quanto rivela il portavoce dei comitati tribali, lo sceicco Shaker al Shamri, al giornale iracheno al-Sabah, suoi uomini sono penetrati all’interno di un campo di addestramento di al Qaeda per donne kamikaze nei pressi di Baaquba. Nel campo è stato rinvenuto un carteggio appartenente al gruppo dirigente della formazione terroristica, che riportava il calcolo degli attentati suicidi compiuti dal gruppo dal 2003 a oggi. I seimila kamikaze usati finora da al Qaeda sono in gran parte arabi non iracheni e cittadini afgani. Inoltre i documenti hanno confermato quanto denunciato dai servizi segreti iracheni circa la presenza di un campo di addestramento di al Qaeda nella zona che confina tra la provincia di Diyala e l’Iran. Al suo interno ci sarebbero molti giovani e in particolare 15 donne reclutate per compiere attacchi nella provincia sunnita.


-----------------------------------------------------------
CComplimenti compagno Fausto

>>Da: er Drago
Messaggio 1 della discussione
Questo e' uno dei 2 frabbricati di Bertinotti, ex paladino della classe operaia. la moglie sembra che ne possieda altri 10. Della serie: forza compagno, tu lavora che io magno!


-----------------------------------------------------------
Ma.. il governo ombra?

>>Da: er Drago
Messaggio 1 della discussione
Uolter e' stato altrettanto veloce a trovare gli ombra ministri ?????

MSN Gruppi

unread,
May 9, 2008, 6:48:11 AM5/9/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Il dinamismo di Teheran

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Erik Marangoni

Un presidente iraniano così dinamico come Ahmadinejad non si era mai visto. Non contento di sbeffeggiare la comunità internazionale con i progetti di arricchimento dell'uranio, che tanta apprensione stanno creando in Europa e negli Stati Uniti, il governo iraniano presieduto dall'ex sindaco di Teheran ha riallacciato eccellenti relazioni commerciali con la Russia, che hanno portato il presidente Putin in visita nella capitale iraniana, primo presidente russo della storia dai tempi di Stalin. Sul fronte petrolio l'Iran gode di buoni rapporti con molti membri dell'Opec e ha compreso benissimo che l'arma petrolifera può rappresentare un efficace strumento di pressione sui governi occidentali, soprattutto con il barile oramai saldamente attestato oltre i 100 dollari.

Forte di una produzione nazionale sostenuta, che contribuisce per oltre l'80% delle entrate statali, l'Iran ha sviluppato una diplomazia molto attiva, finalizzata ad ottenere il riconoscimento di una posizione privilegiata nell'area medio-orientale, nell'ambito della definizione dei nuovi rapporti di forza, anche attraverso l'esclusione degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La ripresa di eccellenti relazioni commerciali con la Cina comunista rientra nella strategia egemonica di Teheran, fondata sulla garanzia di forniture petrolifere al gigante cinese, sulla cooperazione tra i due paesi nello sviluppo del settore petrolifero in Sud America e sulla possibilità, per le merci iraniane, di sfruttare le economie di scala derivanti dall'accesso allo sterminato mercato cinese. A seguito del recente viaggio del presidente Ahmadinejad in India, anche le relazioni tra Iran e India hanno subìto una brusca accelerata, provocando profonda costernazione a Washington.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Nel 2006 il governo americano ha firmato con l'India un accordo di cooperazione nucleare molto controverso, soprattutto nella parte che impegna gli Stati Uniti a fornire know-how e importanti strumentazioni all'India che, come è stato giustamente rilevato, non ha mai firmato il Trattato di non Proliferazione nucleare (TNP). L'adozione di un impegno gravoso in un settore molto delicato per gli interessi americani rendeva evidente quindi l'alta importanza che, nella strategia di Washington, veniva attribuita all'India, in funzione di contrappeso nei confronti della Cina e dell'Iran.L'accordo nucleare con gli Stati Uniti ha creato non pochi problemi per il premier Manmohan Singh, attaccato all'interno dai comunisti indiani per l'eccessiva vicinanza alle posizioni americane. Posto di fronte al pericolo di una ripresa delle attività anti-governative dei comunisti, il premier indiano ha preferito congelare l'accordo con Washington e raffreddare i rapporti con la controparte americana, puntando sulla definizione di una politica estera più indipendente. Questo spiega la risposta stizzita del governo indiano al segretario di stato americano, Condoleeza Rice, che chiedeva al premier indiano di far pressione su Ahmadinejad sul tema del nucleare, in occasione della visita del presidente iraniano in India.

India e Iran hanno tutto l'interesse a sviluppare proficui rapporti bilaterali. Sul piano delle relazioni internazionali i due paesi condividono le stesse preoccupazioni nei confronti del Pakistan, paese dotato di armi nucleari e storico alleato degli Stati Uniti. Essi, inoltre, possono vantare elementi culturali e religiosi comuni (in India vive il secondo gruppo più numeroso di musulmani sciiti, dopo l'Iran). Ma è sul piano economico che la cooperazione tra i due paesi si rivela più proficua. L'India ha fame di energia per mantenere l'attuale tasso di sviluppo, e l'Iran può fornire a Nuova Dehli tutta l'energia che vuole e, soprattutto, a prezzi competitivi. Rientra in tale ottica la progettata costruzione di una pipeline di circa 3000 km per il trasporto di gas iraniano in India attraverso il Pakistan. Dal suo canto l'Iran ha la possibilità di sfruttare per i propri prodotti le potenzialità di un mercato in rapida espansione come quello indiano.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Gli Stati Uniti guardano con preoccupazione l'evolversi dei rapporti tra India e Iran e, in particolare, il progetto di costruzione del gasdotto, che avrebbe delle conseguenze geopolitiche notevoli in termini di perdita di influenza in un'area strategica. L'India non ha certo l'interesse ad inimicarsi gli Stati Uniti, unico garante finora della stabilità dell'intera regione, considerata anche la portata storica della tradizionale inimicizia tra Nuova Dehli e Pechino. È perciò plausibile che l'apertura verso l'Iran corrisponda a necessità di natura esclusivamente commerciali, piuttosto che all'adozione di una chiara strategia geopolitica. Tuttavia, per il governo americano risulta di vitale importanza evitare che il «giro di valzer» di Nuova Dehli con Teheran si trasformi in qualcosa di più profondo.

-----------------------------------------------------------
La crisi del Labour Party

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Daniele Martino

Il leader dei conservatori inglesi David Cameron ha ottenuto un grande successo nel suo primo testa a testa elettorale contro il premier Gordon Brown; il colpo di grazia alle speranze laburiste di contenere la sconfitta è venuto da Londra, dove il «barone rosso» Ken Livingstone ha dovuto cedere la poltrona di primo cittadino al conservatore Boris Johnson. Tutto questo nel giorno in cui Tony Blair si conferma nella top 100 della rivista Time sulle persone più influenti al mondo. I risultati del voto amministrativo in Inghilterra e Galles, proiettati su base percentuale, sono terrificanti per il labour party: i conservatori sono al 44%, i liberaldemocratici, attestandosi al 25%, sono il secondo partito, mentre i laburisti retrocedono al terzo posto, con il 24% dei consensi. A livello di seggi, la batosta per il partito di Gordon Brown è altrettanto sonante, con ben 163 poltrone perse negli Enti locali. A livello territoriale, l'Inghilterra risulta divisa in due; nel sud, e in particolare nel sud-est, i tories esercitano un predominio elettorale pressoché totale, mentre nel nord i laburisti hanno mantenuto i tradizionali feudi di Liverpool e Newcastle, ma hanno perso molti consensi in altre città storicamente labour, come Birmingham e Leeds.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Come avvenuto alle elezioni politiche di aprile in Italia, in molti hanno voltato le spalle alla sinistra, che non ha saputo intercettare le difficoltà quotidiane di quei settori della società più colpiti da immigrazione e globalizzazione. Ne è un esempio il fallimento della banca Northern Rock, molto radicata nell'Inghilterra settentrionale, che ha prodotto la chiusura di numerose imprese, provocando un credit crunch in moltissimi nuclei familiari. L'impotenza del governo Brown è venuta proprio lì a galla, in quanto la mancanza di legittimazione popolare del primo ministro ha pesato sui consensi nei confronti del partito laburista.

Gordon Brown non procederà ad un rimpasto immediato del suo esecutivo, seguendo l'idea che un cambiamento repentino della compagine governativa significherebbe che il premier è in preda al panico. In realtà, il vero problema del Partito laburista inglese è che esso, orfano di Tony Blair, si trova alla fine di un ciclo storico, avendo esaurito quelle fonti di idee ed energie, come il progetto della «cool Britannia» blairiana, che si sono rivelate appannaggio esclusivo dell'ex premier; ciò conferma il fatto che sono stati soprattutto il carisma e la personalità di Tony Blair a far ottenere grandi successi al partito laburista, e non l'idea che è stata la storia «secolare» del labour a permettere dodici anni di governo a Blair.

Anche nel Galles la disfatta dei laburisti è stata totale, così pesante da considerare la possibilità che il labour, per governare, dovrà allearsi con il partito nazionalista gallese del Plaid Cymru (in celtico, Partito del Galles). Il Partito laburista si è presentato a queste elezioni amministrative col maggior numero di consiglieri dal 1977, l'anno in cui il laburista James Callaghan sostituì il collega di partito Harold Wilson al 10 di Downing Street, inaugurando una fase di declino del labour culminata negli anni dei governi di Margaret Thatcher e John Major, che relegarono i laburisti all'opposizione dal 1979 al 1997. Da una situazione di grande maggioranza nei seggi, i laburisti sono passati al peggior risultato dal 1968 ad oggi, decretando una vera débâcle per il primo ministro Gordon Brown. In casa labour sono in molti a rimpiangere Tony Blair.

-----------------------------------------------------------
Un nuovo welfare per una nuova Italia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Francesco Pasquali

Il prossimo governo Berlusconi dovrà costruire la nuova Italia. Ciò passa necessariamente da un nuovo welfare che riallinei le tutele, ponendo fine alle diverse ingiustizie anagrafiche che vanno dal salario al diritto alla pensione. Ideologia e demagogia devono essere espulse, sostituendo alla logica del conflitto quella della «complicità» virtuosa tra i diversi attori delle relazioni sociali. Imprenditore e lavoratore non devono essere letti in antitesi, ma in simbiosi. Il voto di aprile ha contemporaneamente fornito alla politica gli strumenti per cambiare il paese e tolto ogni tipo di alibi. Ora tocca alle parti sociali dimostrare di saper rappresentare al meglio le istanze che il mondo dell'impresa e del lavoro ha espresso in modo netto nelle urne. Confindustria e sindacati dovranno abbandonare l'approccio conflittuale valorizzando la collaborazione. Le dichiarazioni della neo presidente Marcegaglia fanno ben sperare.

Se da un lato la Cisl guidata da Bonanni sta dimostrando di essere un sindacato all'altezza dei tempi, dall'altro c'è una parte dell'ambiente sindacale che si ostina a frenare i processi di cambiamento. Mentre la Cgil è uscita sconfitta dalle urne, il resto del sindacato nel suo complesso sta perdendo terreno su diversi livelli: rappresentatività, forza contrattuale e gradimento tra l'opinione pubblica. Ciò rischia di rappresentare un reale freno a mano tirato qualora l'ostracismo sindacale si fondesse con le proteste di piazza che inevitabilmente la sinistra extraparlamentare metterà in campo. Il fatto che i lavoratori non abbiano rispettato le indicazioni di voto date da politici prestati al sindacato è indicativo di un vuoto di rappresentanza che dovrebbe spingere le confederazioni ad aprire una profonda ed ampia riflessione.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Per una nuova Italia, con le attuali regole della rappresentanza, serve un nuovo modo di intendere il sindacato e le giovani generazioni possono contribuire in modo significativo ad accompagnare questa rivoluzione culturale. L'ombrello dell'unità sindacale, enfatizzata quale migliore antidoto alle pressioni del «padrone», in questa particolare fase rischia di rappresentare la tomba del sindacato. Occorre quindi provocare degli stimoli interni al sindacato promuovendo delle forme di rappresentanza che diano voce a quanti, specie se giovani e con lavoro flessibile, pur non essendo iscritti, rischiano di subire una rappresentanza coatta. Per una cultura del sindacato servono nuove leve. Se ciò fosse accaduto negli anni precedenti, forse molti predicatori dell'odio sociale sarebbero disoccupati e sarebbe stata annientata quella retorica del precariato con la quale tuttora «campano» artisti, scrittori, comici e politici.

C'è un aspetto, infatti, che non deve sfuggire alla politica. La semplificazione del quadro politico rischia di non generare automaticamente una accelerazione del processo riformatore. Il cannibalismo politico che si è consumato a sinistra apre nuovi ed incerti scenari per la vita della nostra Repubblica. Di certo, con la sinistra radicale fuori dalle istituzioni nazionali il cammino delle riforme non sarà facile e occorre fare attenzione a non alimentare dei tentativi di destabilizzazione. Il contestuale isolamento della sinistra radicale e di una componente significativa del sindacato rischia di generare un cocktail socialmente esplosivo. La sinistra nella sua interezza deve mostrare un elevato livello di maturità politica-istituzionale. E il Pd dovrà giocare un ruolo chiave di intermediazione.

-----------------------------------------------------------
Informazione in pillole

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Andrea Camaiora

Le giornate precedenti la formazione del nuovo governo Berlusconi non sono state prive di novità e colpi di scena nel mondo dell'informazione. Ve ne proponiamo alcune tra le più interessanti. Al primo posto c'è Romano Prodi: il presidente del Consiglio uscente ha aderito all'iniziativa «Fai bis de l'Unità» per rilanciare il quotidiano fondato da Antonio Gramsci (in pratica si chiedeva il 13 aprile, giorno delle elezioni, di acquistare due copie del giornale anziché una). Il cattolico adulto presidente dimissionario del Pd ha dichiarato in proposito: «L'Unità è una realtà importante per il Pd e per un paese nel quale l'autonomia dell'informazione è un bene che spesso non viene sufficientemente tutelato».

Al secondo posto merita di essere segnalata, invece, la vivacità di Repubblica, che si conferma vera ammiraglia dell'informazione. Da pochi giorni il giornale diretto da Ezio Mauro ha messo a disposizione sul proprio sito l'archivio gratuito della testata con tutti gli articoli dal 1984 ad oggi. Inutile sottolineare il valore storico di una simile operazione, che mette Repubblica al passo con i grandi quotidiani del mondo. Non solo massimi sistemi, però, per la punta di diamante del gruppo Espresso: scegliendo una soluzione decisamente innovativa, infatti, Repubblica apre a Parma una redazione esclusivamente on line. Il terreno non è certo dei più facili. Qui, a farla da padrona dal 1735, è la Gazzetta di Parma, che può contare, non da oggi, anche su una radio e una tv; un piccolo colosso dell'informazione (di proprietà dell'Unione industriali di Parma), dunque, per una provincia di circa 420 mila abitanti.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

In terza posizione c'è il consiglio di Oscar Giannino a Silvio Berlusconi, pubblicato dal settimanale Tempi. Il direttore di Libero Mercato ha svolto una breve riflessione prima dell'insediamento del nuovo governo: Berlusconi smetta di considerare avversari i media europei. Vezzeggi gli inviati e affidi il servizio stampa estera di Palazzo Chigi a professionisti stranieri, anche a costo di ricercarli con un regolare annuncio sul Financial Times. Chi ha letto un poco di stampa estera ha senz'altro notato come, nei confronti di Berlusconi, vi sia un rinnovato interesse. All'indomani della vittoria del Popolo della Libertà alle elezioni politiche il New York Times, ad esempio, ha titolato: «Berlusconi wins big in italian elections», mentre il Washington Post ha fatto ricorso ad un titolo emblematico: «US Friend returns to power in Italy». Il suggerimento di Giannino, comunque, segue a stretto giro una voce di corridoio: il Cav. avrebbe pensato di affidare questo ruolo alla neo deputata Debora Bergamini.

Sempre sul fronte dei pettegolezzi - e si guadagna il quarto posto - ricordiamo la crescente attrazione bipartisan nei confronti di colui che è considerato il più probabile successore di Gianni Riotta alla direzione del Tg1, Ferruccio De Bortoli. Se è vero che la politica procede per mode stagionali, dopo la nomina dell'ex presidente di Confindustria ad ambasciatore nel mondo del made in Italy non è poi impensabile che si prosegua con la promozione del direttore del Sole 24 Ore...

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

In quinta posizione non possiamo non evidenziare la rampognata che Antonio Polito ha servito dalle colonne de Il Riformista a un Walter Veltroni sonoramente bocciato in comunicazione politica. In poche parole, il direttore del foglio di piazza Barberini ha stroncato la comunicazione del Pd perché poco professionale e troppo minimalista. Precisamente Polito ha scritto che «la comunicazione del Pd è stata innanzitutto poco professionale... Si è affidata a intuizioni artigianali del loft... Il sentiment della campagna elettorale, poi, era a mio modo di vedere programmaticamente minoritario. Anzi, minimalista. Vi si respirava un'aria di piccoli Comuni, di prodotti locali, di Italia minore... La campagna di ascolto del paese negli altri paesi si fa sei mesi prima delle elezioni, non in campagna elettorale. Il risultato è stato che ogni sera al Tg si vedeva Veltroni su un palco sempre uguale che diceva cose sempre uguali... Quella del Pd più che una campagna elettorale è stato un one man show». Insomma, più di qualche sassolino è uscito dalle scarpe di Polito...

Alla fine di questa carrellata sarebbe un errore dimenticare la puntata di Annozero del primo maggio. La scelta di Michele Santoro di inserire lunghi stralci del comizio torinese di Beppe Grillo, compresi i duri attacchi al presidente Napolitano e all'oncologo Umberto Veronesi, hanno finalmente prodotto qualche reazione degna di nota. Il presidente della Rai Petruccioli, per esempio, ha dichiarato che si tratta di «una vergogna che non si ripeterà». Lo speriamo: nonostante il programma sia stato premiato dall'audience (15.79% di share), è andata in onda una puntata veramente indecente, fortunatamente controbilanciata in diretta dall'esuberanza di un Vittorio Sgarbi capace di tenere testa a Santoro, Travaglio e Grillo. Al di là delle opinioni politiche, la puntata di Annozero del primo maggio è stata l'ennesima ferita alla reale funzione della tv di Stato, che non può e non deve essere piegata in alcun modo a strumentalizzazioni o imbarbarimenti simili. E non è certo la prima volta che si verificano casi come questo...

-----------------------------------------------------------
Cacciari e la nostalgia dei «depuratori» sociali

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Raffaele Iannuzzi

Ogni volta che leggo Cacciari mi vien fatto di pensare alla «vuota profondità» stigmatizzata da Hegel. Per dire «abbasso i filosofi!» ci vogliono spesso altri filosofi. Anche nel caso della barbara aggressione del giovane di Verona, 29 anni, Nicola Tommasoli, massacrato da un gruppo di naziskin, provenienti probabilmente non dalle periferie della ricca città veneta, ma dall'alta borghesia (è il caso di Raffaele Delle Donne, 19 anni, che si è costituito ed ha confessato il reato), il filosofo veneziano spreca l'ennesima occasione per stare zitto e pensare al prossimo dialogo sulla Chiesa del terzo millennio con il cardinal Martini. Cacciari, intervistato dal solito Corriere della Sera, ha sciorinato una sequela di idiozie che meritano una chiara confutazione.

Primo. Il problema della violenza metropolitana, così diffusa anche nel Veneto, è, secondo l'insigne filosofo, frutto dell'assenza del grande «depuratore» dei conflitti, la Balena Bianca, in italiano: la Democrazia Cristiana. Così vediamo un post-comunista di formazione operaista, in seguito schmittiano e teorico dell'autonomia del politico - cioè di una miscela di pratiche che conducono inesorabilmente al conflitto sociale - teorizzare il ruolo della Dc come un qualsiasi Zaccagnini o Forlani: il Grande Ventre della Società. Salvo che questo gigantesco stomaco ha perso terreno e la sua classe dirigente è stata fatta a pezzi proprio dal partito del Filosofo in questione, il Pds, con un'operazione a cui non è mancato - come oggi è stato dimostrato - l'avallo della grande finanza e delle grandi banche (quelli che si mettono in fila e vanno a votare per Prodi alle primarie), una certa Tangentopoli. Il Filosofo ricorderà, non v'è dubbio. Ebbene, ora, in mancanza di meglio, il sindaco di Venezia si aggrappa ai pantaloni dei dorotei e li trascina nel dibattito. Patetico. Ma non basta.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

La tesi forte del sindaco di Venezia è che questa Dc, grande «depuratore» - collassata, ripeto, non per cause naturali, ma per spallate esterne di portata gigantesca - aveva dalla sua «un modello educativo forte». Qui siamo o all'equivoco voluto a fini propagandistici o all'ignoranza crassa. La Dc non ha mai avuto «un modello educativo forte», tant'è vero che, nell'anno di grazia 2008, Papa Benedetto è costretto a riaffermare con vigore inaudito l'emergenza educativa, senza fare sconti - ecco la novità - a nessun cattolico e men che meno al partito dei cattolici o partito cattolico a seconda degli schemi di riferimento. Il che equivale a dire: siamo all'anno zero. La Dc ha ceduto la cultura ai comunisti, che ne hanno fatto strame egemonizzandola e Cacciari è il frutto di questa storia. Infatti, oggi, dopo aver massacrato l'avversario, può anche celebrarne ex post la (defunta) gloria (che, in questo caso, neanche c'è). Niente di nuovo sotto il sole.

Secondo. La disintegrazione sociale. E' vero: di questo si tratta. Di disintegrati sociali stiamo parlando. Ma la Lega e il leghismo come portatori di complicità laterali non c'entrano niente. Anzi, proprio la Lega ha fatto da vettore propulsivo per recuperare larga parte della gioventù del Nord-Est, riportandola alla politica e fornendole l'occasione di diventare protagonista di un percorso di cambiamento. Cacciari, da un lato, loda il sindaco di Verona Tosi e, dall'altro, lo accusa di connivenze con l'estremismo che si agita sul territorio. Il solito argomento: la Lega non è legittimata a farsi strumento democratico di cambiamento e di contenimento degli estremismi (Tremonti fornì la tesi opposta: è stata il contenitore di questi, ed è la verità, riconosciuta da tutti gli osservatori intellettualmente onesti), dunque Tosi non riesce ad essere la Dc-depuratore.

Terzo. Le soluzioni, alla fine, dipendono tutte dalla politica. I post-comunisti sono tutti giacobini. Chi più, chi meno. Anche quando parlano di «mercato». «Mancano i depuratori sul territorio, una politica responsabile che faccia davvero il suo mestiere». Chiude così il sindaco di Venezia. E si tratta davvero della chiusura. Di una storia. La loro.

-----------------------------------------------------------
Large o small, il Pd non trova la taglia giusta

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Gabriele Cazzulini

Non è finita qui. Il voto di aprile ha spinto la sinistra in un baratro dove non è ancora caduta fino in fondo. L'espulsione dal parlamento della sinistra radicale e la sconfitta del Partito Democratico non sono soltanto l'effetto del voto, ma diventano la causa di un nuovo problema: che cos'è la sinistra. Attualmente le alternative sono opposte: ricostituire l'Unione oppure mantenere l'attuale frattura. L'incertezza è altissima, perché l'urto della sconfitta ha scosso i sistemi di riferimento al punto tale che ora serve un baricentro per entrambi - vecchio o nuovo. In questi giorni di trambusto la discussione si è concentrata proprio sulla collocazione della sinistra rispetto al suo passato recente e al suo futuro incerto. Da una parte l'autorità che più è rimasta protetta dalla sconfitta, Massimo D'Alema, propone un riavvicinamento con gli ex compagni di maggioranza. Naturale la reazione dispiaciuta della leadership del Pd, con Veltroni e Fransceshini a difendere il nuovo soggetto politico da un'inversione di marcia. Contro il revisionismo dalemiano si schierano anche i cattolici dell'ex Margherita, per i quali il loft del Pd è un habitat di gran lunga più confortevole rispetto ai duelli all'ultimo voto con la sinistra radicale. Inoltre i teodem del Pd non intendono sbattere la porta in faccia ad un rapporto flessibile con l'Udc di Casini che, con una sparuta pattuglia parlamentare, si è perfettamente calato nei panni dell'alleato da tirare fuori quando serve.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Eppure la prosecuzione del Pd nel suo formato originale non sembra assicurata. La razionalità politica di D'Alema è abituata ad osservare la realtà in prospettiva e oggi la prospettiva non sorride più a Bertinotti. Questo è il momento migliore per fare la pace con una sinistra radicale in frantumi, orfana della leadership di Bertinotti e dell'egemonia sui lavoratori. E' soprattutto il momento per stabilire definitivamente quei rapporti di forza che la presenza parlamentare di Prc, Pdci e Verdi tentava di riequilibrare coi ricatti al governo Prodi. Inoltre le gravi divisioni nell'Arcobaleno scolorito consentono al Pd di fare campagna acquisti e irrobustirsi sul fragile lato sinistro. E' qui infatti che la logica dalemiana spiega le sue ragioni. Complice l'elezione anticipata e la pessima immagine pubblica del governo Prodi, il Pd ha fatto cilecca. Ma l'errore è stato quello di connotare subito il nuovo partito come macchina elettorale anziché rimpolpare la sua identità sociale e la sua piattaforma ideale. Pd uguale Veltroni uguale liberismo di sinistra. Troppi postulati fasulli, secondo D'Alema. Meglio costruire una grande casa per accogliere la sinistra, senza sfrattare i chiassosi compagni comunisti. Forse la socialdemocrazia è agli occhi di D'Alema la soluzione per dirigere la transizione della sinistra verso un esito più conosciuto, più condivisibile, più facilmente accettabile dalla base. Quel Pd veltroniano così amorfo è fantascienza per la cultura politica italiana, ancora in cerca della falce e del martello.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

D'altronde il Pd di Veltroni e il Pd secondo D'Alema rispecchiano leadership divergenti: morbido, accondiscendente, tollerante Veltroni; determinato, rigido, silenzioso D'Alema. I progetti del ministro degli Esteri uscente guardano anche all'Europa, mentre Veltroni si limitava a sognare l'Africa. Fuori dai confini la destra vince e convince perché penetra nell'immaginario sociale laddove l'egemonia culturale della sinistra non fa più breccia. Allora l'antidoto per suonare la riscossa deve provenire da un maggior pragmatismo che però non dimentichi una collocazione nettamente a sinistra. Il modello del Labour di Blair è troppo fiacco per contrastare l'avanzata della destra che unisce la sicurezza e il welfare state, il federalismo e lo sviluppo economico. Allora ecco perché la sinistra radicale non va persa - secondo D'Alema. Ecco perché la socialdemocrazia sottoforma di Pd allargato a sinistra rappresenta la chance per contendere il governo della destra senza ripudiare l'identità della sinistra. Divisi si perde, come è successo oggi, mentre uniti si vince, come successe nel 2006.

Purtroppo anche il progetto di D'Alema si rivela estemporaneo perché ancora condizionato dalla fase di sbando post-elettorale. Il Pd con più rosso può esistere come coalizione elettorale, capace di vincere le elezioni ma non di governare. Il problema irrisolto di tutta la sinistra resta quello della governabilità. Tutti insieme si vince ma non si governa. Ma il Pd da solo non ha vinto. In mezzo c'è la sconfitta epocale di tutta la sinistra. Per ora la leadership veltroniana si scopre sorretta sul palmo dei teodem, pochi ma potenti. Il Pd resta governato da una minoranza sostenuta da una minoranza ancora più ridotta. Se il congresso sarà anticipato, basterà un alito di vento per soffiare via il potere dalle mani di Walter. Forse, sarà la bocca di Massimo a soffiare.

-----------------------------------------------------------
Antifascismo perenne

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Gianni Baget Bozzo

«Allarme, sono fascisti!». Il pestaggio mortale a Verona fatto da cinque naziskin contro un giovane che aveva rifiutato loro una sigaretta è divenuto un indignato allarme della stampa italiana. Titolo di prima pagina a cominciare dai maggiori quotidiani. Si era persa nel tempo l'eco della dichiarazione di Berlusconi che accettava il 25 aprile a condizione che esso fosse riconosciuto come festa di tutti coloro che avevano combattuto per la patria. Ma era ancora nell'aria l'accettazione di Gianfranco Fini della festa della liberazione, che pure aveva aperto il percorso delle morti rosse in tutto il nord, soprattutto nel triangolo della morte in Emilia. Pansa ha avuto il coraggio di testimoniarlo da antifascista. Ma questo suo titolo politico non gli ha risparmiato il tumulto comunista verso la sua attività di presentatore dei suoi libri.

Era difficile pensare che gli sconfitti dell'aprile «azzurro» rinunciassero tanto facilmente all'antifascismo e all'antiberlusconismo. I postcomunisti non hanno mai compiuto il passaggio socialdemocratico fatto dalla sinistra spagnola e da quella tedesca, ambedue proprie di paesi che avevano conosciuto regimi autoritari e totalitari. Mentre in Germania e in Spagna l'antifascismo è stato superato e ricondotto alla universalità della democrazia, in Italia è rimasto il patrimonio di un partito comunista che non ha mai voluto riconoscere che Turati e Matteotti avevano ragione contro Gramsci e Togliatti e che Craxi aveva fatto le scelte giuste ed Enrico Berlinguer quelle sbagliate. Il fischio del congresso socialista di Verona nell'84 a Enrico Berlinguer fu un fischio socialista. Ed è stato ripagato con la distruzione del Psi e la dannazione della memoria di Bettino Craxi.

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

Nel caso di Verona il primo a parlare di antifascismo è stato Massimo D'Alema, a cui la dichiarazione di Fini non era bastata: voleva anche la professione di antifascismo. Come se si chiedesse a lui quella di anticomunismo, visto che i postcomunisti hanno voluto e imposto alla stampa che non si parlasse più di comunismo in Italia e che fosse visto come cosa nuova il gruppo dirigente dei burocrati che prese nel '94 il posto nel Pds dei comunisti storici, che erano stati una grande classe dirigente, a cui il paese deve molto. Baffino ha ridotto tutto a se stesso: ed ora l'ira lo morde perché ha dovuto cedere le armi a Veltroni e Veltroni giace sul terreno. Torna l'antico dilemma: che fare? Di nuovo l'unità a sinistra con i desaparecidos del 13 e 14 aprile, rivitalizzare Bertinotti, riprendere Mussi? Ma ha perso definitivamente Prodi, l'avversario, ma anche il cattolico adulto che gli aveva permesso di fare il postcomunista senza pagare dazio. E l'antifascismo è buono per questo. Sa che la forza dei postcomunisti è stata quella di avere i giornalisti dalla loro, di nuovo ben lieti di avere un titolo legittimante per dire «esistiamo come identità ideale», nonostante Beppe Grillo.

Ma che cosa è questo antifascismo, se non una nuova forma della lotta tra correnti interne al Ds del Partito Democratico e quindi tra D'Alema e Veltroni? La stampa che ha sempre ignorato le stragi dopo la liberazione, che solo Pansa ha testimoniato, non ha diritto a difendere la democrazia e la libertà, nemmeno contro i fascisti, perché le ha già cedute al potenticchio di turno.

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: L'impari opportunità

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Io preferivo quando nella politica italiana c’erano meno donne e magari pure più brutte: almeno avevi la certezza che non passavano di lì per caso, che i meriti dovevano averli per forza, anche perché in caso contrario il cinismo maschile le avrebbe spazzate via. Ora, invece, la logica politicamente corretta delle quote rosa, delle quote marketing, delle quote copertina, delle quote «noi-sì-che-siamo-moderni», ti costringe a guardare con sospetto anche donne magari bravissime, signore che sono riuscite in politica non perché sono belle: ma nonostante siano belle.

Il problema è che il reclutamento di femmine a manciate, durante la campagna elettorale, è stato penoso a sinistra come a destra: non erano una variante qualitativa, ma quantitativa, erano «tot donne» da sbattere in lista: il criterio di selezione era un problema che veniva dopo. Anche questa ossessione di dover piazzare assolutamente tot donne in tot ministeri sa di forzatura e convince poco: soprattutto se, nel totoministri quotidiano, capitava di veder saltabeccare certi nominativi da un ministero all’altro come se fossero intercambiabili, come se le attitudini e le competenze fossero un optional. Scegliere una donna solo se è più brava di un uomo: è questa l’emancipazione. Il governo potrebbe essere composto solo da donne oppure da nessuna: perché è un governo, non è mica una scampagnata.


-----------------------------------------------------------
Mario Giordano: SENZA RISERVE

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Diventa ministro una ragazza nata nel 1977. Giorgia Meloni ha 31 anni, tre in meno del nostro Giornale, non è mai andata a nanna dopo Carosello e quando è crollato il muro di Berlino frequentava appena le medie. Anche questo è un piccolo segno di rottura col passato. Ce ne sono tanti, per la verità, a salutare il battesimo del governo Berlusconi. Quasi come una conferma di quella voglia di novità espressa dagli elettori il 13-14 aprile.
È nuovo il metodo scelto dal premier, cioè quello di accettare l’incarico senza riserve e leggere la lista dei ministri subito dopo l’incontro col Capo dello Stato. È nuova la decisione di ridurre il numero delle poltrone (dalle 103 di Prodi alle 60). E sono nuovi anche molti dei volti che entrano nell’esecutivo: ben 13 new entry e quattro ministri che non hanno ancora compiuto 40 anni. A uno di loro, Angelino Alfano, fra l’altro è affidato uno dei compiti più difficili, quello della Giustizia. Una scelta coraggiosa.
È stata coraggiosa anche la scelta di altri due giovani Luca Zaia (40 anni appena compiuti) e Mariastella Gelmini, in settori strategici come l’Agricoltura e l’Istruzione. Sono due sgobboni, tosti, tenaci, cresciuti sul territorio e dunque al di fuori di ogni logica di palazzo. Sapranno portare una ventata di freschezza dentro quelle stanze troppo spesso infestate da burocrazie e clientele.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

È forte anche la squadra economica: Tremonti è una garanzia, Scajola quasi, se eviterà le chiacchiere coi giornalisti, Matteoli ha sempre dato buona prova e Sacconi era il meglio che si potesse pensare per il Welfare. Certo, non mancano alcuni dubbi: nove ministeri senza portafoglio, per esempio, sono troppi. E alcune duplicazioni di poltrone sembrano inventate più per accontentare le persone che le esigenze del Paese. Tanto per dire: c’era proprio bisogno di un ministro per l’attuazione del programma, oltre che uno per le riforme e uno per la semplificazione?
Ma si tratta, per il momento, di dettagli. Nella sostanza il governo sembra fatto apposta per governare: vi parrà strano, ma non è stato sempre così. Anzi, forse è questo il primo vero e proprio governo Berlusconi, davvero senza riserve (e non solo per il protocollo del Quirinale): senza riserve mentali, senza riserve politiche, senza riserve personali. Un governo che mantiene le promesse, completa la svolta chiesta dagli elettori e dunque aumenta le responsabilità di chi lo guida. Speriamo per il Paese che aumenti pure le sue possibilità di successo.


-----------------------------------------------------------
Birmania, 80mila morti solo a Labutta

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
A sei giorni dal disastroso passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar, circa 5mila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi nel delta del fiume Irawaddy, l’area più colpita dalla furia degli elementi che si estende nel sud-ovest dell’ex Birmania

Rangoon - A sei giorni dal disastroso passaggio del ciclone Nargis sul Myanmar, circa 5mila chilometri quadrati di territorio rimangono sommersi nel delta del fiume Irawaddy, l’area più colpita dalla furia degli elementi che si estende nel sud-ovest dell’ex Birmania. Proprio in questa zona, stando ad alcune fonti vicine ai militari locali, sarebbero morte almeno 80mila persone.
Bilancio catastrofico Centomila morti. Questo potrebbe essere il bilancio catastrofico del ciclone Nargis che ha devastato la Birmania li scorso fine settimana. La cifra, paragonabile a quelle dello tsunami del 2004, è stata avanzata da fonti diplomatiche americane a Rangoon. Ma la cifra potrebbe anche crescere. "Allo stato attuale il bilancio nei villaggi di Labutta è di circa 80mila morti", ha spiegato Tin Win, capo di uno dei distretti di Labutta, situata nel cuore del delta meridionale dell’Irrawaddy, devastato dal ciclone nell’ultimo fine settimana. Win ha aggiunto che, dei 63 villaggi che circondano Labutta, alcune decine sono stati spazzati via dalla forza di Nargis. Nessun responsabile governativo è raggiungibile per confermare questo bilancio. Intanto, di fronte agli ostacoli che la giunta militare al potere nel Paese asiatico frappone all’arrivo dei soccorritori stranieri, il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è diviso e non ha accetto la proposta della Francia, che aveva chiesto una riunione per valutare se ricorrere a una risoluzione basata sul principio dell'ingerenza umanitaria. Solo oggi pomeriggio da Brindisi è partito per Rangoon un primo aereo dell’Onu, dopo ore di attesa di un via libera definitivo. Il bilancio delle vittime fornito dalle autorità birmane è fermo a circa 22.500 morti, ma ancora prima della cifra data dai diplomatici americani, l’Onu aveva avvertito che il bilancio potrebbe aumentare in misura "molto significativa". Andrew Kirkwood, direttore per la Birmania di Save the Children, ha detto che "ci sono 41mila dispersi, ma in tanti pensano che la maggior parte di queste persone siano morte". Secondo l’organizzazione, che ha in Birmania circa 500 operatori, circa il 40% dei dispersi sono bambini. Kirkwood ha aggiunto che la sua organizzazione ha raccolto informazioni "terribili" riguardo il Delta dell’Irrawaddy. "Una equipe ha visto migliaia di morti in una località con mucchi di corpi in decomposizione dopo il ritiro delle acque".

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Una zona ancora coperta dall'acqua Nella zona del Delta, una delle maggiormente colpite dal ciclone e soprattutto dalle onde alte fino a tre metri e mezzo alzate dal vento, più 5mila km quadrati - quasi quanto la Liguria - sono ancora sott’acqua. "Stimiamo fino a un milione le persone al momento senzatetto e bisognose di immediata assistenza", ha detto Richard Horsey, portavoce dell’ufficio dell’Onu per il Coordinamento degli affari umanitari, nel corso di un incontro a Bangkok sull’emergenza umanitaria. A sud di Rangoon, la ex capitale ribattezzata Yangon dai militari secondo Medici senza Frontiere "le zone di Daala e di Twantey, che hanno quasi 300mila abitanti, sono distrutte per più dell’80% e certi posti sono sotto un metro di acqua". In un comunicato a Ginevra, Msf ha detto che in queste zone la popolazione si è radunata spontaneamente attorno ai numerosi monasteri - i bonzi buddisti si sono da subito prodigati a soccorrere la popolazione, nella latitanza delle forze di sicurezza - e alle scuole, senza cibo né acqua potabile. In questa situazione da incubo, i militari frappongono ancora ostacoli all’arrivo dei soccorsi internazionali, nell’ossessione di impedire ogni possibile smagliatura nel controllo ferreo che esercitano da decenni su questo paese poverissimo.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Autorizzati gli aiuti umanitari Grazie alla mediazione della cofinante Thailandia, la giunta del Myanmar ha autorizzato l’Aviazione degli Stati Uniti a effettuare voli speciali nell’ex Birmania per portare aiuti umanitari alla popolazione, colpita dal devastante passaggio del ciclone Nargis, sabato scorso. Ad annunciarlo il generale Boonsrang Niumpradit, capo dello stato maggiore interforze thailandese, a margine dell’esercitazione militare congiunta che le forze di Bangkok stanno effettuando insieme a quelle statunitensi, denominata in codice "Cobra Gold". "Abbiamo aiutato gli americani a contattare il governo del Myanmar perchè ai loro aerei, partecipanti alle attuali manovre Cobra Gold, fosse consentito portare soccorsi umanitari in quel Paese", ha ricostruito il generale. "I birmani hanno appena accettato", ha precisato. Fonti dell’ambasciata Usa in Thailandia hanno confernmato il via libera ricevuto dal regime dell’ex Birmania. Ieri invece la Casa Bianca aveva denunciato che da parte della giunta non era ancora arrivata alcuna risposta all’offerta di assistenza rivoltale da Washington; e lo stesso segretario di Stato, Condoleezza Rice, aveva esortato gli interlocutori ad aprire i cnfini, sottolineando come quella dell’afflusso dei soccorsi «non sia una questione politica, bensì una crisi umanitaria".

-----------------------------------------------------------
Arrestato maestro: abusava degli scolari

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Le violenze su 8 bimbi in un'elementare di Quarto Oggiaro (Milano). Denunciato il preside: avrebbe ritardato la denuncia nonostante le segnalazioni dei genitori

Milano - Erano passate poche settimane dal suo arrivo a scuola. Poco tempo, prima di imporre il proprio «metodo». In classe, un clima cupo fatto di molestie e maltrattamenti. A raccontarlo, otto alunni di una quarta elementare di Quarto Oggiaro, nell’hinterland di Milano. Tornando a casa, ai genitori, confidano che in aula succedono cose «strane». Lui, il nuovo insegnante, che prende i bambini sulle ginocchia e li tocca, che mette le mani nei pantaloncini. O, ancora, che li spinge a tormentare alcuni compagni. Confidenze che dai bambini arrivano agli adulti, per poi rimbalzare al preside. Che prende tempo prima di presentare una denuncia. A gennaio, l’arresto. A. S., 42 anni di origine napoletana, finisce ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale continuata e maltrattamenti. Indagato a piede libero per omessa denuncia e concorso in violenza (come «culpa in vigilando») il dirigente scolastico, a cui è contestata anche la truffa allo Stato. Perché - è la tesi degli inquirenti - avrebbe consigliato al maestro di fingersi malato dopo le prime segnalazioni dei genitori, così da allontanarsi dalla scuola.
Si consuma tutto nell’arco di due mesi. A. S., al primo incarico di ruolo, entra all’elementare a settembre. A novembre, le prime voci. Sono quelle di alcuni colleghi e dei genitori dei bambini. Otto, in particolare, avrebbero subito le attenzioni dell’uomo. Molestie, anche se mai veri e propri atti sessuali. Tutti maschi tra i nove e i dieci anni, eccetto una bimba. Quest’ultima, affetta da handicap. Le storie dei piccoli raccontano di come l’uomo li avrebbe fatti sedere sulle sue gambe, di come sarebbero stati toccati, delle caramelle offerte dicendo «venite, che vi do il Viagra», e in un’occasione di come li avrebbe spinti a spogliare un compagno di classe. Episodi ribaditi nell’incidente probatorio, terminato ieri davanti al gip Giovanna Verga.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Subito avvisato, il preside avrebbe lasciato cadere i richiami. Prima, chiedendo una denuncia scritta. Poi, consigliando al maestro di mettersi in malattia. Così per un mese. E infine, solo in prossimità delle vacanze di Natale, parte la segnalazione alla Procura. Quando i genitori dei bambini ritirano i piccoli dalla scuola. In gennaio l’arresto. A. S. è i domiciliari a Napoli. Secondo il gip, una misura sufficiente a evitare la reiterazione del reato. Il pm Marco Ghezzi, invece, aveva chiesto il carcere.
Al giudice, il maestro assicura di «non aver mai fatto niente». Per l’avvocato Davide Barba, che assiste l’insegnante, «l’indagato è estraneo a ogni addebito». E un altro dei suoi difensori alza il tiro. «È una campagna di demonizzazione nata dopo che un bambino si era lamentato per un rimprovero. Questa è una seconda Rignano». Preoccupato il commento di Barbara Pollastrini, ministro uscente per le Pari opportunità. «Se le accuse venissero confermate, ci troveremmo davanti a un’altra pagina buia. L’orco cattivo sarebbe la persona a cui affidiamo con più fiducia i nostri figli».
Enrico Lagattolla

-----------------------------------------------------------
Ondata di rincari per i carburanti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La benzina è volata a 1,472 euro al litro mentre il gasolio a 1,455 euro. Non si ferma la corsa del petrolio: ieri a 123,57 dollari al barile

Milano - Nuovi record storici per i prezzi dei carburanti in Italia. La benzina è volata da questa mattina a 1,472 euro al litro mentre il gasolio ha raggiunto quota 1,455 euro al litro. A spingere la volata dei prezzi sui nuovi massimi è stata - secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia - l’Agip che ha rivisto i propri listini aumentando di 2,5 centesimi al litro verde e diesel. Ondata di rincari anche per molti degli altri marchi presenti sulla rete italiana.
La corsa del petrolio Il prezzo del petrolio continua a correre macinando record e sembra ormai fuori controllo. Ieri il greggio si è spinto fino oltre i 123 dollari, a quota 123,57 dollari al barile, nuovo massimo storico. "A questo punto, tutto è possibile", ha commentato il numero uno dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita. E il rischio di ulteriori, nuovi aumenti per i carburanti è altissimo.

-----------------------------------------------------------
Redditi, già centomila richieste di danni

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Dopo Roma e Catania anche la procura di Rieti apre un fascicolo contro il fisco. Montezemolo: "Assurdo rivelare on line le dichiarazioni. Si rischia di dividere il Paese"

Ci sono già centomila richieste di danni. Centomila italiani che hanno scaricato e compilano i moduli per il risarcimento chiesto dalle associazioni dei consumatori. Il caos redditi continua e internet è sempre il filo conduttore: prima nel pasticcio ora anche nel rimedio. Perché le richieste di rimborso vengono compilate on-line e poi finiranno in un unico fascicolo che arriveranno sulla scrivania dei magistrati che indagano sul grande caos dei redditi finiti su internet. Alla fine le procure potrebbero essere centoquattro. Ora sono già tre: dopo la prima inchiesta di Roma, e la sua gemella catanese, anche la procura della Repubblica di Rieti ha aperto ieri un fascicolo sulla diffusione sul web dei redditi di 38milioni di contribuenti italiani.
Per la terza volta in cinque giorni una procura accoglie quindi le istanze del Codacons, l’associazione dei consumatori che ha presentato ben centoquattro denunce penali in altrettante procure, al fine di ottenere risarcimenti ai danni subiti dagli italiani per la «pubblicazione non autorizzata delle loro entrate». «Tratterò il fascicolo personalmente - ha assicurato il procuratore Salvatore Cantaro - per verificare eventuali danni subiti dai contribuenti reatini». Per ora non è dato saperlo, né avrebbe senso ipotizzare davvero che centoquattro procure aprano tutte, da nord a sud, un fascicolo analogo; ma se il trend non si fermerà, presto l’Agenzia delle entrate potrebbe davvero battere tutti i record di citazione in giudizio.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Gli italiani chiedono 520 euro a testa, la cifra che le associazioni dei consumatori hanno quantificato simbolicamente come danno per ciascun contribuente. La gran parte degli italiani è scesa sul piede di guerra, nonostante lo stop da parte del garante della privacy, alla pubblicazione on-line dei redditi. «Uno stop che però non ostacola la trasparenza» ha precisato ieri mattina il garante Francesco Pizzetti ai microfoni di «Panorama del giorno» di Maurizio Belpietro. «Nel testo del provvedimento di stop abbiamo specificato che questo non toglie nulla alla conoscibilità dei dati con le modalità tradizionali negli elenchi presso i comuni, non toglie nulla alla trasparenza, non toglie nulla al diritto di cronaca cioè alla possibilità per i giornali di pubblicarli». Il Garante ha quindi rimarcato che, quanto alla pubblicazione sui giornali dei dati dei personaggi noti, «non c’è nulla di nuovo rispetto al sistema precedente».
Pizzetti ha poi sottolineato come la pubblicazione on line non avviene del resto in nessun Paese al mondo: «Abbiamo fatto un’indagine con i nostri colleghi europei. Non c’è alcun paese al mondo che accetta questo tipo di consultazione». Infine, alla domanda se la pubblicazione in internet dei dati serva alla lotta all’evasione, Pizzetti ha risposto che «può servire a una forma di controllo sociale, ma la lotta all’evasione certo non si fa in questo modo».
Sulla stessa linea il pensiero del presidente uscente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: «La pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi on line è una cosa sbagliata e pericolosa: fa male al Paese, e si rischia di spaccarlo, di mettere gli uni contro gli altri. La gogna mediatica non va bene. E che sia una cosa sbagliata e pericolosa - ha insistito - ve lo dice uno che sostiene che chi evade le tasse ruba. Dunque ben venga la lotta all’evasione e la trasparenza su chi evade le tasse». Montezemolo ha dunque auspicato «trasparenza non solo verso chi paga le tasse ma anche verso chi le incassa» tenendo conto che «c’è un 48 per cento di Pil che noi manteniamo con le nostre tasse».

-----------------------------------------------------------
L'opposizione è già a pezzi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione


Per Pier Ferdinando Casini sarà «nuova e seria». Per Walter Veltroni «rispettosa e dialogante» ma anche «forte e determinante». Mentre Antonio Di Pietro, non ha dubbi, sarà «senza sconti».

È ancora presto per sapere come se la caverà il governo guidato da Silvio Berlusconi, ma una cosa è certa: in Parlamento dovrà fare i conti con tre tipi di opposizione.
Difficilmente, infatti, Udc, Pd e Idv riusciranno a fare fronte comune. Anche perché la prima «prova d'orchestra», quella che li ha visti alternarsi davanti al Capo dello Stato per il rito delle consultazioni, non è andata benissimo visto che ognuno ha suonato la propria musica.
Il primo a salire al Quirinale è stato Pier Ferdinando Casini capogruppo dei centristi alla Camera (con lui Lorenzo Cesa e Michele Vietti). Alla fine mano tesa al Cavaliere: «Gli italiani hanno dato fiducia a Berlusconi ed è bene che il governo si insedi al più presto».
«L'opposizione di centro - assicura l'ex presidente della Camera - sarà nuova e seria. È finita l'era delle contrapposizioni. Noi faremo di tutto per tutelare gli interessi generali. L'Udc voterà i vari provvedimenti a seconda che questi siano in linea con il suo programma».
Tutt'altra musica qualche ora più tardi quando, davanti ai giornalisti, si presenta Antonio Di Pietro. L'ex pm annuncia un'opposizione «determinata, importante, senza sconti, inflessibile al governo che sta per nascere».
«Berlusconi è stato scelto dagli italiani - continua Di Pietro - e noi rispetteremo questo voto, ma faremo un'opposizione senza sconti e preconcetti e saremo inflessibili». Uno dei temi sui quali insisterà di più l'Italia dei valori, spiega, «sarà quello dell'informazione affinché sia plurale e trasparente. Siamo infatti preoccupati che ci possano essere abusi in questo campo soprattutto nella nuova legislatura».
Lotta dura senza paura anche su giustizia e sicurezza, tanto che Di Pietro commenta: «Si capirà subito cosa intenderà fare questo governo in materia dal nome del Guardasigilli che verrà indicato». In ogni caso il leader dell'Idv annuncia che il partito sarà orgoglioso di votare quelle misure che riterrà adeguate.
La scena finale è tutta per Walter Veltroni che, fedele al suo credo, opta per la strategia del «ma anche». Per il segretario del Pd in questa legislatura ci dovrà essere «un clima di rispetto, confronto e dialogo». Tema portante su cui aprire questa nuova stagione è, ovviamente, quello delle riforme, istituzionali e non (Veltroni apre anche ad un confronto sulla «procedura per le leggi di bilancio»).
Guai però a pensare che il Partito democratico farà da spettatore. Su tutti i temi che esulano le «regole del gioco», spiega il segretario, ci sarà «un'opposizione forte e determinata, nel Parlamento e nel paese». Insomma se qualche giorno fa si ipotizzava un fronte comune capace di incalzare Berlusconi, oggi si respira già un'aria diversa. Neanche Pd e Idv, che pur si sono presentati uniti alle elezioni, hanno intenzione di portare avanti la stessa strategia. Il Cavaliere già gongola.

>>Da: sonoromeo
Messaggio 2 della discussione
Qualcosa potrebbe essere cambiato con Casini, in quanto non in linea con i metodi del vincitore, ma favorevole nei principi dell'utilità nazionale. La sua opposizione, se ho compreso, potrebbe essere in linea con quella delle atre democrazie moderne, potrebbe quindi essere una valida scuola per i marksistosauri affezionati alla politica del no finalizzata al solo ribaltone, lontana come sempre dai bisogni reali della gente e molto legata a quelli immaginari. Romeo

>>Da: aristodog
Messaggio 3 della discussione
Il ministro degli Esteri uscente:
«Le correnti? Non le ho create io»
ROMA
Sale ancora la tensione tra Massimo D’Alema e Walter Veltroni. Il giorno dopo la riunione di Italianieuropei che ha di fatto «ufficializzato» la corrente dalemiana nel partito, il ministro degli Esteri uscente parla al Tg3 e rincara la dose: «Le correnti? Non le ho create io, il Pd è un partito fatto di molte componenti, ed è una cosa visibile nella vita del partito, a cominciare da come si distribuiscono gli incarichi parlamentari...». Parole che, se possibile, hanno ulteriormente irritato il segretario del Pd che, racconta ci ci ha parlato, già ieri non aveva accolto affatto bene la notizia della riunione dalemiana: sanno solo fare correnti, si sarebbe sfogato ieri, ma io non li seguo su questa strada.

Peraltro, se ufficialmente nessuno vuole replicare, a microfoni spenti i veltroniani non lesinano giudizi sprezzanti: «Erano una quarantina, tra deputati e senatori... Circa il 20%, come sui capigruppo. Se voleva essere un cenacolo culturale, bene. Ma se voleva essere una prova di forza... è stata un fallimento».

Veltroni, però, sa che si tratta di un’apertura di ostilità, a stento rimandata durante la prima assemblea dei parlamentari di lunedì scorso. Del resto, la presenza di Pierluigi Bersani ieri è stata letta come la conferma dell’asse con D’Alema, anche se lo stesso Bersani, al telefono con Veltroni, avrebbe poi negato la sua adesione alla «corrente». Anzi, avrebbe spiegato Bersani, quello che è accaduto ieri è solo la dimostrazione di ciò che accade quando nel partito non ci sono sedi di discussione. D’altro canto, chi parla con Bersani in queste ore lo descrive assai compiaciuto del fatto che, dal partito radicato alla conferenza programmatica, molti temi da lui sollevati stanno trovando spazio anche nell’agenda di Veltroni. Bersani, peraltro, sta valutando se aderire o no alla proposta del segretari di entrare nel governo ombra.

Il segretario si prepara insomma ad una guerra nemmeno troppo fredda con il fronte dalemiano e punta innanzitutto sulla sponda degli ex Ppi di Marini e Fioroni, che non gradiscono affatto la linea dalemian-bersaniana sulle alleanze. «Che significa insistere tanto sull’Udc? Noi non intendiamo affatto delegare a Casini il presidio dell’elettorato moderato», ripetono i popolari. Non solo, gli ex Ppi assicurano di non volere ritrovarsi a vivere «la stessa saga (la rivalità tra Veltroni e D’Alema, ndr) che accompagna i diessini da ormai 15 anni». Non a caso Fioroni ha fatto sapere oggi che i popolari si troveranno di nuovo ad Assisi a settembre, bissando l’appuntamento dello scorso anno. E forse anche per questo secondo alcune voci starebbe prendendo quota l’idea di affiancare proprio Fioroni a Goffredo Bettini, nel ruolo di coordinamento del partito.

Una soluzione che permetterebbe di saldare una sorta di asse con i popolari e di blindare quindi la segreteria Veltroni. C’è però il problema dello sbilanciamento eccessivo a favore dei popolari, visto che Marini resta in pole-position per la presidenza del partito. Importante sarà anche capire come si posizioneranno Parisi e Bindi in questa disputa. Oggi, intanto, Veltroni ha pranzato con Romano Prodi per quasi due ore, dopo il brindisi di commiato da palazzo Chigi del permier uscente. Un colloquio «a 360 gradi», spiegano al loft, durante il quale Veltroni avrebbe chiesto a Prodi un’uscita ’soft’: in pratica, il segretario avrebbe chiesto a Prodi di

>>Da: Graffio
Messaggio 4 della discussione
Baffino ha messo avanti Uolter per prendere gli schiaffi e poi silurarlo e papparsi tutto lui.
Ma se solo Silvio si rendesse conto quanto gli conviene avere una controparte buonista a nullista come Uolter invece del barcaiolo pronto a tutto, baffino ha finito la carriera.
Invece di pappare gli toccherebbe rosicare.
Basta qualche piccola concessione a uolter in termini di apparenze e baffino e' rovinato.

-----------------------------------------------------------
Pasquale Squitieri: "La cultura è di destra"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Il regista, sceneggiatore e uomo politico Pasquale Squitieri, ospite del forum de Il Tempo, illustra la sua ricetta per rilanciare il cinema: "Per la Festa di Roma coinvolgeremo dieci grandi registi"

«Dopo il disastro di Mani Pulite - spiega Pasquale Squitieri - sono stato senatore del governo Berlusconi e ho avuto il privilegio di vedere un passaggio storico. L'economia assumeva un ruolo primario, dopo che Craxi aveva tentato di tenere l'economia sotto la politica le cose cambiavano, veramente. In Senato, dove tutti ci davamo del tu, ho avvicinato Gianni Agnelli, l'Avvocato, e gli ho chiesto perché non scendesse in politica lui. Mi ha risposto che non era uno stupido. Mi torna in mente una frase di Mattei, per lui i politici erano come i taxi, quando serviva ne prendeva uno. Ecco - prosegue Squitieri durante l'introduzione con la quale ha voluto aprire il Forum de Il Tempo - oggi siamo in un momento importante, molto simile al '94. Ci troviamo di fronte al crollo della sinistra comunista, che ha tradito il Paese. Di questo crollo la destra, che fino a questo momento è stata spettatrice, deve ora divenire protagonista con le sue idee liberali. Oggi dobbiamo con forza, individuale e collettiva, portare il Paese ad essere uno stato di diritto».


Pasquale Squitieri, come ha fatto, fino ad oggi, la sinistra ad avere l'egemonia culturale? Che problema ha la destra, ha avuto scarsa attenzione verso queste tematiche?


«La cultura italiana è di destra. Tanti anni fa lavoravo per Paese Sera, perciò questi argomenti li ho visti da sinistra. Prendiamo la massima espressione della nostra cultura cinematografica, Alberto Sordi, ha criticato la destra, in tanti anni di cinema, ma sempre dall'interno della destra. Lo stesso Pasolini non è mai stato di sinistra, in realtà, in tanti anni non è mai stato fatto un capolavoro, epico, sulla Resistenza. Allora il problema è della gestione, fatta dalla sinistra, da uomini come Trombadori. Ma guardiamo "Roma città aperta": il protagonista è un prete, non un eroe della Resistenza».


Questo è dovuto ad anni di finanziamenti statali?


«Il cinema fatto dallo Stato è segno di degrado ed inevitabilmente crea censura. Io ho realizzato "Claretta", "Il prefetto di ferro", "Atto di dolore", film che hanno fatto discutere e che mai avrei potuto fare con lo Stato».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Eppure in Francia il cinema con i finanziamenti statali è possibile.


«La Francia è monoculturale. Ha una capitale, Parigi. Racine è indiscusso. Invece da noi Manzoni non è l'Italia. Non abbiamo una sola capitale. Tutte le città italiane, come ogni capitale, vogliono una università, un aeroporto e uno zoo. Io ne ho contati, in tutto il Paese, 36, di poveri animali che si mangiano tra di loro. Il problema è che questo non è un Paese unito».


E i festival del cinema sono tanti quanti gli zoo?


«Molti, molti di più. Roma, Milano, Napoli, i principali sono 76. In tutti gli Stati Uniti ce ne sono dieci, e dieci anche in Francia. In Gran Bretagna due, come in Spagna, in Giappone solo uno. E Questa è l'unità d'Italia. Parlando della Festa del Cinema di Roma non mi sembra logico distribuire 17 milioni di euro su Roma. Con questi soldi si possono fare dei film, anche perché oggi un film, come "I pugni in tasca", costerebbe la metà della metà».


Cosa sarà della Festa del Cinema di Roma?


«Gestire una comunità significa gestire delle priorità. Se un figlio ha fame non possiamo comprargli la bicicletta. Oggi la situazione è difficile. Io ho una idea. A meno che... bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga uguale, nel qual caso me ne tornerò al mio posto, ho l'idea di una Festa come un sogno lungo un giorno. Ho pensato di chiedere a dieci grandi registi, di fama internazionale, e qualcuno l'ho già contattatto, di girare un film su Roma, un omaggio e un atto d'amore verso Roma. Questa potrebbe essere una chiave, trovando il modo che questi film vengano proiettati nel giorno dei David di Donatello, coinvolgendo i David. Un qualcosa che appaia come un atto d'amore per Roma».


E le tante persone attratte dalla manifestazione?


«Ma oggi a nessuna capitale del mondo interessa portare tanta gente in strada, sono contrario alla banalizzazione della cultura. Oggi io alla sinistra direi: non siete voi gli stessi che negli anni '70 bloccaste il Festival di Venezia e oggi difendete i divi americani? Abbiamo rinunciato a tutto per farci una foto con DiCaprio? Abbiamo registi eccezionali: Bellocchio, Amelio, Virzì, Faenza: il suo "I viceré" andava promosso con più forza».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il cinema è una grande industria del nostro Paese, che dà lavoro a tantissimi ottimi artigiani, c'è una ricetta per rilanciarlo?


«Prima di tutto partendo dalla Scuola del cinema, che non può essere affidata a un sociologo, per fare cinema serve energia, forza. Ai miei tempi venne dato l'incarico ad un uomo eccezionale: Alfredo Bini, produttore di film di Pasolini, che era tutti i giorni in prima linea per il buon funzionamento della scuola, con lui si sono formati ottimi artisti. L'hanno cacciato via quando è caduto il governo Berlusconi. Poi in secondo luogo serve una legge per il cinema, che crei il mestiere del produttore, in maniera che i film vengano realizzati in parte dai privati, in parte dallo Stato, per esempio le opere prime, perché quello è un dovere dello Stato. E poi un premio per l'incasso, che oggi è molto basso, è un premietto, bisogna aumentarlo».


E come vede oggi la situazione tra Sud e Nord?


«Gravissima, la situazione a Napoli è tragica e lo è anche perché è crollata la camorra. In qualche modo la vecchia camorra napoletana, sfruttata e usata dal potere, era un contropotere. Io sono del Rione Sanità... c'era, tanti anni fa un personaggio, don Felice Campolongo, detto "il sindaco del Rione Sanità", un uomo che comandava nella città. Una volta venne da mio padre perché sua figlia voleva sposare il figlio di un vinaio. Voleva che mio padre la convincesse a cambiare idea. Poi cambiò idea don Felice, disse: "È un vinaio, ma noi lo facciamo onorevole". Lo appoggiò come deputato e lui, il vinaio, fu eletto con una valanga di voti. Quello era potere».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il passo più importante però è stato compiuto, e lo sanno anche i sindacati. Tanto che “non appena sarà formalizzato il cambio della guardia in Confindustria – ha sottolineato Bonanni – diventeranno agibili i luoghi di confronto” per riaprire il tavolo della trattativa con viale dell’Astronomia. D’accordo anche Angeletti, che però ha precisato: “Confindustria sia coerente con le affermazioni fatte in questi giorni. Presenteremo la nostra proposta e chiederemo subito di aprire un dibattito. Vedremo così se davanti avremo gli imprenditori davvero desiderosi di aumentare i salari”. Intanto, proprio il mondo delle imprese plaude all’accordo tra Cgil, Cisl e Uil. “Finalmente il sindacato è riuscito ad arrivare a una posizione unitaria: meglio tardi che mai – ha commentato infatti il presidente uscente degli industriali Luca Cordero di Montezemolo –. È un fatto importante, perché mette in condizione i nuovi vertici di Confindustria di far ripartire il confronto sulla riforma contrattuale”. Quanto ai contenuti della piattaforma, ha proseguito Montezemolo, “contiene elementi molto importanti, come appunto l’introduzione della durata triennale per i contratti e l’apertura al secondo livello di contrattazione, inoltre crea le premesse per pagare di più chi vuole lavorare di più. Questo mi fa piacere”. Montezemolo ha poi ricordato di aver cominciato il suo mandato da leader di Confindustria “con lo scontro tra i sindacati, quando invece abbiamo bisogno di un sindacato forte, moderno e che rappresenti fino in fondo l’interesse dei lavoratori”. Anche perché, ha chiosato, “è inaccettabile il divario tra il salario percepito e quello pagato”.

Saviana Sileo

-----------------------------------------------------------
Iraq choc, seimila kamikaze dall’inizio della guerra

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Dalla caduta del regime di Saddam Hussein a oggi sono stati usati dalla rete terroristica di al Qaeda in Iraq ben seimila kamikaze. Circa tre al giorno. È questo il dato impressionante che emerge da un carteggio scoperto dalle milizie tribali sunnite irachene in un campo di addestramento per terroristi nella provincia di Diyala. Secondo quanto rivela il portavoce dei comitati tribali, lo sceicco Shaker al Shamri, al giornale iracheno al-Sabah, suoi uomini sono penetrati all’interno di un campo di addestramento di al Qaeda per donne kamikaze nei pressi di Baaquba. Nel campo è stato rinvenuto un carteggio appartenente al gruppo dirigente della formazione terroristica, che riportava il calcolo degli attentati suicidi compiuti dal gruppo dal 2003 a oggi. I seimila kamikaze usati finora da al Qaeda sono in gran parte arabi non iracheni e cittadini afgani. Inoltre i documenti hanno confermato quanto denunciato dai servizi segreti iracheni circa la presenza di un campo di addestramento di al Qaeda nella zona che confina tra la provincia di Diyala e l’Iran. Al suo interno ci sarebbero molti giovani e in particolare 15 donne reclutate per compiere attacchi nella provincia sunnita.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Nei giorni scorsi, inoltre, la sicurezza aveva denunciato il ritrovamento di volantini appartenenti al gruppo terroristico e distribuiti in diversi distretti di Diyala nei quali si invitavano le donne che avevano perso i loro mariti in operazioni militari avvenute dopo il 2003 in Iraq ad eseguire attacchi suicidi per vendicare la morte dei loro cari. Negli ultimi due mesi, infatti, la provincia sunnita è stata teatro di quattro attentati kamikaze compiuti da donne. I cosiddetti “registri di Sinjar”, i file trovati durante un raid in autunno, hanno rivelato che gli stranieri arrivati a combattere tra l’ottobre del 2006 e quello del 2007 sono più di settecento: 244 sauditi, 112 libici, 49 siriani, 48 yemeniti, 43 algerini, 36 marocchini. Un documento utilissimo e unico nel suo genere dove al Qaeda, come ogni organizzazione che si rispetti, ha registrato meticolosamente dati anagrafici, motivazioni ideali, nazionalità dei suoi “dipendenti”. Le schede personali raccolte a Snjar riportano anche che il 56,3 per cento dei volontari ha dichiarato che il suo compito in Iraq è “cercare il martirio” mentre gli altri si sono dichiarati solo pronti a combattere. Le età dei volontari di al Qaeda sono per lo più tra i 20 e i 30 anni ma non mancano un quindicenne e un uomo di 54 anni, entrambi sauditi. Il 42,6 per cento si sono dichiarati “studenti”.


>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

La maggior parte degli arruolati viene dall’Arabia Saudita, sono 244 quelli che sono nati tra la Mecca e Riad. Al secondo posto tra le presenze ci sono i libici molti dei quali arrivano da Darnah e Bengasi, due città particolarmente infiltrate dal fondamentalismo nonostante la repressione di Gheddafi. Ci sono anche i recapiti telefonici nel registro scoperto a Sinjar. I nuovi arrivati depositano i loro averi: si va da chi ha solo un orologio a chi deposita denaro in varie valute. Sono medici, impiegati, moltissimi studenti. La maggior parte è arrivata in Iraq per fare “istshhadi”, il martire; altri semplicemente per combattere. Ci sono anche avvocati e medici. Il generale Abdul Kharim Khalaf, direttore delle operazioni del ministero dell’Interno iracheno, ha detto che “al Qaeda in Iraq per noi è ormai un libro aperto”. Un libro macchiato dal sangue di decine di migliaia di musulmani iracheni assassinati impunemente.

Giulio Meotti

-----------------------------------------------------------
CComplimenti compagno Fausto

>>Da: er Drago
Messaggio 4 della discussione


Questo e' uno dei 2 frabbricati di Bertinotti, ex paladino della classe operaia. la moglie sembra che ne possieda altri 10. Della serie: forza compagno, tu lavora che io magno!


>>Da: aristodog
Messaggio 2 della discussione
Sai com'è..le giacche di cachemire occupano tanto spazio.....

>>Da: Graffio
Messaggio 3 della discussione
Non potete pubblicare la foto !!!!
E la privacy ???????
Adesso tutti i centrosocializzati lo contesteranno, povero mister cachemire.....


>>Da: Lory
Messaggio 4 della discussione
I comunisti non sono mica stupidi..vorrebbero far diventare stupidi i loro seguaci...

-----------------------------------------------------------
Ma.. il governo ombra?

>>Da: er Drago
Messaggio 6 della discussione


Uolter e' stato altrettanto veloce a trovare gli ombra ministri ?????

>>Da: aristodog
Messaggio 2 della discussione
Sono troppo impegnati a litigare fra di loro. Ma che ci vuoi fare? La "lotta" e' nel loro dna, e poco importa contro chi lottano, l' importante e' lottare senza "se" e senza "ma".

>>Da: lilith
Messaggio 3 della discussione
Riuscirà il Ualterone nazionale a far buchi miliardari anche stando nell'ombra?

-----------------------------------------------------------
L'ultima boiata del defunto governo Prodi

>>Da: aristodog
Messaggio 4 della discussione
Da luglio le nuove regole con molte contraddizioni per la sicurezza
La polizia dovrà munirsi di calcolatrice per le verifiche su ogni modello
Il paradosso dei neopatentati
vietate le Cinquecento, sì ai Suv

di VINCENZO BORGOMEO

ROMA - Una monovolume sette posti, lunga più di cinque metri, che pesa due tonnellate e che ha un possente motore 2800? Adatta ai neopatentati. Una Smart di 2,7 metri, di 750 kg e spinta da un microscopico 3 cilindri di 1000 cc? Vietata. Sembra uno scherzo ma è quello che stabilisce la nuova legge sui neofiti del volante che dal prossimo primo luglio getterà definitivamente nel ridicolo la nostra legislazione in tema di mobilità.

Il caso maxi monovolume-Smart, infatti, non è l'unico "bug" della normativa ma solo un piccolo esempio: c'è la nuova Fiat 500 vietata in qualsiasi versione e con qualsiasi motore, mentre il vecchio modello (privo di airbag, abs e cinture di sicurezza) è giudicato adatto. C'è la piccola Citroen C1 a benzina (con le sue gemelle Toyota Aygo e Peugeot 107) vietata. E ci sono tantissime altre piccole, dalla Matiz 1000 a tutte le Mini completamente off limits. In compenso l'elenco delle auto "possibili" comprende colossi di fuoristrada come la Nissan Patrol, la Land Rover Defender o la Mitsubishi Pajero 3200. Fino ad arrivare a macchine del valore di 40 mila euro.

Una follia, insomma, che deriva dalla puerile semplificazione di vietare per un anno tutte le auto con una potenza specifica (riferita alla tara) di 50 kW per tonnellata.

Il divieto durerà un anno e riguarderà solo tutti coloro che prenderanno la patente B da luglio: chi si affretterà a conquistare il permesso di guida prima di quella data potrà guidare quello che vuole, dalla Lamborghini Murcielago e all'Hummer H2. Ma c'è di peggio: questa nuova normativa non manda in pensione la vecchia, per cui rimane sempre valido il fatto che i neopatentati non possono superare i 100 km/h in autostrada (90 sulle strade extraurbane) per tre anni. Un divieto semplicemente ridicolo perché è impossibile controllare chi è al volante nel caso di violazione di un limite di velocità: questa rilevazione avviene sempre con sistemi automatici tipo Tutor o Autovelox e nessuno è tanto folle da dichiarare che in quel momento era alla guida un neopatentato perché si vedrebbe quasi sempre ritirata la patente con sanzioni economiche salatissime.

Rimane anche la normativa che vede i giovani automobilisti, sempre per tre anni, penalizzati del doppio dei punti della patente in caso di violazioni al codice della strada, con la possibilità a fronte di gravi infrazioni di vedersi sospesa la patente da 3 a 6 mesi.

Basterebbe questo per far gridare allo scandalo e per bloccare sul nascere l'introduzione di una legge che si sovrappone a una precedente. Eppure la nuova normativa entrerà regolarmente in vigore fra 53 giorni, ignorando anche tutte le complicazioni legate alla sua applicazione: la carta di circolazione delle auto immatricolate fra il 1999 e il 2007 (in Italia ne circolano circa 20 milioni) non riporta il rapporto peso potenza, che riferendosi alla tara e non al peso massimo ammesso è difficile da calcolare. Le forze dell'ordine si dovranno quindi munire di calcolatrice e fare bene i conti per arrivare al rapporto kW/tonnellata di ogni singolo modello.

--------

Una normativa basata solo sulla potenza specifica?
Una normativa che ai neopatentati vieta la Matiz e consente il Pajero?

>>Da: Graffio
Messaggio 2 della discussione
E voluto: con la 500 si ammazzano così almeno ammazzano gli altri...
I sinistri sono per la salvaguardia della specie:
vivere meno, guidare tutti..

>>Da: Lory
Messaggio 3 della discussione
Che cretinata. Non si poteva fare come per le moto con la potenza e non la potenza specifica?
Certo che 4 neuroni forse producevano qualcosa di migliore.

>>Da: lilith
Messaggio 4 della discussione
Sono d'accordo, ma decapitarlo mi pare eccessivo aristodog.

-----------------------------------------------------------
Ecco perchè in Emilia la Lega è al 10% e sta crescendo fortemente

>>Da: Graffio
Messaggio 2 della discussione
Violentata da tunisino mentre fa jogging

Stava facendo jogging lungo il fiume Panaro a Savignano sul Rubicone, in provincia di Modena, quando le si e' avvicinato un giovane di nazionalita' tunisina che l'ha aggredita, minacciata con un taglierino e ha abusato di lei. La donna, 40enne, e' riuscita pero' a chiedere aiuto e a segnalare l'accaduto ai Carabinieri che si sono messi sulle tracce dello stupratore rintracciato a Vignola nel pomeriggio. Si tratta di un giovane di 19 anni che e' stato arrestato. La donna aggredita e' stata accompagnata all'ospedale di Baggiovara.

Unanime la condanna all'episodio da parte di esponenti del centrodestra e del centrosinistra.

Da parte di Isabella Bertolini, parlamentare modenese del Pdl, espressioni di ferma condanna: 'questi delinquenti vanno rispediti subito al loro Paese. Per noi la sicurezza dei cittadini e' la priorita'. Senza di essa non c'e' liberta'. Non possiamo abituarci alle barbarie. Sara' uno sforzo straordinario quello che ci aspetta al governo, ma e' necessario e noi siamo pronti a garantire ai cittadini il nostro massimo impegno'.

''L'inaudita aggressione e la violenza sessuale subita da una donna italiana a Vignola per mano di un nordafricano senza fissa dimora, conferma che l'allarme criminalita' dovuto all'immigrazione irregolare ha raggiunto livelli insostenibili. I modenesi - fa notare - non sono piu' liberi e la loro vita e' quotidianamente minacciata da orde di immigrati senza scrupoli, chiamati in Italia dalle politiche sciagurate del governo Prodi. Le nostre strade sono piene di immigrati disperati e non integrati pronti ad aggredire e ad uccidere per nulla. Serve un'opera radicale di bonifica territoriale per estirpare alla radice questo problema sociale'. Anche Bertolini chiede condanne 'esemplari'.

In particolare i parlamentari modenesi del Pd Giuliano Barbolini, Mariangela Bastico, Manuela Ghizzoni e Ivano Migliori, sottolineano che 'la violenza commessa da un immigrato senza fissa dimora contro una donna a Savignano e' di una gravita' inaudita. La prima cosa che chiediamo e' che questo delinquente, reo confesso, sia condannato in modo esemplare e sconti fino alla fine gli anni di carcere che gli spettano'.

'La certezza della pena, per questo come per altri delitti odiosi come quello di Verona, indipendentemente dal fatto che a commetterli siano italiani o stranieri, va assolutamente ripristinata - aggiungono - per rispondere alla richiesta di sicurezza dei cittadini e ridare autorevolezza alla giustizia. Un plauso va ai Carabinieri e alle forze dell'ordine che ancora una volta hanno dimostrato capacita' investigativa e tempestivita' d'intervento'.

tratto da IL NUOVO GIORNALE DI MODENA

Come al solito questi del pd che proteggono gli extra insieme ai baciapile e ai sindacati, non hanno capito nulla di quanto ci sta accadendo.

>>Da: Lory
Messaggio 2 della discussione
Questa gentaglia ha capito che da noi c'è chi li protegge e conta su loro per rimanere al potere. Il Pd e i sindacati in Emilia vivono su extra e pensionati.
e del CITTADINO NORMALE non gli interessa nulla.

-----------------------------------------------------------
Cosa nasconde la polemica sul biofuel

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Giovanni Vagnone

La Commissione Europea sta trattando intensamente la questione della “food crisis”, in particolare in riferimento all'altra tematica – questa a livello prettamente comunitario – dei biocarburanti.

Le posizioni ufficiali si evolvono rapidamente, ammettendo dopo pochi giorni quanto solo una settimana prima negato con convinzione: è il caso dell'affermazione di una certa responsabilità del piano per l'utilizzo del biofuel nel contesto della crisi globale del prezzo del cibo.

Uno dei protagonisti del dibattito è il commissario europeo per il commercio, Peter Mandelson, che da posizione di strenuo difensore del libero mercato ha concesso che “certe politiche” relative ai biocombustibili possano contribuire alla crescita del prezzo del cibo, e addirittura accrescere l'effetto serra.

Il motivo per cui si era deciso circa un anno fa di sviluppare queste fonti energetiche alternative (del 10% entro il 2020) era, ovviamente oltre a quello geopolitico di una maggiore indipendenza dal petrolio (sia in chiave politica che economica, basti pensare al mostruoso innalzamento del prezzo al barile e alle sue ripercussioni sull'economia americana), una maggiore attenzione all'ambiente. “Energia” più pulita, insomma, contro il processo di “global warming” che è un'altra delle emergenze attualmente più sentite dalla comunità internazionale: da Kyoto '97 in vista di Copenaghen '09, contro il cosiddetto “greenhouse effect”.

-----------------------------------------------------------
Medvedev al Cremlino ma lo zar resta Putin

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Marianna Venturini

La Russia ha un nuovo presidente: ieri mattina Dmitri Medvedev ha prestato giuramento nella sala del trono del Cremlino, tra specchi, intarsi e stucchi dorati. Nella cerimonia ufficiale, il neoeletto leader si è impegnato a “difendere la sovranità e l’indipendenza, la sicurezza e l'integrità dello Stato”, ma soprattutto “servire il popolo russo”, come recita l'articolo 92 della Costituzione.

Medvedev è il terzo presidente della Federazione dalla fine dell'URSS e occupa il posto che è appartenuto in precedenza a Boris Eltsin e Vladimir Putin. La sua elezione formale risale allo scorso marzo, la cerimonia di oggi è stata il passaggio di consegne finale. Sostenuto dallo stesso Putin nella corsa elettorale, Medvedev aveva vinto le presidenziali con il 70% dei consensi, nell’appuntamento in cui l’unica incognita che potevano riservare le urne era proprio la percentuale di consensi che avrebbe raccolto.

L’uomo che guiderà la Russia per i prossimi quattro anni ha ricevuto la sua prima nomina politica come vicepremier del governo nel 2005, ma il suo arrivo a Mosca risale al 1999, chiamato da Putin stesso con il compito di vicecapo dello staff presidenziale. Oltre agli incarichi istituzionali ha guidato Gazprom per oltre 8 anni, periodo in cui il colosso russo dell'oro blu ha visto crescere il proprio potere economico ed è stato protagonista di battaglie intestine e lotte di potere. Quando venne scelto come delfino di Putin, pochi si sarebbero aspettati una carriera così fulminea.

-----------------------------------------------------------
L'ultima speranza per il Sud si chiama Lega

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Gianni Donno
Article content:
Con perfetta precisione ad ogni cambio di governo si ripresenta l'eterna questione meridionale. Questa volta il dibattito ruota su un dilemma stringente. A sinistra: "La Lega non vi lascerà nemmeno gli occhi per piangere!". A destra: "La Lega può essere una risorsa per il Sud, che dovrà saper spendere bene i denari pubblici, altrimenti...". Propendiamo per questa seconda prospettiva, ma senza soverchie illusioni, perché il sistema pubblico del Sud è costitutivamente volto alla lentezza, allo spreco, non poche volte allo sperpero corrotto.

Antimeridionalismo? Razzismo? No, questa è solo disillusione, in chi è nato ed opera nel Mezzogiorno, dopo anni ed anni di denari ricevuti ed obiettivi mancati.

Ma la speranza è l'ultima a morire... Oggi la speranza è La Lega. Sembra paradossale ma non lo è. La Lega potrà avere quella veste di controllore dei modi e dei tempi della spesa pubblica nel Mezzogiorno, che il Sud non ha mai avuto (non ha mai voluto avere).

Ora nel Sud non mancano le eccezioni di buona amministrazione, ma il contesto generale è quello ben conosciuto: ritardo crescente, sperpero, malversazione, corruzione. Il caso dei rifiuti napoletani è esemplare.

Per questo guardammo sempre di buon occhio la Lega, e continuiamo a farlo oggi.

-----------------------------------------------------------
E’ crisi in Libano. Nasrallah: “Ci difenderemo con le armi”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Emiliano Stornelli

Doveva accadere. Il lungo stallo politico libanese non poteva perpetuarsi indefinitamente senza che le due fazioni rivali giungessero prima o poi allo scontro aperto. Dietro i continui rinvii dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica si nasconde il braccio di ferro tra la coalizione del 14 marzo, che sostiene il governo legittimo e filoccidentale di Fouad Siniora, e l’opposizione capeggiata da Hezbollah e legata a doppio filo a Siria e Iran.

Per ora niente morti, solo qualche ferito e danneggiamenti vari. Ma nelle strade di Beirut si respira l’odore del sangue. Per scendere in piazza contro il governo, Hezbollah ha approfittato dello sciopero generale indetto ieri dai sindacati contro l’aumento dei prezzi. Il premier Siniora nei giorni scorsi ha disposto la rimozione del capo della sicurezza dell’aeroporto di Beirut perché affiliato ad Hezbollah, ma questi si è rifiutato di abbandonare l’incarico forte del sostegno del Partito di Dio. Siniora ha poi alzato la posta, ordinando lo smantellamento della rete di telecomunicazioni controllata dai miliziani sciiti, la cui risposta è stata unirsi al raduno antigovernativo organizzato dai sindacati.

La miccia che ha acceso gli scontri è stata una granata esplosa tra i manifestanti dell’opposizione, provocando diversi feriti tra cui due soldati. La reazione di Hezbollah è stata veemente. Insieme agli uomini di Amal, l’altro partito sciita oggi suo alleato, ha bloccato con sacchi di sabbia e copertoni in fiamme sia le principali strade della capitale che l'arteria che conduce all'aeroporto internazionale. A quel punto, sono scese in campo le componenti sunnite della coalizione del 14 marzo, dando alle ostilità un netto profilo confessionale. Barricate, minacce, lanci di sassi e bastoni, con l’esercito a impedire il contatto diretto tra i fronti contrapposti: è il primo passo verso una nuova guerra civile?

-----------------------------------------------------------
Berlusconi suona la campanella: "tutti a lavoro"

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Dario Caselli

Sono le 18.19 quando Silvio Berlusconi scuote la campanella. Il governo Berlusconi quater ha appena iniziato il suo cammino. Sono passati settecentoquattro giorni dal suo ultimo Consiglio dei Ministri, un digiuno meno lungo rispetto ai cinque anni della XIII legislatura quando dal 1996 fino al 2001 Berlusconi rimase ai bordi della politica che conta, ma altrettanto duro. Stavolta però il ritorno del Cavaliere non è fatto di annunci e sogni. Non lo aveva fatto durante la campagna elettorale e non lo fa nemmeno con i suoi ministri riuniti per la prima volta. Anzi subito indica la rotta spiegando che sarà fatta di lavoro e sobrietà perché come spiega all’inizio del Cdm “c’è davvero un bel clima ma ora mettiamoci al lavoro, c’è tanto da lavorare”. E continuando: “Milioni di italiani guardano a noi e non possiamo deluderli”. Parole che come detto il leader del Pdl aveva ripetuto già durante tutta la campagna elettorale e che ha voluto ribadire appena tornato al timone di Palazzo Chigi. Frasi che però non incutono timore alla gente che riunita sotto le finestre di Palazzo Chigi lo applaude e lo acclama. Cellulari che sventolano per carpire una sua immagine e lui, il nuovo premier, non si sottrae a questo bagno di folla. Sintomo di una ritrovata unità tra politica e società. Unità che per circa due anni si era perduta. Festeggiamenti ma anche mente salda alle emergenze del Paese. E così nel suo primo discorso da premier ai suoi ministri ricorda i problemi che hanno immediatamente bisogno di risposte: da quello dei rifiuti a Napoli a quell’dell’Alitalia, senza dimenticare l’aumento del costo della vita e la riduzione dei salari. Come pure la crisi di fiducia nei cittadini e la necessità d’intervenire subito per ristabilire la sicurezza nelle città. Tutti temi ai quali bisognerà dare una risposta in tempi rapidi. Parte quindi così il nuovo, quarto, governo di Silvio Berlusconi. Tutto concretezza ed impegno per la risoluzione dei problemi.


-----------------------------------------------------------
Israele: nuovi attacchi di Ahmadinejad

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, torna ad attaccare Israele con parole spregiudicate e offensive.

E nel giorno in cui lo Stato ebraico celebra il sessantesimo anniversario della sua fondazione, Ahmadinejad afferma che le celebrazioni in corso in tutto il mondo non riusciranno a salvare ''il cadavere marcio e puzzolente'' di Israele.


-----------------------------------------------------------
Petrolio, Iran: "Tra poco 200 dollari a barile"

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Il barile di greggio fluttua in prossimità dell'ultimo record appena messo a segno, ieri, a un soffio dai 124 dollari.

E l'Iran torna a paventare lo scenario di prezzi che saliranno ben oltre, a quota 200. "Ormai non manca molto a un periodo in cui i prezzi saranno a 200 dollari al barile", ha affermato oggi il ministro del petrolio iraniano, Gholam Hossein Nozari, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa ufficiale Irna.

In parte Nozari attribuisce gli ultimi incrementi alle interruzioni produttive in Nigeria dovute a attacchi dei miliziani, ma come altri esponenti dell'Opec - il cartello degli stati esportatori di greggio - sostiene che la causa di fondo è la debolezza del dollaro. "Di fatto il petrolio non è costoso - ha affermato - è il dollaro ad essere debole".

Nel frattempo negli scambi dell'after hours sul Nymex, la Borsa merci di New York, i futures in prima scadenza calano di 47 cents rispetto al fixing di ieri, con il barile di West Texas Intermediate a 123,06 dollari. Sulla piazza internazionale di Londra il barile di Brent cala di 43 cents a 121,89 dollari. Ieri sul Nymex il Wti ha toccato un picco a 123,93 dollari.

-----------------------------------------------------------
Napolitano bacchetta D'Alema su Hamas

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

E schiera l'Italia a fianco d'Israele, senza i suoi se e senza i suoi ma


«Non c’è dialogo se si muove dal rifiuto della legittimità dello Stato di Israele», con queste chiarissime parole Giorgio Napolitano ha dato un senso ancora più pieno alla sua coraggiosa decisione di inaugurare la Fiera del Libro di Torino per dare una dimostrazione concreta, visiva, della parte scelta dal popolo italiano: la parte della difesa intransigente dell'esistenza di israele.
D'Alema, invece, è stato per due anni proprio l'alfiere del dialogo con chi non riconosce e non riconoscerà mai il diritto all'esistenza dello Stato di Israele: Hezbollah, Hamas e regimi siriano e iraniano.
Dialogo sì, ma non senza condizioni, ha giustamente detto Napolitano: ogni critica possibile ai giverni di Israele ma nessuna parola possibile a chi nega il diritto di Israele ad esistere.
Posizione tanto più importante, quanto la dissennata scelta di Gianni vattimo ha dato la sensazione fisica e terribile di quanto forte sia il sentimento antisemita che innerva i boicottatori della Fiera (a partire da Tariq Ramadan) e chi non vuole che Israele viva. Il suo riconoscimento della validità dei Protocolli dei Savi di Sion non è la scelta di un dissennato, ma la logica conseguenza di una deriva che, avendo conquistato in Vattimo il suo campione, mostra oggi di non essere affatto marginale, ma di saper coinvolgere settori cruciali della cultura italiana.

di Carlo Panella

-----------------------------------------------------------
Alfano e la poltrona scomoda di via Arenula

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Enrico Gagliardi

Doveva essere davvero molto scomoda la poltrona di via Arenula se è vero, come sembra, che quasi tutti quelli chiamati in queste consultazioni ad occuparla hanno via via rifiutato, uno dopo l’altro.

Certo, il ruolo di Guardasigilli non è affatto agevole, soprattutto in questo momento storico che ormai da anni si contraddistingue per uno scontro continuo tra politica e magistratura. Alla fine comunque dopo tante trattative la riserva è stata sciolta: sarà Angelino Alfano il ministro della Giustizia del nuovo governo Berlusconi. Alfano, classe 1970 e siciliano di origine, viene considerato uomo di fiducia del Cavaliere e rappresenta senza alcun dubbio un esponente di spicco della realtà siciliana di Forza Italia. Già parlamentare per due legislature eredita il posto occupato fino a pochi mesi fa da Clemente Mastella. Il nome del ministro della Giustizia per giorni è stato oggetto delle previsioni più disparate tanto che i mezzi di informazione e gli analisti politici più accreditati avevano adombrato l’ipotesi che nessuno volesse in realtà ricoprire quel ruolo considerato sconveniente per svariati motivi. A prescindere dalla verosimiglianza di tali ipotesi, resta comunque l’innegabile difficoltà della sfida che Alfano dovrà affrontare.


-----------------------------------------------------------
Il ruolo centrale di Palazzo Chigi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Davide Giacalone

Fine del toto ministri, buono solo per ingannare l’attesa durante il lungo tragitto dalle elezioni alla nascita del governo. Non era appassionante, perché la partita vera si giocherà su un piano diverso, sul ruolo effettivo di Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio, nel nostro sistema costituzionale, è debole nel rapporto con il Parlamento, mancando l’istituto della sfiducia costruttiva e dovendosi sopperire con continue richieste di fiducia all’inesistente inemendabilità della legge di bilancio. Era debole nei confronti dei partiti, quando esistevano, perché non ha poteri di revoca nei confronti dei singoli ministri. In compenso è forte nel dare forma al governo, nel chiedere che ciascuno s’adegui agli indirizzi programmatici, nell’essere la guida del Consiglio dei Ministri. Tali poteri sono stati raramente usati, solitamente considerati al pari dei pennacchi da parata, e l’idea stessa di “governo del presidente” si associa più all’immaginario autoritario che non al dettato costituzionale. Invece sarà questa la sfida decisiva.


-----------------------------------------------------------
Arrestato a Mosul il leader di al quaeda in Iraq

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Il leader di al Qaeda in Iraq Abu Hamza al-Muhajir e' stato arrestato durante un operazione congiunta delle truppe irachene e statunitensi a Mosul nel nord del Paese. Ne ha dato notizia la rete al-Arabiya citando il ministero della Difesa di Baghdad. Muhajir era il successore di Abu Musab al-Zarqawi ucciso il 7 giugno del 2006 a Baquba da un raid Usa.


-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: È cominciata la dittatura

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

I giornali di opposizione non hanno ancora niente a cui opporsi: e allora, per ingannare il tempo, sparano balle. Non è un’opinione che Giorgia Meloni sia il ministro più giovane della storia della Repubblica, non lo è che ci siano ben quattro ministri sotto i quarant’anni, non lo è che l’età media del nuovo governo sia eguale a quella del famoso governo Zapatero. Ma ecco l’editoriale del Manifesto: «Il vecchio che avanza», dove peraltro non si argomenta in alcun modo e ci si limita a ripetere che il governo «sarebbe potuto andar bene vent’anni fa». Perché? Perché sì. I ministri, poi, sono 21, e anche comprendendo i vice e i sottosegretari non ci saranno più di 60 persone. Non è un’opinione. Il governo Prodi annoverava 103 persone: non è un’opinione. Ma ecco i titoli dell’Unità: «Governo, troppe poltrone», «Il governo c’è ed è abbondante». Basta scriverlo. Per quanto riguarda gli attacchi ad personam, si stanno scaldando. Alla sorvegliatissima Giustizia è andato quell’Angelino Alfano che pare inattaccabile, maledizione: è avvocato, è un cattedratico, è giovanissimo pure lui e ha pubblicamente recitato quel genere di mantra antimafia che piace tanto a sinistra. In mancanza d’altro, hanno scritto che «solidarizzò con Dell’Utri». In mancanza d’altro, Di Pietro ha detto che è solo una marionetta di Berlusconi. E che in Italia vige «una dittatura dolce». Perché? Perché sì.


-----------------------------------------------------------
La fine dei vecchi vizi: nasce il partito del premier

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

E' il primo governo del premier. L’innovazione colpisce al cuore il tradizionale parlamentarismo della politica italiana. Il vincitore delle elezioni va dal capo dello Stato, discute con lui, propone una lista di nomi, la legge davanti alla tv, fa giurare i suoi ministri e il governo è bello e fatto. Dopo tanti anni in cui abbiamo ammirato la Spagna, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania il buon esempio l’abbiamo dato noi. L’asse Berlusconi-Veltroni non ha partorito finora alcun accordo significativo ma questa modifica della Costituzione materiale è rilevantissima. Pochi partiti, certezza di governo, opposizione in piedi. Ma è un buon governo, quello appena nato? È, in un certo senso, il primo vero governo Berlusconi.

Rispetto al '94 la compagine appare più omogenea. Rispetto al 2001 sembra ridotto il tasso potenziale di litigiosità. I nuovi e vecchi ministri sono tutti personaggi da seconda Repubblica e forse da Terza. Quelli di maggior peso (Tremonti, Bossi, Maroni) non faranno ombra al premier. Ci sono i giovani, le donne (sempre poche in Italia), l’outsider (il mite Alfano). Mancano i grandi nomi e la società civile, si dice. Credo che nessuno ricordi oggi i ministri di De Gaulle, Mitterrand, Kohl anche di quelli che successivamente diventarono famosi ed ebbero carriere personalissime. Le cose nuove che stanno avvenendo sembrano proprio queste. Col nuovo governo s’inaugura il semi-presidenzialismo all’italiana e, contemporaneamente, si certifica la morte del «partito di plastica» e del centro-destra come coalizione. È nato il primo partito berlusconiano (alleato con la Lega) destinato a durare oltre la vita (che gli auguriamo molto lunga) del suo fondatore e leader. Questo mi pare l’aspetto di più lungo periodo del nuovo esecutivo. La trattativa è stata molto breve perché la compagine era omogenea in partenza. Una volta assegnato alla Lega (a parte il caso Calderoli) quello che la Lega pretendeva, il dosaggio degli equilibri è stato tutto interno all’ex Fi, visto che An, con la presidenza della Camera a Fini, il ministero della Difesa a La Russa, la guida del gruppo parlamentare al Senato a Gasparri, si è rapidamente acquietata.

-----------------------------------------------------------
Vittorio Macioce: La generazione X va al potere

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Sono in sette. Il Novecento per loro è una storia finita. Giorgia Meloni e Mara Carfagna sono nate nel ’77. Hanno 31 anni. La Prestigiacomo ne ha 41. In mezzo ci sono la Gelmini, Alfano, Fitto e Zaia. Nelle stanze del governo è arrivata quella che un tempo chiamavano generazione X, generazione nessuno. Quelli senza carosello e tutti a nanna. Ma anche quelli senza P38 e opposti estremismi. Sono quelli salvati da Space Invaders.
Gli ultimi spari degli anni ’70 sapevano ancora di Renault 4 e covi brigatisti. C’è uno strano gioco che appare nei bar italiani. I posteri lo chiameranno videogame, per ora è solo una schiera orizzontale di ranocchi alieni che scende in basso compatta e disciplinata come truppe macedoni. I bambini che stanno lì a giocare sanno solo una cosa: spara prima che arrivino a terra. Fuori, nelle piazze metropolitane, gente di quasi 30 anni continua a bruciare le illusioni in un bagno di sangue ideologico. Anche loro sparano, anche loro forse non sanno bene perché.
Space Invaders è una frontiera. La «rivoluzione virtuale» segna il salto culturale con i baby boomers, la generazione degli anni di piombo. Prima di Space Invaders il reale e l’immaginario correvano lungo lo stesso binario, gli studenti interpretavano il dramma dell’eroe, figli di un’epopea collettiva che spiegava la realtà attraverso i miti e i sacri testi della rivoluzione. Il risultato è che hanno evocato tutti i sogni e poi li hanno bruciati in piazza. Dopo, dopo Space Invaders, la fantasia può scartare di lato e ritrovare un suo mondo, una sua forma, una sua storia. È la svolta degli anni ’80, una ridefinizione della percezione intellettuale, un ritorno alla capacità di distinguere tra reale e non reale, vita e gioco, opzioni e desideri, essere e dover essere. È la generazione costretta a fare i conti con le macerie ideologiche del Novecento. E viene accusata dai fratelli maggiori di riflusso, disimpegno, indifferenza, di non avere un rapporto «politico» con la piazza. Insomma, di non contestare. La scommessa della generazione X è un’altra: sfuggire alla tribù degli ex, l’esercito dei reduci, maschere di veterani che sopravvivono al proprio passato espiando il proprio peccato nella recherche delle figurine Panini. È con questi che bisogna fare i conti.


-----------------------------------------------------------
Massimo Teodori: Nessuna nostalgia per gli estremisti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Non si capisce la ragione per cui serpeggia una certa nostalgia della sinistra massimalista esclusa dal Parlamento per non avere superato la soglia elettorale. Eppure l’anomalia italiana non è quella d'oggi, ma il fatto che per molto tempo vi sia stata in Parlamento una corposa rappresentanza della falce e martello e dei suoi compagni di strada.
In nessun altro Paese europeo sono mai esistite forze del peso politico e parlamentare dei massimalisti italiani. Non in Francia dove i goscisti sono rimasti sempre a terra e perfino il Pcf è ridotto ad una larva. Non in Germania dove la sinistra è stata buttata fuori dal partito socialdemocratico e si è dovuta alleare con i residui del triste regime comunista dell'Est per superare il 5%. Non in Inghilterra dove neppure il partito liberal-democratico, che vale nazionalmente il 15-20%, elegge più di qualche parlamentare in alcuni collegi regionali. Non in Spagna dove la vittoria dei socialisti zapateriani è avvenuta senza la Izquierda Unida, cioè i bertinottiani del luogo.
E allora, perché mai tanta nostalgia? La verità è che per anni la grande sinistra italiana, cioè il Pci e i suoi derivati Pds e Ds, hanno innaffiato le pianticelle massimalistiche, prima dentro il partito e poi fuori allorché, con la caduta dell'Unione Sovietica, si sono messi insieme e sintonizzati gli spezzoni dell'anti-capitalismo, dell'anti-americanismo e anti-israelismo, dell'anti-modernità e del giacobinismo giustizialista.
Quale fosse la consistenza politica del veltronismo (e del rutellismo) lo hanno giudicato gli elettori. Ma di una cosa si deve dare atto all'ex sindaco di Roma. Di avere compiuto una svolta coraggiosa, e in un certo senso «rivoluzionaria» rispetto alla tradizione comunista italiana, tagliando i ponti con quel variegato massimalismo che, una volta reciso il cordone ombelicale con l'ex-Botteghe Oscure, si è clamorosamente sgonfiato.


-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: SENZA CATTOLICI MA È UN MALE?

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Giuliano Ferrara, la cui intelligenza ci pare non sia messa in dubbio neppure da chi lo detesta, ha subito colto un aspetto singolare del nuovo governo Berlusconi: l’assenza di ministri cattolici. Più che di assenza, potremmo parlare di scomparsa. C’erano sempre stati, i cattolici: ovviamente con la Dc, ma anche con i precedenti governi sia di centrodestra che di centrosinistra. È singolare che questa tabula rasa sia stata operata proprio dalla coalizione che, tradizionalmente, fa il pieno di consensi nell’elettorato cattolico. Eppure, così è successo: i centristi dell’Udc non sono stati rimpiazzati con altri ex dc; Formigoni è stato convinto a restare in Lombardia anche (e non solo) per servire la causa; perfino il suo fedele Lupi - ciellino pure lui - s’è dovuto accontentare della vicepresidenza della Camera, dopo che per giorni era stato indicato come sicuro ministro della Salute. E dunque: è un tradimento dell’elettorato cattolico? È presto per dare risposte.
Tuttavia, una cosa la si può dire fin da ora. Pensare che il desiderio dei cattolici sia quello di avere al governo uomini e donne dalla sicura fedeltà personale ai valori della Chiesa, è piuttosto infantile. La sinistra, ad esempio, ha sempre molto insistito sulla non coerenza di uomini come Casini, Fini e Berlusconi che - da divorziati - parlano in difesa della famiglia tradizionale. È un argomento comprensibile, ma piuttosto demagogico. Il cattolico non vuole un governo di virtuosi: vuole un governo che tuteli i propri valori. Per il semplice motivo che i ministri non sono santi da indicare alla devozione dei fedeli, ma amministratori della cosa pubblica. Può sembrare paradossale per chi è estraneo al mondo cattolico: ma per un credente è molto meglio un politico che predica bene (in Parlamento) e razzola male (in privato) che non il contrario. Meglio un libertino che dice di no ai Dico, insomma, che un integerrimo padre di famiglia che legifera contro la famiglia.
Vedremo se il governo de-cattolicizzato di Berlusconi riuscirà ad accontentare i cattolici che lo hanno votato. Ma una cosa è sicura: il cattolico crede che una cosa è giusta o sbagliata a prescindere da chi la fa. Quindi, sarà soddisfatto se sulla scuola, sulla famiglia e sulla vita il governo farà quel che ha sempre promesso di fare; non se i ministri o i viceministri avranno una patente da devoti.

-----------------------------------------------------------
Hillary al capolinea Inseguita dai debiti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il voto nell’Indiana segna la fine dell’ex first lady: entro il 3 giugno si farà da parte. A spese del rivale. I media hanno già incoronato Obama. L'ultima idea: proporsi come vice di Barack

Washington - Dopo settimane e mesi di conteggi all’insù, che registravano il crescere dei delegati per questo o per l’altro candidato alla presidenza degli Stati Uniti, per Hillary Clinton è arrivato il momento del countdown. In molti sensi: da un lato le sottrazioni dal totale dovute alle defezioni che si moltiplicano. Dall’altro, ancor più drammaticamente, la gara per prevedere tra quanto Hillary getterà la spugna: mesi, settimane, giorni? Per qualcuno ore, e si tratta naturalmente dei mass media, che tendono ad arrivare in anticipo. Hanno deciso di correre il rischio due fra i più importanti settimanali sul mercato americano. Time, che una settimana fa aveva dedicato la sua copertina alle «cento persone più influenti nel mondo», dedica quella di oggi a uno solo: Barack Obama, «il» candidato democratico alla Casa Bianca. L’Economist fa lo stesso e sentenzia: «Il deludente risultato dell’Indiana rappresenta in realtà una vittoria di Obama e la fine delle speranze per il senatore Clinton. Anche se Hillary vuole continuare è difficile che possa andare più in là del 20 maggio». Il New York Times calcola che le sue probabilità di farcela siano «ridotte a meno del 2 per cento» e la invita a «farsi da parte per non danneggiare il partito». La Washington Post, che ha appoggiato la Clinton fin dal primo giorno, la invita ora a riconoscere che «non ci sono strade percorribili verso la vittoria». E il Wall Street Journal ha già cominciato a «raccontare» il duello fra Barack Obama e John McCain, dopo aver lasciato a Karl Rove, «mago» delle vittorie elettorali di George W. Bush il compito di spiegare perché Obama ha già «matematicamente vinto».

-----------------------------------------------------------
Putin torna premier «Ora meno tasse»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Con una investitura lampo e una fiducia record incassata in Parlamento Vladimir Putin, a 27 ore dal passaggio di consegne presidenziali al suo delfino Dmitri Medvedev, è tornato premier come già nel 1999. Dopo avergli ridato stabilità, fiducia e prestigio in otto anni al Cremlino, ora la sfida è migliorare la vita dei cittadini, abbassando l’inflazione e le tasse. E far fare un salto di qualità all’economia. È quanto ha promesso Putin illustrando le linee guida del suo programma di governo alla Duma, dove è arrivato in auto con Medvedev che ha detto: «Continueremo a lavorare insieme, e credo che nessuno dubiti sul fatto che il nostro tandem si rafforzerà».

-----------------------------------------------------------
L’Onu: «Le regole d’ingaggio possono cambiare»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Le regole d’ingaggio dell’Unifil, la missione delle Nazioni Unite in Libano, potrebbero essere modificate a seguito delle dichiarazioni dell’inviato dell’Onu Terje Roed-Larsen, che ha definito l’organizzazione sciita Hezbollah «una minaccia alla pace» regionale. «Le regole di ingaggio possono cambiare - ha detto il portavoce del segretario generale Ban Ki-moon - anche se non prevediamo modifiche a breve termine». Proprio ieri il capo di Hezbollah, Hasan Nasrallah, aveva detto che i rapporti con l’Unifil sono «positivi» e «non cambieranno», aggiungendo che le regole d’ingaggio «non devono essere cambiate, come ad esempio il nuovo premier italiano Silvio Berlusconi dice di voler fare».

-----------------------------------------------------------
Birmania, folle affamate. I soccorsi scappano

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

La crisi degli aiuti dopo il disastro del ciclone. Doppio gioco del regime sui visti: autorizzazione concessa ai voli Onu, stop invece per quelli provenienti dagli Usa. Cresce il bilancio delle vittime: in una sola provincia 80mila morti

I voli carichi di aiuti per le vittime del ciclone che ha sconvolto l’ex Birmania arrivano a singhiozzo. Il regime militare concede le autorizzazioni a rilento, mentre folle di sopravissuti prendono d’assalto i primi soccorritori alla disperata ricerca di qualcosa da mangiare. I generali birmani non vogliono saperne della mano tesa offerta dagli Stati Uniti, pronti a paracadutare gli aiuti, almeno per ora. Inoltre le organizzazioni umanitarie e quelle che si battono per il rispetto dei diritti umani temono che l’esercito possa accaparrarsi parte dei beni d’emergenza. Non solo: il bilancio delle vittime potrebbe salire ad oltre 100mila morti ed il peggio deve ancora arrivare con le epidemie. Ieri è arrivato nel Myanmar il primo volo umanitario delle Nazioni Unite, decollato dalla base di Brindisi, con 25 tonnellate di aiuti.

-----------------------------------------------------------
Berlusconi: "Ora passiamo ai fatti"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 8 della discussione
Il premier, applaudito durante il passaggio delle consegne, elogia Napolitano: "C’è la volontà di lavorare insieme per le riforme".

Roma - Giuramento al Quirinale, cerimonia della campanella per il passaggio di consegne con Romano Prodi, primo Consiglio dei ministri e due decisi cambi di marcia: nessuna conferenza stampa o incontro con i cronisti e un lungo bagno di folla con i sostenitori che lo aspettano per oltre due ore davanti all’ingresso di Palazzo Chigi. D’altra parte, nella prima seduta del quarto governo Berlusconi, il premier è piuttosto chiaro: «Il tempo delle parole è finito, ora passiamo ai fatti». Eppoi, dirà a sera incontrando i vertici di Forza Italia a Palazzo Grazioli, gli italiani «non ne possono più di sentir recitare il catalogo dei problemi che soffocano il Paese». Un silenzio che non deve però dare l’impressione che il Cavaliere voglia rinchiudersi nel Palazzo, perdendo il contatto con la gente. Per questo, quando lascia Palazzo Chigi prima si affaccia a salutare da una delle finestre che danno su Piazza Colonna e poi esce dall’ingresso principale per stringere le mani di sostenitori e curiosi. Ai quali ripete più d’una volta che «c’è tanto da lavorare».
La linea, dunque, è chiara. Al punto che anche i ministri vengono invitati a «parlare il meno possibile». «Limitate le dichiarazioni e le interviste al minimo - dice durante il Consiglio dei ministri - e per il governo lasciate parlare Paolo Bonaiuti». Parole di elogio, poi, per il presidente della Repubblica. «C’è la volontà di lavorare insieme e - spiega ai neoministri - di fare squadra per far fronte alle esigenze del Paese e, se possibile, aprire il grande cantiere delle riforme». Anche per Romano Prodi ha parole di apprezzamento e gli concede l’onore delle armi perché con la maggioranza che lo sosteneva «era difficile far meglio».

-----------------------------------------------------------
La Meloni: "Aiuterò i veri eroi: i precari che fanno figli"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

La neo titolare delle Politiche giovanili promette sostegno a chi crea una famiglia pur senza la certezza di un contratto di lavoro a tempo determinato

Roma - È il ministro più giovane della storia d’Italia. Ma lei non vuole enfatizzare, e sospira: «Così dicono gli uffici delle statistiche». Ha battuto per un anno il primato di Enrico Letta nel primo governo Prodi. Il primo abbraccio «a Fabio Rampelli, il dirigente che mi ha buttato in pista a 21 anni, candidata alla Garbatella. Quella sì che era una follia». Arriva alla cerimonia del Quirinale a piedi («sono 300 metri, che dovevo prendere? Il cavallo» ), dopo essersi avvicinata al centro con la sua ormai leggendaria Mini verde. Al ministero qualcuno era un po’ stupito. Lei si tiene ancorata al principio stabilito quando è diventata vicepresidente della Camera: «Se c’è un’esigenza di rappresentanza uso l’auto blu, se no guido da me». Facciamo l’intervista mentre corre da Palazzo Chigi a Saxa Rubra, per il primo programma televisivo del suo mandato. Chiedo speranzoso: «Qui c’è un’esigenza di servizio?». Giorgia Meloni sorride: «No, non mi pare». E così finiamo in quattro nella Mini (guida lei): il neo ministro, la sua portavoce Giovanna, e il suo caposegreteria Giovanbattista.
Un minuto prima del giuramento al Quirinale dov’era?
(Sorride) «A brindare nel bar di Alfonso un nostro militante, che ha il locale in via IV novembre».
Sua madre Anna, si è emozionata più questa volta o per l’elezione a Montecitorio?
«Questa volta non se lo aspettava. Se le racconto cos’è successo oggi...».
Cos’è successo?
(Altro sorriso) «Stava facendo la spesa al solito banco del mercato della Garbatella, è arrivato uno della radio e si è messo a chiedere a quelli dei banchi: “Qualcuno conosce la Meloni?”».
E sua madre?
«Il pizzicarolo che in italiano sarebbe quello del banco degli alimentari, le ha lanciato un’occhiata e le ha detto: “Signò me sa che deve parlà lei”».
Sarebbe interessante sapere cosa ha detto la signora Anna.
«Non lo so neanch’io, anche a me farebbe piacere».
Parliamo di cose serie, adesso cambia il numero di telefono?
«Ma che scherza? Non lo cambio da dieci anni...»

-----------------------------------------------------------
Frattini lascia la Commissione Entra Tajani

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Con il nuovo governo è cambio della guardia alla Commissione Europea. Si è dimesso infatti il vicepresidente e commissario per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza Franco Frattini, che è diventato ministro degli Esteri nell’esecutivo Berlusconi. Al suo posto entra l’attuale capogruppo di Forza Italia a Strasburgo, Antonio Tajani. Il presidente Barroso, che secondo il portavoce Johannes Laitenberger «ha apprezzato il lavoro di Frattini a Bruxelles»,ha deciso di affidare a Tajani il portafoglio dei Trasporti, lasciando Giustizia e Interni al vicepresidente ad interim Jacques Barrot.

-----------------------------------------------------------
Zaia: «All’Agricoltura mi sporcherò le scarpe di terra»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il neoministro veneto racconta la sua scalata al governo: ho cominciato a far politica nell’officina meccanica di papà
da Roma

Allora ministro Luca Zaia, come è andato il primo giorno di scuola?
«Una giornata campale, direi. Arrivi lì davanti al capo dello Stato con in mano il testo del giuramento e quasi ti manca la saliva».
L’emozione fa brutti scherzi...
«Non è solo quello. Vede, ci sono molte aspettative da parte degli italiani e a essere sinceri sarebbe da irresponsabili non essere preoccupati a ricoprire un ruolo tanto delicato».
Che le ha detto sua moglie appena saputo della nomina?
«Ha condiviso la mia preoccupazione».
Ministro dell’Agricoltura. E pensare che tredici anni fa, nel 1995, aveva iniziato come assessore all’Agricoltura alla Provincia di Treviso. Come si arriva così in fretta all’ultimo gradino della scala?
«Ho sempre seguito con ostinazione un vecchio detto: “Dall’alba al tramonto, il militante è sempre pronto”».
E lei è un «militante» della Lega. Da sempre?
«Da sempre. In casa circolavano i volantini della Liga veneta. Anche se, a dire il vero, i primi li ho visti nell’officina di mio padre dove veniva spesso Gian Paolo Gobbo, uno dei padri della Liga, che aveva un’azienda che ci riforniva di chiavi inglesi e altre attrezzature. In qualche modo si può dire che in quegli anni la Liga è nata nelle officine meccaniche, non ce n’era una dove Gobbo non facesse proselitismo».
Passo successivo?
«Mi sono candidato nel mio Comune, Godega Sant’Urbano, nel 1993. Poi la Provincia, dove sono stato il più votato».
A Treviso è stato presidente della Provincia per due mandati. Sempre un monocolore leghista.
«La seconda volta con il 70% delle preferenze, evidentemente non avevamo lavorato male».
Chi pensa di dover ringraziare dopo essere arrivato così lontano?
«Gobbo, di certo. E Umberto Bossi che mi ha dato fiducia».


-----------------------------------------------------------
«Mara Carfagna? È il ministro più bello del mondo»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Non ha dubbi il quotidiano tedesco «Bild», che nella versione online ha pubblicato due foto della nuova responsabile delle Pari opportunità
Più bella di Tanja Karpela, che pure è stata miss Finlandia, che pure se la guardi bene, e ti conviene farlo, pare la sorella gemella di Bo Derek, partita dalle sfilate di bikini e lingerie è arrivata con passo lungo e felpato al ministero dell'Istruzione. Per arrivare così lontano nessuno aveva gambe più lunghe delle sue. Più bella di Rama Yada, giovane, nera, sexy, segretario di Stato agli Esteri del governo Fillon, senegalese di nascita, pupilla di Sarkozy, forse per quegli occhi che bruciano se ti guarda di traverso. S’è fatta un codazzo di portaborsette, dicono che sia una tipa bella e impassibile, l’unico peccato è che non guarda in faccia nessuno quando a dire il vero ci sarebbe una fila lunga così. Più bella persino di Carmen Kass, la prima modella candidata alle elezioni europee, la donna più ricca dell'Estonia, 25mila euro a sfilata, volto preferito di Dior e Calvin Klein, ma famosa per aver prestato il pube rasato a forma di G sui manifesti di Gucci e per aver pubblicamente dichiarato non indosso mai abbigliamento intimo, forse perché è il modo migliore di mettere a nudo la politica. Che ministro non è mai diventata, ma noi che siamo ottimisti non disperiamo mai. Più bella di tutti. Senza trucco e senza inganno. «Berlusconi ha la ministra più bella del mondo», grida la Bild, quotidiano popolare tedesco, sull’edizione on line, e ce l’ha con Mara Carfagna, nuovo ministro per le Pari opportunità del quarto governo Berlusconi. E fanno pure gli spiritosi: «Riusciranno i deputati a concentrarsi sulla politica? I dubbi sono giustificati...». Tu intanto pensa per te che noi poi ci arrangiamo per contro nostro. E per illustrare al meglio la tesi i crucchi ritirano fuori quelle foto un po’ così, le solite, che girano da anni, ma che non dispiace mai rivederle, dell’onorevole quando non era onorevole, ma miss Cinema e quasi miss Italia. «Ecco com’è bollente la politica italiana» insiste petulante la didascalia. Se sono invidiosi peggio per loro. Tanto ormai lei ci è abituata. In Spagna perfino il madrileno As, che è pure un giornale sportivo, aveva fatto la stessa operazione, qualche tempo fa, piazzandola sull’ultima di copertina, le stesse foto, che non dispiace mai vederle, alle quali persino lei si è arresa: «Se i miei colleghi parlamentari le hanno sbirciate pazienza, sono contenta per loro. Almeno avranno passato qualche attimo di allegria». Così imparano. Sul New York Times invece c’è finita per quella battuta del Cavaliere, sennò che cavaliere sarebbe, che suonava più o meno «se non fossi già sposato la sposerei», come se altri, parlamentari e no, non avessero pensato, almeno per una volta, la stessa cosa, come se altri non fossero disponibili a sposarla anche subito, anche se già sposati: «Certo avrei preferito finire sul New York Times per un disegno di legge piuttosto che per una battuta galante». Vabbè, ma non si arrabbi così.


-----------------------------------------------------------
Letta&Craxi: famiglie sempre al vertice

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Lo zio Gianni sostituisce Enrico. E Stefania dà il cambio a Bobo
da Roma

Fuori Enrico e dentro Gianni, fuori Bobo e dentro Stefania. Ma stavolta solo i più maligni potranno parlare di conferma della casta. Perché del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta si conoscono da tempo immemorabile le qualità di consigliori del Cavaliere. E perché della primogenita di Bettino Craxi sono altrettanto note grinta e capacità. Certo, magari all’estero potrebbero trovare sconveniente l’idea che uno zio prenda il posto del nipote e una sorella spodesti il fratello come sottosegretario (anche se Hilary Clinton è ancora in corsa...). E che per di più i 4 siano separati politicamente in modo netto. Ma l’Italia, come raccontava Shakespeare, è patria di Montecchi e Capuleti. E sede del palio di Siena dove le famiglie sono capaci di scannarsi per passione contradaiola.
E qui del resto non si tratta di nepotismo bello e buono che pure esisteva anche ai tempi della prima Repubblica (vedi i Gava: Silvio e Antonio, politici dc di gran peso ma anche molto discussi) e che prosegue anche nella seconda (in Parlamento siedono oggi la figlia dell’ex ministro Cardinale ed altri «parenti» di politici più o meno illustri) ma di un riconoscimento a persone che a ben vedere raccolgono consenso bipartisan. Enrico Letta è tra i pochissimi lodati dal centro-destra per la sua azione nel governo Prodi. Lo zio Gianni è da decenni invocato dalla sinistra come elemento di moderazione e saggezza nei governi Berlusconi. Stefania Craxi passa per una politica «tosta» e capace. Il fratello Bobo, dicono non abbia fatto male agli Esteri. Insomma la casta qui non c’entra. E nemmeno il classico tengo famiglia. Sarà che a casa Letta e a casa Craxi i figli vengon tirati su a base di vitamine e soprattutto di approfonditi studi.

-----------------------------------------------------------
Giuramento dei ministri: Gaffe e segni della croce

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

In quanti modi riesce a trovar sfogo la commozione? Son tutte ormai vecchie volpi della politica, anche i ragazzini Giorgia Meloni e Angelino Alfano, i nuovi ministri che giungono al Colle per il giuramento di rito, ma ugualmente emozionati come diciottenni al ritiro del diploma di maturità. Anche Roberto Maroni, che pure è al quarto giuramento, mentre sale lo scalone d’onore ammette che «sì, un po’ di emozione ce l’ho ancora», mentre il novizio Luca Zaia, che gli sta aggrappato con le ginocchia e i gomiti irrigiditi rantola: «Altro che emozionato, sono senza saliva». Pomeriggio di ieri al Quirinale, giura il quarto governo di Silvio Berlusconi e si replica un rito, una festa intrisa d’estasi e tormento sempre uguale e sempre nuova. Che sia questo impasto di umanità e retorica, il lievito della democrazia?
È un po’ emozionato anche il vostro cronista, che tra prima e terza repubblica di giuramenti ne avrà raccontati una ventina, e anche questa volta ha raccolto da una sedia degli incoronati il cartoncino con la formula rituale: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione». Sempre uguale, stessi caratteri e stesso inchiostro azzurro, a dimostrazione che la Presidenza della Repubblica non cambia mai chiunque ne sia l’inquilino, oppure che trent’anni fa di quei bristol ne han stampati troppi e occorre una quarta Repubblica per mandarli al macero. Ma stiamo divagando forse, meglio tornare all’infinito manifestarsi dell’emozione.
Ecco allora Renato Brunetta che giunto nel salone delle feste, vede Mara Carfagna e le corre incontro esclamando «fatemela abbracciare!», centrando con la testa l’obiettivo. Ignazio La Russa che non sta zitto un minuto, mancano cinque minuti all’inizio della cerimonia e gira freneticamente da una telecamera ad un microfono parlando, parlando, «andrò sulla tomba di mio padre». Andrea Ronchi, che quando il segretario generale Donato Marra, notaro del giuramento, lo chiama al tavolo dove Berlusconi e Napolitano aspettano come istitutori, s’alza come un calciatore in panchina, si fa il segno della croce e quasi controllerebbe lacci e tacchetti, si fionda in campo ma finisce con l’incespicare sul giuramento. Sandro Bondi, che s’asciuga la pelata in continuazione, anche quando è asciutta. Claudio Scajola che non è certo un novellino, ma incautamente alzando gli occhi dal cartoncino dice «Italia» invece di «nazione». Umberto Bossi, anch’egli ormai di lungo corso, che arrivando fa il duro, «chi diavolo ci ferma!», ma se ne va commosso, «io partito dal paesello, sono arrivato qui».


-----------------------------------------------------------
Ecco quanto vale il governo: 31 milioni di euro

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

La Russa è il secondo in classifica, dopo il premier, con 446mila euro. Lo segue il nuovo titolare del Welfare, Sacconi. La Prestigiacomo «batte» Tremonti
Il fisco dà già i numeri sul nuovo governo. Dice quanto vale: 31,7 milioni di euro e qualche spicciolo (almeno per lo Stato). Dodici ministri con portafoglio e nove senza, sottosegretari, premier: somma su somma, il totale è 31.750.753 euro. Cifra grossa, grazie ai 28 milioni di Silvio Berlusconi.
Tolto il reddito del premier, gli altri componenti dell’esecutivo portano a casa, in tutto, tre milioni e settecentomila euro. Il più ricco è ministro della Difesa Ignazio La Russa: arriva quasi a 450mila euro, staccando di molto il terzo in classifica, il responsabile del Welfare Maurizio Sacconi (che tocca quasi i 270mila euro). Supera i duecentomila euro (240mila per la precisione) anche Luca Zaia, il ministro del Nord-Est che è al dicastero dell’Agricoltura.
Il portafoglio di qualcuno è più al verde: quello di Franco Frattini, di nuovo agli Esteri, che nel 2005 ha intascato poco più di cinquantamila euro, e quello di Roberto Calderoli che ha dichiarato quasi trentamila euro (dato riferito però al 2006). Anche Mariastella Gelmini, da ieri signora della Pubblica istruzione, ha uno stipendio non esorbitante: ottantaseimila euro. La sua collega con portafoglio, Stefania Prestigiacomo, nel 2005 ha guadagnato molto di più: centonovantanovemila e rotti. Più di Roberto Maroni e più di Claudio Scajola. La neoministra dell’Ambiente vanta un reddito superiore anche a quello del responsabile dell’Economia, e del resto lei è anche un’imprenditrice: tre anni fa Giulio Tremonti ha guadagnato 190mila euro. La più povera di tutti è la più giovane del governo, Giorgia Meloni che, nel 2005, non sedeva ancora in parlamento e si è dovuta accontentare di ventimila euro. Molto sotto la media del governo: 161.636 euro. Senza considerare il 730 del premier.

-----------------------------------------------------------
La Moratti licenzia Sgarbi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Milano, rottura finale dopo le ultime polemiche: ritirate al critico-assessore le deleghe alla Cultura. Sdegnata la reazione: "Offesa la mia dignità, vado da Berlusconi"
Milano - Milano non ha più quel suo «rissoso, carissimo, irascibile» assessore. Il sindaco Letizia Moratti ha ritirato le deleghe a Vittorio Sgarbi. Licenziato proprio nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. La Cultura avrà presto un nuovo timoniere. Forse il professor Stefano Zecchi o il presidente della Triennale Davide Rampello. «Mancanza di rispetto per la giunta comunale, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini rappresentati nel suo ruolo di assessore e quindi rottura del rapporto di fiducia con il sindaco e con i colleghi assessori», la motivazione ufficiale che suona come una sentenza di condanna irrevocabile per quello che fin dal primo giorno è stato il vero pupillo della Moratti. Perdonato, perdonato e perdonato ancora nelle sue innumerevoli marachelle. Nelle sue uscite balzane, nei suo attacchi ai colleghi, nella sua continua ricerca di qualche oscenità da mettere in mostra. In sintesi nel suo essere Sgarbi. Come l’estate scorsa, quando pose il papa Ratzinger in tanga e calze autoreggenti scolpito da un giovane artista al centro della mostra su arte e omosessualità. Rassegna più volgare che trasgressiva, bloccata dalla Moratti subito dopo la vernice.
A far traboccare la pazienza, le due ultime perle infilate dal più imprevedibile e allo stesso tempo prevedibile degli assessori. A essergli fatale ancora una volta il mondo gay. La rassegna teatrale sull’omosessualità è fatta votare alla giunta sotto il titolo Amori possibili. Una bravata. E anche raccontata con sfrontatezza ai giornali. Una «presa in giro» che sindaco e assessori non hanno proprio mandato giù. Così come le urla di giovedì scorso ad Anno zero di Michele Santoro. «Non faccio la colf, ora vado da Berlusconi», la reazione del critico a cui va riconosciuto il merito di aver miracolosamente moltiplicato le mostre e soprattutto i visitatori sulla piazza di Milano che negli ultimi anni (o forse decenni) languiva in uno stato quasi vegetativo. Nel 2007 i biglietti staccati sono stati 550.832, contro i 381.360 dell’anno precedente. «Mancanza di rispetto nei confronti della giunta?

-----------------------------------------------------------
Trichet: «Prezzi, stato d’allerta permanente»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

«La parola vigilanza non è sparita dal nostro vocabolario, ma io la userò quando sarà appropriato». Sono ormai 11 mesi che Jean-Claude Trichet è costretto a fare a meno del termine con cui la Bce avverte i mercati di essere pronta ad alzare i tassi. Non è ancora il momento di tornare al lessico familiare all’Eurotower, costretta anche ieri dal rallentamento del ciclo economico a un forzato immobilismo. Tassi dunque ancora inchiodati al 4%, con il board unanime nel mantenere lo status quo anche nel vertice di Atene, uno dei due che l’istituto tiene lontano da Francoforte. «Non abbiamo avuto altre richieste oltre alle decisioni che abbiamo preso», ha liquidato l’argomento Trichet.
L’assenza di dibattito interno è il segnale più eloquente di una coesione del direttivo derivante da uno scenario sostanzialmente immutato, almeno secondo i parametri della Bce, relativo a fondamentali economici «solidi» e di un’espansione che, seppur moderata, «è destinata a proseguire». L’istituto mantiene uno «stato di allerta permanente», così come consigliato dall’andamento dell’inflazione. La parziale attenuazione in aprile della crescita dei prezzi dopo il picco del mese prima (da 3,6 a 3,3%) è stata accolta senza enfasi dalla banca centrale, convinta che il surriscaldamento del carovita sia destinato a perdurare «per un abbastanza prolungato periodo di tempo». L’ipotesi di allargare le maglie del target d’inflazione (circa il 2% nell’arco di 18-24 mesi) suona a Trichet stonata come un bemolle in una scala di do. «È totalmente escluso - ha dichiarato -. Se seguissimo le tendenze del momento ci sganceremmo dal concetto di stabilità dei prezzi». Non è certo ciò che vuole la Bce, il cui mandato a senso unico (quello appunto della stabilità dei prezzi) è la prima garanzia d’indipendenza. A questo proposito, il banchiere francese è stato ancora più esplicito del solito: i governi di Eurolandia «non possono nemmeno provare a influenzarci, lo dicono i trattati. Non possiamo ricevere istruzioni, e non possiamo nemmeno darle».


-----------------------------------------------------------
Quel giorno di trent'anni fa in via Caetani

>>Da: andreavisconti
Messaggio 6 della discussione

Era un mattino di maggio.Trent'anni fa. Cinquantecinquesimo giorno dal rapimento di Aldo Moro. Un mese e mezzo trascorso a correre da una parte all'altra di Roma fino ad arrampicarsi sul Lago della Duchessa, sui monti reatini

Giovani fotoreporter con il mito di Robert Capa e Cartier Bresson in testa, inseguivamo con le nostre Nikon F2 l'immagine della storia. Venticinque e ventisei anni, avevamo abbracciato la professione con l'entusiamo di quegli anni fatti di speranze e di sogni impossibili, che volevamo comunque realizzare. Alle spalle un diploma di istituto tecnico l'uno, il liceo classico e un corso di laurea in Scienze biologiche l'altro. Ma con la passione per diaframmi e obiettivi da sempre.


Le prime foto alle manifestazioni degli studenti, le cariche della polizia. L'incontro con gli «anziani» del mestiere: Osvaldo Restaldi, Elio Sorci, Mario De Renzis. Professionisti che a forza di consigli, bacchettate e qualche improperio ci insegnavano il mestiere. Così la passione diventava professione e si passava alla Cronaca nera: grande scuola di giornalismo e di fotogiornalismo. Le foto dei cadaveri rimasti sull'asfalto nella guerra tra la banda dei Testaccini e i Proietti. Gli attentati delle Brigate Rosse. Le «poste» in Questura e davanti alle caserme dei carabinieri in attesa dell'uscita degli arrestati. Inseguimenti a folle velocità sulla moto o in «500» per arrivare prima della concorrenza e scattare le immagini giuste da vendere poi ai quotidiani. La colonna sonora della nostra vita passava dalle musiche di Venditti e De Gregori ai ritmi dei Pink Floyd e dei Clash al gracchiare della radio della polizia.

-----------------------------------------------------------
Bondi, caro ministro poeta, fa vivere la tradizione

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Caro Sandro, naturalmente dopo la tua nomina sono già iniziate le irrisioni sulla tua passione per la poesia, eppure credo che non sia male avere un ministro dei Beni Culturali che ama la poesia. Sugli esiti della tua scrittura in versi, sospesa tra una adolescenza non ingenua e una volontà di canto, ho già scritto in una prefazione che hai avuto la gentilezza di chiedermi per il tuo libro nelle edizioni Meridiana.

E ai lettori sta di valutare luci e ombre del tuo tentativo.
Proprio perché ami la poesia sai bene che la vita dei Beni Culturali coincide con la vita stessa dell'Italia. Senza quello che chiamiamo beni della cultura, sia materiali come le opere d'arte e i monumenti ma anche immateriali come le parole e la letteratura, l'Italia sarebbe storicamente e anche socialmente una pura finzione, una scena, a volte nemmeno bella. Insomma, senza ciò che da oggi cade sotto la tua responsabilità, la stessa parola Italia perde significato. Lo sanno gli stranieri che ci visitano, lo sanno le persone che di più amano il nostro Paese, da qualunque tradizione culturale essi provengano. Perciò mentre quasi tutti si concentrano sull'importanza politica dei vari dicasteri, io, per amicizia e anche per senso civile, ti rivolgo questa lettera aperta. Avrai un compito terribile. Fantastico, certo, ma gravissimo. Ti attende un lavoro pieno di sollecitazioni in ogni direzione eppure sarà necessario avere alcune coordinate principali. Saprai, con i tuoi collaboratori, riconoscerle. Mi permetto, dal luogo un po' laterale in cui stanno gli amanti della poesia, di suggerirtene una.
È l'urgenza di precisarsi, con progetti e iniziative, della esperienza della tradizione. Oggi è in crisi proprio questa. Ovvero è in crisi la capacità del nostro paese di alimentarsi dalla propria tradizione. Nel perpetuo e spesso fasullo dibattito tra conservatori e progressisti, finiscono per prevalere le posizioni più grette di tradizionalisti e di relativisti. Di coloro che vorrebbero difendere (e già per questo sono perdenti) il valore di una tradizione ripetendone i contenuti, e coloro che invece, non assumendo nessun punto di valore primario, fanno di tutto una marmellata indistinta. In entrambi i casi manca quel che io chiamo: avere caro qualcosa. Se si ha cara una tradizione non la si deve difendere, ma vivere e amare. E come diceva il più grande poeta del Novecento, T.S. Eliot, la tradizione deve sempre essere riconquistata.
Tale riconquista è come la conquista di un amante, si deve nutrire di desiderio non di paura o di presunzione. Nei tradizionalisti alberga spesso più paura che amore, più presunzione da paladino che umiltà di servo. D'altro canto chi, come ammoniva Pasolini ai Sessantottini in corteo, non si è commosso intellettualmente per un'ottava del 500 o per una oscura pala d'altare, finirà per affidarsi solo ai sentimentalismi e all'idolatria dell'organizzazione. Cioè alle due malattie della nostra vita civile. Buon lavoro, allora!
Davide Rondoni

-----------------------------------------------------------
Calderoli, fai Leggi a termine contro l'alibi della lentocrazia

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Caro Calderoli, siamo abituati a ministri che preparano leggi su leggi e si adoperano per farle approvare dal Parlamento.

Pessima prassi: alla fine del Novecento ci siamo trovati con 70 mila "atti normativi" e con 21 mila leggi vere e proprie rispetto alle 3.000 in vigore in Gran Bretagna, 5.500 in Francia e circa 7.000 in Germania. L'Himalaya normativo e regolamentare bloccherebbe qualsiasi economia. Immaginiamo gli effetti sull'Italia già afflitta da tanti problemi strutturali.
Il risultato meno appariscente ma più insidioso della montagna legislativa è la lentocrazia, l'unico vero potere forte rimasto in Italia. Si annida, celata, specialmente in quel settore pubblico italiano che, in un modo o nell'altro, intermedia circa il 50% del pil. La lentocrazia ritarda le politiche, i programmi e le misure anche più urgenti non solo a ragione della miriade di problemi interpretativi posti da tonnellate di norme grandi e piccole ma perché ha milioni d'alleati. Essa comporta un nesso particolaristico (ove non clientelare) per fare avanzare pure la "pratica" (grande o piccola che sia) più dovuta, più documentata e meglio motivata. Frena le migliori intenzioni anche di quel potere politico che più ha a cuore l'interesse dei cittadini e che dagli elettori ha il più ampio suffragio. Nel 2001-2006 si è cominciato a contenere la lentocrazia tramite 64 "testi unici" che hanno chiarito e semplificato l'assetto normativo di vari settori. Caro ministro della semplificazione continuerà su questo sentiero? No, lei deve fare molto più. In primo luogo, smantellare l'architettura barocca di barracuda esperti creata dal Governo Prodi con il pretesto della semplificazione non perché tali esperti sono schierati a sinistra ma perché è difficile capire cosa hanno prodotto oltre a tabelle sui costi della regolazione per i vivai e i biscottifici.


-----------------------------------------------------------
Palermo, maxitruffa all'erario

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Quindici persone sono state arrestate dal Gico della Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di una indagine su una maxitruffa ai danni dell’erario. In manette sono finiti cinque dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, un ex dipendente della stessa Agenzia, un ex dipendente della Regione, oggi in pensione, e otto consulenti.

Sarebbero responsabili di avere ideato un sistema che avrebbe consentito di cancellare per via telematica le tasse che 411 contribuenti dovevano allo Stato. Tra questi ci sarebbero anche esponenti di Cosa Nostra. Il danno stimato si aggira intorno a un milione 700 mila euro. Gli evasori, in cambio, avrebbero pagato agli arrestati il 30% dell’importo dovuto e mai saldato. Sono stati tutti denunciati.

-----------------------------------------------------------
Strage di Duisburg, dieci gli arresti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

È in corso un’operazione dei carabinieri per l’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Reggio Calabria contro esponenti delle cosche della ’ndrangheta Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. I due gruppi criminali contro i quali è in corso l’operazione, denominata Zaleuco ed eseguita dai carabinieri del Gruppo di Locri, sono coinvolti nella faida di San Luca culminata, il giorno di Ferragosto dello scorso anno, nella strage di Duisburg, in Germania, nella quale furono uccisi sei esponenti della cosca Pelle-Vottari.

Gli arresti, eseguiti, oltre che a San Luca, a Bovalino e Benestare, sempre nella Locride, ed a Bologna ed Udine, rappresentano il frutto di indagini condotte dai carabinieri sugli omicidi accaduti nell’ambito della faida, iniziata nel 1991. Alle dieci persone coinvolte nell’operazione viene contestata l’appartenenza ad un associazione per delinquere di tipo mafioso che avrebbe svolto la sua attività sia a San Luca ed in altri centri della Locride, che in Germania, ed in particolare a Duisburg e Kaarst.

-----------------------------------------------------------
Trasporto pubblico, fermi treni e bus

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Venerdì difficile sul fronte trasporti. Debutta infatti il primo sciopero ferrovieri-autoferrotramvieri congiunto in virtù del varo, mesi fa, del contratto nazionale unico della mobilità sotto il quale si riuniscono entrambe le categorie, circa 250.000 lavoratori in totale (120.000 ferrovieri, 130.000 addetti al trasporto pubblico locale).

Ma i disagi non si limiteranno a treni, autobus, tram e metropolitane, bensì riguarderanno anche gli aerei: in Lombardia sono tre le agitazioni che toccheranno gli uomini radar: al Centro di Controllo d’Area di Milano, all’ aeroporto di Linate e a Bergamo Orio al Serio. Le proteste, tutte e tre nella fascia oraria dalle 12 alle 16, potrebbero avere ripercussioni su più vasta scala.

Scopo della protesta che provocherà disagi per la mobilità ferroviaria e del trasporto locale, è l’immediata apertura della trattativa per l’applicazione in tempi brevi del nuovo contratto unico della mobilità, che riunisce i due contratti delle categoria. A quasi tre mesi dalla presentazione della piattaforma rivendicativa, nessuna trattativa è stata ancora avviata, dicono i sindacati che dopo le previste procedure di raffreddamento, hanno proclamato lo sciopero.


-----------------------------------------------------------
Biglietti aerei La Ue: troppi errori su quelli venduti in Rete

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Prezzi ingannevoli, irregolarità contrattuali, offerte pubblicizzate ma non disponibili e mancanza di trasparenza. Contro la giungla delle vendite online dei biglietti aerei la Commissione europea ha lanciato una crociata che ha portato all'adozione di misure coercitive per la metà dei siti internet sul mercato. Lo ha riferito il commissario Ue per i Consumatori Maglena Kuneva presentando una relazione intermedia su un'indagine che ha coinvolto 15 autorità nazionali europee, più la Norvegia, sulla pubblicità fuorviante e le pratiche sleali riscontrate nei siti web che vendono biglietti aerei. 'Non si può accettare che un consumatore su tre che prenota un biglietto aereo online venga imbrogliato o indotto in errore e confuso', ha dichiarato la Kuneva, 'la relazione dimostra che vi sono problemi gravi e persistenti per quanto riguarda la vendita di biglietti aerei con tutte le compagnie'.
Il commissario europeo ha assicurato che l'indagine sarà conclusa entro il primo maggio dell'anno prossimo, ma intanto ha sottolineato che 'questi risultati costituiscono un messaggio politico che non possiamo ignorare. Mi auguro che gli operatori abbiano capito che la Commissione si è impegnata a difendere i consumatori ovunque ce ne sia bisogno. Il mio messaggio agli operatori del settore è chiaro: intervenite subito o interverremo noi. Dobbiamo avere prove tangibili di un miglioramento della situazione relativa alle vendite di biglietti e alle pratiche di marketing nel settore dei trasporti aerei entro il primo maggio dell'anno prossimo o non avremo altra alternativa che intervenire direttamente'. La relazione intermedia si basa sui dati disponibili di 13 stati membri fino al 22 febbraio 2008. Per un sito su tre, cioè per 137 siti internet su 386 controllati, sono stati necessari interventi coercitivi per violazione delle norme comunitarie. Il prezzo ingannevole è per il 58 per cento dei siti controllati il problema principale, seguito da irregolarità dei termini contrattuali, nel 49 per cento dei casi, e dalla mancata disponibilità di un'offerta pubblicizzata, nel 15 per cento dei casi.

Dei 79 siti analizzati per problemi sui prezzi ingannevoli 44, pari al 56 per cento, appartengono a linee aeree, 27, pari al 34 per cento, appartengono ad agenzie di viaggio o tour operator e 8, pari al 10 per cento, appartengono a pagine web di tipo differente, come quelle che confrontano i prezzi sul mercato. Dei 21 siti web oggetto d'indagine per problemi relativi alla disponibilità delle offerte 12, pari al 57 per cento, apprtengono a linee aeree, 6 ad agenzie di viaggio e 7 ad altri tipi di portali online. Mentre i 67 indirizzi web con problemi relativi a termini contrattuali non equi, 26 sono siti di linee aeree, 34 agenzie di viaggio e 7 quelli di altro tipo. La Commissione ha anche denunciato la mancanza di trasparenza causata dai vincoli giuridici che impediscono alla maggior parte degli Stati membri di pubblicare i nomi delle 80 compagnie aeree sui cui Bruxelles ha ritenuto necessario intervenire. Ad oggi infatti solo le autrorità di Norvegia e Svezia hanno pubblicato l'elenco dei siti web oggetto d'indagine.

-----------------------------------------------------------
Cocaina. In Toscana si sperimentano due farmaci contro la dipendenza

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Si chiamano aripiprazolo e ropinirolo. Fino ad oggi erano principi attivi utilizzati solo in pazienti con patologie psichiatriche. Dal 15 maggio, invece, questi farmaci verranno somministrati ad almeno 200 persone con dipendenza da cocaina, nell"ambito della più grande sperimentazione avviata in Europa in questo settore. Al progetto prenderanno parte 11 aziende sanitarie della Toscana, con quella pisana capofila. Durerà sei mesi, durante i quali i pazienti verranno monitorati per capire in che misura questi farmaci, molto promettenti, riusciranno a contrastare il desiderio irrefrenabile avvertito dal cocainomane, quello che in gergo scientifico viene definito craving’. A questa fase del progetto, che ha preso il via lo scorso anno dopo l’individuazione del principio attivo, si è arrivati dopo il via libera di un comitato etico. Prima d’oggi, test del genere erano stati fatti su campioni molto più ristretti: l’ultimo, condotto dall’azienda sanitaria pisana, aveva riguardato 39 tossicodipendenti da cocaina.
«Si tratta di due farmaci a basso costo già impiegati per la cura di alcune patologie psichiatriche - ha spiegato Milo Meini, responsabile del dipartimento tossicodipendenze della Asl5 di Pisa – che agiscono con meccanismi diversi. La disintossicazione da cocaina è già possibile, quello che vogliamo cercare di combattere è il cosiddetto 'craving’”.Ulteriore obiettivo della sperimentazione (che se desse i risultati sperati potrebbe diventare cura per un numero elevatissimo di persone data l’accessibilità economica dei due farmaci) è quello di favorire l’emersione di un fenomeno ancora piuttosto sommerso: «Ormai il consumo di cocaina – ha spiegato Rocco Damone, direttore sanitario della Asl5 – non è più un fatto elitario ma riguarda sempre più ampie fasce della popolazione. È un consumo ‘discreto’, quindi difficile da quantificare. Con questo progetto vorremmo anche ottenere dei dati circa l’estensione del consumo in Toscana». Un altro punto saliente del progetto, al quale la Regione ha dedicato un finanziamento di 160 mila euro (che si aggiungono ai 110 mila stanziati per il test sui farmaci), è l’apertura di una struttura residenziale. Una casa che ospiterà 50 cocainomani, per periodi di 2-3 settimane.

È stata pensata, come ha spiegato Meini, per le persone che non potranno accedere alla sperimentazione perché portatori di patologie incompatibili con la cura. Accanto a loro, durante il periodo di permanenza, ci saranno studiosi del Cnr che ne monitoreranno il comportamento. Nel 2007 le persone in carico ai servizi della Toscana sono state 20.351: 14.953 ai SerT (oltre 3717 dei quali nella fascia d’età 14/29 anni) e 5.398 in carico alle equipe alcologiche (meno della metà nella fascia 14/39 anni). Circa il 40% di questi presenta patologie correlate all’uso di cocaina. «Diminuisce l’età di inizio del consumo – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori –il fenomeno è ormai diventato dilagante. Da noi non è un’emergenza ma comunque un dato di cui prendere atto. Per questo insieme a questa sperimentazione abbiamo dato il via ad altri progetti che puntano anche sulla prevenzione».

-----------------------------------------------------------
Capezzone: Sarà governo del premier, più concentrato sui dossier

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Molti commentatori, nelle analisi di queste ore, sottolineano alcune caratteristiche della compagine costruita da Silvio Berlusconi: spesso, si fa notare, i ministri - anche i più giovani - hanno già avuto lunga consuetudine con il premier e sono parte dell’inner circle berlusconiano.

Qualche osservatore malevolo lo sottolinea con diffidenza; ma invece, il che mi pare un fatto nuovo e positivo per la stampa italiana, larga parte degli editorialisti e dei notisti politici vedono in questo una apprezzabile premessa di compattezza.

Sarà davvero il governo del premier, si dice: ed è un bene che sia così.

A maggior ragione per un altro motivo, a mio avviso: poiché buona parte dei nuovi ministri (diversamente da tante, troppe altre esperienze governative italiane, fino all’ultima del governo Prodi) non avranno l’esigenza di marcare una specificità di bandiera, di fazione o di partitino, potranno dedicarsi integralmente ai dossier, alle cose concrete.

Sarebbe assai importante se, da subito, si desse al Paese il senso di questa novità: con tanti ministri che non passano il loro tempo a coltivare l’orticello del proprio micropartito (cioè a polemizzare con le altre microentità più vicine), ma a lavorare e a dare conto delle materie loro affidate.

È noto che Il Velino ha salutato con speranza e attenzione questa nuova fase politica, e il successo pieno conquistato sul campo da Berlusconi. Fervidi auguri di buon lavoro, dunque.


-----------------------------------------------------------
I compagniucci si stanno organizzando

>>Da: Graffio
Messaggio 1 della discussione
Incapaci di accettare la sconfitta ma, soprattutto, di accettare il fatto incontrovertibile di essere fuori dalla Storia, relegati ad un ruolo folkloristico, privi di una ideologia ma ben forniti di utopie disastrose nella loro applicazione, carichi di odio, invidia, nonchè indolenza, incapacità; consci dei loro "diritti" di questuanti sociali, sprovvisti di progetti concreti, si stanno riorganizzando nell'unico modo a loro congeniale, espressione di un marketing rumoroso ma perdente:
Manifestazioni di piazza oceaniche, rimpopolate da centri sociali, pensionati CGIL, dipendenti ministeriali, ecc, al canto di "Bella Ciao".
Assemblee in fabbrica con votazione unanime dell'unico ordine del giorno presentato dal commissario politico inviato dal Comintern.
Scioperi dei servizi pubblici, con annesso teatrino ad uso mediatico-televisivo del lavoratore che non arriva alla terza settimana del mese, ispirato alle commedie di Totò e Alberto Sordi.
Invio di pallottole in busta chiusa a presidenti, ministri, sostenitori.
Vasta campagna di denigrazione degli avversari utilizzando il famoso "vocabolario rosso" che riporta solo una decina di
espressioni: "fascista", "fascistello", "reazionario", "revisionista", "lotta di classe", "rivoluzione proletaria", "resistenza", e speriamo non arrivi all'espressione "lotta armata".

MSN Gruppi

unread,
May 10, 2008, 6:45:36 AM5/10/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------


Zaia: «All’Agricoltura mi sporcherò le scarpe di terra»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il neoministro veneto racconta la sua scalata al governo: ho cominciato a far politica nell’officina meccanica di papà
da Roma

Allora ministro Luca Zaia, come è andato il primo giorno di scuola?
«Una giornata campale, direi. Arrivi lì davanti al capo dello Stato con in mano il testo del giuramento e quasi ti manca la saliva».
L’emozione fa brutti scherzi...
«Non è solo quello. Vede, ci sono molte aspettative da parte degli italiani e a essere sinceri sarebbe da irresponsabili non essere preoccupati a ricoprire un ruolo tanto delicato».
Che le ha detto sua moglie appena saputo della nomina?
«Ha condiviso la mia preoccupazione».
Ministro dell’Agricoltura. E pensare che tredici anni fa, nel 1995, aveva iniziato come assessore all’Agricoltura alla Provincia di Treviso. Come si arriva così in fretta all’ultimo gradino della scala?
«Ho sempre seguito con ostinazione un vecchio detto: “Dall’alba al tramonto, il militante è sempre pronto”».
E lei è un «militante» della Lega. Da sempre?
«Da sempre. In casa circolavano i volantini della Liga veneta. Anche se, a dire il vero, i primi li ho visti nell’officina di mio padre dove veniva spesso Gian Paolo Gobbo, uno dei padri della Liga, che aveva un’azienda che ci riforniva di chiavi inglesi e altre attrezzature. In qualche modo si può dire che in quegli anni la Liga è nata nelle officine meccaniche, non ce n’era una dove Gobbo non facesse proselitismo».
Passo successivo?
«Mi sono candidato nel mio Comune, Godega Sant’Urbano, nel 1993. Poi la Provincia, dove sono stato il più votato».
A Treviso è stato presidente della Provincia per due mandati. Sempre un monocolore leghista.
«La seconda volta con il 70% delle preferenze, evidentemente non avevamo lavorato male».
Chi pensa di dover ringraziare dopo essere arrivato così lontano?
«Gobbo, di certo. E Umberto Bossi che mi ha dato fiducia».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Dalla vicepresidenza del Veneto a un ministero. Si sente pronto a cambiare passo?
«Vorrei continuare a lavorare come facevo prima. Per ottenere risultati e cercare di migliorare il nostro patrimonio agroalimentare bisogna sporcarsi le scarpe di terra. Insomma, meno conferenze e più attività sul campo. A me piace andare per aziende agricole e capire che problemi ci sono».
A Treviso spesso la vedevano per fiere e mercati del bestiame. È lì che ha comprato i sei asini per curare il verde pubblico. La notizia fece il giro del mondo.
«Lo “sfalcio ecologico”. Qualcuno sulle prime ci ha riso sopra. In verità la Provincia ha risparmiato circa 70mila euro».
Ha già in mente da dove cominciare?
«Di idee ne ho molte. Ma voglio aspettare martedì quando ci sarà il passaggio di consegne con il ministro De Castro che mi illustrerà tutti i dossier. Come diceva Einaudi, “conoscere per deliberare”. Sarei uno stolto a pensare di sapere tutto».
In linea di principio un’idea se la sarà fatta...
«Io rappresento un partito che si batte per il federalismo e l’autonomia. E non c’è solo quello istituzionale o fiscale. Nel senso che l’agricoltura non è solo produzione tipica ma anche identità. E questa identità deve essere salvaguardata: è un’opportunità per tutti, per il Nord come per il Sud».
La Lega ha sempre sostenuto con forza la battaglia contro l’Unione europea sulle quote latte...
«Non è l’unica partita aperta. C’è anche il fronte del vino. Con l’Europa dovremo confrontarci».
S’immagina quando arriverà la Finanziaria e dovrà fare il tira e molla con Giulio Tremonti per avere qualche soldo in più?
«Con Tremonti ci conosciamo da tempo e con la Lega ha sempre avuto un ottimo rapporto. Eppoi, questo vale per tutti i miei colleghi ministri, quando i rapporti sono impostati su un confronto civile si riescono a risolvere quasi tutti i problemi».
Qualche tempo fa l’hanno multata per eccesso di velocità e qualcuno l’ha ribattezzata il ministro dei 180 all’ora...
«Da vicepresidente della Regione ho sempre girato senza auto blu. Mi hanno multato e ho pagato. Anzi, per dare un esempio ai giovani, invece di aspettare che mi ridessero la patente dopo il mese di sospensione, l’ho rifatta daccapo».
Anche da ministro girerà senza auto blu?
«A Roma non credo sarà possibile per motivi logistici. Sul territorio di certo continuerò a muovermi come ho sempre fatto». Adalberto Signore

-----------------------------------------------------------
«Mara Carfagna? È il ministro più bello del mondo»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Non ha dubbi il quotidiano tedesco «Bild», che nella versione online ha pubblicato due foto della nuova responsabile delle Pari opportunità
Più bella di Tanja Karpela, che pure è stata miss Finlandia, che pure se la guardi bene, e ti conviene farlo, pare la sorella gemella di Bo Derek, partita dalle sfilate di bikini e lingerie è arrivata con passo lungo e felpato al ministero dell'Istruzione. Per arrivare così lontano nessuno aveva gambe più lunghe delle sue. Più bella di Rama Yada, giovane, nera, sexy, segretario di Stato agli Esteri del governo Fillon, senegalese di nascita, pupilla di Sarkozy, forse per quegli occhi che bruciano se ti guarda di traverso. S’è fatta un codazzo di portaborsette, dicono che sia una tipa bella e impassibile, l’unico peccato è che non guarda in faccia nessuno quando a dire il vero ci sarebbe una fila lunga così. Più bella persino di Carmen Kass, la prima modella candidata alle elezioni europee, la donna più ricca dell'Estonia, 25mila euro a sfilata, volto preferito di Dior e Calvin Klein, ma famosa per aver prestato il pube rasato a forma di G sui manifesti di Gucci e per aver pubblicamente dichiarato non indosso mai abbigliamento intimo, forse perché è il modo migliore di mettere a nudo la politica. Che ministro non è mai diventata, ma noi che siamo ottimisti non disperiamo mai. Più bella di tutti. Senza trucco e senza inganno. «Berlusconi ha la ministra più bella del mondo», grida la Bild, quotidiano popolare tedesco, sull’edizione on line, e ce l’ha con Mara Carfagna, nuovo ministro per le Pari opportunità del quarto governo Berlusconi. E fanno pure gli spiritosi: «Riusciranno i deputati a concentrarsi sulla politica? I dubbi sono giustificati...». Tu intanto pensa per te che noi poi ci arrangiamo per contro nostro. E per illustrare al meglio la tesi i crucchi ritirano fuori quelle foto un po’ così, le solite, che girano da anni, ma che non dispiace mai rivederle, dell’onorevole quando non era onorevole, ma miss Cinema e quasi miss Italia. «Ecco com’è bollente la politica italiana» insiste petulante la didascalia. Se sono invidiosi peggio per loro. Tanto ormai lei ci è abituata. In Spagna perfino il madrileno As, che è pure un giornale sportivo, aveva fatto la stessa operazione, qualche tempo fa, piazzandola sull’ultima di copertina, le stesse foto, che non dispiace mai vederle, alle quali persino lei si è arresa: «Se i miei colleghi parlamentari le hanno sbirciate pazienza, sono contenta per loro. Almeno avranno passato qualche attimo di allegria». Così imparano. Sul New York Times invece c’è finita per quella battuta del Cavaliere, sennò che cavaliere sarebbe, che suonava più o meno «se non fossi già sposato la sposerei», come se altri, parlamentari e no, non avessero pensato, almeno per una volta, la stessa cosa, come se altri non fossero disponibili a sposarla anche subito, anche se già sposati: «Certo avrei preferito finire sul New York Times per un disegno di legge piuttosto che per una battuta galante». Vabbè, ma non si arrabbi così.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Oggi Mara Carfagna, 33 anni ancora da compiere, salernitana, è tutta un’altra cosa rispetto a quelle foto, che non dispiace mai vederle, pubblicate dalla Bild: «Non amo andare conciata in un certo modo, non indosso mai cose vistose, anche perché mi sentirei troppo a disagio». È stata miss Cinema, valletta di Domenica In, «ma nello stesso periodo mi sono laureata in Giurisprudenza». Non si è mai ubriacata, non si è mai fatta uno spinello, dice che la «castità è un valore condivisibile» e guai a farla mettere insieme con uno di sinistra. «Sarebbe una sfiga pazzesca...» e come darle torto. Non ha mai fatto programmi volgari, mai dato scandalo, mai provocato pettegolezzi, almeno fino al New York Times. Nei suoi primi giorni alla Camera si presentava quasi sempre vestita di bianco, nero e beige, per il giuramento ha optato per pantaloni e giacca grigio perla. Fa di tutto insomma per passare inosservata e mai che ci riesca una volta. Dice: «La bellezza è un vantaggio ma non in questo ambiente». È il cervello poi che fa la differenza. Ma vallo a spiegare ai tedeschi che sulla copertina hanno sparato un titolo tutto italiano «Mamma mia» e insistono con quelle immagini, fatte a Procida, tanti anni fa. Ci creda, signor ministro, c’è di peggio di quelle foto senza veli. Le foto della Merkel nuda per esempio... Massimo M. Veronese

-----------------------------------------------------------
Letta&Craxi: famiglie sempre al vertice

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Lo zio Gianni sostituisce Enrico. E Stefania dà il cambio a Bobo
da Roma

Fuori Enrico e dentro Gianni, fuori Bobo e dentro Stefania. Ma stavolta solo i più maligni potranno parlare di conferma della casta. Perché del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta si conoscono da tempo immemorabile le qualità di consigliori del Cavaliere. E perché della primogenita di Bettino Craxi sono altrettanto note grinta e capacità. Certo, magari all’estero potrebbero trovare sconveniente l’idea che uno zio prenda il posto del nipote e una sorella spodesti il fratello come sottosegretario (anche se Hilary Clinton è ancora in corsa...). E che per di più i 4 siano separati politicamente in modo netto. Ma l’Italia, come raccontava Shakespeare, è patria di Montecchi e Capuleti. E sede del palio di Siena dove le famiglie sono capaci di scannarsi per passione contradaiola.
E qui del resto non si tratta di nepotismo bello e buono che pure esisteva anche ai tempi della prima Repubblica (vedi i Gava: Silvio e Antonio, politici dc di gran peso ma anche molto discussi) e che prosegue anche nella seconda (in Parlamento siedono oggi la figlia dell’ex ministro Cardinale ed altri «parenti» di politici più o meno illustri) ma di un riconoscimento a persone che a ben vedere raccolgono consenso bipartisan. Enrico Letta è tra i pochissimi lodati dal centro-destra per la sua azione nel governo Prodi. Lo zio Gianni è da decenni invocato dalla sinistra come elemento di moderazione e saggezza nei governi Berlusconi. Stefania Craxi passa per una politica «tosta» e capace. Il fratello Bobo, dicono non abbia fatto male agli Esteri. Insomma la casta qui non c’entra. E nemmeno il classico tengo famiglia. Sarà che a casa Letta e a casa Craxi i figli vengon tirati su a base di vitamine e soprattutto di approfonditi studi.

-----------------------------------------------------------
Giuramento dei ministri: Gaffe e segni della croce

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
In quanti modi riesce a trovar sfogo la commozione? Son tutte ormai vecchie volpi della politica, anche i ragazzini Giorgia Meloni e Angelino Alfano, i nuovi ministri che giungono al Colle per il giuramento di rito, ma ugualmente emozionati come diciottenni al ritiro del diploma di maturità. Anche Roberto Maroni, che pure è al quarto giuramento, mentre sale lo scalone d’onore ammette che «sì, un po’ di emozione ce l’ho ancora», mentre il novizio Luca Zaia, che gli sta aggrappato con le ginocchia e i gomiti irrigiditi rantola: «Altro che emozionato, sono senza saliva». Pomeriggio di ieri al Quirinale, giura il quarto governo di Silvio Berlusconi e si replica un rito, una festa intrisa d’estasi e tormento sempre uguale e sempre nuova. Che sia questo impasto di umanità e retorica, il lievito della democrazia?
È un po’ emozionato anche il vostro cronista, che tra prima e terza repubblica di giuramenti ne avrà raccontati una ventina, e anche questa volta ha raccolto da una sedia degli incoronati il cartoncino con la formula rituale: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione». Sempre uguale, stessi caratteri e stesso inchiostro azzurro, a dimostrazione che la Presidenza della Repubblica non cambia mai chiunque ne sia l’inquilino, oppure che trent’anni fa di quei bristol ne han stampati troppi e occorre una quarta Repubblica per mandarli al macero. Ma stiamo divagando forse, meglio tornare all’infinito manifestarsi dell’emozione.
Ecco allora Renato Brunetta che giunto nel salone delle feste, vede Mara Carfagna e le corre incontro esclamando «fatemela abbracciare!», centrando con la testa l’obiettivo. Ignazio La Russa che non sta zitto un minuto, mancano cinque minuti all’inizio della cerimonia e gira freneticamente da una telecamera ad un microfono parlando, parlando, «andrò sulla tomba di mio padre». Andrea Ronchi, che quando il segretario generale Donato Marra, notaro del giuramento, lo chiama al tavolo dove Berlusconi e Napolitano aspettano come istitutori, s’alza come un calciatore in panchina, si fa il segno della croce e quasi controllerebbe lacci e tacchetti, si fionda in campo ma finisce con l’incespicare sul giuramento. Sandro Bondi, che s’asciuga la pelata in continuazione, anche quando è asciutta. Claudio Scajola che non è certo un novellino, ma incautamente alzando gli occhi dal cartoncino dice «Italia» invece di «nazione». Umberto Bossi, anch’egli ormai di lungo corso, che arrivando fa il duro, «chi diavolo ci ferma!», ma se ne va commosso, «io partito dal paesello, sono arrivato qui».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Però son le donne, che rubano la scena e catturano l’attenzione della bolgia di giornalisti, operatori e parenti costretta nel recinto degli ospiti. Tutte e quattro in tailleur pantalone, forse la gonna è poco ministeriale. E più son giovani più si ingrigiscono, cercando l’anzianità autorevole. La Meloni è in grigio rigato, fa la grande: «Debuttante e fedelissima sono termini che non mi piacciono». Mariastella Gelmini è in nero e sorride, per l’occasione sfoggia leggeri colpi di sole. La Carfagna veste «in cotone grigio Armani», ci spiega una collega esperta in look - cioè grigio chiaro - con sandali aperti e «senza calze». Per Stefania Prestigiacomo s’è aperto un dibattito tra i giornalisti: quelli di sinistra la vedevano in viola e quelli di destra in blu notte, la sua addetta stampa s’è affrettata ad informare che trattavasi di «un modello Alberto Biani in blu marine», la nostra esperta ha mediato su «un punto indescrivibile di viola che s’avvicina molto al prugna». Tant’è che alla fine, per le foto di rito, gli obiettivi cercavano solo le quattro. Uniche eccezioni, prima Napolitano accanto alla Meloni e Berlusconi accanto alla Carfagna, poi un gruppo a quattro, Napolitano, Prestigiacomo, Berlusconi, Carfagna, con occhiatacce al piccolo ministro che s’ostinava a non farsi da parte.


>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

È stato il varo del 60° governo repubblicano, una festa nervosa ma intensa. E rapida: iniziata alle 17,03 con l’ingresso dei due presidenti e i 21 schierati sulla doppia fila di poltroncine lestamente in piedi, è terminata 15 minuti dopo. Son poi andati tutti nell’altro salone per il brindisi «riservato»: prosecco indecifrabile e «in verità caldo», rivela Roberto Calderoli, con poche tartine «ma meglio così perché anche al Quirinale bisogna tagliare, tagliare», ghigna allegro il titolare della Semplificazione normativa. Una cerimonia col giusto grado di solennità istituzionale, rotta soltanto quando al tavolo del giuramento è arrivato La Russa che letta la formula ha allungato la mano a Napolitano che ha ricambiato sorridente, ma quando il ministro della Difesa l’ha tesa al premier questi, invece di rispondere, s’è passato le dita a forbice sotto il mento, con sguardo finto burbero. Già, avevano scommesso che in caso di vittoria La Russa avrebbe rinunciato al suo celebre pizzo mefistofelico. «Però l’ho spuntato», s’è difeso poi La Russa, che sul momento s’è imbarazzato tanto da andarsene dimenticando di firmare il verbale. Berlusconi lo ha richiamato, abbracciandolo.
L’immagine da affidare agli archivi della politica e del potere è però la piccola fila di grand commis schierati come statue tra le sedie dei ministri e il tavolino dei due presidenti. Spiccava tra loro Gianni Letta, immobile e silente come un cardinal vicario. Solo Giulio Tremonti, dopo aver giurato, è andato a salutarlo e abbracciarlo, infrangendone l’immobilità.
Quella più umana invece, l’ha resa la famigliola di Bossi, che assisteva anch’essa coi giornalisti. I tre ragazzi stupiti e frastornati, la moglie Manuela emozionata ma soddisfatta: «Questa è la dimostrazione che quando si vuole sul serio una cosa, si riesce ad ottenerla. Bisogna crederci. Sempre».
Gianni Pennacchi

-----------------------------------------------------------
Ecco quanto vale il governo: 31 milioni di euro

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La Russa è il secondo in classifica, dopo il premier, con 446mila euro. Lo segue il nuovo titolare del Welfare, Sacconi. La Prestigiacomo «batte» Tremonti
Il fisco dà già i numeri sul nuovo governo. Dice quanto vale: 31,7 milioni di euro e qualche spicciolo (almeno per lo Stato). Dodici ministri con portafoglio e nove senza, sottosegretari, premier: somma su somma, il totale è 31.750.753 euro. Cifra grossa, grazie ai 28 milioni di Silvio Berlusconi.
Tolto il reddito del premier, gli altri componenti dell’esecutivo portano a casa, in tutto, tre milioni e settecentomila euro. Il più ricco è ministro della Difesa Ignazio La Russa: arriva quasi a 450mila euro, staccando di molto il terzo in classifica, il responsabile del Welfare Maurizio Sacconi (che tocca quasi i 270mila euro). Supera i duecentomila euro (240mila per la precisione) anche Luca Zaia, il ministro del Nord-Est che è al dicastero dell’Agricoltura.
Il portafoglio di qualcuno è più al verde: quello di Franco Frattini, di nuovo agli Esteri, che nel 2005 ha intascato poco più di cinquantamila euro, e quello di Roberto Calderoli che ha dichiarato quasi trentamila euro (dato riferito però al 2006). Anche Mariastella Gelmini, da ieri signora della Pubblica istruzione, ha uno stipendio non esorbitante: ottantaseimila euro. La sua collega con portafoglio, Stefania Prestigiacomo, nel 2005 ha guadagnato molto di più: centonovantanovemila e rotti. Più di Roberto Maroni e più di Claudio Scajola. La neoministra dell’Ambiente vanta un reddito superiore anche a quello del responsabile dell’Economia, e del resto lei è anche un’imprenditrice: tre anni fa Giulio Tremonti ha guadagnato 190mila euro. La più povera di tutti è la più giovane del governo, Giorgia Meloni che, nel 2005, non sedeva ancora in parlamento e si è dovuta accontentare di ventimila euro. Molto sotto la media del governo: 161.636 euro. Senza considerare il 730 del premier.

-----------------------------------------------------------
La Moratti licenzia Sgarbi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 7 della discussione


Milano, rottura finale dopo le ultime polemiche: ritirate al critico-assessore le deleghe alla Cultura. Sdegnata la reazione: "Offesa la mia dignità, vado da Berlusconi"
Milano - Milano non ha più quel suo «rissoso, carissimo, irascibile» assessore. Il sindaco Letizia Moratti ha ritirato le deleghe a Vittorio Sgarbi. Licenziato proprio nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. La Cultura avrà presto un nuovo timoniere. Forse il professor Stefano Zecchi o il presidente della Triennale Davide Rampello. «Mancanza di rispetto per la giunta comunale, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini rappresentati nel suo ruolo di assessore e quindi rottura del rapporto di fiducia con il sindaco e con i colleghi assessori», la motivazione ufficiale che suona come una sentenza di condanna irrevocabile per quello che fin dal primo giorno è stato il vero pupillo della Moratti. Perdonato, perdonato e perdonato ancora nelle sue innumerevoli marachelle. Nelle sue uscite balzane, nei suo attacchi ai colleghi, nella sua continua ricerca di qualche oscenità da mettere in mostra. In sintesi nel suo essere Sgarbi. Come l’estate scorsa, quando pose il papa Ratzinger in tanga e calze autoreggenti scolpito da un giovane artista al centro della mostra su arte e omosessualità. Rassegna più volgare che trasgressiva, bloccata dalla Moratti subito dopo la vernice.
A far traboccare la pazienza, le due ultime perle infilate dal più imprevedibile e allo stesso tempo prevedibile degli assessori. A essergli fatale ancora una volta il mondo gay. La rassegna teatrale sull’omosessualità è fatta votare alla giunta sotto il titolo Amori possibili. Una bravata. E anche raccontata con sfrontatezza ai giornali. Una «presa in giro» che sindaco e assessori non hanno proprio mandato giù. Così come le urla di giovedì scorso ad Anno zero di Michele Santoro. «Non faccio la colf, ora vado da Berlusconi», la reazione del critico a cui va riconosciuto il merito di aver miracolosamente moltiplicato le mostre e soprattutto i visitatori sulla piazza di Milano che negli ultimi anni (o forse decenni) languiva in uno stato quasi vegetativo. Nel 2007 i biglietti staccati sono stati 550.832, contro i 381.360 dell’anno precedente. «Mancanza di rispetto nei confronti della giunta?

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Semmai una mancanza di rispetto della Moratti nei miei confronti e nei confronti del lavoro compiuto», si difende il critico. «Ora vado a Roma, vado da Berlusconi a fargli presente la grave aggressione portata nei miei confronti. Il sindaco Moratti è stato eletto anche con i miei voti e deve rispondere della maggioranza che la sostiene». In vista, lascia intendere lui, un posto da sottosegretario. «Con Sandro Bondi - assicura anche se è difficile credergli - ho ottimi rapporti». Oppure, come senza molto tatto aveva annunciato qualche tempo fa occupando lo stesso posto a Milano, la poltrona di assessore alla Cultura del Comune di Roma nella giunta di Gianni Alemanno. La delibera sul teatro gay? «Sono osservazioni di nessuna rilevanza e incomprensibili rispetto a una delibera fatta per eliminare ogni polemica a riguardo. L’ho presentata in quel modo proprio per eliminare le polemiche e per evitare che si affermasse l’orgoglio gay. Mi sarei aspettato piuttosto le critiche dell’Arcigay invece che quelle del sindaco e della giunta». Anno zero? «Non si può rimproverare a me quello che Berlusconi, Bossi, Maroni e Castelli avrebbero detto al mio posto. Dopo tutto, ho anche difeso un illustre cittadino milanese come Umberto Veronesi che veniva ignobilmente insultato. Mi sarei piuttosto aspettato un ringraziamento. Se il sindaco di Milano non capisce lo spirito del Popolo della libertà, allora si pone un problema politico». E ora? «Mi occuperò del nulla». Giannino della Frattina

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

"Ha mancato di rispetto a giunta e cittadini"

di Chiara Campo I commenti alla decisione della Moratti che ha scaricato con parole pesanti l’assessore alla Cultura. De Corato: "Un attacco continuo". Cadeo e la Maiolo: "Ha fatto molto"
«Mancanza di rispetto per la giunta comunale» e «i cittadini rappresentati nel ruolo di assessore». Quindi: «Rottura del rapporto di fiducia». Dopo due anni di liti furibonde alternate amomenti di idillio, la coppia Letizia Moratti-Vittorio Sgarbi è arrivata al divorzio con un clima da piatti rotti. Le motivazioni dettate dal sindaco nell’atto che revoca le deleghe all’assessore alla Cultura sono pesanti. Gli recrimina «un atteggiamento non consono ai doveri di un amministratore in varie occasioni, anche pubbliche» e «comportamenti contrari alla lealtà» verso sindaco e giunta che hanno inciso «negativamente sul loro operato e immagine, creando un clima di tensione nella maggioranza». Giunta divisa, ma solo nei toni. Duri quelli del vicesindaco Riccardo De Corato: «È stato un continuo attacco verso la giunta, dal girotondo contro l’assessore Moioli per la questione dell’asilo ai clandestini al continuo sbeffeggiamento dei colleghi. Per colpa sua il restauro del Lirico e di Santa Maria delle Grazie sono ancora fermi». Si esime dal toto-successori, ma «non saranno Stefano Zecchi o Davide Rampello. Il sindaco ha già in mente una personalità di alto profilo ». Più soft l’assessore all’Arredo Maurizio Cadeo, che col ministro di An Ignazio La Russa esprime «massimo rispetto per la decisione del sindaco, perché ha avuto un ruolo determinante nel sceglierlo e ha diritto di considerare il rapporto compiuto», ma «ringrazio Sgarbi per quanto di buono ha fatto per Milano, pur tra molte polemiche e scelte discutibili ». «Dispiaciuta» Tiziana Maiolo (Fi): «Perdiamo una ricchezza per la città, ha fatto molto per la cultura. Se il motivo è l’astuzia usata per far votare il patrocinio alla rassegna gay, ha sbagliato e doveva scusarsi». Giovanni Terzi (Fi) ricorda che «si vantava di aver “truffato” la giunta, una mancanza di rispetto. Condivido ciò che ha fatto il sindaco: è una personalità importante per la culturamaci ha messi in difficoltà aprendo conflitti». Ora, auspica invece il capogruppo Matteo Salvini, «perché non un assessore leghista?».


>>Da: sonoromeo
Messaggio 4 della discussione
Grande mente, intelligenza e cultura racchiuse nella testa di uno schietto e provocatore istrione, malincartato in un velo di maleducazione che esalta e mostra come una coppa del mondo. Bisognerebbe consultare un buon medico per farsi spiegare questo atteggiamento sicuramente superfluo se cerca attenzione od estremamente efficace se cerca l'autodistruzione. Una volta entrò nella mia azienda, fece i suoi comodi e senza un saluto scomparve da dove era venuto, rimasi perplesso, ma lui era così. Romeo

>>Da: boleropersempre
Messaggio 5 della discussione
E due. E' già la seconda volta che Sgarbi viene licenziato come assessore a Milano.
Forse sarebbe meglio s'interessasse solo di arte.

>>Da: baffo
Messaggio 6 della discussione
Sgarbi ormai è in caduta libera.
Peccato, un grande criticio d'arte, ma di politica...lasciamo stare.

>>Da: aristodog
Messaggio 7 della discussione
"Ragioni irricevibili e lesive della mia dignità" Ho detto un'altra cavolata.

-----------------------------------------------------------
Trichet: «Prezzi, stato d’allerta permanente»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
«La parola vigilanza non è sparita dal nostro vocabolario, ma io la userò quando sarà appropriato». Sono ormai 11 mesi che Jean-Claude Trichet è costretto a fare a meno del termine con cui la Bce avverte i mercati di essere pronta ad alzare i tassi. Non è ancora il momento di tornare al lessico familiare all’Eurotower, costretta anche ieri dal rallentamento del ciclo economico a un forzato immobilismo. Tassi dunque ancora inchiodati al 4%, con il board unanime nel mantenere lo status quo anche nel vertice di Atene, uno dei due che l’istituto tiene lontano da Francoforte. «Non abbiamo avuto altre richieste oltre alle decisioni che abbiamo preso», ha liquidato l’argomento Trichet.
L’assenza di dibattito interno è il segnale più eloquente di una coesione del direttivo derivante da uno scenario sostanzialmente immutato, almeno secondo i parametri della Bce, relativo a fondamentali economici «solidi» e di un’espansione che, seppur moderata, «è destinata a proseguire». L’istituto mantiene uno «stato di allerta permanente», così come consigliato dall’andamento dell’inflazione. La parziale attenuazione in aprile della crescita dei prezzi dopo il picco del mese prima (da 3,6 a 3,3%) è stata accolta senza enfasi dalla banca centrale, convinta che il surriscaldamento del carovita sia destinato a perdurare «per un abbastanza prolungato periodo di tempo». L’ipotesi di allargare le maglie del target d’inflazione (circa il 2% nell’arco di 18-24 mesi) suona a Trichet stonata come un bemolle in una scala di do. «È totalmente escluso - ha dichiarato -. Se seguissimo le tendenze del momento ci sganceremmo dal concetto di stabilità dei prezzi». Non è certo ciò che vuole la Bce, il cui mandato a senso unico (quello appunto della stabilità dei prezzi) è la prima garanzia d’indipendenza. A questo proposito, il banchiere francese è stato ancora più esplicito del solito: i governi di Eurolandia «non possono nemmeno provare a influenzarci, lo dicono i trattati. Non possiamo ricevere istruzioni, e non possiamo nemmeno darle».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Trichet, tuttavia, continua a raccomandare «moderazione» e «senso di responsabilità» sui salari, in modo da evitare l’innesco di una spirale prezzi-retribuzioni, oltre a temere inciampi da parte dei governi nel processo di risanamento dei conti pubblici. Il motivo è legato alle entrate fiscali, aumentate sostanzialmente negli ultimi anni grazie al contributo della crescita economica, ma ora a rischio. «Le ultime previsioni della Commissione europea - ha ricordato il presidente dell’istituto - indicano un aumento del deficit di bilancio generale di Eurolandia nel 2008, seguito da un ulteriore piccolo incremento nel 2009. Questo deterioramento riflette in parte un contesto economico meno favorevole, e un possibile capovolgimento della crescita delle entrate a cui si è assistito negli anni passati». Ma la colpa, ha aggiunto Trichet, è anche di quelle misure che fanno aumentare il deficit in Paesi che già si trovano in disavanzo.
Sul processo di riaggiustamento delle finanze pubbliche è intervenuto ieri anche il Fondo monetario internazionale, con l’invito rivolto al nuovo governo italiano ad «agire rapidamente» per evitare un aumento del debito. Per raggiungere i suoi obiettivi di medio termine l’Italia - suggerisce il Fondo - deve «ridurre la propria spesa e renderla più efficiente». Va inoltre perseguita la strada della lotta all’evasione fiscale, spingendo i contribuenti ad adempiere ai propri obblighi, e quella delle riforme strutturali. Rodolfo Parietti

-----------------------------------------------------------
Quel giorno di trent'anni fa in via Caetani

>>Da: andreavisconti
Messaggio 7 della discussione


Era un mattino di maggio.Trent'anni fa. Cinquantecinquesimo giorno dal rapimento di Aldo Moro. Un mese e mezzo trascorso a correre da una parte all'altra di Roma fino ad arrampicarsi sul Lago della Duchessa, sui monti reatini

Giovani fotoreporter con il mito di Robert Capa e Cartier Bresson in testa, inseguivamo con le nostre Nikon F2 l'immagine della storia. Venticinque e ventisei anni, avevamo abbracciato la professione con l'entusiamo di quegli anni fatti di speranze e di sogni impossibili, che volevamo comunque realizzare. Alle spalle un diploma di istituto tecnico l'uno, il liceo classico e un corso di laurea in Scienze biologiche l'altro. Ma con la passione per diaframmi e obiettivi da sempre.


Le prime foto alle manifestazioni degli studenti, le cariche della polizia. L'incontro con gli «anziani» del mestiere: Osvaldo Restaldi, Elio Sorci, Mario De Renzis. Professionisti che a forza di consigli, bacchettate e qualche improperio ci insegnavano il mestiere. Così la passione diventava professione e si passava alla Cronaca nera: grande scuola di giornalismo e di fotogiornalismo. Le foto dei cadaveri rimasti sull'asfalto nella guerra tra la banda dei Testaccini e i Proietti. Gli attentati delle Brigate Rosse. Le «poste» in Questura e davanti alle caserme dei carabinieri in attesa dell'uscita degli arrestati. Inseguimenti a folle velocità sulla moto o in «500» per arrivare prima della concorrenza e scattare le immagini giuste da vendere poi ai quotidiani. La colonna sonora della nostra vita passava dalle musiche di Venditti e De Gregori ai ritmi dei Pink Floyd e dei Clash al gracchiare della radio della polizia.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Eravamo ancora agli inizi. Ma il lavoro di tutti i giorni (e di tante notti) ci arricchiva costantemente. A tal punto che i nostri «maestri» restavano a volte sorpresi da certi scatti: inquadratura, luce e, soprattuto, il soggetto. Riuscivamo con il nostro entusiasmo a mettere a segno «piccoli scoop» nella cronaca di tutti i giorni da far invidia a molti colleghi più navigati. In quel momento di crescita e di assestamento del nostro lavoro fummo travolti da quanto accadde il 16 marzo 1978. Quel giorno un commando di Brigate Rosse rapì il presidente della Dc Aldo Moro e uccise gli uomini di scorta in via Fani. Quel giorno entrambi arrivammo in quella stradina di Monte Mario e iniziammo a fotografare un episodio che entrava nella storia d'Italia.


Gianni arrivò per primo a via Fani. Ma proprio prima di tutti: intorno alla scena della strage pochi poliziotti e pochi curiosi. Scatta, scatta a più non posso. Cambia rulli e obiettivi con la rapidità di una macchina. Il cuore batte forte ma non si ferma. Qualcuno mormora che è stato rapito Moro. «Inquadro la borsa di Moro per terra e la fascetta dei giornali sul sedile di dietro - ricorda oggi - l'unico a non essere macchiato di sangue. Poi ad un tratto, vedo una donna accompagnata da un poliziotto e da un sacerdote. La fotografo vicino alla macchina della scorta. Solo dopo ho saputo che era moglie di Moro».


Maurizio arrivò poco dopo le dieci: via Fani si era riempita di forze dell'ordine: «C'era un'agitazione isterica. I corpi degli agenti di scorta coperti da un lenzuolo ma mentre punto l'obiettivo ecco che qualcuno li scopre e io lì a scattare: nel mirino mi appaiono i buchi dei proiettili, i rivoli di sangue. Il cuore batte, cresce un senso di ansia misto a pietà per quegli uomini uccisi. Salgo al primo piano di un edificio d'angolo e inquadro dall'alto la scena e così appare la geometrica potenza dei terroristi».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Ecco, da quel giorno fu tutto un correre senza mai abbandonare la borsa con le macchine fotografiche: Moro poteva essere liberato in qualsiasi momento. In ufficio o a casa la radio era sempre accesa: quella sintonizzata sulla frequenza della polizia naturalmente. Ogni indizio poteva essere quello buono. E l'argomento, anche un po' cinico, nei capannelli di colleghi era sempre lo stesso: «Riuscire a fotografare Moro libero». Purtroppo, con il passare dei giorni, si iniziò a parlare di «riuscire a fare lo scoop di Moro ucciso». Del resto le trattative non avevano sbocchi e i comunicati dei brigatisti non davano speranze. In quei giorni vivevamo tra via Forte Trionfale, abitazione della famiglia Moro, la Questura in via San Vitale, e piazza del Gesù, sede della Democrazia Cristiana.

Dal 16 marzo a quel 9 maggio facemmo foto ai posti di blocco, anche quelli dove per la prima volta dalla guerra mondiale erano presenti i soldati. Passammo dalla gambizzazione del consigliere regionale della Dc Mechelli al freddo gelido del Lago della Duchessa. E lassù in quello scenario spettrale pensammo veramente che il rapimento Moro si stava concludendo in maniera drammatica. Ma non era ancora arrivato il momento. Trascorsero altri giorni e aprile finì. La primavera si affacciava e a Roma le giornate di sole ci confortavano nelle nostre lunghe attese.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Arrivò così quella mattina di maggio. Jeans, camicia americana acquistata nei mercatini dell'usato, scarpe da ginnastica entrambi. Sopra uno con il giubbotto di pelle marrone l'altro con uno blu di cotone. Borsa in spalla ed eccoci appostati a piazza del Gesù in attesa di qualcosa. La mattina trascorre tra una sigaretta, un sigaro (allora fumavamo tutti e due), e un caffè. Verso mezzogiorno e mezza dopo le solite foto allo stato maggiore della Democrazia cristiana, Zaccagnini, Andreotti, Fanfani, il gruppetto di fotografi si concede una pausa per il pranzo. Gianni rinuncia vuole fare qualche scatto a colori dei politici. Maurizio invece torna a casa a mangiare, all'epoca abitava in piazza Paganica, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a cento metri da piazza del Gesù. A cinquanta da via Caetani. Gianni resta da solo in piazza del Gesù, gli altri sono a mangiare.

A un certo punto vede tre poliziotti in borghese che salgono su una Fiat 128, sgommano e si dirigono a tutta velocità verso Largo Argentina. «Salgo in moto e li seguo, Corso Vittorio, l'auto della polizia inchioda, poi fa una mezza conversione, torna in Largo Torre Argentina, quindi si infila in via Botteghe Oscure - racconta Gianni - Si ferma e gli agenti corrono a piedi in una stradina. Arrivano i celerini che bloccano via Michelangelo Caetani. Non so dove lasciare la moto e in quel momento arrivano altri celerini che bloccano tutto. Ma mi accorgo che l'altro ingresso della strada non è stato ancora sbarrato. Riprendo la moto, arrivo appena in tempo, faccio di corsa pochi metri e mi infilo nel primo portone aperto che trovo. Salgo al primo piano, entro in un appartamento e subito mi piazzo alla finestra che si affaccia su via Caetani».

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione
In quegli stessi istanti Maurizio è appena sceso da casa per portare a spasso il suo pastore tedesco: vede le auto della polizia che arrivano e inchiodano lì a pochi passi da casa sua. Si sparge la voce di un corpo in una macchina. «Torno subito a casa, lascio il cane e prendo al volo la borsa con la macchina fotografica - racconta Maurizio - Via Caetani è sbarrata da entrambi i lati. Ma questo è il mio rione. Queste strade e questi palazzi non hanno segreti per me. Così mi tuffo nel portone di via de' Funari, ingresso secondario di Palazzo Caetani. attraverso il cortile, salgo le scale e entro anch'io nell'appartamento con le piccole finestre che danno su via Caetani». Mi piazzo alla finestra, accanto a Gianni Giansanti e a Olando Fava dell'Ansa. C'è anche un operatore della tv privata Gbr.


Stiamo lassù a pochi metri dalla Reanult rossa che è circondata dalla gente. Sembrano formiche impazzite. Un poliziotto, il funzionario di polizia Corrias, sbircia attraverso il finestrino e si mette la mano sul volto. In casa (è l'appartamento del custode del palazzo, si chiamava Pino), la televisione è accesa sull'edizione straordinaria del telegiornale. «Ci arriva in questo istante la notizia che il corpo dell'onorevole Moro è stato ritrovato in via Caetani», spiegano dal piccolo schermo. E noi siamo lì, puntiamo i nostri obiettivi verso la Renault. Arriva Cossiga, poi un sacerdote. Un poliziotto alza lo sguardo e ci punta contro la pistola, urla che dobbiamo andar via. Allora ci ritiriamo, restiamo in silenzio, aspettiamo. Se prima avevamo scambiato qualche parola («Sarà Moro o un barbone?». «Siamo solo noi questa è la posizione migliore»), adesso restiamo in silenzio. C'è un grande silenzio anche nell'appartamento. Si sente solo la televisione. Pino, il padrone di casa si spaventa e ci caccia via. Approfitto del fatto che ci conosciamo, in fondo siamo vicini di casa e così inizio a mediare. Gianni è salito fino in terrazza nella speranza di trovare un altro posto ma non è così. Da lassù non c'è visuale. Riesco nell'impresa, riusciamo a rientrare tutti nell'appartamento e ci mettiamo alle finestre. In ginocchio, con le borse con le macchine fotografiche vicino pronti a inquadrare la scena principale: quando il corpo di Moro sarà visibile. Gianni ha una sola macchina e tre obiettivi, un 35, un 50 e soprattutto un 200. L'unico ad averlo. Maurizio una macchina e un 50. Lo stesso Fava. Arrivano gli artificieri e aprono con le pinze il portellone. Gli scatti delle macchine fotografiche si susseguono.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 6 della discussione

Appare una coperta. Un medico la toglie e appare il corpo di Aldo Moro come in un dipinto del Caravaggio. La folla di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco si accalca per vedere. Altri poliziotti li respingono. Scattiamo a raffica e ogni rullino finisce negli slip. Meglio stare sicuri ed evitare sorprese, c'è il rischio concreto che quando usciamo la polizia ci sequestri tutto. Gianni è l'unico ad avere un film a colori e con quello scatta diverse foto. Ora il cadavere del presidente della Dc ci appare in tutta la sua drammaticità. Il volto con una leggera ombra di barba viene illuminato dai flash dela polizia scientifica che sta facendo i rilievi. Intorno alla Renault rossa un cerchio di gente di guarda attonita la fine tragica del dramma messo in scena dalle Brigate Rosse. Fotografiamo ogni istante fino al momento in cui il corpo scompare nell'ambulanza dei vigili del fuoco, diretta all'obitorio. A quel punto l'uscita da quell'appartamento è una fuga. «Gianni scende a perdifiato le scale recupera la moto e vola verso l'ufficio di Restaldi. Maurizio corre verso casa ma viene intercettato da Alfredo Passarelli, cronista de Il Tempo. «Hai fatto le foto a Moro?» gli chiese agitato. Alla risposta affermativa il giovane Maurizio viene sollevato quasi di peso e portato sull'Alfetta del giornale che corre verso piazza Colonna, sede storica de Il Tempo. «Entrai in camera oscura con Mario De Renzis ero eccitatissimo.

Non credevo a quello che ero riuscito a fare. Le foto finirono in prima pagina e così la mia vita si intrecciò con quella del giornale di Gianni Letta», ricorda Maurizio. Gianni invece è andato in laboratorio a stampare: «Non persi di vista un solo attimo le pellicole. Ero all'Associated Press per il bianco e nero. Poi andai a Time con le foto a colori e così conquistai la copertina. Alla sera tardi, a casa, mi chiamò Gamma da Parigi, allora l'agenzia dei miei sogni. Mi proposero un contratto. In piena notte arrivò un aereo privato e la mattina alle sette i negativi erano a Parigi. E in quel volo inizia la mia seconda vita». E la vita cambiò per entrambi in quel drammatico giorno di maggio di trent'anni fa.

Gianni Giansanti e Maurizio Piccirilli

-----------------------------------------------------------
Bondi, caro ministro poeta, fa vivere la tradizione

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Caro Sandro, naturalmente dopo la tua nomina sono già iniziate le irrisioni sulla tua passione per la poesia, eppure credo che non sia male avere un ministro dei Beni Culturali che ama la poesia. Sugli esiti della tua scrittura in versi, sospesa tra una adolescenza non ingenua e una volontà di canto, ho già scritto in una prefazione che hai avuto la gentilezza di chiedermi per il tuo libro nelle edizioni Meridiana.

E ai lettori sta di valutare luci e ombre del tuo tentativo.
Proprio perché ami la poesia sai bene che la vita dei Beni Culturali coincide con la vita stessa dell'Italia. Senza quello che chiamiamo beni della cultura, sia materiali come le opere d'arte e i monumenti ma anche immateriali come le parole e la letteratura, l'Italia sarebbe storicamente e anche socialmente una pura finzione, una scena, a volte nemmeno bella. Insomma, senza ciò che da oggi cade sotto la tua responsabilità, la stessa parola Italia perde significato. Lo sanno gli stranieri che ci visitano, lo sanno le persone che di più amano il nostro Paese, da qualunque tradizione culturale essi provengano. Perciò mentre quasi tutti si concentrano sull'importanza politica dei vari dicasteri, io, per amicizia e anche per senso civile, ti rivolgo questa lettera aperta. Avrai un compito terribile. Fantastico, certo, ma gravissimo. Ti attende un lavoro pieno di sollecitazioni in ogni direzione eppure sarà necessario avere alcune coordinate principali. Saprai, con i tuoi collaboratori, riconoscerle. Mi permetto, dal luogo un po' laterale in cui stanno gli amanti della poesia, di suggerirtene una.
È l'urgenza di precisarsi, con progetti e iniziative, della esperienza della tradizione. Oggi è in crisi proprio questa. Ovvero è in crisi la capacità del nostro paese di alimentarsi dalla propria tradizione. Nel perpetuo e spesso fasullo dibattito tra conservatori e progressisti, finiscono per prevalere le posizioni più grette di tradizionalisti e di relativisti. Di coloro che vorrebbero difendere (e già per questo sono perdenti) il valore di una tradizione ripetendone i contenuti, e coloro che invece, non assumendo nessun punto di valore primario, fanno di tutto una marmellata indistinta. In entrambi i casi manca quel che io chiamo: avere caro qualcosa. Se si ha cara una tradizione non la si deve difendere, ma vivere e amare. E come diceva il più grande poeta del Novecento, T.S. Eliot, la tradizione deve sempre essere riconquistata.
Tale riconquista è come la conquista di un amante, si deve nutrire di desiderio non di paura o di presunzione. Nei tradizionalisti alberga spesso più paura che amore, più presunzione da paladino che umiltà di servo. D'altro canto chi, come ammoniva Pasolini ai Sessantottini in corteo, non si è commosso intellettualmente per un'ottava del 500 o per una oscura pala d'altare, finirà per affidarsi solo ai sentimentalismi e all'idolatria dell'organizzazione. Cioè alle due malattie della nostra vita civile. Buon lavoro, allora!
Davide Rondoni

-----------------------------------------------------------
Calderoli, fai Leggi a termine contro l'alibi della lentocrazia

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Caro Calderoli, siamo abituati a ministri che preparano leggi su leggi e si adoperano per farle approvare dal Parlamento.

Pessima prassi: alla fine del Novecento ci siamo trovati con 70 mila "atti normativi" e con 21 mila leggi vere e proprie rispetto alle 3.000 in vigore in Gran Bretagna, 5.500 in Francia e circa 7.000 in Germania. L'Himalaya normativo e regolamentare bloccherebbe qualsiasi economia. Immaginiamo gli effetti sull'Italia già afflitta da tanti problemi strutturali.
Il risultato meno appariscente ma più insidioso della montagna legislativa è la lentocrazia, l'unico vero potere forte rimasto in Italia. Si annida, celata, specialmente in quel settore pubblico italiano che, in un modo o nell'altro, intermedia circa il 50% del pil. La lentocrazia ritarda le politiche, i programmi e le misure anche più urgenti non solo a ragione della miriade di problemi interpretativi posti da tonnellate di norme grandi e piccole ma perché ha milioni d'alleati. Essa comporta un nesso particolaristico (ove non clientelare) per fare avanzare pure la "pratica" (grande o piccola che sia) più dovuta, più documentata e meglio motivata. Frena le migliori intenzioni anche di quel potere politico che più ha a cuore l'interesse dei cittadini e che dagli elettori ha il più ampio suffragio. Nel 2001-2006 si è cominciato a contenere la lentocrazia tramite 64 "testi unici" che hanno chiarito e semplificato l'assetto normativo di vari settori. Caro ministro della semplificazione continuerà su questo sentiero? No, lei deve fare molto più. In primo luogo, smantellare l'architettura barocca di barracuda esperti creata dal Governo Prodi con il pretesto della semplificazione non perché tali esperti sono schierati a sinistra ma perché è difficile capire cosa hanno prodotto oltre a tabelle sui costi della regolazione per i vivai e i biscottifici.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

In secondo luogo, occorre predisporre e fare approvare al più presto ciò che Il Tempo sostiene da anni: una sunset legislation in base alla quale tutte le leggi sono "a termine"; dunque, automaticamente abrogate dopo un certo periodo se non ri-approvate dai pertinenti organi deliberanti. In terzo luogo, è necessario predisporre e fare approvare una norma che vieti i decreti "milleproroghe" e simili (il modo per aggirare la sunset legislation). Va inoltre evitato, con una normativa-quadro sul federalismo legislativo, che il pullulare di norme trasmigri dagli organi centrali alle Regioni; in un solo anno le assemblee regionali hanno approvato 1200 leggi regionali in materia d'assistenza e di servizi sociali. In quarto luogo, vanno sfruttate le potenzialità delle nuove tecnologie per delegificare. Alcuni anni fa, l'Università di Breman ha pubblicato un'interessante rassegna (curata da Martin Hagen e Herber Kubecek) dell'esperienza di 11 Paesi. Modesta allora quella dell'Italia; ciò vuol dire che in questo campo c'è davvero molto da fare. È un menu ricco. Roberto Calderoli, l'Italia guarda e spera.
Giuseppe Pennisi

-----------------------------------------------------------
Palermo, maxitruffa all'erario

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione


Quindici persone sono state arrestate dal Gico della Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di una indagine su una maxitruffa ai danni dell’erario. In manette sono finiti cinque dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, un ex dipendente della stessa Agenzia, un ex dipendente della Regione, oggi in pensione, e otto consulenti.

Sarebbero responsabili di avere ideato un sistema che avrebbe consentito di cancellare per via telematica le tasse che 411 contribuenti dovevano allo Stato. Tra questi ci sarebbero anche esponenti di Cosa Nostra. Il danno stimato si aggira intorno a un milione 700 mila euro. Gli evasori, in cambio, avrebbero pagato agli arrestati il 30% dell’importo dovuto e mai saldato. Sono stati tutti denunciati.

>>Da: Ilduca
Messaggio 2 della discussione
Meno male che qualche funzionario corrotto viene scoperto, ogni tanto. Purtroppo mi sento di dire che "hanno scoperto l'acqua calda". Da sempre circolano voci di amici di amici che fanno ottenere rimborsi o alleggeriscono/dissimulano controlli o spostano pratiche e le "perdono".

-----------------------------------------------------------
Strage di Duisburg, dieci gli arresti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
È in corso un’operazione dei carabinieri per l’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Reggio Calabria contro esponenti delle cosche della ’ndrangheta Nirta-Strangio e Pelle-Vottari. I due gruppi criminali contro i quali è in corso l’operazione, denominata Zaleuco ed eseguita dai carabinieri del Gruppo di Locri, sono coinvolti nella faida di San Luca culminata, il giorno di Ferragosto dello scorso anno, nella strage di Duisburg, in Germania, nella quale furono uccisi sei esponenti della cosca Pelle-Vottari.

Gli arresti, eseguiti, oltre che a San Luca, a Bovalino e Benestare, sempre nella Locride, ed a Bologna ed Udine, rappresentano il frutto di indagini condotte dai carabinieri sugli omicidi accaduti nell’ambito della faida, iniziata nel 1991. Alle dieci persone coinvolte nell’operazione viene contestata l’appartenenza ad un associazione per delinquere di tipo mafioso che avrebbe svolto la sua attività sia a San Luca ed in altri centri della Locride, che in Germania, ed in particolare a Duisburg e Kaarst.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il gruppo criminale che è stato sgominato aveva come finalità il traffico di armi e di esplosivi e l’acquisizione ed il controllo di attività economiche. I riscontri investigativi acquisiti nel corso delle indagini, secondo quanto riferito dai carabinieri, hanno consentito di attribuire all’organizzazione che è stata sgominata la configurazione di gruppo criminale organizzato a livello transnazionale.

Le indagini, che hanno portato all’operazione, hanno consentito una ricostruzione minuziosa di antefatti e dinamiche susseguenti alla strage di Duisburg ed all’acquisizione di nuovi riscontri sulle vicende criminali, al centro della faida e sul ruolo svolto in tale contesto da appartenenti e fiancheggiatori dei gruppi in lotta. Gli arresti rappresentano il seguito dell’operazione Fehida che il 30 agosto dello scorso anno aveva portato alla cattura di 29 persone appartenenti alle cosche di San Luca accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidi e traffico di armi. Nel corso dell’operazione sono state anche eseguite una serie di perquisizioni nelle abitazioni di alcuni indagati.

-----------------------------------------------------------
Trasporto pubblico, fermi treni e bus

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Venerdì difficile sul fronte trasporti. Debutta infatti il primo sciopero ferrovieri-autoferrotramvieri congiunto in virtù del varo, mesi fa, del contratto nazionale unico della mobilità sotto il quale si riuniscono entrambe le categorie, circa 250.000 lavoratori in totale (120.000 ferrovieri, 130.000 addetti al trasporto pubblico locale).

Ma i disagi non si limiteranno a treni, autobus, tram e metropolitane, bensì riguarderanno anche gli aerei: in Lombardia sono tre le agitazioni che toccheranno gli uomini radar: al Centro di Controllo d’Area di Milano, all’ aeroporto di Linate e a Bergamo Orio al Serio. Le proteste, tutte e tre nella fascia oraria dalle 12 alle 16, potrebbero avere ripercussioni su più vasta scala.

Scopo della protesta che provocherà disagi per la mobilità ferroviaria e del trasporto locale, è l’immediata apertura della trattativa per l’applicazione in tempi brevi del nuovo contratto unico della mobilità, che riunisce i due contratti delle categoria. A quasi tre mesi dalla presentazione della piattaforma rivendicativa, nessuna trattativa è stata ancora avviata, dicono i sindacati che dopo le previste procedure di raffreddamento, hanno proclamato lo sciopero.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Gli orari della protesta: i ferrovieri incroceranno le braccia sull’intero territorio nazionale dalle 9 alle 13, mentre per gli autoferrotranvieri le fasce orarie sono diverse da città a città: ad esempio a Roma dalle 8,30 alle 12,30; a Milano dalle 8,45 alle 12,45; a Napoli dalle 9 alle 13; a Torino dalle 17,45 alle 21,45; a Firenze dalle 17 alle 21; a Venezia-Mestre dalle 9 alle 12; a Genova dalle 9,35 alle 13,35; a Bologna dalle 12 alle 16; a Palermo dalle 9,30 alle 13,30; a Cagliari dalle 9,30 alle 13,30.

Per evitare al massimo i disagi, le Ferrovie invitano i viaggiatori a informarsi in via preventiva sul programma dei treni nazionali e internazionali. Lo sciopero tuttavia non interessa le fasce orarie a maggiore mobilità pendolare (dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 18.00 alle 21.00 ) durante le quali i treni circoleranno regolarmente. Inoltre, sarà garantito il collegamento tra Roma Termini e l’aeroporto di Fiumicino, attraverso il ’Leonardo Express’ o il ricorso a servizi autobus sostitutivi. Saranno inoltre assicurati i treni a lunga percorrenza elencati nello specifico quadro dell’Orario Ufficiale e pubblicati anche sul sito di Ferrovie.

«La protesta, che per la prima volta coinvolge contemporaneamente due settori, è stata indetta a sostegno della vertenza per il nuovo contratto collettivo nazionale della mobilità per gli addetti al trasporto locale, ferroviario e dei servizi» spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast che sollecitano l’avvio immediato della trattativa contrattuale.

Lo sciopero appresenta un «evento molto significativo per il movimento sindacale», secondo il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo: «per la prima volta due categorie di lavoratori, i ferrovieri e gli autoferrotranviari, contrattualmente distinte, scioperano insieme per la realizzazione di un unico nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro».

>>Da: Graffio
Messaggio 3 della discussione


Incapaci di accettare la sconfitta ma, soprattutto, di accettare il fatto incontrovertibile di essere fuori dalla Storia, relegati ad un ruolo folkloristico, privi di una ideologia ma ben forniti di utopie disastrose nella loro applicazione, carichi di odio, invidia, nonchè indolenza, incapacità; consci dei loro "diritti" di questuanti sociali, sprovvisti di progetti concreti, si stanno riorganizzando nell'unico modo a loro congeniale, espressione di un marketing rumoroso ma perdente:
Manifestazioni di piazza oceaniche, rimpopolate da centri sociali, pensionati CGIL, dipendenti ministeriali, ecc, al canto di "Bella Ciao".
Assemblee in fabbrica con votazione unanime dell'unico ordine del giorno presentato dal commissario politico inviato dal Comintern.
Scioperi dei servizi pubblici, con annesso teatrino ad uso mediatico-televisivo del lavoratore che non arriva alla terza settimana del mese, ispirato alle commedie di Totò e Alberto Sordi.
Invio di pallottole in busta chiusa a presidenti, ministri, sostenitori.
Vasta campagna di denigrazione degli avversari utilizzando il famoso "vocabolario rosso" che riporta solo una decina di
espressioni: "fascista", "fascistello", "reazionario", "revisionista", "lotta di classe", "rivoluzione proletaria", "resistenza", e speriamo non arrivi all'espressione "lotta armata".

>>Da: boleropersempre
Messaggio 2 della discussione
Inizieranno a fare scioperi a catena e coinvolgeranno pure gli altri del PD che alla fine sono gli stessi, ma con la coda fra le gambe.

>>Da: baffo
Messaggio 3 della discussione
Bravo Graffio, tutto condivisibile dalla prima all'ultima parola, questi esseri sono la rovina dell'Italia.

-----------------------------------------------------------
Direi che un buon miglioramento c'è stato

>>Da: Graffio
Messaggio 12 della discussione


>>Da: Graffio
Messaggio 2 della discussione

>>Da: Graffio
Messaggio 3 della discussione

>>Da: er Drago
Messaggio 4 della discussione

Finalmente delle politiche che si possano guardà.....altro che quei catorci di sinistra....

>>Da: er Drago
Messaggio 5 della discussione
E poi, essendo belle donne, non hanno il rancore e la rabbia repressi di una bindi o una turco...possono quindi lavorare seneramente.....

>>Da: er Drago
Messaggio 6 della discussione

Mammamia, guarda che faccia anche questa!

>>Da: er Drago
Messaggio 7 della discussione


>>Da: er Drago
Messaggio 8 della discussione


>>Da: er Drago
Messaggio 9 della discussione


>>Da: lilith
Messaggio 10 della discussione
Ma cose' il museo dell'orrore ....???

>>Da: boleropersempre
Messaggio 11 della discussione
In effetti era una maggioranza scecsi...


>>Da: baffo
Messaggio 12 della discussione
Anche nella scelta dei ministri donne Silvio ci ha saputo fare, non poteva trovare di meglio, altro che quelle scorfane del precedente governo.

-----------------------------------------------------------
Assassini di animali

>>Da: lilith
Messaggio 2 della discussione
http://www.peta.org/feat/ChineseFurFarms/index.asp Non sono usa postare questo genere di roba, ma il video mi ha shoccato.


P.S. è sconsigliato ai deboli di stomaco.

>>Da: Ilduca
Messaggio 2 della discussione
Che cosa orribile e frustrante da vedere, ho interrotto dopo pochi secondi...vedere il loro sguardo con il sangue sul muso è qualcosa che ti lascia un vuoto dentro....


-----------------------------------------------------------
Extracomunitari: queste case non le vogliamo

>>Da: Ilduca
Messaggio 1 della discussione
"Appartamenti lontani dal centro"
Sono 8 alloggi nuovissimi, misurano 65-70 metri quadrati. Hanno garage, riscaldamento autonomo e sono immersi nel verde delle colline di Ginestreto. Il Comune sta provando a consegnare le ultime due case da dicembre

Pesaro, 9 maggio 2008 - Sono 8 appartamenti nuovissimi, misurano 65-70 metri quadrati. Hanno garage, riscaldamento autonomo e sono immersi nel verde delle colline di Ginestreto. Costano pure pochissimo d’affitto perché appartengono alle 'case popolari'. Eppure chi non ha la casa fa a gara per non accettare l’assegnazione. Ieri mattina sei famiglie (4 gli extracomunitari) hanno ricevuto le chiavi ma sono 15 le famiglie che si sono rifiutate di entrare negli ultimi due appartamenti da assegnare.

In Comune, ci stanno provando a consegnarli fin dal dicembre dell’anno scorso. Ogni volta, la stessa risposta: Ginestreto è troppo lontana da Pesaro. E rispondono picche sia gli italiani che extracomunitari. La cerimonia di consegna delle chiavi per i 6 appartamenti è stata fatta ieri mattina da Odino Zacchilli, presidente dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica e dall’assessore alla famiglia Luca Bartolucci. Nominato anche il nuovo amministratore di condominio.

Si chiama Addou Said. A lui il compito di gestire l’ordinaria amministrazione dell’edificio a cominciare dall’acquisto delle cassette per la posta, provvedere all’installazione dell’antenna centralizzata, e programmare la prima riunione per decidere la gestione degli spazi comuni. Con decorrenza dal 1° giugno agli assegnatari verrà recapitato un bollettino per il pagamento del canone di affitto calcolato in base alla metratura degli alloggi e al reddito dichiarato in occasione della presentazione della domanda per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. In media si parla di un affitto che può oscillare tra i 30 euro e i 150 euro.

I destinatari dei sei appartamenti sono i soggetti entrati in graduatoria con il bando del 2004. La palazzina di Ginestreto, che ha richiesto un impegno economico di circa 850mila euro (750mila euro provenienti dalla casse dello Stato e circa 100mila euro erogati dall’Erap) è l’ultimo intervento, in ordine di tempo, effettuato nel territorio. In provincia di Pesaro e Urbino gli alloggi pronti per la consegna sono 43 e 30 quelli in avanzata fase di costruzione.

Circa 13milioni di euro provenienti da alienazioni di alloggi sono le risorse che l’Erap utilizzerà per la costruzione e ristrutturazione di 126 abitazioni, di cui 36 a Pesaro. Proprio per questi ultimi alloggi, la prossima settimana il presidente dell’Erap incontrerà il sindaco al fine di individuare le aree in cui costruire le nuove abitazioni da destinare all’affitto permanente a canone agevolato. L’incontro con il primo cittadino sarà anche l’occasione per riaprire il capitolo delle case popolari di via Mazza, in avanzato stato di degrado. In attesa di decidere il destino della struttura nel cuore della città, l’Ente regionale per l’abitazione pubblica partirà con la pulizia degli spazi dell’edificio.

"Il problema abitativo — ha precisato ieri l’assessore Luca Bartolucci — è molto rilevante. I costi, sia per l’acquisto di una abitazione che per l’affitto, sono molto elevati. Quindi, il primo dovere di chi entra in possesso di una abitazione pubblica, è quello di custodirla e fare in modo che possa essere reintrodotta nel mercato quando sar

-----------------------------------------------------------
Vittorio Macioce: IL FUTURO IN DIALETTO

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Aveva ragione Rossella O’Hara, alla fine ti resta la terra. Le radici, Tara, la polvere che ti sporca le mani, certe espressioni che solo chi è nato dalle tue parti può capire, un paio di proverbi senza traduzione. Come fai a spiegare a uno di Milano cosa vuol dire apucundria? Non è angoscia. Non è solo melanconia. Non è blues. Apucundria è solo apucundria. Come fai a raccontare l’orgoglio antico, roba che ha a che fare con Cicerone e Caio Mario, nascosto nella parola pescrà, che vuol dire semplicemente dopodomani e viene dal latino post cras. C’è un collega che ogni tanto, quando non gli va bene un pezzo, spara in barese un Crìste dè u pàen a ce na tine dint.
Il dialetto funziona. Non è più chiusura. Non è analfabetismo. Ma è un marchio di origine controllata, l’altra faccia della globalizzazione. Non è poi così strano. Nell’era delle merci senza identità, nel mondo dove tutte le vacche sono nere, il dialetto sembra avere ancora qualcosa da dire.
Basta poco. Il call center, anzi il centralino, del Comune di Como risponde ai cittadini in tre lingue: italiano, inglese e comasco. In poco più di 24 ore arrivano 3.500 telefonate, contro le 388 di media. A Como ne parlano tutti. Poi la notizia corre per il resto d’Italia. Qualcuno sorride dell’ultima pacchianata nordista. Intanto gli spagnoli de El Mundo chiamano il sindaco per un’intervista. Si chiama Stefano Bruni, primo cittadino in quota Pdl e alleanza leghista, e spiega che il servizio in dialetto è utile soprattutto per gli anziani.


-----------------------------------------------------------
Napolitano: basta tribune tv agli ex terroristi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

La Regione ingaggia un avvocato per controllare la deontologia delle imprese che si occupano di esequie e cimiteri. Un incarico pagato tremila euro. Varati per legge anche una Consulta alle "attività funerarie" e un "Istituto di Thanatologia": per lo studio della morte e le modificazioni del corpo


Ghandi se ne sta placido proprio in cima alla collina di Posillipo e si gode la vista mozzafiato sul Golfo di Napoli. Il Mahatma era certamente un grande uomo, ma perché proprio il capoluogo partenopeo avrebbe dovuto dedicargli un busto, con tanto di taglio del nastro da parte di Rosa Russo Iervolino? La risposta è forse in una delle lezioni del guru della non violenza: «In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica». Al Consiglio regionale campano l'hanno imparata a memoria e hanno deciso di superare il maestro: da oggi manco la morte scampa più al palazzo. Sei un cittadino campano che sente approssimarsi la fine o vuole semplicemente portarsi avanti, convinto che non bastino corna e scaramanzie varie? Tutto sotto controllo, ci pensa il consulente per i funerali della Regione. In fondo è venuto via a poco, solo tremila euro per garantirsi l'apporto di un signor professionista, addirittura un avvocato, che la terza commissione consiliare ha ingaggiato come consulente deontologico per il lavoro delle imprese funebri.

-----------------------------------------------------------
"I rom sono la nuova mafia del nord"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Parla Ezio Basso, il pm che per primo ha accusato gli zingari di associazione per delinquere. Risultato: trecento arresti e duecento condanne pesanti. Una sera gli hanno tirato tre molotov sul balcone di casa. Ma lui non si lascia intimidire: "La loro è vera criminalità organizzata"


Mondovì (Cuneo) - «La delinquenza dei nomadi è per l'Italia del Nord quello che la mafia e la camorra sono per l'Italia del Sud. Imeccanismi di fondo sono uguali: controllo del territorio, spartizione intimidazione, struttura gerarchica. Per questo ho deciso che era doveroso accusare le bande di nomadi del reato di associazione a delinquere. E le sentenze mi hanno dato ragione». Il pubblico ministero Ezio Basso è nato a due passi da qui. E qualcosa vorrà dire il fatto che senta come sue questa terra, questa gente, queste montagne che ingombrano l'orizzonte.
Quando alle sette e mezza del mattino va in ufficio i passanti lo riconoscono e lo salutano. Da lui si aspettano tutela. E poiché qui a tartassare gli onesti è da sempre una colonia di nomadi, ilpmEzio Basso ha applicato la legge con durezza. Anzi, dice lui, «con cattiveria ». Ha, per la prima volta in Italia, contestato ai nomadi l'articolo 416 del codice penale: associazione a delinquere. Risultato: trecento arresti, duecento condanne. Pesanti. Una sera gli hanno tirato tre molotov sul balcone di casa, incendiando la stanza dove giocava il figlio di un anno e mezzo. Appena comprata l'auto gliel’hanno devastata. Chi è stato? «Sono stati loro, ovviamente» sorride Basso. «L'indagine è stata mandata a Milano e lì credo sia stata archiviata a opera di ignoti. Ma di dubbi non ne ho».

-----------------------------------------------------------
Matteoli: "Subito il via a Pedemontana, Tav e ferrovie del Veneto"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il ministro delle Infrastrutture: "C’è chi soffia sull’ideologia ambientalista per dire solo no. Il governo ascolterà tutti poi però deciderà perché le grandi opere devono ripartire"
da Roma

Ministro Altero Matteoli è giusto dire che lei è tra i veterani del nuovo governo?
«Io e Roberto Maroni siamo gli unici due ad aver giurato per la quarta volta. Siamo rimasti solo noi della pattuglia del ’94».
Ed è una buona cosa?
«Ci sono tante facce nuove e tanti giovani, secondo me è proprio una bella squadra, risultato del lavoro fatto da Silvio Berlusconi, costretto a dire no a tante persone che magari meritavano come noi di stare qui».
E invece lei si è trovato a giurare insieme a giovanissimi come Giorgia Meloni...
«È stata la migliore risposta da dare ai giovani e alle loro incertezze sul futuro. Così come l’avere messo una donna di nemmeno 35 anni all’Istruzione».
Nel precedente esecutivo lei era ministro dell’Ambiente e ora si ritrova dall’altra parte della barricata, alle Infrastrutture e ai Trasporti. Cambia qualcosa?
«Non c’è nessuna contraddizione. Io sono contento che la Prestigiacomo sia andata all’Ambiente, ho lavorato con lei, so quanto è brava. E so che ha la mia stessa logica».
Che sarebbe?
«Giusto il dialogo, ma poi le opere pubbliche si devono fare».
Che situazione ha trovato al ministero?
«Devo essere sincero, il governo Prodi ha combinato tanti disastri, ma alle Infrastrutture, nonostante l’ex ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, non è stato cancellato tutto quanto aveva fatto il precedente governo Berlusconi. Alcune cose le hanno continuate. Certo, al rallentatore, come per la Livorno-Civitavecchia che è bloccata. Bisognerà riavviare i motori».
Ma è vero che lei è stato iscritto a Legambiente?
(ride) «Sono stato iscritto d’autorità da Ermete Realacci (presidente dell’associazione ambientalista, attualmente esponente del Partito democratico, ndr)».


-----------------------------------------------------------
Hezbollah scatena la guerra a Beirut Italiani a rischio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

L’attività delle forze Onu sorvegliata dai miliziani sciiti
I militari italiani nel Sud del Libano gettano acqua sul fuoco e garantiscono che la situazione è sotto controllo. «Quattrocento pattuglie continuano ad uscire senza cambiamenti di rilievo e non si segnalano disordini», assicura il tenente colonnello Enrico Mattina, portavoce della missione Unifil. Almeno nella versione ufficiale non sembrano rendersi conto di trovarsi sull’orlo di un vulcano, che rischia di eruttare nella nuova guerra civile libanese. «Per il momento non abbiamo ricevuto alcuna indicazione o segno di disordini e non è stato richiesto un potenziamento delle misure di sicurezza», spiega via telefono Mattina dal quartier generale dei caschi blu a Naqura. Si riferisce alla zona di competenza dei 13.291 soldati di 28 nazioni, compresi 2.141 italiani, a sud del fiume Litani.
Un centinaio di chilometri più a nord le milizie armate del partito sciita Hezbollah hanno preso il controllo di metà capitale spazzando via i sunniti. Mattina di Beirut nemmeno ne parla, ma sembra ignorare anche la provocazione delle milizie sciite a Tiro, la grande città nell’area di competenza dei caschi blu. Ieri i miliziani di Amal, il partito del presidente del Parlamento Nabi Bherri, alleato di Hezbollah, hanno fatto i bulli negli uffici del mufti sciita di Tiro, Sayd al Amin. Un esponente religioso moderato che critica fortemente sia Amal che Hezbollah e per questo è nel mirino.
«Sono entrati armati all'interno dei nostri uffici di Tiro - ha spiegato il mufti alla televisione Al Arabiya -. La nostra è una missione religiosa e non politica. Ciò che sta avvenendo in Libano non sarebbe mai dovuto accadere». Secondo altre fonti i miliziani di Amal hanno voluto solo piantare la loro bandiera nell’anticamera dell’ufficio-moschea del leader religioso. L’esercito libanese è intervenuto e i facinorosi sono stati allontanati, ma la provocazione dimostra il clima che si respira anche nel sud del Libano. Hezbollah e Amal stanno assumendo il controllo armi in pugno e chi si oppone finisce male.
Segnali di allarme erano già arrivati. Fra il 30 ed il 31 marzo un camioncino sospetto era sfuggito al controllo dei soldati italiani per l’intervento di due gruppi di armati. Come rivela Panorama nel numero in edicola ci sono stati altri due incidenti simili. Lo ha confermato lo stesso generale degli alpini, Claudio Graziano, in un briefing all’ex ministro della Difesa Arturo Parisi. Ovviamente nessuno ha accusato Hezbollah parlando genericamente di «uomini armati». Secondo Panorama il generale della Brigata Ariete, Paolo Ruggiero, appena rientrato dal cambio di comando dei caschi blu italiani a Tibnin, ha raccontato che i nostri soldati sono riusciti a scovare 248 bunker in cemento armato e diversi depositi di armi. Però «tutte le nostre attività sono costantemente monitorate dai servizi di vedetta, a piedi o in motorino» del partito armato sciita. «Stiamo monitorando ciò che accade e siamo pronti a reagire se la situazione cambiasse» è l’unica concessione realistica del tenente colonnello Mattina. Per il resto sembra che i nostri soldati non si trovino in Libano, ma su un altro pianeta.

-----------------------------------------------------------
Prestigiacomo, esordio con gaffe

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

È l’unica a parlar bene di Pecoraro
La titolare dell’Ambiente va al di là dei ringraziamenti di rito e incensa il predecessore, responsabile del caos rifiuti
Quell’Ambiente non dev’essere salutare se la Prestigiacomo come prima uscita nel giorno del suo insediamento al ministero non trova di meglio che dire: «Ringrazio tantissimo Alfonso». Alfonso è Pecoraro Scanio, l’uomo che è riuscito nell’incredibile impresa di dissolvere il proprio partito - la Sinistra arcobaleno - e la sua stessa immagine di ministro, che oscilla fra le lampadine ecologiche e le flessioni sulla spiaggia a beneficio dei fotografi, fra i niet alle cave e le risate nelle cattedrali durante i funerali di Stato.
Abbiamo pensato che si trattasse di un atto di parossistica galanteria e subito dopo che fosse una beffa, una sottilissima, raffinata, e un tantino perfida declinazione di ironia siciliana. Perché certo non potevamo credere che la Prestigiacomo fosse sincera quando ha lodato il suo predecessore: «Ha fatto tanto in questi due anni e per questo motivo con lui intendo mantenere un rapporto». O quando ha rivelato: «Abbiamo già discusso di una serie di problemi».
Perbacco. E di cosa, di grazia? Di come sottrarre incentivi agli inceneritori durante l’emergenza rifiuti? Di come proibire i rigassificatori senza i quali l’Italia diventa schiava degli oleodotti? Solo al pensiero di un’affinità del genere ci tremavano le vene dei polsi. Forse per il tono, o per la prospettiva infausta. Non era dunque un paradosso sciasciano, e nemmeno una nota di pessimismo brancatiano, quello della Prestigiacomo, ma un autentico moto di fascinazione per l’uomo rifiutato anche nelle piazze dei suoi comizi. Non pretendevamo certo la scortesia istituzionale, ma una via di mezzo fra il fair play e l’inciucio, quella sì.


-----------------------------------------------------------
Sottosegretari: 39 posti, 100 aspiranti Berlusconi stringe

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il premier sotto assedio deciso ad azzerare i viceministri. Ieri nuova riunione dei vertici azzurri. Tensioni e veti incrociati tra An e Lega. Lunedì le nomine
da Roma

Completata la prima linea del governo, Silvio Berlusconi è ora impegnato nello sprint finale per la messa a punto della squadra dei viceministri e dei sottosegretari. Un puzzle complesso che prevede l’assegnazione di ruoli tutt’altro che marginali e di alcune deleghe pesanti. Il governo, come è noto, non deve superare quota 60. Restano quindi da nominare 39 componenti dell’esecutivo, di cui 9 o 10 con il grado di numero due. Proprio sui vice, però, Berlusconi starebbe meditando una «stretta», con una possibile diminuzione del pacchetto a soli 5 viceministri da suddividere in questo modo: uno ad An (Adolfo Urso); uno alla Lega (Roberto Castelli) e tre a Forza Italia (di cui due quasi certi: Michela Vittoria Brambilla e Paolo Romani).
La scadenza è vicina: il Consiglio dei ministri nominerà, infatti, le figure destinate a coadiuvare il lavoro dei ministri del Berlusconi IV lunedì alle 11 e il loro giuramento avverrà alle 19. Il primo Consiglio dei ministri «operativo» si terrà, invece, nella prefettura di Napoli o venerdì 16 o la settimana successiva. Proprio per chiudere anche questa partita in tempi record, il presidente del Consiglio ha convocato ieri per una riunione di lavoro a Palazzo Grazioli tutto il drappello dei suoi fedelissimi. Unica eccezione la visita del direttore di Rai Fiction, attualmente sospeso dal suo incarico per la vicenda delle intercettazioni, Agostino Saccà. Nel quartier generale del premier si sono ritrovati gli ex vertici di Forza Italia tra cui Sandro Bondi, Claudio Scajola, Angelino Alfano e Fabrizio Cicchitto. Parlando con loro Berlusconi non ha usato mezzi termini. Esasperato dalla raffica di pressioni e richieste che gli sono piovute addosso dai tanti pretendenti alle poltrone ancora da assegnare, il premier ha minacciato di azzerare tutto e nominare solo sottosegretari, fedele al taglio decisionista che si è imposto.


-----------------------------------------------------------
Birmania, pronti gli aiuti Onu ma il regime chiude le frontiere

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Ban Ki Moon tenta inutilmente di aprire un dialogo con il regime
Con il sequestro degli aiuti internazionali inviati finora, la giunta militare birmana è impegnata in un braccio di ferro con l’Onu. E intanto per la popolazione birmana la situazione si fa ancora più dura. L'Onu ieri mattina aveva infatti deciso di sospendere gli invii di cibo e materiale medico al Myanmar. «Il Pam (Programma alimentare mondiale) ha deciso di fermare i voli - aveva detto Chris Kaye, che dirige le operazioni relative all'ex Birmania -. Non era possibile andare oltre, le restrizioni che ci hanno imposto sono inaccettabili. In più, due voli atterrati a Rangoon contengono prodotti alimentari che non sono ancora stati sbarcati». In serata il contrordine: il Pam riprenderà oggi i voli. Per bypassare gli stretti controlli dei generali molte organizzazioni si stanno attrezzando per far entrare gli aiuti via terra o via mare, in modo da non doverli sottoporre agli stretti controlli negli aeroporti. La giunta militare ha dato un «contentino» agli Usa concedendo l’autorizzazione a un volo militare americano per lunedì.
In maniera quasi accorata il segretario dell’Onu Ban Ki Moon ha lamentato l’impossibilità, «purtroppo», di avere colloqui diretti con la Giunta militare del Myanmar nonostante giorni di tentativi seguiti alla furia del ciclone Nargis. Il segretario generale dell’Onu ha rivolto quindi a mezzo stampa il suo «forte appello» ai militari al potere perché consentano l’accesso nel Paese ai soccorritori, evitando che la catastrofe umanitaria si aggravi: «Facciano il possibile per facilitare gli aiuti. Occorre mettere da parte le differenze politiche».
La distribuzione degli aiuti sarebbe, secondo quanto riportato dall'agenzia Asianews, legata a doppio filo con il voto nel referendum costituzionale. Le fonti dell'agenzia di stampa infatti, riferiscono che i membri dell'Union solidarity and development association (un'organizzazione legata alla giunta militare) starebbero costringendo gli abitanti della capitale e dei villaggi limitrofi a «compiere il loro dovere patriottico e a votare sì al referendum» in programma per oggi in cambio del cibo e dei medicinali arrivati dall'estero.


-----------------------------------------------------------
Obama in testa anche tra i superdelegati

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Barack Obama ha superato Hillary Clinton nell’ultimo terreno in cui la rivale vantava ancora un vantaggio: con l’appoggio ricevuto nelle ultime ore da alcuni esponenti del partito democratico, il senatore afro-americano ha lasciato indietro la ex First Lady nel conteggio dei superdelegatì per la convention estiva che darà l’investitura del partito nella corsa alla Casa Bianca. Obama è passato in testa (268 a 267) grazie alla defezione del deputato nero del New Jersey Donald Payne e le dichiarazioni di appoggio di Peter DeFazio, un collega dell’Oregon, e del californiano Ed Espinoza. Non solo: anche John Edwards, ex rivale nella corsa democratica fino alla South Carolina, ha avuto ieri in tv parole di elogio per Obama lasciando trapelare che alle primarie di martedì scorso ha votato per lui.
Sotto assedio su molti fronti che insistono per il ritiro, Hillary ha invece ribadito di voler restare in pista almeno fino alla fine della stagione delle primarie all’inizio di giugno: «Avevano detto dopo l’Iowa che dovevo ritirarmi, e abbiamo avuto il New Hampshire», ha detto la senatrice in un comizio in Oregon, uno degli stati ancora all’asta. Aumentano peraltro le voci che la invitano al ritiro: tra queste il New York Times, che in febbraio le aveva dato l’endorsement, il reverendo nero Al Sharpton, influente nella «sua» New York, l’ex collaboratore del marito Rahm Emanuel.

-----------------------------------------------------------
I tank sulla Piazza Rossa fanno danni per 40 milioni

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Mosca. Per la prima volta dalla fine dell’Unione Sovietica, la piazza Rossa torna a essere la piazza della fierezza militare russa. Per il 63º anniversario della vittoria sulla Germania nazista, grande sfilata di oltre 100 unità fra cingolati, mezzi blindati, bombardieri strategici di ultima generazione. Ospite d’onore il nuovo missile balistico intercontinentale Topol-M: capace di lanciare testate nucleari, è lungo 22 metri, pesa 97 tonnellate e ha una gittata di 11mila chilometri. Può cioè raggiungere qualunque punto degli Stati Uniti. Il missile è il fiore all’occhiello delle forze russe e il suo peso, oltre a incidere sui fondi destinati alla difesa - circa 30 miliardi di dollari, il 20% di più rispetto allo scorso anno - ha inciso pure sul manto stradale della città e della piazza Rossa: secondo l’amministrazione comunale, i costi per rafforzare le strade e per ripararle nei prossimi giorni sarebbero di 40 milioni di euro. La parata - la prima di fatto della Federazione russa - è stata tutta in stile sovietico: cerimonia d’apertura con la rassegna delle truppe del ministro della Difesa a bordo della Chaika, limousine d’epoca; il silenzio rotto dal grido dei militari - ottomila in tutto - con tre urrà; l’inno russo eseguito in apertura. Moltissimi i veterani e tanti gli stendardi e le bandiere storiche rosse con falce e martello, in alcuni casi anche con ritratti di Lenin. Unica differenza dall’epoca sovietica è stata la bandiera russa che nascondeva il mausoleo di Lenin, alla cui sommità in età sovietica stavano i dirigenti. Ieri invece Medvedev, Putin e altre autorità erano su una tribuna a parte. Le celebrazioni della vittoria di quella che fu per l’Unione Sovietica la Guerra patriottica sono la prima occasione ufficiale di Medvedev in veste di presidente della Federazione e capo delle forze armate e di Putin quale suo premier. Nel suo discorso Medvedev ha parlato di conflitti che «non nascono da soli, ma sono istigati da irresponsabili ambizioni. Si deve contrastare ogni tentativo di rinfocolare odi etnici o religiosi e le intenzioni di interferire in affari interni di altri Stati, e di rivedere le frontiere». Chiare allusioni, queste, alla Nato e agli Usa per il Kosovo, l’Irak e l’appoggio alle aspirazioni atlantiche delle ex repubbliche sovietiche di Ucraina e Georgia.

-----------------------------------------------------------
Gli Hezbollah prendono Beirut: 13 morti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il governo Siniora accusa: "Golpe sciita"
La milizia sciita controlla tutti i quartieri sunniti di Beirut: 13 morti. Oscurata tv filogovernativa. Colpito il muro di cinta della residenza del leader della maggioranza parlamentare antisiriana Saad Hariri

Beirut - I militanti armati di Hezbollah hanno preso ieri il controllo di tutta Beirut nel terzo giorno di combattimenti fra il gruppo filo iraniano e i combattenti fedeli alla coalizione di governo sostenuta dagli Stati Uniti. E la maggioranza parlamentare libanese antisiriana accusa: "Questa sera il movimento sciita Hezbollah che guida l’opposizione ha messo in atto un colpo di stato contro la costituzione e le risoluzioni dell’Onu".

Beirut sotto assedio Una fonte della sicurezza ha specificato che gli Hezbollah hanno preso il controllo di tutta la metà della città a maggioranza musulmana, eccezion fatta per un quartiere in cui uomini armati fedeli al governo sono in trattative per deporre le armi. La fonte ha anche detto che alcuni uomini armati, nella zona di Tarek al-Jadeedi, a maggioranza sunnita i cui abitanti sono fedeli al governo, sono in contatto con gli Hezbollah per arrendersi. Intanto l’Arabia saudita, uno dei maggiori sostenitori del governo libanese, ha sollecitato la convocazione di un vertice di emergenza dei ministri degli Esteri arabi per affrontare il problema della crisi libanese. In città si sentono i boati delle granate e colpi d’arma da fuoco nel peggiore scontro interno dai tempi della guerra civile 1975-1990.
Almeno 13 morti Dopo tre giorni di scontri tra le milizie dell’opposizione sciita e i sostenitori del governo filo-occidentale il bilancio delle vittime è di 13 morti e oltre 30 feriti secondo i responsabili della sicurezza libanese. Gli scontri più gravi, come nei giorni scorsi, si stanno verificando nella zona di Mazara, la zona meridionale della capitale verso il mare, ma anche in altri quartieri si registrano violenze. Molti alimenti considerati essenziali, come acqua, pane e latte, iniziano a scarseggiare in alcuni supermercati e le scorte potrebbero non esser arrivare a causa della chiusura, da tre giorni, dell’aeroporto internazionale di Beirut e, da stamani, anche del porto. Le strade continuano a esser deserte e a fare la spesa sono per lo più uomini. All’interno dei supermercati, i clienti si muovono nervosi e con passo veloce tra gli scaffali, con all’orecchio piccole radio portatili accese per rimanere al corrente degli sviluppi della crisi.

-----------------------------------------------------------
Vittorio Sgarbi: Vi racconto la verità sul mio addio a Milano

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Mi dispiace non potere lavorare più per la città di Milano, cui ho dato tutto il mio impegno e la mia conoscenza per aumentare, come chiunque sa e ha visto, l’offerta di arte, di musica, di teatro, anche offrendo stimoli e punti di vista insoliti. I risultati sono davanti agli occhi di tutti e soltanto su questi avrei voluto essere giudicato e magari ringraziato. Sono sempre stato leale e non ho mai pensato, se non per la libertà di pensiero e di visione che la cultura chiede di mettermi in contrasto con il sindaco o con la giunta o di fare gratuite provocazioni, lo stesso attuale ministro della Cultura Sandro Bondi lo ha riconosciuto in un bell’articolo in cui chiedeva alla Moratti di non limitarmi nelle proposte e di non censurare le bellissime mostre di Witkin e Saudek, tristissimo episodio di conflitto contraddetto dai risultati: 15mila visitatori, nessuna protesta che giustificasse la pretesa tutela da parte del sindaco.
E questo è il problema: io non cercavo contrapposizioni o contrasti, ma non potevo immaginare di essere messo sotto tutela dal sindaco che non dice il vero quando mi attribuisce «comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del sindaco e della giunta, incidendo negativamente sull’operato e l’immagine di tali organi». Io sono sempre stato leale e ho cercato di comporre e far convivere contraddizioni che sono tipiche della cultura contemporanea, aumentando la disponibilità all’ascolto dell’amministrazione e migliorandone l’immagine rispetto al rischio di un grottesco bigottismo e alla minaccia all’immagine fisica della città derivata dall’abbattimento del garage di via Podgora, dalla distruzione dello stabilimento dell’Alfa Romeo, dal mostruoso progetto di City Life, stigmatizzato duramente da Berlusconi, dal parcheggio in Sant’Ambrogio, fino al rischio, sventato grazie al mio intervento, dell’abbattimento del garage Traversi e della trasformazione in centro commerciale del Teatro Nuovo. E non era in contrasto né col sindaco né con la giunta la difesa dei monumenti della città, la battaglia per impedire lo sventramento del Teatro Lirico. Poi le mostre: il successo della nuova attività della Rotonda della Besana, i trionfi, per afflusso di pubblico, delle grandi mostre di Palazzo Reale, con code e curiosità che non si vedevano da anni.

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: E Di Pietro è garantista

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Ieri raccontavamo che il Manifesto, a fronte del governo inopinatamente più giovane della storia della Repubblica, aveva titolato «Il vecchio che avanza». Bene: l’Unità, per non essere da meno, ha replicato con un articolo di Lidia Ravera titolato «Il governo dell’andropausa». E uno può dire: vabbe’, è la Ravera, è disinformata. E invece no, è informata: «Nonostante il ringiovanimento generale dell’organico (52 anni di media contro il 55,6 del governo Prodi) questo mi pare un governo senile». Cioè: nonostante sia giovane, secondo me è vecchio. Nonostante il sole spacchi le pietre, secondo me sta piovendo.
È lo stesso schema del solito Marco Travaglio, altro genio che andrebbe solo abbandonato all’intelligenza dei suoi lettori medi. Per capirci: il neo ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è laureato in giurisprudenza, è avvocato, insegna all’università, è un antimafia doc ed è decisamente stimato anche a sinistra, soprattutto tra i giovani. Persino il presidente dell’Associazione magistrati, bestia nera di ogni Guardasigilli, ne ha elogiato il percorso professionale. Ma fa niente, ecco il Travaglio di ieri: «Alfano è totalmente digiuno della materia». Fine. Gli basta scriverlo. Secondo lui è incompetente. A proposito, secondo me Travaglio è Lino Toffolo. E l’Abruzzo è un isola.

-----------------------------------------------------------
Maria Giovanna Maglie: Gheddafi, lo sceicco bianco che gioca

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

La cialtroneria di Gheddafi, lo stile da sceicco bianco ormai penosamente invecchiato, la pantomima volgare della tenda beduina imposta anche a Parigi, sono sempre trucchetti destinati a uso interno. È una pratica dei dittatori far vedere che il mondosi spaventa quando loro minacciano, e usare situazioni di conflitto apparente per tacitare qualunque opposizione interna. Il figlio eviterei di prenderlo in seria considerazione, visto che per ora rappresenta solo sé medesimo.
Piuttosto, giovedì, il ministero dell’Interno di Tripoli ha di nuovo agitato minacce contro l’Italia: «Non bloccheremo più l’immigrazione illegale verso le vostre coste - scrive una nota ufficiale - perché Roma e gli altri Paesi dell’Unione europea non hanno rispettato l’impegno di fornire i mezzi necessari al pattugliamento».
La mossa arriva dopo i recenti accordi siglati dall’Eni che prolungano le concessioni per la produzione di petrolio e gas; e dopo il viaggio lampo dell’ex ministro Massimo D’Alema, in novembre. Considerato giustamente un amico del mondo arabo, D’Alema ha chiuso il contenzioso sui risarcimenti del periodo coloniale, ma ha soprattutto confermato la disponibilità di finanziare la realizzazione dell’autostrada che collega Ras Jdeir ad Assaloum, un’opera controversa da tre miliardi di euro alla quale parteciperebbero diverse imprese italiane, a cominciare dall’Eni.
Ora il colonnello Gheddafi vede un governo nuovo, sente odore di politica seria conto gli immigrati clandestini sui barconi che non ha mai realmente fermato, e torna all’attacco. Ma tutto fa parte dello stesso pasticcio, della «ammuina » che nasconde il disastro e l’incompetenza del colonnello sotto la tenda. I governi italiani, business o non business, dovrebbero cominciare a tenerne conto quando trattano obbligatoriamente con lui, invece di costringere Calderoli a fingersi goffamente pentito, dopo due anni e una dimissione, della sua maglietta della salute a fumetti. Invece di credere che l’assalto al nostro Consolato di Bengasi nel 2006 non lo abbia organizzato lui.

-----------------------------------------------------------
Decreto sicurezza: meno sconti ai criminali

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il giro di vite del governo: basta con la condizionale automatica.
Il decreto sicurezza sul tavolo del primo Consiglio dei ministri: saranno ridotti i benefici della Gozzini


Altro che indulto. Il Pacchetto Sicurezza che Berlusconi ha sul tavolo e che presenterà il prima possibile, forse già alla riunione dei ministri a Napoli, sarà composto di due capisaldi: inasprimento della normativa sull’immigrazione e riforma radicale della legge Gozzini. Sul primo, è noto che la nuova maggioranza vuole far marciare appieno la Bossi-Fini, moltiplicando le espulsioni degli extracomunitari, e quella Direttiva europea che prevede l’allontanamento dei comunitari indesiderati.

L’escamotage, per questi ultimi, specie contro i rom, sarà di fissare la soglia del reddito legale. In mancanza di questo, niente certificato di residenza e poi, dopo novanta giorni, potrebbe scattare l’allontanamento coatto. «Per gli immigrati - conferma Roberto Calderoli - si chiedono abitazioni regolari e soprattutto che dimostrino di avere un reddito. Aggiungerei: un reddito che viene da attività lecite. Bisogna dimostrare che è una persona onesta. Altrimenti scatterà l’espulsione». «Noi - aggiunge Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato - faremo leggi ancora più severe della Fini-Bossi per quanto riguarda l’immigrazione clandestina e solleciteremo un’azione a livello europeo che finora è mancata. Bisogna trovare un sistema per fare le espulsioni. Ma ormai questo è un tema molto sentito in Europa».


-----------------------------------------------------------
Israele, perché il sionismo è un sogno multietnico

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Un numero record di centinaia di nuovi immigrati provenienti da venti paesi diversi sono giunti in Israele lo scorso 5 maggio alla vigilia del 60esimo giubileo dello stato ebraico. Il giorno dell’aliyah è stato organizzato dall’Agenzia Ebraica e dal ministero per l’Accoglienza degli immigrati per celebrare l’arrivo e l’integrazione di più di tre milioni di immigrati dal 1948 ad oggi. A Israele come unico stato multietnico del Medio Oriente dedica uno splendido articolo Haaretz. Quando Haaretz Magazine ha chiesto a Fadela Amara, il ministro francese per gli affari urbani che impressione le avesse fatto Israele, Amara – figlia di immigrati berberi dell’Algeria e nota paladina dei diritti delle donne e degli immigrati schierata contro l’islam estremista – ha risposto: “Mi sono sentita molto a mio agio in Israele. Non sono stata oggetto di occhiate speciali, come spesso avviene agli stranieri. Non ho sentito alcun razzismo, anche se sono certa che esiste. In Israele ci sono tutti i colori, quindi è diventato quasi naturale vedere bianco, giallo, marrone. ... In Francia mi guardano. Per i francesi non sono molto francese. Qui viviamo in una cultura dominante. Quando hai un nome francese e sei bianco con gli occhi azzurri, è un conto. Ma quando ti chiami Fatima e sei un po’ scura, ti guardano in modo diverso. In Israele, grazie alla varietà di gente, non ho provato questa sensazione”.

-----------------------------------------------------------
Maroni: "Ridiscuteremo le regole Ue"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Misure per ripristinare i controlli alle frontiere

Roberto Maroni sta studiando se e come ripristinare i controlli di frontiera nazionali per limitare l'ingresso dei nomadi, la gran parte di nazionalità romena. Ad appena 24 ore dal suo insediamento al Viminale, il nuovo ministro dell'Interno leghista ieri, al suo primo giorno di lavoro, ha voluto subito affrontare il nodo più spinoso della politica di sicurezza del centrodestra, quello che riguarda l'immigrazione.

A proposito di clandestini, le misure per rendere più efficaci le espulsioni saranno agevolate non appena il Parlamento europeo approverà una direttiva sulle espulsioni che estende fino a 18 mesi la possibilità di trattenere in un centro di permanenza temporaneo gli stranieri non identificati. Direttiva che sarà subito recepita dal governo.

Maroni, che porterà già al prossimo Consiglio dei ministri le sue prime proposte, qualche giorno fa aveva annunciato che, in caso di necessità, avrebbe "rinegoziato con la Commissione Ue le regole sulla libera circolazione, ponendo dei limiti quando in gioco c'è la sicurezza nazionale". Una risposta forte sull'immigrazione è la prova più difficile che lo attende, se si pensa che durante il governo Prodi il decreto espulsioni - fatto per allontanare dall'Italia definitivamente cittadini comunitari che delinquono, rom in testa - è caduto due volte.

Non è affatto facile, comunque, andare a dire alla Romania, il cui ingresso nell'Unione europea nel gennaio del 2007 è stato fortemente voluto dal terzo governo Berlusconi, che alcuni dei loro cittadini, in particolare i nomadi, non potranno più, come ora, entrare liberamente nel nostro Paese. E che dovrà riprendersi le decine di migliaia di Rom immigrati in Italia negli ultimi 15 mesi.

MSN Gruppi

unread,
May 11, 2008, 6:45:50 AM5/11/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Il federalismo “lombardo” adottato da Bossi giova anche al Sud. Ecco perchè

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Luca Antonini

Quella del federalismo fiscale è ancora, una “pagina bianca” della nostra storia repubblicana, o perlomeno una pagina che attende ancora di essere scritta in modo da attuarne compiutamente presupposti e potenzialità.

Negli ultimi anni, la Corte costituzionale ha sottolineato in più occasioni l’urgenza di dare attuazione legislativa all’articolo 119 della Costituzione così come è stato modificato dall’imponente riforma costituzionale intervenuta nel 2001. Ad esempio, già nella sentenza n. 370/03 la Corte costituzionale affermava: “appare evidente che l’attuazione del federalismo fiscale sia urgente al fine di concretizzare davvero quanto previsto nel nuovo Titolo V della Costituzione”. Da quel momento sono orami passati diversi anni, ma nulla si è fatto. L’Italia, da questo punto di vista, davvero si conferma come “il Paese delle incompiute”.

La proposta dell’on. Bossi, che riprende il disegno di legge lombardo, è una proposta importante e può costituire un’ottima base di discussione, sen’altro preferibile al disegno di legge approvato dal precedente governo che, sebbene contenesse qualche spunto importante (come un certo superamento della spesa storica), era poi intriso di uno statalismo soffocante che mortificava l’autonomia impositiva regionale e locale, in particolare sui tributi propri. La recente finta regionalizzazione dell’Irap avvenuta con la legge finanziaria per il 2008 è stata emblematica di questa logica: cambiava il nome ma non la sostanza e le Regioni non hanno di fatto margini di manovra sulla nuova Irap falsamente regionalizzata, perchè ne avranno gli oneri (quello di chiedere formalmente l’imposta ai cittadini) ma non i vantaggi (poter fare una politica fiscale).

-----------------------------------------------------------
La Brambilla si occuperà del Turismo Missione speciale: il rilancio di Napoli

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La delega adesso resterebbe sotto l’egida di Palazzo Chigi, e poi diventerebbe un ministero
di Francesca Angeli

Michela Vittoria Brambilla avrà un ruolo di peso nell’esecutivo di Silvio Berlusconi. Il premier non intende rinunciare alla sua collaborazione. Ma forse la rossa di Calolziocorte dovrà avere ancora un po’ di pazienza.

E come accade nelle favole potrebbe veder la sua zucca trasformarsi magicamente in carrozza di lusso. Ovvero da un semplice sottosegretariato o da una delega a un vero e proprio ministero, dopo un provvidenziale colpo di bacchetta magica meglio noto come «spacchettamento». E che ministero. Quello del Turismo, con l’obiettivo prioritario di rilanciare l’immagine dell’Italia ed in particolare di Napoli e del Sud dopo il disastro munnezza che l’ha appannata agli occhi del mondo.

D’altra parte il premier ama ripetere che i sacrifici si chiedono proprio a chi si stima di più e agli amici più cari. Ed in questo caso si tratterebbe di attendere soltanto una manciata di settimane in più. Dunque quale potrebbe essere la soluzione per non deludere le giuste aspettative dell’animatrice dei Circoli della Libertà? Dopo i tanti giri sulla roulette del totonomine, gli ultimi boatos la accreditavano come ambasciatrice del Turismo con una delega di peso al ministero dello Sviluppo Economico, appena affidato a Claudio Scajola. Ma leggenda vuole che nessuno dei ministri di Forza Italia sia disponibile nei confronti della Brambilla. E per la verità pare che neppure quelli provenienti da Alleanza nazionale e dalla Lega la vogliano nel proprio dicastero. Si tratta soltanto di voci maligne ma pare che anche l’ultimo interpellato non abbia fatto eccezione.

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages