Rapporto quotidiano per Club azzurro la clessidra & friends (3 di 3)

75 views
Skip to first unread message

MSN Gruppi

unread,
Mar 4, 2008, 6:44:17 AM3/4/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Liste Pd, la furia della Bonino

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Veltroni: "Primi a presentare le liste". I Radicali non ci stanno: "La proposta dei nove eletti non è stata mantenuta". Polemica anche sull'esclusione di Lumia. Dagli studi di "Porta a Porta" il leader Pd minimizza il distacco: "Ridotto a 4 punti percentuali".

Roma - Precisa di non avere sondaggi suoi, ma di rilevare che in tutti i sondaggi che vengono effettuati in questi giorni, il distacco tra il Pd e il Pdl si è ridotto a quattro punti percentuali. Il segretario dei democratici, Walter Veltroni, ospite di "Porta a Porta", commenta gli ultimi sondaggi effettuati da Renato Mannheimer ma non riesce a frenare le polemiche legate alle candidature nelle liste del Partito democratico. Ma la Bonino attacca: "Promesse non mantenute".

Quattro punti di distacco "Come si vede nei sondaggi di Mannheimer, tra le due coalizioni - Pdl più Lega e Mpa di Lombardo e Pd con Idv - la differenza è di 6,5 punti percentuali. Ma bisogna notare che la differenza tra i due grandi partiti, cioè Pd e Pdl, è di quattro punti". Inoltre, aggiunge Veltroni, "bisogna anche tener conto degli indecisi e delle percentuali di errore statistico". Insomma, "in media tutti i sondaggi danno tra i 6-7 punti percentuali di distacco tra le coalizioni, ma solo 4 tra i due partiti". E poi, "c’è una bella differenza di coesione tra l’alleanza Pd-Idv , che ha sottoscritto il programma e darà vita ad un solo gruppo parlamentare, con quella tra Pdl e Lega, divisi su molti temi".
Polemiche sulle candidature "Ieri sera era stata data scritta a mano la lista dei candidati radicali ed emerge chiaramente che la proposta da loro fatta dei nove eletti non è mantenuta". Dai microfoni di Radio Radicale il ministro per le Politiche Comunitarie, la radicale Emma Bonino, polemizza duramente sulle liste dei candidati rese note ieri dal Partito democratico. La Bonino ha sottolineato che non è una questione di trattativa, ma "la certezza che siamo eletti tutti noi non c’è". Il ministro radicale ha sottolineato inoltre: "Chiediamo e vogliamo la certezza che il Pd sia coerente con la proposta che ci ha fatto". Perché, ha osservato Bonino, "ad oggi risultano inaffidabili rispetto alle proposte che ci hanno fatto". E minaccia: "Noi valuteremo ed eccederemo quello che vorremo e potremo fare". La Bonino ha spiegato che questa questione è stata posta già ieri sera al Pd dopo la riunione nel quartiere generale di largo di Torre Argentina convocata subito dopo la comunicazione della lista dei candidati Radicali ospitati dai Democratici.

-----------------------------------------------------------
Ai gazebo la gente: "Meno casta e più nucleare"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
È l’Italia di tutti i giorni quella che ha affidato le proprie istanze di rinnovamento ai diecimila gazebo del Pdl nello scorso fine settimana. Oltre ad aver votato le priorità del programma del centrodestra i cittadini hanno potuto avanzare suggerimenti da aggiungere alle proposte già contemplate. Ed è in questo spazio libero che il sentiment dei cittadini ha trovato sfogo: c’è bisogno di sicurezza, aiuti alle famiglie e meno tasse, ma soprattutto di dare un taglio alle prebende della «casta».
«Dopo aver ridotto drasticamente il numero di deputati e senatori, bisogna procedere con l’eliminazione graduale dei privilegi della casta cominciando con il cumulo di pensioni e vitalizi», ha scritto un simpatizzante. «Bisogna tagliare le spese della pubblica amministrazione. Questo è il Paese degli assenteisti! Il merito non premia», si lamenta un altro. «Di ogni candidato bisogna rendere nota la moralità e il curriculum professionale», chiede un sostenitore del Pdl.
«È assolutamente necessario che i politici taglino i loro stipendi e i loro rimborsi spese», propone un elettore. «Suggerisco che vengano esercitati controlli più severi sulla “fine” che fanno i soldi stanziati per attività sovvenzionate dallo Stato», sottolinea una scheda, mentre in un’altra si chiede un censimento di tutte le opere pubbliche incompiute sul modello di Striscia la notizia.
Per il resto, come ha osservato il responsabile Comunicazione elettorale e Internet di Forza Italia, Antonio Palmieri, «i due terzi dei suggerimenti riguardano i tre temi della sicurezza, del fisco e della famiglia, mentre un terzo tratta di questioni non affrontate dal questionario». Tra queste, si segnala l’assoluta disponibilità dei «pidiellini» a riaprire il capitolo nucleare per assicurare un’ulteriore soluzione al problema energetico. «Sul web - aggiunge Palmieri - sono giunte oltre 40mila segnalazioni su 83mila partecipanti alla consultazione. Una passione commovente e una discreta competenza nel proporre soluzioni».

-----------------------------------------------------------
Il Nordest licenzia Calearo: vada pure nel Pd

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Sconcerto e delusione fra gli imprenditori per la scelta del collega. «Ha saltato il fosso ma sposterà pochi voti»

I primi messaggini sono circolati verso le otto dell'altra sera, due ore dopo che la candidatura di Massimo Calearo nel Pd era stata ufficializzata da Walter Veltroni. E non erano teneri con il presidente di Federmeccanica e degli industriali di Vicenza. Questo l'ha spedito Paolo Trovò, fino a poche settimane fa presidente della piccola industria veneta: «Vedo positivamente la candidatura di Calearo nel Pd. Per due motivi: primo perché non sarà un vice della Marcegaglia e così ne guadagna Confindustria. Secondo perché il Pd finché arruola personaggi del genere lavora a favore del Pdl. Saluti».
Sms, telefonate, mail, tutte firmate da industriali del Nordest, tutte di protesta. Il sogno veltroniano di «un grande patto fra produttori e lavoratori» per ora è un miraggio, perché i produttori sono rimasti di sasso. Calearo non ha mai votato a sinistra, la suoneria del suo telefonino (come ha riferito Dagospia) era l'inno di Forza Italia. Nelle interviste esaltava Berlusconi: «Ha una marcia in più e fantasia da vendere». In estate, al Meeting di Rimini, aveva sposato le tesi leghiste dello sciopero fiscale: «Uno choc utile, le tasse hanno raggiunto livelli insostenibili». Si è sempre lamentato che in Italia si lavora poco e nel braccio di ferro con la Fiom per il contratto dei metalmeccanici si era guadagnato la fama di duro, oltre che la scorta.
Ed ecco che l'uomo delle antenne di Isola Vicentina trova a sinistra un posto in Parlamento (e uno da ministro, in caso di vittoria). Andrea Riello, presidente degli industriali veneti, è sconcertato: «Trovo giusto che gli imprenditori si impegnino nella società civile, ma chi ha cariche in Confindustria dovrebbe stare attento ai tempi e ai modi. Gli imprenditori non dovrebbero farsi strumentalizzare. Gli faccio gli auguri, anche se sono rammaricato dalla situazione che lascia a Vicenza».


-----------------------------------------------------------
Montezemolo detta dieci punti al governo

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Nucleare, governabilità, grandi opere: il programma di Confindustria sembra quello del Pdl. Ma sulle tasse...

Milano - Mentre l’ex compagno «Uolter-Si può fare-Veltroni» imponeva ai lavoratori del Nordest il paròn Massimo Calearo come capolista del Pd - dopo aver già fatto altrettanto nel Nordovest con il «padroncino» Matteo Colaninno - il numero uno degli imprenditori italiani saliva ieri a Milano per dettare un irrituale quanto legittimo decalogo al futuro governo. Di qualunque colore esso sarà.
«Confindustria è dentro la politica, ma fuori dai partiti», ha tenuto infatti a premettere Luca Cordero di Montezemolo. Aggiungendo poi, ecumenico, di non voler dare alcuna «indicazione elettorale», ma soltanto di voler raccomandare a chiunque governerà l’Italia quelle «azioni prioritarie» che del resto, come la crescita economica del Paese, «non sono né di destra né di sinistra». Premessa corredata definendo «scelte personali» quelle fatte dai colleghi Calearo e Colaninno. E completata con un veltroniano quanto personale «ma anche»: ovvero il suo auspicio di veder candidati «altri imprenditori nel Partito della libertà e in altri schieramenti». Premessa cui ha fatto seguito la lettura del decalogo. Che se non in tutto, a ben guardare sembra avere molti più punti di coincidenza con il programma del centrodestra che non con quello dello schieramento opposto. Dieci punti che nella forma, lo abbiamo già accennato, si configurano indiscutibilmente come un atto del tutto inedito da parte confindustriale. Ma anche dieci punti che nella sostanza ripropongono temi più volte ascoltati dalle parti di viale dell’Astronomia. Perlopiù condivisibili, pur se non granché inediti.
Al primo posto Montezemolo ha messo non a caso un tema da lui già cavalcato con insistenza: la governabilità, ovvero «quella che da due anni è la priorità delle priorità». E l’ha declinata in ulteriori sottotitoli tra i quali maggiori poteri al premier, compreso quello di proporre e revocare i ministri; la riforma dello Stato nella direzione di un «vero» - lo ha detto e sottolineato - federalismo fiscale; l’abolizione progressiva delle Province e anche di tutti gli enti che ne derivano; massicce liberalizzazioni e privatizzazioni sia a livello nazionale sia nei servizi pubblici locali, cresciuti in modo abnorme; e più in generale l’auspicio di una sempre minore presenza dello Stato (con il suo collegato eccesso di tasse e regole).

-----------------------------------------------------------
Genova, 40enne evirato dall'amante gelosa

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un 40enne sotto choc in un pronto soccorso con un testicolo tagliato e l’altro sanguinante. Prima ha detto che era stato un incidente, poi ha ammesso che era stata la sua "fidanzata"

Genova - Evirato dall’amante gelosa: questa la disavventura di un uomo di 40 anni, che si è presentato domenica scorsa sotto choc in un pronto soccorso a Genova con un testicolo tagliato, probabilmente da un coltello, e l’altro sanguinante. In base alla prima ricostruzione fornita dalla polizia, l’uomo, un professionista del quartiere residenziale genovese di Castelletto, aveva detto inizialmente ai medici di essere stato vittima di un incidente. Ma poi alla polizia ha affermato di essere stato aggredito dalla "fidanzata".
I contorni della vicenda devono ancora essere chiariti, ma l’ipotesi degli inquirenti è che l’autrice dell’aggressione fosse gelosa della moglie dell’uomo. Di certo il 40enne, quando si è presentato domenica scoesa all’alba all’ospedale Galliera, aveva il testicolo destro staccato quasi del tutto, con la ghiandola genitale irrecuperabile, e un’emorragia estesa all’altro testicolo, definito dai medici in condizioni gravissime. L’uomo è stato poi trasferito al reparto di urologia dell’ospedale San Martino di Genova e sottoposto a un intervento chirurgico. Il commissariato ha identificato l’autrice dell’aggressione e compiuto un sopralluogo nell’appartamento dove si sarebbe consumato il fatto.


-----------------------------------------------------------
'Ndrangheta, sequestrati beni per 150 milioni

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Congelato il patrimonio delle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari coinvolte nella sanguinosa faida di San Luca che ha portato alla strage di Duisburg. A San Luca trovato un bunker "caldo"

Reggio Calabria - Beni per un valore di 150 milioni di euro sono in corso di sequestro da parte dei carabinieri del comando provinciale di Locri. L’ingente patrimonio è riconducibile ai componenti delle famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, coinvolte nella sanguinosa faida di San Luca che ha portato alla strage di Ferragosto lo scorso anno. È nel piccolo comune della locride che si stanno concentrando maggiormente i sequestri, il che dimostra che è la roccaforta delle famiglie della ’ndrangheta.
Numerosi sequestri sono in corso anche in Lombardia, dove le cosche riciclano il denaro proveniente per lo più dal traffico di sostanze stupefacenti tramite attività commerciali. In tutto sono state colpite 49 persone appartenenti alle due famiglie rivali, verso le quali il Tribunale ha emesso anche misure personali su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Trovato un bunker "caldo" Un altro bunker è stato trovato dai carabinieri. Si trovava al piano terra dell’abitazione di Giuseppe Pelle, figlio del boss Antonio "Gambazza" che i militari stanno cercando strenuamente da settimane. Si ritiene sia un covo "caldo" come gli altri quattro trovati nella locride e che sono stati attribuiti al capo cosca. Era dotato di un sistema con telecomando, elemento comune in molti bunker di boss della ’ndrangheta.

-----------------------------------------------------------
Hillary, ultima raffica

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Oggi si vota in Texas e Ohio. Ultima chance per l'ex first lady: o vince o si arrende. Obama, in vantaggio, sfiorato da uno scandalo: a processo uno dei suoi finanziatori

Washington - Di sondaggi, per ora, domani sera di conteggi, presto di conseguenze e decisioni. Mentre altre raffiche si preparano, non contro di lei ma contro il suo rivale Barack Obama, da un'altra direzione, dai sostenitori di un altro quotatissimo candidato alla Casa Bianca, il repubblicano John McCain. Si sono annunciate sulle colonne del Wall Street Journal, con delle «rivelazioni» in coincidenza con l'apertura di un processo per corruzione e frode contro uno speculatore immobiliare di Chicago che qualcuno sospetta possa aver fatto qualche «favore» finanziario a Obama, senatore del suo Stato. E c'è chi chiede che sia fatta chiarezza, quasi con le stesse parole con cui pochi giorni fa il New York Times aveva avanzato una simile rivendicazione a proposito dei rapporti, sentimentali o d'affari, fra McCain e una lobbista.
Sono i veleni di sempre di questa campagna elettorale. Ma passano in secondo piano di fronte all'ennesima prova del voto. Quattro Stati chiamati oggi alle primarie, repubblicane ma soprattutto quelle che contano, democratiche: il Vermont, il Rhode Island ma soprattutto Ohio e Texas. Nei progetti iniziali dovevano portare la corona completando il successo di Hillary Clinton nella corsa alla nomination democratica; gli eventi li hanno trasformati nella sua «ultima frontiera», anzi, dal momento che è del Texas che si parla, nel suo Alamo. Una denominazione adatta per diversi motivi, a cominciare da uno storico: dopo l'impetuosa avanzata di Obama (undici vittorie consecutive in altrettante primarie e caucus) la maggior parte dei «sottogruppi» in cui si articola l'elettorato Usa si sono venuti orientando verso il senatore dell'Illinois: prima i giovani, poi gli indipendenti, i diversi elettori repubblicani, poi la maggioranza del voto maschile. Dalla parte di Hillary restano le donne al di sopra dei 65 anni e gli «ispanici». Nel Texas ce ne sono milioni, concentrati proprio nelle aree in cui 150 anni fa il Messico cercò di difendere la sua sovranità sul Texas. Di qui il mito di Alamo, l'Alcazar di San Antonio e della «rivoluzione yankee».

-----------------------------------------------------------
Bjork dal palco sfida la Cina: "Tibet, Tibet"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Dopo un concerto a Shanghai la cantante islandese ha gridato "Tibet, Tibet". I media di Stato l'hanno ignorata ma su alcuni siti internet sono apparsi commenti duri contro l'artista

Shanghai - La cantante islandese Bjork ha sfidato i suoi fans cinesi gridando "Tibet! Tibet!" dopo un’appassionata interpretazione della canzone "Declare Independence" al termine di un concerto domenica sera a Shanghai. Immediatamente l’atmosfera tra il pubblico è cambiata e in molti hanno abbandonato lo Shanghai International Gymnastic Center dove si era tenuto lo show.
I media di Stato hanno ignorato l’accaduto, ma su alcuni siti internet sono apparsi commenti infiammati contro la cantante. Bjork si era già attirata aspre critiche quando, il mese scorso durante un concerto in Giappone, aveva dedicato la stessa canzone al Kosovo, che ha recentemente dichiarato indipendenza dalla Serbia. Subito dopo, il concerto che Bjork avrebbe dovuto tenere a luglio in Serbia, in occasione dell’Exit festival, è stato cancellato. Una coincidenza un po' strana ma gli organizzatori hanno negato che sia stato annullato per motivi politici.


-----------------------------------------------------------
Inizia l’era Medvedev A Mosca decine di arresti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Sciolta con la forza la manifestazione di pochi dissidenti. Gli osservatori europei: elezioni irregolari

I leader del mondo salutano Medvedev e si dicono pronti a dialogare con lui, nonostante la denuncia del Consiglio d'Europa che ha giudicato le elezioni presidenziali «al di sotto degli standard democratici». E a Mosca nulla cambia, soprattutto per chi dissente. Ieri pomeriggio una manifestazione del partito di opposizione liberale Altra Russia non autorizzata è stata repressa con incredibile brutalità dalla polizia. Erano solo cento i dimostranti, per lo più giovani e anziani, armati di bandiere e di striscioni; ma sono stati trattati come pericolosi vandali. Gli agenti, che avevano circondato la zona in tenuta antisommossa, hanno effettuato numerose cariche, picchiando i manifestanti, trascinandoli a forza per decine di metri per poi caricarli sui camioncini. Tra i cinquanta arrestati anche il capo dell'Unione delle forze di destra Nikita Belikh, la dirigente e portavoce di Altra Russia Marina Litvinovic e il noto difensore dei diritti umani Lev Ponomariov. In base alla recente legge antiterrorismo rischiano fino a 15 anni di carcere per estremismo e sovversione.
Non è un inizio confortante per Dmitri Medvedev. Certo, Putin resta in carica fino al 7 maggio e il nuovo presidente non ha pertanto responsabilità dirette in quanto avvenuto ieri, ma ci si aspettava un gesto di apertura, un segnale di tolleranza in linea con la sua reputazione di liberale e moderato. E invece no, domenica notte, il capo uscente e quello eletto hanno assistito fianco a fianco al concerto rock organizzato dietro la basilica di San Basilio per celebrare la vittoria, promettendo continuità. Sono stati di parola e non bastano le notizie provenienti da San Pietroburgo - dove un’altra manifestazione, autorizzata, si è svolta senza problemi, presente l'ex campione del mondo Garry Kasparov - a mitigare l'impressione che nulla cambierà in termini di libertà politica. Chiunque può dar fastidio all'attuale regime viene emarginato, ostacolato, vessato.


-----------------------------------------------------------
Taranto. Diossina in un formaggio locale

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un campione di formaggio locale sarebbe fortemente inquinato da diossina e PCB. A svelare l'accaduto è PeaceLink che, dopo aver fatto analizzare il campione, mercoledì terrà una conferenza stampa per presentare le analisi di laboratorio. Ciò che si sa per certo degli esiti di queste analisi è che hanno registrato un superamento dei limiti di legge per diossine e PCB. Per questo motivo PeaceLink ha già informato la Procura della Repubblica di Taranto. Ora saranno proposti dei provvedimenti da adottare per garantire la sicurezza alimentare.

Intanto, negli scorsi giorni, la Fiom Ggil aveva chiesto uno screening sulla popolazione e sui lavoratori in collaborazione con le autorità sanitarie per rilevare la presenza di diossine e PCB. Dopo la conferenza stampa di TarantoViva, che presentava i campioni di sangue di 10 volontari tarantini e che dimostrava la presenza di valori considerevoli dei due inquinanti, il sindacato aveva dichiarato: "Senza infingimenti e senza voler creare allarmismi non si può che rimanere sconvolti dei primi dati emersi: essi parlano, per quei soggetti che volontariamente si sono sottoposti a campionatura, di un notevole superamento dei limiti di tollerabilità del Pcb”.

E proseguiva: “Per queste ragioni e per non generare altri episodi tragici come quelli di Seveso o Bopal, occorre una rapida e coordinata azione tesa ad una indagine ad ampio raggio per luoghi e classi di campionamento”.

-----------------------------------------------------------
Dall'Onu nuove sanzioni contro l'Iran

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la terza risoluzione sanzionatoria contro l'Iran. Il testo, promosso da Gran Bretagna, Francia e Germania, ha ottenuto 14 voti favorevoli su 15 (l'Indonesia si è astenuta). La risoluzione rafforza le sanzioni già esistenti contro il programma nucleare iraniano.

La risoluzione, vincolante, prevede tra l'altro il congelamento di alcuni beni iraniani oltre a nuovi limiti negli spostamenti dei dignitari del regime dei mullah, visto che Teheran continua ad arricchire uranio in loco. I cosiddetti paesi del 5+1, cioè i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) più la Germania, hanno chiesto al responsabile della politica estera europea Javier Solana di incontrare il responsabile iraniano per le questioni nucleari, Said Jalili. Lo ha detto il rappresentante permanente britannico all'Onu Sir John Sawers, prendendo la parola dopo il varo delle nuove sanzioni dell'Onu contro l'Iran.

Prima del voto ha parlato, a lungo, l'ambasciatore iraniano Mohammad Khazaee, lanciando dure parole contro il Consiglio di Sicurezza, accusato di essersi in realtà abbassato a mettere in opera la politica estera di alcuni dei suoi membrì, tra cui gli Stati Uniti. La Risoluzione 1.803 consolida senza troppo forzare la mano le precedenti sanzioni del 2006 e del 2007, con nuovi congelamenti finanziari e nuovi limiti ai viaggi per i dignitari del regime. Come quelle precedenti la nuova risoluzione dà tre mesi all'Iran per adeguarsi alle richieste della comunità internazionale, e cioè porre un termine all'arricchimento dell'uranio in loco.

L'obiettivo dei paesi promotori era di ottenere - come era successo con le risoluzioni precedenti, la 1.737 del dicembre 2006 e la 1.747 del marzo 2007 - l'unanimità di 15 paesi del Consiglio di Sicurezza. Per superare l'opposizione iniziale di Libia, Sudafrica, Vietnam ed Indonesia, i cinque permanenti - Usa, Gb, Francia, Russia e Cina - hanno accettato di ammorbidire le proprie posizioni, rispetto alle richieste iniziali.

Ma la mossa non è stata sufficiente per conquistare il sì dell'Indonesia, il più grande paese musulmano del mondo, convinto che nuove sanzioni non sono opportune dopo l'ultimo rapporto dell'Aiea, l'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica, non totalmente negativo. Allegata alla risoluzione c'è una nuova lista, più lunga delle precedenti, di società ed entità legati ai programmi balistici e nucleari iraniani i cui beni vengono congelati, oltre ad una lista di dignitari del regime a cui non verrà più permesso di viaggiare.


-----------------------------------------------------------
Liste Pd, Caldarola: “Abbiamo portato la servitù al potere”

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
“Volevamo portare la classe operaia al potere, ma scorrendo i nomi di tante mogli, figlie, portavoce, portaborse, segretari, ragazze/i pon pon, penso che al potere abbiamo portato la servitù”. Peppino Caldarola, sostenitore di Walter Veltroni escluso - sorte toccata anche al costituzionalista Stefano Ceccanti - dalle liste del Partito democratico, commenta in modo caustico - sul blog Vaicolmambo, da lui ideato - la scelta sulle candidature sancita ieri dagli strateghi del loft. Che hanno realizzato una “missione storica”, ironizza Caldarola sin dal titolo del post. In ogni caso, “il blog - assicura l’esponente del Pd - va avanti”. Quanto al suo caso personale, Caldarola avverte: “Non scrivo sulle liste. Leggetele”.


-----------------------------------------------------------
Quei cambiamenti nel sito del partito democratico…

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Se volete, seguite un consiglio del Velino. Andate su www.partitodemocratico.it; superate la piccola valanga di finestre e audiovideo (comprensibilmente) dedicati a Veltroni; schivate i banner sulla Betancourt e sulla pedofilia; evitate l’insidioso tunnel dei forum; e infine, concentratevi sul rettangolino intitolato “Il programma del Pd”.

Naturalmente, una volta entrati, non siate frettolosi. Fate le cose per bene: cliccate su “leggi il testo integrale” e date l’ordine di stampa. Se la vostra stampante non fa i capricci, se il toner è a posto, e se avete messo sufficiente carta A4, usciranno - opportunamente numerate - 37 pagine scritte in Arial 12.

Se avete fatto tutto questo, siete pronti per arrivare a pagina 6, dove (è il capitolo 4 del programma) inizia l’elenco delle 12 azioni di governo che il Pd si propone di attuare. E sapete com’è intitolata la prima di queste azioni? Tenetevi forte: “Finanza pubblica: riprendere il controllo”.

Direbbe D’Alema: “Sconcertante”. Ma come? Non ci era stato detto che Prodi, Visco e Tps avevano messo i conti a posto? Non erano arrivati i complimenti di Almunia (peraltro, presentato dalla stampa italiana come la Statua del Commendatore, quando invece si tratta di un militante politico socialista)? Insomma, non era tutto a posto? Pare di no…Parola di Pd.

Però…c’è un però. Da qualche ora, il nostro consiglio non potete più seguirlo. O meglio, potete seguirlo, ma con minore soddisfazione. Nel weekend, una mano pietosa, al Loft, ha usato non il bianchetto, ma il tasto “canc”. Morale: il titolo è divenuto un po’ più anodino: “Finanza pubblica”. Chissà perché.

Daniele Capezzone

-----------------------------------------------------------
Liste Pd, Pasquino stronca Veltroni e rimpiange Bad Godesberg

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione
“Abbiamo perso le elezioni comunali a Milano candidando a sindaco un prefetto, Bruno Ferrante. Pensiamo forse di vincere le politiche raddoppiando i prefetti e aggiungendo un generale?”. Al politologo Gianfranco Pasquino, ex parlamentare della sinistra, il modo in cui Walter Veltroni si sta muovendo nella scelta dei candidati proprio non piace. Lo “stillicidio” - così lo definisce - di annunci sulle candidature-vetrina non può essere affatto condiviso, dice al VELINO il politologo. Che non risparmia dalle critiche neppure la scelta di puntare su giovani ricercatrici per il ruolo di capolista - “mandarle in Parlamento significa rovinare la loro vita, quanto ritorneranno agli studi si troveranno nettamente distanziate dai colleghi” - né il ricorso a imprenditori come Massimo Calearo “il quale non ha mai detto di essere un uomo di centrosinistra, e del quale non si conoscono le qualità politiche”. La composizione delle liste sembra a Pasquino “rispondere a esigenze prettamente pubblicitarie - ‘un operaio ma anche un imprenditore’. Al gruppo dirigente del Pd era stato chiesto di organizzare elezioni primarie. La risposta è stata no anche laddove i Ds e persino la Margherita avevano manifestato disponibilità: tutto si riduce a un’operazione di vertice”. Il disappunto del politologo è tale da stimolargli nostalgia per il Pci, “che sceglieva i candidati anche attraverso consultazioni della base, così da saggiarne la popolarità e l’indice di gradimento”. Ora, invece, il leader del Pd fa “il bello e il cattivo tempo”. Ma, procedendo a candidature concepite solo per raggranellare “qualche voto in più” (esito del quale Pasquino dubita), rischia - avverte il politologo - di ritrovarsi senza un gruppo parlamentare all’altezza, in cui spicchino 20-30 personalità dotate della necessaria qualità politica. “E parlare di rischio è un eufemismo”.


-----------------------------------------------------------

Per interrompere la ricezione di questo messaggio o modificare la frequenza di ricezione, vai a Impostazioni posta elettronica.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/_emailsettings.msnw

Se hai dimenticato la password e vuoi maggiori informazioni, visita il Servizio utenti di Passport.
http://groups.msn.com/_passportredir.msnw?ppmprop=help

Per inviare domande o commenti, passa alla pagina Scrivici.
http://groups.msn.com/contact

Se non vuoi ricevere altri messaggi di posta elettronica da questo gruppo MSN o se hai ricevuto questo messaggio per errore, fai clic sul collegamento "Elimina". Nel messaggio preindirizzato che si aprirà, fai clic su "Invia". Il tuo indirizzo verrà eliminato dalla lista di distribuzione del gruppo.
mailto:Clubazzurrolacless...@groups.msn.com

MSN Gruppi

unread,
Mar 5, 2008, 6:43:34 AM3/5/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Riforme, Berlusconi: "Rivedere lo Statuto dei lavoratori"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
L’ex premier firmerà con gli italiani un contratto in cinque anni. Sull’articolo 18 chiede "regole nuove e più moderne". E a Montezemolo: "Il decalogo di Confindustria già nel nostro programma"

Roma - Seppur solo virtuale, il corpo a corpo tra Berlusconi e Veltroni è ufficialmente iniziato. Non solo perché tutti e due si dicono favorevoli a un confronto tv (il primo è «disponibilissimo», mentre il secondo lo ritiene «un dovere»), ma soprattutto perché il faccia a faccia - seppure in differita - è andato in scena ieri sull’etere, con il segretario del Pd che di prima mattina registra negli studi di Porta a Porta senza risparmiare affondi e il Cavaliere che a ora di pranzo risponde colpo su colpo durante una lunga intervista negli studi di Sky Tg24. Di certo, senza il tanto invocato ed elogiato fair play delle scorse settimane.
Va detto, a onor di cronaca, che prima di replicare ai fendenti di Veltroni (convinto che dicendo «no» a un governo istituzionale Berlusconi abbia dimostrato di «non essere un uomo di Stato») e prendendo spunto dalla tragedia di Molfetta, il leader del Pdl parla a lungo della sicurezza sul lavoro. «Occorrono - dice a Carelli - molti più ispettori e sanzioni più severe». E arriva a dare la sua disponibilità ad appoggiare il governo Prodi, «ancora in carica per l’ordinaria amministrazione», nel caso decidesse di «prendere immediatamente dei provvedimenti» in materia. «Credo - aggiunge poi il Cavaliere parlando dell’articolo 18 - che si debba cambiare tutto lo Statuto dei lavoratori con l’introduzione di regole più moderne». «Dei dieci punti di Confindustria - dice commentando il decalogo di via dell’Astronomia - non ce n’è uno che non sia ricompreso nel nostro programma». E ancora: «C’è da fare una politica nella direzione degli investimenti nelle infrastrutture per dare sviluppo al Paese e in particolare al Sud». Questioni che saranno al centro del «nuovo contratto con gli italiani» che sarà «in cinque punti» uno dei quali sarà infatti «l’ultimazione dei cantieri delle grandi opere». E anche questa volta «metterò una clausola con i punti che vogliamo realizzare» e «mi impegnerò a non ripresentarmi più». Poi, aggiunge, «adesso c’è anche l’età che è una clausola molto facile da rispettare». Sul fronte della squadra di governo, invece, riconfermato Tremonti: «Sarà ministro dell’Economia e delle Finanze».
Sul nodo Alitalia il Cavaliere è «molto critico». Perché, spiega, «penso che l’Italia non si dovrebbe privare di una compagnia di bandiera e vorrei che gli imprenditori si consorziassero». Insomma, non è «assolutamente possibile» che «un hub come Malpensa venga privato del 72% dei voli».

-----------------------------------------------------------
Campania, traffico di neonati: 10 arresti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Smantellata un'organizzazione di italiani, romeni e slavi. Bloccata la compravendita di un piccolo a una coppia senza figli a Nocera Inferiore. L'inchiesta si chiama "Ladri di bambini"

Salerno - Dieci in manette per compravendita di bebé. Un traffico di neonati tra la provincia di Napoli e l’Agro Sarnese Nocerino è stato scoperto dai carabinieri. In manette una decina di persone: uomini e donne di nazionalità italiana, romena e slava implicati in un traffico di neonati destinati alla vendita a coppie senza figli. L’operazione denominata "Ladri di bambini" nasce da un'inchiesta del pm Amedeo Sessa. I fermi sono stati eseguiti in serata tra Nocera Inferiore e la provincia di Napoli. L’operazione è iniziata ieri sera ed è proseguita con verifiche e perquisizioni per tutta la notte per chiarire il ruolo e le responsabilità delle persone fermate.
La neonata I carabinieri hanno recuperato anche una neonata, molto probabilmente venduta, che è stata subito sottoposta alle cure dei sanitari dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, dove si trova ricoverata.

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: C’era una volta il Codice

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Quando vedo episodi come quello di Filippo Pappalardi, il padre dei fratellini di Gravina tenuto in carcere per palese incaponimento dei magistrati (pardon, per «libero convincimento del giudice»), beh, è brutto dirlo, ma del rispetto della Magistratura io me ne sciacquo le tasche. In Italia, sorry, i magistrati fanno quello che vogliono e come lo vogliono: non ne sconteranno comunque pegno.
Possono scrivere, per dire, che Filippo Pappalardi potrebbe «reiterare il reato»: cioè che potrebbe buttare in un pozzo altri due figli che non ha. Gli basta scriverlo, dubbi zero: e tanti saluti a quel Nuovo Codice, datato 1989, che spesso non è stato acquisito neppure da chi dovrebbe applicarlo. La custodia cautelare dev'essere l'extrema ratio? Chi se ne frega. I giudici delle indagini preliminari vergano carte come se fossero magistrati di Cassazione, non li sfiora che la custodia cautelare e il tribunale del riesame non sanciscono colpevolezze né estraneità oggettive, ma solo opinioni soggettive.
Non gli frega che il cuore del rito accusatorio dovrebbe essere solo il processo, dove si forma la prova: e gliene frega poco anche ai giornalisti, purtroppo. Si è innocenti sino a sentenza definitiva: una frase vacua e scollata dalla realtà. Si è colpevoli dopo sentenza definitiva: solo una formuletta anche questa.

-----------------------------------------------------------
«I Democratici ci copiano sulla sicurezza»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Niente più Cipputi. Addio tute blu, good bye ombrello di Altan. Il Partito democratico ha tagliato il cordone ombelicale non solo con la tradizione comunista e socialista, ma anche con la stessa parola «operaio» che nemmeno una volta ha trovato spazio nel verboso programma della formazione guidata da Walter Veltroni. Ben 15.090 lemmi e mai un riferimento alla classe operaia, a quella che una volta era il tradizionale serbatoio di voti della sinistra. L’analisi testuale del progetto di governo del Pd non lascia spazio alle interpretazioni.
Ma anche. È facile cadere nella tentazione del sarcasmo, ma il difetto che la satira su Veltroni ingigantisce, il tenere forzosamente insieme gli opposti, si riverbera nella stesura del programma. Le parole «pubblico», «pubblici», «pubblica» e «pubbliche» ricorrono ben 79 volte nel testo democrat. Tra «missione del servizio pubblico», «efficacia della spesa pubblica», «pubbliche amministrazioni», «efficienza della spesa pubblica» e via discorrendo l’antica vocazione statalista riaffiora sulla superficie. A farle da contraltare la nuova mission «aziendalista», testimoniata dalle pubblicizzate candidature di Matteo Colaninno e Massimo Calearo. Il concetto di «impresa» ricorre ben 55 volte, quasi a voler suggellare questa nuova sintonia con quelle che una volta erano definite le classi padronali. Non è un caso, quindi, che la parola «sistema» sia utilizzata 37 volte, quasi a sottolineare la necessità di meccanismi che sintonizzino di volta in volta le diverse istanze. Idem per «politica» (39 volte), segno che al potere esecutivo e legislativo spetta un importante ruolo di mediazione.
Italia. Tra le parole più utilizzate nel programma democratico c’è Italia (31 volte), una novità relativa per un partito erede di forze sinceramente internazionaliste (a proposito «nazionale» è usato 28 volte). E che dire di «legge» (32 volte), «mercato» (28), «riforma» (21), «sicurezza» (20), «fisco» (18). Una salutare ventata di «nuovismo» che si aggancia a problematiche strutturali del Dna della sinistra come il «lavoro» (56 volte), le «donne» (citate 20 volte, «aborto» è usata una sola volta), i «giovani» (22), i «diritti» (18) e lo «Stato» (17).


-----------------------------------------------------------
Ceccanti si sente tradito da Walter E parte lo scaricabarile

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Mesi di fatica ripagati così. Con l’esclusione dalle liste, nessuno che se ne assuma la responsabilità e Walter Veltroni che a Porta a porta pronuncia la frase più triste che un «trombato» possa sentirsi dire: «È una delle persone a me più vicine, vediamo se riusciamo a recuperarlo nel gruppo dirigente». Solo che per candidare Stefano Ceccanti (nella foto), pare che il segretario del Pd non abbia mosso un dito. Il costituzionalista è considerato uno dei padri del Pd, e nell’ultimo periodo è stato prezioso «ghost writer» del leader: ha collaborato alla stesura della riforma elettorale con Salvatore Vassallo, ha difeso la linea veltroniana nella commissione per lo Statuto del partito rispetto alle posizioni di Ds e popolari, suo persino l’intervento che il segretario ha letto al convegno dei cattolici mercoledì scorso. Tant’è. Ceccanti non ha fatto mistero di esserci rimasto male: «Se ci fosse una razionalità nella scelta di tagliarmi fuori, ne sarei più contento». Macché. Quando, in chiusura delle liste, Giorgio Tonini ed Enrico Morando sono andati da Veltroni per perorarne la causa, il segretario si è limitato a dire che la decisione definitiva sulla candidatura spettava alla Toscana, perché il costituzionalista era stato inserito fra i nomi espressione delle realtà locali. Colpa del segretario toscano Andrea Manciulli allora? Il suo nome non è stato fatto da Manciulli, fanno sapere gli esponenti del Tavolo degli Otto che hanno compilato le liste. Manciulli nega: «Ci deve essere stato un equivoco: nessuno, tantomeno il Tavolo degli Otto, ha mai proposto alla Toscana di presentare il professor Ceccanti». Per dirla con il vicesegretario del Pd Dario Franceschini: non c’è Ceccanti? Va bè, c’è Vassallo.
Il Giornale

-----------------------------------------------------------
Il Pd lancia la carica dei portaborse

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

«Volevamo portare la classe operaia al potere ma, scorrendo i nomi, penso che al potere abbiamo portato la servitù».

Peppino Caldarola, ex direttore dell'Unità, ex deputato Ds, entrato nel Pd dopo lungo travaglio e, oggi, fuori dalle liste elettorali, sintetizza così la grande innovazione portata dal Partito Democratico nel panorama politico nazionale.
Una settimana di lavoro serrato per chiudere le candidature a tempo record e per riempire le liste di imprenditori, operai, sindacalisti, laici, cattolici e, soprattutto, segretarie, mogli, figli di, portaborse.
Cominciamo dal «club delle mogli». Quella più a rischio era Anna Maria Carloni, consorte del governatore Antonio Bassolino che, in extremis, è riuscita a conquistare un posto a Palazzo Madama in Campania: sarà terza in lista. Conferme anche per la «signora Fassino» Anna Serafini (quarta in Sicilia) e per Linda Lanzillotta (moglie di Franco Bassanini e terza nel collegio Lombardia I della Camera).
Nella categoria «figli di...» il premio va sicuramente a Daniela Cardinale, 26 anni, figlia dell'ex ministro delle telecomunicazioni Salvatore Cardinale. Il papà ha rinunciato alla candidatura, in compenso ha ottenuto per la figlia un ottimo sesto posto nel collegio Sicilia I della Camera. Niente di male se non fosse che, nello stesso collegio, ci sarebbe anche Loredana Ilardi, la precaria lanciata con tanta enfasi da Veltroni che, con il suo nono posto, rischia di rimanere al palo.
Ma i protagonisti indiscussi delle liste del Pd sono sicuramente i collaboratori. Portavoce, segretarie particolari, capi ufficio stampa, semplici collaboratori. Ogni big del partito ha piazzato il suo uomo di fiducia.
A cominciare dalla coppia Veltroni-Franceschini, che ha promosso al rango di parlamentare quasi tutto lo staff del loft di piazza Sant'Anastasia. Nell'ordine: Piero Martino, attuale capo ufficio stampa del Pd, già portavoce di Franceschini, sarà quinto nel collegio Sicilia I alla Camera; Vinicio Peluffo, capo della segreteria di Veltroni (tentò di entrare in Parlamento anche nel 2001 ma perse contro Gianfranco Rotondi nel collegio di Rho, sua città natale), sarà decimo in Lombardia I; Alberto Losacco attuale direttore della struttura nazionale del partito sarà settimo in Puglia; mentre Federica Mogherini, responsabile documentazione della campagna elettorale e responsabile istituzioni del Pd si gode il quarto posto in Veneto I. Infine, dopo averlo seguito per sette anni in Campidoglio come capo della segreteria, anche Walter Verini si fa tentare dal richiamo di Montecitorio e correrà come terzo in Umbria.


-----------------------------------------------------------
Liste a posto fisso, questa volta e basta

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Dobbiamo certamente anche alla mancanza del voto di preferenza la semplificazione dello schieramento politico in corso.

Sono state infatti le liste bloccate a permettere a Veltroni da una parte e a Berlusconi dall'altra di accorpare o assorbire più soggetti politici garantendone però la rappresentanza parlamentare.
L'ex partito della Margherita, per esempio, non avrebbe accettato di unirsi nell'autunno scorso al ben più forte partito dei Ds se non avesse potuto prenotare una sua presenza nel nuovo Parlamento con il meccanismo appunto delle liste bloccate, deplorate solo a parole come "porcata". Esse comportano l'elezione dei candidati nell'ordine, non certamente alfabetico, in cui vengono messi in elenco.
La stessa cosa si può dire delle componenti maggiori e minori del Partito della Libertà, che hanno negoziato con Berlusconi la presenza dei loro candidati nelle liste in un ordine tale da garantirne ragionevolmente l'elezione. Tanto più risulteranno rispettati i patti, tanto più facili saranno poi le procedure annunciate per arrivare in autunno all'effettivo scioglimento delle forze politiche partecipi del nuovo movimento berlusconiano.
Il sistema delle liste bloccate, per le stesse ragioni, ha infine permesso ai vari partiti sottrattisi a Veltroni e a Berlusconi, o rifiutati dall'uno e dall'altro come alleati con la formula dell'apparentamento, di presentarsi alle elezioni da soli o a loro volta accorpati: dalla piccola destra di Storace alla corposa sinistra di Bertinotti e agli ex democristiani di Casini, Pezzotta e De Mita.
Il "merito" delle liste bloccate finisce però qui. E non so francamente se ciò possa bastare a far digerire un rospo grande come il diritto acquisito dalle segreterie dei partiti, grandi o piccoli che siano, di nominare i loro parlamentari, essendo i cittadini chiamati solo a votare le liste a scatola chiusa. Al massimo, possono solo scorrerle su qualche manifesto alle porte dei seggi elettorali.
Se i sondaggi attribuiscono a oltre il 20 per cento degli elettori la tentazione di disertare le urne la ragione va in gran parte trovata proprio nel sistema delle liste catenaccio. Alle quali i partiti, una volta ottenuto in questo turno elettorale l'effetto di una certa semplificazione, farebbero bene a rinunciare rapidamente se vogliono evitare nei successivi appuntamenti con le urne una fuga di massa, e il conseguente e fatale divorzio dei cittadini dalla politica.
Se non si vuole restituire all'elettore il vecchio voto di preferenza, gli si dia almeno il collegio uninominale, che collega ogni simbolo di lista a un candidato, con tanto di nome stampato sulla scheda e chiaramente riconoscibile. Partiti ed elettori farebbero scelte, rispettivamente, più oculate e consapevoli.

-----------------------------------------------------------
Zapatero verso la riconferma

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Con molta probabilità saranno i socialisti di José Luís Rodríguez Zapatero a vincere le elezioni. La maggioranza degli spagnoli, infatti, ritiene che ha governato bene e il suo rivale, Mariano Rajoy, segretario del Partido Popular (PP), ha condotto invece un'opposizione basata sullo scontro, usufruendo inoltre di un appoggio controproducente dei vescovi cattolici.

Gli ultimi sondaggi danno il 42,9% al PSOE e il 38,8% al PP. Se saranno confermati dal voto, i due prenderanno 9 deputati su 10, lasciando i resti a cinque partitini. Nessuno otterrà la maggioranza assoluta di 176 deputati.
La vittoria sarà un successo personale di «ZP», come viene chiamato dalla gente. Nel 2004 Zapatero promise l'uscita dall'Iraq perchè si trattava «di una guerra illegale». E mantenne la promessa. Ma è stato a livello interno che ZP ha rafforzato la sua filosofia politica: «Se uno non è autosuficiente, non è libero», ha sostenuto. Così ha introdotto il «bonus bebè», il divorzio breve, un aiuto ai giovani per l'affitto della casa o un'avvallo ipotecario per acquistarla, il matrimonio tra omosessuali, una legge sull'uguaglianza tra uomini e donne, un'altra per supportare le non autosufficienze fisiche e psichiche e la «Educación para la ciudadanía», che introduce nelle scuole l'insegnamento dei principi di convivenza, tolleranza e uguaglianza, senza alcun riferimento religioso.


-----------------------------------------------------------
Arrestò Riina. "Riprendetevi la medaglia"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

L'uomo che arrestò Riina è indagato per estorsione:
"Voglio andare da Napolitano"

Voglio personalmente restituire la medaglia di bronzo del Quirinale al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e anche l’encomio solenne, al Comando Generale dei carabinieri». Due paginette scritte con il pennarello nero; frasi brevi, lungamente meditate. Dove traspare commozione e anche tutta la rabbia del maresciallo dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio ambientale, Riccardo Ravera, ora indagato dai pm di Torino per concorso in estorsione, assieme a un poliziotto della Stradale, Giuseppe Cavuoti.

Nome in codice «Arciere», il maresciallo fu il vice del capitano «Ultimo». Già. Perché l’uomo che oggi vuole strapparsi dal petto la medaglia, mise le manette ai polsi di Totò Riina, la mattina del 15 gennaio 1993, a Palermo. I suoi guai partono da lontano, nella notte del 19 febbraio 2004 quando, dalla palazzina di caccia di Stupinigi, furono rubati decine di mobili antichi. Un vero tesoro, valevano milioni di euro. Un anno dopo, furono ritrovati in un prato. Intatti. E tutta una gang di antiquari-ladroni finì in cella. Merito soprattutto di «Arciere» e del suo collega agente, pure lui destinatario di un encomio solenne, da parte del ministero degli Interni. Complessa indagine, tra stranezze e colpi di scena: l’Ordine Mauriziano aveva denunciato il furto di 38 mobili d’arte. «Arciere» ne fece ritrovare 42. Curiosa differenza, mentre a Stupinigi stavano indagando un po’ tutti, squadra mobile, Digos, Servizi segreti, Ros. E pure gli investigatori privati delle assicurazioni. Dal Mauriziano furono pagati per il riscatto 250 mila euro, con buona pace di molti, perché il valore del bottino era molto superiore. Da qui, parte l’indagine-bis.


-----------------------------------------------------------
Draghi, stop ai super stipendi in banca

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Bernheim dovrà scegliere: Mediobanca o Generali.
E per Geronzi niente doppi incarichi

Bankitalia mette un freno alle stock option dei banchieri e detta le sue regole perché le banche siano governate in modo da tenere assieme «correttamente obiettivi di redditività e sana e prudente gestione». Vuole che siano bilanciate le funzioni di «supervisione strategica», proprie degli azionisti, e quelle di gestione che spettano ai manager, e punta a evitare «concentrazioni di potere». Molto attesi, i principi e i criteri resi noti ieri dal Governatore Mario Draghi restano quasi immutati rispetto alla prima bozza fatta circolare nell’autunno scorso: sono destinati a influenzare in modo sensibile il panorama finanziario italiano incardinato proprio sulle banche.

In che modo? Ad esempio là dove sanciscono l’incompatibilità tra il ruolo di componente di un organo di controllo di una banca e quello di consigliere in una società nella quale la banca abbia una partecipazione strategica, (sopra il 10%) e vi impieghi oltre il 5% del proprio patrimonio di vigilanza. Un caso che, calato nella realtà italiana, costringerà presto Antoine Bernheim a scegliere una delle due poltrone che occupa: o vicepresidente del consiglio di sorveglianza Mediobanca o presidente delle Generali, che sono appunto partecipazione strategica di piazzetta Cuccia. Scontato che sceglierà Trieste, aprendo la partita della sua sostituzione nell’istituto milanese. Allo stesso modo si blocca la strada - che il socio francese Vincent Bolloré aveva già tracciato - perché il presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca Cesare Geronzi assuma la vicepresidenza delle Generali. Il caso non dovrebbe invece porsi per i consiglieri - Jonella Ligresti e Carlo Pesenti - che siedono sia in Mediobanca sia in Rcs. Piazzetta Cuccia ha sì più del 10% del gruppo editoriale, ma non impiegherebbe oltre il 5% del patrimonio.


-----------------------------------------------------------
Veltroni nel “limbo” a Bruxelles: Pse? Alde? O tutti e due?

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

L’immagine ce la regala un parlamentare italiano: Walter Veltroni con un piede su un cavallo e un piede su un altro. È indeciso: siamo socialisti o liberali? La risposta non ce l’ha. Ed è così che il Pd non ha sciolto la riserva sulla propria collocazione europea. Il tema della “grande famiglia” in cui riconoscersi ha infiammato la fase costituente dei “democratici”. Poi, fatto il partito, non se ne è parlato più. Piero Fassino si è sempre impegnato a rassicurare i dirigenti del Pse sulla vocazione socialista del Pd. Oggi, probabilmente, le rassicurazioni continuano. Ma le difficoltà aumentano. Anche di tipo “logistico”: è emblematico il fatto che, in una delle sue ultime apparizioni a Bruxelles, Veltroni abbia fatto visita al gruppo socialista, “ma anche” al gruppo liberale. In aula, quindi, lamentano dalle parti del Pse, gli eurodeputati del Pd votano su quasi tutti i temi in modo difforme. I vertici del Pse che ne pensano? Seguono gli sviluppi e aspettano, fiduciosi. Del resto, da Roma, continuano ad avere rassicurazioni. Ma ora che Veltroni ha imbarcato nel Pd Italia dei valori e Radicali, iniettando nel partito una bella dose di “centro”, da Bruxelles (e da Roma) emergono i primi dubbi. Il leader socialista, Enrico Boselli, esige spiegazioni: “Il Pd non potrà chiedere mai di entrare nel Pse e lo stesso Veltroni ha chiarito che il suo non è un partito di sinistra”. Quindi “per onestà e per chiarezza dovrebbero dire subito agli elettori da che parte stanno in Europa”. E Gavino Angius si chiede: “Perché Veltroni non si dimette dal Pse visto che il Pd non fa parte di quella famiglia politica?”. Il dibattito continua. E il Pd, come dice qualcuno, resta in un “limbo” politico. Il Pse non pone ultimatum. Ma la “dead line” è di fatto: le elezioni europee del 2009. Allora Veltroni non potrà più nascondersi e dovrà scegliere su quale cavallo salire. Quello socialista o quello liberale o quale?
IL VELINO

-----------------------------------------------------------
Incubi al Loft: vendetta di D’Alema e fantasma di Rutelli 2001

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

“Questa non è politica, è azzardo”. Così, cronache non smentite hanno riferito un giudizio di D’Alema sulle scelte di Veltroni. Come a dire: se per caso si vince, sarà un trionfo per Walter; ma se invece si perde, il segretario del Pd dovrà pagare un conto salato.

E infatti, sono in molti a ritenere che sia in corso l’ennesima puntata dello scontro tra i “duellanti” D’Alema e Veltroni.

C’è da scommettere che presto troveremo sulla stampa frequenti evocazioni del racconto di Conrad, del film di Ridley Scott, e - più prosaicamente - delle molte occasioni in cui il percorso di Massimo e Walter si è incrociato.

Stavolta, è probabile che si giunga alla resa dei conti finale. D’Alema si misurerà sul terreno più difficile (la Campania della monnezza): se riuscirà a salvare il salvabile, e se contemporaneamente la campagna nazionale di Veltroni (tra giovani precarie non troppo precarie, infermiere che non fanno le infermiere, industriali di destra che si candidano a sinistra) dovesse andar male, i dalemiani sarebbero implacabili al momento dell’analisi del voto.

In particolare, al Loft, c’è agitazione perché tutti hanno ben presente un termine di paragone, a danno di Veltroni, e cioè la straordinaria campagna condotta nel 2001 da Rutelli. Contro un Berlusconi fortissimo, e senza Di Pietro (oltre che senza Rifondazione), Rutelli, che pure partiva da uno svantaggio di 14 punti, perse nel maggioritario solo di 400mila voti (cioè dell’1 per cento, mentre nel proporzionale, ovviamente, il divario fu maggiore).

Fu un indubbio successo politico. E se ora Veltroni dovesse fare meno bene, non sarebbero in pochi a farlo (e a farglielo) pesare.
Daniele Capezzone

-----------------------------------------------------------
Elezioni, nella Destra si apre una questione settentrionale

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Si apre una questione settentrionale nella Destra di Francesco Storace. Carla De Albertis, classe 1952, ex assessore alla Salute del Comune di Milano, lascia il partito sbattendo la porta. Giancarlo Pagliarini, da poco simpatizzante, chiede conferme sul programma e sulla sua riforma federale. Ma andiamo con ordine. Per anni a fianco dell’ex leghista Piergianni Prosperini, ora assessore regionale lombardo, determinata, imperterrita, De Albertis dice spesso di rappresentare la vera destra del nostro paese. È stata tra le fila di Alleanza nazionale e per quasi due anni assessore a palazzo Marino. A farla cadere (resta l’unico componente della giunta Moratti rimosso da inizio mandato) è stato il voto sull’Ecopass, il ticket anti smog tanto voluto dal primo cittadino. Da qui la decisione di confluire nella Destra di Storace, insieme alla sempre amica Daniela Santanché e portandosi dietro Pagliarini, ex leghista, già ministro al Bilancio del primo governo Berlusconi. Ora De Albertis cambia le carte in tavola. Lascia il partito di Storace in piena campagna elettorale. Lo fa scrivendo una nota seccata: “Do le mie dimissioni da ‘La Destra’ e da tutte le cariche del partito. Troppo profondi in questi ultimi tempi si sono rivelati i contrasti politici e gestionali: la mia contrarietà all’accordo con la fiamma Tricolore -palesemente espressa ai dirigenti del partito - ; un programma degno di Bertinotti e non della ‘destra di sviluppo’ alla quale io intellettualmente appartengo; programma che accoglie affermazioni tipo ‘infiltrazione di privati’ e ‘l’affitto è una subdola forma di usura’“.


-----------------------------------------------------------
Ripensando a Necci e ai problemi logistici dell’Italia

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
Scrive Paolo Cirino Pomicino nel suo “La politica nel cuore”: “Tra le persone che ho conosciuto, Necci è una di quelle che più è stata capace di essere moderna. Uomo di grande onestà morale e intellettuale, aveva proprio il pallino di disegnare il futuro. A lui non dovevano chiedere di gestire solo un’azienda: quello era un compito troppo modesto per la sua intelligenza, affascinata dal futuro e dagli scenari di medio-lungo termine”. Ha detto il presidente Francesco Cossiga, tra l’altro presidente onorario della Fondazione Necci : “Era un uomo di rara intelligenza, che faceva discorsi che i politici non riuscivano a comprendere”.

Appare incredibile come un uomo tale, a cui nel 1996, si pensa anche per un importante incarico di governo nel famoso e naufragato “tentativo Maccanico”, capiti improvvisamente una mattina, il 15 settembre del 1996, di vedersi gli elicotteri della polizia volteggiare sopra la sua casa romana e di essere arrestato e trasportato nel carcere di La Spezia con una serie di accuse che, alla fine faranno una somma di 42 procedimenti, al termine dei quali Necci viene assolto in 41 e si rifiuta di patteggiare, per motivi d’onore, il quarantaduesimo, da cui poi uscirà indenne.

MSN Gruppi

unread,
Mar 7, 2008, 6:43:26 AM3/7/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Sondaggi, cresce il Pdl

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Nell'ultima settimana il Popolo della Libertà sale al 40,5%, mentre al Partito democratico costa caro l'apparentamento con Di Pietro

Popolo della libertà in ascesa e Partito democratico in calo. Uno scenario che fino a ieri nemmeno il militante più affezionato del Pdl avrebbe sottoscritto; distante anche rispetto alle previsioni di Silvio Berlusconi, che ha parlato al massimo di un vantaggio costante del centrodestra.
Eppure a certificare una tendenza inedita, opposta rispetto a quella descritta quotidianamente da Walter Veltroni, è l’autorevole istituto Demoskopea. Secondo il sondaggio settimanale sulle intenzioni di voto degli italiani, realizzato per Sky Tg24 in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, il centrodestra è passato dal 39,5 per cento della scorsa settimana al 40,5 per cento di ieri. La coalizione quindi, si attesta vicino al 45 per cento, sommando il 4 della Lega Nord e lo 0,5 per cento del Mpa.
Un buon risultato al quale corrisponde uno stop dell’effetto Veltroni.
Il Pd è infatti passato dal 36,5 per cento al 36 per cento. Un calo avvenuto in coincidenza con l’accordo Pd-Italia dei valori. Nell’apparentamento con Antonio Di Pietro sembra che a rimetterci sia stato proprio il Pd, visto che è passato dal 34,5 al 33,5 per cento, Un calo di un punto, compensato a metà dalla crescita del partito di Di Pietro, passato dal 2 al 2,5 per cento. Un mezzo punto in meno, nel complesso, che non è andato alla Sinistra arcobaleno, data all’8 per cento, lo 0,5 in meno rispetto alla settimana scorsa. E nemmeno ai Socialisti, fermi allo 0,5 per cento.
Sembra quindi che, nel caso di Pd-Idv, si stia riproponendo la maledizione delle «biciclette» della prima Repubblica, che racchiudevano diversi partiti e le cui performance elettorali, alla fine dei conti, erano sempre inferiori rispetto alla somma delle singole liste.
Se la cava bene l’Udc di Pier Ferdinando Casini, che con il 7,5 per cento, mette in cassa un risultato paragonabile a quello della sinistra Arcobaleno. Una percentuale comunque non sufficiente a superare lo sbarramento regionale per il Senato che è a otto punti percentuali. Confermate anche le previsioni per La destra, con il 2 per cento.
Si tratta comunque di dati ancora poco indicativi. Un quarto dell’elettorato, ha ricordato anche ieri il sondaggista Nicola Piepoli, è ancora indeciso.
Secondo Demoskopea lo scarto tra Pdl e Pd è di nove punti percentuali. Martedì Veltroni ha parlato di uno scarto tra i due partiti sempre minore e ormai vicino al 4 per cento. Discrepanze non nuove in periodi preelettorali. Che fanno male soprattutto alla categoria dei sondaggisti, tanto che ieri l’Assirm, l’associazione dei maggiori istituti, ha rivolto un invito a non usare i sondaggi «come strumento di propaganda, scagliandoli, come vere armi, contro lo schieramento avverso», per dimostrare che «il proprio avversario utilizza sondaggi di parte». Con la conseguenza, ha spiegato il presidente Nando Pagnoncelli, «di dettare discredito su un’intera categoria e generare confusione tra gli elettori». Antonio Signorini

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Sondaggi, Mannheimer e Piepoli: Casini può togliere voti al Pd

“Un altro di questi nomi e voterò Casini”. Il segnale d’allarme è scattato sul Blog per il Pd. Manuela Grasso, giovane leva della Margherita e animatrice del Blog assieme a Francesco Soro (consigliere di Linda Lanzillotta ora impegnato nel sostenere la corsa di Francesco Rutelli al Campidoglio), ha minacciato di negare il voto al Pd e di darlo all’Unione di centro guidata da Casini. Una reazione alla “sconsiderata pattuglia di inesperti alle prime armi ingaggiati da Veltroni per ingraziarsi il popolo che si ciba di rotocalchi e si emoziona davanti a Buona Domenica”. Candidature che disegnano un profilo ambiguo, difficile da distinguere e apprezzare. L’aut aut - datato 29 febbraio - della giovane sostenitrice dei Dl ha avuto ieri un seguito peggiore: la Grasso ha ammonito che “essendo ormai bassissima” la probabilità di un voto al Pd (“la finta precaria siciliana è la goccia che fa traboccare il vaso”), non sa se abbia senso frequentare quel blog. Un caso isolato? Pare di no, a guardare i forum telematici di area Pd. Incrociando gli umori neri che trasudano dagli sfogatoi online con gli ultimi sondaggi, il quadro per il Pd diventa ancora più fosco: in un rilevamento diffuso ieri, Demoskopea attribuisce alla casiniana Unione di centro una crescita di mezzo punto percentuale (dal 7 al 7,5) nell’ultima settimana.

Al contempo, il Pd arretra di un punto (dal 34,5 al 33,5). E la crescita di mezzo punto dell’Italia dei valori (dal 2 al 2,5) spiega solo in parte il calo del Pd. Mentre il Pdl ottiene il miglior risultato delle ultime settimane, crescendo dal 39,5 al 40,5. Non è dunque dal serbatoio del Pdl che Casini sta sottraendo consensi. Analoghe le indicazioni offerte ieri da Crespi ricerche (in sette giorni cresce l’Udc, sale il Pdl, perde - ben l’1,7 - il Pd). Un mago dei sondaggi come Nicola Piepoli è lapidario: “Flusso di voti dal Pd a Casini? Sì, la possibilità c’è”. Renato Mannheimer, altra autorità in materia, conferma: “In effetti, tra gli elettori potenziali di Casini si riscontra una maggioranza relativa di elettori del Pd. Il cui numero è dunque superiore a quello degli elettori del Pdl potenziali elettori dell’Unione di centro”. Un dato che “un po’ sorprende” Mannheimer. “Altre fonti, però, confermano - conclude il sondaggista - questa capacità di attrazione verso sinistra da parte di Casini”.

Questa tendenza è confermata da Euromedia. L'istituto di Alessandra Ghisleri rileva una visibile una fuga di voti dal Pd verso l'Udc al momento tra lo 0,7 e l'1%. L'Udc è salita - secondo lo studio di Euromedia riportato sul sito di Affari Italiani - al 5,7%, anche grazie all'unione con la Rosa bianca, registrando un incremento dello 0,6%".

Considerevole è il numero di indecisi: costituiscono circa il 26% dell'elettorato. Sono quelli, spiega Ghisleri, che "si sentono esitanti non tanto sul partito verso cui esprimere il proprio consenso, ma si dichiarano titubanti sul significato del loro voto. E così non sanno o non esprimono ancora se andranno o meno alle urne a votare".


-----------------------------------------------------------
Se la sete è di potere, se la fame è di poltrone

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

C’è qualcosa di cupamente autistico, di tristemente autoreferenziale nel modo in cui Marco Pannella sta reagendo al declino proprio e a quello della formazione politica dalla quale è leader storico e che, nel bene e nel male, molto ha inciso nella vita politica e soprattutto sociale del Paese.
Non ci interessa più di tanto sapere come stessero esattamente i termini dell’accordo tra Partito Radicale e Partito Democratico, chi abbia tradito la parola di chi: questo può essere significativo solo per farsi un’idea di quanto possano essere infingardi certi personaggi apparentemente specchiati. Come il buonismo, nella migliore tradizione, nasconda in realtà il coltello a serramanico.
Di una cosa siamo invece sicuri: la totale sproporzione, la mancanza di nesso logico tra presunto torto («Ci avevate garantito nove candidature “sicure” e invece ce ne sono solo sei») e conseguente reazione («Non rompo il patto, ma inizio lo sciopero della sete»).
Vi sono ottimi e pessimi motivi per giustificare uno sciopero; già ne servono di migliori per dare senso a un’opzione “estrema” - se condotta seriamente e con rigore - come quello dell’astensione dal bere. Ieri, guarda il caso, in Puglia per due ore in molti hanno incrociato le braccia per protestare contro l’infinita serie di vittime sul lavoro: una causa nobile, “alta”, tragica. Ma lo stesso non si può certo dire per la protesta dei radicali.


>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Pannella rinuncia all’acqua solo per non perdere tutto il suo gustoso piatto di lenticchie. Verrebbe da dire: per una misera questione di (sotto)potere. Pannella è seccato - e vuole dunque seccarsi - perché non gli eleggono la Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci: dai Marco, maiora canamus. Lancia la sua ennesima crociata laica perché dei novi posti promessigli, tre sono farlocchi tanto quanto questa strana alleanza col Pd, nella quale la presenza radicale varrebbe esattamente come quella teo-dem. Ossia pura testimonianza, un “diritto di tribuna” strumentalmente utile solo a Veltroni e ai suoi fini elettorali; mai qualcosa che incida davvero sulle scelte strategiche, che logica vuole siano riservate allo stesso Walter. In altre parole: una necessità di “completezza di offerta” per un partito supermarket dove tutto deve trovare posto, Paola Binetti ed Emma Bonino, anche l’articolo più esotico, più curioso, più improbabile. From a pin to an elephant, dallo spillo all’elefante, recitava il celebre slogan dei grandi magazzini Harrods di Londra.
Ecco, anche per questo Pannella non può farne nemmeno una questione di principio, di dignità. Quella, l’ha ampiamente svenduta accettando il veto sul suo nome (ma anche su quello di compagni radicali “tosti” e scomodi, come Silvio Viale) nella lista delle possibili candidature. L’ha cancellata imbarcandosi in una meschina trattativa su poltrone & finanziamenti, soldi & potere, che ora sta portando a questi tristi risultati. L’ha definitivamente affossata rinunciando a rompere in un sussulto di orgoglio il patto col Pd, a suo dire non rispettato. Meglio la morte onorevole che la stracca agonia, specie se si ha una certa storia “illustre” da difendere: invece Marco Giacinto ha scelto una forma di protesta cervellotica, sproporzionata, incomprensibile.


>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

È d’altra parte proprio la mancanza di senso, la incapacità di comunicare, la nota caratteristica di questo malinconico tramonto dei radicali. Non mi riferisco solo alla logorrea senza capo né coda che caratterizza i sempre più rari e astrusi comizi televisivi pannelliani. Né alla presenza “inutile” di Emma Bonino all’interno del Governo Prodi.
Nei tempi gloriosi almeno le parole d’ordine erano chiare, la visione nitida: divorzio, aborto, persino la liberalizzazione della droga; comunque ne pensiate, erano battaglie forti, precise, mirate. Erano idee vive. Poi ci si è dispersi in mille rivoli diversi e spesso marginali (caccia e pesticidi, pubblicità Rai e orari degli esercizi commerciali, servitù coattiva di elettrodotto e Ordine dei giornalisti...) che hanno svilito irreparabilmente l’istituto del referendum - è dal 1995 che non si raggiunge più il quorum, 21 quesiti consecutivi sono stati giudicati irrilevanti dall’elettorato, ma hanno appesantito le casse dello Stato -senza incidere minimamente sulla società. È stata una perenne scimmiottatura degli antichi successi, una loro caricatura estenuata ed estenuante.
Così come buffi-tragici sono questi scioperi (della fame e/o della sete) ricorrenti, che ormai inducono l’opinione pubblica all’ironia cinica. Che non sono più fiera battaglia civile, ma sua parodia avvizzita. Gli ultimi dei quali abbiamo memoria - di innumerevoli altri si è persa la traccia nel tempo - sono stati quelli contro l’esecuzione di Saddam Hussein e, poco prima, a causa della mancata nomina da parte del Parlamento di due giudici della Corte costituzionale (con tanto di bicchierone d’urina bevuto in diretta tv): proteste incomprensibili ai più, di certo inadatte a sollevare reale dibattito e mobilitazione popolare, ma che perlomeno si inserivano a pieno titolo nel solco delle battaglie radicali. Potevano rappresentare una degenerazione, ma la radice era pur sempre quella. E la stampa, da sempre amica, ne dava conto. Adesso, invece, Marco Pannella sciopera per avere nove posti sicuri in Parlamento, invece che sei o sette. Per salvare anche economicamente il suo partito, lui che si è sempre battuto per un sistema bipartitico all’inglese. Che brutto, inglorioso tramonto.
Carlo Passera

-----------------------------------------------------------
PD. Chiuse le liste si aprono le recriminazioni

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Walter Veltroni si era gloriato di essere stato il primo a chiudere le liste. Ma a giudicare dal polverone che stanno suscitando le candidature decise dal vertice del Pd, forse, avrebbe fatto meglio a prendersi un po’ di tempo in più. Le scelte su chi entrerà in Parlamento sotto le insegne “democratiche”, sembra scontentare più o meno tutti, replicando quelle baruffe Chiozzotte, già viste ai tempi della coalizione “plurale” dell’Unione. E stavolta, non possono nemmeno fare appello al fatto che tenere insieme esponenti di tanti partiti differenti sia complicato, visto che la decisione di “correre da soli” doveva proprio servire ad evitare simili dissidi.
Invece il “partito nuovo”, ancora ai blocchi di partenza, già si ritrova a fare i conti con le spaccature interne, le quali, il più delle volte, più che da divergenze ideali, sono generate da questioni di poltrone.
Il posto da capolista per il Veneto riservato a Massimo Calearo, ha fatto mugugnare e non poco la base ex Ds e indispettito la Cgil. Situazione che è andata via via peggiorando appena l’ex presidente di Federmeccanica ha iniziato a parlare. Come l’altra sera a Ballarò, quando ha esaltato “San Clemente Mastella”, meritevole degli Altari per essersi immolato al fine di far cadere il Governo. Arturo Parisi, ex ministro di quell’Esecutivo, non l’ha presa bene, tanto da minacciare la sua rinuncia alla candidatura.
Rimanendo in tema, piuttosto scocciato, ci risulta essere anche il senatore Nuccio Cusumano, che Mastella l’aveva abbandonato giusto il giorno della sfiducia a Romano Prodi, quando a palazzo Madama aveva votato insieme al centrosinistra nel disperato tenativo di non far affossare la nave. Per quel gesto eroico, si beccò gli insulti di suoi ex colleghi di partito e persino qualche spintone che lo fece finire all’infermeria. In cambio ha ottenuto solo una candidatura “borderline” al decimo posto in Sicilia e ora si dice «deluso e amareggiato», tacciando i suoi nuovi “compagni” di aver compilato le liste in maniera grossolana.
Lo stesso dicono i Cristiano-Sociali. L’ex corrente della Quercia lamenta che i loro esponenti sono stati «collocati in posizioni quasi impossibili» e che «a tempo debito si riserveranno di fare le loro valutazioni». Più o meno quello che, con più enfasi, vanno dicendo i radicali. Anche loro inviperiti dal fatto che i nove seggi garantiti da Veltroni, non sarebbero in realtà più di sei. In ultimo la componente rosa. Le donne in lista sono tante, ma quelle che effettivamente andranno ad occupare uno scranno alla Camera o al Senato, non saranno un esercito. A certificarlo è un personaggio non di secondo piano come il ministro Rosy Bindi, secondo la quale nel Pd «la presenza femminile è più formale che sostanziale».
Insomma, sulla presentazione delle liste, Veltroni ha davvero bruciato tutti. A cominciare da sè stesso...
Paolo Bassi

-----------------------------------------------------------
Pace fatta tra Russia e Ucraina

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

L’Europa tira un sospiro di sollievo, raggiunto l’accordo sulle forniture

La crisi tra la Russia e l’Ucraina sulle forniture di gas è stata risolta. Ad annunciarlo è il portavoce di Gazprom, Serguei Kupriyanov.
«Le restrizioni alle forniture di gas all’Ucraina sono state rimosse. Il transito di gas verso l’Europa si effettua ormai integralmente» sottolinea il portavoce di Gazprom dopo che il Ceo del colosso russo, Alexei Miller, e il presidente di Naftogaz, Oleg Dubina, hanno trovato telefonicamente una soluzione alla crisi. Le parti, riferisce l’agenzia russa Ria Novosti, hanno convenuto che le forniture di gas effettuate tra il primo gennaio e il primo marzo sarebbero pagate da Naftogaz secondo lo schema stabilito all’inizio dell’anno.
Una soluzione che di fatto tranquillizza l’Ue rimasta a guardare con attenzione a quanto accadeva nell’ex Unione Sovietica temendo una possibile riduzione nelle forniture del gas. Gazprom martedì ha infatti ridotto di un ulteriore 25% le forniture di gas all’Ucraina dopo che lunedì aveva già tagliato il 25%. Il colosso russo chiedeva all’ex repubblica sovietica di rimborsare il suo debito di 600 milioni di euro per il gas consumato nel 2007 e di firmare i contratti per le esportazioni del 2008. L’Ucraina, dal canto suo, affermava che Gazprom aveva cessato di pagare nel 2007 per i servizi di transito di gas russo verso l’Europa. L’80% del gas russo destinato all’Europa transita, infatti, attraverso l’Ucraina. Quando nel dicembre del 2005, Gazprom aveva deciso di interrompere le forniture di gas all’Ucraina provocando di conseguenza una sospensione delle forniture all’Europa.


-----------------------------------------------------------
Pd, Capezzone: Se Veltroni mi copia, almeno citi la fonte

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

“Dopo aver copiato mezzo programma dalla Cdl, Veltroni si riduce a copiare anche me”: così Daniele Capezzone, promotore del network Decidere.net. “Oggi, è andato a Confartigianato a presentare come sua grande idea l’apertura immediata delle imprese. È abbastanza comico – sottolinea Capezzone - che abbia preso pari pari la relazione della mia proposta di legge (l’esempio delle 80 autorizzazioni per aprire una nuova attività, il caso della carrozzeria, ecc…), che abbia copiato la soluzione giuridica (l’autocertificazione), e che abbia solo omesso di citare la fonte, cioè la mia proposta di legge (su cui è disponibile un anno di rassegna stampa). Informo la ‘copisteria Veltroni’ che tutto ciò sta nella proposta di legge da me firmata (con altri deputati di quasi tutti gli schieramenti), approvata alla Camera (prima in Commissione e poi in Aula) e in Commissione al Senato, e che poi, vista la fine della legislatura, non è arrivata al voto finale. Un’altra brutta figura per Veltroni...”.


-----------------------------------------------------------
“Handelsblatt”: Draghi in corsa per la guida della Bce

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Per la successione del francese Jean-Claude Trichet alla guida della Banca Centrale Europea si va profilando un duello italo-tedesco fra il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, e il suo omologo tedesco Axel Weber, presidente della Deutsche Bundesbank. Lo scrive il quotidiano economico tedesco Handelsblatt in un articolo a tutta pagina intitolato “L’eredità della Bundesbank sbiadisce”. Il giornale sostiene che sotto l’attuale presidenza francese si è verificata una silenziosa quanto inesorabile erosione dell’influenza tedesca nella Bce sviluppata in passato con il sostegno dell’olandese Wim Duisenberg, predecessore di Trichet. A giudizio dell’Handelsblatt, negli ultimi anni i tedeschi hanno perso nella Bce posizioni importanti a vantaggio di francesi, spagnoli e italiani. In proposito il quotidiano di Düsseldorf fa i nomi di Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato esecutivo, e di Massimo Rostagno, responsabile del dipartimento di politica monetaria.

L’Handelsblatt ritiene che sarà pressoché impossibile arrestare l’arretramento tedesco nell’esecutivo della Bce “a meno che nel posto più alto sieda dal 2011 un uomo che di nuovo si adoperi attivamente per l’influenza tedesca anziché seppellirla”. Nel 2011 scade il mandato di Trichet e Axel Weber “avrebbe realistiche possibilità di diventare il suo successore come primo presidente tedesco della Bce”, ma nella corsa alla presidenza egli dovrebbe fare i conti con Mario Draghi “che è considerato il suo antagonista con le maggiori probabilità di successo”.

Enzo Piergianni

-----------------------------------------------------------
Aldo Moro, tutte le avvisaglie del rapimento

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il caso Moro prima del rapimento. Cosa si poteva fare per salvare Aldo Moro prima del rapimento? E quante furono le avvisaglie che il presidente della Dc era in pericolo prima del 16 marzo del 1978? Sebbene le Brigate rosse non abbiano mai minacciato pubblicamente Aldo Moro nei loro comunicati prima del 16 marzo 1978, lo statista della Democrazia cristiana sapeva che molti lo avrebbero voluto togliere di mezzo. Del resto fu lui a confidare a Giulio Andreotti il 14 marzo del 1977, un anno prima del rapimento: “Moro mi viene a vedere dopo aver parlato con Zaccagnini (Benigno, ndr). È molto preoccupato che agenti stranieri – di segno contrapposto, ma uniti dallo stesso fine di bloccare l’eurocomunismo – possano essere in azione per far saltare l’equilibrio italiano. Non ha sensazioni. Ma solo sensazioni che lo inquietano molto” (G. Andreotti: “Diari 1976-1979”, pagina 87). Un anno dopo, mercoledì 15 marzo del 1978 il quotidiano Vita sera pubblicò un necrologio che fu ripreso dall’agenzia Osservatorio Politico di Mino Pecorelli. In questo articolo era scritto: “A 2022 anni dagli idi di marzo il genio di Roma onora Cesare 44 a.C. 1978 d.C.”. Il giornalista Mino Pecorelli commentò così questo necrologio a pagina 2 sul quotidiano romano: “Proprio alle idi di marzo del 1978 il governo Andreotti presta il suo giuramento nelle mani di Leone Giovanni. Dobbiamo attenderci Bruto? Chi sarà? E chi assumerà il ruolo di Antonio, amico di Cesare? Se le cose andranno così ci sarà anche una nuova Filippi?”. Nel corso degli anni Moro aveva fatto il callo a tante avvisaglie e a tante indiscrezioni sui pericoli che correva. Il 19 novembre del 1967 il periodico Nuovo mondo d’oggi pubblicò un articolo nel quale veniva riportata la testimonianza di un certo Roberto Podestà, il quale raccontò come nell’estate del 1964 era stato incaricato, in caso di attuazione del “Piano Solo”, di guidare il commando che avrebbe dovuto rapire e uccidere l’onorevole Aldo Moro addossando le responsabilità agli uomini della sinistra. Nel 1968 la pubblicazione Il Bagaglino, vicina alle posizioni della destra per celebrare il primo anno di attività della compagnia romana di avanspettacolo, aveva divulgato un articolo dal titolo “Dio salvi il Presidente”, nel quale l’autore Pier Francesco Pingitore aveva descritto il tragitto mattutino del presidente del Consiglio Aldo Moro citando anche via Fani e aggiungendo queste domande: “È al sicuro la vita del presidente Moro? È ben vigilata la sua incolumità personale. Vengono adottate tutte le misure necessarie a preservare la sua persona da possibili attentati?”.


>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Nei giorni precedenti al rapimento si verificarono due episodi riportati negli atti della Commissione d’inchiesta sulla strage di via Fani (e) sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia. A pagina 66 del Volume primo (Doc. XXIII n.5) della relazione finale vengono riportati due episodi inquietanti. In un rapporto del commissariato di polizia dell’università La Sapienza di Roma, il 10 marzo del 1978 viene annotato un episodio inquietante. Il professor Giuseppe Eusepi avrebbe udito un dialogo tra due persone all’interno dell’ateneo romano. Uno dei due avrebbe parlato di un ordigno esploso all’interno dell’università: “Hai messo tu la bomba all’interno dell’università?”. L’altro rispose: “Io queste cose non le faccio, tanto rapiremo Moro?”. Il professor Eusepi è non vedente. Ascoltando questa conversazione avrebbe riconosciuto nella voce del secondo uomo Gianmarco Ariata, esponente della sinistra extraparlamentare. Il rapporto del commissariato di Ps dell’università di Roma giunse alla Digos solo dopo il rapimento di Moro come confermò alla prima Commissione d’inchiesta Moro il dottor Spinella. Non ci fu nessun approfondimento sulla vicenda. Il professor Eusepi insegna attualmente Regole fiscali e processo di bilancio alla facoltà di Economia dell’università La Sapienza di Roma. Un altro singolare episodio si verifica la sera del 15 marzo del 1978 a Siena. Alle 19 di quella sera, il signor Giuseppe Marchi, anche lui non vedente, urtò contro una macchina parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Dall’interno del veicolo avrebbe ascoltato alcune persone a bordo dell’auto parlare in lingua straniera e in italiano.

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Uno di questi pronuncia questa frase: “Hanno rapito l’onorevole Moro e le guardie del corpo”. Marchi riferisce immediatamente questo episodio ai suoi amici della trattoria che era solito frequentare e nella quale era noto con l’appellativo di “Beppe il bugiardo”. Tuttavia, Marchi e i suoi amici non avvertono nessuno. Solo nel pomeriggio del 16 marzo un certo De Vivo telefona alla Questura di Siena raccontando l’episodio e precisando che la frase ascoltata da Marchi era stata la seguente: “Hanno rapito l’onorevole Moro e ammazzato le guardie di scorta. Anche se Marchi era noto con il soprannome di “bugiardo” c’erano troppe testimonianze che confermavano la sua versione. Nessuno ha mai accertato chi fosse questo De Vivo che aveva segnalato alla Questura l’episodio. Il giudice Ernesto Cudillo riterrà questo episodio come “sconcertante”, ma non si curò di dare seguito a quell’indagine per capire se qualcuno volesse far sapere qualcosa prima del rapimento o se quella fosse stata una frase pronunciata da chi si fece sfuggire un indiscrezione alla vigilia del fatto criminoso.
IL VELINO

-----------------------------------------------------------
Pecoraro capolista in Puglia

>>Da: Il Moro
Messaggio 3 della discussione
E' campano, ha sempre fatto politica a livello locale in quella regione, perchè non va a raccogliere i frutti del buongoverno nella sua regione?.
Strano.......

>>Da: Graffio
Messaggio 2 della discussione
I suoi frutti sono per strada mica sugli alberi..eheh!

>>Da: diamante
Messaggio 3 della discussione
Con quello che e' stato sparso .......................andrei piano a raccogliere frutti..................................!

-----------------------------------------------------------
Due anni di carcere per aver lasciato la sua religione

>>Da: Il Moro
Messaggio 4 della discussione
Condannata seguace del culto della teiera

Malesia: due anni di carcere per apostasia per un'insegnante che fa parte del culto del «Regno del cielo»


KUALA LUMPUR (MALESIA) - È in carcere da lunedì Kamariah Ali, un’ex insegnante di 57 anni, condannata a due anni di reclusione per apostasia da un tribunale islamico nello stato di Terengganu, in Malesia. Tanto le è costato il cosiddetto «culto della teiera», ovvero l’adorazione di una grande teiera venerata dai seguaci del «Regno del cielo», una setta religiosa nata negli anni Ottanta, a cui la donna appartiene, che predica pace e amore.
L’apostasia, ossia l’abbandono della propria religione per seguirne un’altra, è però considerato un reato in Malesia, dove la religione di stato è l’Islam, anche se sono riconosciute altre confessioni. La donna, vedova e madre di quattro figli, già nel 1989 si era rivolta ad un tribunale civile perché riconoscesse il suo distacco dall’Islam, ma senza ottenere risultati.

IL CULTO - Certo è che adorare una teiera può sembrare alquanto bizzarro. Per i membri del «Regno dei cieli» però la teiera rosa alta due piani, ispirata al sogno di un seguace, che campeggia all’interno del loro villaggio, riveste un significato ben preciso: è il recipiente che usa il Creatore per distribuire la sua benevolenza agli uomini. Ecco perché chi entra nel villaggio, molto simile a un parco-divertimenti, per la prima volta è invitato a bere l’acqua contenuta nel grosso vaso blu accanto alla teiera. Qua e là poi potrà capitare di vedere colonne greco-romane, una barca da pesca, e persino un grande ombrello, metafora del conforto e riparo che offre la fede. Nel 2000 il Partito islamico, all’epoca alla guida dello stato del Terengganu, aveva cercato di far chiudere la setta, ma i seguaci ebbero la meglio grazie a un ordine del tribunale. Nel luglio del 2005 invece qualche decina di membri della comunità, fra cui la stessa Kamariah Ali, sono stati arrestati con l’accusa di possedere materiale contrario all’Islam. Tra i fermati si trovavano anche la quarta moglie del capo della setta Ayah Pin, al secolo Ariffin Mohamed; un agente di polizia e il membro di un famoso gruppo rock del luogo. Questo perché diversi seguaci del culto non ammettono pubblicamente di aderire al «Regno dei cieli» per il timore di ritorsioni, lasciando così credere di essere musulmani. Ma quanti sono i membri della setta? Il leader Ayah Pin ne conta diverse migliaia fra la Malesia, Bali, Singapore e altri paesi, grazie al messaggio di amore e tolleranza che predica, invocando la libertà di professare qualunque culto.

Francesca Belotti


>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Terrificante il reato di apostasia. E questa è un poveretta che si farà due anni di carcere.
Per il resto la religione della grande teiera si commenta da sola.

>>Da: castorina
Messaggio 3 della discussione
Mah..che roba, se vogliono adorare una teiera, un tostapane, un aspirapolvere saranno anche cavoli loro, non vedo perchè impedirglielo..due anni di vita bruciati perchè un tribunale di matti decide che la teiera offende l'islam.. assurdo.


>>Da: barbarella
Messaggio 4 della discussione
Poi quando Silvio disse, a ragione, che certe "culture" sono inferiori a quella occidentale fu scandalo.

-----------------------------------------------------------
Dammi un capello e ti dirò dove eri....

>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Per conoscere gli spostamenti di qualcuno non è più necessario raccogliere informazioni sull'uso di carte di credito o localizzare il telefonino: basta un capello.
Secondo Thure Cerling, geologo dell'Università dello Utah, analizzando un singolo capello si può dire dove una persona sia stata, per lo meno negli Stati Uniti.
Cerling, insieme al collega biologo James Ehleringer, ha realizzato un esperimento inviando la moglie di quest'ultimo a raccogliere un po' d'acqua di rubinetto e qualche capello in giro per gli Stati Uniti.
Analizzando i campioni d'acqua ha potuto creare una mappa delle variazioni degli isotopi di idrogeno e ossigeno e ha scoperto che i capelli raccolti negli stessi luoghi dei campioni presentavano le medesime caratteristiche dei campioni stessi.
Chi aveva dunque bevuto un determinato tipo di acqua dal rubinetto ne preservava le tracce all'interno dei propri capelli. Analizzando quindi un singolo capello diventa possibile risalire agli spostamenti del soggetto cui il capello appartiene.
Per restare invece nell'anonimato non è sufficiente bere solo acqua in bottiglia: basta farsi un caffé, un té o un piatto di pasta ed ecco che si diviene rintracciabili. L'unica è essere calvi, mentre più i capelli sono lunghi più la propria storia geografica è ricostruibile.
La polizia dello Utah (Usa) ha già usato con successo questa tecnica per ricostruire gli spostamenti di una donna trovata morta nel Gran Lago Salato. Oltre alle applicazioni possibili per le forze dell'ordine, infine, Thure Cerling sostiene che la sua scoperta possa essere utile anche in campo antropologico e archeologico.


>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Per fortuna....sono quasi irrintracciabile..

-----------------------------------------------------------
Il nuovo che avanza nelle liste UDC

>>Da: Nando179764
Messaggio 6 della discussione
Lumia trova posto nel Pd
E l'Udc "ripesca" De Mita


Ultime limature alle liste.
Il vicepresidente della commissione antimafia capolista al Senato in Sicilia


>>Da: Graffio
Messaggio 2 della discussione
Cuffaro capolista in Sicilia
De Mita in Campania
Andreotti è già senatore a vita, se no Casini lo candidava capolista in Lazio

>>Da: diamante
Messaggio 3 della discussione
Il loro 'ideale e la poltrona.

>>Da: castorina
Messaggio 4 della discussione
Ma che cos'ha la Campania che sforna "ottimi" politici in quantità industriale?

>>Da: aristodog
Messaggio 5 della discussione
Lumia trova posto nel Pd.

Già un partito che imbarca Leoluca Orlando e un esponente dell antimafia mi lascia perplesso...sarebbe come candidare un operaio e un dirigente di confindustria, o -chessò- una ragazza viziata romana e farla passare per giovane che si fa strada nella vita...
(ogni riferimento non è puramente casuale...).


>>Da: ilgattomammone
Messaggio 6 della discussione
Per castorina.
I rifiuti?

-----------------------------------------------------------
Complimenti alla Roma

>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Grande Vucinic

>>Da: aristodog
Messaggio 2 della discussione
Complimentisimi.
Vincere in casa 2-1 ci sta, ma andare a vincere a Madrid non è da tutti.
Aggiungo, con una partita di spessore. Altro che storie: hanno dimostrato al Real cosa vuol dire saper giocare al calcio. La Roma ha sofferto solo all'inizio del secondo tempo (e ci mancherebbe: giocava al Santiago Bernabeu, mica bau bau micio micio), per un quarto d'ora circa, per il resto partita semplicemente ottima.


-----------------------------------------------------------
Acido urticante contro i cacciatori di balene

>>Da: diamante
Messaggio 3 della discussione
E' stata battaglia nei Mari del Sud, una battaglia -dicono pero' gli ambientalisti- non-violenta e giustificata dal fine: proteggere le balene. Gli ambientalisti australiani che da mesi inseguono le baleniere giapponesi, cercando di impedire la caccia ai cetacei, hanno sferratto un attacco a colpi di acido urticante contro una nave giapponese, la Nisshin Maru. Furente il governo giapponese, che ha veemente condannato l'ultima sortita della Sea Shepherd. Gli ambientalisti hanno lanciato un centinaio di buste color marrone contenenti una polvere bianca non identificata e inoltre bottiglie di acido butirrico, una sostanza oleosa che si trova soprattutto nel burro rancido e che ha un odore nauseabondo. "E' stata una battaglia chimica non violenta", ha assicurato in un comunicato il leader di Sea Shepherd, Paul Watson. I cacciatori hanno risposto con gli idranti, ma l'obiettivo -secondo gli ambientalisti- e' raggiunto: per giorni il ponte dell'imbarcazione giapponese sara' impraticabile, scivoloso e impregnato di un odore insopportabile.

Che ne pensate? Secondo me hanno fatto bene.

>>Da: castorina
Messaggio 2 della discussione
Anche secondo me hanno fatto bene.

>>Da: FULVIO-T
Messaggio 3 della discussione
Una volta che avranno ucciso le ultime balene, cosa avranno capito?
Le balene sono un patrimonio dell'intera umanità. Per soddisfare credenze popolari distruggono la fauna marina..bah.

-----------------------------------------------------------
Milan: stagione 2008/2009

>>Da: ilgattomammone
Messaggio 2 della discussione
Ho letto gli acquisti per la prossima stagione. Molti sono però fantasiosi quindi se vi va parliamo di cose reali.

Portieri
Dida: se trova sistemazione, gli si paga la differenza di ingaggio. Altrimenti non si muove visto che ha contratto.
Kalax: confermato

Difensori
Oddo, Kaladze, Nesta, Jankulovski, Bonera sono confermati.
Dovrebbe arrivare Zambrotta.
Penso venga confermato Favalli perchè con le partenze di Maldini, Cafù e Serginho vedo difficile cambiare anche lui.
Digao potrebbe andare a giocare ma uno dei motivi per il quale è al Milan è la presenza del fratello quindi..
Simic forse ora verrà "verificato".. ma secondo me andrà via. Manca quindi 1 centrale.. che secondo me sarà Ferrari in modo da avere soldi da spendere in altri settori.
9 difensori: Oddo, Kaladze, Nesta, Jankulovski, Bonera, Favalli, Digao, ZAMBROTTA, FERRARI (o altro centrale a parametro zero).

Centrocampisti
Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Kakà, Seedorf, Emerson sono confermati. Inutile perdersi in chiacchiere.
Da verificare la posizione di Brocchi e Gourcuff. Io mi libererei di Brocchi per prendere un giovane tipo Cigarini. Il sogno sono giocatori tipo Essien o Diarra ma la vedo molto dura.
8 centrocampisti: Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Kakà, Seedorf, Emerson, Gourcuff??, NUOVO.

Attaccanti
Pato ed Inzaghi sono confermati. Inzaghi ha carta di credito illimitata.
Borriello torna solo se Gilardino se ne va. Altrimenti niente Boriello.
Allo stato attuale delle cose, quello che è più probabile è vedere Boriello a Palermo con Amauri al Milan.. a meno che Zamparini non si impunti. Resta aperta la pista Drogba e quella Ronaldinho. Ma la cosa per me più probabile:
AMAURI, Pato, Gilardino, Inzaghi.

>>Da: FULVIO-T
Messaggio 2 della discussione
Quindi in pratica...

----------------------------------Kalac--------------------------
Zambrotta-----------Nesta----------------Kaladze-------Jankulovsky
---------------------------------Pirlo----------------------------
Gattuso---------------------------------------------------Seedorf
--------------------------------Kakà-----------------------------
Pato-----------------------------------------------------Amauri

--------------------------------Dida----------------------------
Oddo------------------Bonera----------Ferrari-------------Favalli
-------------------------------Cigarini-------------------------
Ambrosini-----------------------------------------------Emerson
-------------------------------Gourcuff------------------------
--------------Inzaghi----------------------------Gilardino------


Acquisti : Zambrotta, Ferrari, Cigarini, Amauri

Personalmente fossi in Silvio a centrocampo oltre a Cigarini cercherei di comprare anche Hamsik mandando via in prestito Gourcuff...
Hamsik può far rifiatare sia Kakà che Seedorf...e mi sembra che sia dotato di maggior carattere rispetto al francesino.

-----------------------------------------------------------
Mastella rinuncia a candidarsi

>>Da: Nando179764
Messaggio 3 della discussione
Mastella: «Non mi candido Sconfitto prima del voto»
...mò posso magnà in pace..... e se candidi chi voe in questa Italia monnezzara!!!

-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Voi vi fidate?

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Esercitazione per l’esame di giornalismo. Il candidato consideri che il parlamentare Antonio Di Pietro, in tema di libertà di stampa, dal 1995 a oggi ha formulato le seguenti proposte: 1) abolizione del segreto professionale dei giornalisti; 2) introduzione del «decreto cautelare di rettifica» qualora una notizia non venga ritenuta corretta; 3) inasprimento delle pene per il reato di diffamazione: alle testate che se ne macchiassero dovrebbe essere imposta una progressiva sospensione dalle edicole; 4) obbligo e non più facoltà, al termine di un’intervista, della rilettura dei virgolettati agli interessati. Si tenga conto che nel 1995 il citato parlamentare ebbe a dichiarare: «Siamo in presenza di una vera e propria dittatura informativa e culturale, fino a quando non verrà rimossa, la democrazia in questo Paese resterà una chimera». Si tenga poi conto che nel dicembre 1994, assediato nella sua villa nel bergamasco, il citato parlamentare prese a calci e pugni un cronista e cercò di colpirne altri con delle testate. Si tenga infine conto il medesimo parlamentare, in un video su YouTube della durata di quasi sette minuti, nei giorni scorsi ha auspicato una «informazione pulita per un Parlamento pulito». Detto questo, il candidato ha a disposizione tre decimi di secondo per rispondere al quesito posto nel titolo di questa rubrica.

-----------------------------------------------------------
Geminello Alvi: Per favore chiamatelo Veltrodi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il settimo punto del programma elettorale del Popolo della libertà, «Un piano straordinario di finanza pubblica», non è stato tra i più scelti. Altri sono i temi che infervorano gli animi. E in effetti sulla sicurezza e le tasse Veltroni somiglia più a Prodi, evolve a Veltrodi. Eppure questa comprensibile scelta, inevitabile in ogni partito di masse, ha un suo difetto. Rischia di mettere all'ultimo posto una questione, che invece merita di stare tra le prime. Giacché l'approccio di questo settimo punto alle questioni di finanza pubblica è in tutti i sensi straordinario. E l'aggettivo va preso alla lettera. Perché l'idea di una conversione del patrimonio statale, di usare gli attivi di Stato, enti locali per diminuire il debito è un atto di coraggio e novità di questa campagna elettorale del Popolo della libertà, e non solo.
Il povero Prodi, e il suo ministro dell'Economia scoppiato nel nulla, avevano troppo assecondato i comunisti falliti con loro al governo. Avevano accennato solo furtivi alle privatizzazioni, osando qualche affitto demaniale. Cedendo quindi all'idea perversa, perché comunista, secondo la quale la diminuzione dell'enorme patrimonio pubblico era un male: un vantaggio per parassiti e pescicani. Idea questa sciocca, giacché lascia invece proprio nelle mani della peggiore politica valori enormi. La massa si sdegna, è ossessa dalle pensioni dei parlamentari, ma non sa che si tratta di briciole. Cifre ben più sterminate sono invece quelle che la politica amministra come immobili, municipalizzate, partecipazioni e altri attivi. Gran parte degli investimenti pubblici finiscono lì a nutrire capitali efficienti solamente a dare poltrone e spese inutili. Dunque è un gran merito, soprattutto di pedagogia delle masse, quello del Popolo della libertà che l'ha inserito nel suo programma.


-----------------------------------------------------------
Stenio Solinas: Il "vecchio" De Mita arruolato da Casini

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Che cosa ci stesse a fare Ciriaco De Mita nel Partito democratico è un mistero di cui solo il diretto interessato conosce la chiave. De Mita non crede nel bipolarismo, disprezza il nuovismo, vede come il fumo negli occhi il leaderismo... Non ricandidandolo, Walter Veltroni in fondo gli ha fatto un favore, e la successiva scelta di correre per l’Udc di Pierferdinando Casini & C., sfrondata dai rancori e dalle ripicche che ogni essere umano si porta dietro, lo restituisce al suo terreno più naturale, la ricostituzione di un centro politico come fonte di potere e di governabilità. Alla sua perdita, la «perdita del centro» appunto, il leader irpino non si è mai rassegnato proprio perché non ha mai creduto che la risoluzione di quell’assenza passasse per «la costruzione di un pezzo del centro nel centro-sinistra e un altro pezzo nel centro-destra»...
Negli anni Ottanta, quelli del suo massimo potere, De Mita era uno dei politici più antipatici che il panorama italiano potesse presentare. Sono rimaste celebri le sue interviste a bordo piscina, il modo con cui salutava i giornalisti parlamentari («sei tanto bravo, hai scritto delle stupidaggini»), la superbia e il sussiego intellettuale. Era intelligente, ma permaloso, colto, ma provinciale. Dei politici della cosiddetta prima Repubblica è uno dei pochi che non si sia accontentato di qualche carica onorifica e uno di quelli che ha dovuto più battagliare per continuare ad avere un ruolo e una visibilità.
Ancora nel ’94, ai tempi di Mani pulite, dovette rinunciare a presentarsi per il Ppi, due anni dopo, al tempo dell’Ulivo, Romano Prodi se ne uscì pubblicamente con un «è meglio se resta fuori». «Sei un vile» gli disse l’altro. «E tu un violento» fu la controreplica. Corse egualmente, con un suo simbolo, nel collegio dell’alta Irpinia, e naturalmente vinse. Dodici anni dopo, a Governo Prodi caduto, ha fatto capire che quello «sgarbo» lì non se l’era dimenticato. «Scarsa vivacità culturale e inutile cocciutaggine», ha detto parlando del leader appena sconfitto. De profundis, insomma.


-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: NON È TEMPO DI MIRACOLI

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Sono tutti un po’ sorpresi dalle parole che Berlusconi sta ripetendo in questi giorni. Chiede il voto agli italiani, com’è ovvio, ma si guarda bene dal promettere l’Eldorado. «È il tempo dei sacrifici», ha detto l’altra sera da Vespa e ha ripetuto ieri al Tg5. È entrato anche in alcuni dettagli: «Per otto pubblici dipendenti che se ne vanno, ne deve essere assunto uno solo». Sono tutti un po’ stupiti e dicono: da uno come Berlusconi ci si aspetterebbero promesse mirabolanti, l’ottimismo più sfrenato. E invece.
A una prima analisi superficiale si direbbe che è cambiato lui, Berlusconi. L’uomo che annunciava meno tasse per tutti ora ribadisce che la pressione fiscale, con lui al governo, diminuirà: ma aggiunge che questo non ci eviterà di tirare la cinghia. «È cambiato lui», dicono: vuole interpretare il ruolo del salvatore della Patria che torna alla guida nel momento dell’emergenza. Più che il Berlusconi del ’94 e del 2001, si propone come Quintino Sella che da ministro delle Finanze annunciò un programma di «economia fino all’osso»; o come Winston Churchill che prendendo le redini del Paese promise ai connazionali «sangue, sudore e lacrime».
Ma se Berlusconi parla come un Sella o un Churchill, è perché è cambiata l’Italia, non perché sia cambiato lui. Non abbiamo, grazie al cielo, i problemi che avevamo nell’immediato periodo post-unitario, né quelli dell’Inghilterra del 1940. Ma che siamo un Paese che teme il declino, un Paese depresso, lo si vede da tutta questa campagna elettorale, non solo da ciò che dice Berlusconi.


-----------------------------------------------------------
Kamikaze a Gerusalemme: è strage

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione

Irruzione in una scuola rabbinica: due attentatori travestiti da ebrei tradizionalisti sparano tra i banchi per 10 minuti prima di essere uccisi: le 9 vittime sono giovani studenti religiosi. Abu Mazen condanna, ma la rappresaglia è inevitabile.

Un massacro all’ora dei salmi e delle letture religiose. Nove ragazzi crivellati di colpi tra gli scranni di una sala di studio e preghiera. Tutt’attorno una decina di feriti, tre dei quali in gravi condizioni. Fuori da quella sala della morte un terrorista palestinese, responsabile dell’incursione, impegnato in una furiosa sparatoria con le forze di sicurezza israeliane. Dura per almeno dieci minuti poi alcuni studenti appoggiati da militari e poliziotti colpiscono e uccidono gli aggressori, riescono a penetrare nella biblioteca e a fornire i primi soccorsi. È finita così, con una strage di studenti religiosi ebraici, una giornata infernale aperta dall’uccisione di un soldato a Gaza, punteggiata da continui lanci di missili sulle cittadine israeliane e conclusa infine da un rappresaglia israeliana costata la vita a quattro militanti della Jihad islamica.
L’epilogo del giovedì nero scatta poco prima delle 21 quando due palestinesi riescono a penetrare a Merkaz Harav, la più importante scuola rabbinica nella parte occidentale di Gerusalemme. Gli attaccanti sono votati alla morte e al massacro. Sono armati di kalashnikov e granate, più tardi verrà trovata una cintura esplosiva. L’armamentario è nascosto sotto dei cappottoni neri assolutamente uguali a quelli degli altri studenti. È una tecnica già sfruttata in passato per mettere a segno alcuni attentati suicidi nel cuore di Gerusalemme. A facilitare l’incursione contribuiscono le scarse misure di sicurezza e l’ora relativamente tarda dedicata allo studio e al raccoglimento.

-----------------------------------------------------------
Sarkozy: ho fatto errori ma farò le riforme

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il presidente francese: "Abbiamo stravinto le elezioni ma lavoro con chi non mi ha votato. Unire è il mio dovere"


Parigi - Monsieur Sarkozy, siamo a due giorni dal primo turno delle elezioni amministrative. Che cosa s'aspetta?
«I francesi stanno per scegliere chi governerà le loro città ed è bene che lo facciano pensando innanzitutto a cosa è bene per le loro città. Ma so che lo scrutinio avrà anche un significato politico di cui terrò conto. Perciò spero molto nella mobilitazione di chi vuole che il cambiamento continui. Sono stato eletto per cinque anni e ogni anno ci saranno elezioni. Il mio quinquennio non sarà comunque condizionato dal voto locale, regionale ed europeo chi ci aspetta. Perché io ho un programma e ho intenzione di rispettarlo. Vale a dire riabilitare il lavoro, dare a ognuno la possibilità di vivere del proprio lavoro, garantire l'autorità dello Stato per tutelare i più deboli, costruire una giustizia che protegga le vittime, tornare a una scuola elementare dove s'insegni a leggere, scrivere, contare e finirla con il fiasco negli studi. Il mio compito è condurre a termine tutte le riforme che non sono state intraprese in Francia in tutti questi anni. Comunque per me, come per tutti i francesi, cambiare è ormai un obbligo».
Continuerà la sua politica di apertura?
«Dovere di un presidente è unire, rifiutare ogni settarismo. La Francia ha un gran bisogno di tolleranza. Abbiamo nettamente vinto le elezioni presidenziali e legislative, ma ho voluto lo stesso lavorare anche con chi non m'aveva votato. Non lo rimpiango: unire è il mio dovere».
Non crede che i suoi elettori vogliano un'apertura a destra, oltre che a sinistra?
«Le aperture sono innanzitutto uno stato d'animo. Ma non è forse la politica voluta dai francesi proporre quote per l'immigrazione? O mantenere in carcere soggetti pericolosi anche dopo la fine della pena? Riconciliarsi con gli americani non è forse un cambiamento che piace ai francesi? Sono politiche che rompono con tanti anni di lassismo. Facciamo solo ciò che abbiamo promesso alle elezioni. È una questione di rispetto, credibilità e anche morale».
Come spiega il suo calo nei sondaggi?
«Per sei anni ho avuto una popolarità allo zenit. E i miei avversari dicevano che non significava nulla. Oggi, dopo due mesi di calo, le stesse persone spiegano che la situazione è gravissima. Certo, i buoni sondaggi facilitano le riforme e i cattivi le complicano, ma ciò non cambia i miei programmi anche se devo tenere conto degli umori della gente in qualsiasi momento».

-----------------------------------------------------------
La macchina che legge nel pensiero degli altri

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Analizza il cervello e così indovina che cosa guarda una persona
Nel film commedia What women want Mel Gibson scopriva, dopo uno scivolone nella vasca da bagno, di poter leggere il pensiero delle donne. Il professor Jack Gallant, dell’università californiana di Berkeley, benché non sia ancora arrivato a tanto (anche per l’accademico, come per tutti gli uomini del resto, la psiche femminile resta un arcano) ha posto le basi scientifiche che permetteranno nel futuro di emulare i poteri che la fascinosa star esibiva nella pellicola.
Con la sua équipe il professore statunitense ha creato una macchina che legge quello che la mente umana vede, nella realtà ma anche nei sogni. Secondo la rivista Nature potrebbe essere il primo passo in avanti verso la creazione della macchina leggi-pensiero. L’apparecchio funziona collegando i modelli di attività cerebrale a quello che viene recepito dalla zona posteriore del cervello dove risiede il senso della vista. Osservando le reazioni cerebrali con lo strumento della risonanza magnetica, Gallant afferma di essere in grado di dire, con un’accuratezza del 90 per cento, quale tra le 120 immagini offerte durante gli esperimenti, la persona sta guardando in quel momento. Aree diverse del cervello recepiscono ed elaborano la rappresentazione di diverse caratteristiche di quel che vediamo: le aree basse rappresentano caratteristiche degli oggetti come margini, angoli, curve; quelle alte rappresentano immagini complesse come le facce delle persone che stiamo osservando. La ricerca ha registrato le attività della corteccia visiva grazie al metodo detto della risonanza magnetica funzionale. Il sistema usato dagli studiosi decodifica i segnali del cervello, e come questo cataloga le informazioni visive, emulandolo in un computer: in futuro potrebbe essere usato per studiare processi come l’attenzione, e forse fornire accesso al contenuto visivo dei sogni e delle immagini che ci vengono in mente. Ma attualmente, dice Gallant, quello sviluppo è lontano, e ci si concentra sull’attività del cervello, non sulla ricostruzione delle immagini: «Possiamo ora solo determinare quale immagine è stata vista da un gruppo di immagini potenziali che già conosciamo».
Ricostruire un’immagine concepita dal cervello osservando la sua attività potrebbe essere assai più difficile, spiega: «Nessuno può ancora farlo, ma possiamo predire che molti concetti che usiamo in questo studio verranno usati in futuro per queste ricostruzioni».

-----------------------------------------------------------
Il pm: «Condannate a 2 anni e 9 mesi l’ex ministro Sirchia»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Due anni e nove mesi di carcere è la condanna chiesta a Milano per l’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia finito sotto processo con altre 7 persone e una società, per un giro di presunte tangenti mascherate come consulenze scientifiche nel mondo della sanità.

La richiesta di condannare l’ex primario del Centro di immunoematologia del Policlinico di Milano è stata fatta dai pm Maurizio Romanelli ed Eugenio Fusco ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano. Secondo l’accusa alcune società fornitrici dell’ospedale avrebbero pagato primari ospedalieri in veste di consulenti per essere, in cambio, favorite nell’aggiudicazione degli appalti.

-----------------------------------------------------------
Preso a Tirana l’albanese evaso dall’autoambulanza

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

È durata quasi sette mesi la fuga di Ilir Paja, il trentaquattrenne albanese evaso il 14 agosto scorso durante un trasferimento in ambulanza dal carcere di Livorno a quello di Carinola (Caserta), e arrestato ieri a Tirana dalla polizia di Milano in collaborazione con i colleghi albanesi.
Non è stato facile bloccarlo: Paja ha infatti investito con la sua auto un agente albanese, ferendolo gravemente. A sua volta, il superlatitante è stato raggiunto da un proiettile alla coscia.
L’uomo era scappato la vigilia di Ferragosto in maniera rocambolesca. Dopo un periodo di osservazione psichiatrica nel carcere di Livorno Paja stava rientrando in ambulanza nella prigione di Carinola, quando durante una sosta fingendo di star male ne approfittò per fuggire colpendo violentemente al volto uno degli agenti di scorta. L’albanese è ritenuto responsabile di un omicidio avvenuto in Germania e di un tentato omicidio a Bresso (Milano) oltreché di un episodio di violenza sessuale. È anche sospettato del sequestro di un bimbo.

-----------------------------------------------------------
Lavora sui binari, il treno lo travolge e uccide

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Quando i due macchinisti del convoglio hanno notato lui e i suoi colleghi - intenti a lavorare sui binari del tratto ferroviario Milano-Torino per conto della società Metropolitana Milanese - era ormai tardi, troppo tardi. Anche per frenare, azionare la sirena d’emergenza e bloccare il treno, evitando l’ennesima vittima sul lavoro e un epilogo che stavolta poteva davvero non trasformarsi in tragedia. Carlo Pistoni, il 55enne capo cantiere di origine parmigiana travolto una manciata di minuti dopo la mezzanotte di mercoledì da un treno regionale che aveva appena lasciato la stazione Centrale di Milano e viaggiava a 105 chilometri orari, era infatti il dipendente di una cooperativa bolognese il cui accordo con Rete Ferroviaria Italia (del gruppo Fs) era quello di poter accedere, insieme con i suoi colleghi, all’area ferroviaria per effettuare i lavori notturni, a partire dall’1.30 quando, cioè, la circolazione dei treni sui binari in quel tratto sarebbe stata appositamente interrotta. Il convoglio che ha ucciso l’operaio, infatti, era l’ultimo previsto su quella tratta prima dell’inizio dei lavori. Insomma: secondo le Ferrovie dello Stato l’uomo, in quel momento, non avrebbe dovuto trovarsi lì.
«Carlo indossava il giubbotto rifrangente arancione, quello di sicurezza, si trovava proprio in mezzo ai binari e volgeva le spalle al treno - hanno raccontato i colleghi di Pistoni sotto choc ai poliziotti del compartimento Polfer di Milano che conducono le indagini insieme al pm della Procura Ilda Boccassini -. I fari del convoglio lo hanno inquadrato quando ormai era troppo tardi. Noi tutti in quel momento stavamo camminando sui bordi della massicciata e abbiamo dovuto assistere impotenti a quello che stava accadendo. Le nostre urla al momento dell’impatto del treno che frenava e straziava il corpo del povero Carlo sono state coperte dal rumore fortissimo della sirena d’emergenza azionata dai macchinisti... È stato tremendo».
Pistoni era un operaio di grande esperienza e lavorava per la Clf spa (Costruzioni Linee Ferroviarie) di Bologna. Padre di una ragazza di 30 anni che fa la biologa ricercatrice all’ospedale San Raffaele di Milano, mercoledì l’uomo aveva cenato a Sorbolo (Parma) dove viveva con la moglie ed era poi partito per Milano per seguire i lavori notturni lungo la linea.
Mentre i sindacati dell’azienda di cui era dipendente Carlo Pistoni hanno indetto uno sciopero per il giorno dei suoi funerali stamattina, dalle 10 alle 11, tutti i treni in partenza dalle stazioni lombarde ritarderanno la partenza di 5 minuti in segno di protesta. Paola Fucilieri

-----------------------------------------------------------
Boselli abbandona «Porta a porta»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il leader del Ps: «La campagna elettorale è truccata». Poi va al sit-in davanti alla Rai per chiedere un incontro con Petruccioli

«Questa è una campagna che si svolge con regole truccate e voglio esprimere ai telespettatori la mia protesta»: parole di Enrico Boselli. Detto questo, il leader socialista, ospite di Bruno Vespa a «Porta a porta», si è alzato e ha lasciato la trasmissione. Boselli, ringraziando Vespa per averlo invitato, ha sottolineato come quella di ieri fosse la prima trasmissione politica a cui era invitato dopo due mesi. «I socialisti sono stati cancellati dalla campagna elettorale - ha spiegato il candidato premier del Parto socialista -. Dobbiamo essere coerenti e dobbiamo dare un segno netto perché gli italiani capiscano. Stiamo conducendo una campagna elettorale con regole truccate. Io mi ribello a questo, non lo accetto». Lasciata la trasmissione condotta da Vespa, Boselli ha raggiunto il sit-in organizzato dai militanti socialisti davanti gli studi della Rai di via Teulada a Roma. Fra i presenti anche i parlamentari del Ps fra i quali Bobo Craxi, Gianni De Michelis e Roberto Villetti. I socialisti hanno chiesto un incontro con il presidente della Rai, Claudio Petruccioli. E Craxi, presa posizione davanti l’ingresso del centro Rai ha detto: «Finché non ci ricevono non esce nessuno».

-----------------------------------------------------------
Visco: il tesoretto vale 10,7 miliardi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il viceministro: abbiamo ridotto le tasse ma le entrate crescono. Calderoli ironizza: l’extragettito prima sparisce, poi riappare

È di 10,7 miliardi l’extra gettito raggranellato nel 2007 dall’erario. Il dato è fornito dal viceministro all’Economia Vincenzo Visco, il quale aggiunge che rispetto alle previsioni del governo fra giugno e settembre il fisco ha incassato 9,1 miliardi in più, a cui si sono aggiunti ulteriori 1,6 miliardi a fine anno. Per il 2008, ha detto il viceministro, «possiamo essere abbastanza fiduciosi». Visco ha puntualizzato che sul fronte della lotta all’evasione (20 miliardi recuperati tra 2006 e 2007) «c’è ancora moltissimo da fare». E ha aggiunto che fra il 2006 e il 2008 c’è stata una riduzione delle tasse a famiglie e imprese per oltre 10 miliardi l’anno e sebbene vi siano stati aumenti di imposta questi sono stati ampiamente inferiori alle riduzioni: «Le tasse le abbiamo ridotte ma è aumentato il reddito, che è un’altra cosa».
Fra i primi a replicare a Visco, il leghista Roberto Calderoli: «Un giorno c’è un tesoretto e il giorno dopo sparisce - ironizza -, ora ne spunta un altro da 10,7 miliardi di euro». E invita il viceministro e Walter Veltroni (che promette la riduzione delle imposte) a «darsi all’ippica».

-----------------------------------------------------------
Fioroni fa fare carriera a un fedelissimo

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il 5 febbraio era tutto pronto, in una sfida vinta contro la burocrazia e con formidabile coincidenza di tempi. Quello era il giorno, infatti, in cui il capo dello Stato scioglieva le Camere, dopo il fallito tentativo dell’«esploratore» Franco Marini di dar vita a un governo istituzionale. Al ministero dell’Istruzione ricordano ore convulse. Il bando di concorso per l’assunzione di 145 ispettori scolastici porta quella data. Così come il decreto di nomina della Commissione giudicante, nonostante prassi voglia che per quell’atto si attendano di solito un paio di giorni. Nulla di irregolare. Solo che fra i dirigenti fu subito subbuglio. Perché a presiedere la Commissione il ministro nominò il capo della sua segreteria, Raffaele Sanzo.
Adesso sono in molti a voler fare ricorso contro quella nomina. Per legge infatti il presidente di Commissione deve essere un dirigente di prima fascia. Ma Sanzo dirigente di prima fascia lo è diventato soltanto nel novembre scorso, sempre su decisione di Fioroni, e quindi ancora non è di ruolo, non avendo superato i tre anni di «prova» previsti. Tradotto, significa che se il successore di Fioroni decidesse di non confermare la promozione di Sanzo, il concorso sarebbe tutto da rifare. Di più, Sanzo divenne ispettore non per concorso, ma perché il Tar gli riconobbe l’aver svolto «mansioni superiori».


-----------------------------------------------------------
Bianchi promuove direttore l’ex compagno di scuola

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

A esecutivo già caduto, il titolare dei Trasporti crea una nuova poltrona per l’amico. Fra le nomine di fine stagione anche il braccio destro del vice De Piccoli e il cugino di un dirigente

Chiamatelo spoil system postumo. Perché il governo sarà pure caduto, ma intanto ancora per un mese è in carica, e non è che si possa andarsene così, senza aver mantenuto le promesse. E allora bisogna immaginarselo il ministro Alessandro Bianchi, che i trasporti li ha gestiti in una sorta di inno al vivere con lentezza, non fosse altro che per il boicottaggio dell’alta velocità in nome del suo esser comunista italiano, scatenare in questi giorni la lunga chioma bianca in una corsa contro il tempo.
Il decreto delle ultime nomine è già pronto, manca solo il sigillo del Consiglio dei ministri. Trattasi di quattro nomi che hanno fatto incarognire non poco gli altri funzionari del ministero. C’è il capo della segreteria tecnica del viceministro Cesare De Piccoli, Enrico Maria Pujia, dicono sia giovane e non abbia ancora ricoperto incarichi di rilievo, tanto da trovarsi al settimo posto partendo dal fondo nella classifica dei dirigenti. C’è Enrico Finocchi, cugino dell’attuale capo del dipartimento dei Trasporti terrestri Amedeo Fumero, che dovrebbe andare a dirigere il Trasporto ferroviario. C’è Virginio Di Giambattista, amico e vice di Amedeo Gargiulo, il direttore generale dei Sistemi di trasporto a impianti fissi: Gargiulo passa al dipartimento della Navigazione, Di Giambattista prende il suo posto.
E poi c’è Giampaolo Basoli, che fa caso a sé. Perché Basoli è un ex compagno di scuola del ministro, oltre che attuale suo vicecapo di Gabinetto. Solo che non ha mai superato il concorso per diventare dirigente, e oggi è un semplice funzionario, avendo mantenuto il ruolo che ricopriva all’ex direzione generale dell’aviazione civile, transitando poi all’Enac. La sua nomina era già stata prevista e inserita in un decreto che aveva ottenuto il via del Consiglio dei ministri. Ma la Corte dei conti l’aveva rispedita al mittente, perché ancora non esisteva la direzione, quella alla Pianificazione internazionale, che Bianchi intendeva affidare a Basoli. Oggi quella funzione è stata creata, e il ministro ci riprova.


-----------------------------------------------------------
Prodi butta soldi per i Giochi gay

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Sprechi di fine legislatura: 55mila euro alle Olimpiadi di omosessuali e trans
Certo sarebbe meglio ricordare lei, il suo viso grazioso e i begli occhioni azzurri, che non le smorfie del povero Mastella o la faccia granitica di un Visco, come volto-simbolo del governo Prodi. Eppure se si eccettua qualche gaffe e poche uscite pubbliche in tailleur poco rimane dell’anno e mezzo di Giovanna «Settebellezze» in versione ministro.
Peccato perché all’eterna giovane quota rosa degli ex diessini avevano cucito addosso un dicastero che era perfetto. I giovani, lo sport, la cultura della salute e bla bla bla. Ma se si facesse un quiz a sorpresa tra la gente per strada, chiunque farebbe scena muta sull’azione della Melandri allo Sport e Politiche giovanili. Si dirà, è stata sfortunata poverina: calciopoli, la violenza negli stadi, mica un bel periodo per passare alla storia come bravo ministro. Ha provato, senza fortuna, a mettere il cappello sulla vittoria azzurra ai mondiali. Qualcuno dubita del suo talento politico. Goffredo Bettini, deus ex machina del Pd, si lasciò sfuggire un commento micidiale su di lei, «è tanto carina ma di politica non capisce un ca...». La smentita successiva non servì a molto, ormai il veleno era circolato.


-----------------------------------------------------------
Prodi butta soldi per i Giochi gay

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Sprechi di fine legislatura: 55mila euro alle Olimpiadi di omosessuali e trans
Certo sarebbe meglio ricordare lei, il suo viso grazioso e i begli occhioni azzurri, che non le smorfie del povero Mastella o la faccia granitica di un Visco, come volto-simbolo del governo Prodi. Eppure se si eccettua qualche gaffe e poche uscite pubbliche in tailleur poco rimane dell’anno e mezzo di Giovanna «Settebellezze» in versione ministro.
Peccato perché all’eterna giovane quota rosa degli ex diessini avevano cucito addosso un dicastero che era perfetto. I giovani, lo sport, la cultura della salute e bla bla bla. Ma se si facesse un quiz a sorpresa tra la gente per strada, chiunque farebbe scena muta sull’azione della Melandri allo Sport e Politiche giovanili. Si dirà, è stata sfortunata poverina: calciopoli, la violenza negli stadi, mica un bel periodo per passare alla storia come bravo ministro. Ha provato, senza fortuna, a mettere il cappello sulla vittoria azzurra ai mondiali. Qualcuno dubita del suo talento politico. Goffredo Bettini, deus ex machina del Pd, si lasciò sfuggire un commento micidiale su di lei, «è tanto carina ma di politica non capisce un ca...». La smentita successiva non servì a molto, ormai il veleno era circolato.
Oddio, la Melandri negli ultimi giorni si sta dando da fare. All’incirca da quando è una delle poche donne candidate dal Pd. Prendete la battaglia contro l’anoressia. La ministra ha prodotto un libro, un codice etico per gli stilisti, un bel po’ di raccomandazioni alle ragazze taglia over 42, ma provvedimenti zero. Invece ora, con le elezioni alle porte, zac!, ecco che arriva un milione di euro per finanziare ad aprile una campagna sui mass media. Poi ci sono le prebende per sedurre l’elettorato progressista che rischia di scivolare a sinistra. Ecco un finanziamento alla Homeless World cup 2009, un torneo di calcetto per i poveracci senza un tetto: 47mila euro per campi e attrezzature. Forse sarebbe stato più utile darli direttamente a loro. E poi i gay, meglio averceli dalla nostra parte, pensano al loft. E anche «miss Montecitorio» si è attrezzata per la bisogna. È così che nell’elenco di manifestazioni sportive finanziate dal ministero della Melandri compaiono le olimpiadi degli omosessuali. Sì proprio così. Si chiamano «Gay & lesbian games», organizzazione dell’Arcigay di Roma. L’edizione del 2009 godrà (nel senso di beneficiare) di 55mila euro da parte del suo ministero. In cosa consistano le olimpiadi dei gay non sappiamo. Ma la Melandri è comunque festante: «Oggi il Torneo Gay, domani la candidatura di Roma per le Olimpiadi Gay del 2011!», promette. Chissà se basterà a convincerli a votarla.
Perché alla Melandri, diciamolo, ogni tanto scappa qualche bugia. Come quando giurò di non aver passato il capodanno nella villa di Flavio Briatore a Malindi, Kenya. Disse anche di essere «profondamente rammaricata» perché L’Espresso aveva messo in circolazione questa falsità. Peccato che qualche giorno dopo vennero fuori le sue foto, in pareo nella villa di Briatore, presa da un ballo tipo cubista in discoteca. La Giovanna è un po’ così, dice una cosa e poi ne fa un’altra. Come la battaglia per la scuola pubblica. Domanda: dove manda i figli la Melandri. Al privatissimo Istituto San Giuseppe di Roma. Un po’ inaffidabile. Ma è tanto carina.
Paolo Bracalini

-----------------------------------------------------------
Napoli, l’ultimo paradosso Ora importa carta straccia

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Non si ricicla: città sotto i rifiuti e cartiere costrette a comprare scarti
Bassolino e gli altri comandanti in capo sconfitti nella guerra della spazzatura almeno un miracolo l’hanno portato a casa: far rimpiangere perfino il regno dei Borbone come periodo di buon governo. La Campania ha una tradizione di produzione di carta da materiali di riciclo che parte dall’epoca in cui Amalfi era una repubblica marinara.
Allora la produzione si basava sulla raccolta di stracci e anche sotto i Borbone fioriva l’attività di undici aziende. Oggi che la carta si fabbrica riciclando altra carta, i produttori campani guardano la loro materia prima naturale marcire nelle strade, e intanto sono costretti a importare 100mila tonnellate di vecchi cartoni dal resto d’Italia. Oltretutto pagando per trasportarli da centinaia di chilometri di distanza.
Felice De Juliis, amministratore della Cartesar di Salerno, lo racconta con amara ironia, il vizio/risorsa che consente ai campani di tirare avanti sopportando l’insopportabile: «Tra Napoli e Salerno c’è un distretto della carta ancora forte - spiega - che dà lavoro a diverse migliaia di persone ed esporta cartoni ondulati, quelli da imballo, in tutta l’area del Mediterraneo. Potenzialmente possiamo accogliere 210mila tonnellate di carta da macero l’anno e in futuro anche di più. La carta straccia gettata via in Campania coprirebbe abbondantemente il fabbisogno. Invece siamo costretti a importarne il 40 per cento dalle altre regioni d’Italia. E per fortuna ci siamo organizzati con il Consorzio Comieco, che promuove in tutta Italia la raccolta differenziata. Prima dovevamo comprare la carta da macero in Germania. Pensi che beffa: proprio il Paese in cui portiamo i rifiuti della nostra regione con costi salatissimi».


-----------------------------------------------------------
Immigrazione, 1855 sbarcati in Sicilia a febbraio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Record di arrivi nell'isola. L’Osservatorio sulle vittime dell’immigrazione Fortress Europe certifica un incremento del 520% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Almeno 36 i clandestini morti nella traversata

Palermo - Record di arrivi in Sicilia: 1.855 immigrati sbarcati contro i 355 del febbraio 2007. È quanto rileva l’Osservatorio sulle vittime dell’immigrazione Fortress Europe che certifica un incremento del 520 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Gli sbarchi in Sicilia Il tempo favorevole, eccezionale per il periodo, ha rimesso in moto le organizzazioni criminali che organizzano le drammatiche traversate prevalentemente dalla Libia, ma anche dall’Egitto, in direzione delle coste siciliane. La Libia ha firmato un accordo con Malta, dopo quello con l’Italia, e ha aperto al negoziato con l’Unione europea per contenere le partenze di barconi carichi di uomini e donne disposti ad affrontare rischi enormi, attratti dalla speranza di un futuro diverso. E, poi, sono almeno 36 gli immigrati e i rifugiati, sottolinea Fortress Europe, morti il mese scorso lungo i confini dell’Ue: 24 vittime in Marocco, due in Spagna, uno a Ceuta e sei in Algeria lungo le rotte per la Sardegna. Massimo allarme per i 200 eritrei rimpatriati da Kufrah.
Un'integrazione difficile Stando a una ricerca del Cnel, gli immigrati presenti in Italia hanno superato nel 2007 la soglia dei 4 milioni, dei quali più di 3 milioni risultano residenti. Il loro standard di vita è decisamente peggiore di quello degli italiani ed anche nelle regioni in cui è vi è un trattamento più egualitario si registra un gap di circa il 40% a sfavore rispetto alla situazione degli italiani. I migliori livelli di integrazione si registrano nel Nord est e nella fascia adriatica, dal Trentino al Friuli fino all’Abbruzzo, includendo però anche la Lombardia. Per numero di presenze restano al primo posto Milano e Roma, ma l’aumento maggiore di popolazione straniera si è registrato in Umbria e Marche: dal 1994 al 2004 la crescita è stata del 400% (mentre a livello nazionale è intervenuto il raddoppio), seguite dal Veneto e dall’Emilia Romagna (300%). La densità di immigrati per kmq è massima nella provincia di Milano dove vivono 156 extracomunitari per chilometro quadrato.

-----------------------------------------------------------
Veltroni: liste chiuse ma anche aperte

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Tutte le giravolte del leader Pd per accontentare i fedelissimi.


Roma - Liste chiuse, «ma anche» aperte. Candidature decise, «ma anche» no. Porte sbarrate, «ma anche» spalancate. Non sappiamo se il Pd sarà a favore del lavoro flessibile, ma di sicuro una cosa flessibile ce l’ha: il segretario. Un giorno chiude le liste, chi è dentro è dentro chi è fuori e fuori. Il giorno dopo le riapre. Il giorno seguente le chiude di nuovo. Ma cos’è, il candidato premier o il portiere di un condominio?
Prendiamo il caso di Giuseppe Lumia, il vicepresidente dell’Antimafia. Fino a due giorni fa era out. Walter era irremovibile: «Liste chiuse, - diceva - l’Antimafia è una pratica, non una persona». Risultato? Oggi veniamo a sapere che Veltroni ci ha ripensato: riapriamo le liste, aggiungi un posto a tavola che c’è un candidato in più. E abracadabra: come niente fosse Lumia corre in Sicilia per il Senato. Prima fuori, poi dentro. Non c’è una logica in tutto questo: semplicemente a Walter gli girava così. Chi lo sa, forse dipende dal meteo, o dal piede con cui si sveglia. Oggi che giorno è? Venerdì? Liste aperte. Domani che fa, piove? Liste chiuse.
Tutta una burla, direte voi. E invece è la realtà di queste ore. Perché se con Lumia si aprono magicamente le finestre della trattativa, con i radicali la saracinesca s’abbassa di colpo. Le candidature diventano improvvisamente «immodificabili, blindate, intoccabili». Ieri hanno schierato il bulldozer Bettini, per dire a Pannella che ormai quel che è fatto è fatto, ci sono le regole, la legge è uguale per tutti. E Lumia, allora? Cos’è, un po’ più uguale degli altri?

-----------------------------------------------------------
La propaganda di Walter ha le gambe corte

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il leader del Pd sparge ottimismo, parla di miracoli economici, novità e compattezza. Eppure le prime pagine dei giornali sono dominate dagli scontri tra i democratici

Roma - La traduzione è una brutta bestia. Quando gli strateghi veltroniani hanno importato pari pari il barackiano «Yes, We can» debbono aver trascurato che l’Italia è un Paese di sfumature e non di certezze. E dire che in uno dei manifesti elettorali Veltroni li aveva avvisati: «Non pensate a quale partito, pensate a quale Paese». L’avessero fatto, il «Sì, possiamo» sarebbe stato senz’altro più correttamente tradotto: «Sì, potremmo». Potremmo, ma non possiamo. Un po’ la maledizione del nuovo corso veltroniano, quando annuncia miracoli economici fuori tempo massimo, alla vigilia di una terribile congiuntura internazionale negativa. Oppure quando vorrebbe imitare Zapatero, ma poi gli apparati relegano le candidate donne negli strapuntini delle liste. O ancora quando la spara ancora più grossa e annuncia ai suoi elettori da una manchette elettorale in prima pagina: «Non rientrate nel caos. Voltate pagina».

-----------------------------------------------------------
Tremonti: "Il Pd ha un programma da Mulino Bianco"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il vice presidente di Forza Italia a Radio anch'io: "Il programma del Pdl è serio e riconosce la crisi economica che vive il Paese. Subito gli interventi su Ici e straordinari. Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani"
Roma - Il programma del Pd non è reale, sembra scritto da "Alice nel paese delle meraviglie" al contrario di quello del Pdl, che è "serio" ed è l’unico a riconoscere "la crisi" economica che vive il Paese. Lo afferma il vice presidente di Forza Italia, Giulio Tremonti, in un botta e risposta ai microfoni di Radio anch’io con l’esponente del Pd Enrico Letta. "La situazione economica è assolutamente negativa, ereditiamo una crescita zero, l’inflazione è alle stelle e i conti pubblici sono fuori controllo. Il nostro - osserva Tremonti - è l’unico programma che parla di crisi. Quello di Veltroni, invece, sembra scritto nel mondo del Mulino Bianco, e questo già dimostra chi è serio e chi sogna". Nonostante la crisi, e il fatto che "purtroppo da quando c’è il governo Prodi lo spread è salito" Tremonti assicura che il Pdl "non aumenterà le tasse, non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini, e alcuni interventi, come quello sull’Ici e sugli straordinari, li faremo subito". Per l’ex ministro dell’Economia, "non è problema di copertura economica, su cinque anni - osserva - non sono promesse impossibile da realizzare". In ogni caso, "se ci sono soldi, vanno mandati per tenere in piedi il bilancio di famiglie e dei più deboli, a cominciare dai pensionati". Mentre, ricordando "l’enorme regalo" fatto alle banche con l’ultima Finanziaria Prodi, Tremonti conclude: "I sacrifici non li devono fare i lavoratori, ma i banchieri: prendono uno stipendio enorme, ci paghino almeno le tasse".

-----------------------------------------------------------
Berlusconi: meno tasse per aiutare il Paese

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il leader del Pdl: "Serve una larga maggioranza per guardare al futuro con fiducia. Già al primo Consiglio dei ministri aboliremo l'Ici".

Roma - Guarda al centro, Silvio Berlusconi. Consapevole del fatto che la seppur fragile intesa tra Pd e Radicali sta spostando una fetta dei moderati border line del centrosinistra verso l’Unione di centro di Pier Ferdinando Casini. Con il cardinale Camillo Ruini che da giorni sta mobilitando le parrocchie di Roma che gli sono più fedeli - San Belleramino, Santa Emerenziana e San Saturnino sono solo le più importanti - affinché sostengano la corsa dell’ex presidente della Camera. Insomma, nella strategia del Popolo della libertà è necessaria una decisa sterzata al centro, per evitare che l’elettorato possa avere la percezione («assolutamente errata», ripete l’ex premier ai suoi) che il Pdl non rappresenti i valori cattolici. E per rispondere - sia pure senza citarlo e dandogli quindi la minor visibilità possibile - alla campagna elettorale di Casini impostata quasi esclusivamente sull’antiberlusconismo («non ho mai inteso lavorare nell’azienda di Berlusconi», ripeteva ieri).
Così, ci sta che il Cavaliere accetti l’invito a pranzo di Gianfranco Rotondi (cosa decisamente inconsueta) e che a sera, intervistato durante il Tg5, ribadisca più d’una volta d’essere «consapevole della difficoltà della situazione che ci viene lasciata in eredità». Insomma, il Berlusconi che si presenta davanti ai milioni di spettatori dell’ammiraglia Mediaset più che puntare a galvanizzare il suo elettorato (la strategia adottata nel tentativo di rimonta del 2006) guarda con prudenza al popolo moderato. Perché pur essendo il Pdl il referente principe del Partito popolare europeo è sui movimenti al centro - per quanto piccoli - che si gioca la forbice di senatori di vantaggio che avrà il Pdl a Palazzo Madama. Non a caso, pur dicendo di «non promettere miracoli» il Cavaliere insiste nel ribadire che perché si possa «guardare al futuro con fiducia» serve che gli italiani diano una «larga maggioranza a chi governa». Insomma, un altro appello al voto utile. Che è oggetto di conversazione anche nel pranzo con Gianfranco Fini e Rotondi. Con il leader di An che ricorda quanto negli anni ’80 ne sia stato danneggiato l’Msi. «Quando Forlani chiamava tutti a raccolta contro il pericolo comunista - spiega il segretario della Dc per le Autonomie - è vero che “ammazzava” i piccoli ma faceva pure il bene del Paese».

-----------------------------------------------------------
Candidature, patto tra Fi e An

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Venti nomi coperti fino all’ultimo. Tra le new entry nel Pdl il parà medaglia d’oro Paglia e il manager dello spettacolo Mazzi. Pressing su Vignali (Compagnia delle opere). Confermato lo stilista Versace

Il puzzle delle liste del Popolo della libertà continua a comporsi, tassello dopo tassello, in vista della scadenza finale di lunedì. E anche se mancano ancora alcune limature, il profilo della nuova pattuglia parlamentare inizia a prendere forma. «Abbiamo chiuso le liste di An», annuncia Ignazio La Russa, entrando a Via dell’Umiltà. «Berlusconi e Fini - spiega il capogruppo alla Camera di An - saranno i capilista alla Camera. Mentre al Senato ci sarà un’alternanza tra esponenti di Forza Italia e An. Ce ne saranno più dei nostri, però».
Sullo sfondo si attende una sorta di colpo di scena finale. Silvio Berlusconi avrebbe, infatti, in mano una lista segreta di circa venti nomi come «effetto speciale» da spendere in vista della presentazione delle liste. Nomi che il Cavaliere vorrebbe tenere coperti fino all’ultimo. «Abbiamo deciso di comune accordo di non dare i nomi: li daremo tutti alla fine». In attesa che si sollevi il velo, sono praticamente già noti i nomi presentati da An. La componente di Alleanza nazionale esprimerà tre capilista: Adriana Poli Bortone in Puglia; Altero Matteoli in Toscana e Mario Baldassarri nelle Marche. E ci saranno anche tre numeri due: Domenico Nania in Sicilia, Alfredo Mantica in Lombardia e Maurizio Gasparri nel Lazio. Fiamma Nirenstein sarà, invece, numero tre in Liguria. An schiererà anche un nome nuovo: quello di Gianfranco Paglia, paracadutista, medaglia d’oro al valore militare, che sarà candidato in Campania grazie alla rinuncia di Luigi Bobbio. Un’altra new entry sarà quella di Souad Sbai, presidentessa della associazione delle donne della comunità marocchina in Italia. Confermata anche la presenza di Eugenia Roccella, portavoce del Family day e di Luca Barbareschi, in Sardegna. In Umbria sarà candidato Pietro Laffranco, già capogruppo in consiglio regionale.

-----------------------------------------------------------
Bimba travolta e uccisa da due auto pirata

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

La tredicenne, tunisina, investita investita mentre attraversava la strada vicino ad Ardea, in provincia di Roma. Ricercato il conducente del veicolo del primo veicolo che l'ha investita. Dubbi sulla dinamica

Roma - Una bambina di origine tunisina, Batute Oueslati, 13 anni, è stata investita ed uccisa da due auto pirata in viale di Tor San Lorenzo, nel territorio di Ardea, in provincia di Roma. La bambina sarebbe stata prima travolta da un’ auto che l’ avrebbe sbalzata nella corsia opposta, dove un’ altra vettura l’ ha colpita di nuovo. Un’ ambulanza del 118 ha portato la piccola all’ ospedale Sant’ Anna di Pomezia, dove è morta 10 minuti dopo il ricovero. L’ incidente è avvenuto verso le 22,30 di ieri e sul luogo si è formata una piccola folla inferocita per il fatto che entrambe le auto non si siano fermate a soccorrere la tredicenne.
Un mazzo di fiori e la foto della vittima sono stati lasciati stamani sul luogo dell’incidente dal padre della ragazzina. In corso per tutta la notte le indagini dei carabinieri della Compagnia di Anzio e della stazione di Tor San Lorenzo per individuare l’investitore, che non si è fermato dopo aver travolto la bambina che stava attraversando la strada. Sembra che sul luogo dell’investimento non siano rimasti parti o frammenti dell’auto investitrice. Ma sulla ricostruzione della vicenda ci sono ancora dubbi: potrebbe essere solo uno il veicolo coinvolto, e non di due, ma le testimonianze sono discordanti.

-----------------------------------------------------------
Barbareschi: «In passato rifiutai, ora è il momento giusto»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

L’attore in lista in Sardegna: «Veltroni vicino agli artisti? Non a me. Urgente creare le infrastrutture e insegnare l’educazione civica al Paese»
da Milano

«Sono felice. Fiero di candidarmi con il Pdl».
Luca Barbareschi, lei è forse l’unico artista di centrodestra. Hanno premiato la militanza?
«Ma no. È stata una scelta progressiva. Quasi naturale».
Chi gliel’ha chiesto?
«Gianfranco Fini con cui ho da anni un ottimo rapporto. Ho lavorato su suo input alla fondazione “Fare futuro”, un pensatoio in cui si ragiona di letteratura, ambiente, nuove tecnologie e tante altre cose».
Perché non prima?
«Mi era già stata offerta la candidatura, ma avevo rifiutato. Altre volte avrei voluto io, ma non loro. Forse perché ero e sono indipendente».
A suo tempo lei disse: il centrodestra ha riempito la Rai di zoccole.
«Confermo. Qualche mese dopo l’avvento del governo Berlusconi ho girato un film che nessuno ha visto, Il trasformista, in cui raccontavo la politica che non sopporto, quella di chi parte con un ideale e alla fine lo mette in vendita».
Già. Ma oggi cosa è cambiato?
«È il momento giusto. C’è un partito forte, c’è la possibilità di rimettere in moto il paese, di iniettare meritocrazia, ci sono Berlusconi e Fini, due cervelli lucidi».
Veltroni è vicino agli artisti.
«Non a me. E poi per capire com’è basta vedere come ha ridotto Roma. Si faccia un giro per la capitale. La romanità de Roma, con la d, è una farsa».
Non è che l’Italia sia messa benissimo.
«Questo è un paese da rieducare».
Barbareschi, non sarà il caso di calibrare le parole?
«Tranquillo, nessuna tentazione autoritaria. Dobbiamo insegnare l’educazione civica. E dobbiamo recuperare il tempo perduto».
Non si scaverà la sua nicchia, occupandosi di cinema e tv?
«Ma no. Io vado spesso a lavorare a Parigi. A Parigi prendo il treno e in due ore sono a Londra. Qua in due ore i pendolari non vanno da Milano a Novara. Qua mancano le infrastrutture».


-----------------------------------------------------------
Napoli, bimbo abbandonato in ospedale

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Il bambino, sui tre o quattro anni, è affetto da una forma di disabiltà. E' stato abbandonato ieri sera, poco prima delle 20.30, nell'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore: è già gara di solidarietà

Napoli - "Le sue condizioni non sono preoccupanti, ma certamente è un bimbo che va seguito con attenzione". Leopoldo Ponticiello, primario del reparto di pediatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore (Napoli) così riferisce delle condizioni del piccolo trovato abbandonato ieri sera poco prima delle 20.30 all’interno dello stesso ospedale. Il bambino, secondo le prime indagini mediche, è affetto da una forma di disabiltà. Il piccolo, di carnagione chiara, ha un’età intorno ai 3-4 anni. Nella notte lo hanno assistito amorevolmente gli infermieri in servizio nello stesso reparto.
"Il piccolo sorride quando qualcuno pronuncia la parola mamma", riferisce ancora il dottor Ponticiello. Lo stesso medico ha già mobilitato l’assistente spirituale dell’ospedale e i volontari dell’Avo per garantire la presenza di un adulto accanto al bambino. "Il bambino è stato sistemato in una cameretta con due letti - riferisce ancora il medico - per garantirgli anche una maggiore tranquillità".
La scorsa notte sono stati eseguiti tutti gli esami clinici necessari, dai quali emerge che le condizioni del piccolo non sono preoccupanti ma che è necessario seguirlo con attenzione. Il bambino, presumibilmente uno straniero, viene chiamato da tutti con il nome di Giovanni, in onore a San Giovanni di Dio al quale è dedicato l’ospedale. In mattinata, nello stesso presidio sono giunte alcune donne che volevano essere accanto al piccolo, per portare la loro solidarietà.
"Capisco questi segni di attenzione ma certamente faremo entrare nel reparto solo le persone autorizzate", conclude il dottore Ponticiello. Intanto proseguono le indagini da parte del locale commissariato di Polizia per accertare chi abbia abbandonato il piccolo. Al momento si stanno visionando anche i filmati ripresi dal sistema di videosorveglianza installato all’interno dello stesso ospedale. Il piccolo è stato trovato nei pressi di un laboratorio di analisi da un infermiere del pronto soccorso.


-----------------------------------------------------------
Bce, taglio dei tassi? Non se ne parla

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Trichet gela i mercati: "Non appoggiamo le attese sul calo del costo del denaro". L’istituto di Francoforte lascia ancora invariata la politica monetaria (al 4%). Riviste al ribasso le stime di crescita 2008 all’1,3-2,1%. L’euro schizza a 1,537 dollari. Petrolio record

Milano - Un taglio netto l’ha dato: non ai tassi, sempre inchiodati al 4%, ma alle speculazioni su una riduzione del costo del denaro. «Non sottoscriviamo le attuali attese del mercato sui tassi di interesse», ha chiarito ieri Jean-Claude Trichet. Il direttivo della Bce si è da poco concluso e, compatti come un sol uomo, i componenti il board hanno deciso ancora una volta di mantenere lo status quo, senza prendere in considerazioni «né un rialzo, né un ribasso dei tassi». L’Eurotower resta così coesa in un forzato immobilismo, cui la costringono il singhiozzante passo di sviluppo dell’economia e i soprassalti dell’inflazione.
Più che agli orientamenti di politica monetaria, è toccato infatti rimettere mano alle stime. Il presidente Trichet consegna nuove previsioni poco incoraggiati su entrambi i fronti. L’eurozona dovrà accontentarsi quest’anno di una crescita compresa tra l’1,3 e il 2,1%, dunque fortemente limata se messa a confronto con la forchetta precedente (cioè 1,5-2,5%), mentre nel 2009 l’espansione si attesterà all’1,3-2,3% (1,6-2,6%).
Colpa «della domanda globale più debole - spiega il presidente della Banca centrale -, delle crescenti pressioni sui prezzi derivanti dai prezzi delle materie prime e dalle condizioni di finanziamento meno favorevoli rispetto a dicembre». Risultato: un rallentamento della domanda interna accoppiato a una minore dinamica delle esportazioni. Un fenomeno, quest’ultimo, fortemente correlato al rafforzamento del supereuro, schizzato ieri al nuovo record di 1,5372 dollari proprio dopo che Trichet ha liquidato le attese di una sforbiciata ai tassi entro l’estate.

-----------------------------------------------------------
Si rivede Prodi e tornano le liti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

«Non sarebbe male se, ogni tanto, qualcuno ricordasse i risultati ottenuti dal governo Prodi». Tra gli uomini più vicini al Professore non si parla di altro.

Il silenzio di Walter Veltroni e di buona parte del Pd davanti alle dichiarazioni di Massimo Calearo non è piaciuto. Certo, il segretario ha telefonato direttamente al Professore per rassicurarlo (e si è premurato di farlo sapere). Ha spinto l'ex presidente di Federmeccanica, oggi capolista del Pd alla Camera nel collegio Veneto I, a rettificare i suoi giudizi troppo entusiasi su «San Mastella» che ha liberato l'Italia dal governo prodiano. Ma, in pubblico, non ha speso una parola.
È rimasto zitto e, con lui, hanno taciuto D'Alema, Fassino, Rutelli e tanti altri. Rimasti in silenzio anche quando gli attacchi sono arrivati da Silvio Berlusconi ospite di Porta a Porta. Così, a difendere il Professore ci ha dovuto pensare il fedelissimo Giulio Santagata: «L'onorevole Berlusconi va sbandierando in questi giorni l'abolizione dell'Ici con un costo di circa 2 miliardi di euro. Ricordo che con il decreto fiscale che ha accompagnato l'ultima Finanziaria, il governo Prodi ha stanziato per questa misura circa un miliardo di euro, aumentando le detrazioni Ici fino a 303 euro esentando così di fatto il 40% delle famiglie italiane e riducendo sensibilmente il carico per le altre». Insomma, l'esecutivo guidato dal Professore avrebbe anche fatto delle cose, peccato che nessuno le ricordi o, meglio, abbia voglia di ricordarle.


-----------------------------------------------------------
Calearo, Colaninno e gli aspetti anti-impresa del programma Pd

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Il problema lo ha posto qualche giorno fa - e assai giustamente - Benedetto Della Vedova. Forse è il caso di insistere: Colaninno e Calearo condividono la proposta dei 1.100 euro di salario minimo inserita nel programma del Pd?

La proposta veltroniana ricorda un mito dei cartoons americani, il furbo coniglio grigio Bugs Bunny, che intonava spesso l’inno: “Libertà e carote per tutti!”. Motto accattivante, non c’è dubbio, ma in questi casi resta da capire chi paga.

Non paga lo Stato: a questo punto di statalismo neppure il programma del Pd riesce ad arrivare. Quindi, pagano le imprese: e non è certo una buona notizia, e per almeno cinque ragioni.

Primo: ci sarà un’ulteriore impennata del nero. Secondo: rischia di saltare una profonda riforma del sistema contrattuale (quella che favorirebbe - opportunamente - un maggior peso della contrattazione aziendale). Terzo: aumenterebbe la disuguaglianza territoriale (un conto è il potere d’acquisto a Milano, altro conto è quello a Lamezia Terme). Quarto: aumenterebbe la disuguaglianza anche nel rapporto tra salario e le varie prestazioni lavorative: una cosa è fare il metalmeccanico (e guadagnare solo 1.200 euro), altra cosa è svolgere un’attività più comoda e avere comunque uno stipendio di 1.100 euro. Quinto (argomento Giavazzi): ma se io sono disoccupato, e sono comunque disposto a lavorare per 900 euro, perché mi deve essere impedito?

Di tutta evidenza, si tratta di una proposta assurda. È per questo che Colaninno e Calearo, che sono due persone di indubbia serietà, farebbero bene a chiarire se la condividono.

Come si dice in questi casi: domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Daniele Capezzone

-----------------------------------------------------------
Liste Pd, dentro diciassette ministri di Prodi (blindati)

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione

Alla fine un seggio lo riavranno tutti: i ministri targati Pd che hanno fatto parte del governo di Romano Prodi rientreranno in Parlamento dalla porta principale. Walter Veltroni – che si barcamena tra promesse di “continuità”, ma anche di “discontinuità” con l’esecutivo uscente – si è preoccupato di assicurare loro solo posti “blindatissimi”. Trattamento di riguardo per i due vicepremier, Francesco Rutelli e Massimo D’Alema. Il primo si candida a sindaco di Roma ma, male che va, è pronto per lui il “paracadute”: uno scranno in Senato attraverso il collegio dell’Umbria, dove Rutelli occupa la prima posizione. D’Alema potrà addirittura scegliere dove farsi eleggere alla Camera: se in Campania I (è terzo in lista) o in Puglia (lì è primo). Certi dell’elezione alla Camera anche Linda Lanzillotta (Affari regionali), terza della lista in Lombardia I, Giulio Santagata (Attuazione del programma), terzo in Campania I e Luigi Nicolais (Riforme nella Pa), secondo in Campania I. Per Barbara Pollastrini (Pari opportunità) è prenotato un posto al Senato, è terza in Lombardia. Lo stesso per Vannino Chiti (Riforme istituzionali), primo nella lista per il Senato in Toscana. A Montecitorio entreranno anche Rosy Bindi (Famiglia), prima nella lista Veneto I, Pierluigi Bersani (Sviluppo economico), primo nella “blindatissima” Emilia Romagna e Giovanna Melandri (Politiche giovanili), fedelissima di Veltroni. A lei il segretario farà scegliere dove farsi eleggere: in Lazio I, dove è quarta, o in Liguria, dove occupa la prima casella. Giuseppe Fioroni (Istruzione) opterà se arrivare a Montecitorio attraverso il collegio Lazio II (secondo) o Sicilia I (primo). Doppia chance anche per Cesare Damiano (Lavoro): è primo nella lista della Camera in Piemonte II e in quella del Friuli Venezia Giulia. Arturo Parisi (Difesa) guida la lista per la Camera in Sardegna, Paolo De Castro (Politiche agricole) è primo in lista al Senato per la Puglia, Livia Turco (Salute) è prima in Abruzzo alla Camera. Paolo Gentiloni, infine, (Comunicazioni) è terzo per la Camera nel Lazio I. Per Emma Bonino (Politiche comunitarie), infine, il discorso è diverso: non ha la tessera del Pd, ma l’accordo di apparentamento dei Radicali con Veltroni garantisce a suoi nove esponenti uno scranno in Aula attraverso l'inserimento nelle liste democratiche. A lei, se in queste ultime ore accetterà, toccherà il primo posto (sicuro) per il Senato in Piemonte.


-----------------------------------------------------------
Rischio De Mita '83 per Veltroni (quando il “nuovismo” non paga)

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Chissà che a Walter Veltroni non convenga ascoltare i consigli di chi lo diffida dall’agitare in campagna elettorale lo specchietto del “nuovismo”. Quantomeno perché c’è un precedente nella storia politica del nostro paese che non gioca a favore del leader del Partito democratico. Venticinque anni fa fu Ciriaco De Mita, allora segretario della Dc, a impostare una campagna propagandistica sostanzialmente analoga a quella odierna del Pd, tutta centrata sul fattore novità. In occasione delle elezioni politiche del giugno 1983, infatti, De Mita si illuse che lo scudocrociato avrebbe potuto aumentare i consensi attraverso un martellamento mediatico che sottolineasse gli aspetti innovativi della sua leadership. Alla prova dei fatti l’elettorato non percepì la Dc come il “nuovo” della politica italiana. E non poteva essere altrimenti. Un errore di comunicazione, quello commesso da De Mita, talmente devastante che lo scudocrociato rimediò alle urne una batosta senza precedenti. Per capire le cause della debacle elettorale democristiana del giugno 1983 bisogna accennare rapidamente alla situazione politica italiana di quegli anni. Il referendum del 1981 sull’aborto che affondò il governo Forlani; il secondo scandalo dei petroli; il terremoto in Irpinia; la ripresa dell’offensiva terroristica; l’avanzare della crisi economica; la perdita per la Dc, dopo 36 anni ininterrotti, della presidenza del Consiglio affidata al repubblicano Giovanni Spadolini: lo scenario politico al principio degli anni Ottanta imponeva allo scudocrociato un deciso cambio di rotta.


-----------------------------------------------------------
Uolter il copione..

>>Da: baffo
Messaggio 1 della discussione
ora copia pure Capezzone, vuole aprire un'impresa in 1 giorno.
Uolter porca l'oca tira fuori una tua idea che sia tua!!!

MSN Gruppi

unread,
Mar 11, 2008, 6:44:27 AM3/11/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
La crisi Usa sarà a breve termine ma colpirà anche l'Italia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
di Giuseppe Pennisi

Dagli Stati Uniti arriva sull’Europa, ed in particolare sull’Italia, un freddo vento di rallentamento economico che nei prossimi mesi potrebbe diventare “recessione”.

Questo – occorre spiegarlo data l’informazione superficiale apparsa sulla stampa nostrana, pure su quella economica – è un termine rigorosamente tecnico, definito dal National Bureau of Economic Research (Nber) in “due trimestri con crescita negativa del pil calcolato su base annua”. Non siamo ancora giunti a tanto. Chi, tra gli abbonati al servizio, si è collegato con il sito del “consensus” (i 20 maggiori istituti privati di ricerca econometrica) ha potuto constatare che la crescita media prevista per gli Usa nell’anno in corso è l’1,5%; tuttavia, da un lato, 9 istituti su 20 indicano una crescita non superiore allo 0,8% e, dall’altro, un aumento del pil dell’1,5% è compatibile con una recessione nei due trimestri centrali dell’anno ed una ripresa nel quarto.

In effetti, i 20 istituti leggono una forte spinta a partire dell’autunno (la coincidenza delle elezioni non è casuale anche in quanto gli stimoli monetari di questi mesi sarebbero da settembre in piena azione) tale da portare nel 2009 ad un aumento del pil del 2,2%. Sei istituti su 20 (il dato è interessante) vedono addirittura una crescita americana del 3% l’anno prossimo.

-----------------------------------------------------------
La "variabile" Di Pietro imbarazza il Pd

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Dario Caselli

La variabile Di Pietro. In molti nel Pd l’avevano messa in conto. Anzi le cronache politiche raccontano che quando nel tardo pomeriggio degli inizi di febbraio il ministro delle Infrastrutture diede l’annuncio dell’avvenuto apparentamento diversi ex dirigenti diessini abbiano sospirato.

Sospiri non di sollievo ma piuttosto di timore per quello che sarebbe accaduto imbarcando un ministro che pur di curare il suo elettorato andò contro il suo governo inventandosi il sistema dell’ “autosospensione”.

“E’ vero – riflette oggi scendendo dalla scaletta ripida del loft di Sant’Anastasia uno dei collaboratori di Veltroni – così ci siamo protetti dai “grillini” e dai loro attacchi, ma sarà una variabile con cui dovremo fare i conti”. Varabile che può significare più consensi per il Pd ma anche tempeste in vista, come quella sulla riforma tv aperta poco dopo aver siglato l’accordo. Allora Di Pietro annunciò “un intervento radicale” sul sistema radiotelevisivo. Per la Rai solo una rete finanziata dal canone mentre per Mediaset spostamento di Rete4 sul satellite e mantenimento solo di un canale.

-----------------------------------------------------------
Spagna, con Rosa Díez spunta la terza forza

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
di Maurizio Stefanini

Sono state le elezioni più bipolari della storia di Spagna dai tempi del ritorno alla democrazia nel 1977: 169 deputati del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) di Zapatero; 153 del Partito Popolare (Pp) di Rajoy; e appena 28 per tutti gli altri. Eppure, proprio in questo voto è entrata al Congreso Rosa Díez, fondatrice e leader dell’Unione Progresso e Democrazia (Upyd). Ed è un risultato per molti versi clamoroso. Da quando nel 1993 si sfasciò il Centro Democratico e Sociale (Cds) di Adolfo Suárez, infatti, è la prima volta che torna ad avere eletti un partito nazionale, e non regionale, diverso da socialisti, popolari e comunisti di Sinistra Unita. E ci entra tra l’altro proprio in un momento in cui la Sinistra Unita è invece al suo minimo storico, con appena due eletti. E i comunisti, va ricordato, sono una forza politica che in Spagna ha le radici antiche e solide, anche se l’egemonia a sinistra che avevano acquisito durante la lotta antifranchista non sono poi riusciti a conservarla nel periodo della transizione. L’Upyd è invece un partito che ha appena sei mesi di vita, anche se ha l’appoggio di illustri intellettuali: dai filosofi Carlos Martínez Gorriarán e Fernando Savater allo scrittore Mario Vargas Llosa, all’economista Mikel Buesa Blanco, allo storico Antonio Elorza. Nomi grossi, di cui però si può dubitare se veramente siano in grado di mobilitare grosse masse di votanti.


-----------------------------------------------------------
Prodi, trent’anni di disastri

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il Professore disse: "Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo". E non ha mai smesso di istruirsi
«Ho chiuso con la politica italiana», ha dettato domenica Romano Prodi, e la politica italiana non rimpiangerà questi trent'anni. Formidabile quel 1978, l'anno dei tre papi, di Leone e Pertini, dell'uccisione di Moro e dell'apparizione di un docente di Economia a Bologna protetto da Beniamino Andreatta che in pochi mesi brucia le tappe saltando dalla cattedra universitaria al tavolino di una seduta spiritica alla scrivania di ministro. Trent'anni che verranno ricordati per la sterminata antologia di sbagli e figuracce collezionate da uno che disse: «Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo». E siccome non si finisce mai di imparare, Prodi non ha mai smesso di prendere cantonate.
Già l'esordio doveva mettere in guardia sul futuro del Professore. Il debutto avvenne il 2 aprile 1978, 17 giorni dopo il rapimento Moro, attorno a un tavolo con 17 invitati: il pranzo della seduta spiritica da cui spuntò il nome «Gradoli». Un episodio su cui indagarono due commissioni parlamentari e che Prodi non ha mai chiarito. Piattino o posacenere, bicchierino o tazzina, pioggia o nuvole: è il festival delle contraddizioni. Oggi nessuno crede più al racconto del modo misterioso in cui sarebbe apparso il nome che indicava la prigione in cui le Brigate rosse detenevano Aldo Moro; molti pensano sia stato un modo per coprire una fonte dell'Autonomia bolognese.
In ogni caso, in nessun Paese al mondo uno che si presenta così avrebbe speranze di fare carriera politica. Prodi invece pochi mesi dopo era già ministro dell'Industria, approfittando di un’improvvida intervista di Donat-Cattin. Vi rimase 115 giorni nei quali legò il proprio nome alla legge sul salvataggio delle aziende in crisi: una norma che nei fatti non ha mai funzionato ma che gli guadagnò la fama di «riserva della Repubblica» pronto alla bisogna.


-----------------------------------------------------------
Prodi, trent’anni di disastri

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il Professore disse: "Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo". E non ha mai smesso di istruirsi
«Ho chiuso con la politica italiana», ha dettato domenica Romano Prodi, e la politica italiana non rimpiangerà questi trent'anni. Formidabile quel 1978, l'anno dei tre papi, di Leone e Pertini, dell'uccisione di Moro e dell'apparizione di un docente di Economia a Bologna protetto da Beniamino Andreatta che in pochi mesi brucia le tappe saltando dalla cattedra universitaria al tavolino di una seduta spiritica alla scrivania di ministro. Trent'anni che verranno ricordati per la sterminata antologia di sbagli e figuracce collezionate da uno che disse: «Io amo anche i miei errori, da loro imparo moltissimo». E siccome non si finisce mai di imparare, Prodi non ha mai smesso di prendere cantonate.
Già l'esordio doveva mettere in guardia sul futuro del Professore. Il debutto avvenne il 2 aprile 1978, 17 giorni dopo il rapimento Moro, attorno a un tavolo con 17 invitati: il pranzo della seduta spiritica da cui spuntò il nome «Gradoli». Un episodio su cui indagarono due commissioni parlamentari e che Prodi non ha mai chiarito. Piattino o posacenere, bicchierino o tazzina, pioggia o nuvole: è il festival delle contraddizioni. Oggi nessuno crede più al racconto del modo misterioso in cui sarebbe apparso il nome che indicava la prigione in cui le Brigate rosse detenevano Aldo Moro; molti pensano sia stato un modo per coprire una fonte dell'Autonomia bolognese.
In ogni caso, in nessun Paese al mondo uno che si presenta così avrebbe speranze di fare carriera politica. Prodi invece pochi mesi dopo era già ministro dell'Industria, approfittando di un’improvvida intervista di Donat-Cattin. Vi rimase 115 giorni nei quali legò il proprio nome alla legge sul salvataggio delle aziende in crisi: una norma che nei fatti non ha mai funzionato ma che gli guadagnò la fama di «riserva della Repubblica» pronto alla bisogna.


-----------------------------------------------------------
Massimo De Manzoni: Attenti al "fattore C"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Le chiamano gaffe. Sono, più propriamente, voci dal sen fuggite: ovvero verità. I candidati «impolitici» appena aprono bocca seminano il panico nei due principali partiti, Pdl e Pd. Ha cominciato Massimo Calearo, l’imprenditore schierato da Veltroni nel Nordest: elogio di San Clemente Mastella che ha fatto cadere il governo Prodi e auspicio che Visco, il signore delle tasse, non venga mai ripresentato. Ha proseguito Giuseppe Ciarrapico, new entry del Popolo della libertà: «Io non ho mai rinnegato il fascismo». Ha completato l’opera Matteo Colaninno, altro fiore all’occhiello confindustriale del Partito democratico: poderosa mazzata sul governo Prodi («Non ci sarei mai entrato: sembra un’arca di Noè»), con tocco disfattista finale: «Se il Pd può vincere? Certo, magari non questa volta».
Calearo, Ciarrapico, Colaninno: il «fattore C» mette scompiglio nella politica. E segnala problemi veri. Nel centrodestra il percorso verso il nuovo partito è ancora disseminato di ostacoli e tentazioni di ricadute nostalgiche, magari più d’immagine che di sostanza, che rischiano comunque di produrre danni. Nel centrosinistra, l’eredità di Prodi è un macigno, una realtà che Veltroni tenta continuamente di nascondere sotto il tappeto, ma da lì ostinatamente riemerge, essendo possibile solo per scafatissime facce di bronzo rotte a ogni tipo di avventura politica negare l’innegabile: negli ultimi due anni le tasse sono aumentate, la situazione del Paese è drammaticamente peggiorata e agli italiani prudono le mani nell’attesa di poter mandare a casa, con una croce sulla scheda, chi li ha cacciati nell’angolo.


-----------------------------------------------------------
Livio Caputo: MA L’EUROPA VA A DESTRA

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Scambiare i propri desideri per la realtà. È quello che ha fatto Veltroni quando, commentando i risultati delle elezioni in Spagna e in Francia, ha parlato di «vento nuovo», cioè di un'Europa che riprende ad andare a sinistra. Peccato che non sia vero: a parte il fatto che il voto di domenica non sposta nulla, nel senso che Madrid era già governata dai socialisti e in Francia si è andati alle urne solo per il primo turno di elezioni comunali e provinciali, in altri Paesi dell'Unione la tendenza prevalente è, se mai, quella opposta: 16 dei 27 membri - tra cui nazioni di antiche tradizioni socialdemocratiche come Svezia e Danimarca - hanno governi di centro-destra, solo otto di centro-sinistra e gli altri tre sono retti da grandi coalizioni; e il rapporto promette di diventare di 17 a 7 dopo le elezioni italiane.
È vero che Zapatero ha conquistato un secondo mandato, ma i suoi modesti guadagni in termini di percentuale (da 42,6 a 43,3) e di deputati (da 164 a 169) sono stati fatti interamente a spese della Sinistra unita - passata da 5 a 2 seggi - e degli autonomisti catalani rossi, scesi da 8 a 3. I Popolari, al contrario, hanno guadagnato oltre due punti percentuali (da 37,6 a 39,8) e 5 seggi, e Convergencia y Unió, cioè i catalani conservatori, è l'unico partito minore ad avere aumentato la sua rappresentanza parlamentare. Bisogna concluderne che, se mai, la Spagna si è spostata leggermente a destra.


-----------------------------------------------------------
Londra. La figlia è down: plastica al viso

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Gb, la bimba ha solo due anni. I genitori vogliono sottoporla a numerosi interventi per correggerne i lineamenti. Polemiche. La madre: "Lo facciamo per il suo bene".

Londra - Ophelia compirà due anni questo mese. È una bellissima bimba inglese, dal visetto paffuto e i capelli castano ramati simili a quelli della madre. Adesso lei non sa di essere nata con la sindrome di Down e a quest’età anche a molti adulti i segni inconfondibili di quei cromosomi in più potrebbero passare inosservati. Ma i suoi genitori temono che una volta cresciuta, la gente non riesca a vedere al di là di quegli occhi da cinesina, di quelle orecchie un po’ accartocciate, di quella lingua un po’ troppo carnosa in cui le parole incespicano.
Così stanno considerando l’idea di sottoporla a delle operazioni di chirurgia estetica, per renderle la vita un po’ più facile. Il loro punto di vista ha però scatenato un vivace dibattito etico in Gran Bretagna di cui Ophelia è ovviamente del tutto inconsapevole. È veramente un’operazione estetica quello di cui ha bisogno un bimbo down per affrontare serenamente una vita che certo si preannuncia più difficile di tante altre? I genitori di Ophelia Kirwan - un chirurgo plastico di fama mondiale e sua moglie brillantemente rifatta - sostengono di sì: «Siamo pronti a prendere questa decisione solo per il bene di nostra figlia, quando avrà diciotto anni. Non vogliamo che la gente la giudichi soltanto per come appare». La procedura è complicata, prevede la correzione della forma degli occhi, del setto nasale troppo piatto, delle labbra e della lingua e infine del collo. Un inferno ricostruttivo destinato a rendere Ophelia uguale agli altri, almeno nell’aspetto. Ma basterà a renderla felice e sicura di sé?, si chiedono in molti. Oppure saranno i genitori a essere più sereni, convinti che il nuovo aspetto di questa figlia «diversa» serva a farla accettare da una società innamorata della propria immagine patinata?

-----------------------------------------------------------
Napoli, rifiuti in Germania via nave: costi doppi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

I treni che trasportano di solito la munnezza fermi per misteriosi problemi amministrativi. Da trasferire ci sono 180mila tonnellate di spazzatura. Rotta da 5mila chilometri: 10 giorni di viaggio. E si usano i cargo: viaggi rischiosi che costano 30 milioni

L’accordo c’è. Per salvare Napoli dalle 2.300 tonnellate di immondizia che ancora sommergono la città, la Germania resta per il commissariato straordinario la terra del miraggio. Mentre i treni della Ecolog - che trasportano ogni giorno, domenica esclusa, tra le seicento e le settecento tonnellate di rifiuti - sono ancora fermi per imprecisati «problemi amministrativi» (la società ferroviaria avrebbe detto «no» a nuovi convogli per il mancato pagamento degli arretrati), il supercommissario De Gennaro non ha perso di vista la rotta tedesca. Che questa volta potrebbe essere battuta via mare piuttosto che su rotaie.
L’intesa politica è già stata raggiunta con Berlino e i Laender interessati: circa 180mila tonnellate di immondizia che invadono la regione potrebbero viaggiare per i mari europei e approdare in territorio tedesco. Un’esperienza già sperimentata con la vicina Sardegna e costata al nostro Paese 500mila euro, più del doppio di quanto si sarebbe speso utilizzando i treni diretti verso termovalorizzatori tedeschi.
Il Commissariato per i rifiuti resta cauto: «L’accordo di massima c’è, ma ora aspettiamo le proposte delle società tedesche che operano nel settore della termovalorizzazione e del recupero dei rifiuti. Sulle modalità di trasporto siamo aperti a ogni soluzione».

-----------------------------------------------------------
Colaninno, esordio con gaffe: "Il Pd vincerà ma non stavolta"

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Come Calearo anche il giovane imprenditore attacca Prodi: "Non sarei mai entrato nella sua arca di Noè".

Milano - Rappresenta l’aristocrazia imprenditoriale, Matteo Colaninno. È giovane e rampante, col vizietto veltroniano del «ma anche» e con la voglia, tanta di «prendere il testimone per la guida del Paese». Ma, sorpresa, il capolista milanese alla Camera del Pd già sa che per il passaggio del «testimone» c’è ancora tempo, che bisogna aspettare.
Sì, avete letto bene: lo stimabilissimo rampollo di casa Colaninno ammette che «in questa tornata» il Pd «magari» non ce la farà ovvero che il Pdl vincerà le elezioni e che loro, continua, ce la faranno solo «nel medio periodo». Virgolettato da gaffeur professionista: «Noi dobbiamo e possiamo prendere il testimone e guidare l’Italia verso una reale nuova stagione, senza risse e senza toni esasperati ma con chiarezza e forza. Magari non riusciremo in questa tornata, ma nel medio periodo».
Uscita niente male. Anche perché Matteo Colaninno non si basa sui sondaggi elettorali: lui, fa sapere, «ascolta» il Paese e avverte ovunque che «l’Italia ha bisogno di persone che vogliono e che sappiano guidare il cambiamento». Evidentemente sente però che per il made in Veltroni c’è da attendere.
Sorridono i cronisti invitati al circolo della stampa per la sua prima volta in politica. Sessanta minuti a ruota libera per motivare la sua «discesa in campo», come ama definirla. Seduto da solo al tavolo della sala Montanelli e senza uno straccio di candidato del Pd presente, Matteo Colaninno, dà altro materiale ai taccuini: «Io non sarei mai entrato in quell’arca di Noè che era la coalizione di Prodi. Non ci sarei stato e lo dico da giovane cittadino». Ci vorrebbe un applauso alla sincerità, annotano i giornalisti presenti: «Rispetto a quell’arca che era la maggioranza di cui Prodi era timoniere i risultati sono però stati buoni, non si poteva far di meglio». Aggiunta di chi non nasconde il fallimento del governo Prodi, della sinistra che ha messo in ginocchio il Paese.

-----------------------------------------------------------
In tasca agli statali oltre metà del bilancio italiano

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Unioncamere: lo Stato impiega il 54% della spesa totale per gli stipendi dei dipendenti pubblici. Dal 2001 competenze trasferite agli enti locali, ma la spesa di Roma per le buste paga, invece di diminuire, è aumentata
Di ogni euro che lo Stato spende, 53 centesimi e mezzo se ne vanno per gli stipendi dei dipendenti: ovvero, oltre la metà della cifra investita da Roma per i servizi ai cittadini (ministeri, enti e agenzie, esercito e forze dell’ordine) viene impiegata per pagare il dipendente incaricato di erogare il servizio. È quanto emerge dall’indagine a tappeto sui costi della Pa svolta da Unioncamere Veneto, dossier che sarà presentato domani presso la sede di Unioncamere a Venezia.
Il dato, di per se stesso impressionante (non serve certo essere degli esperti economisti per capire che l’efficienza nella Pa è ben lontana dall’essere raggiunta, se per ottenere un risultato che vale «46» devi investire «100») assume dimensioni paradossali se comparato alla situazione delle amministrazioni locali. A fronte del 53,5% della spesa totale gestita dallo stato impiegata in buste paga, i comuni spendono solo il 27,6%, e le regioni il 14,6%.


-----------------------------------------------------------
Veltroni si scopre pure un po' Zapatero

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Così ieri Walter Veltroni si è improvvisamente riscoperto «veltroniano» ma-anche «zapateriano». Prima era anche «obamiano», e prima ancora «sarkozyano» (senza bisogno di risalire al discorso «blairiano» - e in inglese! - nel congresso di Blackpool che incoronò Tony Blair nel 1996).
Sta di fatto che ieri Veltroni ha preso carta e penna, e ha scritto al neo premier con toni lirici: «La vostra vittoria rafforza l’ampio fronte delle forze democratiche e progresso chiamato a fare dell’Unione europea un protagonista per un mondo più giusto, società più eque, per uno sviluppo sociale e civile che ampli i diritti di cittadinanza». Il che è fantastico: uno straordinario esempio di eclettismo politico. Un’ennesima «convergenza parallela», nel grande gioco degli ossimori inconciliabili della politica italiana.
Il leader del Psoe - per fare un esempio - ha introdotto i matrimoni omosessuali nell’ordinamento civile spagnolo, anche a costo di una durissima battaglia culturale; Veltroni invece, quando si è dovuto votare un banalissimo ordine del giorno sulle Unioni civili nella sua città, non si è nemmeno fatto trovare a Roma (e la sua maggioranza ha votato contro, malgrado quei birbanti di Rifondazione avessero usato le stesse frasi del leader del Pd per la mozione).
Insomma, gli spin doctor di Veltroni dovrebbero ricordare a Veltroni che per quanto sia bello cavalcare le vittorie altrui e proiettare su se stessi il coraggio di chi ce l’ha, non solo non gli è utile, ma gli fa persino danno. Ma come? Lui da anni cerca di accreditare un’immagine di ultra-moderato, capace di interlocuzioni privilegiate col Vaticano, e poi gioisce per la vittoria del più grande «laicista» d’Europa? Lui che è andato proprio in Spagna a dire «Siamo riformisti, ma non di sinistra», ora riscopre il fascino dell’izquierda, la sinistra socialista che vince? Lui che non ha voluto in lista il pur pacatissimo Enrico Boselli (molto più moderato di Luis Enrique!) si appassiona al leader che firma come Zorro? Se l’imitazione di un politico è come un tagliando per una macchina, la cosa peggiore che possa capitare a un leader è assomigliare pericolosamente alla propria caricatura.

-----------------------------------------------------------
I vertici delle liste Pdl

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione

Queste sono le "teste di lista" del Popolo della libertà, regione per regione. In tutte le circoscrizioni della Camera sono candidati ai primi due posti i leader, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini


VALLE D’AOSTA
CAMERA Giuseppe Gambardella.
SENATO Cleto Benin.
PIEMONTE
CAMERA 1 Guido Crosetto, Margherita Boniver, Maurizio Leo, Osvaldo Napoli, Maria Grazia Siliquini.
CAMERA 2 Lucio Stanca, Marco Zacchera, Maria Teresa Armosino, Enrico Costa, Alessandro Ruben
SENATO Enzo Ghigo, Ugo Martinat, Aldo Scarabosio, Lucio Malan, Andrea Fluttero
LIGURIA
CAMERA Claudio Scajola, Fiamma Nirenstein, Sandro Biasotti, Gabriella Mondello, Eugenio Minasso
SENATO Enrico Musso, Giorgio Bornacin, Gabriele Boscetto, Franco Orsi, Luigi Morgillo
LOMBARDIA
CAMERA 1 Ignazio La Russa, Gianfranco Rotondi, Stefania Craxi, Andrea Ronchi, Mario Valducci
CAMERA 2 Giulio Tremonti, Mariastella Gelmini, Raffaello Vignali, Mirko Tremaglia, Gregorio Fontana
CAMERA 3 Gian Carlo Abelli, Massimo Enrico Corsaro, Maurizio Bernardo, Chiara Moroni, Andrea Orsini
SENATO Roberto Formigoni, Alfredo Mantica, Ombretta Colli, Guido Possa, Alessio Butti
VENETO
CAMERA 1 Niccolò Ghedini, Alberto Giorgetti, Aldo Brancher, Francesco De Luca, Filippo Ascierto.
CAMERA 2 Renato Brunetta, Adolfo Urso, Fabio Gava, Valentino Valentini, Maurizio Paniz
SENATO Giancarlo Galan, Luigi Ramponi, Elisabetta Casellati, Maurizio Sacconi, Maurizio Saia

-----------------------------------------------------------
I vertici delle liste Pdl

>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione

Queste sono le "teste di lista" del Popolo della libertà, regione per regione. In tutte le circoscrizioni della Camera sono candidati ai primi due posti i leader, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
VALLE D’AOSTA
CAMERA Giuseppe Gambardella.
SENATO Cleto Benin.
PIEMONTE
CAMERA 1 Guido Crosetto, Margherita Boniver, Maurizio Leo, Osvaldo Napoli, Maria Grazia Siliquini.
CAMERA 2 Lucio Stanca, Marco Zacchera, Maria Teresa Armosino, Enrico Costa, Alessandro Ruben
SENATO Enzo Ghigo, Ugo Martinat, Aldo Scarabosio, Lucio Malan, Andrea Fluttero
LIGURIA
CAMERA Claudio Scajola, Fiamma Nirenstein, Sandro Biasotti, Gabriella Mondello, Eugenio Minasso
SENATO Enrico Musso, Giorgio Bornacin, Gabriele Boscetto, Franco Orsi, Luigi Morgillo
LOMBARDIA
CAMERA 1 Ignazio La Russa, Gianfranco Rotondi, Stefania Craxi, Andrea Ronchi, Mario Valducci
CAMERA 2 Giulio Tremonti, Mariastella Gelmini, Raffaello Vignali, Mirko Tremaglia, Gregorio Fontana
CAMERA 3 Gian Carlo Abelli, Massimo Enrico Corsaro, Maurizio Bernardo, Chiara Moroni, Andrea Orsini
SENATO Roberto Formigoni, Alfredo Mantica, Ombretta Colli, Guido Possa, Alessio Butti
VENETO
CAMERA 1 Niccolò Ghedini, Alberto Giorgetti, Aldo Brancher, Francesco De Luca, Filippo Ascierto.
CAMERA 2 Renato Brunetta, Adolfo Urso, Fabio Gava, Valentino Valentini, Maurizio Paniz
SENATO Giancarlo Galan, Luigi Ramponi, Elisabetta Casellati, Maurizio Sacconi, Maurizio Saia

-----------------------------------------------------------
Il Financial Times sogna la Grande coalizione

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Il columnist Geoff Andrews vede nelle larghe intese la sola possibilità per arrestare il "declino economico" del Paese e realizzare riforme istituzionali che assicurino "la stabilità". Stoccata contro l'Udc

L’Italia ha bisogno di "una Grande coalizione", unica possibilità per arrestare il "declino economico" e realizzare riforme istituzionali che assicurino "stabilità". La tesi, del columnist Geoff Andrews, è presentata oggi dal Financial Times.
Consenso allargato "All’Italia - si legge sul quotidiano finanziario - serve un nuovo accordo che preveda riforme istituzionali e modernizzazione economica". "Può ottenerlo - argomenta Andrews - solo attraverso una Grande coalizione che crei consenso non solo tra i differenti partiti ma anche con figure come Luca Cordero di Montezemolo, il leader della confederazione degli industriali divenuto nelle ultime settimane una voce influente sul declino della competitività e la stagnazione economica in Italia". Secondo l’opinionista del Financial Times, tuttavia, è possibile che all’indomani del voto politico del 13 e 14 aprile il "nuovo spirito" di "unità nazionale" e di "rinnovamento" diffuso nella società italiana sia "frustrato" dagli "interessi privati della classe politica".
Difficoltà d'intesa Andrews sottolinea le difficoltà di un’intesa tra i principali protagonisti della vicenda italiana, il Partito democratico (Pd) di Walter Veltroni e il Partito del popolo della libertà (Pdl) di Silvio Berlusconi. Secondo il columnist, l’ex sindaco di Roma "sembra aver colto il momento per un rinnovamento nazionale". Quanto a Berlusconi, però, avrebbe già dimostrato che i suoi interessi privati "non sono negoziabili". A complicare il quadro - osserva Andrews - contribuisce l’Udc, il partito centrista di Pier Ferdinando Casini destinato ad aver un ruolo cruciale in "ogni" futura trattativa. "Possiamo aspettarci - è la sconsolata conclusione del columnist del Financial Times - che i vecchi interessi conservatori serrino le file: non trattenete il respiro".


-----------------------------------------------------------
Speciale, il gip archivia l'inchiesta su Visco

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Il gip Antonino Stipo ha archiviato l’inchiesta aperta nei confronti del viceministro dell’Economia, accusato di tentato abuso d’ufficio e minacce a pubblico ufficiale. Il legale di Speciale: "La motivazione del gip dà atto dei comportamenti illegittimi"

Roma - Il vicepresidente del gip di Roma, Antonino Stipo, ha archiviato la posizione del viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, in relazione alle presunte minacce esercitate nei confronti dell’allora comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, per il trasferimento di alcuni ufficiali delle Fiamme gialle.
L'archiviazione degli atti Per le presunte pressioni, il numero due di via XX Settembre era stato indagato per tentato abuso d’ufficio e minacce. A chiedere l’archiviazione del fascicolo processuale, sulla base del presupposto che non sussiste il dolo, erano stati il procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara ed il sostituto Angelantonio Racanelli. I due magistrati avevano, infatti, censurato il comportamento del viceministro Visco ritenendo, tuttavia, l’insussistenza di fattispecie penalmente rilevanti. L’archiviazione degli atti decisa dal gip Stipo chiude definitivamente il caso. Precedentemente, il magistrato aveva respinto un’analoga richiesta di archiviazione ritenendo indispensabili ulteriori accertamenti. All’esito di questi la Procura ha riproposto l’archiviazione del procedimento contro il quale si era opposto Speciale, per il tramite del suo difensore Ugo Longo. I due avevano sollecitato l’emissione dell’imputazione coatta nei confronti del viceministro sulla base delle conseguenze patite da Speciale in seguito alle pressioni subite dal braccio destro di Padoa Schioppa.
Il legale: "Visco esce a testa alta" "Con l’archiviazione del gip si chiude una vicenda che non avrebbe avuto alcuna ragione di essere portata all’attenzione della magistratura". L’avvocato Guido Calvi è soddisfatto perché dall'inchiesta "il viceministro Visco esce a testa alta" confermando "la linearità delle sue scelte" e "la grande efficacia del suo impegno nel contrasto all’evasione fiscale". "Pur non condividendo la decisione del giudice di archiviare - ha detto Ugo Longo, che assiste il generale Speciale - sono soddisfatto della motivazione in cui si dà atto dei comportamenti illegittimi posti in essere dal viceministro nei confronti di Speciale".

-----------------------------------------------------------
Pdl, l’assedio ai "Sette" per un seggio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Notte bianca tra pizze, ansia e gag. I responsabili delle liste barricati per il rush finale, i peones in chiesa per l’ultima raccomandazione.

Roma - «Ditemi voi... Ditemi voi come c... faccio a portare avanti una trattativa quando quella che dovrebbe essere la mia testa d’ariete è ridotta così!». Sono passate le quattro di mattina quando al quinto piano di via dell’Umiltà Carlo Giovanardi mostra al cosiddetto «tavolo dei sette» il display del suo cellulare che ha appena immortalato Emerenzio Barbieri, gomiti sul tavolo e testa pencolante tra le mani. L’ex deputato dell’Udc, infatti, se la dorme beatamente mentre gli altri continuano a discutere di posti in lista e candidature sicure. Sonno profondo, se neanche le urla divertite di Giovanardi e lo sghignazzare dei presenti riesce nell’impresa di ridestarlo.
L’ultima giornata di trattative nella sala riunioni di Marcello Dell’Utri - adibita ormai da due settimane a centrale operativa per mettere a punto le liste elettorali - si apre così. E va avanti tra discussioni, vere e proprie liti e indimenticabili processioni alla ricerca di un seggio sicuro. Non solo a via dell’Umiltà, ma pure nella chiesa che sta lì a pochi passi. Sono le nove di mattina, infatti, quando Raffaele Fitto - richiamato al partito una mezz’ora prima, mentre era già in fila al check in di Fiumicino - si attarda davanti all’ingresso a parlottare con due parlamentari della Dc per le Autonomie, Mauro Cutrufo e Giampiero Catone. E finita la chiacchierata i due imboccano i battenti di Santa Maria dell’Umiltà, probabilmente per qualche raccomandazione particolare. La stessa, seppure un gradino più in basso, in cui spera Massimo Nardi, anche lui deputato della DcA, pizzicato nella sua auto parcheggiata sotto la sede di Forza Italia all’alba di domenica. Ma c’è pure chi si affida al telefono, bersagliando i cellulari dei coordinatori regionali azzurri. Che, non a caso, salvo qualche rara eccezione squillano a vuoto per due giorni. Gran da fare pure per le segretarie di via dell’Umiltà, visto che da venerdì mattina il cosiddetto «tavolo dei sette» (Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto, Denis Verdini, Renato Schifani, Elio Vito, Claudio Scajola e Mariastella Gelmini) decide sostanzialmente di tagliare i ponti con l’esterno, al punto da chiedere che non gli vengano più portate neanche le agenzie di stampa che di ora in ora raccolgono indiscrezioni sulle candidature. E anche la pausa pranzo al ristorante Al Moro, pochi passi da via dell’Umiltà, viene sostituita da ben più frugali pizze a domicilio. Tanto che le pile di cartoni arrivano a raggiungere altezze preoccupanti, come pure il numero di lattine di Fanta e Lemonsoda. Così, c’è chi al telefono preferisce il fax. Dalla Calabria, il consigliere regionale di Forza Italia Gesuele Villasi ne manda a via dell’Umiltà circa trecento: «Non candidate Nino Foti».

-----------------------------------------------------------
Dodicenne violentata dal branco: 3 arresti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

A Palma di Montechiaro (Agrigento) violenza di gruppo su una bambina di 12 anni. Secondo l’accusa, pochi giorni prima di Natale il branco attirò la ragazzina all'interno di un casolare di campagna dove i ragazzi ne abusarono a turno

Agrigento - Tre giovani, uno dei quali minorenne, sono stati arrestati dalla Polizia a Palma di Montechiaro (in provincia di Agrigento) con l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazzina di 12 anni violentata nel dicembre scorso. Altri due minorenni, che secondo l’accusa facevano parte del branco, erano stati arrestati il 7 febbraio scorso.
Lo stupro del branco Due ventenni e un diciassettenne sono stati arrestati dalla polizia a Palma di Montechiaro con l’accusa di aver partecipato alla violenza sessuale di gruppo su una bambina di 12 anni. Per questi fatti erano stati già arrestati il 7 febbraio scorso altri due minorenni. Secondo l’accusa, tutti farebbero parte di quel "branco" che, pochi giorni prima dello scorso Natale, aveva attirato la ragazzina all'interno di un casolare di campagna. Qui i ragazzi ne avrebbero abusato sessualmente a turno.

-----------------------------------------------------------
Olanda: Nei parchi sesso libero. Ma non fumate

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Sesso en plein air. Una nuova legge olandese «autorizza i rapporti completi nei parchi pubblici». Un’apertura condivisibile, se non fosse che negli stessi parchi è «severamente proibito - a tutela dei minori - fumare e portare cani». Come dire, che i piccoli dei Paesi Bassi si scandalizzano se vedono una persona con la sigaretta accesa o un bassotto al guinzaglio, ma restano indifferenti dinanzi a una coppia che si accoppia sulla panchina.
Una notizia che segue di 24 ore il licenziamento, avvenuto a Londra, di un operaio polacco «sorpreso a fare sesso con un aspirapolvere»: non un elettrodomestico normale, ma un modello «antropomorfo» chiamato Henry e che, curiosamente, ha una faccia sorridente e un «naso» con funzione di tubo allungabile. Disperata l’autodifesa del protagonista della stravagante liaison: «Henry mi stava solo asciugando le mutande...». Ma nessuno gli ha creduto.
A questo punto la domanda nasce spontanea: troppo permissiva l’Olanda con i suoi giardinetti a luci rosse o troppo severa la Gran Bretagna contro l’operaio sexy-sperimentatore? Il dibattito è aperto. Resta comunque il paradosso olandese, dove i parchi da questa estate saranno aperti agli orgasmi plurimi, ma chiusi a tabacco e quadrupedi pelosi: «Da luglio in Olanda sarà possibile fare sesso libero nei parchi, senza incorrere in alcun reato». Ma, consumato il rapporto, guai a tirar fuori la classica sigaretta del dopo-amplesso: si rischia una multa salatissima. Il regolamento è chiaro: «Appartarsi in un giardino pubblico e lasciarsi andare a libere effusioni, dal petting al rapporto sessuale completo, d’ora in poi non dovrà più essere considerato un comportamento perseguibile». A patto che si rispettino le seguenti norme: «Appartandosi solo dal tardo pomeriggio in poi; piazzare la coperta lontano dall’area giochi riservata ai bambini; gettare i preservativi negli appositi cestini». E la rilassante sigarettina post amplesso? A casa. Meglio se in bagno. Con la finestra aperta, possibilmente.
Nino Materi

-----------------------------------------------------------
Lite a sinistra sugli operai E il Pdl punta sui big locali

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Pd e Arcobaleno si contendono i sopravvissuti Thyssen. Duello Ghigo-Bonino

La battaglia per la conquista del Piemonte si gioca a Torino. Il Pd, per la prima volta, non avrà un avversario solo alla sua destra, ma anche alla sua sinistra. Il Pdl parte, dunque, avvantaggiato e anche l’assenza dei centristi casiniani potrebbe non influire sul conseguimento della vittoria del Pdl considerato anche il passaggio di importanti quadri intermedi alla causa di Berlusconi e Fini (dall’europarlamentare Bonsignore al capogruppo al consiglio comunale torinese Angeleri). E, considerata la tradizione favorevole al centrodestra nelle altre province piemontesi, l’aspetto più interessante, pertanto, sarà l’esito del voto torinese. Se l’insieme delle forze di sinistra non dovesse superare il 50% nella capitale della Fiat, la crisi sarebbe conclamata. Certo, anche nel centrodestra non tutto è filato liscio come l’olio. Il coordinatore regionale di Fi, Guido Crosetto, ha dovuto mediare con i vertici locali indispettiti da alcune candidature esterne non nascondendo «amarezza». Ma alla fine le liste appaiono molto «radicate» come testimoniano le presenze dell’ex governatore Ghigo, del numero uno piemontese di An Martinat e dei deputati uscenti Armosino, Costa, Stradella e Napoli.


-----------------------------------------------------------
Effetto sicurezza nelle urne tra ex prefetti e magistrati

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il Pd candida De Sena che ha combattuto la ’ndrangheta. Il Pdl Nitto Palma, pm di ferro nei casi Moro e Gladio

Candidature e campagna elettorale tutte all’insegna dell’ordine pubblico per una delle regioni con più problemi di sicurezza. Undici liste, a dimostrazione di come la politica sia ancora un’attività importante nel Sud italia. E di come le formazioni minori puntino sulla frammentazione che emerge dalle intenzioni di voto. Gli ultimi sondaggi disponibili risalgono alla metà di febbraio (realizzato da Finedit per il Quotidiano della Calabria) e danno il Popolo della libertà in netto vantaggio sul Pd: 22,1 per cento contro il 17,6. Seguono, molto a distanza, l’Udc e la Sinistra arcobaleno, entrambi con il 3,2 per cento. Ma la maggioranza assoluta è quella di chi non ha scelto. Quando è stato realizzato il sondaggio gli indecisi erano il 46,8 per cento, le schede bianche il 4,2 per cento.
Percentuali che oggi potrebbero essere un po’ diverse. Ma il clima di incertezza rimane forte. Pesano le travagliate vicende regionali. Come quella che ha coinvolto il presidente della regione Agazio Loiero, uscito indenne da una vicenda giudiziaria, ma che si è visto escludere dalle liste del Pd i suoi candidati del Partito democratico meridionale. «Una sconfitta cocente», ha ammesso.


-----------------------------------------------------------
Genova ora è tentata dalla destra

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Sfida fra la deputata Ds Pinotti e l’indipendente moderato Musso

È qui, in Liguria, finora Cenerentola nel panorama politico nazionale, che si combatte la madre di tutte le battaglie per la maggioranza dei seggi al Senato: gli 8 candidati che verranno eletti il 13 e 14 aprile - il partito vincitore ne conquisterà 5, lo sconfitto 2 o 3 - rappresentano poco più di un milione di cittadini da Ventimiglia a La Spezia, ma possono risultare decisivi per far pendere la bilancia a favore del Pdl o del Pd a livello generale. Nessun soprassalto di presunzione o voglia di riscatto da parte dei politici locali: il fatto è che, vista la composizione delle liste, con parecchi concorrenti in grado di prendere o smistare (anche per dispetto) voti trasversali, la Liguria diventa una delle cinque regioni-chiave. Secondo alcuni, addirittura tre: lo ribadisce il sottosegretario Enrico Letta, secondo cui «a fare la differenza nella corsa verso la riconquista del governo da parte del Pd saranno Sardegna, Marche e, appunto, la Liguria», che negli ultimi sessant’anni ha votato in massa, inquadrata e coperta, per il calderone variegato della sinistra. Ora il vento, anche da queste parti, è girato: i sondaggi indicano un significativo ribaltamento dei consensi. Anche perché la scelta dei due «registi» Berlusconi-Scajola di mettere come capolista per Palazzo Madama il professor Enrico Musso in contrapposizione a Roberta Pinotti, deputato uscente, vicinissima a Veltroni e quindi vista come espressione del vertice romano del Pd più che della base locale del partito, sembra fatta apposta per catturare un’ampia fascia di incerti, se non addirittura di lib-lab.


-----------------------------------------------------------
Campania

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

D’Alema e Follini cercano di far dimenticare Bassolino, Berlusconi in campo con tanti outsider

Se il Sud fosse - come auspica Massimo D’Alema - «un Paese normale», l’emergenza-rifiuti in Campania e l’improvvisa senescenza del rinascimento bassoliniano dovrebbero determinare automaticamente l’esito della prossima tornata elettorale a Napoli e dintorni. In realtà, il Pdl dovrà tenere conto di alcune variabili «indipendenti» per vincere le consultazioni campane. Soprattutto, della tradizionale «simbiosi» tra base elettorale e classe politica.
Sin dai tempi di Achille Lauro e di Antonio Gava il voto in Campania era un fenomeno imprescindibile dalle implicazioni tangibili in termini di posti di lavoro o di scanni negli enti pubblici. Alle prossime elezioni questo meccanismo rischia di saltare, soprattutto nel centrosinistra. Ciriaco De Mita ha portato armi e bagagli nell’Udc, mentre Clemente Mastella ha rinunciato. Altri punti di riferimento «storici» non avranno visibilità in Parlamento: da Paolo Cirino Pomicino a Rosa Suppa ad Antonio Martusciello e Alfredo Vito. Se il Pdl ha scelto il turnover, il Pd un po’ c’è stato costretto.


-----------------------------------------------------------
Lazio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il Pd si affida all’immagine dei nomi nuovi come la Madia, il Pdl cala gli assi
da Roma

Il Lazio si gioca, insieme alla Campania, lo scettro della regione con più seggi, tra quelle in bilico. Ventisette senatori e 55 deputati, 40 nel collegio Lazio 1 e gli altri 15 nel Lazio 2. Sicuramente si tratta di una delle realtà più incerte. Le segreterie dei due schieramenti non si sbilanciano e non diffondono sondaggi propri. Anche perché tutti sono convinti che la partita sia tutta da giocare. Un risultato comunque importante per il centrodestra, visto che le ultime consultazioni elettorali locali hanno sempre visto vincere il centrosinistra. E che il candidato premier del Partito democratico è stato per otto anni l’acclamato sindaco della Capitale.
La partita si annuncia difficile per il Popolo della libertà, per vari motivi. Walter Veltroni ha concentrato sul Lazio l’operazione immagine delle candidature «di rottura», con la 27enne Marianna Madia capolista nella circoscrizione Lazio 1 della Camera. Lui è il numero due. Seguono esponenti delle istituzioni nazionali e capitoline. Nomi di peso come il rutelliano Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni nel governo Prodi; l’ex ministro Giovanna Melandri e l’ex presidente della provincia Enrico Gasbarra. Il Pdl ha risposto con nomi di rilievo nazionale. Per Lazio 1, nel cappello di lista Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto. Al quinto posto il coordinatore di Forza Italia del Lazio e commissario di Roma Francesco Giro, seguito da Giulia Bongiorno, Sestino Giacomoni e l’avvocato Giuseppe Consolo. Dopo di loro, l’ex presidente del Coni Mario Pescante, Antonio Mazzocchi e Beatrice Lorenzin.


-----------------------------------------------------------
Pakistan, due attentati: 20 morti e 100 feriti

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Tre kamikaze in azione fanno strage a Lahore, nel Punjab. Colpiti l'Agenzia federale per le investigazioni e una sede del partito popolare del Pakistan

Islamabad - Almeno venti persone sono rimaste uccise ed oltre cento ferite nel duplice attentato che questa mattina ha colpito la città orientale pachistana di Lahore, nel Punjab. A compiere la strage - secondo alcune fonti - sarebbero stati tre attentatori suicidi, due dei quali si sono fatto esplodere alle 9.30 circa ora locale nella sede dell’Agenzia Federale per le Investigazioni (FIA): stando a quanto ricostruito dall’emittente televisiva Geo TV, un kamikaze si èfatto esplodere all’ingresso, l’altro all’interno dell’edificio di otto piani all’interno del quale lavorano tra le 200 e le 300 persone e che è risultato così gravemente danneggiato da far temere che possa crollare in qualunque momento. Sedici i morti, almeno 100 i feriti ricoverati in ospedale. Ora si teme che altre persone possano ancora essere intrappolate all’interno dell’edificio, ha riferito Malik Iqbal della polizia di Lahore. Altre fonti, quali l’emittente DAWN News, parlano di un’esplosione dovuta ad ordigni dinamitardi piazzati ll’interno dell’edificio e non di kamikaze.
Il secondo attentato ha ucciso quattro persone - tra cui due bambini - e ne ha ferite altre tre. Secondo alcuni ad essere presa di mira è stata un’agenzia pubblicitaria in un quartiere residenziale di Lahore, Model Town, mentre altre fonti sottolineano che l’attacco sarebbe stato compiuto nei pressi della residenza di Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, assassinata il 27 dicembre scorso a Rawalpindi e leader del Partito popolare del Pakistan (PPP) che due giorni fa ha stretto un accordo di governo con la Lega Musulmana del Pakistan-Nawaz di Nawaz Sharif per dar vita ad una coalizione. La casa funge da quartier generale del partito a Lahore. Al momento dell’esplosione, Zardari si trovava a Islamabad. Uno o due i kamikaze responsabili dell’attacco, secondo le diverse fonti e le notizie diffuse finora.

MSN Gruppi

unread,
Mar 12, 2008, 6:44:58 AM3/12/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Intervista a Marco Zacchera

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Venezuela italiani colpiti da miseria e violenza
di Lorenzo Montanari E Paolo Della Sala


A poche settimane dalle prossime elezioni politiche, abbiamo incontrato l’Onorevole Marco Zacchera, responsabile Esteri di Alleanza Nazionale-PdL e Vice Presidente del Comitato per gli Italiani all’Estero della Camera, di ritorno da un viaggio in America Latina, con tappa nella Venezuela Bolivariana del Presidente Chavez, paese che con il 12% di oriundi italiani rappresenta per importanza la terza comunità nella regione dopo Brasile e Argentina.

Onorevole Zacchera non crede che la recente crisi diplomatica tra Venezuela e Colombia sia stato un alibi per Chavez, che ha bisogno di rafforzare la sua immagine, e rafforzare il controllo interno?
Come ogni dittatura anche quella di Chavez ha trovato nello scontro con Uribe l’alibi del nemico esterno, utile ad impugnare la bandiera del nazionalismo nella speranza di frenare l’emorragia di voti e del consenso. Insomma la crisi è servita come pretesto per distogliere i venezuelani dalla grave crisi in cui si trovano. C’erano però alcuni particolari che Chavez non poteva ignorare: in primis i venezuelani non vogliono la guerra. Inoltre in Venezuela vivono milioni di colombiani con famiglie miste. Infine l’esercito venezuelano sarebbe stato sconfitto in poco tempo, tanto che proprio gli stessi militari sono stati i primi ad opporsi alla crisi. Si è trattato soprattutto di propaganda politica contro un leader come Uribe, che è appoggiato dagli Stati Uniti.

-----------------------------------------------------------
La sicurezza dell’Arno: progetti ma pochi fondi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

La struttura del piano di assetto idrogeologico ed il suo futuro incerto

di Marco Scatarzi


Tra i tanti interventi ambientali e paesaggistici attuati o previsti nel territorio regionale, spicca per importanza la grande opera per la messa in sicurezza dell’intero bacino idrogeologico del fiume Arno. Il primo accordo per il via ai lavori fu firmato il 18 febbraio 2005 dall’allora Ministro delle politiche ambientali Altero Matteoli in collaborazione con il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino dell’Arno Giovanni Menduni e con il Presidente della Giunta Regionale Claudio Martini. Con lo stanziamento del piano di assetto idrogeologico (PAI), si programmavano 108 interventi contro il pericolo alluvioni e 95 contro il rischio di frane e smottamenti, con un particolare occhio di riguardo per la messa in sicurezza di Firenze e Pisa, gioielli artistici esposti al grande rischio di esondazioni. L’organizzazione in distretti territoriali, creati per valorizzare le specificità del variegato paesaggio toscano, hanno permesso di affrontare la messa in atto del progetto attraverso una precisa opera di classificazione secondo una scala composta di quattro diversi livelli di pericolosità.


-----------------------------------------------------------
Pisa - I tanti problemi dopo dieci anni di “sinistra”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Francesco Ippolito


Dopo due legislature affidate dagli elettori al sindaco di centro sinistra Paolo Fontanelli, e quasi dieci anni di vita, di scelte e di storia pisana, l’amministrazione comunale si è sciolta. Negli scorsi giorni dal ministero degli interni è arrivata infatti la nomina a commissario della dott.ssa Maria Laura Simonetti - che dal 2006 aveva preso servizio come vice prefetto vicario nella vicina Lucca - ed ecco il punto sulla città fatto da chi ha governato e da chi invece ha vigilato dai banchi dell’opposizione. Servizi, infrastrutture, turismo e attività produttive, recupero urbanistico e residenziale di vaste zone della città. Ecco quanto l’amministrazione uscente circoletta con un brillante colore rosso. Soprattutto se si considerano, dicono in comune, gli investimenti in opere pubbliche: secondo dati ufficiali ad esempio nel triennio 2003 - 2006 sarebbe stato impegnato un capitale di oltre 100 milioni di euro. Senza considerare le opere realizzate da costruttori privati a scomputo degli oneri di urbanizzazione o i progetti finanziati da società comunali o ancora gli interventi ad opera di società che gestiscono servizi pubblici. Proprio da questo punto di vista prende corpo la critica dell’opposizione.

-----------------------------------------------------------
Intervista a Stefania Prestigiacomo

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

Più spazio alle donne nel nuovo Parlamento
di Traiano Bertollini


Tra gli slogan più gettonati in occasione delle elezioni c’è sicuramente “più spazio in Parlamento e nelle istituzioni alle donne” e stando alle dichiarazioni dei principali leader politici (manco a dirlo tutti uomini), questa tornata elettorale non si discosterà dalle precedenti in fatto di promesse rivolte all’elettorato femminile. A dar credito fino in fondo ai buoni propositi dei partiti in tema di quote rosa, nella prossima legislatura tra gli scranni della Camera e del Senato vedremo finalmente aggirarsi, sedersi e prendere la parola un numero più nutrito di donne. Sarebbe sicuramente auspicabile ma nel frattempo, in controtendenza con gli slogan a cui abbiamo accennato, registriamo che l’attuale ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini e l’azzurra Stefania Prestigiacomo, che l’ha preceduta in questo ruolo, l’8 marzo si sono accomunate in un appello bipartisan, chiedendo che il ministero continui ad operare anche nella prossima legislatura. Proprio a Stefania Prestigiacomo, confermatissima dal presidente Berlusconi, abbiamo chiesto di fare il punto sul binomio donne e politica.


-----------------------------------------------------------
Gheddafi libera il peschereccio italiano

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Dimitri Buffa


“Siamo sollevati e soddisfatti. Dopo un paziente ed incessante lavoro diplomatico condotto in stretta sinergia con la Farnesina, i nostri servizi e l’ambasciata italiana a Tripoli, l’equipaggio del ‘Vito Manciaracina’ ha potuto lasciare la Libia e sta navigando verso casa”. Gli accenti trionfalistici del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro non sembrano tradire neanche un pochino di imbarazzo per l’ennesima trattativa, in perdita, dell’Italia alle prese con l’ennesimo ricatto, ricattone o ricattino del regime libico di Muhammar Gheddafi. Quanto ci è costata la libertà del peschereccio sequestrato poco lontano da Mazara del Vallo? In altre parole cosa avrà promesso il ministro degli Esteri Massimo D’Alema a Gheddafi per rabbonirlo? Gli dovremo pagare un’altra volta i danni per le guerre coloniali del fascismo? Dovremo costruire una nuova autostrada nel deserto libico che verrà intitolata al loro eroe e martire Omar al Mukhtar? Oppure stavolta Gheddafi si è accontentato di una contropartita diplomatica? Tipo chiudere gli occhi sulle malefatte libiche nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, come quella di non avere voluto fare condannare l’attentato alla scuola rabbinica di Gerusalemme? Fra qualche tempo lo sapremo. Per ora gioiamo insieme all’equipaggio liberato e ai loro familiari preparandoci al peggio per il futuro.

-----------------------------------------------------------
Colombia e Venezuela “amici” come prima

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Stefano Magni


Si era temuto il peggio, ma non è scoppiata alcuna guerra tra Colombia, Ecuador e Venezuela. Dopo che le teste di cuoio colombiane avevano ucciso il numero 2 delle Farc (la guerriglia comunista colombiana) nel territorio dell’Ecuador il primo marzo scorso, i tre eserciti si sono fronteggiati alle frontiere orientale e meridionale della Colombia per una settimana esatta. Da ieri mattina sono state ripristinate regolari relazioni diplomatiche tra Bogotà e Caracas, dopo che venerdì sera i tre capi di Stato si erano incontrati al summit del Gruppo di Rio tenutosi a Santo Domingo. Ed era prevedibile che finisse così, visto che il Venezuela, che con la sua mobilitazione militare aveva dato inizio alla crisi, non dispone di un esercito sufficiente a infliggere una sconfitta alla Colombia (che dispone del doppio degli uomini e di equipaggiamento moderno statunitense), né ha alleati sufficientemente forti da poter dissuadere gli Stati Uniti da un eventuale intervento in caso di guerra. La crisi militare si è dunque rivelata l’ennesimo pretesto usato dal presidente bolivarista Hugo Chavez per rafforzare la sua posizione di potere all’interno del Venezuela. Ma è proprio per questo motivo che la sua posizione è ora quantomai fragile.

-----------------------------------------------------------
Trichet: “Rischi da petrolio e inflazione”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Rebecca Samaritain


“Un certo grado di rallentamento nell’economia globale è incorporato nelle stime attuali”, ma esistono dei rischi legati all’aumento del prezzo del petrolio e delle commodities che si stanno materializzando negli ultimi mesi “in modo molto deciso”. Così il presidente del G10, Jean Claude Trichet, al termine della riunione del G10 tenuta a Basilea. I banchieri centrali hanno discusso della fase di turbolenza e della forte correzione che sta interessando i mercati finanziari. In questo ambito Trichet ha sottolineato gli aspetti fondamentali. Il primo è la resistenza che stanno evidenziando le economie emergenti. Il secondo è invece il ribilanciamento che, anche a seguito della crisi, si sta materializzando soprattutto nelle economie dei Paesi più industrializzati tra una crescita guidata dall’export e una crescita fondata sui consumi domestici. L’attuale correzione, ha aggiunto il presidente del G10, sarà il viatico per una fase di crescita più sostenibile anche se rimangono dei rischi legati principalmente all’andamento del prezzo del petrolio e a quello delle commodities che sta avendo riflessi sui prezzi dei prodotti agroalimentari. Questi due fattori stanno determinando un aumento dei prezzi al consumo che può avere effetti negativi sulla crescita economica: “Dobbiamo tenere conto infatti - ha detto Trichet - del fatto che questi rialzi hanno un impatto non solo in termini di aritmetica dell’inflazione, ma anche sulla psicologia dei consumatori”. In fasi come quelle attuali, ha aggiunto il presidente del G10, emerge con ancora più forza il ruolo che devono giocare le banche centrali, che è quello di consolidare la fiducia e di agire al fine di assicurare un solido ancoraggio alle aspettative di inflazione. E’ auspicabile che continui la cooperazione tra le banche centrali per riportare serenità sul mercato monetario.


-----------------------------------------------------------
Congetture sull’offerta per Alitalia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Maria Laura Zuccheri


Massimo riserbo a Parigi sull’esito del consiglio di amministrazione di Air France-Klm. L’attesa riunione del board del gruppo franco-olandese si è tenuta ieri mattina per esaminare il “dossier” Alitalia ma, al momento, dal quartier generale della compagnia, a Roissy, non è giunta ancora alcuna comunicazione sulle decisioni assunte. Secondo alcune indiscrezioni che circolano in queste ore, l’annuncio da parte di Air France-Klm potrebbe avvenire entro la fine della settimana mentre per stando a quanto si leggeva ieri sul sito on line del quotidiano economico francese “La Tribune”, il gruppo avrebbe potuto anche diramare un comunicato, nella tarda serata, dopo la chiusura dei mercati finanziari. Sono circolate molte indiscrezioni fra le quali una che ipotizzava che fosse pronta l’offerta vincolante Air France-Klm per Alitalia, ma con alcuni termini rivisti.


-----------------------------------------------------------
Giustizia - Procure e presunti colpevoli

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Davide Giacalone


E’ capitato più volte, in un non lontano passato, vedere sfilare cortei che reclamavano la liberazione di “compagni” o “camerati” che si supponeva fossero stati carcerati da una giustizia ideologia e “di classe”. Alcuni di quei detenuti si proclamavano “prigionieri politici” a significare che non si sentivano perseguiti per reati specifici, ma perseguitati per le loro idee. In molti casi si trattava di assassini e criminali meritevoli di stare e restare in galera. Nell’Italia di oggi abbiamo assistito a cortei, con il parroco in testa, che chiedono la liberazione di maestre d’asilo, accusate di pedofilia. Ora c’è anche il corteo di Gravina di Puglia, per ricordare due bambini morti e chiedere la liberazione del loro padre, accusato del duplice omicidio. Ci pensino, i tanti giustizialisti italiani: la piazza è, solitamente, forcaiola, se si riempie per chiedere liberazioni è segno che nella giustizia non ci crede nessuno. I magistrati, del resto, ce la mettono tutta per non essere credibili. Nel caso di questo padre quelli della procura chiedono che resti in carcere, anche se l’ipotesi accusatoria elaborata per arrestarlo è caduta e non è più compatibile con la realtà, ma lo vogliono dentro perché c’è il rischio, dicono, che inquini le prove o reiteri il reato.


-----------------------------------------------------------
Gli scolari italiani sembrano scemi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Davide Giacalone

Se un alunno va male a scuola può voler dire che non studia, o che è scemo, o che ha problemi in famiglia. Nel primo caso lo si punisce e sprona, nel secondo ci si rassegna, nel terzo (non credo molto agli interventi “sociali”) si spera che la durezza del presente si trasformi in forza e determinazione per il futuro. Ma se moltissimi studenti vanno male c’è un problema che riguarda la scuola, ed è il caso italiano.
Non solo i nostri diplomati risultano essere in fondo alle classifiche internazionali, in quanto a conoscenze e preparazione, ma le percentuali di alunni che riportano voti inferiori alla sufficienza è inquietante, specie se disaggregate per tipo di scuola. Vediamo le superiori: allo scientifico ha insufficiente in matematica il 64,9%; al tecnico ed al professionale le materie tecniche e professionali sanciscono l’impreparazione di più dell’80%. Saranno tutti bestie? O non sarà che i corsi non funzionano ed i docenti che non sanno insegnare sanno, in compenso, mettere brutti voti? E non sarà anche che i docenti bravi, che credo siano la maggioranza, sono comunque privi di autorevolezza, quindi di credibilità?


-----------------------------------------------------------
Un sistema da smontare

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Davide Giacalone

Ciarrapico? Magari fosse quello il problema! Nel suo caso non gli si deve rimproverare (solo) d’essere fascista, ma di non avere trovato niente di meglio da ricordare. Ed è anche masochismo, perché se c’è un merito che neanche gli avversari possono non riconoscere a Berlusconi è quello di avere portato gli ex missini ad essere protagonisti veri della democrazia, per cui ritrovarsi un candidato che saluta a braccio teso non aiuta la concorrenza alla destra di Storace, ma porta nella destra il ricordo dell’inaffidabilità democratica. Complessivamente, però, si segnalano problemi più gravi.
C’è stato accordo generale, al di là delle bugie raccontate, per andare subito a votare, e lo si deve al fatto che tanto a Berlusconi che a Veltroni conveniva utilizzare questo sistema elettorale nel momento in cui rompevano le rispettive coalizioni. Grazie alla legge Calderoli è il capo che sceglie il gruppo parlamentare. E’ stato così anche nel 2006, ma in quel caso c’erano coalizioni vaste, quindi tavoli politici dedicati alla ripartizione. Il 2008 si è trasformato in un incubo, ed il fatto che sia senza frontiere ne dimostra la natura politica ed istituzionale. Da entrambe le parti esistono le segreterie e le cordate, ma non i partiti, ed in assenza di processi selettivi, con meriti territoriali o di qualità, tutte le pressioni, i ricatti, le minacce e gli strilli si sono riversati sul vertice. Qui la macchina è scoppiata, perché a tutti non si può dar retta, ma nessuno aveva intenzione di farsi scontentare. In più i candidati nuovi ci hanno messo poche ore per far capire d’essere solo facce ed immagini, senza alcuna sostanza. Privo di reale ragione politica, l’enorme potere nelle mani dei capi si è trasformato in un boomerang, capace di sfarinare partiti ancora neanche impastati.
Il tutto, tradendo l’idea che il Parlamento sia non il cuore pulsante delle istituzioni, ma il luogo di una procedura senza anima, dove mandare degli addetti alla mera presenza ed al voto. I non partiti, insomma, si chiudono ed implodono su se stessi, forti solo del fatto che gli elettori non hanno comunque scampo. L’intero sistema va smontato e riformato, altrimenti vien giù da solo. Questo lavoro potranno farlo gli eletti? Diciamo che tocca ai capi, che se li scelsero, porre un qualche rimedio.


-----------------------------------------------------------
Tu vuoi fare il “Veltronero”

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Walter Veltroni:
“Comincia a spirare un vento nuovo”
Ma mischia politiche e amministrative

di Francesco Blasilli


Veltronopoli prova ad espandersi e ad annettere una bella fetta di Europa e America. Da Roma alla conquista del mondo. Senza passare, però, almeno per il momento, per una conquista dell’Italia, cosa che appare lontana. Nonostante i sondaggi settimanali della fedele Repubblica che ogni volta accorciano la forbice tra Pd e Pdl. Fatto sta, però, che Veltroni (e con lui tutta la stampa di sinistra) all’indomani della tornata elettorale francese e spagnola, prova – come si dice a Roma – “a buttarla in caciara”. “Mettendo insieme – dice il candidato premier del Pd - il voto spagnolo e quello amministrativo francese si può dire, anche con uno sguardo agli Usa, che comincia a spirare un vento nuovo”. Se non fosse un gran paraculo, verrebbe da pensare che ha le idee un po’ confuse. Mette insieme politiche, amministrative e primarie. E’ come fare la pasta con la cioccolata, i funghi porcini e una spruzzatina di Chinotto. Ma siccome di questi tempi tutto fa brodo (per Veltroni), vai allora con la frittura (elettorale) mista. Sperando che l’odore del fritto arrivi pure da noi e convinca gli elettori a votare Pd, perché la sinistra è il vento nuovo. Peccato, però, che la lunga ondata di sinistra non esista assolutamente. Ma poverino, Veltroni, va capito. Già è molto indietro nei confronti di Berlusconi, senza considerare che la sinistra ha storicamente bisogno di un punto di riferimento straniero: prima c’era il partito comunista russo, ora c’è Zapatero. Peccato, che nella vittoria del leader socialista spagnolo, ci siano da fare delle doverose precisazioni. Numeriche e di contenuto.


-----------------------------------------------------------
Quegli esclusi... con dolore dalle liste elettorali

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Paolo Pillitteri


Diciamocelo: la battuta migliore, come (quasi) sempre, l’ha detta il Cavaliere alle prese con inclusioni (poche) ed esclusioni (significative) dalla lista. “Ci vorrebbe il proporzionale, troppe esclusioni sono dolorose!”. In effetti, le esclusioni motu proprio sono state non soltanto dolorose - per gli esclusi, ma non solo - ma soprattutto indicative, se non di un progetto “anti”, per lo meno di una tendenza “versus”. Quando infatti il Leader del Pdl ha messo in cima ai suoi pensieri l’entrata nel PPE intesa non solo come exequatur europeo per l’ex fascismo finiano ma anche in funzione di una ulteriore captazio benevolentiae della Chiesa ritenuta troppo spostata sul trio Casini-Pezzotta-Tabacci, in quel momento si metteva in disparte il cosiddetto partito liberale di massa, con annessi e connessi di casa laica, liberismo e libertarismo ecc. Scelta legittima, ben s’intende e, forse, utile. Quel forse è tuttavia inficiato da una serie di valutazioni che il complesso delle liste “nuove” - a destra come a sinistra - suggerisce. Intanto sorprende, e non favorevolmente, l’esclusione di Daniele Capezzone, già punta avanzata di una suggestiva posizione liberista che, con la sua uscita-esclusione dal clan di Pannella, aveva messo in risalto le contraddizioni insanabili dentro il governo Prodi e contribuito alla sua crisi, sgretolando i consensi sul versante agenda Giavazzi, liberalizzazioni, club dei volonterosi.


-----------------------------------------------------------
Paradosso Pdl - Libertà senza liberali

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Arturo Diaconale


Ci sono due modi per affrontare la questione della scomparsa di candidati dichiaratamente laici e liberali dentro il Pdl. Il primo è di scaricare la responsabilità dell’avvenimento sugli altri, cioè su i non liberali. E, quindi, di volta in volta, prendersela con il Cavaliere che definisce il Pdl il partito dei liberali e dei moderati e poi tutti candida tranne che gli uni e gli altri. Oppure denunciare il peso eccessivo di An che invece di pensare come un partito liberal-conservatore debba essere fondato sul giusto equilibrio tra le due componenti, cerca da sempre di imporre una sorta di egemonia conservatrice che limita e danneggia il Pdl. O, in alternativa, scaricare la responsabilità della faccenda sui collaboratori più stretti di Berlusconi, da Bondi a Cicchitto, da Verdini a Scajola, troppo preoccupati di selezionare dei fedeli gregari utili solo a premere senza fiatare i bottoni dei voti parlamentari per poter immaginare che la politica senza le idee produce solo disastri. O, per finire, accusare i cattolici del Pdl di aver liquidato la presenza liberale per compiacere le gerarchie vaticane desiderose di poter contare su un fronte moderato privo di possibili quinte colonne laiche. Questo primo modo di affrontare il fenomeno della cancellazione dei liberali dal Pdl è ricco di argomentazioni più che giuste. Addirittura sacrosante. Che potrebbero influire non poco sull’andamento della campagna elettorale e sull’esito del voto. Se, ad esempio, passa il messaggio che il prossimo Parlamento sarà pieno di mezze-calze al servizio del leader-monarca, c’è da prevedere un forte aumento dell’astensionismo.


-----------------------------------------------------------
Prodi lascia la politica ma occupa il potere

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Antonio Mambrino

Bulimia da occupazione della burocrazia. Così potrebbe essere definita la sindrome da cui sembra affetto il Governo Prodi. Il Corriere della Sera di ieri segnala come negli ultimi due mesi, ovvero dopo l’implosione del Governo, siano state effettuate ben 120 nomine di dirigenti, di prima e di seconda fascia, delle amministrazioni centrali dello Stato. Un bel risultato, che diventa ancor più brillante ove si consideri che il programma dell’Unione del 2006 sanciva in modo chiarissimo l’obiettivo del superamento dello spoil system!

A ben vedere, però, non si tratta di un semplice (più o meno squallido) caso di sistema delle spoglie. Del resto la questione dello spoil system è questione controversa per un liberale. Da un lato l’esigenza di ridurre l’occupazione politica dello Stato e di preservare l’imparzialità dell’amministrazione a tutela della certezza del diritto nell’applicazione amministrativa delle leggi fa propendere per un sistema nel quale gli avanzamenti di carriera e le nomine dei dirigenti pubblici siano governate da regole, per quanto possibile, impermeabili alle vicende della politica. Dall’altro la preoccupazione che si crei nei vertici della burocrazia un potere autoreferenziale, orientato non all’attuazione dell’indirizzo di governo ma unicamente alla massimizzazione del proprio potere, rende auspicabile la definizione di meccanismi che riconducano al potere politico le nomine apicali delle strutture amministrative.


-----------------------------------------------------------
A Caracas mancano carne e latte ma Chavez fa finta di nulla

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Enrico De Simone

Tornando a Caracas dall’aeroporto di Maiquetía si viene accolti da un gigantesco striscione bianco che copre l’intera facciata di uno dei grandi palazzi-formicai tipici dell’edilizia popolare venezuelana. C’è scritto, rosso su sfondo bianco: “Por ahora...”, l’avvertimento lanciato dal presidente Chávez a coloro che, lo scorso dicembre, festeggiarono l’esito del referendum che bocciò la riforma costituzionale voluta dal Comandante.Una scritta che poi si ripete in numerosissimi punti della città, grande, piccola, sempre rossa brillante.

Un avvertimento che adesso, avverte la stampa d’opposizione, sembra concretizzarsi. Il quotidiano Universal titola: “Il governo realizzerà i cambiamenti nella definizione di proprietà” così come erano enunciati nella proposta di costituzione bocciata dal voto popolare. “Il ministro dell’Economia e sviluppo, Haiman El Troudi, ha dichiarato che ancora non si è deciso se i cambi al "Codice del commercio" si realizzeranno per mezzo della "Ley Habilitante" – scrive il quotidiano caraqueño – tuttavia è chiaro che l’esecutivo ha in programma di procedere alla ridefinizione del concetto di proprietà”. Ricordiamo che nel 2006 il Parlamento venezuelano approvò, all’unanimità, una legge, detta “Habilitante”, in base alla quale il presidente può emanare leggi praticamente in tutti i settori – economia, commercio, sicurezza, fisco, cultura – senza bisogno di passare per le Camere. La necessità di un tale provvedimento sfugge, visto che il Parlamento venezuelano è al cento per cento in mano alla maggioranza che sostiene Chávez.

La proposta di Costituzione bocciata prevede, all’articolo 115, la ridefinizione del concetto di “proprietà” separandola in sei categorie distinte: proprietà pubblica, proprietà sociale diretta, proprietà sociale indiretta, proprietà collettiva, mista e privata. Nessuno è ancora riuscito a capire bene che cosa una tale ridefinizione comporterebbe.

-----------------------------------------------------------
Italia 1999: quando D'Alema portò un fascista al governo

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

Da Repubblica del 24 dicembre 1999


Romano Misserville, una vocazione littoria fin dall'anagrafe, è stato precoce sempre: entrato nel Movimento sociale a 15 anni, si è laureato a 20, è stato il primo missino a presiedere il Senato a 60. Oggi, a 65, è il primo fascista in un governo di centrosinistra. Poiché detestava Scalfaro, ha chiamato il suo cane sanbernardo Oscar. Poiché aveva un senso forte del partito, ha chiamato sua figlia Fiammetta. E' avvocato. Tiene un ritratto a olio di Mussolini sopra la scrivania. Oggi sta con Mastella, e fa il sottosegretario di D'Alema. Almirante lo considerava un enfant prodige, Fini da ieri uno dei "puttani della politica".
Come va, senatore Misserville?
"Benissimo grazie". Cominciamo dalle definizioni. Lei è fascista? "Lo sono stato e non rinnego. Sono un uomo di destra, certo".

E come si trova un uomo di destra in un governo di sinistra?
"Quale governo di sinistra?".

Scusi: di centrosinistra.
"No guardi. Questo è un governo che sta facendo un'azione, tra virgolette, di destra".

Fuori dalle virgolette?
"Anche. D'Alema non è uno che porta sulle spalle un bagaglio ideologico. Non nella sua azione di governo. È un uomo pratico, ha a cuore la stabilità. Ha messo a fuoco i temi giusti".

Che sono?
"Ripresa economica, riforme, disoccupazione, sfiducia dei cittadini nella politica. Il mio maestro di politica mi ha insegnato a guardare a questo".

Il suo maestro è?
"Almirante. Dopo di lui non ho più avuto grandi rapporti di stima né di collaborazione politica. Aveva un'altra stoffa".

-----------------------------------------------------------
Prodi&D'Alema: una politica estera da dimenticare

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Luigi Compagna

Può darsi che il dolore provato ieri per la scomparsa di sua madre abbia distolto l’attenzione del Ministro D’Alema dalla campagna elettorale. Fra gli aspetti più interessanti di quest’ultima non manca una attenzione alle questioni di politica estera superiore al passato. Sport esclusivo dei re, o quanto meno delle aristocrazie, una volta fra vicende internazionali e suffragio universale valeva la regola dei “corpi separati”. Oggi è diverso.


A Napoli e provincia nei giorni scorsi l’attuale Ministro degli esteri aveva mostrato fastidio a discutere di immondizia regionale ed ansia di parlare delle cose del mondo. Con riferimento al Medio Oriente, non ha mancato ieri di farlo Fiamma Nirenstein, presentando la sua candidatura in Liguria con il Popolo della libertà. Gli argomenti della Nirenstein sono parsi opposti a quelli di D’Alema.


Il Ministro anela ad un equilibrio che riporti il mondo all’idea di pace di Kant (anche per tenere lontano il pacifismo alla Gino Strada, che pur ebbe a dominare la Farnesina nei giorni del sequestro di Mastrogiacomo) e che guardi all’Onu come alla suprema fonte di legalità, ma anche moralità, del diritto internazionale. Per la Nirenstein non è affatto detto che ogni Paese arabo, per paura delle reazioni dei propri integralisti islamici, debba sempre condividere il fronte dell’odio anti-israeliano e cita il re di Giordania Abdullah come buon esempio per aver egli coraggiosamente condannato le ripugnanti manifestazioni di gioia che, a Gaza e a Ramallah, avevano festeggiato la strage di Gerusalemme.


-----------------------------------------------------------
Sull'Irap le analisi del Sole24Ore dimenticano il programma del PdL

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Francesco Galietti

La comparazione dei programmi elettorali svolta dal Sole 24 Ore sta sorvolando – non incolpevolmente – sull’IRAP.

Manco a dirlo, il PdL, a differenza del PD che ne ha fatto un totem, prevede l’abolizione graduale dell’IRAP. L’eliminazione sarà graduale e partirà dai casi in cui quest’imposta si rivela non solo odiosa – lo è sempre – ma addirittura tirannica.

La buona notizia, da questo punto di vista, è questa: il PdL ha deciso di fare giustizia in ogni caso, e rimediare ai difetti strutturali di un’imposta vista con diffidenza dalla maggior parte degli imprenditori.

Per inciso, l’omertà del quotidiano di Confindustria è quantomeno curiosa se si considera che lo stesso Sole 24 Ore sta invece dedicando notevole attenzione – nelle pagine Norme e Tributi – all’imminente pronuncia della Corte Costituzionale su alcuni aspetti dell’IRAP (attesa per mercoledì).

Più in dettaglio, la Corte Costituzionale è chiamata ad esprimersi su ben sette istanze di remissione proposte dai tribunali di Genova, Chieti e Parma in materia di IRAP.

-----------------------------------------------------------
Una proposta: deregolamentare l'usura per combatterla

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Adriano Gianturco Gulisano

Il pensiero unico ha allargato la sua cappa su quella che conosciamo come usura. Legalmente si possono dare soldi in prestito e chiedere un interesse entro limiti ben definiti. Il tasso d’interesse massimo applicabile è periodicamente fissato dalla Banca d’Italia. Altrimenti, credono i benpensanti, banche e le assicurazioni guadagnerebbero troppo, sfruttando la situazione di bisogno delle persone e obbligandole ad accettare un tasso d’interesse troppo alto. Solo per fare profitti. Nasce così l’articolo 644 del codice penale.

Ma ecco la prima falsa illusione: non è solo il prestatore a subire l’imposizione del limite massimo ma anche il ricevente. In regime di libero scambio infatti a nessuno viene imposto niente: I prestatori stessi non alzerebbero troppo i prezzi per evitare problemi di selezione avversa e azzardo morale. Nessun banchiere riuscirebbe, come non è mai riuscito, ad “imporre” prestiti e tassi d’interesse non voluti. Chi “accetta” un determinato prestito ad un qualsiasi tasso d’interesse lo fa sempre e soltanto, in base alla propria situazione contingente, alla propria disposizione a contrarre debito e all’offerta di tassi d’interesse.

-----------------------------------------------------------
Dietro il caro-vita c'è l'impennata dei prezzi delle materie prime

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Salvatore Rebecchini


Nei giorni passati si è data molta enfasi all’aumento dei prezzi dei beni alimentari di largo consumo (pane, pasta), imputandoli ai comportamenti collusivi dei fornai o dei pastai italiani. Una tesi questa completamente priva di senso, come ben documentato da Rosamaria Bitetti su L’Occidentale del 24 dicembre 2007.

Pochi hanno osservato invece che l’aumento del prezzo dei beni finali è sostanzialmente causato dall’incremento dei prezzi delle materie prime alimentari. Questi sono stati spinti al rialzo dalla rapida crescita della domanda di materie prime agricole – cereali, barbabietole, soia – impiegati per la produzione di bio-carburanti, a sua volta stimolata da ingenti sussidi offerti ai produttori dai governi di Stati Uniti, dell’Unione Europea, del Brasile.


Dall’anno 2000 a oggi la domanda di materie prime agricole per usi industriali è aumentata del 25 per cento, mentre quella per usi alimentari o agricoli è salita del 4 - 7 per cento.

-----------------------------------------------------------
Tibet: polizia cinese ha usato gas lacrimogeni

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
La polizia cinese ha fatto uso di gas lacrimogeni contro i monaci buddisti che protestavano per il secondo giorno consecutivo in Tibet.

I monaci sono scesi in strada a Lhasa per chiedere il rilascio dei sostenitori del Dalai Lama imprigionati. A denunciarlo è stata oggi l'emittente basata negli Stati Uniti Radio Free Asia. Unità paramilitari hanno fatto uso di gas lacrimogeni contro i 500-600 monaci del monastero di Sera.

-----------------------------------------------------------
Primarie Usa: Obama vince anche in Mississipi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
Barack Obama vince anche nelle primarie del Mississippi. Stando alle proiezioni della Cnn, al senatore dell'Illinois andrebbero il 61% delle preferenze contro il 37% di quelle per Hillary Clinton.

Un voto con una forte connotazione razziale con gli afroamericani schierati per circa il 91% con il senatore dell'Illinois. Il 72% degli elettori democratici bianchi si sono invece espressi a favore della senatrice di New York Hillary Clinton.

Il voto in Mississippi metteva in palio 33 delegati. Ora la battaglia si sposta in Pennsylvania, dove la posta in gioco è di 158 delegati. Le primarie si terranno il 22 aprile.

-----------------------------------------------------------
Afghanistan: attentato contro convoglio Nato

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
E' di un civile afgano ucciso e di quattro feriti - tra questi un militare canadese - il bilancio dell'attentato suicida contro un convoglio militare della Nato.
L'attentato è stato compiuto questa mattina a Kandahar, nel sud dell'Afghanistan.

-----------------------------------------------------------
Vittorio Sgarbi: Costretto a fare il papà (ma solo per pagare)

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

La premessa è necessaria. Per ragioni di formazione e rispetto delle tradizioni, sono contrario al divorzio e all’aborto che non sia motivato da necessità sanitaria. Per il divorzio, la situazione è semplice: basta non sposarsi. Una persona prudente e avveduta, di sesso maschile, non si sposa, per l’evidente considerazione che nessuna passione e sentimento sono eterni. Ma, se decide di farlo perché è convinto che il suo amore sia senza fine, e crede nella famiglia, in una relazione con una donna che è diversa dalla convivenza, si sposa una volta per tutte e considera, cristianamente, il matrimonio un sacramento. Credente o meno lo considera un sacramento umano.

Per ciò che riguarda il matrimonio cristiano vi è un ulteriore elemento che crea confusione e che ha animato molti annullamenti attraverso tribunali religiosi: prima che fosse introdotto il divorzio il matrimonio era considerato indissolubile, salvo una materiale separazione, che non aveva conseguenze legali, da quando è stato introdotto il divorzio, che è uno strumento, non un sacramento, e che poggia sulla divisione, sulla rottura e non sull’amore, nessun giovane, anche fervente cattolico, che si sposi conserva la certezza che il matrimonio non possa finire. Da qui derivano i numerosi divorzi anche di cattolici. Ma il tribunale ecclesiastico ha trovato una strada per contrastare il divorzio: logica e conseguente. Chiunque, come quasi tutti i giovani, si sposi pensando che il matrimonio potrà sciogliersi, stabilisce un’implicita causa di nullità. Il matrimonio se non è ritenuto indissolubile è, per la Chiesa, nullo. Così gran parte dei giovani, automaticamente cattolici, credono di sposarsi, e in realtà fanno solo una cerimonia. D’altra parte chiunque sia contrario al divorzio, può invece sposarsi una sola volta. E, se vuole evitare il rischio, nessuna.
Più complessa è la questione dell’aborto. È infatti notorio che molti diventano padri senza averlo voluto. In alcuni casi, per incoscienza e mancanza di controllo non possono impedire che avvenga quello che non vogliono. E quindi diventano padri naturali contro la loro volontà.

-----------------------------------------------------------
Eugenia Roccella: Quelli che vogliono l’aborto a domicilio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

«A me non l’ha detto nessuno che alla fine mi sarei trovata da sola, nel bagno di casa mia, mezza priva di sensi dal dolore e dalle perdite di sangue, a tirare lo sciacquone che si portava via quello che sarebbe stato un bambino. Questo è stato per me il famoso aborto farmacologico». Così comincia il drammatico racconto (pubblicato dal Corriere padano) di una ragazza che ha abortito a Piacenza con la Ru486, la pillola che per molti è ancora il simbolo di un aborto meno traumatico e invasivo di quello eseguito con altri metodi. L’abbiamo detto tante volte: il metodo chimico è fisicamente doloroso, come ha riconosciuto il senatore Ignazio Marino, e psicologicamente invasivo, come ha affermato Piergiorgio Crosignani, il primo a sperimentare la Ru486 in Italia.
In Francia, le donne che scelgono l’aborto a domicilio sono sottoposte a un colloquio preliminare per verificare la presenza di una serie di requisiti psicosociali; non si può accedere al metodo in caso di «livello cognitivo insufficiente, vulnerabilità emozionale o psichica, mancanza di disciplina, isolamento relazionale o fisico» e di «scarsa resistenza al dolore». Tradotto in poche parole, significa che una donna deve aspettarsi solitudine, sofferenza, ansia, mancanza di garanzie sanitarie. Eppure ancora tanti, compreso Filippo Facci, non vogliono convincersi che non si tratta della scelta tra «una pratica ospedaliera e culturalmente traumatica» e un’altra «privata e culturalmente non traumatica». Quello che è in gioco non è la preoccupazione di offrire alle donne la pratica migliore. Altrimenti non si capisce lo straordinario caso di due farmaci (la Ru486 e il Cytotec, entrambi necessari al protocollo dell’aborto chimico) promossi ostinatamente da parlamentari, presidenti di regione, consigli regionali e comunali, assessori locali, e non dalle aziende che li producono. Se i politici che sostengono la Ru486 fossero mossi solo da uno straordinario interesse per la salute della donna, avremmo dovuto vedere una identica mobilitazione per la diffusione del metodo Karman, o magari contro l’eccessiva percentuale di parti cesarei in Italia. Ma quando Enrico Rossi, assessore alla Sanità in Toscana, fa esprimere il Consiglio regionale a favore dell’uso di un farmaco abortivo tuttora illegale, quando praticamente tutte le Regioni amministrate dal centrosinistra seguono a cascata il suo esempio, il motivo è politico.


-----------------------------------------------------------
Roberto Scafuri: C'eravamo tanto odiati

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

I venti mesi di Prodi sono stati un derby infinito: ministri contro ministri, rivalità tra compagni, ruggini mai archiviate. Gli screzi sono stati sempre aspri. Quando Mussi sbottò con Padoa-Schioppa: "Ma vaffa..."

Una bella squadra di governo. Per meglio dire, un bel campionato a squadre. Durato una ventina di mesi, l’appassionante torneo organizzato da Romano Prodi all’antico stadio di Palazzo Chigi ha saputo offrire il meglio del «c’eravamo tanto odiati»: veri e propri derby, scontri di cartello e partitelle del genere Inter-Pizzighettone. Ma anche le squadre materasso, quando c’è in ballo l’onore, mordono i polpacci.
Ora che il Matarrese dell’Unione è già con la testa in Africa - tanto per non deludere chi attendeva Veltroni -, è bello ripercorrere i momenti più toccanti del campionato appena concluso.
Prodi-D’Alema. Una classicissima, fin dal ’98 (sgambetto al primo governo Prodi). I due si sono sorrisi a centrocampo con molti schemi tattici: la partecipazione del ministro degli Esteri alla Champions ne ha infiacchito l’interesse per il pollaio di casa. Salvo quando la caduta del governo in politica estera, voluta da Parisi, gli ha fatto saltare i nervi. Mentre ci si avviava stancamente allo 0 a 0, nei tempi supplementari zampata alla Altafini di D’Alema: «Prodi si ritira dalla politica? Non è una novità, magari gli telefono».
D’Alema-Mussi. Antica partita di cartello tornata in auge alla caduta della Quercia. Pochi calci, tanta filosofia da panchina, in quanto Mussi non ha mai digerito che D’Alema vi spinse Occhetto dopo la sconfitta del ’94. Da allora, Massimo lo guarda dall’alto in basso, anche se per Mussi non è una novità. «Sono lontani i tempi in cui D’Alema, Veltroni e Fassino regalarono a Mussi un riproduttore Bang & Olufsen per il suo compleanno», rammenta il ministro per l’Università parlando in terza persona per non commuoversi.
Mussi-Padoa Schioppa. Una specie di Livorno-Juve, con il ministro della Ricerca che per due volte ha minacciato le dimissioni per il taglio dei fondi. Prima di Natale l’episodio più eclatante: Mussi si alza, raccoglie le scartoffie e tra i baffi qualcuno giura di sentirgli sussurrar: «Ma vaffa...».


-----------------------------------------------------------
Gravina. La fine di un’inchiesta sbagliata

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Filippo Pappalardi è stato privato della libertà personale, della dignità, dell'onore e dell'equilibrio psichico su richiesta e in seguito all'attività investigativa di uomini che rappresentano lo Stato e il Popolo: magistrati inquirenti e investigatori di polizia giudiziaria. Difatti, dopo una lunga attività investigativa e di sospetti - espletata in nome e per conto del Popolo italiano e con i poteri dal Popolo delegati - gli inquirenti hanno ritenuto che Filippo Pappalardi fosse l'assassino di Ciccio e Tore
1) Perché il loro ragionamento basato sulla logica dell'esclusione "Chi se non lui?» li portava a dette conclusioni.
2) Perché la consequenzialità e i presupposti delle loro analisi investigative criminali e giudiziarie li facevano concludere così. Il sistema-apparato investigativo ha elaborato una teoria del crimine - alias impianto accusatorio - che accusava Pappalardi di aver ucciso con percosse (ed altro) i propri figli a) in tempi, (b) con modi, (c) per movente, (d) in luoghi, (e) con scopi primari, (f) in contesti precisi: un insieme accusatorio che, invece, nulla ha a che vedere con l'orrida realtà dell'allucinante morte dei due bambini così come la possiamo ricostruire con i dati a disposizione.
L'impianto accusatorio ha presunto che Pappalardi li avrebbe uccisi la sera del 5 giugno 2006 in seguito alla perdita del controllo, con uno stato psichico alterato dall'ira, con percosse sino all'occultamento dei cadaveri, senza però escludere il lancio finale dei bambini nel vuoto, in luoghi lontani dal centro cittadino. L'impianto accusatorio ha ipotizzato uno scontro infrafamiliare del violento "padre-padrone" contro i due impauriti figlioletti, un'escalation di violenza terminata quella sera stessa e seguita da un'abilissima, fredda, scientifica opera di depistaggio, di simulazione e di inquinamento delle indagini. Tutto sbagliato, perché le due piccole e innocenti vittime sarebbero morte senza aver subito percosse. Per il momento le evidenze medico legali, scientifiche, investigative, criminalistiche, criminologiche e logiche ci dicono che si tratta di disgrazia.

-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: Il ma-anchismo dei magistrati

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

L’ultima furbata italiana, il ma-anchismo (sono di sinistra ma anche di destra, laico ma anche cattolico, per gli operai ma anche per gli industriali), ha ormai travalicato i confini della politica per entrare nel nostro costume quotidiano, fino a condizionare la magistratura. Così, ieri abbiamo appreso che il papà di Gravina è innocente, ma anche colpevole; mentre l’ex viceministro Vincenzo Visco è colpevole, ma anche innocente.
Filippo Pappalardi, il papà di Ciccio e Tore, era in una situazione paradossale. In galera per avere ucciso i suoi bambini e per averne occultati i cadaveri. Per mesi, la magistratura di Bari non aveva avuto dubbi. Poi si è scoperto che i due fratellini erano lì, sotto il naso degli ispettori Clouseau che li avevano cercati fino in Romania, e che con ogni probabilità sono morti per una disgrazia. Era evidente che Pappalardi dovesse uscire di galera: non che ci sia la prova provata della sua innocenza, ma certo non c’è né prova né indizio che sia colpevole di duplice omicidio, e per la legge è l’accusa che deve provare la responsabilità dell’imputato, e non l’imputato che deve viceversa dimostrare la propria estraneità.
Ma come fare a rendere giustizia a un uomo maldestramente incarcerato senza ammettere la figuraccia dei colleghi della Procura? Ecco che il ma-anchismo viene in soccorso di chi si è trovato la patata bollente fra le mani. L’idea è vincente: Pappalardi esce di galera, ma resta detenuto (in casa); è riconosciuto innocente dall’accusa di avere ucciso e nascosto i suoi figli, ma viene imputato di abbandono di minori. La nuova ipotesi inquisitoria lascia un po’ perplessi. Intanto, perché se si dovessero mettere agli arresti domiciliari tutti coloro che perdono d’occhio per qualche minuto due bambini di tredici e undici anni, in Italia nessuno potrebbe più uscire di casa. E poi perché la motivazione del giudice non sembra un monumento alla coerenza: «I bambini, verosimilmente, per sottrarsi alla consueta aggressività paterna e a una prevedibile consequenziale punizione, avrebbero istintivamente preferito la fuga», ha scritto. Continuando così: il padre avrebbe inseguito i figli con la sua auto, ma li avrebbe «definitivamente persi di vista». Insomma: li ha inseguiti e loro sono riusciti a scappare via. Dov’è l’abbandono di minori? Non si capisce. Però l’importante è che il colpo al cerchio e quello alla botte siano andati a segno.


-----------------------------------------------------------
Vittorio Macioce: WALTER CATTORADICALE

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Negli scantinati di Botteghe Oscure ci sarà ancora un vecchio baule con su scritto cattocomunista. Era una figura quasi mitologica del vecchio Pci e segna l’era del compromesso storico, gli anni ’70 di Moro e Berlinguer, Mosca e il Vaticano, Don Camillo e Peppone. Era il pontiere verso il centro e il sabato si ritrovava in parrocchia con i dossettiani della Dc. Era falce, martello e scudo crociato.
La cultura politica di Veltroni è un frullato di Novecento. Non butta via nulla, ma gioca con le frattaglie. Indossa maschere, abiti usati, strappa le pagine di vecchi diari scoloriti e rimastica tutto. Questa è l’identità di Veltroni. È un orizzonte confuso e un po’ schizofrenico che assomiglia a una bancarella di Porta Portese o alla soffitta di un trovarobe. C’è un biglietto per Cuba e un eskimo griffato acquistato in un negozietto dei Parioli, Kennedy e Anna Magnani, Malcom X e Martin Luther King, Che Guevara e Madre Teresa di Calcutta nell’edizione critica di Jovanotti, l’ala sinistra del Verona Zigoni e Roland Barthes, Usa for Africa e Sergio Leone. È proprio questa la novità di Veltroni e dei suoi intellettuali di riferimento: un discount del Novecento.
È un’ottima operazione di marketing, con un tocco di Pop Art, ma con un problema fondamentale, il veltronismo vende ai suoi elettori una zuppa di non identità. È quella che la satira crocifigge come sindrome del «ma anche». L’ultimo prodotto che Veltroni ha messo sul mercato è la sintesi perfetta della sua filosofia. Ecco il catto-radicale.


-----------------------------------------------------------
I partiti spendono 80 milioni ma il rimborso è pronto

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

La legge consente la restituzione dei soldi in cinque rate. Compresa l’ultima legislatura
Il conto è salato, ma solo all’apparenza. Sotto sotto, un cavillo all’amatriciana permetterà a tutti di riprendersi il loro. E grazie a un preciso sistema di rimborsi, per magia i conti torneranno in pari. Se non in attivo, ma qui è meglio non malignare troppo. Stiamo parlando della campagna elettorale. Fatte spannometriche somme, il totale dei soldi bruciati nel prossimo mese per tamburellanti quanto convincenti «Vota Antonio» toccherà gli 80 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno.
Tanto infatti uscirà dalle casse delle cinque formazioni principali in lizza in questa competizione (Pdl, Pd, Lega, Sinistra arcobaleno e Udc) che, ognuna a diverso titolo, sceglieranno modalità e strategie per convincere il maggior numero possibile di italiani.
I democratici veltroniani ad esempio hanno stanziato una somma compresa tra i 15 e i 18 milioni. Quattro di questi se ne andranno per confezionare manifesti, il resto verrà utilizzato per inserzioni sui giornali e manifestazioni locali. Il Pd punterà molto anche sui pranzi a inviti con quota di partecipazione fissata a mille euro. Si pescherà anche nelle tasche dei candidati: ognuno dovrà metterci tra i 40 e i 60mila euro.
Il budget del Popolo della libertà è più alto: 20-30 milioni. Oltre a manifesti e inserzioni una fetta della torta è destinata ai gazebo installati nelle varie città.
La Lega Nord ha un target basso: due milioni e mezzo di euro, sufficienti per le iniziative locali a basso costo, come i comizi, invece che su un battage più intenso attraverso media o carta stampata.
L’Udc conferma lo stesso stanziamento di due anni fa: 16 milioni; mentre la Sinistra arcobaleno ne mette a bilancio otto di cui due destinati ad appuntamenti locali e i restanti sei per propaganda vera. Ha dovuto correggere al rialzo le proprie stime La Destra storaciana che contava di farcela con due milioni e ne spenderà 5: colpa di un simbolo corretto in corsa per ordine della Cassazione. Un milione l’ammanco previsto per i socialisti di Boselli.
Ma attenzione, e qui sta la sorpresa, tutti potranno dormire sonni beati. La legge, una volta insediate le Camere, consentirà un rimborso fino a 425 milioni in cinque rate annuali (la prima del 40%). Ma non solo. I partiti continueranno a incassare il rimborso delle spese dell’ultima campagna anche se la legislatura è finita anzitempo. Per legge!

-----------------------------------------------------------
Prodi desiste sulle nomine

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Toccherà al prossimo governo mettere la firma sopra le nomine delle principali società italiane a partecipazione pubblica.

È una nota di Palazzo Chigi che detta le intenzioni dell’esecutivo in carica in materia: «Il governo ritiene opportuno, in questa particolare fase della legislatura, rimettere la scelta dei candidati al governo che risulterà in carica a seguito delle prossime elezioni politiche...». In questo modo Prodi passa la mano e lascia al prossimo esecutivo la gestione del rinnovo dei vertici di Eni, Enel e Finmeccanica. Dalla lista dei nomi circolati nel risiko delle nomine, vengono quindi escluse Terna e Poste Italiane, che attende ancora lo sbarco in Borsa. Il commento di Berlusconi: «Una decisione apprezzabile».

-----------------------------------------------------------
Le Fondazioni di destra e sinistra: «Riforme insieme»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Basta cambiare regole a colpi di maggioranza

Più bipartisan di così si muore. Ci sono dentro tutti: progressisti e conservatori, marxisti e liberali, laici e cattolici, federalisti e centralisti. Divisi ma anche uniti, alla ricerca di punto di contatto, di una sintesi, di un idem sentire. Follia? Inciucio? Neoconsociativismo? O solo voglia di dialogo, di intesa?
Da anni, fuori dal Palazzo, deputati e senatori di ogni schieramento hanno creato veri e propri «pensatoi» in cui si macinano idee, si elaborano scritti, si organizzano convegni, si mettono in piedi dibattiti, si forgiano think tank. Destra, sinistra, centro. In fondo ci si rispetta tutti, con la convinzione di lavorare per il supremo «bene del Paese». Si è creato un vero e proprio network di Associazioni e Fondazioni: teste pensanti che propongono soluzioni a quel groviglio inestricabile che è la politica. Oltre 280 parlamentari fanno parte di questo «intergruppo»; che sarà anche un termine orrendo, ma rende bene l’idea di quanto sia trasversale.
C’è la Fondazione per la Sussidiarietà dell’ex presidente della Compagnia delle opere Giorgio Vittadini. C’è la Fondazione Italianieuropei, fortemente voluta da Massimo D’Alema e Vincenzo Visco. C’è la Fondazione Europa e civiltà, presieduta dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni. C’è la Fondazione Magna Carta, creata da Marcello Pera e diretta da Gaetano Quagliariello. C’è la Fondazione Nuova Italia, guidata dall’aennino Gianni Alemanno. C’è la Fondazione Mezzogiorno Europa, istituita da Giorgio Napolitano e Andrea Geremicca. C’è l’Associazione Eunomia di Enzo Cheli e Dario Nardella. C’è l’Associazione Nens di Pier Luigi Bersani e Vincenzo Visco e la Fondazione Craxi, costituita dalla figlia di Bettino, Stefania.


-----------------------------------------------------------
«Famiglia cristiana» attacca Casini

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Cattolico col bollino ma senza coraggio

Distinguere i politici attenti ai valori religiosi non è difficile. È un po’ come per le banane della pubblicità: basta guardare l’etichetta, cioè lo scudocrociato. Per Famiglia Cristiana, il settimanale dei frati paolini, tutto questo però non è sufficiente. E in un editoriale intitolato «Cattolici col bollino ma senza coraggio» ha bacchettato anche il partito di Pier Ferdinando Casini e Savino Pezzotta dopo non aver risparmiato critiche né al Pd né al Pdl.
«Di fronte all’unica forza che afferma espressamente la sua ispirazione cristiana - si legge nell’articolo - ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e più innovativo per allontanare il dubbio di una buona occasione (forse l’ultima?) sciupata malamente». Il settimanale diretto da don Antonio Sciortino si sarebbe aspettato da Casini «un gesto di coraggio in più, che avrebbe dato a questo tentativo un profilo più alto e più credibile». Insomma, sarebbe stato meglio dar vita a «un soggetto totalmente nuovo in modo da collocarsi definitivamente al di fuori delle ambiguità di un passato non sempre lineare»
I toni sono alti, ma le domande, ancorché poste tra parentesi, sono molto terrene: «Perché i voti e le presenze di certi candidati, tipo Cuffaro?». L’interrogativo sorge proprio dall’importanza assegnata a quella «forza di interposizione» tra i due blocchi che stava nascendo su iniziativa di Pezzotta e del mondo del Family day. Un’esperienza che, seppur non originale, potrebbe essere coronata da successo visto che la corsa «solitaria» di Veltroni e Berlusconi ha aperto spazi più ampi rispetto alle deludenti esperienze di Martinazzoli e di D’Antoni, tramortiti dal maggioritario. E che i Paolini guardano sicuramente con più simpatia rispetto al «pasticcio veltroniano in salsa pannelliana» del Pd e «all’anarchia dei valori berlusconiana».


-----------------------------------------------------------
Pannella: Veltroni ci discrimina per candidare le segretarie

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

«Portaborse!» «Segretarie!». E alla fine scoppiò l’ira di Marco, «la furia pannelliana», l’invettiva contro Walter Veltroni, e contro la lista di cui il leader radicale e i suoi compagni di partito fanno parte. L’ira di Pannella esplode durante una giornata di collegamenti fiume su Radio radicale, telefona di prima mattina, poi si ricollega, quindi la radio manda (anche) il riassunto delle sue frasi. Ed è una sinfonia oratoria che ovviamente non ha confini, Pannella saluta i medici che seguono il satyaghraa, fornisce indicazioni sulle flebo assunte (due) e su quelle in arrivo: «Credo proprio che me ne farò un’altra, una sola per poter proseguire il digiuno».
Pannella è fatto così: non si capisce chiaramente quali siano i bersagli della sua protesta, nei giorni pari l’oggetto delle invettive è il Pd, in quelli dispari si tratta di un gemellaggio con «il mio amico Dalai Lama». L’unica cosa certa, è che, quando Marco affonda la lama, lo fa davvero. E dunque ieri Veltroni è finito nel mirino senza se e senza ma: «La prima cosa che ha fatto il nuovo, grande leader del Pd è escluderci, tagliarci fuori, impedirci di presentarci nella coalizione, discriminarci come non si fa e non si è fatto nemmeno con i fascisti! La vostra campagna - dice immedesimandosi in Veltroni - io la respingo». E a questo punto che fa Pannella? Si arrabbia. Di più, si indigna, punta il dito contro la squadra messa insieme dagli uomini del Partito democratico: «Una lista fatta dai portavoce, dico, dai portavoce! Una lista fatta dalle segretarie delle segretarie». E poi: «Aveva ragione Emma a dire che c’era una brutta aria, a fiutare che la fottitura di Coscioni Megacci e Zamparutti era in arrivo».

MSN Gruppi

unread,
Mar 13, 2008, 6:44:23 AM3/13/08
to Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------

Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends

-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard

-----------------------------------------------------------
Ai parlamentari non ricandidati 300 mila euro di bonus

>>Da: Maggye
Messaggio 3 della discussione
Lo chiamano assegno di reinserimento nella vita sociale, o anche assegno di solidarietà di fine mandato. E a pagarlo è lo Stato, attraverso le nostre imposte. A prima vista niente di strano, se a beneficiarne fosse un gruppo di disadattati o ex tossici appena dimessi da una comunità di recupero. Ma in questo caso a godere dell'assistenza pubblica sono i super privilegiati parlamentari della Casta. O meglio tutti quelli che non sono stati (o non si sono) ricandidati, o che pur ricandidandosi alle prossime elezioni non verranno rieletti. A loro - nonostante il reddito extra parlamentare, da quando mettono piede nell'emi ciclo, cresca del 51% - spetterà una somma pari all'80% dello stipendio mensile lordo da deputato o senatore, moltiplicata per gli anni consecutivi passati in Parlamento. A decorrere dall'inizio del primo mandato. Ossia 9.362 euro per ogni anno tra gli scranni di Montecitorio e 9.604 per Palazzo Madama (ottenuti cumulando il 6,7% di ciascuna delle 12 indennità mensili).Dunque per due soli anni di servizio, ai parlamentari "trombati" che han debuttato sotto l'attuale governo, verrà corrisposta un'indennità da 18.725 o 19.209 euro. Tuttavia molti di coloro che non torneranno in Parlamento vi sedevano da numerose legislature, e dunque l'aiutino per "reinserirsi" somiglia qui a un terno al lotto. Ad esempio su uno come Mastella, che lasciasse la Camera dopo 32 anni filati, pioverebbero 300.000 euro. Inutile dire che questo ennesimo sperpero farà schizzare il budget dei palazzi del potere. Alla voce assegno di fine mandato, nel bilancio 2008 il collegio dei questori ha preventivato 8.5 milioni di spese straordinarie solo per il Senato. E il totale delle Camere sfiorerà ì 25-30 milioni, considerato il forte ricambio generazionale nelle candidature, per effetto di quote rosa, tetto dei due mandati, stop agli indagati e fine delle grandi alleanze. Vanificando l'auspicato contenimento dei costi della politica.
Gli estremi per gridare allo scandalo ci sono tutti. Vedere i politici usufruire dell'assistenza sociale per reintegrarsi nella società civile una volta lasciata Roma è a dir poco una beffa. Che si rinnova a ogni tornata elettorale, perché la buonauscita non è una tantum. Prendete Veltroni. Nel 2001, dopo 14 anni, scelse di non ricandidarsi alla Camera. Lo attendeva la poltrona da sindaco della Capitale, non il marciapiede. E nel frattempo era divenuto parlamentare europeo. Eppure l'ufficio competenze di Montecitorio calcolò che per rendergli meno traumatico l'insediamento in Campidoglio gli sarebbero spettati 234 milioni di lire. Pur sempre una mancia, paragonati ai 439 milioni del record di Forlani. Ma niente paura, ancora pò -chi giorni e l'assegno del segretario Pd ricomincerà a lievitare per altri 5 anni. Al pari di quello di De Mita, che durante un raro Aventino ritirò i primi 378 milioni di lire. Mentre a passare alla cassa saranno ora i nuovi esclusi dal seggio, per scelta o necessità: Prodi, Diliberto, Biondi, Del Pennino, Caldarola, D'Elia, Mele ecc. Una marea umana, visto che il solo Pd non ricandiderà più 134 eletti con l'Ulivo.
Forse agli albori della Repubblica una simile misura di sostegno avrebbe avuto ancora un senso. Per consentire di buttarsi nell'agone elettorale ai meno abbienti. Allora però, i nostri rappresentanti percepivano compensi irrisori rispetto agli odierni 16.000 euro mensili spese incluse. Senza contare benefit, diarie, sconti, rimborsi e vitalizi, aggiuntisi nel tempo. Tanto da rendere

>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 2 della discussione
Mastella ha preso 300.000 euro per il reinserimento
Speriamo riesca nel reiserimento sociale questo povero reietto. Povero.


>>Da: azzurralibertà
Messaggio 3 della discussione
E noi paghiamo...

-----------------------------------------------------------
Gnocchi verdi al salmone

>>Da: Maggye
Messaggio 1 della discussione
Ho fatto gli gnocchi come al solito ma ci ho aggiunto un cubetto di spinaci (quelli surgelati) lessati, tagliati e ben strizzati.
Per il sugo ho fatto scaldare un pochino di olio con l'aglio, poi ho aggiunto il salmone affumicato a pezzetti, ho sfumato col vino bianco e aggiunto l'aneto, poi ho messo i pomodorini (se non si mettono i pomodori consiglierei il burro al posto dell'olio).
Cotti gli gnocchi li ho spadellati nel sugo e ho aggiunto dei cubetti di caciottina romana.
Una bontà!


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL -Valle d'Aosta

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati
Nome e Cognome
1) Giuseppe Gambardella

Candidati al Senato della Repubblica
Nome e Cognome
1) Anacleto Benin


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Piemonte

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Piemonte 1
Nome e Cognome

1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Guido Crosetto
4) Margherita Boniver
5) Maurizio Leo
6) Osvaldo Napoli
7) Maria Grazia Siliquini
8) Benedetto Della Vedova
9) Manuela Repetti
10) Agostino Ghiglia
11) Enrico Pianetta
12) Angiolino Mastrullo
13) Caterina Anna Rosa Ferrero
14) Salvatore Parisi
15) Barbara Bonino
16) Daniele Cantore
17) Irene Vercellini
18) Carluccio Giacometto
19) Manuela Savini
20) Ezio Ercole
21) Alessandro Lupi
22) Ettore Puglisi
23) Graziella Elena Poggio in Sartori
24) Giuliana Gabri


Circoscrizione Piemonte 2
Nome e Cognome

1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Lucio Stanca
4) Marco Zacchera
5) Maria Teresa Giovanna Armosino
6) Enrico Costa
7) Alessandro Ruben
8) Giuseppe Carlo Ferdinando Vegas
9) Roberto Rosso
10) Francesco Pietro Stradella
11) Gianni Mancuso
12) Gaetano Nastri
13) Valerio Cattaneo
14) Marco Botta
15) Roberto Marmo
16) Daniele Galli
17) Ambrogio Invernizzi
18) Cristiano Bussola
19) Carlo Riva Vercellotti
20) Alberto Cortopassi
21) Roberta Pella
22) Andrea Delmastro Dellevedove

Candidati al Senato della Repubblica
Nome e Cognome
1) Enzo Giorgio Secondo Ghigo
2) Ugo Giovanni Martinat
3) Aldo Scarabosio
4) Lucio Malan
5) Andrea Fluttero
6) Valter Zanetta
7) Lorenzo Piccioni
8) Giuseppe Menardi
9) Maria Rizzotti
10) Gilberto Pichetto Fratin
11) Tomaso Zanoletti
12) Sergio Ebarnabo
13) Fabrizio Comba
14) Benedetto Nicotra
15) Antonio Giovanni Maconi
16) Maurizio Albieri
17) Elvi Rossi
18) Franca Audisio
19) Fabrizio Bertot
20) Claudio Brero
21) Giuseppe Lauria
22) Giulio Abbate


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Trentino Alto Adige

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Manuela Di Centa
4) Giorgio Holzmann
5) Maurizio Del Tenno
6) Mario Malossini
7) Giovanni Gravante
8) Ettore Zampiccoli
9) Gottardi Mattia

Candidati al Senato della Repubblica

PER IL COLLEGIO N. 1 (TRENTO)
Nome e Cognome
Sergio Divina

PER IL COLLEGIO N. 2 (ROVERETO)
Nome e Cognome
Cristano de Eccher

PER IL COLLEGIO N. 3 (PERGINE VALSUGANA)
Nome e Cognome
Giacomo Santini

PER IL COLLEGIO N. 4 (BOLZANO)
Nome e Cognome
Maurizio Vezzali

PER IL COLLEGIO N. 5 (MERANO)
Nome e Cognome
Ancilla Patrizia Orio

PER IL COLLEGIO N. 6 (BRESSANONE)
Nome e Cognome
Giuseppe Bellomo


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Veneto

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Veneto 1

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Niccolò Ghedini
4) Alberto Giorgetti
5) Aldo Brancher
6) Francesco De Luca
7) Filippo Ascierto
8) Marino Zorzato
9) Lorena Milanato
10) Luca Bellotti
11) Giustina Mistrello Destro
12) Elisabetta Gardini
13) Giorgio Conte
14) Enrico Hullweck
15) Vendemiano Sartor
16) Gianmarco Mazzi
17) Luca Meschini
18) Giuseppe Fini
19) Domenico Menorello
20) Rocco Bordin
21) Enrico Pavanetto
22) Alberto De Togni
23) Massimiliano Paglione
24) Paola Maria Vignaga
25) Bianca Beghin
26) Monia Bordignon
27) Arrigo Abalti
28) Claudio Guerra
29) Luca Favini

Circoscrizione Veneto 2

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Renato Brunetta
4) Adolfo Urso
5) Fabio Gava
6) Valentino Valentini
7) Maurizio Paniz
8) Catia Polidori
9) Ettore Riello
10) Michele Zuin
11) Pieralfonso Fratta Pasini
12) Luca Sbardella
13) Annalisa Andreetta in Pedrazzoli
14) Letizia Ortica
15) Lucio Leonardelli
16) Umberto Perissinotto
17) Tiziana Martire
18) Alessio De Mitri
19) Lucas Pavanetto
20) Elisabetta Stefanon

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Giancarlo Galan
2) Luigi Ramponi
3) Maria Elisabetta Alberti Casellati
4) Maurizio Sacconi
5) Maurizio Saia
6) Paolo Scarpa Bonazza Buora
7) Anna Bonfrisco
8) Maurizio Castro
9) Piero Longo
10) Mauro Mainardi
11) Pierantonio Zanettin
12) Cesare Campa
13) Paolo Dalla Vecchia
14) Dino Secco
15) Giovanni Zaccagna
16) Giovanni Miozzi
17) Francesco Lunghi
18) Giampiero Avruscio
19) Alda Boscaro
20) Raffaele Zanon
21) Laila Marangoni
22) Massimo Venturato
23) Giovanni Calabrese
24) Marcello Spigolon


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Liguria

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Claudio Scajola
4) Fiamma Nirensztejn
5) Sandro Biasotti
6) Gabriella Mondello
7) Eugenio Minasso
8) Michele Scandroglio
9) Roberto Cassinelli
10) Alessandro Gianmoena
11) Raffaella Della Bianca
12) Vincenzo Plinio
13) Franco Amadeo
14) Giulia Costigliolo
15) Alessandro Parino
16) Maria Grazia Frijia
17) Laura Bestoso

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Enrico Musso
2) Giorgio Bornacin
3) Gabriele Boscetto
4) Franco Orsi
5) Luigi Morgillo
6) Gianfranco Pilade Gadolla
7) Roberta Bergamaschi
8) Fabio Cenerini


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Friuli Venezia Giulia

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Franco Frattini
4) Roberto Menia
5) Roberto Antonione
6) Isidoro Gottardo
7) Manlio Contento
8) Albertino Gabana
9)Marco Pottino
10)Daniele Franz
11) Ilia Franzin
12) Francesca Comello
13) Fabio Gentile

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Giulio Camber
2)Giovanni Collino
3) Giuseppe Ferruccio Saro
4) Vanni Lenna
5) Sergio Dressi
6) Gaetano Valenti
7) Giovanna Iesse


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Lombardia

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Lombardia 1

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3) IGNAZIO LA RUSSA
4) STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI
5) GIANFRANCO ROTONDI
6) ANDREA RONCHI
7) MARIO CARLO MAURIZIO VALDUCCI
8) PAOLO ROMANI
9) MAURIZIO ENZO LUPI
10) CRISTIANA MUSCARDINI
11) LUIGI CASERO
12) FRANCESCO COLUCCI
13) GAETANO PECORELLA
14) PAOLA FRASSINETTI
15) VALENTINA APREA
16) MARIELLA BOCCIARDO
17) ELENA CENTEMERO
18) RICCARDO DE CORATO
19) GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO
20) SIMONE ANDREA CROLLA
21) ALBERTO ANGELO CARLO GATTI
22) CARLO FIDANZA
23) LARA COMI
24) NICOLO’ MARDEGAN
25) PAOLO CAGNONI
26) ANDREA MANDELLI
27) GIOVANNI DE NICOLA
28) BRUNO GIORGIO DAPEI
29) MANFREDI PALMERI
30) ALAN CHRISTAN RIZZI
31) PIETRO PORCIANI
32) MARTINA SASSOLI
33) SERENELLA CORBETTA
34) GIACOMO BERETTA
35) ANDREA ARBIZZONI
36) BARBARA CALZAVARA
37) MARIA GRAZIA BERNAREGGI
38) ROBERTA ZAPPETTINI
39) LUCIA ANGELA MOTTA
40) LAURA CRISTINA PAOLA FERRARI

Circoscrizione Lombardia 2

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3) GIULIO CARLO DANILO TREMONTI
4) MARIASTELLA GELMINI
5) RAFFAELLO VIGNALI
6) PIERANTONIOMIRCO TREMAGLIA
7) GREGORIO FONTANA
8) STEFANO SAGLIA
9) ANTONIO PALMIERI
10) ADRIANO PAROLI
11) LAURA RAVETTO
12) VIVIANA BECCALOSSI
13) GIUSEPPE ROMELE
14) GIORGIO JANNONE
15) MASSIMO MARIA BERRUTI
16) ANTONIO ANGELUCCI
17) RENATO FARINA
18) LUIGI FABBRI
19) ANTONIO GIUSEPPE MARIA VERRO
20) MARCO AIRAGHI
21) LINO MISEROTTI
22) FABIO STEFANO MINOLI ROTA
23) PAOLO UGGE’
24) DANIELE NAVA
25) GIUSEPPE VILLA
26) SIMONA SALADINI
27) GIOVANNA ODDONO
28) EMANUEL PIONA
29) ADA MANTOVANI
30) ANNA MARIA MARTELOSSI
31) GIANFRANCO CECI
32) BASILIO ANTONINO FEDERICO MANGANO
33) BRUNO VOLPI
34) DANIELA MILESI
35) GIANNANTONIO SPOTORNO
36) ALESSIA LONGO
37) SERGIO GADDI
38) STEFANO RUDILOSSO
39) CLAUDIA CARZERI
40) EMANUELE VEZZOLA
41) CORRADO GHIRARDELLI
42) ELENA RAIMONDI
43) LUCA MARSICO

Circoscrizione Lombardia 3

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3) ABELLI GIAN CARLO
4) MASSIMO ENRICO CORSARO
5) MAURIZIO BERNARDO
6) CHIARA MORONI
7) ANDREA GIORGIO FELICE MARIA ORSINI
8) CARLO NOLA
9) NICOLA RIVELLI
10) GIANGIACOMO TIRABOSCHI
11) VITTORIO PESATO
12) CLAUDIO PEDRAZZINI
13) GIULIA ADAMOLI
14) SILVA ANITA CALVI
15) CHIARA CAPELLETTI in MONDONI

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) ROBERTO FORMIGONI
2) ALFREDO LUIGI MANTICA
3) OMBRETTA COLLI
4) GUIDO POSSA
5) ALESSIO BUTTI
6) GIANPIERO CARLO CANTONI
7) MARCELLO DELL’UTRI
8) MARIO MANTOVANI
9) ROMANO COMINCIOLI
10) ANTONINO CARUSO
11) LUIGI SCOTTI
12) ANTONIO TOMASSINI
13) GIANCARLO SERAFINI
14) GIUSEPPE VALDITARA
15) GIACOMO CALIENDO
16) SALVATORE SCIASCIA
17) VALERIO CARRARA
18) ALFREDO MESSINA
19) PIERFRANCESCO EMILIO ROMANO GAMBA
20) RICCARDO CONTI
21) MARIA ALESSANDRA GALLONE
22) ANTONIO DEL PENNINO
23) GIACINTO BOLDRINI
24) GIUSEPPE MILONE
25) ALESSANDRA M

-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Emila Romagna

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Michela Vittoria Brambilla
4) Pietro Lunardi
5) Tommaso Foti
6) Giancarlo Mazzuca
7) Fabio Garagnani
8) Enzo Raisi
9) Giorgio Lainati
10) Anna Maria Bernini
11) Emerenzio Barbieri
12) Sergio Pizzolante
13) Francesco Biava
14) Isabella Bertolini
15) Giuliano Cazzola
16) Giovanni Carlo Francesco Mottola
17) Gianni Bonini
18) Roberto Petri
19) Luca Squeri
20) Vanda Giampaoli
21) Galeazzo Bignami
22) Flavio Tanzilli
23) Claudia Rubini
24) Giovanni Bertoldi
25) Marco Eboli
26) Gabriella Maria Pezzuto
27) Massimo De Matteis
28) Paolo Farneti
29) Alberto Vecchi
30) Daniele Carella
31) Luca Caselli
32) Giovanna Maria Benelli
33) Marco Mainardi
34) Brunella Benea
35) Mauro Cacciaguerra
36) Luigi Feci
37) Pasquale Barone
38) Mauro Saccardi
39) Michele Facci
40) Maria Antonietta Gori
41) Manuela Cecilia Rescazzi
42) Elena Azzolini
43) Roberto Flaiani

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Carlo Amedeo Giovanardi
2) Filippo Berselli
3) Giampaolo Bettamio
4) Laura Bianconi
5) Alberto Balboni
6) Elio Massimo Palmizio
7) Maria Ida Germontani
8) Rodolfo Ridolfi
9) Enrico Aimi
10) Paola Pizzelli
11) Oronzo Zilli
12) Marisa Malavasi
13) Menotto Zauli
14) Gianguido Bazzoni
15) Sergio Bursi
16) Giorgio Barbolini
17) Felice Caracciolo
18) Stefano Gagliardi o Gaiardi
19) Susanna Mariani
20) Emanuela Borda
21) Leopoldo Barbieri Manodori


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Toscana

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Paolo Bonaiuti
4) Elio Vito
5) Riccardo Migliori
6) Denis Verdini
7) Marco Martinelli
8) Deborah Bergamini
9) Massimo Parisi
10) Flavia Perina
11) Riccardo Mazzoni
12) Roberto Tortoli
13) Maurizio Bianconi
14) Monica Faenzi
15) Gabriele Toccafondi
16) Lucio Barani
17) Alessio Bonciani
18) Alessandro Capecchi
19) Francesco Martella
20) Donatella Santinelli
21) Michele Giannini
22) Lucia Tanti
23) Riccardo Sarra
24) Benedetta Bellini
25) Pietro Staderini
26) Giovanni Bucciero
27) Massimiliano Simoni
28) Leonardo Casanova
29) Erica Mazzetti
30) Giovanni Frullano
31) Fabrizio Viggiani
32) Marco Andreassi
33) Mario Lolini
34) Rita Pieri
35) Alessio Mattesini
36) Marcello Stanca
37) Federico Pazzaglia
38) Francesca Temperini

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Altero Matteoli
2) Sandro Bondi
3) Gaetano Quagliariello
4) Franco Mugnai
5) Pietro Paolo Amato
6) Achille Totaro
7) Massimo Baldini
8) Franco Ravenni
9) Felice Maurizio D’Ettore
10) Gianna Scatizzi
11) Saida Kraich
12) Sergio Baccari
13) Maurizio Lampredi
14) Giovanni Petruzzelli
15) Marisa Cacialli
16) Alessandro Mazzerelli
17) Roberta Naldini
18) Carla Ferri


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Marche

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Giorgio La Malfa
4) Remigio Ceroni
5) Carlo Ciccioli
6) Simone Baldelli
7) Claudio Barbaro
8) Ignazio Abrignani
9) Licia Ronzulli
10) Giacomo Bugaro
11) Fabio Pistarelli
12) Franco Capponi
13) Elisabetta Foschi
14) Bruno Gabrielli
15) Fabrizio Dini
16) Fabrizio Pagani

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Mario Baldassarri
2) Francesco Casoli
3) Salvatore Piscitelli
4) Giulio Conti
5) Francesco Massi Gentiloni Silveri
6) Alessandro Bettini
7) Giancarlo D’Anna
8) Guido Castelli


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Lazio

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Lazio 1

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Gianni Alemanno
4) Fabrizio Cicchitto
5) Francesco Maria Giro
6) Giulia Bongiorno
7) Sestino Giacomoni
8) Giuseppe Consolo
9) Mario Pescante
10) Antonio Mazzocchi
11) Beatrice Lorenzin
12) Silvano Moffa
13) Melania De Nichilo Rizzoli
14) Francesco Proietti Cosimi
15) Fiorella Ceccacci
16) Vincenzo Piso
17) Paolo Guzzanti
18) Giorgio Simeoni
19) Domenico Di Virgilio
20) Marco Marsilio
21) Mariarosaria Rossi
22) Gianfranco Sammarco
23) Annagrazia Calabria
24) Potito Salatto
25) Veronica Cappellaro
26) Domenico Kappler
27) Marco De Carolis
28) Lodovico Pace
29) Manuela Maccaroni
30) Sergio Marchi
31) Folco Cappello
32) Alessia Calanni
33) Laura Cartaginese
34) Massimo Balmas
35) Rita Alessandroni
36) Massimiliano Graux
37) Carlo De Romanis
38) Ruggero Garzia
39) Emanuele Occhipinti
40) Francesco Bucciarelli

Circoscrizione Lazio 2

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Rocco Crimi
4) Giorgia Meloni
5) Eugenia Maria Roccella
6) Fabio Rampelli
7) Gianfranco Conte
8) Cosimo Ventucci
9) Francesco Aracri
10) Giulio Marini
11) Antonello Iannarilli
12) Angelo Santori
13) Giuseppe Mochi
14) Ginevra Crescenzi
15) Fabio De Angelis

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Marcello Pera
2) Maurizio Gasparri
3) Lamberto Dini
4) Cesare Cursi
5) Mauro Cutrufo
6) Andrea Augello
7) Claudio Fazzone
8) Oreste Tofani
9) Angelo Maria Cicolani
10) Laura Allegrini
11) Giuseppe Ciarrapico
12) Domenico Gramazio
13) Paolo Barelli
14) Candido De Angelis
15) Stefano De Lillo
16) Anna Maria Mancuso
17) Loreno Bittarelli
18) Giovanni Maria Arena
19) Enrico Tittoni
20) Giuseppe Schiboni
21) Annita Cecchi
22) Lidia Nobili in Iacoboni
23) Giovanni Ardita
24) Giuseppe Sebastianelli
25) Antonio Luciani
26) Francesco Battistoni
27) Piergiorgio Benvenuti


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Umbria

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Roberto Speciale
4) Pietro Laffranco
5) Luciano Rossi
6) Rocco Girlanda
7) Fiammetta Modena
8) Giovanni Andrea Lignani Marchesani
9) Carlo Orsini

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Franco Asciutti
2) Domenico Benedetti Valentini
3) Ada Spadoni Urbani
4) Dario Guardalben
5) Paolo Crescimbeni
6) Luigi Andreani
7) Alfredo De Sio


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Campania

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Campania 1

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3 STEFANO CALDORO
4) ALESSANDRA MUSSOLINI
5) ITALO BOCCHINO
6) LUIGI CESARO
7) PAOLO RUSSO
8) GIUSEPPINA CASTIELLO
9)GIAMPIERO CATONE
10)MASSIMO NICOLUCCI
11)MARCELLO TAGLIALATELA
12)GIUSEPPE SCALERA
13) GIOACCHINO ALFANO
14)AMEDEO LABOCCETTA
15) MAURIZIO IAPICCA
16) MARCELLO DI CATERINA
17)DANIELA MELCHIORRE
18) ALFONSO PAPA
19)GIANFRANCO PAGLIA
20) MARIA ELENA STASI
21)VINCENZO D’ ANNA
22) DOMENICO DE SIANO
23) LUIGI MURO
24) MARIA ELENA VALANZANO
25)LUCIANO SCHIFONE
26) ROSANNA GARGIULO
27) ROBERTO BRUCCI
28) GIOVANNI INGENITO
29) LUIGI RISPOLI
30)LUCA CUZZOLINO
31) NICOLA MERCURIO
32) VALENTINA VACCARO
33) GENNARO DI PAOLO

Circoscrizione Campania 2

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3) MARIA ROSARIA CARFAGNA
4) NICOLA COSENTINO
5) MARIO LANDOLFI
6) GIANCARLO LEHNER
7) NUNZIA DE GIROLAMO
8) EDMONDO CIRIELLI
9) MARIO PEPE
10) MARCO MARIO MILANESE
11) GIULIA COSENZA
12) MICHAELA BIANCOFIORE
13) GENNARO MALGIERI
14) MARCO PUGLIESE
15) PASQUALE VESSA
16) GERARDO SOGLIA
17) GIOVANNA PETRENGA
18) NICOLA FORMICHELLA
19) ANNA FERRAZZANO
20) ANTONIO LUBRITTO
21) GERARDO MOTTA
22) MASSIMILIANO MAZZOLA
23) GIOVANNI MOLINARO
24) AMEDEO BALDASCINO
25) MICHELE SARNO
26) PASQUALE BOREA
27) VITTORIO ACOCELLA
28) GIUSEPPE RAGUCCI
29) LUIGI PESCE

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) BARBARA DEBRA CONTINI
2) PASQUALE VIESPOLI
3) PASQUALE GIULIANO
4) RAFFAELE CALABRO’
5) FRANCESCO PONTONE
6) RAFFAELE LAURO
7) SERGIO DE GREGORIO
8) VINCENZO NESPOLI
9) SERGIO VETRELLA
10) DIANA CARLA CARMELA DE FEO
11) GENNARO CORONELLA
12) LUIGI COMPAGNA
13) COSIMO IZZO detto MINO
14) GIUSEPPE ESPOSITO
15) ANTONIO PARAVIA
16) CARLO SARRO
17) COSIMO SIBILIA
18) VINCENZO FASANO
19) FRANCO CARDIELLO
20) MICHELE SCHIANO
21) GIOVANNI DEL VECCHIO
22) ANTONIO PENTANGELO
23) FRANCESCO PAOLO MANZO
24) ANTONIA SORRENTINO
25) RENATA SANTAROSSA
26) CIRO MAROTTA
27) ETTORE FREDA
28) MARINA ROMANO
29) MARIA ROSARIA PAGNANI
30) SALVATORE VERRILLO


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Abruzzo

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Maurizio Scelli
4) Carla Castellani
5) Sabatino Aracu
6) Paola Pelino
7) Marcello De Angelis
8) Daniele Toto
9) Giovanni Dell’Elce
10) Lorenzo Sospiri
11) Giuseppe Stanziale
12) Emilio Nasuti
13) Luca Ricciuti
14) Etelwardo Sigismondi

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Andrea Pastore
2) Fabrizio Di Stefano
3) Filippo Piccone
4) Paolo Tancredi
5) Gianfranco Claudio Felice Giuliante
6) Patrizio Stornelli
7) Daniela Arcieri Mastromattei


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Calabria

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3)FRANCESCO NUCARA
4) SANTO VERSACE
5) GIOVANNI DIMA
6) GIANCARLO PITTELLI
7) JOLE SANTELLI
8) ANGELA NAPOLI
9) CONSOLATA GOLFO detta “LELLA”
10) GIUSEPPE GALATI
11) IDA D’IPPOLITO
12) MICHELE TRAVERSA
13) ANTONINO FOTI
14) LUIGI FEDELE
15) FRANCESCO GRILLO
16) MAURIZIO VENTO
17) GAETANO RAO
18) FRANCESCO CORRADO
19) PASQUALINO SCARAMUZZINO
20) MARIO RUSSO
21) ERNESTO SCOLA
22) GENNARO CRUGLIANO

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) NITTO FRANCESCO PALMA
2) GIUSEPPE VALENTINO
3) ANTONIO GENTILE
4) VINCENZO SPEZIALI
5) FRANCESCO BEVILACQUA
6) BATTISTA CALIGIURI
7) GIOVANNI NUCERA
8) STANISLAO FRANCESCO ZURLO
9) AURELIO GARRITANO
10) FRANCESCO IONA


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Molise

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Sabrina De Camillis
3) Quintino Pallante

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Ulisse Di Giacomo


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Sicilia

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Circoscrizione Sicilia 1

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Giovanni Miccichè
4) Angelino Alfano
5) Giuseppe Scalia
6) Enrico La Loggia
7) Giuseppe Fallica
8) Salvatore Misuraca detto Dore
9) Antonino Lo Presti
10) Giuseppe Francesco Maria Marinello
11) Gaspare Giudice
12) Vincenzo Antonio Fontana
13) Nicolò Cristaldi
14) Alessandro Saro Alfonso Pagano
15) Gabriella Giammanco
16) Giacomo Terranova
17) Pietro Cannella
18) Francesco Paolo Lucchese
19) Eugenio Randi
20) Mauro La Mantia
21) Duilio Pecorella
22) Antonino Caronia
23) Maria Rita Picone
24) Anna Maria Croce
25) Doriana Isabella Licata
26) Alberto Santoro

Circoscrizione Sicilia 2

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Antonio Martino
4) Stefania Prestigiacomo
5) Carmelo Briguglio
6) Umberto Scapagnini
7) Francesco Stagno d’Alcontres
8) Francesco Catanoso Genoese
9) Giuseppe Palumbo
10) Antonino Salvatore Germanà
11) Benedetto Granata
12) Antonino Minardo
13) Ugo Maria Gianfranco Grimaldi
14) Barbara Saltamartini
15) Vincenzo Gibiino
16) Salvatore Torrisi
17) Vincenzo Garofalo
18) Pier Paolo Pizzimbone
19) Paolo Giuseppe Di Caro
20) Cirino Gallo
21) Carmelo Bonfissuto
22) Roberta Roccella
23) Sebastiano Valentino Condorelli detto Nuccio
24) Elvira Amata
25) Antonino Alibrandi
26) Silvestra Maria Rosaria Santa Raimondo
27) Carmelo Incardona
28) Domenico Arezzo

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Renato Schifani
2) Domenico Nania
3) Carlo Vizzini
4) Giuseppe Firrarello
5) Antonio D’Alì
6) Antonio Battaglia
7) Roberto Centaro
8) Mario Francesco Ferrara
9) Salvatore Fleres
10) Raffaele Stancanelli
11) Simona Vicari
12) Bruno Alicata
13) Vincenzo Galioto
14) Antonino Strano
15) Filippo Maria Drago
16) Giovanni La Via
17) Nunzio Giuseppe Maniscalco
18) Fabio Fatuzzo
19) Giuseppe Pagano
20) Rosario Parasiliti
21) Pietro Alongi
22) Giuseppe Bellomare
23) Marcello Caruso
24) Pietro Russo
25) Francesca Montalto
26) Paolo Ruggieri


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Puglia

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Raffaele Fitto
4) Alfredo Mantovano
5) Antonio Leone
6) Donato Bruno
7) Luigi Vitali
8) Antonio Buonfiglio
9) Pietro Franzoso
10) Luigi Lazzari
11) Francesco Divella
12) Simeone di Cagno Abbrescia
13) Gabriella Carlucci
14) Ugo Lisi
15) Italo Tanoni
16) Elvira Savino
17) Carmine Santo Patarino
18) Vincenzo Barba
19) Antonio Distaso
20) Souad Sbai
21) Giuseppe Calderisi
22) Barbara Mannucci
23)Francesco Paolo Sisto
24)Antonio Pepe
25) Benedetto Francesco Fucci
26) Luca D’Alessandro
27) Antonio Lorusso
28) Pietro Lospinuso
29) Vito Ammirabile
30) Giovanni Quero
31) Roberto Tundo
32) Antonio Maria Gabellone
33) Nicola Ciracì
34) Francesco De Florio
35) Luigi Ecclesia
36) Aldo Vito Valentini
37) Antonio Scianaro
38) Leonardo De Vita
39) Antonio Mario Acquaviva
40) Sergio Paolo Francesco Silvestris
41) Enrico Sannoner
42) Mario Marchitelli
43) Stefano Di Perna
44) Rocco Palese

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Adriana Poli Bortone
2) Antonio Azzollini
3) Rosario Giorgio Giuseppe Costa
4) Carmelo Morra
5) Francesco Maria Amoruso
6) Pasquale Nessa
7) Salvatore Mazzaracchio
8) Michele Saccomanno
9) Luigi Grillo
10) Simonetta Licastro Scardino
11) Luigi D’Ambrosio Lettieri
12) Cosimo Gallo
13) Stefano Sabino Francesco Pecorella
14) Angelo Tondo
15) Luigi Mazzei
16) Donato Salinari
17) Anna Lucia Lambresa
18) Francesca Fersino
19) Loredana Iacobellis
20) Costantino Ciavarella
21) Saverio Congedo


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Sardegna

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) SILVIO BERLUSCONI
2) GIANFRANCO FINI
3) MAURO PILI
4) BRUNO MURGIA
5) SALVATORE CICU
6) GIUSEPPE COSSIGA
7) CARMELO PORCU
8) PIETRO PAOLO IGNAZIO TESTONI
9) SETTIMO NIZZI
10) LUCA GIORGIO BARBARESCHI
11) PAOLO VELLA
12) GIOVANNI MARRAS
13) ADA LAI
14) MADDALENA CALIA
15) ANTONELLA ZEDDA
16) LUISELLA SARRITZU
17) SISINNIO PIRAS
18) DAVIDE BILLAI

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) GIUSEPPE PISANU
2) MARIANO DELOGU
3) PIERGIORGIO MASSIDDA
4) FILIPPO SALTAMARTINI
5) FEDELE SANCIU
6) SILVESTRO LADU
7) GIOVANNI BATTISTA CORDA
8) Ada Ottavia Anamaria GRANATA
9) ANNA CASULA


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Basilicata

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Candidati alla Camera dei Deputati

Nome e Cognome
1) Silvio Berlusconi
2) Gianfranco Fini
3) Donato Lamorte
4) Vincenzo Taddei
5) Rocco Giuseppe Moles
6) Mariano Antonio Pici

Candidati al Senato della Repubblica

Nome e Cognome
1) Guido Walter Cesare Viceconte
2) Egidio Digilio
3) Cosimo Latronico
4) Mario Venezia
5) Nicola Giovanni Pagliuca
6) Paolo Castelluccio
7) Raffaella Ferro


-----------------------------------------------------------
ROMA 13 MARZO 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione


-----------------------------------------------------------
PONTEDERA 14 MARZO 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
http://www.forzaitalia.it/speciali/Pontedera.pdf

-----------------------------------------------------------
MILANO 14 MARZO 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione

"Filo diretto con il Parlamento.
Gli imprenditori incontrano il senatore Casoli.”
<o:p></o:p>
Il Dipartimento Economia Finanza e Impresa di Forza Italia Giovani di Milano invita all'incontro: "Filo diretto con il Parlamento. Gli imprenditori incontrano il senatore Casoli.” L'incontro avrà luogo venerdì 14 marzo alle ore 20.45, presso la sede di Forza Italia, Sala conferenze G. Marra, Viale Monza 137 Milano.

-----------------------------------------------------------
MILANO 14 MARZO 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
http://www.forzaitalia.it/speciali/Riformisti.pdf

-----------------------------------------------------------
MONGHIDORO 15 MARZO 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
http://www.forzaitalia.it/speciali/MONGHIDORO.pdf

-----------------------------------------------------------
ROMA 28 MARZO

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
http://www.forzaitalia.it/speciali/DonneperlItalia.pdf

-----------------------------------------------------------
BRUXELLES 3 APRIE 2008

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
http://www.forzaitalia.it/speciali/Bruxelles.pdf

-----------------------------------------------------------
chi è il candidato di turno?

>>Da: Nando179764
Messaggio 4 della discussione
ogni giorno apprendo di nuove candidature. si va alla caccia di personaggi che possano portare qualche centinaia di voti al partito, senza curarsi della istruzione e moralità del candidato. lo si mette nelle proprie liste perchè....perchè.....e perchè ancora. mi sembra tutta una buffonata. sono schifato, penso proprio che il 13 e 14 aprile farò lo sciopero del voto.

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 2 della discussione
Faresti un bel regalo alla sinistra, caro Nando se decidessi di non votare.

>>Da: santana
Messaggio 3 della discussione
Concordo con Nando.
A vedere certi nomi nelle liste viene il voltastomaco.
Non andare a votare però rischiebbe di far salire le sinistre.
Te l'immagini la sinistra nuovamente al governo per concludere l'opera di sfascio già iniziata in questi 20 mesi???

>>Da: ippolita
Messaggio 4 della discussione
Non darò voto alla sinistra, non l'ho mai dato, ma ho perplessità sul perdurare di gaffes che offrono il fianco al nemico. Il Presidente Berlusconi a mio modesto parere non ha ancora raggiunto la misura del calibro con cui colpire. E il botto che fanno le sue bombarde rimaneggia la stima che si ha per il suo procedere programmatico. Il fatto che la sinistra gli contesti interessi privati - notissimi e per noi non influenti, o meglio garanzia di non accaparramento di denaro pubblico, essendo già appagato dal privato - dovrebbe renderlo accorto nello sbadierare la candidatura di ' possessore dal carattere deciso' di quotidiani in carta stampata ... Se il ' nemico' si ammantella di integrità morale, la captatio benevolentia dell'elettorato non pensante deve agire senza sbavature di stile ... non inferiore del resto quella di Fini che esce con il concetto infelice che l'America non è pronta per un presidente nero ....Ora io mi auguro che Obama vinca .. e che vinca il PDL ... come la mettiamo con i rapporti di collaborazione? Forse sono stata educata troppo, forse mi piacerebbe che la si smettesse di fare il tira e molla con concetti beceri tipo ' le quote rosa'( da donna lo trovo assolutamente mortificante, e le donne mi capiranno ) o l'annullamento da parte dello Stato di tasse comunali che poi ci si ritorceranno contro in altro modo, prevedendo che sarà ancora più latrocinante ...Vorrei poter vivere senza la paura della violenza e della irresponsabilità dilagante ... Vorrei che si parlasse di Famiglie Italiane con molti figli, altrimenti ancor di più l'esercito di integralisti con tanti figli sarà ancora una volta inventivato ad abitare qui da noi ( ho paura, degli islamici che presentano i loro figli cone gli sterminatori futuri della nostra razza - udito con le mie orecchie - ) Vorrei che si salvaguardasse la scuola : i nostri ragazzi sono di una ignoranza spaventosa. Ora finalemnte la musica sarà materia di insegnamento: questa è civiltà .Perché è stato declassato il latino ? .. si è impoverito il cervello degli studenti ancor di più . Vorrei che la sanità desse maggiore qualità senza penalizzare gli abitanti della Provincia. Vorrei che si scendesse in campo ' a disposizione' e non prevaricando o polemizzando.. Sì, votando i piccoli partiti ci si disperderà a favore dello inimico, ma qualcuno di quelli ha molta dignità e molta concretezza che gli schieramenti attuali non dimostrano .. ancora. Che i candidati siano persone concretamente in grado si agire nell'interesse di tutti è il presupposto indispensabile. Che mestiere facciano non importa: importa che dimostrino di saper lavorare, di aver fatto con le loro mani qualcosa di buono nella vita, per sé e per gli altri . Sono indignata dell' uso che si fa del termine ' fascista' : le imposizioni della sinistra nell'ultimo governo sono state qualnto di più ' fascista' si sia visto negli ultimi decenni al governo italiano . .. scusate lo sfogo, inutile peraltro Buon lavoro a tu

-----------------------------------------------------------
Come si vota

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
L’elettore ha a disposizione una sola scheda elettorale per la Camera, ed una scheda per il Senato. In entrambe sono raffigurati i simboli delle liste in competizione, rispettivamente, nella circoscrizione o nella regione. I simboli delle liste appartenenti alla medesima coalizione appaiono riprodotti in linea orizzontale, uno accanto all’altro, su un’unica riga. L’elettore esprime il voto tracciando un segno sul simbolo della lista prescelta. Non è possibile manifestare “voto di preferenza” per candidati; la lista è, infatti, “bloccata”.
Il voto espresso per la lista produce effetti anche in favore della coalizione di cui la lista fa parte.

-----------------------------------------------------------
DOVE SI VOTA

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Si vota su tutto il territorio nazionale. I comuni interessati sono 8.101. Le sezioni elettorali dove si vota sono 60.798.
Gli elettori si recheranno a votare nella sezione nelle cui liste elettorali sono iscritti e che è indicata sulla facciata della tessera elettorale. Qualora, prima delle elezioni, il comune invii un tagliando di aggiornamento da applicare sulla tessera, gli elettori dovranno recarsi all'indirizzo che risulta dal tagliando.

-----------------------------------------------------------
QUANDO SI VOTA

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.

-----------------------------------------------------------
VOTO DOMICILIARE PER ELETTORI IN DIPENDENZA VITALE DA APPARECCHIATURE ELETTROMED

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Il decreto-legge 3 gennaio 2006 n. 1, convertito, con modificazioni, nella legge 27 gennaio 2006, n. 22, con una disposizione contenuta nell'articolo 1, ha introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento, la modalità di voto domiciliare.
Gli elettori affetti da gravi infermità, tali da impedire l'allontanamento dall'abitazione in cui dimorano, che si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, hanno la possibilità, su espressa richiesta, di essere ammessi al voto nella predetta dimora.
Gli interessati dovranno far pervenire non oltre il 15º giorno antecedente la data della votazione, al sindaco del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti, la seguente documentazione:
- una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso l'abitazione in cui dimorano, indicandone il completo indirizzo;
- copia della tessera elettorale;
- un certificato medico rilasciato dal funzionario medico, designato dai competenti organi della azienda sanitaria locale, "da cui risulti l'esistenza di un'infermità fisica che comporta la dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, tale da impedire all'elettore di recarsi al seggio"; il medesimo certificato potrà attestare altresì l'eventuale necessità di un accompagnatore per l'esercizio del voto.
Il sindaco, a conclusione della relativa istruttoria, rilascerà a ciascun elettore che sia stato ammesso al voto a domicilio un'attestazione dell'avvenuta inclusione negli appositi elenchi.
Il voto sarà raccolto, durante le ore in cui è aperta la votazione, dal presidente dell'ufficio elettorale di sezione nella cui circoscrizione è ricompresa la dimora espressamente indicata dall'elettore, con l'assistenza di uno degli scrutatori del seggio e del segretario.

La normativa sul voto domiciliare si applica alle seguenti consultazioni:
a) elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (esclusa la circoscrizione Estero, nel cui ambito il voto viene espresso per corrispondenza);
b) elezione dei membri del Parlamento Europeo spettanti all'Italia;
c) consultazioni referendarie disciplinate da normativa statale;
d) elezioni provinciali e comunali, solo nel caso in cui l'avente diritto al voto domiciliare dimori nell'ambito del territorio, rispettivamente del comune o della provincia per cui è elettore.
Possono avvalersi del voto domiciliare anche gli elettori che risiedono in un comune diverso da quello di iscrizione elettorale: in ogni caso la dichiarazione deve essere sempre presentata al sindaco del comune nelle cui liste elettorali si risulta iscritti.

-----------------------------------------------------------
LE NUOVE MODALITA' DI DESIGNAZIONE DEGLI SCRUTATORI

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Un'altra novità di rilievo è costituita dalla nuova disciplina (articolo 6 della legge n. 95/89, come sostituito dal comma 4 dell'articolo 9 della legge n. 270/2005, ulteriormente modificato dalla legge n. 22 del 2006), che ha modificato le modalità di designazione degli scrutatori tra gli elettori iscritti nell'albo per la costituzione degli uffici elettorali di sezione in occasione di ogni consultazione elettorale o referendaria disciplinata da legge statale.
La commissione elettorale comunale dovrà procedere infatti alla nomina e non più al sorteggio degli scrutatori. Il legislatore ha stabilito che la commissione debba effettuare tale nomina all'unanimità, prevedendo, ove l'unanimità non sia raggiunta, che ciascun membro della commissione stessa voti, con riferimento a ciascun ufficio elettorale di sezione, per un nome (prima era stabilito che si votasse per due nomi) e che siano proclamati eletti coloro che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e, a parità di voti, che sia proclamato eletto il più anziano di età.

-----------------------------------------------------------
AMMISSIONE AI SEGGI DEGLI OSSERVATORI OSCE

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Il D.L. n. 1 del 3/1/06 ha introdotto la nuova disciplina elettorale riguardante, oltre all'esercizio domiciliare del voto, anche l'ammissione ai seggi degli osservatori OSCE.
L'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) è una organizzazione di sicurezza paneuropea i cui 55 Stati partecipanti coprono l'area geografica da Vancouver a Vladivostok.
Quale accordo regionale ai sensi del capitolo VIII della carta delle Nazioni Unite, l'OSCE si è autodefinita strumento fondamentale nella sua regione per il preallarme, la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e la ricostruzione successiva ai conflitti in Europa.
L'attività dell'OSCE si esplica in tre settori fondamentali, eredi dei tre cesti della conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE):
1) la dimensione politico-militare, che affronta gli aspetti militari della sicurezza;
2) la dimensione economico ambientale, che affronta prevalentemente i temi dell'energia, dell'ambiente e dello sviluppo economico;
3) la dimensione umana, dedicata alle tematiche dello stato di diritto ed alla tutela dei diritti umani.
Si possono, al riguardo, segnalare le missioni di monitoraggio effettuate:

- nel 2005, Regno Unito (elezioni politiche);

- nel 2004, in Spagna (elezioni parlamentari), Stati Uniti (presidenziali), Federazione Russa (presidenziali);

- nel 2003, in Gran Bretagna (Scozia, Galles e Irlanda del Nord);

- nel 2002, in Francia (presidenziali), nella Repubblica Ceca (parlamentari), negli Stati Uniti (elezioni generali).

Lo specifico intervento normativo, di cui all'art. 3 dello schema di D.L. si è reso necessario poiché nel nostro ordinamento l'accesso ai seggi elettorali è consentito ai soli "elettori che presentino il certificato (tessera) d'iscrizione alla sezione rispettiva", con le sole eccezioni tassativamente indicate dalla legge fra le quali, ovviamente, non risulta la categoria degli osservatori elettorali internazionali.

-----------------------------------------------------------
Voto all'estero

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
Le procedure legate al voto degli italiani residenti all'estero


Gli elettori italiani residenti all´estero votano per corrispondenza per i candidati della circoscrizione Estero. Gli Uffici consolari spediscono, non oltre 18 giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:

il certificato elettorale
la scheda (se elettori della sola Camera) o le schede elettorali (se elettori della Camera e del Senato) e la relativa busta piccola, nonché una busta affrancata con l´indirizzo dell´Ufficio consolare competente
le liste dei candidati nella ripartizione geografica d'appartenenza (Europa, America meridionale, America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide)
un foglio con le modalità di voto e il testo della legge 459/2001
- L'elettore esprime il proprio voto sulla scheda o sulle schede elettorali

il voto si esprime tracciando un solo segno (ad esempio una croce o una barra) sul simbolo della lista prescelta o comunque all´interno del rettangolo che lo contiene
l´elettore può, inoltre, esprimere due voti di preferenza nelle ripartizioni geografiche alle quali sono assegnati due o più deputati o senatori (Europa, America Meridionale e America Settentrionale per la Camera; Europa e America Meridionale per il Senato) e un voto di preferenza nelle altre, scrivendo il nome del candidato nella riga posta accanto al simbolo della lista votata
il voto deve essere espresso con una penna di colore nero o blu, pena l´annullamento della scheda
L'elettore inoltre deve:

- introdurre la scheda o le schede nella relativa busta piccola e sigillarla
- introdurre la busta piccola nella busta affrancata, unitamente al tagliando staccato dal certificato elettorale comprovante l´esercizio del diritto di voto
- spedire il tutto entro dieci giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia al Consolato competente

Le regole
Gli elettori residenti all´estero che, entro 14 giorni dalla data delle votazioni in Italia, non abbiano ricevuto a casa il plico con tutta la documentazione elettorale, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio Consolato.

In alternativa, l´elettore residente all´estero può optare per l´esercizio del diritto di voto per i candidati che si presentano nelle circoscrizioni e Regioni del territorio nazionale rientrando in Italia e votando presso la sezione elettorale nelle cui liste elettorali è iscritto.
In tal caso l'elettore residente all´estero (cosìddetto optante) deve dare comunicazione scritta della sua opzione al consolato di residenza entro dieci giorni dalla data di indizione delle votazioni.
Non sono previste agevolazioni di viaggio per l´elettore che abbia optato per l´esercizio del diritto di voto in Italia, salvo quelle concesse all´interno del territorio nazionale.
Non possono votare per corrispondenza gli elettori italiani residenti in Stati con cui il Governo italiano non ha raggiunto le necessarie intese: questi dovranno ricevere l'apposita cartolina-avviso.

-----------------------------------------------------------
Casini: pensiamo di eleggere 7-15 senatori

>>Da: azzurralibertà
Messaggio 1 della discussione
"Quanti eletti pensiamo di portare in Senato? Dipende un po' dalla fortuna. Credo che ne avremo un po'. E un po' possono essere 15 come 7". Lo ha detto il candidato premier dell'Unione di Centro, Pier Ferdinando Casini, parlando a 'Repubblica Tv'. Il leader centrista non ha nessuna intenzione di fare la stampella a Veltroni o Berlusconi al Senato dopo il voto, ma se ci fosse l'ipotesi di "una grande coalizione virtuosa" per fare le riforme, "avremmo la responsabilità di esaminare questa situazione".

Ma che fuma Casini??

-----------------------------------------------------------
Pd: Soro, Abbiamo Raggiunto Pdl

>>Da: GORGON
Messaggio 2 della discussione
"I sondaggi resi noti oggi da Swg segnalano un dato che non sorprende affatto quanti partecipano alla campagna elettorale di Walter Veltroni nel cuore delle citta' italiane. Abbiamo gia' raggiunto il Partito delle Liberta' e il residuo vantaggio e' dato solo dall'alleanza con la Lega Nord. Nelle prossime settimane apparira' con evidenza quanto sia ormai consumata e sterile la vecchia proposta che Berlusconi rimastica da 15 anni e quanto l'Italia abbia bisogno di una nuova politica. Come ha scelto di fare Veltroni". Lo afferma Antonello Soro del Pd.

Soro non dovrebbe eccedere con il pur ottimo cannonau.
Soprattutto ora che si profila un lustro di superlavoro epatico.

-----------------------------------------------------------
Vendere un rene per uccidere il ministro israeliano

>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Articolo di Andrea Nicastro


Un rene in cambio della testa del ministro della Difesa israeliano. Anzi più di uno fino a raggiungere la discreta cifra di 400mila dollari. Un'associazione di studenti iraniani radicali ha messo l'offerta in tre lingue su Internet. Una taglia ciascuno sui «principali responsabili del genocidio del popolo palestinese a Gaza: il ministro sionista Ehud Barak, il capo del Mossad, Meir Dagan, e quello dei servizi segreti militari, Amos Yadlin». La morte degli ultimi due vale però un po' meno: 300mila dollari.
Gli studenti, o presunti tali, ci tengono a far sapere che la «taglia di Golia», come l'hanno chiamata, andrà direttamente al killer o, nel caso l'interessato optasse per un'azione suicida, alla sua famiglia. «Ci impegniamo a punire con la legge del taglione, nominata nei testi sacri di tutte le religioni monoteiste, i responsabili delle stragi di questi giorni a Gaza» hanno declamato gli studenti a Teheran.
Con tutti i servizi segreti, i gruppi paramilitari e i fanatici già impegnati da anni nell' impresa, l'iniziativa appare quanto meno velleitaria, ma rientra alla perfezione nell'ormai storico sforzo iraniano di assumere la guida del movimento islamista per la «liberazione di Gerusalemme» ed espandere la propria sfera d'influenza geo-politica. Un obiettivo per altro sempre più realistico, grazie alla popolarità del presidente Mahmud Ahmadinejad nel mondo arabo e, soprattutto, grazie alla crescita dei movimenti vassalli o simpatizzanti di Hezbollah (in Libano), Hamas (in Palestina), Al Sadr, Sciri e Dawa (in Iraq) e alla influenza in Siria, Yemen e Afghanistan.


-----------------------------------------------------------
Se il nemico dell'islam viene zittito in tribunale

>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Magdi Allam

Negli Stati Uniti l'hanno ribattezzata «Jihad by Court», ossia «la Guerra santa islamica tramite i Tribunali». Significa assediare e inondare il «nemico dell'islam» di denunce, richieste di rettifica a mezzo stampa, richieste di risarcimento danni, processi penali e civili, fino a costringerlo a capitolare, costringendolo a prendere atto che non gli è più possibile proseguire nell'azione di contrasto dell'estremismo e del terrorismo islamico perché è troppo oneroso il costo in termini di denaro necessario a pagare gli avvocati, di tempo da dedicare alla raccolta del materiale di documentazione, di tensione umana per il protrarsi di una vera e propria guerra legale, materiale e psicologica.
Ve lo spiego meglio raccontandovi alcuni particolari del mio ultimo fine settimana. Venerdì ricevo per posta nell'ordine: 1) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto di Rachid Kherigi al-Ghannouchi, con riferimento a quanto ho scritto sul suo conto nel mio libro «Viva Israele». 2) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto dell'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia), con riferimento al mio articolo pubblicato sul Corriere il 4 settembre 2007. 3) Richiesta risarcimento danni da parte dell'avv. Luca Bauccio per conto dell'Ucoii con riferimento a ben 9 miei articoli pubblicati sul Corriere dal 14 settembre 2007 al 25 febbraio 2008.


-----------------------------------------------------------
Intervista a David Grossman sul suo nuovo romanzo

>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Di: Alberto Stabile


« Un anno e mezzo fa, tre anni e mezzo dopo aver cominciato a scrivere il mio ultimo romanzo, la storia che stavo raccontando e la mia vita si sono incrociate nella maniera più dolorosa possibile». David Grossman parla in pubblico della sua nuova opera che uscirà in Israele fra due settimane. Inevitabilmente la tragedia del figlio Uri, ucciso alla fine della seconda guerra del Libano, quando ormai la tregua era stata decisa, riecheggia nel tessuto narrativo, irrompe dal subconscio dell´autore, diventa parte del processo creativo già in stato avanzato.
Il nuovo romanzo, dice Grossman alla platea del centro culturale Beit Shmuel, parla di una donna il cui figlio parte per una missione militare e lei scappa di casa per non tormentarsi nell´attesa di una ferale notizia che è certa di ricevere. In questo, la madre decide di diventare «una refusnik» della cattiva notizia nel tentativo di evitarla, di evitarne l´esistenza: se lei non è lì in attesa, sembra di capire, la notizia non ci sarà «e riuscirà a salvare il figlio».
La donna fugge in Galilea trascinando con sé un uomo che era stato il suo primo amore in gioventù, il primo e unico amore della sua vita, e per giorni e notti vagano da una parte all´altra del paese. Durante questo peregrinare la madre fa l´unica cosa che sa fare per difendere il suo unico figlio: parlare di lui. E così facendo vive la storia della vita del suo ragazzo.
«E´ un libro sull´opera creativa della famiglia - dice Grossman -, sull´essere genitori, sul matrimonio, sui rapporti fuori dal comune fra due fratelli, sull´amicizia, sull´amore di lunghi anni. Vi si parla dello sforzo quasi eroico di mantenere integro il tessuto delicato e intimo di una famiglia nel cuore della violenza, dell´orrore e dell´unicità della realtà israeliana».
Ce n´è abbastanza per intuire l´orizzonte amplissimo di questa nuova opera. Ma Grossman non s´è limitato a dare le prime anticipazioni del suo nuovo romanzo. Ha voluto accendere una luce sul processo interiore che presidia alla creazione di una nuova opera. Quello che spinge uno scrittore è la volontà di organizzare la realtà in una storia e, attraverso questo sforzo, di conoscere se stesso e gli altri. «Per me più tempo passa più cresce la volontà di identificarsi con l´altro, di mettersi nelle sue scarpe, di entrare non solo nella sua anima ma anche nel suo corpo».
E´ un rapporto di tenerezza materna quello che lega l´autore ai suoi personaggi. Scrivere un romanzo è come nascondere una grande famiglia in cantina in tempo di guerra. Bisogna scendere un paio di volte al giorno, portare loro da mangiare, raccontare le ultime notizie, quello che succede fuori, ed anche svuotare il vaso da notte. «Lo scrittore deve essere attento a tutte le esigenze dei suoi personaggi». E soprattutto deve fare in modo che, pur identificandosi con essi, vivano di vita propria, con una loro logica, capaci anche di sorprendere il loro stesso autore.
Ma cosa significa la scrittura letteraria in una terra di conflitto? Qui il discorso di Grossman acquista un tono inevitabilmente polemico. Dice l´autore di Vedi alla voce: Amore: come la dedizione dello scrittore è totale nei confronti dei suoi personaggi, così i politici devono dedicarsi ai loro popoli, ai loro Stati, perché sono responsabili delle trappole in cui hanno spinto la gente. In questo una grande responsabilità pesa anche sui media che usano le parole per cancellare le sfumature, per offrire una realtà

-----------------------------------------------------------
Livni: ''Israele fa di tutto per evitare vittime innocenti''

>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
“Spesso c’è una grande differenza fra l’immagine internazionale di Israele e quella che è la realtà effettiva”. Lo ha sottolineato il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, in visita negli Stati Uniti, rivolgendosi mercoledì ai parlamentari del Massachusetts.
Parlando delle recenti accuse rivolte a Israele per le operazioni anti-terrorismo nella striscia di Gaza, la Livni ha voluto ribadire che Israele fa di tutto per cercare di non causare vittime innocenti. “La morte di un bambino, israeliano o palestinese – ha detto – è sempre una perdita tragica e noi facciamo tutto ciò che possiamo per evitarla. Talvolta, tuttavia, nel fuoco della battaglia è inevitabile che accada. La guerra al terrorismo mette soldati e politici di fronte a dilemmi estremi, ma la nostra priorità rimane quella di proteggere i nostri cittadini. Governare su un’altra nazione – ha continuato il ministro degli esteri israeliano – non è nelle ambizioni né nella politica di Israele. La popolazione israeliana ha compreso da tempo che si devono fare compromessi per arrivare alla pace. Vogliamo che il popolo palestinese abbia uno stato vitale e prospero, ma bisogna capire che, come uno stato palestinese sicuro è nell’interesse di Israele, allo stesso modo uno stato di Israele sicuro è nell’interesse dei palestinesi. La pace è al cuore della tradizione ebraica e israeliana ed è al centro dei nostri obiettivi come paese. Vi posso garantire – ha aggiunto la Livni – che la pace è l’obiettivo prioritario del governo israeliano e mio personale in quanto ministro degli esteri. Noi siamo decisi a continuare la ricerca della pace con coloro sul versate palestinese che, come noi, hanno abbracciato la prospettiva due popoli-due stati”.
La Livni ha poi spronato la comunità internazionale ad esercitare maggiori pressioni sull’Iran, anche per mezzo di sanzioni economiche, per fermare il suo programma nucleare. “Dobbiamo aumentare oggi la pressione sulla leadership iraniana, se vogliamo evitare di trovarci di fronte a dilemmi molto difficili in futuro”, ha spiegato. E ha concluso: “Ci sono molti che vorrebbero vedere le fiamme divampare in Medio Oriente. Quando il regime iraniano nega la Shoà, promuove la distruzione di uno stato membro della comunità internazionale, sostiene il terrorismo e la violenza e intanto cerca di dotarsi di armi nucleari, allora va fermato”.


-----------------------------------------------------------
Vittime innocenti del terrorismo

>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Da: Jerusalem Post

Perdere una gamba è un trauma che Uri Bar-Lev, comandante del distretto sud della polizia israeliana, conosce bene. Quando aveva vent’anni, perse una gamba in un combattimento con i terroristi nel Libano meridionale. Di qui la promessa che Bar-Lev ha fatto martedì a Osher Twito, otto anni, che ha perso una gamba lo scorso 9 febbraio a causa di un missile Qassam palestinese caduto sulla città di Sderot. “Camminerai di nuovo e quando uscirai dall’ospedale giocheremo a calcio insieme”, ha detto Bar-Lev al piccolo ferito, nel corso della sua seconda visita al reparto di terapia intensiva del Centro Medico Sheba di Tel Hashomer.
Due giorni fa Osher Twito ha infine saputo d’aver perso una gamba e da allora sta faticosamente cercando di adattarsi alle conseguenze permanenti della mutilazione. “Avendo perso una gamba, so cosa sta attraversando – ha detto Bar-Lev uscendo dalla visita, sottolineando quanto la prova sia più dura nel caso di un bambino – Mi tengo in contatto con la famiglia, e continueremo ad offrire supporto ventiquattr’ore su ventiquattro. Sappiamo che Osher è tifoso del Liverpool e stiamo progettando di organizzargli un viaggio in Inghilterra dove potrà assistere a una partita”.


-----------------------------------------------------------
Israele, Hamas e il diritto internazionale

>>Da: Veronica
Messaggio 4 della discussione
Da: Jerusalem Post

La scorsa settimana, ai più alti livelli del governo israeliano si è avuto un dibattito intorno all’interrogativo se Israele abbia o meno il diritto di rispondere ai missili lanciati dalla striscia di Gaza aprendo il fuoco sulle rampe di lancio anche quando siano posizionate nel cuore di aree abitate da civili. Mentre ministri come Haim Ramon hanno sostenuto che Israele ha questo diritto, le autorità legali del paese avrebbero fatto presente che reazioni di quel genere potrebbero essere considerate illegali in base al diritto internazionale.
Si tratta di un dibattito che a più d’uno potrà sembrare quasi surreale. È del tutto evidente, infatti, che il diritto di autodifesa si svuota di significato se non può contemplare il diritto di rispondere al fuoco mirando al punto da dove partono i missili nemici puntati sulle abitazioni, sulle scuole, sulle strade delle città israeliane. D’altra parte, è anche vero che Israele è ben determinato – per ragioni pratiche, etiche e legali – ha ridurre al minimo le perdite civili palestinesi anche quando Hamas, al contrario, punta ad aumentarle il più possibile.
Come si può risolvere questo dilemma? Va dato atto al ministero degli esteri israeliano d’aver diffuso una chiara e concisa analisi su come il diritto internazionale tratti la questione di evitare vittime civili in tempo di guerra, e su come Israele si attenga a tali norme. È una lettura molto utile, cui dovrebbero dedicarsi soprattutto quei governi che spesso e volentieri rilasciano su questo tema dichiarazioni francamente sconcertanti.
Lo scorso 2 marzo, ad esempio, una dichiarazione della presidenza dell’Unione Europea sollecitava Israele ad “astenersi da ogni attività che possa mettere in pericolo i civili” in base al fatto che tali attività sarebbero “contrarie al diritto internazionale”.


-----------------------------------------------------------
Raid israeliano, ucciso il mandante della strage al collegio rabbinico

>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Le forze speciali irrompono a Betlemme e uccidono Mohammed Shehada e altri 3 miliziani

BETLEMME (CISGIORDANIA) - Ha pagato con la vita. In un raid delle forze israeliane effettuato a Betlemme sono stati uccisi 4 miliziani palestinesi.
Un momento dei funerali degli 8 giovani ebrei uccisi nella strage al collegio rabinico di Gerusalemme il 6 marzo scorso (Emblema)
Mohammed Shehada, una delle 4 vittime, era stato indicato come il mandante dell'attentato compiuto il 6 marzo scorso nel collegio rabbinico di Gerusalemme, costato la vita a otto giovani seminaristi ebrei. Anche se, ufficiosamente, il governo israeliano smentisce che Shehada, uno dei «most wanted» dello Stato ebraico, fosse ricercato in quanto «mente» dell'attentato del 6 marzo.

IL RAID - Nell'azione, compiuta da agenti sotto copertura, sono rimasti uccisi oltre a Shehada altri due miliziani della Jihad e un leader delle brigate dei martiri di Al-Aqsa, braccio armato di Fatah, partito del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas). In precedenza in un raid compiuto vicino a Tulkarem, era stato ucciso un altro miliziano della Jihad Islamica. Un'ondata di incursioni, questa volta in Cisgiordania, e accompagnate da decine di arresti, che rischiano di mettere a repentaglio la fragile tregua che oggi nella Striscia di Gaza è giunta al suo quarto giorno. La spettacolare azione di Betlemme è stata compiuta da una unità speciale dell'esercito sotto copertura, penetrata nella città cisgiordana a bordo di un taxi con targhe palestinesi. L'attacco è scattato vicino al campo profughi di Duheisha, nell'immediata periferia, quando il commando israeliano ha localizzato una vettura sulla quale viaggiavano Shehada, 43 anni, leader della Jihad islamica ricercato da otto anni per una serie di attentati compiuti in Israele, e poi Ahmad Balboul, 45 anni, comandante delle Brigate Al-Aqsa e altri due miliziani della «Jihad», Imad Kamel e Eissa Marzuk. Gli agenti israeliani hanno abbassato i finestrini del vecchio taxi e investito la vettura dei palestinesi con un diluvio di fuoco, uccidendoli prima che potessero tentare qualunque reazione. Nella loro auto sono poi stati trovati alcuni mitragliatori.

LA CACCIA - L'uccisione di Shehada è il frutto di un lungo lavoro di intelligence. La stessa sera dell'attentato le forze di sicurezza israeliane circondarono l'abitazione di Shehada a Betlemme, ma l'uomo (conosciuto come uno dei leader della Jihad Islamica e ricercato da molto tempo) riuscì fortunosamente a sottrarsi alla cattura. Shehada, ritenuto dai servizi segreti israeliani punto di riferimento in Cisgiordania del movimento libanese Hezbollah, aveva avuto frequenti contatti con Ala Hisham Abu Dheim, il palestinese rimasto ucciso durante l'attacco al collegio. Tuttora non è chiara la matrice dell'attentato al collegio rabbinico, apparentemente riconducibile ad un accordo fra Hezbollah e la leadership in esilio di Hamas.

LA PROTESTA DELLA JIHAD - Il leader della Jihad, Nafez Hassa, da Gaza ha immediatamente condannato il raid: «Questo nuovo crimine riflette la vera natura dell’occupazione. Continuano gli omicidi mentre si parla della possibilità di riportare la calma. Ma si sbagliano se pensano che calma voglia dire la resa dei palestinesi».

-----------------------------------------------------------
Al Qaeda esporta il terrore dall’Algeria alla Tunisia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Dimitri Buffa


Dopo le voci sono arrivate ieri le conferme, a mezzo di rivendicazioni apparse sul web: Al Qaeda nel Maghreb dice di avere trasferito in Algeria i due turisti austriaci rapiti a febbraio nel deserto della cosiddetta “Tunus amiqa”, la Tunisia profonda, ai confini proprio con lo stato in cui Wolfgang Ebner e Andrea Kloiber sarebbero stati portati. Nel suddetto comunicato diffuso sul Web e ripreso oggi dal giornale saudita ’al-Sharq al-Awsat’ i terroristi hanno diffuso alcuni particolari circa questa operazione avvenuta in territorio tunisino. “Una brigata dei mujaheddin è riuscita a infiltrarsi in territorio tunisino ed è riuscita a rapire due turisti austriaci lo scorso 22 febbraio”, si legge tra l’altro nella nota. I terroristi hanno anche fornito il numero dei passaporti dei due turisti e rassicurano sullo stato di salute di entrambi. Nella giornata di ieri i terroristi avevano annunciato il sequestro con una telefonata fatta da un portavoce dei terroristi, tale Salah Abu Muhammad, alla solita tv araba “embedded” con la jihad: “al-Jazeera”. Lo stato di salute dei due austriaci però potrebbe drammaticamente cambiare, fanno capire gli uomini di Al Qaeda nel Maghreb, che minacciano infatti le autorità austriache della possibilità di uccidere gli ostaggi.


-----------------------------------------------------------
Cina, aumentano il budget militare, la censura e la repressione

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Stefano Magni


“Giochi sicuri e liberi dal terrorismo”, questa è la promessa del governo di Pechino, alle prese con la frangia più radicale e religiosa del separatismo degli uiguri. Venerdì scorso, infatti, la Cina ha avuto il suo “United 93”, ma con un lieto fine invece dello schianto finale: l’equipaggio di un aereo della China Southern Airlines si è ribellato al sequestro di due terroristi e ha vinto. I due uomini, arrestati dopo l’atterraggio, stando alle fonti ufficiali cinesi, ieri hanno confessato di agire per conto dell’Itim, gruppo islamista del Turkestan, inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti. Questo episodio e, soprattutto, queste confessioni di ieri sono una manna dal cielo per Pechino. In primo luogo per poter definire “terrorismo” tutto il separatismo degli uiguri, un popolo annesso alla Cina e privato della propria libertà di religione. Secondo: per giustificare la repressione di ogni tendenza separatista interna alla Cina.


-----------------------------------------------------------
Alitalia: via libera alla trattativa con Air France

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

di Maria Laura Zuccheri


Via libera alla trattativa in esclusiva tra Alitalia e Air France-Klm. Dopo il Tar del Lazio, anche il Consiglio di Stato ha respinto con ordinanza la richiesta di Ap Holding (Air One) di sospendere gli atti con cui il Governo ha dato il proprio benestare all’iniziativa esprimendo il convincimento che sia stata garantita la piena concorrenza. Ma, forti di una posizione privilegiata, ora i francesi potrebbero rivedere le condizioni dell’offerta per Alitalia. Stando a quanto ha scritto il quotidiano economico francese “La Tribune” solitamente bene informato, l’offerta pubblica di scambio sulla quota del 49,9%, ora in mano allo Stato italiano, “potrebbe essere lanciata sulla base di un prezzo inferiore a quello inizialmente previsto di 35 centesimi per azione”. Ma non solo. “Anche il piano di ristrutturazione potrebbe essere più drastico del previsto”. “Dopo 8 settimane di esame approfondito dei conti, la situazione di Alitalia, per esempio il settore cargo, sarebbe peggiore del previsto mentre il prezzo del barile di greggio è più alto. Risultato: la riduzione dell’attività di lungo raggio potrebbe essere più dura. E anche la soppressione dei posti di lavoro. Inizialmente, erano previsti 1.700 licenziamenti. Altra incognita: le sorti di Alitalia Servizi che raggruppa le attività di manutenzione e servizi a terra. Inizialmente esclusa dal perimetro di vendita, questa attività è stata aggiunta al dossier”.


-----------------------------------------------------------
Scintille a sinistra, Boselli davanti a Veltroni

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Lucilla Bicocchi


Mentre si moltiplicano i commenti sulla vittoria di Zapatero, si accende la lite tra Partito democratico e Sinistra Arcobaleno sul successo del leader socialista spagnolo. Riflettori accesi per Enrico Boselli che dalla testa della top ten legge nella vittoria di Zapatero la prova del ruolo decisivo che possono avere le forze socialiste. Ma la polemica è dietro l’angolo e Boselli sembra sul piede di guerra. Il leader socialista, in 9 minuti di parlato tv, critica la frase di Bertinotti sull’assenza dei socialisti in Italia, ma a sua volta bacchetta Veltroni per essersi paragonato a Zapatero e non risparmia critiche sul poco spazio concesso al suo partito dall’informazione televisiva. Secondo gradino del podio per il leader del Pd. Veltroni parla delle elezioni spagnole soddisfatto di un vento nuovo che soffia dall’Europa agli Stati Uniti, mentre destra e sinistra estrema incontrano difficoltà perché propongono soluzioni troppo vecchie. Medaglia di bronzo invece a Nicola Latorre che, ospite negli studi del TgLa7, si augura che anche in Europa riprenda vigore la spinta verso la sinistra democratica e riformista.


-----------------------------------------------------------
Intervista a Giovanni De Santi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

Il nucleare potrebbe ripartire da Varese
di Roberto Sonzogni


Dopo il rilancio del nucleare fatto da Pier Ferdinando Casini e ripreso con forza da Silvio Berlusconi, il tema dell’ energia atomica è prepotentemente tornato nella campagna elettorale. Nei giorni scorsi, la Prealpina, quotidiano della provincia di Varese, ha lanciato una coraggiosa provocazione. L’articolo in prima pagina, firmato da Federico Bianchessi, proponeva “una coraggiosa autocandidatura a ospitare la prima nuova centrale nucleare italiana del dopo ”black out“, in cambio della moratoria di tre anni per l’hub di Malpensa: il tono provocatorio dell’articolo si è fatto serio quando a sostegno della tesi è stata tirata in causa Ispra e la precedente esperienza nucleare fatta con l’ex Euratom, ora CCR. Vista l’assenza di dibattito politico sulla questione abbiamo ritenuto interessante capire se effettivamente il connubio tra energia nucleare e il territorio della provincia di Varese potrebbe realisticamente rilanciare l’economia varesina. Abbiamo cercato di capirlo con l’aiuto del Dottor Giovanni de Santi, direttore dell’Istituto dell’Energia Centro Comune di Ricerca (CCR) di Ispra.

-----------------------------------------------------------
Bassolino tira la campagna a D’Alema

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Eustachio Voza


A liste chiuse, in Campania si profila uno scontro elettorale tra colossi: nella Regione dove maggiormente si conta sul malcontento dei cittadini per incamerare voti si confronteranno otto candidati premier ed esponenti tra i più rappresentativi dei diversi schieramenti. Nota la difficoltà del compito, D’Alema è il primo a scendere nell’agone politico ed indicare con chiarezza la direzione: “Nel 2006 il centrosinistra ha vinto le elezioni in Campania. Per noi questa resta una regione chiave e la battaglia sarà difficile perchè avremo addosso i riflettori nazionali e internazionali. Io ci metto la faccia perchè ci credo. Ma ognuno sarà chiamato a fare la propria parte perchè se il Pd perde la sconfitta sarà di tutti”. Come dire, è chiaro a tutti che Veltroni la ha voluto in questa difficile situazione, ma lo sia pure che non è facile rimediare alla catastrofe derivata dalla politica di Bassolino e della classe dirigente del centrosinistra campano, che perciò deve assumersi le sue responsabilità senza pensare di poterle lavare con una sconfitta elettorale da archiviare a nome di altri.


-----------------------------------------------------------
Intervista a Giuseppe Milillo: Sicurezza, bene primario

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione

di Gior. Dana.


Giuseppe Fausto Millillo, nato a Caloria (Na), colonnello dell’Arma dei Carabinieri, figlio del Generale Ignazio Milillo cui l’Italia tributa onore per l’arresto nel 1964 della primula rossa Luciano Liggio storico capo mafia corleonese. Un lungo curriculum costellato da decorazioni e encomi frutto di operazioni di contrasto all’illegalità da Nord e Sud dove il colonnello Milillo ha lasciato segno. Oggi lavora a Roma, a pochi metri dal Senato, dove potrebbe entrare sotto il simbolo del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo

Colonnello, appende la divisa al chiodo?
No: sono sempre stato e resto un servitore dello Stato ed i modi per servirlo sono diversi, non è stata una scelta facile quella di candidarmi

Cosa l’ha spinta a dire sì?
Anzitutto la necessità di rappresentare le forze armate e di polizia: uomini e donne che rischiano la vita per meno di 1500 euro al mese e che non hanno la necessaria attenzione di chi governa, poi le dirò che non ci si può sentire rappresentati da parlamentari come Caruso, D’Elia. Perché non mettere in campo chi questo paese lo difende da 30 anni?

Lei ha avuto tante offerte…perchè ha accettato la proposta di Raffaele Lombardo?
Guardi, non contiamo il numero di offerte, sono 10 anni che con un’associazione no profit porto avanti lo sviluppo sociale economico e sostenibile. Lombardo ha creato il Movimento per l’Autonomie che non solo da spazio a questi temi, ma riesce a movimentare la parte più bella e più sana della società civile.


-----------------------------------------------------------
Intervista a Souad Sbai: Perché mi candido con il Pdl

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Dimitri Buffa


Non è difficile fare parlare Souad Sbai sul perché della propria candidatura con il Partito delle libertà: “è semplice, sono gli unici politici che sono stati vicini agli immigrati per bene e agli islamici moderati, dagli altri solo parole”.

Non l’ha deluso la candidatura della Santanchè nella lista di Storace dove oltretutto ci sono anche quelli di Forza Nuova, non molto compatibili nelle loro posizioni contro gli islamici ma anche contro gli ebrei?
Come donna la sua è stata una scelta sicuramente sofferta ma anche coraggiosa. Ha rotto tutti gli schemi del suo partito. Dal lato politico la cosa cambia. Personalmente non do giudizi, resta una mia amica.

Che cosa farà per le donne islamiche in Italia una volta in Parlamento?
Continueranno le battaglie per le donne che non hanno voce. Quelle oppresse dalla violenza domestica o dal fanatismo, quelle che devono subire la poligamia di fatto e le botte dal marito. Se approderò in Parlamento avrò mezzi più potenti per dare voce a chi non ce l’ha.


-----------------------------------------------------------
Intervista a Giorgio Fidenato: Meno contributi più diritto d’impresa

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Elisa Borghi


A loro i contributi pubblici non interessano. In cima alla scala dei valori mettono la proprietà privata, e tra le cose che proprio non sopportano c’è il cibo “biologico”. Sono gli agricoltori di Futuragra, un’associazione trasversale (gli iscritti in genere hanno doppia tessera, sono anche membri di una delle principali associazioni di categoria nazionali: Coldiretti, Cia e Confagricoltura), che nasce per introdurre in Italia le biotecnologie avanzate e gli ogm, più libertà di impresa e libero mercato. E che si impegna a fare breccia nel tessuto politico italiano tramite una costante azione di lobbing. Il fondatore e segretario di Futuragra, nonché tesoriere del Movimento Libertario, Giorgio Fidenato, fa un ritratto degli associati, spiega che cosa chiedono al futuro premier e perché oggi si sentono davvero poco rappresentati.


-----------------------------------------------------------
Il contribuente è sempre suddito del fisco vorace

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Marco Bertoncini


Sarebbe un errore non considerare l’esemplarità negativa dell’ordinanza 41/’08 della Corte costituzionale sulle aree fabbricabili, con la quale si è salvata la norma che – per dirla in poche, scarsamente tecniche, ma facilmente comprensibili parole – che fissa il valore di tali aree indipendentemente dal fatto che esse siano, in concreto, realmente utilizzabili per scopo edificatorio. Esemplare l’ordinanza è per l’inopportunità di avere come relatore un giudice, Franco Gallo, che è correntemente ritenuto il “padre dell’Ici”, pur dovendosi trattare giustappunto di Ici. Non è la prima volta che il “padre dell’Ici” è relatore, alla Corte, proprio sull’Ici, e in genere le decisioni dei giudici sono state, come ora, contrarie ai ricorsi. Un caso? Esemplare l’ordinanza è pure sotto un altro aspetto. Quando è in discussione la finanza pubblica, la Corte procede cautamente: si pone il problema di cassa. Vale a dire che essa considera un elemento extragiuridico, fondamentale, certo, nella vita dello Stato e degli Enti pubblici in generale, ma da pretermettere in un giudizio di legittimità. Fatto sta che, quando si avverte odore d’intacco al sempre vorace erario, la Corte costituzionale procede con sospetta accuratezza.


-----------------------------------------------------------
Il caso Ciarrapico - Responsabilità politica

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Davide Giacalone


Ma sì, certo, Ciarrapico non è mica un pericolo per la democrazia. Ed è vero pure che ha trattato il lodo Mondadori favorendo gli interessi di Caracciolo e Scalfari. Così come è vero che è sempre stato un nemico delle leggi razziali ed un amico d’Israele. Ed è anche vero che quando se ne andava in giro dicendo che certi uomini della sinistra hanno “menti eccezionali” nessuno si scandalizzava. Ma, francamente, non vedo come tutto questo possa diminuire l’obbrobrio di candidare un fascista nelle liste di un partito che s’appresta a governare. Ciarrapico è sempre stato avversario della svolta di Fiuggi, con cui Fini ed il gruppo dirigente d’allora vollero chiudere con il passato e trasformarsi da nostalgici in protagonisti della democrazia. Da allora in poi si poteva e si può consentire o dissentire dalle cose che dicono, ma non si può rimproverare loro di essere i continuatori di una tradizione antidemocratica.


-----------------------------------------------------------
Il partito dei magistrati

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 7 della discussione
di Mauro Mellini E Alessio Di Carlo


Due vicende in luoghi lontani tra loro, relative a questioni che sembrano non aver il minimo punto di contatto e di affinità. Due conferme emblematiche dell’esistenza in Italia di una giustizia deviata in conseguenza soprattutto dell’esistenza di un “partito dei magistrati ” (o chiamatelo come vi pare, magari usando un termine venuto di moda per indicare proprio la degenerazione del sistema dei partiti: una casta). Gravina di Puglia (e Bari) e Caltanissetta (e Roma). La vicenda del ritrovamento dei poveri resti di Ciccio e Tore Pappalardi e delle furiose reazioni di fronte al fatto, oramai incontestabile, che i disgraziati bambini erano caduti vivi in quella cisterna per disgrazia. E la vicenda siculo-romana del Procuratore generale di Caltanissetta, Giuseppe Barcellona, che ha formulato una protesta scritta contro la mancata inclusione nelle liste per la Camera dei Deputati di Giuseppe Lumia, già presidente dell’Antimafia, protesta cui ha fatto seguito la pronta e compunta retromarcia di Veltroni con l’inclusione del raccomandatissimo personaggio tra i candidati del Pd addirittura come capolista.


-----------------------------------------------------------
Per le Riforme - I due passi indietro dello Stato

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Claudio Romiti


Personalmente sono molto scettico quando i politici promettono di risolvere qualunque problema del vivere. E lo sono ancor di più quando le soluzioni proposte al popolo vengono avanzate a costo zero o giù di lì. In realtà la situazione del nostro Paese è così seria e complicata che per migliorare decisamente il quadro sono necessari interventi coraggiosi. Per ridare slancio alla capacità produttiva dell’Italia occorrerebbe ridurre il peso della mano pubblica nei troppi settori occupati. Ciò consentirebbe un risparmio di risorse che la società spontaea potrebbe impiegare per ottenere una forte crescita. Dunque solo una politica di stampo liberale sarebbe in grado di realizzare quei famosi due passi indietro dello Stato che molti osservatori auspicano da tempo. Due passi indietro che dovrebbero significare meno competenze e meno ingerenze della politica nella società.


-----------------------------------------------------------
I candidati e la sagra dell’ipocrisia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Paolo Pillitteri


Diversamente da quelle di paese, ruspanti e allegre, quelle dell’ipocrisia sono torve e deprimenti. Stiamo parlando delle sagre o fiere che i moralisti un tanto al chilo rappresentano ogni qualvolta devono bersagliare l’avversario politico avendo poche frecce vere all’arco. Una di queste, usata nel caso Ciarrapico da sinistra e, incredibile a dirsi, da destra, è l’accusa sanguinosa di fascismo, benchè ultimamente sia in disuso per il revisionismo di molti postfascisti il cui leader Fini fa la spola fra Roma e Gerusalemme meditabondo sul “fascismo, male assoluto”. Ancorchè tardiva, la condanna del fascismo e delle sue immonde leggi razziali, è diventata un lasciapassare per il politically correct. Ma con giudizio, si vorrebbe dire, altrimenti la sagra dell’ipocrisia diventa grottesca. Come nel caso Ciarrapico, appunto, dove il lato più surreale l’hanno evidenziato non pochi della destra postafascista, i quali hanno nicchiato sopraccigliandosi e, soprattutto, moralisteggiandone l’opportunità ,come se loro fossero appena sbarcati da Marte e non c’entrassero nulla col Ciarra e con la sua storia. Lo stesso Fini, mettendosi in posa per il proprio monumento equestre, ha assunto, nella fattispecie, l’atteggiamento classico (e ipocrita) di quei leader di partito che parlano di valori come se ne avessero acquistato i diritti. Et sour tout, pas de zele, diceva quel Cardaline, altrimenti si finisce nella vignetta, invero geniale, del Giannnelli su “Corsera”.

-----------------------------------------------------------
Se il Parlamento diventa inutile

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Arturo Diaconale


Da un lato Walter Veltroni che presenta una lista ad imitazione del casting de “L’isola dei famosi”. Dall’altro Silvio Berlusconi che seleziona la propria classe dirigente con lo stesso criterio ispiratore dell’elenco degli invitati ad un ballo di Luigi XV. Le immagini si sprecano per disegnare il prossimo Parlamento dei designati e non degli eletti. Ma serve poco soffermarsi a denunciare un fenomeno che non è nuovo e che ha ha già suscitato grandi polemiche fin dal momento in cui il sistema proporzionale con le preferenze ha lasciato il posto al maggioritario. Chi ha dimenticato le critiche contro i “paracadutati” nei collegi uninominali del “Mattarellum” del ’94, del ’96 e del 2001? E come non ricordare che già alla vigilia delle elezioni del 2006 le proteste si sprecarono contro il proporzionale con le liste bloccate che spostava dagli elettori ai vertici dei partiti la facoltà di scegliere i componenti delle Aule Parlamentari? Ormai il meccanismo della cooptazione verticistica è noto in tutti i suoi dettagli. Ciò che invece appare ancora confuso ed incerto sono le conseguenze che possono scaturire da questa sostanziale innovazione del sistema politico. La prima è che la selezione della classe politica realizzata con il solo criterio della convenienza contingente, sia quella veltroniana dell’apparenza che quella berlusconiana della fedeltà o vicinanza amicale, è destinata a produrre un Parlamento ricco delle più variegate personalità ma politicamente squalificato. Si dirà, come sostiene il Cavaliere parlando praticamente a nome dei leader di tutti gli altri partiti, che un Parlamento di soggetti di particolare qualità non serve.


-----------------------------------------------------------
Telecom e l'Italia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Davide Giacalone

Telecom sembra condannata a rappresentare i deficit culturali, politici ed istituzionali d’Italia. Prima la si è privatizzata malissimo, poi se ne è consentita la scalata in violazione delle regole e per mano di protagonisti che andavano fermati e, invece, trovarono complicità nel governo, successivamente si permise la rivendita fuori Borsa e, nel mentre la gestione Tronchetti affondava nei propri errori, la si è ricattata politicamente. Una Waterloo del mercato, delle regole, della trasparenza e delle autorità di controllo. Ora, dopo avere piazzato le banche al posto della proprietà e fatto entrare gli spagnoli cui prima s’era impedito d’acquistare, si fa finta di credere che tutto il problema stia nella nuova dirigenza, incapace di dare una strategia a quella che fu una grande multinazionale. Non è, solo, così.
La strategia non c’è e non c’è un’idea razionale di futuro. E’ vero, ma la cosa riguarda l’intero Paese. Prendete i programmi elettorali delle forze maggiori e ci leggete il desiderio di diffondere la larga banda, vale a dire le linee che consentono la trasmissione veloce di dati. Cosa tanto giusta quanto generica ed insignificante. Il fatto è che in Europa ci si lamenta perché la fetta di mercato occupata dagli ex monopolisti è ancora troppo grande, ma da noi lo è assai di più. Ci fu un tempo in cui eravamo leader nella penetrazione della telefonia cellulare, adesso ci manca poco e non avremo più un solo operatore italiano. Il che non m’inquieta certo per nazionalismo economico, ma segnala che abbiamo perso la partita nel resto del mondo, e ci apprestiamo a perderla in casa. Il tutto mentre la distinzione fra fornitori di rete e fornitori di contenuti resta un fatto teorico, del tutto sconosciuto nel settore televisivo, caratterizzando il mercato interno come arretrato.
I gruppi che si sono succeduti in Telecom si sono arricchiti a danno della società, distruggendola progressivamente. L’unica strategia che si trasmettevano era la perpetuazione del monopolio possibile, in qualche caso mutandolo in oligopolio. Oggi, nel mentre le azioni precipitano, che diavolo di nuova strategia si vuole se l’estero non c’è quasi più (non parliamo del Brasile!) e l’Italia non ha politica industriale? Forse si chiedeva un gioco di prestigio, ma il cilindro s’è sfondato.


-----------------------------------------------------------
Programma del PdL: tutta la verità sui costi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione

di Giulio Tremonti

Il Sole 24 Ore di domenica scorsa ha analizzato, punto per punto, i programmi elettorali dei due maggiori schieramenti politici. Secondo il quotidiano della Confindustria il Popolo della Libertà fa promesse da 72-87 miliardi, il Partito Democratico varia tra 19 e 28. Ti proponiamo l’analisi con la quale il nostro Giulio Tremonti, vicepresidente di Fi, ha risposto dal sito di Forza Italia.


Primo errore.
L’articolo ignora la differenza di base che c’è tra i due programmi. Infatti:
a) il programma di Veltroni, scritto sul presupposto non impegnativo della sua probabile sconfitta, contiene promesse formulate in senso assoluto;
b) il programma di Berlusconi assume l’ipotesi della vittoria e perciò è scritto in termini responsabili. In specie, a differenza dell’altro, quello di Berlusconi è un programma formulato in base alla clausola di fattibilità-sostenibilità di cui alla missione n. 7 del programma stesso.

Secondo errore.
Nell’analisi non c’è par-condicio. Infatti:
a) il programma di Veltroni è quantificato in termini di anno;
b) il programma di Berlusconi è quantificato in termini di tutto e subito.

Questa asimmetria è evidentissima per esempio nel calcolo di costo della riduzione delle imposte. Ad esempio:
aa) la riduzione Irpef di Veltroni è calcolata dal Sole 24 Ore solo per 6-7/6-8 miliardi di euro.
Peccato che sullo stesso giornale del 17 febbraio sia stata calcolata (correttamente) per 20 miliardi!
bb) all’opposto la nostra riduzione Irap non solo è stata calcolata subito per l’intero, ma il calcolo è stato fatto ignorando la clausola di riduzione solo graduale e progressiva, che pure è chiaramente presente nel programma stesso.

-----------------------------------------------------------
Pakistan: il nuovo governo sfida Musharraf

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione

di Emanuele Scimia

In un clima contrassegnato ancora dall’emergenza sicurezza (ieri in un attentato dinamitardo a Lahore sono state uccise oltre 20 persone), domenica scorsa Asif Ali Zardari e Nawaz Sharif, leader rispettivamente del Pakistan People’s Party (Ppp) e del Pakistan’s Muslim League-Nawaz (Pml-N), usciti vincitori dalle elezioni politiche in Pakistan del 18 febbraio, hanno raggiunto un accordo di massima per formare un governo di coalizione. Un assenso di massima a farne parte è stato dato anche dal partito nazionalista pashtun Awami National Party (Anp) e dalla Jamaiat-e-Ulema-e-Islam (prima forza islamista del Paese, uscita ridimensionata dalle urne).


L’ingresso di questi due piccoli partiti nella coalizione tra Ppp e Pml-N sarebbe di grande importanza, perché permetterebbe di controllare i 2/3 dei voti della Camera Bassa dell’Assemblea Nazionale, necessari per avviare un eventuale procedimento di impeachment nei confronti del presidente Pervez Musharraf. Rimane difficile capire come possano far parte di una stessa coalizione quando a livello locale, nella North-Western Frontier Province, sono acerrimi rivali.


-----------------------------------------------------------
Uribe ha rimesso in piedi la Colombia

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione

di Roberto Santoro

Intervistato a Tv7 il ministro degli Eesteri Massimo D’Alema ha detto che l’accordo chiuso tra l’Eni e il governo venezuelano “aumenta le nostre risorse petrolifere del 15%”. Neppure un commento sul presidente Hugo Chavez che minaccia di invadere la Colombia dopo averla definita “l’Israele dell’America Latina”. Gli affari sono affari.


La Colombia è dilaniata da una guerra civile che dura da quarant’anni e ha fatto più di centomila morti. Dal 2002 il presidente Alvaro Uribe combatte i narcoguerriglieri delle FARC grazie ai finanziamenti del Plan Colombia, la guerra totale alla droga dichiarata da Clinton e proseguita da Bush. Uribe è stato in grado di sradicare vaste aree del paese convertite alla coltivazione della coca e almeno 35.000 guerriglieri hanno abbandonato le armi, sono stati arrestati o uccisi. Il rafforzamento militare della Colombia ha modificato l’equilibrio geopolitico dell’area andina e dei Grandi Caraibi generando una serie di frizioni diplomatiche tra il governo di Bogotà, l’Ecuador, il Perù e il Venezuela di Chavez.
Dicono che quella americana sia una diplomazia da cow-boy. In realtà Washington sta portando avanti una dinamica politica di cooperazione con la Colombia. Il presidente Bush preme sul Congresso perché sia ratificato l’Accordo di libero scambio tra gli Usa e la Colombia, dopo quello stretto con il Perù, un altro degli avversari storici di Uribe passato a più miti consigli. L’accordo potrebbe favorire non solo l’economia colombiana ma anche l’industria manifatturiera e le esportazioni agricole degli Stati Uniti. Come ha scritto Roger Noriega sul Miami Herald, gli Stati Uniti dovrebbero continuare ad aiutare la Colombia per trasformarla in un alleato forte e fedele che sia in grado di opporsi all’asse chavista. L’accordo di libero scambio con gli Usa non è scontato. Il Partito Democratico americano controlla il Congresso e prima di fare affari con Bogotà pretende che siano rispettati i diritti umani e le condizioni di lavoro del popolo colombiano.


-----------------------------------------------------------
Afghanistan: attentato Kabul

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Nell'attentato suicida compiuto con un'autobomba stamattina sulla strada principale che porta all'aeroporto di Kabul, sei civili sono stati uccisi e circa venti altre persone sono state ferite.

Tra i feriti, la maggior parte civili, ci sono anche quattro soldati americani, nessuno dei quali è in gravi condizioni.


I militari statunitensi viaggiavano su un convoglio composto di un Suv e un camion. La maggior parte dei veicoli americani sono blindati, ha precisato il portavoce delle forze americane, tenente colonnello David Johnson.


Dopo l'attentato, l'auto usata dal kamikaze, una Toyota Corolla, il mezzo preferito dai kamikaze, è stata avvolta dalle fiamme e è stata completamente distrutta. Diversi altri veicoli sono rimasti danneggiati dall'esplosione. Militari americani e contrattisti delle forze internazionali di sicurezza hanno circondato il luogo dell'esplosione.


-----------------------------------------------------------
Darfur: "Missione può durare 10 anni"

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

La missione di pace nella regione sudanese del Darfur potrebbe durare 10 anni, a sostenerlo è il comandante della forza di pace congiunta Onu-Unione africana (Unamid).

Il generale Martin Luther Agwai, intervistato dalla Bbc, sottolinea come le tensioni tra Ciad e Sudan rendano più difficile la risoluzione del conflitto.

La durata e il successo della missione "dipenderanno dalla buona volontà sia interna, da parte del Sudan, che esterna, da parte della comunità internazionale". Nelle ultime settimane, il governo di Khartoum ha lanciato una nuova offensiva contro i ribelli nel Darfur Occidentale, al confine con il Ciad, con bombardamenti aerei e incursioni di terra che hanno causato oltre 100 morti e migliaia di nuovi sfollati. "Se la situazione nella zona occidentale si stabilizza, si può trovare una soluzione all'interno del Darfur. In caso contrario, bisognerà invece ricercare una soluzione regionale che comporterà una maggiore durata della missione".

La missione di pace prevede l'invio di 26.000 peacekeeper nella regione, mentre al momento se ne contano solo 9.000. Secondo il generale Agwai, il pieno dispiegamento della forza di pace si avrà solo alla fine dell'anno, se non all'inizio del 2009.

-----------------------------------------------------------
Peres inaugura oggi il salone del libro di Parigi

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Si apre oggi a Parigi il Salone del Libro. Ospite d'onore per l'edizione 2008 è lo Stato di Israele, e per questo saranno assenti numerosi Paesi arabi e musulmani che hanno deciso di boicottare la manifestazione in segno di protesta.

Lo riporta Le Figaro.


All'inaugurazione di oggi pomeriggio ci sarà anche il presidente israeliano Shimon Peres, impegnato in questi giorni una visita ufficiale in Francia. Al Salone, che si tiene al Parco delle esposizioni della porta di Versailles, partecipano una quarantina di scrittori israeliani tra cui David Grossman, Amos Oz e Avraham Yehoushua.


Commentando la scelta dei Paesi arabi di boicottare l'edizione 2008 di questa fiera libraria, il presidente Peres ha affermato: "Questa è una scelta stupida, io sono contro gli autodafè, sono contro il boicottaggio dei libri". Anche le autorità francesi hanno deplorato questa decisione. Anche la Fiera del Libro di Torino, in programma a maggio, ha invitato Israele come ospite d'onore, ed anche la manifestazione torinese sarà boicottata dai numerosi paesi musulmani.


-----------------------------------------------------------
Serbia: elezioni legislative l'11 maggio

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Il presidente serbo, Boris Tadic, ha sciolto il parlamento e indetto le elezioni legislative anticipate per il prossimo 11 maggio.


Lo riferisce l'agenzia Tanjug. L'atto formale del capo di Stato segna un punto di non ritorno nella crisi di governo, che si è spaccato sull'indipendenza del Kosovo, in particolare su come portare avanti i rapporti con l'Ue dopo la secessione della provincia, già riconosciuta da molti stati europei.


-----------------------------------------------------------
Iran: domani elettori alle urne

>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione

Sarà la situazione economica a orientare domani il voto degli elettori iraniani, chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento.

I pronostici della vigilia danno per certa la vittoria dei politici 'principalists', ossia gli ultraconservatori che vogliono aiutare i poveri e rafforzare il ruolo dell'islam nella società, nel rispetto dei dettami della rivoluzione del 1979, ma che non risparmiano critiche, anche dure, alla gestione economica del Presidente Mahmoud Ahmadinejad.


"Quattro anni fa questi politici si presentarono nella stessa lista per il Parlamento, ma l'aumento dell'inflazione, l'alto tasso di disoccupazione e lo stile di governo di Ahmadinejad hanno creato delle divisione al suo interno", dice al Washington Post il candidato Nader Talebzadeh, un sostenitore del Presidente. Secondo gli analisti politici, il prossimo parlamento sarà quindi dominato da due gruppi contrapposti: la maggioranza sarà rappresentata dai critici della politica economica di Ahmadinejad, guidati da politici come l'ex negoziatore per il nucleare, Ali Larijani, e dall'attuale sindaco di Teheran, Mohammad Baqer Qalibaf, più pragmatici e meno isolazionisti del Presidente; la minoranza sarà invece composta dai fedelissimi di Ahmadinejad, decisi a vincere il confronto con l'Occidente a ogni costo e a difendere le sue politiche economiche.


"Il nuovo parlamento approverà la politica nucleare iraniana, discuterà la politica estera del paese, ma sfiderà il Presidente in campo economico - ha aggiunto Talebzadeh - i nuovi parlamentari criticheranno il presidente sull'economia, ma non cercheranno di distruggere Ahmadinejad. Le critiche fanno bene in una democrazia come la nostra". Diffuso il malcontento anche nell'opinione pubblica sulla situazione economica del paese, soprattutto nelle grandi città. "Voglio i soldi per mandare avanti la mia famiglia, ma loro danno le nostre ricchezze all'Iraq e alla Palestina - afferma Ahmad, un operaio - dovrebbero smetterla. Quale candidato è d'accordo con me? Lo voto".


-----------------------------------------------------------
Gianni Baget Bozzo: Le mille correnti della Dc bonsai

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Nei suoi tempi gloriosi la Dc era sostenuta dalla disciplina ecclesiastica che imponeva l’unità dei cattolici nel voto. Questa sicurezza e il clima che creava la comune appartenenza cattolica rendeva possibile la divisione in correnti, sicché essere divisi era il modo democristiano di vivere uniti. La Dc fu un capolavoro politico che le consentì di mantenere a lungo il governo dell’Italia. Dietro le correnti e la loro divisione vi era la spartizione dei poteri pubblici, dei ministeri, ciascuno assegnato a una corrente.
Abbiamo oggi una mini Dc che, come quella storica, è alternativa alla destra e alla sinistra: essa aspira a essere non più il cuore del potere ma l'ago della bilancia delle maggioranze.
La mini Dc è nata a caso, dalla improvvisa decisione di Berlusconi di non ammettere Casini nel Popolo della libertà se non con l’inserzione diretta. Casini fu costretto a una scelta autonoma: e così nacque il centro. Pierferdinando non era il solo, era già nato qualcos’altro. La gestione manageriale che Casini faceva della sigla aveva da tempo creato la scissione. E avevano cominciato Bruno Tabacci e Mario Baccini organizzando il manifesto di Subiaco: già il nome voleva dire identità cattolica contro lo stile di padre padrone di Casini, che traeva la sua forza da essere l’alleato scelto di Berlusconi tra i postdemocristiani. Nel contempo il manifesto di Subiaco aveva assunto un altro nome e si era reso autonomo dall’Udc. Il nome era significativo, la Rosa bianca, il simbolo dei giovani cattolici di Monaco che si immolarono distribuendo manifesti antinazisti, nel ’42, nel tempo delle SS. Il nome è un po’ pomposo per Baccini e Tabacci, ma esso indicava una linea antifascista, evidentemente diretta contro l’alleanza di Casini con Berlusconi e Fini. Tutto è precipitato con Casini licenziato, Casini è rimasto candidato a presidente del Consiglio ma il partito cambia nome e segretario, diviene Unione di centro. C’è dunque già nell’Unione di centro una destra, Casini, un centro, Pezzotta, e una sinistra, Tabacci. Dove collocare Baccini è più difficile, perché la sua storia viene dalla corrente di Sbardella che costituì, fisicamente e culturalmente, la corrente che più si poteva chiamare di destra nella Dc. Ancora una volta appaiono le correnti nell’atto di fondazione; le differenze sono vistose, l’unità debole, collocata sulla definizione di essere cattolici in politica. L’Unione di centro è come la vecchia Dc senza disciplina ecclesiastica e senza la potenza del potere, una nanoDc, già divisa in correnti dalle storie dei suoi componenti.


-----------------------------------------------------------
Gian Battista Bozzo: Bancarotta di governo

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Sarebbe fin troppo facile dire: ecco l’eredità del governo Prodi, una crescita dell’economia poco superiore allo zero nel 2008! Sappiamo che, in parte, il forte rallentamento economico deriva da condizioni internazionali molto negative. La crisi americana colpisce dappertutto, le Borse arrancano, il super-euro indebolisce le esportazioni, il petrolio a 110 dollari al barile colpisce duramente i Paesi consumatori come il nostro.
Tutto vero, però... Però altri Paesi europei avranno quest’anno tassi di crescita ben superiori al misero 0,6% italiano: la Germania crescerà dell’1,6%, l’Olanda del 2,9%, la Polonia del 5,3%. La media dell’area euro (ultimissimi dati della Commissione di Bruxelles) è pari all’1,8%. L’Italia è il «fanalino di coda» d’Europa. Dunque, un terzo di responsabilità è internazionale, ma due terzi sono da attribuire alla politica economica di chi ha governato finora. Non solo. Il trio Prodi-Tps-Visco ci lascia anche un rapporto deficit-pil in aumento dall’1,9% del 2007 a un assai meno rassicurante 2,4%. Crescita poco oltre lo zero, deficit in forte aumento, inflazione fra il 2,6 e il 2,7%: alla faccia del «risanamento strutturale» rivendicato dal ministro dell’Economia. Tanto bravo, il ministro, da non aver trovato neppure un posticino nelle liste elettorali del Partito democratico.
Una parola, adesso, sul «tesoretto». Anzi, sui «tesoretti». Nel biennio 2006-2007 il fisco ha incassato - dice la Relazione sui conti - oltre 20 miliardi di euro derivanti da interventi anti-evasione e da un miglioramento spontaneo del comportamento dei contribuenti. È ovviamente una battuta da bar. Tutti sanno che le tasse sono aumentate, le dirette, le indirette, quelle locali: nel solo 2007 sono stati incassati 27 miliardi di maggiori entrate fiscali, oltre le previsioni. Questi miliardi sono stati utilizzati (leggi: buttati) per interventi a pioggia, elemosine natalizie, aumenti retributivi nel settore pubblico, investimenti dagli esiti a dir poco incerti. Non un euro è andato al risanamento dei conti (negli stessi anni la Germania, coi suoi tesoretti, ha azzerato il deficit di bilancio). Adesso scopriamo che il tesoretto 2008 probabilmente non c’è, e il disavanzo cresce. Neppure Vincenzo Visco, viceministro delle Finanze, ha trovato posto nelle liste del Pd: una ragione ci sarà.


-----------------------------------------------------------
Mario Giordano: DIETRO LA LAVAGNA

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Aiuto, mi si è dimezzato il Pil. È successo d’improvviso: Padoa-Schioppa si stava phonando il ciuffo bianco e zac, gli arrivano questi dati che sono come uno spinterogeno sugli zebedei: un male cane. Così scopriamo che la ricchezza del Paese non cresce più dell’1,5 per cento, come si pensava fino a ieri, ma dello 0,6-0,8 per cento. Oplà, stime dimezzate in un batter d’occhio. Il dubbio è: ci avranno fregato? Del resto si sa che in questo governo non ci sono molti uomini nobili: solo alcuni baroni, e i conti, che per altro non tornano mai.
Ora la domanda che viene da farsi è: com’è possibile? No, dico: com’è possibile perdersi per strada quasi un punto di Pil su uno e mezzo in pochi mesi? Non saremo mai stati alla Bce, ma basta essere stati un paio di volte al mercato rionale per cavarsela meglio con i conti. Non le pare, professor Schioppa? Per altro la Confindustria ritiene che anche le previsioni dello 0,6-0,8 per cento siano sbagliate: in realtà ci staremmo avvicinando alla crescita zero (zero tondo, nulla di nulla). E inoltre, per ammissione anche le stime dell’occupazione vanno dimezzate: pure quelle erano clamorosamente sbagliate. Ottimo, no? Ma qualcosa l’avranno azzeccato questi superesperti negli ultimi mesi? Anche per sbaglio? Che ne so: le puntate al Bingo? Il Superenalotto? La tombolata di famiglia?


-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Rignano in Parlamento

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

A Gravina, in definitiva, un padre è stato accusato di aver ammazzato i figli e una volta in galera ha dovuto apprendere la fine orrenda che avevano fatto. L’accusa a Filippo Pappalardi ora non esiste più: ed è un peccato che nessuno abbia fatto in tempo a candidarlo. Non dite che è una battuta, perché c’è quel genio di Antonio Di Pietro che intanto ha pensato di candidare una delle protagoniste dello scandalo pedofilo di Rignano Flaminio, la cittadina laziale che ci ha fatto vorticare nel delirio mediatico per mesi.
Paralleli? Quanti ne volete. Anche lì un gruppo di maestre incarcerate ha dovuto subire un linciaggio terribile tra facilonerie investigative, intercettazioni, fiaccolate, comitati e psicologi da talk show; anche lì gli indagati sono stati scarcerati perché financo la Cassazione ha spiegato che non c’erano indizi; e anche lì, come a Gravina, tutto si è giocato senza che neppure fosse iniziato un processo.
La differenza abissale è che Di Pietro non ha candidato una maestra di Rignano Flaminio, ha candidato una delle madri, un’arroventata accusatrice già animatrice di comitati, neo esperta di pedofilia, ovviamente impazzita per la tv. Le indagini di Luigi De Magistris non hanno portato a nulla, e Di Pietro, invano, ha cercato di candidarlo. Ora ripiega dove può.

-----------------------------------------------------------
La voce di una ragazza fa infuriare i talebani: immorale

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Lima Sahar, 18 anni, è la prima donna finalista del San Remo locale. Per farla vedere in tv la compagnia elettrica costretta a portare la luce ovunque e l'intero Paese si paralizza
Non sarà una bellezza da togliere il respiro, e per di più canta piagnucolosi sonetti stile anni cinquanta, ma Lima Sahar è ormai diventata il sogno degli uomini afghani. Il programma televisivo che le ha dato il successo, e dieci milioni di telespettatori, si chiama Afghan star. È un concorso canoro moderno, sullo stile di Mtv, che ha dato una scossa al medievale Afghanistan, una Sanremo per volti nuovi. Domani sera è in programma la finale: in gara due uomini ed una donna, la giovane Lima, che sul sito del programma sostiene di avere 18 anni. Forse ne ha qualcuno di più, dato che in Afghanistan non esiste l’anagrafe e pochi sanno la loro data certa di nascita. Però ha coraggio da vendere, tenendo conto che vive sotto scorta a causa delle minacce di morte degli estremisti islamici. Per i talebani e i loro amici una donna, seppure con un velo che le copre il capo, non deve comparire in tv, tantomeno cantare. L’oltraggio ai barbuti islamisti è doppio, tenendo conto che Lima è pasthun, il serbatoio etnico dei talebani.
Afghan star è un programma di Tolo tv, il canale privato fondato dai fratelli Mohseni fuggiti in Australia e Inghilterra durante l’invasione sovietica, dove hanno fatto i soldi, per poi tornare in patria dopo il crollo del regime talebano. Religiosi e tradizionalisti si strappano il turbante appellandosi al presidente afghano, Hamid Karzai, per censurare la televisione troppo moderna. Il consiglio degli ulema, i religiosi islamici, odia l’emittente. Secondo gli ulema «Afghan star incoraggia l’immoralità e viola la Sharia», la dura legge del Corano. Milioni di afghani non la pensano così e ogni venerdì sera si incollano allo schermo per seguire il concorso canoro alla sua terza edizione. Il fenomeno è proprio Lima, prima donna ad arrivare in finale, che ha attirato con la sua storia e i suoi atteggiamenti, l’adorazione divistica dei telespettatori. Nella conferenza stampa per la finale, assediata dai cacciatori di autografi ha esordito promettendo che se vincerà e diventerà ricca donerà i soldi ai poveri.


-----------------------------------------------------------
Ipotesi Romney per McCain

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Spunta l’ipotesi Mitt Romney come candidato alla vicepresidenza con John McCain. Al momento è solo una voce, ma lo stesso candidato repubblicano alla Casa Bianca ne ha parlato, seppure limitandosi a una battuta. Alla domanda su cosa pensasse delle dichiarazioni rilasciate in un’intervista dall’ex governatore del Massachusetts, che ha fatto intendere un interesse per l’incarico, McCain ha risposto: «Ho avuto quella impressione guardando l’intervista». Romney, schieratosi con McCain dopo il ritiro dalla corsa alla presidenza, aveva detto: «Ogni repubblicano sarebbe onorato se gli venisse offerto una candidatura alla vicepresidenza, a cominciare da me».

-----------------------------------------------------------
Usa, razzismo nelle urne. Tra i democratici è rissa

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

La Ferraro, vicina a Hillary: "Se Obama fosse bianco non sarebbe candidato alla Casa Bianca". Poi lascia lo staff
Doveva succedere: bianco-nero, il razzismo, la segregazione. La minoranza afroamericana e la maggioranza bianca. Doveva succedere con Hillary e Obama che si scannano ogni giorno: la questione razziale entra di colpo nella campagna elettorale delle primarie. Esplode nel momento in cui uno degli stati più neri d’America sceglie Barack perché la comunità black si compatta attorno al suo eroe. E non si sa se sia stata una gaffe o una scelta precisa per togliere lo sguardo scandalo di Eliot Spitzer che tocca per la tangente anche il clan Clinton. Si sa che alla fine la storia è deragliata. Hillary perde un altro pezzo della suo staff: si dimette Geraldine Ferraro, amica e consulente dell’ex first lady, nonché ex candidata alla vicepresidenza con Walter Mondale. Lascia perché ha parlato: «Se Obama non fosse nero, non sarebbe qui». Qui significa vicino alla nomination, cioè davanti a Hillary. La Ferraro era a capo della macchina di raccolta fondi della Clinton. Non lo è più perché quella frase ha scatenato l’ultima guerra interna al partito democratico e l’ha fatta crollare. Geraldine sapeva che sarebbe scoppiato il caos che è scoppiato. Perché gli afroamericani sono spiritosi zero sull’argomento: sentono il peso della differenza che c’è nonostante la segregazione sia finita da quarant’anni. C’è un solo nero in Senato, su cento membri. Ce ne sono stati appena cinque nella storia. C’è una manciata di governatori di colore e un’altra di congressmen. C’è un mondo che ruota attorno al sentimento di rivincita che monta nell’ambiente nero che s’è sempre sentito inadeguato a comandare.


-----------------------------------------------------------
Comincia l’avventura di Rahul l’«italiano» erede dei Gandhi

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

A 38 anni, dopo una gavetta in provincia, guiderà il partito del Congresso
da New Delhi

A chi gli chiede se parla italiano, Rahul Gandhi risponde con un sorriso innocente da ragazzo che non ha studiato la lezione e non vuole essere interrogato. Eppure qualche parola la dovrà pur sapere se vuole comunicare con la nonna Paola Maino, che dalla piemontese Orbassano viene ogni anno a svernare a New Delhi a casa della figlia Sonia. Da quando ha messo la testa a posto e ha indossato i panni di parlamentare, il «ranocchio» Rahul si è trasformato nel principe azzurro della politica indiana. O meglio nell’erede al trono della dinastia dei Nehru-Gandhi, i «Kennedy» in salsa curry che hanno ereditato l’India dai colonialisti britannici e che ora vogliono trasformarla in una potenza economica mondiale.
Con un bisnonno come Jawaharlal Nehru, una nonna e un padre come premier e una madre definita «una delle donne più potenti del mondo», è difficile intravedere altri sbocchi professionali per l’italo-indiano Rahul che a giugno compirà 38 anni, ma che da solo quattro è a tempo pieno in politica al servizio del Congresso, lo storico partito della famiglia, dove guida da pochi mesi l’ala giovanile. In questi anni, su suggerimento di Sonia, ha fatto una dura gavetta nel suo collegio elettorale di Amethi, il feudo elettorale della dinastia che ha adottato questo povero villaggio dell’Uttar Pradesh, il mega Stato di 160 milioni di abitanti. Nonostante il suo impegno a favore degli strati sociali più deboli, durante le ultime elezioni regionali il Congresso ha ottenuto solo un magro 8,5%, mentre a trionfare è stata la signora Mayawati, la leader degli «intoccabili». Per il giovane Gandhi è stata una doccia fredda che lo ha costretto a una sorta di esame di coscienza sulla sua strategia elettorale.


-----------------------------------------------------------
Attacco con razzi a Nassirya Morti 3 soldati Usa

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Tre soldati americani sono rimasti uccisi ieri in un attacco con razzi contro una base delle forze Usa vicino a Nassirya, il centro situato 350 chilometri a sud di Bagdad, tristemente noto per l’attentato ai soldati italiani. L’attacco peggiora ulteriormente il già preoccupante bilancio di vittime degli ultimi giorni. Lunedì otto soldati americani erano rimasti uccisi in sole 24 ore. Cinque militari erano morti in un attentato suicida sferrato da un kamikaze che indossava una giubbetto esplosivo, nel corso di un pattugliamento e mentre facevano acquisti in un quartiere sunnita della zona ovest di Baghdad. Altri tre soldati e il loro interprete iracheno erano stati invece uccisi da una bomba nell’est della provincia di Diyala (nel nord del Paese). Martedì un soldato Usa è rimasto vittima di un altro attacco dinamitardo, a Diwaniyah, cittadina del «triangolo della morte» a 180 chilomeri a sud della capitale. Il bilancio totale delle perdite americane dall’inizio della guerra nel marzo 2003, tocca quota 3.987 e si avvicina ormai alla soglia simbolica dei 4.000 morti.

-----------------------------------------------------------
La Chiesa milanese conosceva i segreti delle Br

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Nei giorni del sequestro, un informatore aveva svelato a padre David Maria Turoldo che i terroristi erano indecisi sull’esito finale del "processo" a Moro. Le rivelazioni contenute in un saggio in uscita a trent’anni dal rapimento dello statista democristiano

Roma - Il vescovo Luigi Bettazzi voleva offrirsi in ostaggio ai brigatisti, in cambio di Aldo Moro. Ma la Segreteria di Stato di Paolo VI lo invitò a lasciar perdere: «Ha già fatto tanto il Papa, non occorre esporsi di più». Emergono nuovi retroscena sul ruolo avuto delle autorità ecclesiastiche nei terribili giorni del sequestro Moro. Li ha descritti la giornalista Annachiara Valle nel libro Parole, opere e omissioni. La Chiesa nell’Italia degli anni di piombo (Rizzoli, pp. 268, 17 euro), in libreria dal 19 marzo, del quale anticipa oggi un capitolo il settimanale Famiglia Cristiana.
La mattina del 3 maggio 1978, sei giorni prima che Moro fosse assassinato dai terroristi che lo avevano sequestrato massacrando gli uomini della scorta, il vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi, presidente di Pax Christi, aveva varcato il Portone di bronzo per recarsi in Segreteria di Stato. Stava per incontrare Giuseppe Caprio, Sostituto della Segreteria di Stato, per presentargli una proposta concordata con altri due presuli italiani, Alberto Ablondi, vescovo di Livorno, e Clemente Riva, vescovo ausiliare di Roma. Bettazzi disse a Caprio: «Ci muoveremo noi, in prima persona. Ma vorremmo che il Vaticano ci desse il via libera». Sulla proposta di offrirsi ostaggio, però, la Segreteria di Stato fu irremovibile. Secondo quanto riferito da Bettazzi, Caprio rispose: «Non vede che stiamo finendo in braccio ai comunisti? Ha già fatto troppo il Papa, non occorre fare di più. Non c’è nulla da fare. È meglio che muoia un uomo solo piuttosto che tutta la nazione perisca... Ora che è venuto e che ha chiesto il nostro parere, le proibiamo di offrirsi in ostaggio». «Posso dire, oggi – spiega lo stesso Bettazzi – che il modo in cui è stato trattato il sequestro di Moro, può essere interpretato come una “lezione” che si voleva dare a chi voleva inserire le “sinistre” nei gangli del potere. L’onorevole Moro anticipava troppo i tempi e per questo bisognava lasciarlo morire».

-----------------------------------------------------------
Mafioso scarcerato È troppo grasso per restare in cella

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

L'obesità fa male? Niente di più falso. Parola di Salvatore Ferranti, 36 anni e 210 chilogrammi di peso. A lui la ciccia ha fatto bene, anzi benissimo. Perché, complice l'inadeguatezza delle carceri italiane, gli ha ridato la libertà: non esistendo infatti, in tutto il Paese, una cella capace di garantirgli i diritti minimi - dormire in un letto, andare in bagno, passare senza difficoltà dalla porta - gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Arriva da Palermo la storia singolare di questo detenuto, affetto da una grave forma di obesità patologica, indagato per presunte collusioni mafiose perché ritenuto vicino ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Ma il tribunale del riesame del capoluogo siciliano ha accolto la richiesta dei difensori dell'uomo.
L'obesità non è tra le patologie gravi contemplate dal codice per la scarcerazione. Ma, nei fatti, si è vista l'impossibilità di conciliare la detenzione di Salvatore Ferranti con lo stato delle strutture di pena. Lui era stato arrestato lo scorso 9 agosto, ma nel carcere di Pagliarelli, il più nuovo del capoluogo, la vita era impossibile. Ferranti passa a Pesaro, ma anche lì è un inferno: per i bisogni fisiologici deve accudirlo un agente. Da Pesaro a Monza, ma anche qui la musica non cambia: non c'è un letto idoneo, l'uomo non può nemmeno andare in bagno perché non passa dalla porta. Infine Opera, l'ennesimo flop. E ora il ritorno a casa.


-----------------------------------------------------------
Delitto Biagi, supersconto alla pentita

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

Per Cinzia Banelli, la postina delle nuove Br, condanna ridotta da 15 a 10 anni

I giudici hanno applicato il puro calcolo matematico: la pena, meno lo sconto per i collaboratori di giustizia. Il risultato è che Cinzia Banelli, la compagna «So» delle nuove Br che uccisero il Marco Biagi, dovrà scontare 10 anni cinque mesi e 10 giorni. Una riduzione di pena sostanziosa rispetto alla condanna di primo grado che prevedeva 15 anni e quattro mesi.
Il percorso per arrivare a una simile sforbiciata della detenzione passa attraverso una sentenza della Cassazione, secondo cui lo sconto per la collaborazione va applicato non solo, come aveva deciso il primo giudice, in relazione alla condanna per detenzione di armi, ma anche per l’imputazione di concorso in omicidio. Del resto, lo stesso procuratore generale Vito Zincani aveva chiesto 10 anni 5 mesi e 10 giorni.
«Questo è stato - ha spiegato Claudio Magnisi, legale della famiglia del professore - un giudizio fortemente confinato nei limiti posti dalla Cassazione, che ha dato per acclarato il riconoscimento dell’attenuante anche al capo di imputazione principale, pure in assenza di un contributo rispetto all’omicidio Biagi. Si tratta di un punto per noi importante ma controverso dal punto di vista del diritto».
Come parte civile oltre alla famiglia Biagi c’era l’Università di Modena, dove il giuslavorista insegnava. Soddisfatta l’avvocato Grazia Volo, che difende la «compagna So»: «Finisce questo lungo percorso nei termini in cui noi lo avevamo cominciato. Con molta fatica siamo arrivati dove dovevamo arrivare».
Nel mondo politico la sentenza ha suscitato qualche polemica. «Non possiamo non esprimere - dice Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera - un giudizio severo nel ritenere meritevole di benefici cosi ampi chi si è macchiato di un simile crimine».

-----------------------------------------------------------
L’eredità di Prodi? Un’economia in ginocchio

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Il rapporto tra deficit e Pil passa dal 2,2 al 2,4%. Montezemolo: «Avevamo ragione: è crescita zero»

Frena l’economia nel 2008: la crescita - dice il governo con la Relazione unificata sulla finanza pubblica - sarà appena dello 0,6%, contro l’1,5% previsto. Ma per la Confindustria si tratta di previsioni ottimistiche: con un petrolio sopra i 100 dollari il barile e un cambio dell’euro con il dollaro ai record storici, c’è la concreta possibilità che quest’anno l’Italia segni «crescita zero». «Mi dispiace - ha commentato Montezemolo - ma purtroppo avevamo ragione. Le stime di crescita del Paese sono sempre più vicine allo zero che all’uno per cento. Rischi di recessione? Spero proprio di no». Da notare che nessun Paese industrializzato (G-7 ed Eurolandia) registra tassi di crescita «zero virgola», come l’Italia.
Al brusco rallentamento della crescita segue un peggioramento del deficit. Il governo prevedeva che nel 2008 dovesse toccare il 2,2% del Pil. Ora, con la «Relazione unificata» lo corregge verso l’alto al 2,4%. In realtà, un peggioramento del ciclo economico di 0,9 punti percentuali avrebbe dovuto comportare un appesantimento del deficit dello 0,45% (e toccare quota 2,6-2,7%), e non dello 0,2%, come dice il ministero dell’Economia. Per riuscire ad attutire l’impatto negativo, il ministero apre l’ombrello della «lotta all’evasione». Vale a dire, calcola come strutturali almeno 3 miliardi di maggiore gettito fiscale; a fronte dei 9 miliardi incassati nel 2007. E così riesce a frenare al 2,4% il deficit di quest’anno.


-----------------------------------------------------------
Genova: aborti clandestini, indagate otto donne

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Le accuse nei confronti del medico suicida a Rapallo basate anche su intercettazioni telefoniche. Presto le pazienti saranno ascoltate in Procura.

Genova - Sono otto le donne indagate nell’inchiesta sugli aborti clandestini che ha sconvolto, fino a portarlo al suicidio, il medico genovese Ermanno Rossi, 54 anni, ginecologo dell’Istituto Gaslini, che lunedì sera si è lasciato cadere dall’undicesimo piano del grattacielo di Rapallo dove aveva uno dei suoi studi privati. A lui, molto noto e stimato da colleghi e pazienti, erano arrivati gli inquirenti dopo una serie di accertamenti e intercettazioni telefoniche avviate per la denuncia dell’amica di una delle donne sottoposte all’intervento di interruzione della gravidanza. La «confessione» fra le due, che doveva restare confinata nell’intimità, è finita sul tavolo del sostituto procuratore Sabrina Monteverde. E il magistrato ha immediatamente incaricato i carabinieri dei Nas che, in poche settimane, hanno raccolto testimonianze definite ieri «molto documentate». Vengono definiti positivi, in particolare, gli esiti delle perquisizioni negli studi del ginecologo a Genova e a Rapallo, dove sarebbero stati trovati strumenti e medicinali utili a procurare gli interventi.
Secondo quanto è emerso nelle ultime ore che hanno preceduto il tragico gesto del medico, che lascia la moglie e un figlio di 11 anni, le signore ora indagate, tutte appartenenti alla cosiddetta «Genova bene», avrebbero fatto ricorso a Rossi per abortire in assoluta riservatezza, al di fuori delle procedure e strutture previste dalla legge 194. Nel frattempo, il magistrato fa sapere che conta di chiudere l’inchiesta entro questo mese. Nell’ambito del procedimento, il sostituto procuratore ha già sentito alcuni testimoni, in attesa di definire i contorni della vicenda con l’ascolto delle otto donne che si sono rivolte a Rossi. Tra queste sarebbe esclusa la presenza di extracomunitarie e di minorenni. Una delle signore, già raggiunta dall’avviso di garanzia, avrebbe abortito oltre i limiti previsti dalla legge, e rischierebbe una condanna a sei mesi di reclusione, non solo l’ammenda. Altre potrebbero essere rimaste incinte dopo una relazione extraconiugale.

-----------------------------------------------------------
Parla Pignoli, ricercato per i raid contro gli stranieri

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

"Sono diventato giustiziere per difendere Milano assediata dai clandestini. Non sono razzista. Ma hanno distrutto il mio quartiere e lo Stato è assente".
Il latitante se ne sta sprofondato nella poltrona di un bar del centro di Milano, e gira e stropiccia tra le mani il mandato di cattura. «Il nome è il mio, il cognome il mio, la data di nascita anche. Ma per il resto è come se si parlasse di un’altra persona. Io non sono un razzista. Mai stato. Non ho mai picchiato nessuno. Anzi, le botte le ho prese, e tante. E quando ho chiesto giustizia mi hanno spiegato che non c’era niente da fare».
Dieci giorni fa, la notizia fa il giro d’Italia. A Milano una banda di italiani dava la caccia agli immigrati filippini: agguati, pestaggi, minacce, «senza alcuna plausibile ragione che non fosse la discriminazione razziale». Tutto nella zona di piazza Prealpi, periferia nord. Quattro ragazzi sui vent’anni finiscono agli arresti domiciliari, dodici minorenni vengono indagati a piede libero. Mandato di cattura in carcere, invece, per il vecchio del gruppo, l’unico adulto, quello che nei racconti delle vittime «era uno dei più agitati e mi impediva di parlare e mi diceva che siccome siamo filippini di merda dobbiamo tornare nel nostro paese... non sono nemmeno riuscito a rispondere che mi ha dato un pugno sulla nuca». Il picchiatore - difeso dall’avvocato Marco De Giorgio - si chiama Giorgio Pignoli, ha una pizzeria in zona e sfugge alla cattura perché il giorno della retata è in vacanza a Sharm-el-Sheikh. Da allora è latitante. Ma la sua la fuga sta per finire.
Adesso cosa farà, Pignoli?
«Tra qualche ora mi vado a costituire, che altro posso fare. Ero in Egitto con mia moglie e mio figlio per le nozze d’argento e mi chiamano da Milano dei parenti: guarda che sono venuti i carabinieri a cercarti. Non ci credevo».
Eppure pare che in piazza Prealpi ne accadessero di tutti i colori. Cose indegne di una democrazia, ha detto il procuratore aggiunto Spataro.
«Io in zona ci sono arrivato che ero un bambino di dodici anni, e di cose da matti ne ho sempre viste accadere tante. C’erano i boss, la droga, le sparatorie. Ma io mi sono sempre fatto i fatti miei e ho campato tranquillo».
Poi sono arrivati gli stranieri.
«È iniziato tutto cinque o sei anni fa. Prima pochi, poi sempre di più. Filippini e sudamericani, e il quartiere un po’ alla volta ha cambiato faccia. Si sono impadroniti dei giardinetti. Si ubriacano, fanno a botte, a volte usano il coltello. Quando la mattina scendo a portare il cane trovo le montagne di bottiglie rotte».
Non è un buon motivo per organizzare squadracce punitive.
«Ma, mio Dio, io non ho organizzato proprio nulla! Ho un filippino che lavora con me, gli amici di mio figlio sono filippini, vengono a casa mia a fare i dischi di hip hop. Insomma, con quelli bravi non ho nulla da dire. Ma il problema di piazza Prealpi è che lo Stato è come se non esistesse. L’antefatto di tutta questa storia è che io un giorno le ho prese di santa ragione. Passo vicino ai giardinetti di via dei Frassini e vedo dei filippini che stanno massacrando di botte il fratello di un ragazzo che lavorava da me a consegnare le pizze a domicilio. Mi sono messo di mezzo e quelli hanno menato anche me. Non la finivano più. Mi davano i caschi delle moto sulla testa. Sono finito al pronto soccorso».


-----------------------------------------------------------
Ciarrapico; Angius: «Pd ipocrita, più sincero il Cavaliere»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Senatore Gavino Angius, lei ha dichiarato che nella vicenda Ciarrapico il più sincero è Berlusconi. Conferma?
«Berlusconi ha detto la verità: Ciarrapico è stato cercato per prendere più voti. È stata una scelta politica per contrastare la candidatura di Storace nel Lazio, scelta politica anche criticabile, ma di questo si tratta. Francamente il modo in cui si è discusso di questa candidatura mi è sembrato un po’ ipocrita».
La candidatura di Ciarrapico non le turba il sonno?
«Io sono per la politica sincera. Che Ciarrapico sia una persona con una cultura politica di destra fortemente connotata non c’è dubbio, però dall’affermare questo a denunciarlo come una specie di pericolo per la democrazia mi sembra che ce ne corra».
In tanti a sinistra l’hanno detto.
«Chi sostiene questo mi dovrebbe spiegare come mai Ciarrapico stava in prima fila ad applaudire la nascita del Pd romano in un’assemblea al teatro Eliseo presentata dal senatore Goffredo Bettini. In quell’occasione non ci fu nessunissimo scandalo».
E adesso?
«Quello che mi lascia allibito sono le violente dichiarazioni che sono state fatte contro la candidatura di Ciarrapico. C’è stato un comizio di Veltroni a Padova molto scandalizzato, ma non mi sembra che Veltroni abbia manifestato lo stesso scandalo nel momento in cui nasceva il Pd romano alla presenza di Ciarrapico. Lo trovo bizzarro».
E allora perché tutto questo polverone?
«Una delle riforme da pensare sarebbe quella della trasparenza, della sincerità dei comportamenti. In questo caso questa coerenza non è stata rispettata».
Cosa non le piace di queste elezioni?
«Non aver consentito ai cittadini di scegliere i candidati: una volta che un candidato viene inserito in lista dalla direzione del partito se ne può anche andare alle Seychelles. Purtroppo Berlusconi e il Popolo della libertà non hanno voluto cambiare la legge elettorale rischiando di rimanere vittime della loro macchinazione al Senato. Mi sembra che in questa campagna elettorale manchi anche il senso della crisi grave che vive l’Italia».


-----------------------------------------------------------
Fini chiude il caso Ciarrapico

>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione

Arriva il chiarimento dell’editore romano sulle frasi contro il leader di An. Scambio di accuse fra Berlusconi e De Benedetti

È un intervento scacciapolemiche, quello con cui Silvio Berlusconi appone il sigillo di chiusura sul caso Ciarrapico. Una dichiarazione, dettata a margine del suo comizione a piazza del Popolo, con cui il candidato premier del centrodestra soffia via il fumo da campagna elettorale che ha circondato la vicenda in questi ultimi tre giorni.
«Ciarrapico è un indipendente che non conterà niente nella politica del Ppe, che è anticomunista, antifascista e antitotalitario. Lui è solo uno dei mille candidati del Popolo della libertà» dice il leader azzurro, rispondendo alle domande sulla candidatura dell’editore. A Giuseppe Ciarrapico entrato poco prima dell’arrivo del Cavaliere nello storico Caffè Rosati di piazza del Popolo (un tempo di proprietà dell’ex presidente della Roma), Berlusconi augura «buon aperitivo, data l’ora». E ai giornalisti che gli fanno notare come il discusso candidato del Pdl porti in dote giornali importanti e non ostili, il leader del centrodestra risponde secco: «Dobbiamo riprendere a parlare dei comunisti nelle liste del Pd e dei loro misfatti? Ciarrapico vi ha fatto comodo quando portava via i giornali da Berlusconi e li consegnava a De Benedetti e Caracciolo. Vi ricordate che è fascista solo quando vi fa comodo». Un’affermazione che fa scattare la reazione dell’editore di Repubblica, che diffonde una nota nella quale si legge che sul caso Mondadori «la verità è proprio all’opposto».


-----------------------------------------------------------
Lega. Voto blindato a Nordest: «Il Veneto torni ai veneti»

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Nella Marca trevigiana il Carroccio riparte con la campagna «porta a porta». E alle elezioni comunali lo «sceriffo» Gentilini resta il simbolo della cittadella nordista

Zitti zitti, senza neppure lamentarsi troppo della scarsa attenzione riservata loro dai media, i leghisti della Marca hanno cominciato una doppia campagna elettorale (Parlamento e comune) come quelle di una volta. Volantini, manifesti, bandiere ingombrano la sede provinciale a Fontane di Villorba, località poco fuori dal capoluogo dove il sindaco Liviana Scattolon, leghista doc e candidata alla Camera, il mese scorso ha proposto di aprire un ostello per vagabondi e prostitute. Gianantonio Da Re, il segretario provinciale, dirige il traffico della cittadella nordista. Materiale da preparare e da smistare, mappe del «porta a porta», ma soprattutto le ultime liste da compilare.
Per le amministrative, infatti, c'è tempo fino a sabato. E il Carroccio presenterà anche stavolta due liste: quella ufficiale e quella di Giancarlo Gentilini. Sembrava che il settantottenne sceriffo appendesse il cinturone: «Non posso più combattere col pugnale tra i denti - aveva detto -. La Lega è nata come movimento d'opposizione, rivoluzionario. Ora non possiamo più pensare di andare avanti con la baionetta». Invece Genty non lascia, e raddoppia. Pare che l'intera giunta (di cui è vicesindaco) si presenterà con lui. «C'è la corsa a candidarsi - dice Da Re -. Gentilini ha un suo elettorato che va valorizzato e premiato. Questa lista è un segno di riconoscimento per il suo impegno a favore di Treviso».
L'altra battaglia, quella per Camera e Senato, è già partita e sono tutti fiduciosi. Da Re garantisce: «Sapevamo che il confronto tra i leader nazionali ci avrebbe oscurato, ma noi useremo le nostre armi, che sono i rapporti diretti con la gente. Dovunque andiamo a volantinare o a piantare i gazebo, troviamo grande entusiasmo. La gente ci chiede di battere la sinistra, andare al governo e fare in modo che le nostre tasse restino qui per aiutare le famiglie e le aziende. Gli imprenditori sono in difficoltà, chi aveva delocalizzato a Est ora ha meno convenienza, ma le fabbriche non hanno le ruote. Occorre intervenire. È una preoccupazione che riguarda le tante piccole imprese come le grandi tipo Benetton».


-----------------------------------------------------------
La lista dei candidati della Lega Nord

>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione

Il Nord è decisivo per vincere le elezioni. E la questione settentrionale diventa protagonista, come dimostra l’ammiccamento del Pd attraverso le candidature di Matteo Colaninno e Massimo Calearo. Ma da più di dieci anni al Nord politica fa rima con Carroccio, che non a caso per i sondaggi è in crescita, dal Piemonte alla Liguria. Umberto Bossi, quasi ovunque capolista alla Camera, guida una pattuglia padana figlia di un mix tra esperienza e gioventù. Ecco chi sono le «teste di serie» del Carroccio, dalla Val d’Aosta alle Marche.
VALLE D’AOSTA
Qui l’obiettivo della Lega è superare il 2% raccolto nel 2006. «Sarebbe un miracolo», commenta Sergio Ferrero, segretario nazionale Lega Nord Val d’Aosta e candidato al Senato. Maestro di sci e location manager per importanti case cinematrografiche, Ferrero rivela al Giornale che il Carroccio sta lavorando a un accordo con l’Union Valdotaine per le prossime elezioni regionali, previste a maggio. «L’Uv, dopo una serie di scissioni, guarda con interesse al centrodestra. È possibile - conclude - che nei prossimi mesi l’accordo Lega-Union Valdotaine approdi a qualcosa di concreto». Alla Camera l’unico candidato è Patrizio Giovannacci, originario di Sant’Angelo Lodigiano e noto ristoratore.
PIEMONTE
Nel collegio Piemonte 1 dietro Umberto Bossi c’e Roberto Cota, segretario nazionale della Lega Nord Piemonte, già sottosegretario alle Attività produttive nel governo Berlusconi e Alto commissario nella Lotta alla contraffazione. «Nella scorsa legislatura - ricorda Cota - la Lega è stata protagonista del maggior ricambio generazionale». Uno dei simboli del Carroccio in Piemonte è Stefano Allasia, 34 anni, deputato uscente già consigliere regionale nel 2005 grazie alle 4mila preferenze raccolte. «È uno degli esempi di società civile - dice Cota - non professionisti della politica sui quali la Lega punta». Dietro Allasia c’è un’altra giovane padana: Elena Maccanti, 37 anni, impiegata della Regione Piemonte e vicesegretaria provinciale di Torino. «Il nostro obiettivo è la doppia cifra - ci dice un altro esponente leghista di primo piano - basti pensare che alle ultime amministrative c’è stato lo storico sorpasso ai danni di Forza Italia a Novara, mentre in alcuni Comuni la Lega arriva anche al 40%». Tra i due c’è il senior Renato Walter Togni, segretario provinciale della Lega Nord Canavese. «Una realtà molto particolare - conclude Cota - che si sente trascurata da Torino». Nella circoscrizione Piemonte 2, dietro Bossi e Cota c’è Gianluca Buonanno, sindaco di Varallo Sesia e vicepresidente della provincia di Vercelli. Fondatore del movimento Controcorrente, Bonanno è famoso per le sue «provocazioni politiche», come l’aver portato alcune galline dentro l’aula della Provincia di Vercelli, tanto da finire più volte su Studio Aperto. Ha speranze di essere eletto anche Roberto Simonetti, 35 anni, segretario provinciale di Biella, consigliere provinciale e giovane promessa del Carroccio. Al Senato dietro l’ex ministro Roberto Calderoli c’è Michelino Davico, senatore uscente, già assessore alla Cultura del comune di Bra ed Enrico Montani, eletto alla Camera nel 2006 e segretario provinciale del Carroccio nella provincia di Verbano Cusio Ossola.


-----------------------------------------------------------
Silvio scalda i motori. Arrivano i camper della libertà

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Da domani 200 automezzi in marcia per la campagna elettorale in 8mila comuni italiani

Non è alta come le staccionate di campagna, quella ringhierina in ferro battuto che circonda l’obelisco di piazza del Popolo, un sessanta centimetri appena, ma lui l’ha affrontata ugualmente d’impeto, appoggiando la mano sul cippo di marmo, ostentando l’agilità del protagonista di quello spot dell’olio di lunga giovinezza. Presidente, gli abbiamo domandato mentre planava a terra con le gambe tese, davvero andrà pure lei a far campagna elettorale col camper? «Un giro ce lo faccio di certo: ho appena rinnovato la patente apposta», ha risposto raggiante Silvio Berlusconi raggiungendo la piccola folla che lo attendeva sotto la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, dove appunto erano parcheggiati i due camper, nuovi di zecca e prototipi dei duecento che da venerdì inizieranno il giro degli 8.101 comuni italiani coi candidati del Pdl a darsi il cambio a bordo. Dagli altoparlanti la musica è cambiata, via il jazz e a tutto volume è partito il nuovo inno col refrain che incita: «Presidente siamo con te, meno male che Silvio c’è».
Tutto in antrace e blu notte dalla testa ai piedi, come vuole il look della sua corsa al 13 aprile, il leader del centrodestra ha poi smorzato l’impatto della canzoncina, si è detto «imbarazzato che sia venuta fuori», spiegando: «È una cosa assolutamente dentro il culto della personalità e per questo motivo non si dovrebbe fare. Ma è partita dai giovani, e porterà gioia e allegria dove i camper riusciranno ad arrivare». I giovani autori dell’inno che erano lì per l’occasione ci sono rimasti un po’ male, «eppure lui stesso ci ha dato una mano, per le parole». Va be’, il comizio volante lestamente improvvisato da Berlusconi li ha consolati, galvanizzando fedeli e passanti. Una donna gli si è inginocchiata davanti, con occhi rapiti. Lui le ha accarezzato il capo, e forse per non cedere alla tentazione di benedirla come fosse Padre Pio, ha afferrato al volo il telefonino che gli tendeva una giovane, «c’è mia madre in linea, le vuol parlare». Non doveva essere una manifestazione di massa, fanno notare gli organizzatori, ma una semplice presentazione a stampa e tv dei camper in partenza. Sììì, semplice e misurata... Era da un’ora che la gente si fermava, sentendo che sarebbe arrivato Berlusconi. E i giapponesi ammassati sul piano scoperto dei pullman turistici, quasi precipitavano sporgendosi per fotografare a raffica.


-----------------------------------------------------------
I candidati del PDL - Estero

>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione

NORD - CENTRO AMERICA
Camera
1) Vincenzo Arcobelli – Houston, Stati Uniti
2) Paolo Ariemma – Ontario, Canada
3) Amato Berardi – Philadelphia, Stati Uniti
4) Cesare Sassi – Miami, Stati Uniti
Senato
1) Augusto Sorriso – New Jersey, Stati Uniti
2) Basilio Giordano – Montreal, Canada
SUD AMERICA
Camera
1) Giuseppe Angeli – Rosario, Argentina
2) Bruno Boschiero – Montevideo, Uruguay
3) Nello Collevecchio – Caracas, Venezuela
4) Carmelo Pintabona – Buenos Aires, Argentina
5) Andrea Ruggeri –San Paolo, Brasile
6) Franco Tirelli – Rosario, Argentina
Senato
1) Juan Esteban Caselli – Buenos Aires, Argentina
2) Aldo Antonio Chianello – Rio de Janeiro, Brasile
3) Ugo Di Martino – Caracas, Venezuela
4) Mario Galardi – Caracas, Venezuela
EUROPA
Camera
1) Giuseppe Learco Plebani - Bellinzona, Svizzera
2) Aldo Di Biagio – Fiume, Croazia
3) Salvatore Albelice – Bruxelles, Belgio
4) Danilo Benevelli – Lugano, Svizzera
5) Giampiero Camurati – Lugano, Svizzera
6) Mario Caruso – Stoccarda, Germania
7) Carlo Erio – Parigi, Francia
8) Guglielmo Picchi – Londra, Regno Unito
9) Carmelo Pignataro – Stoccarda, Germania
10) Massimo Romagnoli – Atene, Grecia
11) Andrea Verde – Parigi, Francia
12) Alessio Zanella – Dinslaken, Germania
Senato
1) Antonella Rebuzzi – Mosca, Russia
2) Raffaele Fantetti – Londra, Regno Unito
3) Nicola Di Girolamo – Charleroi, Belgio
4) Elisa Spreafico in Galimberti – Parigi, Francia
AFRICA - ASIA - OCEANIA
Camera
1) Teresa Restifa – Sydney, Australia
2) Giuseppe Cossari – Melbourne, Australia
Senato
1) Luigi Casagrande – Brisbane, Australia
2) Salvatore Cristaudi – Johannesburg, Sud Africa

-----------------------------------------------------------
Berlusconi: vittoria impossibile per il Pd

>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione

Prima piazza del Popolo, dove dà il via libera agli oltre 200 camper che gireranno l’Italia per tutta la campagna elettorale. Poi una lunga passeggiata per via del Babuino, con tappa finale a piazza di Spagna e gustoso siparietto davanti alla scalinata di Trinità dei Monti. A Silvio Berlusconi, che non la smette di stringere mani per tutto il tragitto, si avvicina infatti un signore sulla sessantina. «Presidente - dice lui sorridendo - sono tanti anni che lavoro da precario ma non mi lamento e vado avanti per la mia strada». «Anche io - ribatte il Cavaliere - sono un precario. Tutti i giorni...».
La mattinata romana dell’ex premier si chiude così, con una mezz’ora buona a passeggio per Roma che - visto il bagno di folla, le foto e gli autografi - vale certamente più d’un comizio. Tant’è che a piazza del Popolo il Cavaliere non si dilunga molto, salvo intrattenersi con giornalisti e parlamentari che non vogliono perdere l’occasione di salutarlo. Vecchi e nuovi: da Mara Carfagna, ministra in pectore, alla più giovane Veronica Cappellaro, consigliere municipale a Roma e candidata alla Camera nel Lazio («Donna Assunta - assicura lei, moglie del nipote di Giorgio Almirante - voterà per il Pdl»). Poi, dà il via al tour dell’Italia dei «camper della libertà» e prende di mira il pullman di Walter Veltroni. «Un modo per fare colazioni a sbafo nelle case degli italiani», dice riferendosi ai pranzi «elettorali» del leader del Pd.
Il Cavaliere affronta poi il nodo salari e i dati dell’Ocse. «Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa - dice - perché lo Stato preleva troppi soldi alle aziende per ciò che le imprese pagano ai loro collaboratori: il 46%, è qualcosa che non può continuare». E, dunque, «dobbiamo spendere di meno per lo Stato», perché quelli «più moderni costano tremila euro per cittadino contro i 4.500 dell’Italia». Insomma, «bisogna lavorare nella direzione di ridurre la presenza del pubblico, dimezzare i costi della politica e lasciar perdere sprechi e privilegi». Ma sul fronte economico il Cavaliere torna pure sul caro prezzi e sull’inflazione, perché «le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese». Per questo rilancia due provvedimenti già pronti per il primo Consiglio dei ministri: «Aboliremo l’Ici sulla prima casa e detasseremo straordinari e premi di produzione che oggi sono penalizzati da un prelievo del 50%».

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages