Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Michele sciupafemmine inventa le "santorine"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Negli anni Santoro ha lanciato e poi subito scaricato molte belle giornaliste, dalla Berlinguer alla Jebreal. Ora il conduttore di "Annozero" ha scelto la sua nuova spalla: la spadaccina triestina bronzo a Pechino Margherita Granbassi.
Roma - Dunque Michele Santoro risponde a Silvio Berlusconi alla sua maniera: quello viene arpionato dagli occhi dolci e ancillari della trimedagliata Valentina Vezzali, e lui gli lancia subito il guanto di sfida, risponde colpo su colpo e «tocca» (alla Cyrano, non alla Valentina, s’intende). Così è: Santoro fa sapere che è pronto a schierare nell’arena di Annozero Margherita Granbassi, l’anti-Vezzali di sempre, più giovane e più levigata della fiorettista che da «azzura» sembra voglia farsi «azzurrina». Poi magari è una balla, o un tormentone per sbarcare sui giornali. Però ne parliamo.
Quel che è certo - vera non vera che sia la voce dell’arruolamento - è che intanto Michele ne ha triturata un’altra: come tutti i leader, come tutti i capobranco che assortiscono il proprio gineceo e lo potano come una siepe, ha sostituito Beatrice Borromeo, la principessina che a suo tempo lo aveva folgorato con una professione di ammirazione (in una ormai famosa intervista su Magazine) con una nuova dama di compagnia. Michele saluta la Borromeo, e ieri Il Foglio ha giustamente intonato l’amarcord per «Bea» che ci lascia. Ma ancora nessuno ha messo a fuoco che in televisione esiste una nuova categoria umana, un nuovo tipo antropologico, una nuova schiatta di femmine catodiche: è giunto il tempo di dire che dopo le «veline» e le «Letterine», dopo le «Chiambrettine» (più o meno laureate) e dopo le «Boncompagnine», ora si può parlare a pieno titolo anche delle «Santorine». Esistono e sono una categoria particolare - per certi versi sorprendente - che merita di essere studiata, e che ci dice qualcosa anche sul demiurgo che l’ha prodotta. Perché se è vero che Santoro cerca sempre di mettere in risalto la capacità critica delle sue partners stagionali, è anche vero che spesso instaura con loro un rapporto dialettico, elettrico, se non conflittuale. E che anche questo diventa televisione.
La prima telegiornalista arruolata, in tempi remoti - pochi se lo ricordano - fu Bianca Berlinguer, donna a cui certo non difetta il carattere (e infatti spesso tra i due erano scintille). Poi fu la volta di Simonetta Martone, che era la quintessenza dell’intellettualità stile Raitre, giornalista di sinistra, inchiestista, conduttrice, il tipo di donna che fa della montatura di resina un elemento di fascinazione. Quindi Michele mise in campo Luisella Costamagna, bellezza bionda, sabauda e nordica, occhi azzurri, così giovane da diventare a tutti gli effetti - durante la sua stagione santoriana - una desiderata musa mediatica. Luisella (che poi si è costruita una carriera solidissima e del tutto autonoma), all’epoca era il prototipo dell’antiberlusconismo catodico: se le dicevano che era bella si offendeva, se si facevano apprezzamenti sul suo seno se ne vergognava, preferiva vantare letture classiche, e sui settimanali veniva contrapposta alla Santanchè. Luisella era la «bella impegnata» e vagamente cipigliosa contro la bella mondana e disimpegnata, vagamente aennina (prima che «Dani» diventasse deputata). Alla Costamagna capitò di seguire Michele nei suoi pellegrinaggi, e poi di restare a Mediaset; di diventare conduttrice di Studio Aperto, di entrare nella skolè di Maurizio Costa
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Con Rula Jebral il gioco dei ruoli iniziò a farsi complesso. Sempre si dice che Santoro (sarà lui che mette in giro le voci?) prima o poi voglia cedere lo scettro a qualcuno, Rula arrivò sparata come una palla di cannone, come se potesse esser lei l’erede: all’inizio si diceva che avrebbe condotto da sola (altra strategia pubblicitaria), poi si trovò ad amministrare una fetta di programma che era un feudo inviolabile per ammissione del conduttore. E poi però di nuovo arrivarono scintille e accavallamenti in onda, Santoro prendeva la parola, ribatteva sul tempo, profanava lo spazio di Rula, e questa dialettica era spettacolo per tutti (tranne che per lei). Bellissima anche Rula, palestinese, amica di Afef - dopo una serie di segnali premonitori - fu accantonata bruscamente, nella cerniera brusca di un cambi di stagione, come da rito. Al pari di tutti i leader carismatici anche Santoro assomiglia un po’ a Crono che divora i suoi figli: Marco Pannella crea e distrugge segretari di partito (da Francesco Rutelli a Daniele Capezzone) lui crea a distrugge «Santorine», le porta nel cono di luce, e poi le fa precipitare nell’ombra. Annalena Benini ricorda la polemica sulla «gnocca senza testa» che animò una memorabile puntata di Annozero, soffermandosi sul fatto che nessuno ha rivelato chi avesse davvero pronunciato, fra Facci e Travaglio e gli altri ospiti della serata, la frase incriminata. Ma il paradigma della difficoltà di scegliere fra intelletto e avvenenza, è a ben vedere una delle peculiarità delle «Santorine». E del demiurgico Michele, che alla fine sceglie «una gnocca» se «ha una testa», ma volentieri la decapita, quando costei inizia ad usarla.
L’anno scorso, invece, fu l’anno della consacrazione della Borromeo. Da lei Michele accettava tutto. E lei era cresciuta dentro l’alveare del santorismo come una nuova stella. Aveva fatto dimenticare gli esordi un po’ incerti, le insinuazioni sulla matrice dei suoi interventi («come sarebbe a dire chi me li scrive? Io, me li scrivo»), era diventata padrona dell’arena, aveva perso le incertezze, imparato come bucare la camera con i suoi incisivi e il suo sguardo madreperlati. Adesso, se arrivasse davvero Margherita sarebbe una nuova sfida al Cavaliere: di nuovo «gnocca». E stavolta con... «il fioretto».
Luca Telese
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Una fiorettista campionessa nel bucare il video
Persa una bella bionda se ne fa un’altra. L’ultima fiamma professionale di Michele Santoro è ancora una volta platinata e ancora una volta un’outsider del giornalismo. Michele è fatto così, lotta per i co.co.co ma quando deve assumere qualcuno si guarda bene dal pescare nel bacino dei precari Rai. La Borromeo veniva dal mondo fatuo delle sfilate di alta moda e lui aveva pensato bene di assumerla come esperta di tematiche sociali e problemi giovanili. E già, chi meglio della rampolla poteva capire le difficoltà dei trentenni che non arrivano alla quarta settimana? Invece, dopo il due di picche alla biondina di casa Fiat, stavolta il talent scout di Saxa Rubra ha pescato nel ramo sport, settore Olimpiadi.
Pare, ma non confermano, che la prossima spalla bionda di Santoro ad Annozero sarà la campionessa di fioretto Margherita Granbassi, due bronzi a Pechino. Lei non dice, la famiglia dice che non sa niente, Santoro non si pronuncia. Certo, in Rai in questi giorni hanno ben altre grane a cui pensare, ed è probabile che il contratto della Granbassi come opinionista carina di RaiDue sia in coda alle altre questioni da sbrogliare. Ma la cosa potrebbe sbloccarsi nei prossimi giorni. Perché la Granbassi è bella, brava, grintosa, bella, in Cina si è schierata per il Tibet, è bella, si sente portata per il giornalismo, è ambiziosa, è bella, ha capito benissimo come si buca il video, ha un’agente che cura la sua immagine, è bella ed è anche una bella ragazza, il che ad Annozero non guasta affatto (tutta un’altra cosa che guardare Travaglio o Ruotolo). Voleva partecipare all’Isola dei famosi ma quando le è arrivata la proposta c’erano i Mondiali alle porte e «non è stato possibile».
Dall’Isola della Ventura alle inchieste cattive sull’Italia di Berlusconi, ma comunque sempre Raidue è. Poi ci sarà tutto il tempo per mettersi d’accordo sulla linea politica con Santoro. Perché la Granbassi, le poche volte che ha parlato di politica, si è posizionata ben lontana dal suo prossimo mentore televisivo. Sul suo sito ha una foto di Fini, l’«uomo politico che ammiro di più». Ma allora è di destra? «No», spiegò prudentemente un anno fa.
-----------------------------------------------------------
Il Napoleone che finge di non essere in esilio
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Editore del gruppo L'Espresso, industriale e uomo pubblico, per non dare di sé immagine del perdente Carlo De Benedetti rinnega l'impegno passato nel partito. "Io con Veltroni? Non scherziamo". Non si rassegna ai successi del Cavaliere e dice: "Italia fuori dai radar del mondo"
Le persone che si sentono importanti sono prigioniere di una sindrome che si chiama ipertrofia dell’Io. Non è un insulto. Persino io ne sono afflitto, malgrado tutti gli antiossidanti che prendo. Ma un campione di questa ipertrofia, sia detto anche con una certa ammirazione, è l’editore industriale uomo politico Carlo De Benedetti. Lo conobbi quando ero a Repubblica una sera durante una cena a casa di Eugenio Scalfari e lo ricordo come uno dal faccione gioviale ma il temperamento di un duro. Non potrebbe essere diversamente. Ora, noi lo conoscevamo come il padrino del Partito democratico, quello con la tessera numero uno. Nulla di male. Se uno ci crede, perché no? Ma ecco che ieri il suo io ipertrofico lo ha portato a rinnegare il figlio illegittimo avuto con Walter Veltroni (e sì che il Dna è anche suo) e a dire, durante una trasmissione mattiniera: «Non ho mai avuto, non ho e non avrò mai la tessera di alcun partito. Speravo che le battute fossero valutate come tali». Battute? Ma nessuno si era mai permesso di definire battute dei motu proprio dell’editore politico industriale. Figurati tu chi si azzarda. E invece oggi, tutto all’aria.
Ma non basta. È tipico dell’io ipertrofico (parlo per esperienza e per una naturale attitudine al bonapartismo) pensare e purtroppo dire «Dopo di me il diluvio», anche se la testa coronata era un’altra. Dunque De Benedetti, questo è innegabile, si gettò a capofitto in politica, scatenò la potenza di fuoco dei suoi giornali e si ritrovò alla fine non a Parigi, ma nella Sant’Elena che costituisce la inevitabile punizione dei bonapartisti falliti. E allora, nell’io ipertrofico, scatta la questione del diluvio. Tuttavia oggi siamo progrediti, il diluvio è una cosa antiquata, abbiamo nel carnet mostri più attuali come il ciclone Caterina, l’onda anomala, lo tsunami. Ecco, l’io ipertrofico, ma moderno, di De Benedetti gli fa scegliere lo tsunami e lo applica. A chi? Ma all’Italia, naturalmente. Seguitemi: il processo mentale è sottile.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Se io ho un io ipertrofico, sono stramiliardario, ho mass-media che possono mettere in ginocchio chiunque, ho ambizioni politiche economiche e finanziarie proporzionate alla mia ipertrofia, alla fine non mi aspetto sant’Elena, l’esilio, l’oblio, l’emarginazione, per di più nel momento del trionfo assoluto del suo mortale nemico e concorrente e cioè un altro padrone di media, un altro grande industriale e politico, che però è ridiventato presidente del Consiglio – e questo sarebbe niente – ma governa con un consenso schiacciante che lo stesso giornale di De Benedetti ha dovuto registrare: l’odiato Berlusconi si porta via il 63 per cento e passa della platea, compresa tanta gente che ha votato a sinistra e che però trova niente male, anzi proprio buono l’inizio di governo del Cavaliere. Se esistesse uno strumento di fantasia quale il rodometro, potremmo sapere quanto gli rode a De Benedetti questa situazione e dunque, come dargli torto, mettendosi con i piedi nelle sue lucide scarpe.
E allora ecco che fa il suo ingresso nella retorica ipertrofica lo tsunami del dopo (o senza) di me il diluvio. Era a un convegno dell’Aspen su Israele, quando ha confidato allo sbalordito pubblico: «L’Italia - ha proseguito - è un Paese che è stato cancellato dagli schermi radar del mondo. Recentemente sono stato negli Stati Uniti e per la prima volta dopo molti anni non mi hanno chiesto nulla del nostro Paese. Con la sola eccezione del nostro passato - ha incalzato - se arrivasse uno tsunami nessuno si accorgerebbe che l’Italia non c’è più». Eccolo qui lo tsunami di Ivrea. Il diluvio. Voi vedete che il Paese di nome Italia, nella mente di un ipertrofico quale sono (ma molto modestamente) io, ma più ancora in quella di un vero e legittimo patentato professionista, diventa un Paese scomparso dai radar (immagine di straordinaria potenza: bellissima, complimenti vivissimi), un’isola d’Elba in mezzo all’oceano dove al massimo conviene coltivare patate come faceva l’esiliato Napoleone, ma che nessun nota sulle carte geografiche.
Naturalmente, per poter accedere ad una iperbole così magniloquente occorre tornare prima indietro nel passato e cancellare le tracce che potrebbero condurre a dare di te l’immagine di uno sconfitto. Ed ecco la rivisitazione della tessera numero uno del Pd, che viene rinnegata insieme all’impegno politico, le partecipazioni alle primarie, gli ammiccamenti alla leadership agognata e mai veramente dichiarata per un senso misto di orgoglio, paura e pudore. «Io un tesserato del partito di Veltroni? Ma siete pazzi? Non si può neanche scherzare in questo Paese e ti prendono sul serio». Sì, d’accordo, questa è un po’ la buccia di banana, ma siamo sempre lì: bisogna capire e ci vuole pazienza. D’altra parte dire che l’Italia non conta nulla è purtroppo una piccineria. I lettori di questo Giornale sanno quanto poco (nulla per l’esattezza) io sia d’accordo con la politica filo-russa del presidente del Consiglio, ma è un dato di fatto che il suo governo conta, ha voce in capitolo, pone veti all’Europa e li fa valere contro le eventuali sanzioni a Mosca, si presenta e viene accettato, magari obtorto collo, come l’interlocutore mediatore, quello che apre a Gheddafi in modo strategico costringendo Condoleezza Rice a correre anche lei nella terra del rais per fare pace e voltare pagina.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
De Benedetti è anche sfortunato perché appena ha aperto bocca una delle più potenti banche d’America è crollata e il governo americano si è dovuto trasformare in socialista spendendo i soldi del tax payer per salvare le assicurazioni. Una rivoluzione copernicana dovuta allo tsunami dell’economia mondiale dove l’Italia galleggia con strutture spesso solide (banche, mutui, assicurazioni) mentre il Regno Unito attraversa la sua più grave crisi degli ultimi cinquant’anni.
Tutto è relativo, d’accordo, ma anche le fregnacce, se possiamo esprimere un parere plebeo. Certo, l’Italia è il fanalino di coda della ricerca scientifica, dell’istruzione, della qualità della vita dei bambini nelle grandi città e infatti è un Paese da rifare e qualcuno sta provando a fare qualcosa. Ma questo è per l’io ipertrofico inaccettabile. L’io pietrifico nega la realtà, dipinge Armageddon, evoca lo tsunami, si vede in un quadro confuso in cui comanda un’arca come quella di Noè, ma ha di fronte l’ammiraglio Nelson, che rappresenta la pura e semplice realtà, sconfitta e rinnegata dall’ipertrofia. Dunque, con il rispetto dovuto a uno che sa combattere con le unghie e con i denti, uno che mandò in bestia Cossiga con la storia delle telescriventi scassate, che ha avuto – lui sì – eccellenti e fraterni rapporti d’affari con la vecchia Unione Sovietica, con tutto il rispetto, dicevamo, dobbiamo per forza di cose registrare queste dichiarazioni di Carlo de Benedetti come quelle di uno sconfitto che ha scambiato la sua sant’Elena con l’Italia. Paolo Guzzanti
-----------------------------------------------------------
Vittorio Macioce: Tutte le volte che passa il ’29
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Jeremy era un giovane yuppie di Manhattan. Quel maledetto «lunedì nero» era l’unico a non dare di matto. La gente sudava, cravatte slacciate, giacche che volavano, disperazione. Era il 19 ottobre 1987 e Jeremy non aveva perso un dollaro. Quando arrivò la sera il Dow Jones aveva perso 500 punti, un crollo del 22,61 per cento. Tutti i quotidiani, a New York e nel mondo, evocavano panico e paura. Bastava un numero, una data: 1929. La Grande Depressione rimbalzava di titolo in titolo. Jeremy era preoccupato solo di una cosa, forse doveva vendere i suoi capolavori. Ai suoi clienti diceva di avere pazienza. Un lusso che i clienti non potevano permettersi, il panico quando arriva ti brucia dentro. E così, per vederci chiaro, si rivolsero all’organo di disciplina di Wall Street. Nella mansarda di Jeremy c’erano Van Gogh, Manet, Chagall e una dozzina di artisti minori. Il broker non aveva investito in Borsa, ma era un maestro nell’acquistare opere d’arte. Fu arrestato. Ma Jeremy passò alla leggenda come ladro gentiluomo.
Il ’29 è un fantasma che semina storie. Ogni volta che il mondo fa crack spuntano fuori quei personaggi di Steimbeck, le corriere stravaganti, treni merci di vagabondi sdruciti, la fame dei nuovi pezzenti, l’America che conosce il sale del fallimento. E Sir Keynes che propone al mondo di scavare buche e poi riempirle, così i salariati lavorano, i soldi girano, Stato e mercato si stringono la mano: una invisibile, l’altra pubblica. Quelle immagini in bianco e nero, mute, con questi uomini che si muovono a scatti, sono una sorta di memoria collettiva che i padri tramandano ai figli. È così che per quasi un secolo il 29 è diventato il numero dell’apocalisse. La paura di perdere tutto: roba, speranza e dignità.
È quella paura che fece scrivere ai giornali del 1987: «Crolla Wall Street, peggio che nel ’29». Cala il dollaro, salgono oro e petrolio. Fu una brutta botta, brutta davvero. Qualcuno si suicidò. Ma non fu l’apocalisse. A vederla ora, più vecchi, si può dire che la caduta di Wall Street segnò la fine dell’ottimismo anni ’80. Spazzò via gli yuppies e l’idea che il denaro cala docile nelle tasche, basta essere un po’ più svegli degli altri. Spazzò via l’estetica dei cocktail, l’etica dell’edonismo, la Pop Art e tutti i cloni di Michael J. Fox, ma soprattutto fece capire al mondo che Ovest ed Est stavano cambiando. Due anni dopo a Berlino cadde il Muro e c’erano tutti i confini da ricostruire.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Aveva ragione Schumpeter. Il capitalismo ha un brutto carattere: crea e distrugge. Muove la storia, genera il futuro, ma lascia a terra sacche di insicurezza. E quando picchia fa male, ma tutto questo serve a tagliare i rami secchi e forse si porta dietro una sindrome a torre di Babele. Quando gli uomini esagerano e cercano scorciatoie per arrivare al cielo li riporta con i piedi per terra. Faticate gente, su le maniche, ora si ricomincia. È così da sempre, anche prima del ’29. Nel 1637 i bulbi dei tulipani venivano scambiati con terreni, animali vivi, e case. Un buon speculatore poteva anche guadagnare seimila fiorini olandesi al giorno. Qualcuno faceva affari con i bulbi ancora da piantare. Questa pratica passò alla storia come «commercio del vento». Quella che oggi chiameremmo «futures». Poi la bolla scoppiò e i tulipani tornarono a essere solo fiori colorati.
La botta qualche volta arriva quando corri troppo. Erano 30 anni che le crisi asiatiche crescevano più velocemente di qualsiasi economia al mondo. Nel luglio del 1997 arrivò la resa dei conti. Le imprese di Corea, Thailandia e Indonesia avevano troppi debiti con l’estero, l’economia era drogata e l’industria di microchip non bastava a reggere tutto. Anche allora si parlò di ’29, solo che arrivava da Est, come una pandemia, come una di quelle febbri che ti lascia senza forze.
Il nuovo secolo intanto stava arrivando. Internet era ancora di una lentezza snervante. Non c’era ancora Google ed era davvero emozionante scambiarsi le e-mail. Dicevano che il futuro si chiamava e-commerce, così in Borsa le aziende che avevano a che fare con la parola internet volavano leggere. Era l’alba della new economy. Precipitosa. Molte aziende avevano siti con migliaia e migliaia di visitatori al giorno, ma non guadagnavano nulla, soprattutto non avevano la più pallida idea di come monetizzare i contatti. Crollo. Il Nasdaq in meno di due anni perde quasi l’80 per cento. Sui giornali si leggono strepitosi reportage da Cupertino, California. Roba davvero da Grande Depressione. Storie come quella di Gordon Seybold, che ogni notte si preparava il letto sul sagrato della chiesa, a pochi metri dal campus della Apple. Era direttore esecutivo di un’azienda di software e guadagnava 125mila dollari l’anno. Seybold era il simbolo degli homeless della Silicon Valley. Sono passati otto anni e il ’29 torna a bussare. Si è chiusa l’era dei mutui facili. Sarà dura. Passerà.
-----------------------------------------------------------
Nicola Porro: Ma si, restino tutti a casa
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
A questo punto vogliamo gli scatoloni. Sì quelli che tutto il mondo ha visto con terrore nella mani dei dipendenti dell’americana Lehman Brothers. Che da un giorno all’altro si sono trovati senza lavoro e senza stipendio. Augurarsi che un’azienda fallisca è folle, ce ne rendiamo conto. E pensare che il futuro di 18mila persone sia da domani in poi in balia degli eventi è altrettanto crudele. Ma non ne possiamo più. Siamo disgustati dall’applauso che ha ricevuto il fallimento della trattativa con Colaninno&co. Siamo indignati del fatto che una categoria di privilegiati, come è quella dei piloti, condizioni una trattativa industriale. È inconcepibile che in Italia oltre allo Statuto dei lavoratori esista lo specialissimo Statuto Alitalia. Un ricatto a 60 milioni di italiani, un veto alimentato dal vizio della connivenza politica.
L’anno scorso in Italia sono fallite 246mila imprese, 290mila sono i dipendenti a rischio licenziamento e 22mila sono gli esuberi già contabilizzati nel 2008 dalle organizzazioni sindacali. E nessuno ha potuto fiatare: ciascuno chiuso nel proprio angolo di personalissima disperazione. Uno strappo nella vita di centinaia di migliaia di italiani colpiti dalla crisi economica o dalla semplice e brutale delocalizzazione. E per la maggioranza dei quali non esiste alcun ammortizzatore sociale. Figli di un dio minore che guardano alle giacchette verdi di Alitalia con gli occhi fuori dalle orbite. Per i tremila esuberi erano previste infatti tutele che il resto d’Italia senza lavoro si sogna: 80 per cento dello stipendio e per sette anni.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Basta, il gioco è finito. Manteniamo nella nostra coscienza collettiva quell’indegno applauso. Il governo ne tenga conto. E non si faccia vincere da una futile ricerca del consenso spicciolo. L’Italia è da un’altra parte. Guarda coloro che hanno fatto fallire la trattativa come un gruppetto di ubriachi che riescono a camminare solo perché si appoggiano l’uno all’altro. Adesso si cercheranno le responsabilità politiche: Silvio Berlusconi ha fallito su Alitalia. La cordata si è dissolta come neve al sole. Banca Intesa è stata debole. Tutte balle. Neanche il mago Zurlì può riuscire a ragionare con chi non ragiona.
Ma il governo adesso deve avere il coraggio di fare ciò che interessa davvero al Paese e non ai sindacati o ai dipendenti Alitalia. Rimettere in moto e in fretta il nostro trasporto aereo. Non si deve, e le prime dichiarazioni rilasciate dal ministro Sacconi fanno ben sperare, indulgere nel modello Olympic. La disastrata compagnia aerea greca che rinvio dopo rinvio continua a essere sussidiata dai suoi contribuenti. Non si possono immaginare altri prestiti ponte, ricapitalizzazioni, oneri a carico dei contribuenti, manovre oblique che mantengano in vita una corporazione fallita. Il commissario di Alitalia, oggi il capo azienda, proceda alla vendita degli slot e conceda a terzi i diritti di traffico gelosamente custoditi nel portafoglio Alitalia. Si crei in Italia un mercato del volo. Si liberi la rendita Milano-Roma per i migliori offerenti (per la verità il piano Cai comprensibilmente attribuiva quasi tutto a un solo soggetto). Si apra il traffico aereo, anche quello domestico, agli operatori esistenti. Si permetta di far atterrare e decollare da Fiumicino e da Malpensa chiunque garantisca tratte point to point per il resto del mondo. Lufthansa ha già le sue destinazioni internazionali dallo scalo di Varese e in prospettiva ha intenzione di ampliarle. Si moltiplichi l’esperimento.
C’è un ampio spazio perché il governo (unico nel panorama europeo) ribalti questa sconfitta di bandiera come un’opportunità per rendere competitivo e sano il nostro trasporto. Si scardini quella consuetudine assurda per la quale il privilegio di pochi insider fa premio sull’interesse più generale della collettività. E il governo, arbitro, regoli. Faccia pure entrare gli stranieri, ma li metta l’un contro l’altro, affinché le tariffe siano le più competitive e la qualità sotto controllo. Berlusconi non potrà essere ricordato come il salvatore dell’Alitalia, ma come quello dei cieli italiani. Cosa è più importante?
-----------------------------------------------------------
Mario Giordano: Professionisti dello sfascio
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Dopo aver cercato per anni di far fallire l'Italia, sono riusciti a far fallire l'Alitalia. È già un buon risultato di cui ringraziare sentitamente i sindacati. Se c'era bisogno di un'ultima prova, ecco, l'abbiamo avuta: sono loro il grande male del nostro Paese. E se non ci libereremo al più presto di questo strangolamento corporativo, di questa casta di mandarini protetti e garantiti, di questi califfi pasciuti a suon di contratti e ricatti, altro che prendere il volo: anche il Paese resterà a terra come gli Airbus della compagnia di bandiera.
Non so perché la Cgil, l'Up, l'Anpac e gli altri abbiano fatto questa bizzarra scelta: «muoia Sansone con tutti i Filistei». Gusto dell'orrido? Germi di follia? Antiberlusconismo ottuso all'ennesima potenza? Troverete nelle nostre pagine tutte le interpretazioni e le possibili dietrologie. Qui non voglio perdere tempo a esaminare razionalmente il frutto di una follia. Sarebbe come cercare di interpretare quel tale che al manicomio, credendosi Muzio Scevola, voleva farsi tagliare il braccio sinistro. Perché?, gli chiesero. E lui: «Così non mi brucerò la mano».
I sindacati hanno tirato la corda fino all'ultimo, rilanciando sul filo di lana, come avevano già fatto con Air France. La stessa tecnica kamikaze, la stessa aspirazione suicida. Lo stesso risultato: è scappata Air France, è scappata anche la cordata di Colaninno. La differenza è che ora non c'è più nulla da fare. Alitalia, dopo 61 anni di più o meno onorato servizio, chiude i battenti. È fallita. Uccisa. Morta ammazzata. Gli aerei resteranno a terra. I lavoratori a spasso. I resti dell'azienda diventeranno cibo per corvi. Eppure i becchini dell'aquila selvaggia fanno festa. Girotondo intorno al cadavere.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
L'avete vista la foto in prima pagina? Alitalia fa crac e l'hostess ride. Che strano: pensavamo fosse un altro il crac che dà alla testa. Invece guardatela è proprio felice: sprizza allegria da tutto il tailleur. Ma sicuro signorina, c'è proprio da gioire, no? E per continuare la festa che facciamo? Chiudiamo anche due negozi? Tre imprese artigiane? Mandiamo sul lastrico qualche centinaio di operai? Ma sì, dai: sai le risate che ci si fa, con un paio di fallimenti.
Del resto da giorni i furbetti dell'hangarino occupano strade e aeroporti mostrando corde e cappi (la Cai sarebbe il boia?) e slogan del genere: «Meglio falliti che in mano ai banditi». Banditi? Colaninno? Benetton? La Marcegaglia? Il meglio dell'imprenditoria italiana? Quelli che mettono mano al portafoglio e fanno una proposta, assumendosi il rischio in proprio? Davvero sono loro i banditi? O i banditi sono quelli che hanno occupato per anni l'Alitalia, che hanno comandato, dettato regole, posto veti e provocato questo letame, che ha concimato soltanto i loro privilegi?
La risposta è evidente. E per questo l'Alitalia diventa da oggi il segno, il simbolo, la dimostrazione (più morente che vivente, purtroppo) che un Paese in mano allo strapotere dei sindacati non ha futuro. Un Paese in mano allo strapotere dei sindacati muore. L'Alitalia è sempre stato, fino all'ultimo, il posto dove le sigle (tante, troppe) dei lavoratori facevano il bello e il cattivo tempo. Il cattivo (per gli altri) e il bello (per loro). Non a caso, mentre la compagnia di bandiera scendeva nelle classifiche internazionali, mentre il tasso di efficienza di ogni dipendente si riduceva alla metà di quello della Lufthansa, i mandarini della carlinga vedevano crescere i loro privilegi incredibili, compresi l'indennità «per assenza del lettino» e il riconoscimento come orario di lavoro anche della pennica domestica. Il terzo comma dell'articolo 2 del regolamento, quello che disciplina, il «giorno singolo libero dal servizio» è arrivato perfino a stabilire che il giorno libero, per i piloti, dura 33 ore. Proprio così: 7 più di tutti gli altri cristiani.
Ora, voi capite: a questi viziati fra le nuvole, a questi signorotti della cloche, vassalli della regalia aeronautica, che guadagnano come ridere 158mila euro l'anno (più varie ed eventuali) e che hanno avuto la forza di modificare la durata del giorno da 24 a 33 ore, a loro, che cosa importa del fallimento dell'Alitalia? Prenderanno un po' di cassa integrazione e avranno la giornata libera per smarchettare di nascosto, voli privati o servizi all'estero. È per questo che ridono, che sono contenti. Il prezzo delle loro risate, come al solito, lo pagano i più deboli: i lavoratori meno garantiti, innanzitutto. E il Paese, subito dopo.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
È per questo che da sempre i sindacati hanno fatto fallire ogni tentativo di salvataggio dell'Alitalia. Forse vale la pena di ricordare: non è solo la questione delle ultime ore, degli ultimi mesi. È da anni che si mettono di mezzo, ogni volta che c'è un acquirente: anziché accendere un cero e sperare che finalmente arrivi qualcuno a riparare le loro malefatte, questi bonzi troppo satolli hanno sempre trovato un motivo per contestare, una clausola da inserire, un paletto da piantare. Alla fine tutti i compratori se la sono data a gambe levate.
Sono i professionisti dello sfascio, i principi dell'autolesionismo, i gran visir della catastrofe. I sindacati non rappresentano più i lavoratori, non rappresentano più il lavoro. Ma ottengono ancora un potere di interdizione enorme: qualcuno mi sa spiegare perché in Italia hanno diritto di veto su ogni piano industriale? Qualcuno mi sa spiegare perché hanno voce in capitolo su ogni riforma sociale? Il rischio è lo stallo, loro non desiderano altro: le inefficienze garantiscono le rendite di posizione. Così i sindacati si oppongono al rinnovamento della pubblica amministrazione, non vogliono il cambiamento della scuola, protestano contro il salvataggio delle Ferrovie. Da anni bloccano l'introduzione del macchinista unico sui treni, da anni bloccano la quotazione di Fincantieri, da anni bloccano il mercato del lavoro e la crescita dei contratti aziendali. Sono arrivati perfino a boicottare e a contestare le imprese (come Fiat e Della Valle) che aumentavano gli stipendi ai dipendenti. Tanto ai sindacalisti, ricchi di un patrimonio incontrollabile, che importa del salario di chi lavora? Non hanno mai tutelato le buste paga, hanno sempre preferito tutelare il loro potere. E così sono diventati i signori del No: no allo sviluppo, no al futuro, no, soprattutto, al buon senso. Sono rimasti fermi al Medioevo economico e vorrebbero portarci al seguito. A meno che, per una volta, non siamo noi a dire «no» a loro. Per salvare l'Alitalia ormai è tardi, per salvare l'Italia ancora no.
-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Di Pietro l’avvoltoio piomba a Fiumicino
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L’ex pm attacca il governo e rilancia l’offerta di Air France che solo sei mesi fa aveva definito "umiliante". "Questo ultimatum aveva tutto il sapore di un’estorsione aggravata e la procedura è immorale"
Stai male? Hai problemi? Stai perdendo il lavoro? Ti stanno licenziando? Beh, non è finita: tra poco arriverà pure Di Pietro. Il presente è grigio, il futuro è nero, la salma è quasi fredda, ma fa niente: c'è già un becchino alla tua porta. È lui, è il Pupazzone, quello che arrestava i ricchi per consolare i poveri: non ha niente da dire, ma lo dice male. C'è da corteggiare sfortunati e frustrati, invasati e gente in difficoltà, l'Italia dei malori: e lui non può mancare, ieri è arrivato a Fiumicino poco prima delle 16 e certo, ovvio, aveva già trovato qualcuno a cui dare la colpa. Piloti, impiegati e servitrici di snack (dolci o salati) l'attorniavano come si fa col Gabibbo e invocavano «Giustizia!», gli dicevano «Bravo!». Lui li ha ripagati con la consueta suadenza, promesse di arresti: «Denuncerò personalmente al procuratore generale della Corte dei conti, al procuratore generale della Repubblica di Roma e all’Autorità antitrust, perché pensiamo che esistano delle violazioni di legge nella procedura di vendita di Alitalia...». Bravo. Giustizia. È colpa del Commissario, è colpa del governo. «Questo ultimatum che ha tutto il sapore di un’estorsione aggravata». Giustizia. Bravo. «La procedura è a dir poco immorale. Io credo che sul piano tecnico... ». E qui ci fermiamo, c'è un limite anche alle cazzate. Cioè, Di Pietro concorda con la Cgil: lui che non ha mai aderito a un sindacato in vita sua, lui che nel dicembre 1991 era uno dei tre magistrati italiani che non aveva scioperato contro le esternazioni di Cossiga. Di Alitalia non sa nulla, non ha proposto nulla, spara a caso. Il 17 marzo scorso disse questo: «Quella di Air France è un'offerta umiliante, un danno per la compagnia, per le maestranze, per il Paese, una proposta finalizzata unicamente al profitto dell'offerente». Il 23 luglio ha detto il perfetto contrario: «Il governo ha mandato sul lastrico cinquemila persone» mentre loro, anzi «noi», «avevamo trovato una soluzione e un compratore che salvavano il personale». Quale? Air France, l'offerta che aveva definito umiliante. Di Pietro straparla, ma tanto chi l'ascolta? Ieri sera i piloti-kamikaze hanno detto questo: «Si voleva gettare a mare Fiumicino per fare spazio ancora una volta a Malpensa, che ha già fallito tutti i suoi obiettivi». Di Pietro il 17 marzo aveva detto quest'altro: «Malpensa, da sola, vale dieci volte Alitalia e dovremmo tutti impegnarci per salvaguardarla». Però ieri i piloti lo applaudivano. Giustizia. Bravo. Applausi come in certi funerali del Sud, mentre sfila la bara.
-----------------------------------------------------------
Mission impossible per la Livni: evitare il voto in Israele
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Hamas ha fatto un commento davvero speciale alla designazione di Tzipi Livni: per noi sono tutti uguali, però lei è peggio perché è una donna, quindi vorrà strafare. In realtà Tzipi Livni ha un carattere guardingo e riflessivo. E poiché, nonostante gli exit poll gonfiate della nottata, ha avuto soltanto un punto percentuale in più, cioè 431 voti, del suo avversario Shaul Mofaz, sta di certo soppesando il futuro con occhio realistico, e lo vede non facile.
Livni ha un “plus” fantastico: marcia sulle orme sensibili della storia dietro Golda Meyer, primo presidente donna nel 1969, e si unisce, alta, bionda, colta, cinquantenne, al bel treno della storia su cui viaggiano Angela Merkel, Condi Rice, Sarah Palin, Hillary Clinton. Ma in fondo sa che il mondo guarderà a lei con grande aspettativa e si farà una domanda: riuscirà a mandare avanti il rapporto col mondo arabo sulla strada della pace? Come ministro degli Esteri è stata al fianco di Olmert negli incontri con Abu Mazen e nei colloqui (indiretti) con i siriani, e per questo, in tempo di assedio integralista islamico a Israele, è divisa fra l’opinione pubblica interna che vuole vedere la propria sicurezza affidata a mani decise, e il mondo degli “state department” sempre concilianti. E sa che comunque non è tanto lei a decidere sul futuro della pace, quanto una leadership di Fatah oltremodo impegnata in un testa a testa sanguinoso con Hamas che prepara la conquista dell’Autonomia palestinese; dall’altra parte le intenzioni del presidente siriano Assad sono quanto meno ambigue.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La Livni dovrà enunciare il suo programma per la sicurezza e la pace insieme, e non sarà facile. La situazione interna le comporta un compito quasi impossibile: riabilitare il partito di Kadima, rovinato da errori e disgrazie. La prima disgrazia fu l’ictus di Ariel Sharon, suo fondatore e mentore di Tzipi. Ma oggi, oltre alla perdita essenziale dell’unico leader di destra che riuscì a introdurre politiche di sinistra,ormai invise dopo che Hamas ha fatto diventare Gaza una rampa di lancio di missili antisraeliani, Livni deve riabilitare Kadima dagli scandali di Olmert e soprattutto dalla vergogna del risultato della commissione Vinograd che decretò l’insipienza del gruppo dirigente nella guerra del Libano del 2006, compresa lei.
Il fallimento del governo passato disegna una possibile sconfitta alle elezioni, ed è la ragione per cui per cui Netanyahu ha già detto che si aspetta elezioni anticipate immediate, e anche l’area laburista di Barak chiede la stessa cosa. Dopo che Olmert avrà presentato domenica le sue dimissioni al governo restando tuttavia premier per l’ordinaria amministrazione; dopo che Peres, in seguito alle consultazioni, avrà dato l’incarico a Tzipi di formare il nuovo governo, ci saranno 42 giorni di trattative difficili specie con Shas, il partito religioso. Da quel momento la Livni si troverà ad affrontare una delle operazioni più difficili della politica israeliana: la riabilitazione di Kadima alla leadership del Paese. Le elezioni balenano sullo sfondo, ma lei è sempre passata agli esami con 30 e lode. È una ammirevole secchiona. Vedremo.
-----------------------------------------------------------
Toni distensivi ieri da Mosca sui rapporti Usa-Russia
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
rinnovato rapporto tra Mosca e Washington, dopo i tempi della Guerra fredda. «Barattare gli obiettivi raggiunti con cose di poco conto, rinnovando gli stereotipi degli anni passati, rappresenterebbe solo una miopia politica - ha detto Medvedev - nonostante un approccio totalmente differente su alcuni problemi internazionali, siamo convinti di avere tutto l’interesse per stabilire una cooperazione costruttiva a lungo termine». Altrettanto distensive in mattinata le parole del ministro degli esteri Serghei Lavrov: il riconoscimento da parte russa dell’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud «non costituiscono alcun precedente» per altre zone di potenziale crisi nello spazio ex sovietico, in particolare per la Transdnistria e il Nagorno Karabakh.La Russia ha peraltro effettuato ieri con successo il lancio di un altro missile intercontinentale multipla, capace di perforare secondo Mosca lo scudo antimissile americano.
-----------------------------------------------------------
Nepal: guerra aperta ai nightclub
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
È guerra ai nightclub in Nepal, dove gli operatori del settore scendono in piazza per ribadire il loro diritto al lavoro. Su ordine del governo maoista, la polizia nepalese sta effettuando rigidi controlli in bar e locali aperti tutta la notte e dove si esibiscono spogliarelliste e ballerine di lap dance. L’obiettivo è ripristinare la «sicurezza pubblica» a Kathmandu, come spiega il ministro degli Interni. Dalla scorsa settimana, inoltre, le autorità hanno introdotto l’obbligo di chiusura entro la mezzanotte. Un duro colpo per i club, che hanno risentito di un forte calo di clientela. Il provvedimento avrebbe lasciato senza lavoro 80mila persone. In cinquecento hanno protestato nella capitale gridando: «Stop alla repressione dei night».
-----------------------------------------------------------
Hacker pubblica sul web le mail private della Palin
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La posta elettronica della governatrice dell’Alaska è stata violata da un gruppo di sabotatori informatici: indirizzi e-mail e numeri telefonici sul web
Washington - Hacker all’assalto contro Sarah Palin. La posta elettronica della governatrice dell’Alaska è stata violata da un gruppo di sabotatori informatici con la conseguenza, spiacevole, di una vera e propria valanga di e-mail - alcune autentiche, altre apocrife - firmate Palin in giro per il mondo.
E-mail violata Varie pagine internet americane, come gawker.com e Wikileaks, riportano questa mattina alcuni esempi di pseudo-corrispondenza "paliniana" ma anche i recapiti - e-mail e telefonici - di molti "contatti" della governatrice. Primo tra tutti quello della chiaccheratissima Bristol, la figlia maggiore. Dura e immediata la reazione dello staff della candidata alla vicepresidenza. "Si tratta di una clamorosa violazione della privacy della signora Palin e di una grave infrazione alle leggi. Tutti i dati in nostro possesso sono stati traseriti alle autorità competenti perché individuino chi sono i responsabili", dice un comunicato firmato dal direttore della campagna elettorale americana Rick Davis. Nei giorni scorsi avevano fatto molto discutere le critiche del candidato democratico Barak Obama al suo rivale Mccain che in un’occasione aveva detto di non sapere usare la posta elettronica.
-----------------------------------------------------------
Brambilla incredula: "E adesso cosa racconto ai turisti?"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
«Ma si rendono conto i sindacati che cancellando il trasporto aereo danno un colpo mortale al turismo? Alitalia si deve salvare».
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo, Michela Vittoria Brambilla, è al «Forum europeen du turisme» di Bordeaux quando le comunicano lo stop su Alitalia.
Cosa racconterà agli altri ministri europei sulle prospettive turistiche italiane?
«Mi spaventa di più cosa racconterò ai turisti che volevano passare le vacanze in Italia. E che hanno acquistato in anticipo i biglietti della nostra compagnia di bandiera. Proprio adesso che le stime sul settore sono in crescita».
Tutta colpa dei sindacati?
«Commissariata l'azienda, il sindacato doveva assumersi le sue responsabilità perché l'alternativa era ed è, per i dipendenti, ormai una sola: ripartire con una nuova iniziativa che, azzerando tutto il pregresso, rilanciasse il trasporto aereo».
Oppure?
«Oppure chiudere bottega ed andare tutti a casa».
Ma ci sono anche altri responsabili del crack di Alitalia?
«Non nego che, per troppi anni, tutti, a partire ovviamente dagli amministratori dell'Alitalia, hanno gestito questo problema con straordinaria miopia senza tener in nessun conto quelle che erano le sempre più rigide regole che governavano il mercato».
E adesso?
«Mi chiedo cosa accadrà ora alla nostra rete di aeroporti. Il problema è oltre Alitalia: accanto ai suoi 20 mila dipendenti c'è un indotto che occupa un numero superiore di operatori».
Crede che l'Italia non sia capace di fare sistema?
«Evidentemente c'è, in questo Paese, chi preferisce che anche il nostro turismo vada in malora. E questo non mi sembra più il modo di fare oggi una vera politica sindacale».
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Eppure è riuscita a far approvare un provvedimento importante per l'offerta alberghiera.
«Ogni categoria di albergo dovrà avere standard minimi nazionali per quanto riguarda le strutture a disposizione dei clienti».
Un accordo a cinque stelle.
«Ci sono voluti più di 20 anni per fissare queste regole. Ma negli ultimi mesi Stato, Regioni e Province Autonome hanno cominciato non solo a dialogare ma anche ad operare insieme».
Alessandro Usai
-----------------------------------------------------------
Roma: reati in calo grazie ai militari
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La presenza dei militari a Roma ha funzionato e i reati nel mese di agosto sono stati la metà rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il giudizio e il bilancio arriva dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno che ieri mattina ha partecipato al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza dov'è stato esaminato l'utilizzo dell'esercito nella Capitale.
Il comitato di ieri mattina, il primo dopo la pausa estiva, ha quindi ufficializzato i dati che vedono Roma come la città, nel mese di agosto, con un abbattimento di reati che va dal 40 al 50 per cento. Ma la riunione è stata utile anche per tracciare le linee guida sui prossimi interventi in materia di sicurezza: dai nomadi alla prostituzione tenendo conto anche del decoro della città.
E il sindaco Alemanno ha però voluto sottolineare che il bilancio positivo fa pensare «ad una proroga sull'utilizzo dei militari per le strade di Roma, una proroga ci vuole e per questo si sta discutendo a livello parlamentare». Alemanno ha aggiunto poi che il prefetto di Roma, Carlo Mosca, ha sottolineato «l'eccezionale calo dei reati a Roma: nel mese di agosto ce ne sono stati la metà rispetto allo scorso anno. Ci sono quindi segnali positivi ma non bisogna abbassare la guardia e continuare a lavorare molto intensamente».
A questo proposito il sindaco ha proposto che proprio per aumentare sorveglianza e sicurezza si potrebbero utilizzare a Roma telecamere in luoghi simbolo come Gay-street e piazza Navona. Ma l'idea di posizionare telecamere nella cosidetta Gay-street, cioè via San Giovanni in Laterano, a pochi passi dal Colosseo, ha suscitato la contrarietà delle associazioni gay romane. Secondo le associazioni, ciò rappresenterebbe una violazione della privacy. Per questo motivo il sindaco è pronto a rivedere la proposta aggiungendo che «parlerà con i rappresentanti delle associazioni gay».
Nella Gay-street, invece delle telecamere, per la deputata del Pd Anna Paola Concia, è meglio impiegare la polizia gayfriendly, «formata ad hoc per interagire con le comunità omo e transessuali».
Nel corso del comitato provinciale le forze dell'ordine, a trenta giorni dall'inizio dei servizi integrati di controllo, con l'aiuto delle forze armate, hanno giudicato quindi positivo il bilancio sia sotto il profilo della percezione di sicurezza dei cittadini sia in riferimento all'andamento dei reati.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Nel corso della riunione sono stati snocciolati ufficialmente i dati che hanno fatto registrare a Roma il 40% in meno di rapine e il 50% in meno di furti rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In totale ad agosto, infatti, ci sono stati 9690 delitti commessi a fronte dei 15.525 dell'agosto 2007. Il prefetto di Roma e i vertici delle forze dell'ordine hanno quindi tracciato gli obiettivi principali da perseguire nei prossimi mesi con una attenzione particolare agli episodi di bullismo e all'ampliamento della «sicurezza passiva, con telecamere di videosorveglianza installate in luoghi importanti.
Il comitato è stato anche un momento per verificare i punti cardine del patto su Roma sicura che nei prossimi mesi vedrà monitorati i reati che vanno dal caporalato alla prostituzione, anche alla luce della recente ordinanza emessa dal sindaco.
Ultimo punto affrontato quello dei nomadi e del censimento: confermata la data del termine che è prevista per il 15 ottobre poi si procederà alla rimozione degli insediamenti abusivi.
-----------------------------------------------------------
Alfano "grazia" Sabina Guzzanti
>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione
Il Ministro della giustizia interviene sulle offese a Benedetto XVI: «Non concedo autorizzazione a precedere»
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha annunciato in apertura del suo discorso all’ Università Cattolica di Milano, che non autorizzerà i pubblici ministeri a procedere nei confronti di Sabina Guzzanti per l’ ipotesi di vilipendio del Papa al No Cav Day che si è svolto l’8 luglio scorso in piazza Navona a Roma.
«Nonostante il parere favorevole sulla procedibilità - ha spiegato Alfano - nei confronti di Sabina Guzzanti, ho deciso di non concedere l’autorizzazione ben conoscendo lo spessore e la capacità di perdono del Papa che prevalgono alle offese stesse». Il ministro della Giustizia ha quindi aggiunto che la decisione è stata presa anche perchè «la Guzzanti si è assunta le responsabilità di ciò che ha detto. La stagione delle riforme impone di spegnere i focolai e di non appiccare nuovi incendi».
Dopo l'annuncio del ministro della Giustizia il procuratore Giovanni Ferrara e il sostituto Angelantonio Racanelli non potranno far altro che chiedere l’archiviazione per mancanza di un requisito indispensabile per poter proseguire gli accertamenti, preso atto delle prerogative politiche del ministro Angelino Alfano in questa vicenda.
>>Da: lilith
Messaggio 2 della discussione
Bene, almeno la smetterà di farsi pubblicità con un processo, 'sta cretina.
>>Da: ruggero
Messaggio 3 della discussione
Giusto, con questo toglie visibilità a una che ormai non fa più satira, fa solo politica.
>>Da: Nando179764
Messaggio 4 della discussione
aaaahh....Sabina....famme magnà in pace....e vedi un pò de annarlo a pià nel c.....
>>Da: -cerberus
Messaggio 5 della discussione
E un bel chissenefrega no?
-----------------------------------------------------------
Meredith/ Il legale della famiglia della vittima: Sono tre assassini
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
A due giorni dalla prima udienza preliminare per il processo per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, Affaritaliani.it ha sentito l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia della vittima, presente in aula: "Sono tutti e tre colpevoli - dice l'avvocato -. Tre assassini. La giovane poteva essere salvata. Quello che sostengono è tutto falso".
L'INTERVISTA
Siete soddisfatti di essere stati ammessi come parte civile al processo per l'omicidio di Meredith?
"Era il nostro diritto. Non è che ci fossero molte discussioni sulla legittimazione. Quindi è logico, ci siamo costituiti, la famiglia è la parte offesa evidentemente per diretta causale derivazione dalla commissione del reato. Diciamo molto soddisfatti. Era abbastanza automatico".
E' passato quasi un anno dalla morte di Meredith. Che cosa vi aspettate dalla sentenza, che dovrà per forza essere emessa, perchè se no i tre imputati saranno rimessi in libertà?
"Ci aspettiamo che sia fatta giustizia. Sicuramente l'accertamento della verità e la condanna di Guede che abbrevia e il rinvio degli altri due imputati che invece devono essere rimandati a giudizio".
Quindi secondo lei i tre imputati sono tutti colpevoli...
"Tutti e tre, assolutamente. Tutti e tre in concorso. Tutti e tre partecipanti in modo del tutto omogeneo ed equilibrato alle varie fasi dell'omicidio. Quindi non c' è una specifica suddivisione dei ruoli perché in quel momento, in quei momenti, erano tutti e tre insieme".
La relazione portata agli atti dalla polizia scientifica dice che il corpo di Meredith difficilmente è stato spostato, ma la cosa più probabile è che la ragazza, ancora in vita si sia spostata per chiedere aiuto. Quindi poteva essere salvata. Ma tutto va contro le ricostruzioni fatte dagli imputati. Soprattutto quella di Guede..
"Abbiamo visionato la relazione e crediamo sia proprio così. Non c'è dubbio che Meredith potesse essere salvata, indipendentemente dal movimento del corpo. Infatti i periti hanno stimato attorno ai 10 minuti il periodo di sofferenza premorte della ragazza. Che fosse in ginocchio o sdraiata risulta quindi indifferente. Ha avuto 10 minuti di sopravvivenza alle lesioni infette. Per questo poteva essere salvata. Il Guede dice di essere intervenuto tamponando con degli asciugamani. Ma se invece di tamponare avesse chiamato l'ambulanza la giovane poteva essere salvata. Forse non era nelle sue intenzioni salvarla".
La presenza di un testimone, l'albanese che ha dichiarato di aver visto i tre ragazzi davanti alla casa dell'omicidio, chiarisce un po' le cose. Dalla sua testimonianza si capisce che i tre si conoscevano, a differenza di quello che sostiene Sollecito quando dice di non conoscere Rudy.
"Crediamo alle sue parole anche se, qualunque cosa ne dicano le varie parti, non c è solo quel testimone per attestare la conoscenza dei tre imputati tra di loro".
Cioè...
"Cioè il testimone dice che erano assieme la sera del delitto o la sera prima, sul punto c'è un po' di confusione, ed è ritenuto un elemento importante per riscontrare la conoscenza tra i tre ragazzi. Ma non cè solo quell'elemento testimoniale per provare questo aspetto. Ci sono altri supporti probatori che ci dicono che i tre si conoscevano. Per frequentazioni dello stesso gruppo di persone, in particolare i ragazzi che abitavano di sotto, perché visti insieme discoteca. Quindi indipendentemente dall'albanese non c'è dubbio che i tre si c
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
L'avvocato Walter Biscotti, il legale di Rudy Guede, sostiene che nei 12 minuti in cui Meredith è stata uccisa il suo assistito si trovasse in bagno, e di essere in grado di provarlo. Crede a questa ricostruzione?
"Non credo a questa ricostruzione. Dall'idea che mi sono fatto lui era in bagno perché immediatamente prima o, come credo, dopo l'omicidio cioè prima di scappare o in modo contemporaneo mentre Amanda cercava di pulirsi dal sangue e cercavano di riassettare le cose, ci è andato perché preso da un attacco di stress o paura. Altrimenti, non ci sarebbe stato alcun motivo per andare in quel bagno. Infatti se fossero stati da soli, e ipotizzando un incontro sentimentale come lui ha descritto, avrebbe utilizzato quello più vicino alla camera da letto. Invece l'altro bagno era occupato da Amanda intenta a pulire e lavare e lui ha dovuto usare l'altro. E poi sono scappati tutti. Il tutto nel giro di 10 minuti.E poi, solo il giorno dopo, la telefonata ai carabinieri... e la fuga di Guede..."
Si parla della mattina dopo.. a fine mattinata... prima delle 13 i carabinieri hanno ricevuto la telefonata di Sollecito.
"Assolutamente tardiva. Erano tornati a casa (di Sollecito n.d.r.), ritornati la mattina lì, in via della Pergola, senza chiamare le forze dell'ordine, nonostante tutti i vari elementi che risultavano estranei alla routine della casa: la porta aperta, le camere chiuse, il vetro sfondato e cosi via. E invece se ne sono accorti solo nei minuti finali, solo dopo l'intervento della polizia".
Gli aggressori di Meredith avevano preparato tutto. Anche gli indumenti e gli oggetti della vittima lasciati sul letto... che cosa ne pensa?
"E' stato il tentativo di depistare gli inquirenti creando l'ipotesi di un furto. Rovesciando la borsa e le cose di Meredith si doveva fingere una rapina".
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Ma secondo lei qual è il vero movente?
"E' sicuramente sessuale. Quello dei soldi è un movente intervenuto in corso d'opera associandosi e attaccandosi a quello principale. Ma il movente essenziale è quello sessuale".
Lei ha visto Rudy e Amanda. E soprattutto ha notato il loro cambiamento. Pensa che mentano?
"Sono entrambi falsi e costruiti. Rudy l'ha scritto in faccia, Amanda direi quasi...Un viso d'angelo che in realtà è un demone".
Floriana Rullo
-----------------------------------------------------------
Al Qaeda, in venti anni 40 mila vittime
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
“Al Qaeda è in crisi: sta implodendo perchè i suoi metodi non sono condivisi da un’ampia parte della popolazione islamica”. Queste le dichiarazioni di Dell Dailey, che coordina i servizi anti-terrorismo del Dipartimento di Stato. Negli ultimi anni a causa degli attentati suicidi e delle auto-bombe di al Qaeda sono morti molti più musulmani che occidentali, soprattutto in Iraq, dove le tribù si sono ribellate all’organizzazione di Bin Laden. Il bilancio è impressionante: 9500 civili sono morti nel 2007 a causa della violenza estremista nei paesi islamici. Non bisogna però aspettarsi un declino improvviso di al Qaeda. Le zone tribali del Pakistan al confine con l’Afghanistan sono le sue nuove roccaforti.
Preoccupano anche le continue operazioni effettuate da gruppi terroristici legati ad al Qaeda in Nord Africa e in altre parti del mondo. Da ultimo lo Yemen. Al Qaeda nacque a Peshawar fra l’11 e il 20 agosto 1988. Questo è il suo ventesimo anno di attività. In quei giorni si svolse il grande incontro fra i capi del jihad organizzato dallo sceicco palestinese Abdallah Azzam e da Osama bin Laden. Lì apparve per la prima volta il nome “Al Qaida al Askariyya”, la base militare. Daniel Byman, ricercatore al prestigioso Institute for National Security Studies di Tel Aviv, sul magazine americano Slate ha scritto un’analisi sui vent’anni dell’organizzazione. Una delle tante apparse in questi giorni per un periodo di tempo di vita più che consistente per un movimento terrorista.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Se il primo decennale di al Qaeda fu segnato da un successo sensazionale, con le stragi simultanee in Kenya e Tanzania e la prospettiva di conquista di territori da cui lanciare attacchi all’America, questo anniversario è noto come quello della crisi. Di uomini, di idee, di terra, di anime. E’ vero, dice Byman, che al Qaeda è riuscita a espandersi in Bosnia, Afghanistan, Pakistan, Cecenia, Egitto, Iraq, Kashmir, Indonesia, Filippine, Uzbekistan e in Europa, come dimostra il primo messaggio in inglese appena trasmesso da Ayman al Zawahiri, ma il bilancio è a dir poco pessimista. Si calcola che in dieci anni, 40 mila persone siano morte per mano di al Qaeda. È il loro unico bottino, con l’Iraq praticamente bonificato dalla guerriglia islamista. L’Economist parla di “gene autodistruttivo” di al Qaeda e Peter Bergen, autore di volumi sull’argomento, dice che “l’autodistruzione è nel suo Dna”. Uno degli ideologi del movimento, Abu Bakar Naji, nel suo nuovo libro “Edarat al-Wahsh”, che in arabo sta per governo in un mondo selvaggio, abbandona l’idea di califfato e auspica una nuova politica del terrore dentro e fuori la umma. Si parla già di “piani B”.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
All’interno della cupola, si registrano nuovi casi di scisma contro l’uso indiscriminato della violenza. Molti luogotenenti sono stati uccisi e la mente dell’11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, è processato a Guantanamo. A maggio il più grande seminario deobandi, da cui sono usciti numerosi talebani, ha decretato una “fatwa contro il terrorismo”. Dall’Afghanistan è partita una condanna a morte del re saudita Abdallah, che sembra aver abbandonato la nota ambivalenza di Riad e spinto i suoi imam a condannare la teologia delle stragi. Le popolazioni di Iraq, Algeria, Egitto e Arabia Saudita hanno rifiutato l’ideologia qaedista (spettacolare il rigetto a Bagdad). Ma ha ragione John Horgan, direttore dell’International Centre for the study of terrorism, quando dice che al Qaeda ha cessato di essere organizzazione per diventare simbolo al quale affiliarsi. Lawrence Wright, autore di inchieste su al Qaeda, ha riferito al Congresso sul futuro del movimento. “È capace di adattarsi, è flessibile, in evoluzione. Il comando è ridotto rispetto a prima dell’11 settembre e ha trovato un santuario nelle aree tribali del Pakistan. Al Qaeda non ha conquistato nulla di concreto per i suoi aderenti”.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
È stato lo stesso numero tre dell’organizzazione terrorista, Abu Yahya al Libi, in un recente video a spiegare come l’occidente, quello che non ha rinunciato a combattere il jihad, sia riuscito a isolarli. “Dando credito ai jihadisti che rinunciano alla violenza; pubblicizzando le atrocità jihadiste sui musulmani; ingaggiando i religiosi musulmani per tacciare come eretici i jihadisti; sostenendo l’islam che enfatizza la politica rispetto al jihad; screditando l’ideologia jihadista ed esponendo le dispute dottrinali fra jihadisti”. L’Economist invita a partire da questo manifesto. “Dichiarare se al Qaeda sta ‘vincendo’ o ‘perdendo’ dipende dal criterio di giudizio” afferma Byman, autore di “The five front war”. “In vent’anni Bin Laden ha costruito una formidabile macchina terroristica che resta capace di lanciare attacchi letali in tutto il mondo. Ma allo stesso tempo ha scoperto che i suoi piani di conquista del potere e di uno stato islamico sono stati sconfitti”. Vent’anni fa alla nascita di al Qaeda c’era anche Sayyid Imam al Sharif, alias Dr. Fadl. Oggi è uno dei suoi principali accusatori.
Giulio Meotti
-----------------------------------------------------------
Venezuela, Chávez espelle direttore Human Rights Watch
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il ministero degli Esteri venezuelano, Nicolás Maduro, ha comunicato l’espulsione del direttore dell’organizzazione non governativa Human Rigths Watch, José Miguel Vivanco, e del suo accompagnatore Daniel Wilkinson. Entrambi sono accusati di aver attentato contro la costituzione venezuelana e le leggi vigenti, nonché di essersi intromessi eccessivamente negli affari interni del Paese sudamericano, violando la sua domestic jurisdiction. Human Rigths Watch aveva infatti pubblicato nella giornata di ieri un rapporto con il quale accusava il Venezuela di “limitare notevolmente le libertà e i diritti civili e politici dei cittadini”. Le autorità venezuelane hanno accusato, inoltre, l’ong a tutela dei diritti fondamentali dell'uomo di “rispondere a interessi statunitensi e finanziati dallo stesso esecutivo degli Stati Uniti d’America”. Il testo è stato approvato e controfirmato dal ministro dell’Interno e della giustizia, Tarek El Aissami. Maduro, in un’intervista telefonica rilasciata al canale della televisione di Stato, Venezolana de Televisión (Vtv), ha affermato che il governo ha attuato rispettando la costituzione nazionale. Ha infine precisato che Vivanco è stato scortato da funzionari del ministero degli Esteri all’aeroporto internazionale di Maiquetía e obbligato a prendere un volo immediato affinché fosse allontanato del territorio nazionale.
Roberta Salvi
-----------------------------------------------------------
Carbonara
>>Da: Marianna
Messaggio 4 della discussione
Qualche romana può darmi la ricetta della pasta alla carbonara come la fanno a Roma?
Ne vado matta, ma non riesco a farla così buona come la mangio quando vado a Roma. In particolare l'uovo si raggruma. Grazie.
>>Da: Brigitte
Messaggio 2 della discussione
Non sono romana, ma io la faccio così.
Fai dorare l'aglio in padella con olio e peperoncino poi aggiungi la pancetta e abbassa il fuoco, così diventa croccante. In un recipiente a parte sbatti l'uovo intero ( uno a testa ) e mischiaci parmigiano o pecorino e un pizzico di pepe . Poco prima di scolare la pasta riaccendi il fuoco sotto la pancetta in modo che diventi molto calda, scola la pasta e buttala in padella e falla amalgamare bene per qualche secondo, poi butta giù l'uovo e fai cuocere a piacere ( a noi l'uovo piace molto cotto ).
>>Da: Maggye
Messaggio 3 della discussione
NOOOOOOOOO, Brigitte, non me lo dovevi fare!!! L'uovo si mette direttamente sulla pasta appena scolata e deve essere il calore stesso della pasta a farlo raggrumare, non devi fare la frittata di spaghetti!!!
Ah, un piccolo consiglio, con la ricetta che dà Brigitte, probabilmente la pasta viene un po' asciutta, per cui consiglierei di aggiungere al tutto un mestolo o due di acqua di cottura della pasta.
>>Da: Sonia
Messaggio 4 della discussione
La carbonara con l'aglio????????????????
Ma quando mai!
Marianna, ascolta me!
Tagliare la pancetta a dadini e rosolarla con olio e burro.
In un piatto da portata sbattere le uova con il parmigiano grattuggiato.
Cuocere la pasta (a Roma si prediligono i rigatoni) in abbondante acqua salata e scolarla al dente. Versare la pasta nel piatto da portata, mescolare e aggiungere la pancetta.
Spolverare di pepe.
-----------------------------------------------------------
Perchè la gente non ride più?
>>Da: Marianna
Messaggio 2 della discussione
In giro ci sono sempre delle espressioni tra lo stressato e l'incavolato.
La gente sempre più di corsa così a volte mi pongo questa domanda.
>>Da: perla
Messaggio 2 della discussione
Sai che ci pensavo proprio ieri? E' vero, hanno sempre delle facce serie.
-----------------------------------------------------------
Che buffoni...."Non abbiamo chiesto noi di essere salvati"
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 3 della discussione
Io li riporterei là e li lascerei salvarsi per i fatti loro....
La prossima volta facciano un'assicurazione che copre tutte le possibilità. Conto-beffa ai sopravvissuti dell'Himalaya Nones e Kehrer devono versare 33 mila euro per il salvataggio. La Farnesina non paga. «È un'ingiustizia»
Gli alpinisti Walter Nones e Simon Kehrer (Ansa)MILANO — Alla fine del-l'estate nera dell'Himalaya, il Pakistan manda il conto (salato). I soccorsi a Walter Nones e Simon Kehrer, rimasti per undici giorni sulle pareti del Nanga Parbat dopo la morte del capo spedizione Karl Unterkircher, sono costati 48.594 dollari (circa 33.500 euro). Il soccorso pakistano, Ascari aviation limited, ha intestato e inviato la parcella all'ambasciata italiana di Islamabad, che però non intende pagare. Così il conto è stato girato ai due alpinisti professionisti, con il caldo invito a saldare le fatture al più presto. Facendo salire la protesta dei campioni dell'alpinismo contro Pakistan e Italia, accusate di scaricare sui superstiti il costo di una tragedia.
«Per noi è stata una sorpresa amara — si sfogano Walter e Simon — , non ci aspettavamo di dover pagare tanto per un soccorso che non avevamo neppure chiesto. Noi, dopo la morte del nostro compagno, avremmo potuto scendere con gli sci fino al campo base. Ci sentiamo cittadini di serie B, anche se noi stavamo tentando una vera impresa alpinistica: aprire una nuova via che portava onore al Paese. Un qualunque atleta o turista vittima di un incidente all'estero forse sarebbe stato considerato meglio». Ora che l'Himalaya è preso d'assalto dal turismo di massa e le spedizioni commerciali sono sempre più numerose (spesso con alpinisti inesperti, basti ricordare la tragedia del K2 con i suoi 13 morti e Marco Confortola salvo soltanto per le sue doti alpinistiche), i soccorsi pakistani sono sempre più impegnati. E il governo vuole rifarsi delle spese. Alle regole di assistenza si antepongono quelle del mercato, anche per fronteggiare l'invasione (e gli incidenti) degli scalatori poco preparati. La domanda su chi avrebbe pagato i voli degli elicotteri che nel luglio scorso hanno perlustrato la parete Rakhiot alla ricerca dei due alpinisti l'avevano già posta ad Agostino Da Polenza, che dalla sede bergamas ca del comitato Everest—K2—Cnr aveva organizzato i soccorsi dall'altra parte del mondo. La risposta, in quei giorni concitati, variava tra Farnesina e assicurazione. «La richiesta di soccorso è arrivata dal cuoco del campo base — dice ora Agostino Da Polenza — e adesso devono essere le assicurazioni a pagare». «Quando Agostino ha chiamato le nostre compagne per far autorizzare l'intervento degli elicotteri — precisano gli alpinisti — , Manuela e Marta hanno subito chiesto chi avrebbe pagato. A loro è stato detto di non preoccuparsi, che ci avrebbero pensato l'assicurazione e la Farnesina, che aveva stanziato dei soldi. E a noi è stata ripetuta la stessa cosa».
A fine spedizione, il 24 luglio scorso, a smorzare la polemica su chi avrebbe sborsato pacchi di dollari per quel soccorso molto gettonato dai m
>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Tutto il rispetto per lo sport dell'alpinismo, ma è giusto che paghino. Io non so quello che costa una spedizione del genere (immagino tanto), ma risparmiare qualche spicciolo sulla polizza assicurativa non mi pare l'operazione più furba del mondo.
E come se io decidessi di risparmiare sulla r.c. auto rinunciando a determinate coperture per poi pretendere che paghi lo stato gli eventuali danni non coperti.
Che paghino.... dovevano pensarci prima!
>>Da: -cerberus
Messaggio 3 della discussione
Ecco, lette le Dichiarazioni di questi due personaggi, mi vien veramente voglia di riportarli lassù a calci nel sedere.
Il passo più ridicolo, è quello dove asseriscono che avrebbero portato lustro all'Italia aprendo una nuova via.
Ma con che si drogano questi?
-----------------------------------------------------------
Attenzione, centinaia di truffe al giorno su Ebay
>>Da: John
Messaggio 13 della discussione
Invito i frequentatori abituali di Ebay a fare molta attenzione nelle aste a prezzi stracciati su prodotti di Hi-Tech/Telefonia.
Da giorni sto seguendo l'evolversi di due grandi truffe riguardo la vendita tramite asta di un telefono Nokia N95 8GB e un notebook Hp per i quali avevo fatto un'offerta aggiudicandomi l'asta insieme ad altri utenti di Ebay.
Sia il telefonino che il portatile sono stati messi in vendita da utenti che godevano di un'ottima reputazione per via dei tanti feedback positivi ricevuti ma a quanto sembra i reali possessori di quegli account non hanno niente a che fare con quelle aste. Pare si tratti di uno dei tanti furti d’account, sempre più frequenti nel portale.
Purtroppo diverse persone hanno pagato la merce senza riceverla, ca 250 euro per il telefonino e ben 750 euro per il portatile.
A nulla sono valse le mie segnalazioni, l’Help desk di Ebay è intervenuto troppo tardi facilitando i loschi traffici di quei truffatori.
J.
>>Da: Maggye
Messaggio 2 della discussione
Anch'io son andata vicino a farmi fregare. E-bay è diventato una roba insostenibile, furti di account, account che si vendono feedback a 0,01 cent e poi si autolodano. Bisogna soprattutto evitare postepay e i vaglia veloci che non sono assolutamente sicuri.
>>Da: Il Moro
Messaggio 3 della discussione
Tipo schema anche il fatto che perdi l'asta e poi arriva l'offerta.
Per certi importi non penso che valga la pena rischiare su ebay. Alle volte vedo per esempio magliette di marca che costano 70 euro che poi vanno via in asta a più di 40 e se poi non sono autentiche? O risparmi veramente tanto altrimenti il gioco non vale la candela.
>>Da: barbarella
Messaggio 4 della discussione
Mai comprato nulla su e-bay, per fortuna.
>>Da: Nando179764
Messaggio 5 della discussione
a me devono aver rubato un precedente account di iscrizione a ebey che era stato chiuso ...ora capisco il perchè mi arrivono continuamente domande su oggetti messi in asta su ebey. addirittura questa estate mi chiedevono informazioni su una imbarcazione che vendevano a 25.000€ come se fossi io il venditore. poi arrivano avvisi da parte di ebey di controversie per mancata spedizione di vari oggetti. mi chiedevo il perchè......ora è tutto chiarito (ameno spero)
>>Da: -cerberus
Messaggio 6 della discussione
John sono d'accordo con te, sta perdendo la credibilità acquisita in tanti anni.
>>Da: perla
Messaggio 7 della discussione
Non mi sono mai fidata delle vendite online, preferisco acquistare ciò che posso toccare da vicino.
>>Da: Nando179764
Messaggio 8 della discussione
Domanda sull'oggetto - Rispondi ora <SPACER type="block" width="1" height="4"> eBay ha inviato questo messaggio per conto di un utente eBay tramite I miei messaggi. Le risposte inviate tramite email verranno recapitate direttamente all'utente eBay e includeranno il tuo indirizzo email. Domanda da parte di 9marco 9marco( 99<NOSCRIPT></NOSCRIPT>) Feedback positivo: 100% Utente dal: 03-Dic-04 Luogo: TR, Italia Registrato il: www.ebay.it
>>Da: baffo
Messaggio 9 della discussione
Anch'io mi sono avvicinato all'universo di ebay, però (sarà che sono all'antica) non ho mai comprato, non mi sono mai fidato, mi sembra che vada contro le regole basilari di mercato.
Donne e buoi dai paesi tuoi, grande saggezza.
Sono solidale con voi.
>>Da: Lory
Messaggio 10 della discussione
Io ho comprato diverse cose su Ebay, sono stata fregata una volta sola, era un pantalone di velluto della Lewis, c'era tanto di foto, ma quando mi e' arrivato era strappato, naturalmente era stato fotografato nella parte giusta. Comunque erano solo 10 euro, ma la voglia di andare a sbatterglieli in faccia e pretendere il reso del maltolto, e' stata forte comunque.
>>Da: Nando179764
Messaggio 11 della discussione
fino a un anno fa, compravo e vendevo . tra compratori o venditori tutto è stato leale. ho smesso perchè più di una volta la merce veniva trafugata dagli onesti postini. specialmente gli ogetti piccoli come orologi o cellulari. facevano un taglio sulla confezione e poi sopra ci incollavano la busta di celofan con tasca per l'indirizzo in modo che subito non ti potevi accorgere. ho sempre diffidato poi, da chi vendeva a prezzi troppo bassi
-----------------------------------------------------------
Batman si dà alla politica Val Kilmer candidato governatore
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L’attore potrebbe presto seguire le orme di Reagan e Schwarzenegger
Dalle guglie di Gotham City alle polveri di Santa Fe, dalle tenebre del Cavaliere Oscuro al sole del Nuovo Messico. A dar retta ai gossip di Hollywood e alle chiacchiere di Washington la nuova carriera dell'attore Val Kilmer, protagonista di un celebre Batman, è già decisa. Le voci sull'imminente «sequel» di una metamorfosi interpretata al meglio da Ronald Reagan alla Casa Bianca e da Arnold Schwarzenegger in Florida sono legate agli incerti destini politici del Nuovo Messico. In quest'arido lembo meridionale la politica nutre solide certezze solo fino al 2010 quando l'attuale governatore Bill Richardson, un democratico già inserito a suo tempo nella lista dei possibili vice presidenti, lascerà libera poltrona e scrivania. Il primo a evocare un possibile futuro da governatore per il 48enne attore nativo di Santa Fe è lo stesso Richardson. «L'idea non mi dispiace - spiega - Val Kilmer oltre ad esser un Batman di successo è un cittadino di prima classe del Nuovo Messico e la politica si è già rivelata la scelta giusta per molti attori». La «bella idea» come hanno scoperto molti giornalisti era stata annunciata dallo stesso Val Kilmer in un’intervista in cui citava i lobbisti di Washington pronti a puntare sul suo nome.
«A sentir loro sarei un buon governatore e per quale Stato lo potete immaginare», spiegava l'attore che da quando non frequenta più Hollywood alleva bisonti nel suo ranch a sud est di Santa Fe. Ma tra il dire e il fare, come per molti aspiranti politici, c'è un mare di dichiarazioni dimenticate. Le più imbarazzanti sono quelle pubblicate nel 1983 dalla rivista Rolling Stones: l'attore, noto per i toni da «liberal» spregiudicato lamentava di «vivere nella capitale degli omicidi del sud ovest» e bollava i suoi concittadini come «una popolazione di ubriaconi». Allora l'avventato Kilmer fece pubblica ammenda giurando di esser stato citato fuori contesto.
Oggi vista la grigia carriera degli ultimi anni e gli esorbitanti costi delle campagne elettorali si rimangerebbe volentieri l'intera intervista. Ma una speranza ancora gli resta. Se i più ricchi fra i possibili magnati di Santa Fe bevono veramente quanto racconta potrebbero aver dimenticato anche gli sproloqui dello sprezzante Batman «super liberal».
-----------------------------------------------------------
Tra sciiti e sunniti è battaglia sul web
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Teheran. L’eterna guerra tra sciiti e sunniti è arrivata anche sulla rete. Un duro attacco è stato sferrato da un gruppo di hacker sunniti contro centinaia di siti internet sciiti, tra cui il più popolare portale collegato alla comunità irachena. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa iraniana «Fars» che ha segnalato la stessa firma dietro gli attacchi: «Group-xp». «Hacker collegati a Wahhabis (il gruppo islamico sunnita più grande dell’Arabia Saudita, ndr) hanno colpito 300 siti internet sciiti tra cui Al Beit, il più grande del mondo», ha riferito l’agenzia. Il sito è collegato alla fondazione dell’Ayatollah Ali Hussein al Sistani, capo della comunità sciita in Irak. «È stato l’attacco hacker più imponente degli ultimi anni», hanno commentato dall’agenzia, sottolineando che il «Group-xp» potrebbe avere sede negli Emirati Arabi. «Il gruppo fanatico del Wahhabis non vuole che la voce degli sciiti raggiunga il mondo», ha affermato l’Ayatollah Nasser Makarem Shirazi, principale religioso sciita iraniano, condannando gli attacchi.
-----------------------------------------------------------
L’indagine sulla Palin, il marito non testimonierà
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Todd rifiuta di deporre nell’inchiesta aperta contro la vice di McCain. Il procedimento riguarda presunti abusi di potere: accusata di aver licenziato senza motivo il capo della polizia sposato con la sorella
Todd Palin non parlerà. E se potesse inforcherebbe la sua motoslitta, sparendo tra i ghiacciai dell’Alaska per qualche settimana. Da quando sua moglie ha accettato l’incarico di candidata alla vicepresidenza, la sua vita è diventata impossibile. I giornalisti lo braccano, i politici anche. Ma fino al 4 novembre deve stare al gioco ovvero deve continuare a sorridere in pubblico e, soprattutto, a tacere. E non solo perché l’uomo è notoriamente poco interessante: un ragazzone di bell’aspetto, sportivo, ma non certo brillante. Un Big Jim da esibire all’occorrenza. La sua riservatezza è, da ieri, politicamente indispensabile, perché il suo nome appare tra le persone coinvolte nel «Troopergate», una vicenda dal sapore squisitamente locale, degna più di una rivista di gossip che di testate come la Washington Post e la Cnn, ma che sta assumendo rilevanza nella campagna elettorale.
-----------------------------------------------------------
Ancora un attentato contro i militari italiani in Afghanistan
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un ordigno è esploso al passaggio di un convoglio che aveva appena terminato un servizio di pattugliamento. Nell’esplosione un blindato «Lince» è rimasto seriamente danneggiato e uno degli occupanti, il primo caporalmaggiore Attilio Porcaro, è rimasto contuso. L’attentato si è verificato alle 8.25 ora locale nella provincia di Badghis, nell’ovest del Paese. Quando il convoglio della compagnia «Demoni» è sopraggiunto, qualcuno ha attivato la bomba, rudimentale quanto potente, composta da granate e tritolo ed azionata a distanza. L’esplosione è stata potente ma anche stavolta - come era avvenuto il 7 settembre quando un kamikaze si fece saltare al passaggio di un convoglio italiano a pochi chilometri da Herat - le protezioni dei mezzi blindati hanno retto. Per il primo caporalmaggiore Porcaro, 24enne di Montesarchio, effettivo all’ottavo reggimento bersaglieri di Caserta, solo qualche escoriazione e un colpo di frusta.
-----------------------------------------------------------
L’accusa di Medvedev: "La Nato ha scatenato il conflitto in Georgia"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Per il presidente russo ora Mosca è costretta a riarmarsi proprio a causa "di quell'errore". "Ma non vogliamo la Guerra fredda"
«Abbiamo fatto la nostra scelta, un tracciato che non prevede ritorni al passato basati su uno sviluppo autonomo dietro spessi muri». Insomma, la Russia non ha in programma di rinchiudersi dietro una nuova Cortina di Ferro. Dmitry Medvedev, presidente di una Russia ormai protagonista di una politica di aperto confronto con l’Occidente, respinge al mittente le parole di Condoleezza Rice. Il giorno prima, il segretario di Stato americano aveva affermato che Mosca, «sempre più autoritaria al suo interno e aggressiva verso l’esterno», stava facendo una scelta molto pericolosa in primo luogo per se stessa: quella dell’autoisolamento.
Non solo Medvedev, ma anche il premier Vladimir Putin - che sembra di fatto mantenere un saldo controllo sulle leve del potere in Russia - ha replicato seccamente alle accuse della Casa Bianca. Voler gettare su Mosca l’ombra di un ritorno alla Guerra fredda è «una minaccia diretta al nostro progetto di modernizzazione - ha detto Putin -. Il confronto non è la nostra scelta».
Le autorità russe negano che sia in corso un ritorno allo statalismo in campo economico. Giovedì il Cremlino aveva annunciato un intervento statale di 500 miliardi di rubli (circa 14 miliardi di euro) per aiutare le Borse in difficoltà, un’iniezione di liquidità che ricorda interventi simili attuati in Occidente. Ma anche questo ha suscitato dubbi, che il consigliere economico di Medvedev Arkadij Dvorkovich ha cercato di dissolvere: non abbiamo inteso «andare a speculare e ad aumentare la presenza statale nelle imprese e nei settori dell’economia», ha spiegato.
L’altro punto su cui ieri la Russia ha attaccato gli Stati Uniti e la Nato è la Georgia. Secondo Medvedev la Rice «parte da presupposti errati» quando accusa Mosca di perseguire obiettivi geostrategici nel Caucaso. «Abbiamo reagito all’aggressione georgiana. Da parte russa c’è stata un’azione isolata, provocata dall’emergenza. Non ci sono basi per parlare di un effetto domino». Semmai, ha rilanciato Medvedev, è stata l’Alleanza Atlantica a provocare il conflitto nel Caucaso, un errore che ora «costringe» la Russia a riarmarsi per garantire la propria stessa sicurezza nazionale.
Ma nonostante le evidenti difficoltà del momento, il presidente russo ha affermato che le relazioni con Washington rimangono una priorità per il Cremlino. «Abbiamo accumulato un notevole potenziale comune per allargare la finestra di dialogo politico, commerciale, la cooperazione economica ed energetica e gli investimenti - ha detto Medvedev -. Sarebbe politicamente miope sprecare questi risultati e rilanciare gli stereotipi del passato». Nessuna chiusura, insomma, ma gli americani evitino di usare metodi e linguaggi «del passato», che Mosca non accetta.
Roberto Fabbri
-----------------------------------------------------------
Usa, un piano anti-crisi da 1.000 miliardi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Oltre al fondo per ripulire i bilanci bancari, sotto tutela anche i fondi monetari. Bush: Inevitabile, la situazione richiede azioni senza precedenti".
da Milano
Con il Piano Marshall, l’America aveva ricostruito l’Europa devastata dalla Seconda guerra mondiale. Con una cifra 10 volte superiore alla spesa di allora, l’America prova oggi a cementare le proprie fondamenta economico-finanziario, dove l’acqua della crisi si è infiltrata minacciandone le strutture portanti. Potrebbe infatti costare 1.000 miliardi di dollari, per intenderci la stessa cifra con cui il Fmi ha stimato le perdite globali da subprime, lo sforzo da New Deal del terzo millennio con cui Washington intende mettere fine a una delle pagine più nere della storia Usa.
L’imperativo è estirpare il tumore prima che sia troppo tardi, liberando le banche da tutte le scorie velenose accumulate, proteggendole con un fondo-paracadute. Come quello che servì negli anni ’80 a reagire al catastrofico momento di 1.400 casse di risparmio. A questo primo pilastro, annunciato giovedì sera, ne è stato aggiunto ieri un secondo sotto forma di un altro fondo da 50 miliardi che servirà a sostenere i fondi monetari, sottoposti all’ondata dei riscatti da parte dei risparmiatori. Misure di emergenza dal costo altissimo, a carico delle casse federali e, in definitiva, dei già indebitatissimi americani.
Ma non c’era altra scelta. Anche se l’interventismo statale può apparire eccessivo, considerate la recente nazionalizzazione di Aig e l’aver messo sotto tutela Fannie Mae e Freddie Mac, e cozzare contro i principi del liberismo. «Non c’era scelta»: è questo che George W. Bush ha detto ieri a chiare lettere, sottolineando come la gravità della situazione imponga «azioni senza precedenti. Il rischio di non intervenire in modo deciso in questo momento - ha aggiunto - sarebbe ancora peggiore».
-----------------------------------------------------------
Trattato di Bengasi, svolta storica per le Pmi italiane
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Più petrolio e più gas. Ma non solo. Lo storico «trattato d’amicizia», firmato il 30 agosto scorso a Bengasi dal premier Silvio Berlusconi e da Muammar Gheddafi, chiude la pagina coloniale e apre le porte al made in Italy. In particolare nei settori della meccanica e dei beni di consumo, del turismo, dell’agroalimentare, delle costruzioni. Spariscono di fatto le limitazioni e gli oneri specifici per le aziende italiane che vogliano investire in Libia. E sparisce anche l’inutile Agenzia italo-libica istituita nel 1998, ma che non ha mai funzionato.
Sono poi in corso accordi negoziali per i crediti che le aziende italiane vantano nei confronti del governo libico e che ammontano a circa 650 milioni di euro. Sono questi, in sintesi, alcuni punti dell’accordo suddiviso in 3 capitoli e 23 articoli. Il trattato (diventerà legge dopo la ratifica del Parlamento) contiene una serie di principi generali sui rapporti tra i due Paesi e sulle nuove opportunità per le aziende italiane che operano in Libia.
Accordi economici. È il capitolo più importante in tema di imprese e sviluppo economico. L’articolo 8 prevede, infatti, il pagamento da parte del governo italiano di 5 miliardi di dollari in rate da 250 milioni per 20 anni mentre l’articolo 9 obbliga la Libia a «eliminare procedure e regolamenti che ostacolino le aziende italiane». Tutto questo, secondo l’avvocato Paolo Greco, da oltre 7 anni a Tripoli e socio dello studio legale Petrucci & Associati, significa l’abrogazione della legge 70 del 1980 che impone forti limitazioni e oneri per le società italiane che intendano aprire entità legali in Libia. La svolta storica non riguarda solo le grandi aziende come Eni, Impregilo, Iveco, Agip, Telecom, Italcementi e altre, ma anche attività di più piccole dimensioni.
-----------------------------------------------------------
Alitalia, l'Anpv: noi pronti a firmare
>>Da: andreavisconti
Messaggio 15 della discussione
Il ministro Tremonti: "Esclusa la nazionalizzazione". Letta: "Nessuna alternativa a Cai". Bonanni: "Se Epifani telefonasse a Colaninno...". Gli assistenti di volo aprono. Sacconi: adesione responsabile. Veltroni attacca il governo ma dice: trovate un'intesa.
Milano - Il giorno dopo il no della Cai, davanti allo spettro del fallimento, si tenta di riallacciare il dialogo spezzato all'ultimo miglio da Cgil, piloti e personale Alitalia. Le sigle sindacali "dissidenti" si sono incontrate col commissario straordinario, Augusto Fantozzi. E che vi sia un filo, seppure sottile, per terminare anche "l'ultimo miglio" e salvare Alitalia lo pensa anche Silvio Berlusconi. Vincere la sfida, sarebbe la convinzione del premier, ancora si può. Anche se, a sera, prima di partecipare a una cena di europarlamentari del Patito popolare europeo che "la situazione è molto difficile, molto complicata. I protagonisti non hanno capito quale responsabilità si sono assunti...". Ora insomma la palla è in campoavverso: ai piloti e alla Cgil.
Anpav, primo sì L’Anpav ha deciso di aderire all’accordo quadro sul salvataggio di Alitalia sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl con governo e Cai. Nel dare la sua disponibilità, si legge in una nota, l’organizzazione degli assistenti di volo osserva che "l’invarianza salariale a fronte di un aumento della produttività nel rispetto della normativa europea vigente è condizione ineludibile". È quanto si legge in una nota firmata dal presidente dell’associazione Massimo Muccioli.
Sacconi: adesione responsabile Nessuna resa ma un'adesione significativa, una responsabile presa d'atto della situazione Alitalia. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi commenta così l'annuncio dell'Anpav. "L' adesione dell'associazione professionale degli assistenti di volo è significativa perché non costituisce per essa rinuncia alle legittime opinioni, ma la responsabile presa d'atto di una situazione altrimenti senza sbocchi se non quello tragico del fallimento. Non si tratta di chiedere ad alcuno una forma di resa, ma solo una riflessione sulla gravità dello stato di fatto e sul contributo che ciascuno può dare per garantire un futuro ad Alitalia".
Tremonti: nessuna nazionalizzazione Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è intervenuto in Consiglio dei ministri sulla vicenda Alitalia. Tremonti non ha nascosto le difficoltà della situazione, escludendo però l’ipotesi di nazionalizzare Alitalia. È quanto riferiscono fonti di governo.
-----------------------------------------------------------
Lodovico Festa: Il marasma Cgil dietro le follie di Epifani
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Prevarrà un briciolo di ragione nella Cgil? Si potrà ancora salvare l’Alitalia? Comunque, vanno fatti i conti con l'ultima follia di Guglielmo Epifani: affidare i destini della più grande confederazione italiana a un’associazione corporativa di piloti.
C’è anche una pista politica? Il quotidiano rutelliano Europa ha un editoriale di Enrico Letta che non assolve il proprio partito: «Hanno perso tutti». Fa poi notare, con un titolo malizioso («Walter fa solo l'americano») che il leader del Pd - come in tutti gialli che si rispettano - è scappato a New York per darsi un alibi. È sicuro che Veltroni ed Epifani si siano scambiati un punto di vista, ed è probabile che Walter abbia detto al leader Cgil, che vuol fare l’eurodeputato e anche scegliersi «l'erede» (Susanna Camusso), «Mi raccomando non rendere la vita troppo facile né a Berlusconi né a Colaninno e Passera che tramano con D’Alema e i suoi protetti, Bersani ed Enrico Letta». Ma se c’è stato, è il complotto degli inesistenti. E non spiega a fondo la follia di Epifani.
Per capirla bisogna considerare come la trattativa Alitalia si intrecci a quella parallela con Confindustria sulle forme di contrattazione nazionale. Emma Marcegaglia ha presentato in questi giorni una proposta che tiene conto in larga misura delle proposte sindacali sull’inflazione da prevedere come base per gli accordi nazionali, spostando poi la trattativa sulla produttività a livello aziendale. Cisl e Uil hanno apprezzato la proposta. La Cgil ha fatto sapere che «bisogna allargare il tavolo», il solito modo per prendere tempo e segnalare il proprio panico.
-----------------------------------------------------------
Cossiga:Epifani ha agito da comunista solo per battere il governo
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
L’ex capo dello Stato Cossiga: «Schierandosi con i piloti, il segretario della Cgil ha seguito la logica del vecchio Pci: pur di colpire l’avversario ci si allea con chiunque»
da Roma
Presidente Francesco Cossiga, il sindacato vola. Alitalia non più.
«Specifichiamo: la Cgil vola. Un sindacato che ha dimostrato in questa vicenda il suo tratto più caratteristico, la politicità. Il motivo per il quale Giulio Pastore, in un famoso discorso a piazza San Giovanni, annunciò la scissione dei lavoratori cattolici e socialdemocratici. Io c’ero».
Ha prevalso il fattore politico.
«Ha prevalso una considerazione semplice: battere, in un momento delicato, il centrodestra. Per Epifani e Veltroni un grosso successo politico. D’Alema, che capisce e sa che certe vittorie si pagano, difatti tace».
Veltroni ispiratore di Epifani?
«Non c’è bisogno di ordini, la Cgil è cinghia di trasmissione del partito».
Anche se non è più il Pci?
«Nulla è cambiato, se non che il segretario è un comunista-non comunista come Veltroni, che a differenza di me e D’Alema non ha letto un solo rigo di Marx... Come sa, lui è kennediano, clintoniano, obamaniano. E di conseguenza, si suppone, anche marilynmonroeiano, lewinskiano...».
Si fermi lì, di supposizione in supposizione non si sa dove si finisce.
«Ha ragione: anche perché, come Rutelli, anche Veltroni appartiene a una famiglia papalina».
Altro che mentalità nuova: tra Pd e sindacato i rapporti di sempre...
«Anche se non comunista, in tanti anni a Botteghe Oscure Veltroni l’atmosfera del Pci l’avrà pure assorbita. Ed Epifani, che è veramente comunista e abile, ha seguito istintivamente la strada migliore. Ha picchiato e vinto la partita».
A costo di allearsi con il sindacato autonomo dei piloti.
«Era la logica del Pci: pur di battere l’avversario, ci si allea con chiunque. Ricordo un Togliatti pronto a rimangiarsi l’accusa di fascismo all’Uomo Qualunque di Giannini, pur di combattere la Dc...».
-----------------------------------------------------------
Belli e telegenici Com’è chic fallire tra fard e mostrine
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Erano come il contadino di Jannacci, quello a cui portavano via «la casa, il cascinale, la moglie, i dischi di Little Tony e un figlio militare». E lui? Ridacchiava. Ma se l’è, matt? E matti, o almeno insopportabilmente sciocchi, sembravano anche quei dipendenti Alitalia che al funerale del loro posto di lavoro hanno reagito esultando e rilasciando dichiarazioni deliranti, senza la decenza di capire cosa significa fallire. Quelli che non sono stati portati via in camicia di forza solo grazie alla legge Basaglia e perché più che lavoratori preoccupati sembravano comparse ingioiellate scappate dal set di «Centovetrine».
Già, perché a tutti è parsa insensata e senza vergogna la sceneggiata di questo esercito di finti martiri impunturati, che - belli da morire - ostentavano bracciali, mostrine e unghie pittate a favor di telecamera. Non sia mai che la notorietà bussi e mi trovi in disordine. Perdevano azienda e stipendio e invece di avvilirsi come le canzoni di Masini applaudivano garruli, che magari la Gabanelli girava una puntata di «Report» e si spiccava il volo dagli hangar all’Auditel. Mancavano solo la banda e gli sbandieratori di Asola a incorniciare una felicità che faceva rima con oscenità. Perché quella soddisfazione sputata nei piatti degli italiani all’ora del Tg ha nauseato tutti come i ragazzini viziati che si bullano delle bocciature perché non hanno genitori pronti a far volare i manrovesci.
E gli sforzi fatti per salvare le famiglie? Le apprensioni di chi si sentiva solidale perché dalla cassa integrazione (quella seria) ci era passato? Tutto nascosto sotto il fard e la messa in piega da bambascioni cresciuti a privilegi e vitello grasso. Roba da Élite-alia, altroché. Perché se sei felice di aver perso il lavoro, o sei tarato come quelli che offrono da bere al vigile che ritira loro la patente, oppure il lavoro non ti serve. E se non ti serve, dimènticati gli ammortizzatori sociali con cui tenere al caldo il tuo fondoschiena fasciato da tailleur verde speranza.
Nessuno avrebbe preteso scene di giubilo alla firma di un accordo che comunque prevedeva sacrifici, ma nessuno si aspettava facce beate davanti al disastro. Le stesse espressioni che si dipingono quando si strappa una collanina di corallo a due euro in qualche suk a Sharm. Sorrisi da poco, che spariranno presto per ricomparire in un’agenzia di lavoro interinale, quando la responsabile dirà ai disoccupati «le faremo sapere». Ecco, a quel punto esulteranno meno, ma chiederanno comunque «trucco! trucco!». Da qualche parte una telecamera ci sarà, no?
Marco Zucchetti
-----------------------------------------------------------
«Quei sorrisi un’offesa per chi lavora sul serio»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Detto dai pochi veneti che ancora ci lavorano, «sono dei mona». Detto dai più numerosi napoletani emigrati, «’na chiavica». Sono le quattro del pomeriggio davanti ai cancelli della Fincantieri, quattromila operai che fabbricano transatlantici e sono «cugini di Alitalia», come dice uno di loro: «Alla fine, il nostro padrone è lo Stato». E secondo le migliori tradizioni, tra parenti non corre buon sangue. «Quelli guadagnano un sacco di soldi ma se ne fregano, è rimasta proprio un’azienda statale, se ne stanno in malattia, non vogliono far niente, volano in cinque su aerei dove in altri Paesi ne vedi tre. Sa, io ho viaggiato».
Il turno è finito a Porto Marghera, escono a gruppetti, la maggioranza sono stranieri (soprattutto albanesi, slavi, cingalesi), se ne vanno in bicicletta oppure corrono a prendere i bus che li porteranno nelle periferie popolari che cingono la Serenissima. In fabbrica si è parlato poco di Alitalia, i sindacalisti della Cgil hanno letto un promemoria in mensa, chi c’era adesso sa che «la Cgil ha fatto bene a rifiutare, l’offerta era sfavorevole ai lavoratori e tutta sbilanciata verso gli imprenditori amici di Berlusconi», oppure che «il governo ha affondato l’accordo perché l’Alitalia fallita costerà molto meno».
E i piloti strapagati che scioperano? L’esultanza per la rottura delle trattative? «Questo è un altro discorso». «Una presa in giro», «una vergogna», «uno schifo», «un’offesa per chi lavora veramente», «un errore», «spettacolo fastidioso»: il grosso dei lavoratori, la cosiddetta «base», che ammette tranquillamente di non avere la tessera del sindacato «perché quelli si fanno soltanto i cazzi loro», è un esempio di pensiero unico e multiforme. Ma la rabbia per i privilegi si mescola alla rassegnazione che finirà «come tutte le cose statali»: cioè pagherà Pantalone.
-----------------------------------------------------------
Claudio Borghi: E adesso basta bizantinismi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il «mostro» è una cosa che si discosta talmente tanto dalla norma da risultare incredibile, paurosa, quasi oggetto di meraviglia e stupore secondo l’etimologia latina della parola. Ebbene: secondo questa definizione non si è mai visto in tempi recenti un mostro più mostruoso del giubilo dei lavoratori di Alitalia all’annuncio del ritiro della proposta di acquisto da parte di Cai. Ben venga il mostro. Siamo un Paese arrugginito, addormentato, talmente abituato alle nostre anomalie che il trillo della sveglia non serve più, occorre il secchio di acqua gelata e speriamo che basti, perché il passaggio successivo è la rianimazione. Il mondo è cambiato ed evidentemente c’è chi sogna ancora.
La cronaca di questi giorni ci fornisce una clamorosa pietra di paragone: per evitare il peggio, due colossi come Merrill Lynch e Bank of America, che insieme contano più di duecentosessantamila dipendenti, hanno deciso di fondersi concentrando la trattativa in un solo fine settimana e lo stesso amministratore delegato di Merrill, in conferenza stampa, alla domanda su quale sarebbe stato il suo ruolo nella nuova società ha risposto candidamente che di questo non si era ancora discusso, perché l’importante era salvare la società. Da allora i titoli Merrill sono quasi raddoppiati di valore.
Noi invece, per una compagnia aerea che in condizioni normali sarebbe a terra da anni, dobbiamo subire un umiliante teatrino dell’assurdo infinito, con interlocutori diversi ma con la stessa scenetta del rilancio, della lettera di chiarimenti, della controproposta da discutere approfonditamente. Ora basta davvero. In un mondo normale c’è un mercato anche per il lavoro: pretendere un certo reddito è semplicemente un controsenso, indipendentemente dai guadagni dei colleghi esteri: un impiegato a Londra o a New York guadagna tre volte ciò che guadagna un italiano, però, se qualcosa va male, tutto nello scatolone e via a cercare un altro lavoro.
-----------------------------------------------------------
Mario Giordano: «E se la chiamassimo la strage di via Epifani?»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
C’è anche il lettore spiritoso. E poi c’è quello infuriato, quello sdegnato, quello sgomento. Ce ne sono di tutti i tipi fra le centinaia e centinaia che in queste ore hanno fatto arrivare in redazione messaggi in ogni modo, via mail, telefono o posta tradizionale. Tutti hanno in comune una cosa: condividono la denuncia contro i mandarini del sindacato kamikaze. C’è chi si sfoga, chi s’interroga, chi propone misure drastiche, chi chiede di ripubblicare le inchieste sul giro d’affari della Cgil, che come sapete custodisce i bilanci come il Vaticano il segreto di Fatima. Qualcuno propone addirittura uno sciopero contro i sindacati, una specie di nemesi storica, di impraticabile legge del contrappasso all’insegna del «chi di cobas ferisce di cobas perisce».
I messaggi arrivati in redazione, d’altra parte, combaciano alla perfezione con quello che si respira nel Paese, nelle strade delle città, sui tram, nei bar, fra la gente comune, fra le persone normali, quelli per cui il giorno dura sempre 24 ore (mica come i piloti che possono farlo diventare di 33 ore), quelli che non vanno a lavorare con l’autista mandato dall’azienda e faticano a farsi retribuire quando restano in fabbrica fino all’ultimo minuto, figurarsi se c’è qualcuno che paga loro pure i giorni di riposo.
Anche i sondaggi lo confermano: per la maggior parte degli italiani la colpa del fallimento della trattativa Alitalia è della Cgil e dei piloti. E con buona pace degli affannosi proclami di Fassino (ma non doveva occuparsi della Birmania?) e di Veltroni in gita a New York (ma non doveva occuparsi dell’Italia?), solo il 10 per cento degli intervistati addossa qualche responsabilità al governo. Chissà che stupore per i bonzi della cloche dorata. Ma in realtà si stupiscono solo loro: agli altri è abbastanza evidente che ormai i sindacati non li comprende più nessuno. Sono lontani dal Paese, non lo capiscono e non si fanno capire, parlano un linguaggio esoterico e sconosciuto.
L’altra sera sono capitato in mezzo a un dibattito sull’Alitalia in cui c’erano tre di loro: mi sembrava di essere un marziano piovuto per sbaglio a Trastevere. Li ho sentiti arrampicarsi sugli specchi dei loro formalismi, li ho visti specchiarsi dentro le circonlocuzioni che nascondono il loro nulla.
-----------------------------------------------------------
Nicola Porro: Addio al liberismo?
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il liberismo non è finito. Diciamo così: è sospeso. L’idea che le libere interazioni tra miliardi di individui, all’interno di una cornice di regole date, sia preferibile, anche eticamente, alle decisioni di pochi, resiste. L’America di Paulson utilizza gli strumenti del New Deal, ma non è l’America di Roosevelt. Vediamo di capirci. Il rischio che si corre è altissimo. Di fronte ad una crisi finanziaria molto seria l’intervento dello Stato ci sarà.
In una prima fase le autorità americane hanno preso per buono l’insegnamento di Benjamin Strong, presidente della Fed negli anni ’20. Diceva il preveggente Strong: «Per evitare la prossima crisi bancaria occorre inondare le strade di quattrini, di liquidità». Così che le imprese non soffrano del rarefarsi del credito e possano continuare per la loro strada produttiva. Morì nel 1928, la crisi bancaria arrivò e nessuno seguì i suoi insegnamenti: l’America precipitò in un incubo. Questo errore oggi non è stato commesso: le banche centrali di tutto il mondo hanno inondato le strade di liquidità. Ma non è bastato.
La Fed ha poi utilizzato al massimo il suo potere di convincimento: la tal banca si fonda con la talaltra. È il caso di Bear Sterns e poi di Merrill Lynch. Ma non è bastato.
Solo a questo punto si è rotto il meccanismo collaudato e il governo americano ha messo pesantemente i piedi nel piatto. Tirando fuori dal suo portafoglio (sarebbe meglio dire quello dei contribuenti americani) mille miliardi di dollari per comprare carta finanziaria, oggi invendibile, e metterla in un enorme congelatore. Il freddo può far bene, pensano a New York, e finita la tempesta, si possono sciogliere i ghiacci e rivenderli senza perdere. Un meccanismo già adottato dalla presidenza Reagan, che statalista non si può definire.
-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Azione vecchi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Che le polemiche italiane su fascismo & antifascismo siano un caso unico al mondo (neppure in Germania ridiscutono tanto del nazismo, o se lo fanno è nei luoghi deputati) è qualcosa che si ripete stancamente prima di stampare una nuova paginata sull’argomento: c’è quasi da arrendersi. Ridiscutere oggi di Salò, ma così pure rialzare i toni sugli Anni di piombo e su Piazza Fontana, su Pinelli, su Sofri, è anche il modo con cui parte della classe politica e giornalistica ricerca dei brandelli di giovinezza: non possono raccontarsi d’aver sempre vissuto in quella cinica pietraia che oggi sono diventati la politica e il giornalismo. Gente che leggeva Hilferding e oggi Dagospia, che frequentava i Campi Hobbit e oggi una ballerina Rai. Il Dopoguerra e gli anni Settanta ormai sono i dildo con cui si titilla la generazione di vecchi che tiene in ostaggio il Paese: accolti e stampati da giornalisti a loro affini anche nell’età. Non ne parlano al bar perché sono al potere. Una sciagura va dunque scongiurata: che ci si mettano anche giovani, a scimmiottare. Leggere che Azione Giovani interveniva nel dibattito sul fascismo faceva venire il capogiro. Apprendere che ad accapigliarsi sui morti fascisti e comunisti erano le freschissime Giorgia Meloni (An) e Pina Picierno (Pd) era patetico a esser gentili. Vi prego, voi non dovete essere come loro. Siete già migliori di loro.
-----------------------------------------------------------
Arrestato in Spagna il boss Santafede
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Blitz dei carabinieri a Barcellona. Il camorrista è nell'elenco dei 100 più ricercati d'Italia. Preso pedinando alcuni parenti. L'uomo, condannato a 14 anni, era ricercato per traffico di droga
Roma - I carabinieri di Roma hanno arrestato la scorsa notte in Spagna Mario Santafede, 55 anni, latitante dal 2004 e inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi per fatti di criminalità organizzata, stilato dal ministero dell'Interno. I carabineri del Nucleo Investigativo di Roma hanno arrestato Santafede a Barcellona, in un appartamento nella zona residenziale, in collaborazione con la polizia spagnola. Al latitante gli investigatori romani sono arrivati pedinando alcuni parenti. Santafede era ricercato con un mandato di cattura internazionale per scontare una pena di 14 anni ed è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
-----------------------------------------------------------
Camorra, scoppia la guerriglia dopo la mattanza
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
Castelvolturno, tensione dopo la strage. Una folla di stranieri sfascia negozi e auto: "Non siamo pusher". I sicari del clan dei Casalesi travestiti da carabinieri e armati di mitra. Sparano 120 colpi: sette morti, un italiano e sei extracomunitari. Un altro è ferito grave
da Caserta
Dopo la strage esplode la rabbia e la violenza degli immigrati africani di Castelvolturno. L’inferno di fuoco, scatenato la sera prima da una mezza dozzina di sicari della camorra «casalese», nella piccola sartoria situata lungo la via Domitiana, e nel quale sono stati uccisi sei extracomunitari, ha spinto in piazza la comunità nera tra cui anche donne con bimbi al seguito. Almeno una cinquantina di persone che hanno fatto le barricate. E si è vissuta così un’altra giornata di tensione.
La strada Domitiana è stata ostruita da cassonetti di spazzatura, materassi e auto ribaltate poi messe di traverso; uomini armati di pali, spranghe e pietre a sfasciare negozi e macchine al grido di «italiani bastardi». Sassate anche contro i passanti dalla pelle bianca.
È dovuta intervenire la polizia con azioni di contenimento cercando però di non esacerbare ulteriormente gli animi: ci son volute ore per riportare la calma.
Erano tutte africane le sei vittime massacrate con almeno 120 proiettili, esplosi da due pistole e un micidiale Kalashnikov a Castelvolturno, mentre qualche minuto prima il commando della camorra aveva già eliminato un’italiano in una sala giochi della vicina Baia Verde. Obiettivo, il titolare, Antonio Celiento, 54 anni. Sette morti nel giro di pochi minuti.
A Castelvolturno, i killer sono arrivati a bordo di un Suv nero e due moto. Alcuni indossavano le pettorine con la scritta «carabinieri» e impugnavano le palette del ministero della Difesa. I falsi militari hanno aperto il fuoco, senza lasciare scampo agli immigrati ma, consegnando un messaggio inequivocabile a chi di dovere: qui comandiamo noi. Il locale dove è avvenuto l'eccidio, infatti, non era una semplice sartoria ma il luogo dove gli africani si davano appuntamento per la spartizione della droga, che facevano arrivare in Italia attraverso i propri canali.
Quando i poliziotti sono entrati nella sartoria «Ob.Ob Exotic Fashions», solo due immigrati respiravano ancora, gli altri cinque erano morti. Uno dei due è poi deceduto in ospedale: in un calzino aveva 700 euro, probabilmente, il frutto del suo lavoro di spacciatore.
A Castelvolturno da tempo sarebbe in atto un riassestamento del clan, provocato dagli arresti dei boss, tra questi, Francesco Bidognetti. Le redini della cosca sarebbero state prese dagli ex killer di Bidognetti, Alessandro Cirillo e Giuseppe Setola, entrambi latitanti. Proprio durante la fase del ricambio ai vertici della banda, i narcotrafficanti africani avrebbero cercato di approfittare della situazione, rifiutandosi di pagare la tangente ai casalesi, su ogni partita di droga importata. Da qui, la sentenza di morte della camorra.
Gli investigatori non hanno dubbi nel sostenere che l'uccisione di Celiento e la strage della sartoria, siano stati commessi dallo stesso commando. Diverso il movente. Celiento potrebbe essere stato ucciso per non aver pagato ai casalesi la tangente sul locale.
Carmine Spadafora
-----------------------------------------------------------
Walter in fuga a New York scopre l’alba
>>Da: andreavisconti
Messaggio 6 della discussione
Mentre il Pd fa i conti con il fallimento della trattativa, il leader beve cocktail in tournée per il suo romanzo
Volete ridere? Provate a telefonare alla sede del Pd. Scusi, mi passa il segretario di partito? «Mi spiace, è partito».
Ma come sarebbe? Ma che vuol dire è partito? È andato alla toilette? No, più lontano. È in riunione con Antonello Soro? No, più lontano. È tornato a Sabaudia, di metà settembre, in costume da bagno con 10 gradi centigradi e la tramontana che ti fa venire le ginocchia blu? No, più lontano ancora.
Ma dico: che aspettate? Chiamate i gendarmi, l’ufficio leader smarriti, chiamate «Chi l’ha Visto», sguinzagliate i cani, ma insomma trovatelo. Guarda un po’ se non ti fanno preoccupare, questi segretari di oggi. Ti distrai un attimo, e questi scappano di casa. E proprio mentre in patria combattiamo la guerra più importante dai tempi di Caporetto: sul tavolo non c’è la linea del Piave, ma gli aerei di linea. Fate voi: Alitalia precipita, crac alle porte, tumulti di hostess per le città, insomma siamo sul ciglio del burrone, l’anticamera dell’inferno, e Veltroni dove si è nascosto?
Per scoprirlo, apriamo i giornali: in prima pagina ci sono le cronache dal fronte aereo, ricatti, doppiogiochi e interessi di bottega. Poi, poco più giù, c’è la fotina di Walter che sembra appena uscito da un centro di bellezza: la pelle spianata, il completo buono, e un sorriso a sessantacinque denti che ricorda vagamente quello di Jimmy Carter. Sta bene, è ancora vivo: accanto lui non ci sono Epifani e Angeletti, ma Kathleen Kennedy e Ingrid Betancourt. I guai di casa nostra (che poi è anche casa sua) pare non lo sfiorino, anzi in mezzo ai quei vip sembra persino contento. E sapete perché? Perché se gli aerei italiani non decollano più, l’ultimo con la benzina nel serbatoio l'ha preso Veltroni per andare a New York a promuovere il suo libro. Non ci credete? Ecco la surreale cronaca del Corriere: «Il leader del Pd corre nella Grande Mela per prendere una boccata d'aria, lontano dall’asfissiante clima politico che da mesi lo perseguita». E ancora: «Nessuno si è stupito se Veltroni, sollecitato a commentare i fatti italiani, si è sempre rifiutato».
-----------------------------------------------------------
Al Qaeda minaccia nuovi attentati
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Al Qaeda promette nuovi attacchi e proclama che il suo leader Osama Bin Laden «è in buona salute», in un video diffuso sui siiti jihadisti in occasione dell’11 settembre. Il video era stato preannunciato l’8 settembre, ma la sua diffusione è avvenuta oltre una settimana dopo l’anniversario degli attentati al Pentagono e alle Torri gemelle. Il video «I risultati di sette anni di Crociate» dura circa un’ora e mezza e contiene discorsi del numero due di Bin Laden, Ayaman al Zawahiri, del leader di al Qaeda in Afghanistan, Mustafa abu al Yazeed e altri. Vi è anche il testamento video di uno dei dirottatori dell’11 settembre, Saed al Ghamdi, il cui passaporto fu trovato fra i resti dell’aereo precipitato in Pennsylvania.
«Informiamo le forze della croce e i loro agenti apostati che la prossima politica dei mujahidin, a Dio piacendo, è di grandi attacchi su ampia scala », dichiara Mustafa abu al Yazid in uno dei discorsi registrati, secondo la trascrizioni del centro Site di analisi d’intelligence, citata dai media americani. È invece il mullah Mohammed Hassan Rahmani , consigliere del leader spirituale dei talebani, il Mullah Omar, a parlare di bin Laden. «Lo sceicco Osama è in buona salute e chiediamo a Dio di proteggerlo e far fallire i tentativi di colpirlo da parte dei nemici della nazione», afferma. Al Zawahiri esorta i musulmani a non dimenticare di combattere «il nemico interno», ovvero i governi arabi, vantando progressi in Somalia e Nordafrica.
Un altro esponente di al Qaeda, lo sceicco Attiya, nega che gli americani e il governo di Baghdad stiano sconfiggendo i terroristi in Iraq. «Gli americani- sostiene non hanno vinto e il loro piano di sicurezza non ha avuto successo». Pur ammettendo che vi è stata una riduzione degli attacchi, lo sceicco invita ad avere pazienza promettendo che gli americani «si ritireranno senza dubbio dall’Iraq con la coda fra le gambe».
-----------------------------------------------------------
Uccide la moglie davanti alla figlia
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Otto colpi di pistola per mettere fine ad anni di litigi: caccia all'uomo a Reggio
REGGIO CALABRIA
Uccide la moglie davanti alla figlia di nove anni. Il fatto di sangue è avvenuto questa sera a Montebello Ionico, comune della provincia di Reggio Calabria, ed ha avuto come protagonista Francesco Manti, 53 anni, il quale ha esploso otto colpi di pistola contro la moglie, Orsola Nicolò, 42 anni, dalla quale viveva separato. Il fatto di sangue, avvenuto dopo un litigio, si è registrato nei pressi della casa dove viveva la donna.
Dopo l’omicidio, Manti si è reso irreperibile e viene ricercato da carabinieri e polizia. Ad avvisare i carabinieri, recandosi alla locale caserma dell’Arma, è stata la figlia della coppia, che ha assistito al delitto.
Recentemente i coniugi, a causa della gelosia dell’uomo, si erano separati e questa sera Francesco Manti ha incontrato la moglie ed una delle due figlie, quella di 9 anni. È nato l’ennesimo litigio, al culmine del quale l’uomo ha estratto una pistola calibro 7,65, detenuta legalmente, ed ha premuto per ben otto volte il grilletto. Orsola Nicolò, colpita in più parti del corpo, è morta all’istante.
-----------------------------------------------------------
Arriva la pillola contro la celiachia
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Sono buoni i risultati sulla prima pillola anti-celiachia. La sperimentazione sui primi 110 pazienti dimostra che il farmaco, scoperto tre anni fa negli Stati Uniti da un ricercatore italiano, elimina i sintomi associati al consumo di glutine nell’85% dei casi; entro dicembre arriveranno i risultati su altri 180 pazienti.
Dire addio all’alimentazione «su misura» con prodotti senza glutine è il sogno di tutti i celiaci. La pillola si assume prima dei pasti e l’obiettivo è quello di bloccare l’effetto tossico del glutine consentendo ai celiaci di alimentarsi in modo normale. I dati sono stati presentati al Congresso Internazionale di celiachia, in corso al Galata Museo del Mare di Genova il 19 settembre. Appena tre anni fu sperimentato su ratti diabetici un farmaco inibitore di una proteina intestinale, la zonulina: gli animali trattati mantenevano intatta la barriera intestinale e non producevano gli autoanticorpi che scatenano la reazione immunitaria, ha spiegato Alessio Fasano, direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia e Biologia Mucosale dell’Università del Maryland a Baltimora, negli Stati Uniti.
«I risultati ottenuti da allora sono stati talmente positivi che siamo già arrivati a studiare il farmaco nell’uomo, percorrendo in soli tre anni i passi che di norma, quando si sviluppano nuovi medicinali, si realizzano in dieci o quindici anni. Nella fase più recente di sperimentazione clinica condotta su un centinaio di pazienti il farmaco ha dimostrato di essere molto efficace», rivela Fasano.
È allo studio sull’uomo anche un altro farmaco in grado di rendere il glutine innocuo per i celiaci: si tratta di una proteasi capace di smantellare completamente il glutine, digerendolo del tutto e rendendolo perciò non tossico per i pazienti.
-----------------------------------------------------------
Berlusconi-Fillon: immigrazione e nucleare al centro del summit
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Il primo ministro francese Francois Fillon è uscito da Palazzo Chigi intorno alle 14 senza rilasciare dichiarazioni. La prevista conferenza stampa al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è infatti saltata per motivi imprecisati. In ogni caso, il meeting è durato poco meno di un’ora e mezza e ha visto anche la partecipazione del ministro degli Esteri Franco Frattini. Secondo quanto apprende il VELINO da fonti qualificate, l’incontro è stato incentrato su tre direttrici: rapporti bilaterali, questioni comunitarie e situazione politica nel Caucaso in vista dell’impegno che attende entrambi i paesi nell’ambito della missione Eumm. In primo piano l’organizzazione del vertice bilaterale del 2009, dopo lo slittamento di quello previsto per il prossimo gennaio a causa degli impegni francesi relativi all’esercizio della presidenza semestrale europea. Ancora non è certo quando si svolgerà il summit, tuttavia in precedenza dovrebbero riunirsi il Consiglio italo-francese di sicurezza e difesa e il Foro di dialogo delle società civili, che vede alla guida della delegazione italiana il vice presidente della Fiat, John Elkann. Confermato il rilancio delle relazioni bilaterali sul piano economico, con la cooperazione nei settori dei trasporti e dell’energia che potrebbe essere ampliata al nucleare civile, un punto che sta molto a cuore al governo italiano.
-----------------------------------------------------------
Telecom, Iannone denuncia: Anche in Argentina rete spionaggio
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La rete di spionaggio Telecom sarebbe arrivata anche in Argentina. Ad affermarlo, in un’intervista rilasciata alla rete televisiva Canal 5 Noticias, è l’ex collaboratore di Giuliano Tavaroli, ex capo della sicurezza di Telecom Italia, Angelo Iannone. Riferendosi allo scandalo delle intercettazioni in cui è rimasta coinvolta l’impresa italiana di telecomunicazioni, Iannone ha sostenuto che questo “succede in tutte le multinazionali, il problema è come si fa e i metodi utilizzati. Qui l’illegalità era normale, ci sono state registrazioni, inseguimenti e ancora registrazioni di conversazioni private”. Ad esempio, ha ricordato Iannone nell’intervista, era stato intercettato un colloquio del banchiere Dantas “con una persona presumibilmente interessata ai suoi affari”. Iannone parla poi di Marco Bonera, l’uomo che lo ha rimpiazzato nel ruolo di capo della Sicurezza di Telecom per l’America Latina: “Lui era l’occhio che notava sempre i soci (Telecom, ndr) in Argentina. Ho visto un piccolo rapporto sui Werthein elaborato dallo stesso Bonera”. Il “piccolo” rapporto, come lo ha definito Iannone, era in realtà di ben più ampia portata, con oltre 200 pagine e i nomi di tutta la famiglia Werthein (soci di Telecom Argentina). Erano citati i loro hobby, le auto che utilizzavano e le foto dell’aereo privato con il quale si spostavano, le case di ognuno di loro, tutto era presente nel rapporto. Infobae, il quotidiano che riporta il servizio della C5N, annota. “Ora non resta, dunque, che aspettare e vedere quale sarà la reazione della giustizia, tanto italiana quanto argentina, laddove prove dell’esistenza di una rete di spionaggio nel Paese sudamericano esistono. Rete di spionaggio che nessuno sa fino a che punto si è spinta o si potrà spingere”.
-----------------------------------------------------------
Ragazzo bruciato dopo una lite, fermato un giovane a Torino
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Individuato uno dei presunti responsabili dell'aggressione, avvenuta dopo un litigio
TORINO - Un ragazzo di 25 anni è stato fermato dagli agenti della squadra mobile della polizia di Torino con l'accusa di tentato omicidio. Sarebbe infatti uno dei responsabili dell'aggressione nei confronti di Emanuele Manieri, 35 anni, bruciato dopo essere stato cosparso di benzina lunedì pomeriggio a Torino.
TESTIMONIANZA - Il ragazzo fermato è italiano, senza precedenti penali, e ha un cane di grossa taglia, particolare questo che ha aiutato gli investigatori a risalire a lui. Dal racconto, infatti, reso dall'amico che era con la vittima fino a pochi minuti prima dell'aggressione, risultava che Emanuele avesse avuto una lite in strada, dovuta ad uno sguardo di troppo, con un gruppetto di ragazzi che frequentavano i giardini di via Brenta e tra i quali ve ne era uno con un cane.
-----------------------------------------------------------
Per interrompere la ricezione di questo messaggio o modificare la frequenza di ricezione, vai a Impostazioni posta elettronica.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/_emailsettings.msnw
Se hai dimenticato la password e vuoi maggiori informazioni, visita il Servizio utenti di Passport.
http://groups.msn.com/_passportredir.msnw?ppmprop=help
Per inviare domande o commenti, passa alla pagina Scrivici.
http://groups.msn.com/contact
Se non vuoi ricevere altri messaggi di posta elettronica da questo gruppo MSN o se hai ricevuto questo messaggio per errore, fai clic sul collegamento "Elimina". Nel messaggio preindirizzato che si aprirà, fai clic su "Invia". Il tuo indirizzo verrà eliminato dalla lista di distribuzione del gruppo.
mailto:Clubazzurrolacless...@groups.msn.com
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Un tè caldo per uno sguardo gelido
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I comportamenti socialmente “freddi” degli altri ci fanno desiderare una bevanda calda
Più di una metafora. Si parla di persone e caratteri freddi, di occhiate raggelanti: il termomentro potrebbe non accorgersene ma il nostro organismo si. E secondo un recente studio pubblicato su Psychological Science, dopo esserci trovati di fronte a una persone del genere desideriamo fortemente rifocillarci con un te o una tisana calda.
Gli psicologi parlano di cognizione “concretizzata”: si tratta di una delle ultime branche delle scienze cognitive che ha dimostrato che il linguaggio metaforico può attivare delle sensazioni fisiche, e viceversa.
Proprio come una maldicenza può far letteralmente sentire sporche le persone, Chen-Bo Zhong dell'Università di Toronto e colleghi hanno dimostrato che le persone che si sentono socialmente escluse percepiscono una temperatura esterna più bassa di quelle che invece si sono trovate in situazioni sociali “accoglienti”.
Secondo John Barg uno psicologo dell'Università di Yale che non ha preso parte allo studio, si tratta di una scoperta assolutamente “sensata”. Secondo le sue osservazioni infatti il lobo dell'Insula, una regione cerebrale, entra in gioco sia nell'analisi della temperatura corporea che negli stati psicologici generalizzati, e potrebbe darsi che le percezioni sociali e le sensazioni termiche siano in qualche modo fuse.
-----------------------------------------------------------
ROMA, LE STRISCE BLU: NUOVE REGOLE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tutte le informazioni sulla nuova tariffazione entrata in vigore a Roma dal 15 settembre. Un elenco, diviso per quartiere, delle strade soggette a pagamento, orari, importi, esenzioni: http://www.atac.roma.it/index.asp?p=1&i=565&o=3&a=6&ci=35&tpg=2&lingua=ITA
-----------------------------------------------------------
GIARDINAGGIO FACILE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Schede di piante e fiori ed utili consigli per chi vuole creare, curare o abbellire uno spazio verde: balcone, giardino, prato, orto: http://www.giardinaggiofacile.it/
-----------------------------------------------------------
TENNIS
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tecniche e tattiche che stanno alla base di questo sport. Dal dritto al rovescio, dal servizio alla vole'e, dal palleggio alla discesa a rete e qualche utile consiglio nella sezione "galateo del tennista": http://www.tenniscampania.net/Tecniche.html
-----------------------------------------------------------
TEDESCO IN RETE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Si rivolge a quanti vogliono studiare o approfondire la grammatica tedesca. Gli autori consigliano di seguire la mappa proposta per impadronirsi della struttura dei questa lingua: http://www.tedescoinrete.it/
-----------------------------------------------------------
ACIDO FOLICO
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Una pagina che spiega l'importanza di questa vitamina e perche' se ne raccomandata l'assunzione durante la gravidanza. A cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu': http://www.ospedalebambinogesu.it/Portale2008/Default.aspx?IdItem=3804
-----------------------------------------------------------
MALATTIE PROFESSIONALI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Brevi informazioni e statistiche su alcune patologie causate dall'ambiente di lavoro. Una sezione e' dedicata alle normative vigenti in Italia: http://www.malattieprofessionali.eu/
-----------------------------------------------------------
MALAVISTA
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I rischi della chirurgia refrattiva e le testimonianze di persone che si sono sottoposte a questo intervento riportando danni permanenti: http://www.malavista.it
-----------------------------------------------------------
IL CANE SOTTO LA PELLE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
A quale distanza il cane riesce a percepire suoni e odori? Come comunica con l'uomo e con gli altri amici a quattro zampe? La risposta si trova in queste pagine: http://www.ilcanesottolapelle.com/
-----------------------------------------------------------
HERALDRY OF THE WORLD
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Raccolta di stemmi araldici di tutti i paesi del mondo. Secondo gli autori sono presenti 44783 immagini. In inglese: http://www.ngw.nl/
-----------------------------------------------------------
ADDITIVI ALIMENTARI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tutto quello che c'e' da sapere sulle sostanze utilizzate per colorare, conservare, aromatizzare i cibi. Cosa sono e in quali prodotti si trovano, possibili effetti sulla salute, giudizio di pericolosita', normativa al riguardo e tante altre informazioni: http://www.tkk.it/adal/index.htm
-----------------------------------------------------------
Colite acuta? Colpa di un batterio "difficile"
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La colite è un'affezione infiammatoria acuta o cronica del colon. Può essere provocata da intossicazioni esogene (come sostanze alimentari avariate) o endogene (uremie, diabete, gotta). Una forma particolarmente grave è la colite pseudo-membranosa causata dal Clostridrium difficile.
Il Clostridium difficile è un batterio Grampositivo che fa parte della normale flora intestinale, produce due tossine che provocano diarrea e danneggiano le cellule intestinali. In una persona sana l’azione tossica di questo batterio è tenuta sotto controllo da altri batteri della flora intestinale, ma durante terapie antibiotiche prolungate questo controllo viene meno e l’organismo può andare incontro a infezioni gastrointestinali di vario tipo, più o meno gravi, a volte con esiti anche letali.
Il problema si presenta soprattutto durante il ricovero ospedaliero. La diagnosi precoce è importantissima per prevenire il diffondersi dell’infezione ad altri pazienti o famigliari (date le degenze sempre più brevi i casi di infezione si stanno spostando, in Italia, fuori dall’ospedale), per trattare immediatamente il malato con la giusta terapia per eliminare il batterio patogeno.
Meridian Bioscience Europe, specializzata nella diagnosi rapida di infezioni gastrointestinali (come il test HpSA per l’Helicobacter pylori), produce e distribuisce una serie di test per identificare in 15 minuti, tramite l’analisi del campione fecale, il batterio del Clostridium difficile. Tali test vengono utilizzati sia negli ospedali che nei laboratori più attrezzati.
-----------------------------------------------------------
Ascesso genitale per scoprire batteri antibiotico resistenti
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Gli ascessi a livello vulvare, la zona all’apertura della vagina, sono terreno d’elezione per la proliferazione dello stafilococco Aureus meticillino resistente ( MRSA) : è quanto sostiene uno studio condotto presso l’università del Texas e pubblicato sulla rivista journal Obstetrics & Gynecology.
I ricercatori hanno visto come nel 64% delle donne con ascesso vulvare siano stati isolati ceppi di MRSA e come questi ascessi siano terreno fertile anche per la crescita di altri microrganismi.
Gli MRSA sono di difficile trattamento: i pazienti infettati da questo microrganismo, di solito, vengono isolati fino a quando non si trova l’ antibiotico in grado di eradicare il batterio.
Le donne con ascesso vulvare, invece, sono risultate di più facile trattamento: quando sottoposte a incisione e drenaggio dell’ascesso sono, nella maggior parte dei casi, risultate sensibili al trattamento con doxiciclina, clindamicina e all’associazione trimetoprim+sulfametossazolo.
I ricercatori hanno concluso dicendo che in presenza di ascesso vulvare la cura d’elezione sembra essere l’uso dell’associazione trimetoprim+sulfametossazolo che neutralizza sia gli MRSA sia gli altri microrganismi eventualmente presenti.
-----------------------------------------------------------
Un'iniziativa per rendere i ricoveri più a misura di bimbo
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Sabato 27 settembre, in tutta Italia, si svolgerà la Giornata Nazionale perAMORE, perABIO, organizzata da Fondazione ABIO Italia Onlus per il Bambino in Ospedale con l’obiettivo di diffondere la mission che ABIO porta avanti da 30 anni: rendere il più sereni possibile l’impatto e la permanenza del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie, anche attraverso i principi esposti dalla Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale, scritta e promossa da ABIO nel corso del 2008.
La Giornata Nazionale, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, vedrà i 4.500 volontari ABIO impegnati a promuovere il diritto al sorriso dei bambini in ospedale. In circa 100 piazze italiane i volontari distribuiranno cestini di pere che, a fronte di una offerta minima di 7 euro, contribuiranno a finanziare i corsi di formazione per nuovi volontari, l’apertura di ulteriori servizi e l’acquisto dei giocattoli per assicurare ai bambini ricoverati una migliore qualità della degenza.
Dal 15 al 27 settembre sarà possibile donare 1 euro tramite l’invio di un SMS Solidale al numero 48582 da tutti i cellulari personali Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia e 2 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia lo stesso numero. I fondi raccolti saranno destinati alla realizzazione di sale gioco, per creare nelle pediatrie ambienti accoglienti e colorati, che rendono l’ospedale meno spaventoso e che stimolano la fantasia e il gioco, fattori decisivi per il benessere del bambino.
Per ulteriori informazioni: www.abio.org.
-----------------------------------------------------------
Trapianti di mano: tutto partì da Monza, 10 anni fa
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Sono passati 10 anni dal primo trapianto di mano al mondo eseguito a Lione da un’équipe di cui faceva parte il professor Marco Lanzetta, Direttore dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano di Monza. Da allora i passi in avanti sono stati molti: tutti i pazienti stanno bene e hanno recuperato, nel corso del tempo, una buona sensibilità e funzionalità nella mano trapiantata. Per quanto riguarda il possibile rigetto, oggi viene tenuto sotto controllo con un'opportuna terapia farmacologica.
Sono tre i trapianti di mano eseguiti fino a oggi in Italia, tutti a Monza e dal professor Lanzetta: il primo è stato eseguito nell’ottobre del 2000, il secondo nell’ottobre del 2001 e il terzo nel mese di novembre 2002.
Nel mondo, complessivamente, finora sono stati effettuati 43 trapianti di mano su 33 pazienti: in 12 soggetti sono state trapiantante entrambe le mani, in 19 una sola. In Europa i trapianti eseguiti sono stati 15, di cui 6 di una mano e 9 di due mani, mentre negli USA si registrano 4 trapianti, di una mano sola.
Le cause dell’amputazione sono: schiacciamento nel 48% dei casi; esplosioni nel 32%; scosse elettriche nel 8%; tagli netti nel 4%; congelamento nel 4% e incendi nel 4%. Il livello di amputazione arriva al polso nel 44% dei casi, all’avambraccio distale nel 20%; a metà avambraccio nel 20% e all’avambraccio prossimale nel 16%. Il 52% dei pazienti che si sottopone all’intervento usa le protesi.
La selezione accurata del donatore è essenziale. Il 92% sono uomini, hanno un età compresa tra 18 e 48 anni, quindi una media circa 30 anni. Il tempo che trascorre dal prelievo della mano dal cadavere (quando la circolazione viene arrestata) a quando viene ristabilita nel soggetto ricevente è di circa 6 ore.
E si trova sempre a Monza, presso l'Istituto Italiano di Chirurgia della Mano diretto dal professor Lanzetta, il Registro Mondiale dei Trapianti di mano e Tessuti Composti (www.handregistry.com), faccia, ginocchio, utero, laringe, parete addominale), cioè l’ufficio centrale di coordinamento dati di tutti i centri mondiali che eseguono questi delicati interventi.
Creato in collaborazione con l'Ospedale Eduard-Herriot di Lione, raccoglie le informazioni provenienti da 14 centri mondiali, e permette ai partecipanti di scambiarsi in tempo reale idee e dati che possono essere di grande aiuto nella programmazione delle migliori strategie cliniche per il successo dei trapianti eseguiti.
Il Registro convoca i suoi membri in un congresso annuale per fare il punto sulle nuove possibilità terapeutiche introdotte da questo tipo di trapianti.
-----------------------------------------------------------
Una proteina chiave nella fibrosi cistica
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Comprendendo il ruolo della proteina CFTR nel riconscimento e nella risposta a P. aeruginosa si spera di mettere a punto nuovi farmaci che aumentino la resistenza all'infezione
Un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School a Boston ha identificato il ruolo specifico di una proteina che è mancante o disfunzionale nei pazienti affetti da fibrosi cistica, rendendoli esposti all'azione di batteri che danneggiano i loro polmoni e abbreviando in modo drammatico la loro aspettativa di vita.
"Le infezioni croniche del polmone sono di gran lunga il più grave problema legato alla malattia genetica della fibrosi cistica, poiché colpisce il 90 per cento dei pazienti. La maggior parte di queste infezioni sono causate da un particolare tipo di batteri, Pseudomonas aeruginosa", ha detto Gerald Pier presentando la ricerca al convegno della Society for General Microbiology in corso al Trinity College, a Dublino. "Una volta che si instaura in un paziente con fibrosi cistica, un'infezione cronica non viene quasi mai debellata e va peggiorando, causando danni per molti anni, fino alla morte del paziente, che spesso sopraggiunge intorno ai 35 anni."
I ricercatori di Harvard hanno scoperto che è la mancanza o la disfunzionalità della proteina CFTR, necessaria a riconoscere P. aeruginosa una volta che ilbatterio è inalato, a provocare questo stato di cose.
"In questi pazienti il sistema di riconoscimento è assente o deficitario e il paziente non riesce a eliminare rapidamente i batteri, permettendo loro di insediarsi nei polmoni e causare l'infezione cronica", ha osservato Pier.
Comprendendo come le cellule polmonari sfruttano la proteina CFTR per riconoscere e rispondere all'infezione da P. aeruginosa, i ricercatori sperano di essere in grado di identificare punti in intervento che possano essere attivati nei pazienti per aumentare le loro resistenze all'infezione.
"Al momento, la nostra ricerca verte principalmente sull'identificazione delle molecole che le cellule polmonari utilizzano per resistere all'infezione, ma più a lungo termine il nostro scopo è quello di trovare i modi per reintegrare la resistenza all'infezione", ha detto Pier. "Il prossimo passo sarà proprio quello di cercare trattamenti farmacologici che migliorino la resistenza dei pazienti con fibrosi cistica all'infezione, per prolungare la loro vita e migliorarne la qualità."
-----------------------------------------------------------
CDK8, un gene per il cancro del colon
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Un nuovo studio ha analizzato il ruolo di una proteina chiamata beta-catenina, un fattore di trascrizione che è iperattivo in quasi tutti i tumori colorettali
Molti geni legati al cancro sono già stati identificati, ma molti sono ancora da scoprire: è questo il messaggio lanciato dai ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute contestualmente all’annuncio della scoperta del coinvolgimento, finora mai sospettato, del gene CDK8 nell’insorgenza del tumore del colon.
La scoperta del ruolo del CDK8 - spiegano gli autori dell'articolo apparso su "Nature" - è stato reso possibile dai nuovi strumenti per valutare l’attività di specifici geni; l’ulteriore raffinamento di tali strumenti in futuro potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche in ambito oncologico.
Molte delle proteine anormale che risultano collegate al cancro sono i fattori di trascrizione, che sono in grado di “leggere” il DNA cellulare e di utilizzare l’informazione ricavata per la produzione di altre proteine cellulari.
Sebbene i fattori di trascrizione siano importanti per i processi di regolazione, si è dimostrato come, a differenza di quanto accade per i geni che influenzano tali fattori di trascrizione, sia impossibile utilizzare questa classe di proteine come bersaglio di farmaci dal momento che essi potenzialmente sono in grado di interferire col processo di insorgenza tumorale: il CDK8 è uno di questi geni.
Il nuovo studio è cominciato focalizzando l’attenzione su una proteina chiamata beta-catenina, un fattore di trascrizione che è iperattivo in quasi tutti i tumori colorettali. Sebbene la beta-catenina iperattiva svolga un ruolo nella formazione iniziale dei tumori, devono verificarsi altre anomalie genetiche affinché i tumori diventino pienamente maligni. Per determinare quali geni controllino la produzione di beta-catenina e sono coinvolti nella proliferazione delle cellule del cancro del colon, il gruppo di ricerca ha effettuato tre test di screening.
Nei primi due, è stata utilizzata la tecnica dell’interferenza dell’RNA, per silenziare uno per uno più di un migliaio di geni, e sono stati registrati i punti in cui l’attività della beta-catenina diminuisce fermando la crescita delle cellule.
Sono stati poi analizzati i tumori del colon per cercare i geni che hanno copie extra. Una volta esaminati i risultati dei tre test sovrapposti, è stato individuato il gene CDK8: la proteina codificata da tale gene è parte di un “complesso mediatore”, un insieme di proteine che consente ad altri composti di partecipare alla trascrizione genica.
"Questo studio dimostra che bloccando il CDK8 si interferisce con la proliferazione delle cellule dei tumori del colon che hanno alti livelli della proteina corrispondente e una beta-catenina iperattiva", ha concluso Hahn. "I farmaci che hanno come obiettivo il CDK8 possono essere molto utili contro i tumori la cui crescita è controllata dalla beta-catenina."
-----------------------------------------------------------
Vietare le docce solari UV ai minori
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Un appello della Society for Melanoma
Negli Stati Uniti ci sono circa 25.000 centri abbronzatura (con 160.000 addetti), che sono frequentati dal dieci per cento circa della popolazione americana, per un giro d'affari che si aggira sui cinque miliardi di dollari
Non esiste una abbronzatura con raggi UV che sia "sana", e sarebbe opportuno che l'uso dei lettini e docce solari UV fosse proibito ai minori di 18 anni: è questo l'appello fatto dagli studiosi che firmano tre articoli sul rischio di cancro alla pelle indotto dai raggi UV pubblicati sulla rivista Pigment Cell & Melanoma Research, organo della International Federation of Pigment Cell Societies e della Society for Melanoma Research statunitense.
Gli autori - biologi cellulari, dermatologi ed epidemiologi - hanno esaminato gli effetti dell'esposizione della pelle a queste radiazioni, ivi comprese quelle prodotte dalle apparecchiature tipiche dei centri per abbronzatura e quelle casalinghe, per arrivare ad affermare che, a differenza di quanto sostenuto dalle pubblicità, non esiste alcun tipo di irraggiamento di questo tipo che possa essere definito sano.
Negli Stati Uniti ci sono circa 25.000 centri abbronzatura (con 160.000 addetti), che sono frequentati dal dieci per cento circa della popolazione americana, per un giro d'affari che si aggira sui cinque miliardi di dollari.
In uno dei tre articoli, in particolare, David E. Fisher, presidente della Society of Melanoma Research ha studiato con i colleghi del Massachusetts General Hospital i meccanismi molecolari dell'abbronzatura, eseguendo anche una meta-analisi dei dati disponibili in letteratura, per confermare che sia l'abbronzatura sia il cancro alla pelle iniziano con lo stesso evento, il danneggiamento del DNA provocato dai raggi UV, tanto da poter ipotizzare che l'idea di una abbronzatura UV "sana" sia fisicamente impossibile.
"L'esposizione ai raggi UV rappresenta una della cause più facilmente evitabili di rischio di cancro e di mortalità nell'uomo. Se pure fattori genetici e di altro tipo contribuiscono in maniera significativa al rischio di cancro della pelle, è però incontrovertibile il ruolo dei raggi UV e gli sforzi dell'industria dell'abbronzatura per confondere il pubblico a scopo di lucro andrebbero vigorosamente combattuti", concludono gli autori.
-----------------------------------------------------------
L'anello mancante fra buchi neri 'piccoli' e supermassicci
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L'emissione regolare di questi impulsi X è caratteristica dei buchi neri di piccole dimensioni
Ricercatori della Durham University hanno scoperto "l'anello mancante" che stabilisce un legame fra i buchi neri piccoli e quelli supermassicci.
Per la prima volta infatti sono riusciti a rilevare un potente impulso nei raggi X emesso da un gigantesco buco nero al centro di una galassia, nota con la sigla REJ1034+396, che dista 500 milioni di anni luce da noi. L'impulso è generato dai gas che vengono risucchiati dalla forza di gravità del buco nero.
Gli impulsi a raggi X sono caratteristicamente emessi dai buchi neri di dimensioni minori, ma quello identificato dagli astronomi di Durham è il primo che sia stato riscontrato come proveniente da un buco nero supermassiccio.
Gli astronomi hanno studiato per decenni i buchi neri che, per quanto in sé invisibili, possono essere identificati analizzando anomalie gravitazionali e soprattutto grazie al fatto che i gas che risucchiano, riscaldati a temperature elevatissime, emettono radiazioni prima di svanire all'interno del buco nero.
Grazie al satellite europeo XMM-Newton, i ricercatori di Durham hanno scoperto che anche i buchi neri supermassicci emettono un segnale regolare nella banda X dello spettro elettromagnetico, la cui frequenza è correlata alla dimensione del buco nero stesso.
"Questi segnali sono una caratteristica ben nota dei buchi neri piccoli presenti nella nostra galassia, dovuti ai gas strappati alla stella compagna", ha detto Marek Gierlinski, che ha diretto lo studio e firma un articolo in proposito su "Nature". "Il fatto interessante è che ora abbiamo stabilito un legame fra questi buchi neri 'leggeri' e quelli che hanno una massa di milioni di volte quella del Sole. Sono vent'anni che gli scienziati sono alla ricerca di questo comportamento dei buchi neri, e la nostra scoperta ci aiuta a comprendere meglio l'attività che avviene attorno a essi e i meccanismi della loro crescita."
Resta da scoprire, ha concluso Gierlinski, perché alcuni buchi neri supermassicci esibiscano questo comportamento e altri no.
-----------------------------------------------------------
Un limite superiore alla massa dei buchi neri
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Via via che consumano tutto ciò che sta loro intorno, irradiano una quantità di energia sempre maggiore, tanto da finire per interferire con lo stesso processo di assorbimento dei gas che li alimenta
Una volta considerati oggetti esotici e molto rari, i buchi neri vengono ora osservati in ogni angolo dell’universo, e i più grandi e massicci tra di loro vengono individuati al centro delle galassie più grandi. Questi buchi neri “ultra-massicci” arrivano a masse fino a un miliardo di volte la massa del Sole.
Ora Priyamvada Natarajan, professore associato di astronomia e fisica della Yale University e membro del Radcliffe Institute for Advanced Study, e Ezequiel Treister, dell’Università delle Hawaii, hanno mostrato che anche i più grandi di questi mostri gravitazionali non possono crescere oltre un certo limite, che è stato stimato in circa 10 miliardi di masse solari.
I buchi neri ultramassicci, trovati al centro delle giganti galassie ellittiche, in grandi cluster di galassie, sono i più grandi dell’universo conosciuto. Anche quello al centro della Via Lattea è alcune migliaia di volte meno massiccio di questi oggetti estremi.
Nel corso dello studio ora apparso sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (MNRAS)”, Natarajan e Treister hanno utilizzato dati nello spettro ottico e X già esistenti per mostrare come la coerenza di questo insieme di osservazioni richieda che i buchi interrompano la loro crescita in qualche momento della loro evoluzione.
Una possibile spiegazione ipotizzata da Natarajan è che il buco nero infine raggiunga il punto in cui, via via che consuma tutto ciò che gli sta intorno, irradia una tale quantità di energia da finire per interferire con lo stesso processo di assorbimento dei gas che lo alimentano.
Secondo gi autori questi nuovi risultati sono importanti per comprendere la formazione galattica, tenuto conto che le galassie massicce sembrano coevolvere con i buchi neri che si trovano al loro centro.
“Si stanno accumulando prove scientifiche sulla formazione galattica”, ha commentato Natarajan. “Ma ora i buchi neri sembrano essere i protagonisti di tali processi.”
-----------------------------------------------------------
E' in Amazzonia la formica evolutivamente più antica
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Battezzato con il nome scientifico di Martialis eureka l’insetto presenta caratteristiche mai osservate finora: adattato a vivere nel sottosuolo, non ha occhi ma mandibole enormi
Una nuova specie di predatori che vivono nelle viscere della foresta Amazzonica in condizioni di cecità discenderebbe direttamente – secondo i biologi evoluzionisti dell’Università del Texas a Austin guidati da Christian Rabeling – dalle prime formiche appase sul nostro pianeta.
Battezzato con il nome scientifico di Martialis eureka – letteralmente: formica da Marte – l’insetto presenta caratteristiche mai osservate finora. Questa formica si è infatti adattata a vivere nel sottosuolo, è lunga circa un paio di millimetri, non ha occhi ma presenta mandibole di enormi dimensioni che servirebbero a catturare le prede, secondo i ricercatori.
"Questa scoperta sottolinea l’enorme abbondanza di specie di formiche ancora nascoste nel sottosuolo, la cui conoscenza è di enorme importanza evolutiva”, ha commentato Rabeling, che firma un articolo di resoconto sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”. "I risultati ottenuti supportano l’ipotesi che le formiche cieche predatrici siano sorte proprio all’alba evolutiva delle formiche”.
Rabeling ha raccolto gli unici esemplari noti della nuova specie nel 2003 nel sottobosco dell’Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária di Manaus, in Brasile.
Gli studiosi si sono accorti che appartiene a una nuova specie, a un nuovo genere e a una nuova sottofamiglia di formiche dai tratti morfologici, confermati poi dalle analisi genetiche, che hanno stabilito una sua posizione filogenetica molto vicina alla base dell’albero evolutivo delle formiche.
Le formiche si sono evolute nel corso di 120 milioni di anni da antenati simili alle vespe, divergendo in breve tempo in diversi rami, in formiche specializzate a vivere nel suolo, nel sottobosco oppure sugli alberi, oppure in formiche senza specializzazione.
"Secondo i nostri dati e le analisi dei fossili, è possibile ipotizzare che l’antenato di questa formica fosse simile al fossile che si ritrova nell’ambra del Cretaceo noto come Sphecomyrma, che rappresenterebbe l’anello evolutivo tra le vespe e le formiche”, ha concluso Rabeling. “Possiamo anche ipotizzare che questa specie abbia evoluto nel tempo alcuni adattamento all’habitat sotterraneo, per esempio, la perdita degli occhi e un colore molto pallido, pur conservando alcune delle caratteristiche del suo antenato.
-----------------------------------------------------------
Da rivedere l'orologio geologico delle biomasse
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Per le epoche precedenti a 150 milioni di anni fa è necessario eseguire una nuova valutazione dei dati relativi ai cambiamenti al rapporto fra gli isotopi del carbonio
Il principale indicatore della quantità di carbonio organico prodotto dall'attività biologica è considerato essere il rapporto fra l'isotopo del carbonio meno abbondante C-13 e il più abbondante C-12: nel corso dei periodi in cui si ha una più elevata produzione di materiale organico tale rapporto C-13/C-12 si innalza. Sulla base di questo principio i geologi hanno tracciato la storia delle biomasse fin nella più remota antichità del pianeta.
Ora una ricerca condotta da Peter K. Swart dell'Università di Miami e pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences mette in dubbio la correttezza di questa assunzione per epoche che risalgano a oltre 150 milioni di anni fa. Per le epoche precedenti a questo periodo infatti non esistono dati relativi a tale rapporto in sedimenti oceanici aperti e i geologi sono stati costretti a estrapolare quelli ricavati dalle piattaforme carbonatiche e dai mari epicontinentali.
Proprio per testare la validità di queste estrapolazioni, nel suo lavoro Swart ha esaminato i cambiamenti avvenuti in oltre 10 milioni di anni in siti geologici al largo delle Bahamas, nell'Oceano Atlantico, delle Maldive, nell'Oceano Indiano, e della Grande barriera corallina nell'oceano Pacifico, rilevando che le variazioni nel rapporto dei due isotopi erano sincroni in tutti i siti esaminati, senza però essere correlati al cambiamento globale nel rapporto C-13/C-12.
Ne risulta che le registrazioni dei dati correlati alle piattaforme carbonatiche che sono spesso utilizzati per tracciare la storia dell'inizio della vita sulla Terra non rappresentano un buon indicatore del rapporto in oceano aperto e quindi globale. L'autore ipotizza pertanto che l'assunzione, finora data per scontata, relativa ai cambiamenti nei rapporti fra i due isotopi non possa essere posta alla base dei calcoli per la valutazione dei tempi e delle quantità delle biomasse presenti sulla Terra in epoche remote.
"Questo studio rappresenta un importante passo per il ripensamento del modo in cui i geologi interpretano le variazioni nel rapporto C-13/C-12 nel corso della storia della Terra. Se questo approccio non funziona per un periodo di 10 milioni di anni, perché dovrebbe valere per periodi molto più antichi?", ha osservato Swart.
"In seguito ai nostri risultati, è necessario eseguire una nuova valutazione dei dai relativi ai cambiamenti al rapporto fra i due isotopi, e le conclusioni riguardo ai cambiamenti nelle riserve di carbonio vanno riviste, come pure alcune diffuse idee sull'aumento del CO2 nel corso di specifici periodi geologici della storia della Terra."
-----------------------------------------------------------
L’alba dell’agricoltura
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La coltivazione cominciò con la pianta di fico, e non con i cereali, circa 11mila anni fa. Lo rivela uno studio su Science
Il fico sarebbe la prima pianta mai coltivata dagli esseri umani, circa 11mila anni fa. Uno studio, pubblicato su Science lo scorso 12 settembre da ricercatori dell’Università di Bar-Ilan (Israele) e di Harvard (Usa), disegna un quadro ben diverso da quanto ipotizzato finora dagli antropologi, e sposta indietro di un millennio la rivoluzione neolitica, caratterizzata dal passaggio da un’economia di caccia e raccolta a una “domesticazione” di piante e animali. Finora, infatti, si credeva che gli esseri umani avessero iniziato a coltivare le specie vegetali circa 10mila anni fa, cominciando con i cereali (grano, frumento, avena).
Gli antropologi israeliani e statunitensi hanno effettuato operazioni di scavo in un villaggio neolitico (Gilgal I, risalente a circa 11mila anni fa) situato vicino alla città di Gerico nella bassa valle del Giordano, in Cisgiordania, presso un’area della Mezzaluna Fertile caratterizzata dalla presenza di antiche testimonianze agricole. Gli scavi hanno restituito nove frutti carbonizzati e centinaia di piccole drupe (frutti a polpa morbida con un rivestimento coriaceo che circonda il seme, come le susine). Questi frutti appartengono a una varietà mutante di fico che, secondo i ricercatori, non può nascere spontaneamente tramite impollinazione entomofila (mediata da insetti). I frutti deriverebbero, invece, da piante ottenute per talea, cioè piantando direttamente i rami tagliati da altri alberi. Gli autori ipotizzano che le donne, che si ritiene fossero responsabili della raccolta, siano state le artefici di questa prima, vera, tecnica agricola.
-----------------------------------------------------------
Quanto valgono le api
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Oltre 150 miliardi di euro. Vale tanto l’impollinazione delle colture a uso alimentare. Le stime su Ecological Economics
Più di 150 miliardi di euro. È stato questo il valore in termini economici dell’impollinazione fornita dagli insetti alle principali colture alimentari nel mondo nel corso del 2005. Pari, cioè, al 9,5 per cento del valore totale della produzione di cibo. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori francesi dell’Inra e del Cnrs e tedeschi dell’Helmholtz Centre for Environmental Research (Ufz), che fornisce una stima del valore e delle perdite per il mondo dell’agricoltura correlata al declino degli insetti impollinatori. Secondo la ricerca, apparsa su Ecological Economics, la loro scomparsa potrebbe trasformarsi per il consumatore in una perdita compresa tra i 190 e i 310 miliardi di euro.
Basandosi sui dati della Fao, i ricercatori hanno calcolato il valore del contributo che gli insetti, soprattutto le api, forniscono alla produzione mondiale di cibo: 153 miliardi di euro nel 2005. E hanno trovato che in media il valore delle colture che per la loro produzione dipendono dagli insetti è più alto di quello delle colture non impollinate, come cereali o canna da zucchero (in media, rispettivamente 760 e 150 euro per tonnellata). Se questi insetti dovessero scomparire, quindi, le perdite per alcuni tipi di raccolti sarebbero tali da non consentire di soddisfare la domanda mondiale di cibo. E si tradurrebbero in perdite per i consumatori comprese tra i 190 e i 310 miliardi di euro.
Sono tre le principali categorie di colture minacciate. Frutta e vegetali, le cui perdite ammonterebbero a 50 miliardi ciascuna, seguite dai semi oleiferi, con 39 miliardi di euro. L’impatto sugli stimolanti, come caffè e cacao, sulle noccioline e le spezie sarebbe minore, almeno in termini economici. Lo studio, precisano gli scienziati, non pretende di fare previsioni precise, anche perché non tiene conto delle strategie che i produttori potrebbe applicare per far fronte alle perdite agricole e prende in considerazione solo la scomparsa totale degli insetti e non un loro graduale declino.
-----------------------------------------------------------
Nasce un Centro integrato di ricerca sulla pelle
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La pelle è un organo spia delle malattie del metabolismo e può essere un modello sperimentale importante per lo studio dei metaboliti di un organismo, che rappresentano i prodotti finali del patrimonio genetico: un gene mutato produce una proteina alterata, che dà un metabolita modificato. La creazione di un Centro Integrato di Ricerca Metabolomica (CIRM), presso l’Istituto dermatologico San Gallicano, inaugurato alla presenza del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, offre la possibilità di studiare l’interazione del metabolismo specifico della pelle associato alle sue patologie.
“La cute", spiega Mauro Picardo, Direttore del CIRM e Responsabile del Laboratorio di Fisiopatologia Cutanea ISG, "ha dei metabolismi specifici ed è munita di un sistema enzimatico metabolico particolarmente espresso che è secondo solo a quello epatico. Grazie alla creazione del Centro di Metabolomica è possibile, ad esempio, condurre studi approfonditi sul metabolismo delle ghiandole sebacee la cui alterazione si è scoperto essere associata all’insorgenza dell’acne o di una dermatite seborroica. I nostri studi dimostrano che c’è un’alterazione quantitativa ma anche qualitativa del sebo della pelle prodotta dai soggetti con l’acne e quello che sta diventando più evidente è che occorre un approccio diverso con il problema acne.”
Si è visto che un’alterazione del metabolismo glicemico è associato al peggioramento dell’acne, il che dà delle prospettive nella possibilità della valutazione di alterazioni dei metabolismi specifici della cute associati con la possibilità di sviluppo di patologie in soggetti adulti che presentano alterazioni del metabolismo lipidico. Si potrebbe riflettere dal punto di vista sistemico quello che si è osservato durante l’adolescenza nelle ghiandole sebacee o che può essere associato ad alterazione del metabolismo glicemico e quindi una possibilità di sviluppo del diabete almeno in alcuni tipi di soggetti che hanno un certo tipo di acne.
“Insomma", ha proseguito Picardo, "possono essere individuati marcatori specifici associati alla patologia, perché la cute è un organo facilmente accessibile e può essere analizzata grazie a una serie di metodiche non invasive di cui il Centro è dotato, che danno la possibilità di analizzare la cute e di poter associare ad analisi di tipo biochimico parametri di funzionalità della pelle. Tali marcatori possono essere indicatori di gravità della malattia e le loro modificazioni qualitative sono importanti per il miglioramento del quadro clinico. L’individuazione di tali marcatori dà indicazioni su possibili nuove molecole che possono essere sviluppate per nuovi farmaci.”
-----------------------------------------------------------
Artrite reumatoide: per le donne è peggio
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L'artrite reumatoide è una malattia che provoca un processo infiammatorio talvolta tanto aggressivo da portare alla distruzione dell’articolazione colpita e alla perdita della sua funzionalità. Nonostante i sintomi fisici siano gli stessi per entrambi i sessi, l'artrite reumatoide colpisce di più le donne e in genere è per loro un'esperienza molto più dolorosa di quanto lo sia per gli uomini, cosa che influisce negativamente sulla loro qualità di vita.
Sebbene non siano note le motivazioni che determinano tali differenze è noto il diverso impatto che possono avere i farmaci scelti per la terapia. I ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno ora presentato dati a supporto della teoria di una prognosi "di genere". Hanno mostrato, infatti, come gli uomini rispondano alle terapie standard per i reumatismi in modo significativamente migliore delle donne, sia oggettivamente, ad esempio nel grado di gonfiore delle articolazioni, sia soggettivamente, in termini di esperienza di malattia.
“Anche la terapia sembra mostrare effetti oggettivi migliori negli uomini”, ha spiegato Ronald van Vollenhoven, a capo dello studio, “ma la differenza sostanziale sta nella componente soggettiva di percezione della malattia. Le donne continuano a sentirsi malate anche quando i risultati oggettivi mostrano dei miglioramenti”.
Si tratta di dati importanti per il medico, che nel definire la terapia deve tenere conto delle differenze soggettive, come ad esempio l'esperienza del dolore, che caratterizzano la malattia.
-----------------------------------------------------------
Depressione o tristezza? Come distinguerle?
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
È stata indicata come male oscuro. È una delle malattie tipiche delle società opulente. La depressione è il disturbo psico-comportamentale più diffuso, a volte però diagnosticarla è molto difficile perché il limite tra la patologia e una profonda tristezza non è sempre così chiaro.
"L'insoddisfazione che ci danno i criteri diagnostici in psichiatria è un problema molto serio. Una diagnosi precisa, come ce la possiamo aspettare per esempio nella cardiologia o nell'oncologia, nel campo della salute mentale non c'è mai", sostiene lo psichiatra Fabrizio Asioli.
Proprio questa impossibilità di individuare senza ombra di dubbio la linea che separa la depressione, e dunque la malattia, da un forte scoramento che però fa parte della vita, è diventata oggetto di riflessione da parte di alcuni psichiatri. Dopo anni di diagnosi, talvolta fin troppo affrettate, e di prescrizioni mediche si è giunti ad un momento di autocritica.
In un libro pubblicato di recente dal titolo "The loss of sadness", Allan Horwitz e Jerome Wakefield sostengono (come per altro è accaduto per secoli in medicina) che i sintomi della tristezza possono essere distinti tra quelli che possono essere riconducibili ad una causa e quelli che non hanno causa apparente. Solo questo secondo gruppo di sintomi, secondo gli autori, dovrebbe essere preoccupante.
"Negli ultimi anni c'è stata una tendenza a medicalizzare quella che i romantici chiamavano la sofferenza dell'anima", ha dichiarato Horwitz, "ma per quanto possa essere difficile la vita e talvolta triste ciò che si affronta, l'aiuto che possiamo dare ai pazienti non passa necessariamente per la prescrizione di un farmaco quanto piuttosto per l'offrire gli strumenti comportamentali per affrontare se stessi e il mondo", ha concluso lo psichiatra.
-----------------------------------------------------------
Tanto sport contro il gene dell'obesità
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Contro l’obesità causata da varianti genetiche servono tre-quattro ore buone al giorno di attività fisica per bloccare l’aumento di peso. La notizia, utile per chi è in sovrappeso, viene da un nuovo studio delle Università di Miami e del Maryland che hanno esaminato la salute di circa 700 Amish, la popolazione di origine germanica che vive in diverse comunità negli Stati Uniti e che conduce una vita ottocentesca, senza luce, automobile, e ovviamente elettrodomestici. Nei volontari è stata studiata l’eventuale presenza della variazione al gene FTO che si ritiene legata a una tendenza all’obesità, e che gli scienziati valutano essere presente in circa il 30% delle persone di origine europea.
Lo studio condotto tra gli agricoltori Amish
Gli Amish portatori di questa variante che svolgevano attività fisiche 3-4 ore al giorno (molti di loro sono agricoltori) hanno evidenziato di pesare 7-8 kg di meno di chi, pur con la stessa mutazione, era meno attivo fisicamente.
Il rapporto, pubblicato sulla rivista scientifica «Archives» di medicina interna, sottolinea come, pur non essendo completamente chiara la funzione del gene FTO, si ritiene che esso regoli l’assunzione di cibo.
I fisioterapisti: «Tanti i benefici per la salute»
Un appello a fare più sport in caso di obesità, viene anche dalla Aifi, l’Associazione italiana fisioterapisti. In Italia un italiano su dieci deve fare i conti con un grado severo di obesità. «Un problema sociale e sanitario che costa 23 miliardi di euro l’anno, il 60% dei quali - ricorda l’Aifi- è dovuto all’incremento della spesa farmaceutica e ai ricoveri ospedalieri. Eppure - continua l’associazione - basterebbe un po’ di attività fisica per mantenersi in buona salute e prevenire le gravi malattie associate ai chili di troppo, come le patologie cardiovascolari, metaboliche, osteoarticolari, tumorali e respiratorie».
I bambini e i ragazzi sotto i 18 anni, dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbero fare ogni giorno circa 60 minuti continuativi di attività fisica, da moderata a intensa.
Agli adulti sono sufficienti 30 minuti di attività moderata per 5 giorni la settimana o, se adeguatamente preparati, 20 minuti di attività più intesa 3 giorni la settimana.
In più, ci si dovrebbe dedicare a esercizi di allungamento muscolare almeno due volte a settimana. «Insomma, la prevenzione rimane tuttora la carta più efficace per conservare un buono stato di salute, e lo sforzo e l’impegno necessari sono decisamente inferiori ai benefici che se ne traggono.
-----------------------------------------------------------
E' arrivato il momento di curarsi con l'uva
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Bella da vedere e buona da mangiare, ma anche amica della salute. L’uva, frutto settembrino per antonomasia, nasconde virtù terapeutiche. «Ogni acino contiene nella buccia e nella polpa una mini-farmacia», utile contro scompenso cardiaco e neuropatie, alleata anti-invecchiamento e cura di bellezza per pelle e capelli. A promuovere i grappoli cari a Bacco è Chiara Trombetti, dietista dell’Istituto clinico Humanitas Gavazzeni di Bergamo. «L’uva ha notevoli qualità di cui può beneficiare il nostro organismo», spiega l’esperta sulla newsletter online «Humanitas Salute». Per esempio, «la spremitura dei vinaccioli dà un olio ricco di acidi grassi polinsaturi che aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue». Ma l’uva fa bene anche mangiata in grappolo. «Nella polpa troviamo grandi quantità di glucosio, ma anche levulosio e saccarosio, elementi energetici e nutrienti per eccellenza», sottolinea Trombetti. Oltre a pectine e acido tartarico, «che hanno funzione protettiva nei confronti del tubo digerente».
Amica del cuore, anti-ossidante, depurativa
E ancora, «Grazie alla presenza di potassio, l’uva ha un effetto diuretico» utile «ai neuropatici e ai malati di cuore che tendono allo scompenso», nonché un’azione «depurante dell’organismo. Per questo, nonostante sia zuccherina, può essere indicata, ma in quantità limitate, nelle diete dimagranti come alimento disintossicante», dice la dietista. Inoltre l’uva, con «il complesso vitaminico (A, C, PP,B1, B2) che contiene, e i molti sali minerali come il sodio, il calcio, il potassio, il magnesio e il manganese, lo iodio, il fosforo, il ferro e il cromo», esercita «una benefica azione sulla pelle e sui capelli, oltre agli effetti anti-invecchiamento e anti-radicali liberi». Rossa o bianca non fa differenza.
-----------------------------------------------------------
Quest'anno l'influenza sarà più cattiva "La pandemia potrebbe essere vicina"
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Previsioni poco rosee da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità: circoleranno tre virus completamenti nuovi rispetto a quelli della stagione precedente. Un ceppo potrebbe colpire l'Europa causando una grave epidemia
Ogni anno colpisce da trecento milioni a un miliardo di persone nel mondo, di cui tre-cinque milioni sono casi gravi e 250-500 mila i decessi; nella Ue le vite perse variano da 40 mila a 220 mila e quest'anno è in arrivo una pandemia dovuta alla circolazione di tre virus completamente nuovi rispetto a quelli della stagione precedente, tanto che per la prima volta l'Oms ha deciso di modificare il vaccino in tutte le sue tre componenti. È indispensabile quest'anno, dunque, vaccinarsi in tempo.
È questo l'allarme-invito che Giancarlo Icardi, responsabile del Dipartimento di igiene dell'Università di Genova, lancia dal summit di Vilamoura, in Portogallo, dell'Eswi - Third European Influenza Conference. È un monito pressante: in Italia ogni anno l'influenza causa tra i 7.500 e gli 8.500 decessi e circa mille di questi 8.500 decessi sono dovuti alla polmonite da influenza, mentre gli altri sono riconducibili a cause diverse, sempre correlate alla stagione influenzale. È dunque quest'anno indispensabile per le categorie a rischio - gli over 65, i bambini di età superiore a 6 mesi, le persone affette da diabete o malattie cardiovascolari - vaccinarsi entro la fine dell'anno.
Quest'anno "c'è una grossa novità - esordisce Icardi: - circoleranno tre virus influenzali completamente nuovi rispetto a quelli della stagione precedente, tanto che l'Oms ha deciso di modificare il vaccino in tutte le sue tre componenti". Il vaccino antinfluenzale è trivalente, è cioè costituito da tre tipi di virus influenzali: il tipo A-H3, l'A-H1 e il B. Quando il vaccino viene modificato "in genere - spiega Icardi - se ne sostituisce un ceppo, al massimo due. Quest'anno invece il vaccino sarà composto da due ceppi Brisbane e dal ceppo Florida, per quanto riguarda il B".
È in arrivo infatti un nuovo ceppo A-H3N2 isolato a Brisbane che è stato il principale responsabile di un aumento dei casi di influenza stagionale in Australia nel 2007 pari a tre volte rispetto agli ultimi cinque anni. Le previsioni sono che il nuovo A-H3N2 potrà colpire l'Europa e causare una grave epidemia influenzale: per questo l'Oms ne ha raccomandato l'introduzione nel vaccino di quest'anno, oltre ovviamente a spingere i Paesi membri a sollecitare, soprattutto nelle categorie a rischio, la vaccinazione preventiva.
Nel XX secolo si sono verificate tre pandemie influenzali: la Spagnola nel 1918 (con oltre 40 mln di morti), la pandemia del 1958 inizialmente comparsa in Asia (con 1 mln di morti) e la pandemia del 1968 originatasi ad Hong Kong(con 1 mln di morti nell'arco di sei settimane)
"Purtroppo in Italia il livello di vaccinazione è ancora basso - aggiunge Icardi, - solo un italiano su quattro si è vaccinato contro l'influenza nella stagione 2006-2007, evidenziando così una copertura vaccinale solamente nel 20 per cento circa della popolazione". Un livello estremamente basso rispetto a quel 75 per cento, il target minimo, fissato dall'Oms per i Paesi membri, fino a raggiungere l'ottimale del 95 per cento. In Italia, non essendoci dati disponibili sulle categorie a rischio, "si proietta il dato di copertura della popolazione generale - precisa Icardi - che parla di un venti per cento circa
-----------------------------------------------------------
IL LITIO RALLENTA LA PROGRESSIONE DELLA SLA
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I risultati di uno studio su 44 pazienti condotto da Neuromed
Per rallentare la progressione della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) l’aggiunta di litio alla normale terapia farmacologica a base di riluzolo può rivelarsi determinante. E’ quanto certificano i risultati di un primo trial sperimentale condotto dall'Istituto neurologico mediterraneo Neuromed che sono stati pubblicati sulla rivista 'Pnas'. Stefano Ruggieri e Francesco Fornai, entrambi di Neuromed, hanno svolto recentemente uno studio su pazienti affetti da Sla basandosi su nuove ricerche relative alle cause della malattia. Nello studio clinico pilota 44 pazienti sono stati reclutati presso l'Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed. Gli esperti hanno osservato che il litio, un farmaco solitamente impiegato nei disturbi dell'umore, associato al riluzolo ha prodotto un significativo rallentamento nella progressione della malattia dopo 15 mesi di trattamento, rispetto alla terapia con solo riluzolo. Questi risultati incoraggianti stimolano a ulteriori sviluppi terapeutici basati proprio sul meccanismo d'azione del litio che potrebbero portare ad altri risultati positivi. Il litio andrebbe a stimolare, nelle cellule nervose, i meccanismi fisiologici di difesa dall'accumulo di composti tossici e componenti cellulari danneggiate, che nei pazienti affetti da Sla sembrano non funzionare in maniera adeguata, causando la morte dei motoneuroni. Ulteriori sviluppi dovranno estendersi a trattamenti farmacologici combinati per potenziare ulteriormente l'effetto del litio.
-----------------------------------------------------------
I MALATI DI ALZHEIMER RIFIUTANO IL LINGUAGGIO INFANTILE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Se usato dagli infermieri aumenta la resistenza alle cure
Uno studio americano presentato a Chicago durante la recente Conferenza internazionale sulla malattia di Alzheimer ICAD evidenzia che gli anziani istituzionalizzati affetti da forme di Alzheimer si mostrano più resistenti alle cure quando il personale si rivolge a loro utilizzando un linguaggio infantile. I pazienti presentano spesso disturbi nel comportamento, in particolare una resistenza alle cure, che aumentano i tempi di somministrazione e lo stress del personale curante. Così sostengono Kristine Williams e colleghi dell’Università della Kansas School of Nursing nel loro intervento alla conferenza. I ricercatori hanno seguito 20 ospiti affetti da demenza residenti in una casa di riposo, filmando le loro attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, etc) e osservando in particolare il linguaggio utilizzato dal personale (normale, infantile, o silenzioso) e i comportamenti dei pazienti (cooperativo, resistente o neutro). E’ stata elaborata una scala di resistenza alle cure in funzione dell’attività, della durata e dell’intensità dei gesti dei pazienti (dire no, serrare le mascelle, piangere, gridare, allontanarsi, spingere, minacciare etc). L’analisi dei dati ha mostrato che la probabilità di resistenza alle cure è del 55% quando i curanti utilizzano un linguaggio infantile, del 36% quando non parlano e del 26% quando si rivolgono normalmente ai pazienti. Questi risultati mostrano che i pazienti istituzionalizzati affetti da Alzheimer hanno un rischio maggiore di assumere un comportamento aggressivo durante le cure quando il personale si rivolge a loro con linguaggio infantile.
-----------------------------------------------------------
Sarà creato un Registro nazionale degli stati vegetativi
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Entro settembre verra' definita la composizione della nuova Commissione sugli stati vegetativi e sugli stati di minima coscienza, istituita al ministero del Welfare. Lo ha annuciato ieri il sottosegretario al Lavoro, salute e politiche sociali Eugenia Roccella, in occasione della presentazione a Roma della decima Giornata nazionale dei risvegli prevista per il prossimo 7 ottobre. La Commissione ministeriale era stata creata nel corso del Governo Berlusconi e presieduta da Domenico Di Virgilio, allora sottosegretario. "Entro questo mese - dice Roccella - formalizzeremo la nuova Commissione e la convocheremo per la prima volta. Io - continua - la presiedero', mentre il gruppo di lavoro sara' composto da esperti del settore. Le prime risposte arriveranno gia' a ottobre". Per il sottosegretario l'obiettivo della Commissione sara' quello di "riaggiornare la parte scientifica. Oggi non sappiamo quanti siano i malati in stato vegetativo, non ci sono criteri sicuri e condivisi sulle diagnosi: dunque a partire dalle definizioni dobbiamo fare chiarezza scientifica. Anche legislativa- sottolinea Roccella - visto che la sentenza della Corte d'Appello di Milano su Eluana Englaro si basa su un concetto di stato vegetativo permanente ormai abbandonato". Sarà infine creato un Registro nazionale degli stati vegetativi necessario per sapere con esattezza quanti sono gli italiani in tale situazione e per omogeneizzare gli standard di cura nelle diverse regioni italiane.
-----------------------------------------------------------
UN TEST PER INDIVIDUARE LA PREDISPOSIZIONE GENETICA PER IL CANCRO AL SENO
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La nuova procedura focalizza l’attenzione sui geni BRCA1 e BRCA
Al prezzo di 15 euro sara' presto possibile sapere se si è predisposti al cancro al seno di tipo ereditario. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Daily Mail basterà solo una settimana per sapere se i geni delle donne testate sono suscettibili alla malattia. Attualmente, i test che sequenziano il genoma costano all'incirca 1.500 euro e possono impiegare fino a 18 settimane prima di arrivare a un risultato. La nuova procedura, invece, permetterebbe agli scienziati di concentrare la loro attenzione solo su due tipi di geni riconducibili all'evoluzione della patologia, il 'BRCA1' e 'BRCA', riducendo in questo modo i tempi e i costi. Analizzando, quindi, solo questi geni sara' possibile conoscere piu' rapidamente la suscettibilita' delle donne al cancro. Il nuovo test verra' presentato in occasione del meeting annuale della British Society for Human Genetics che si terra' presso la University of York.
-----------------------------------------------------------
A ROMA UNA SUPER TAC DELLE CORONARIE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Fra i vantaggi la riduzione della dose di raggi e le immagini tridimensionali
E' entrata in funzione alla Clinica Mater Dei di Roma una Tac di ultima generazione, la prima in Italia che migliora notevolmente le prestazioni consentendo un'eccezionale valutazione delle arterie coronarie. Si tratta della "Tac Definition AS 128 slice" che supera, di gran lunga, la "Tac 64 slice", considerata fino ad oggi al massimo livello. La nuova Tac rappresenta una svolta nella diagnostica per immagini, tanto che i primi risultati dell'utilizzo alla Mater Dei verranno presentati al Congresso mondiale di Radiologia a Chicago, in novembre. " Oltre a una visualizzazione dettagliata dell'anatomia coronarica - spiega il prof Massimo Fioranelli, responsabile del Centro Cuore della Mater Dei - con questo apparecchio è possibile controllare a distanza di tempo il risultato di interventi come bypass o angioplastica in modo non invasivo. E' possibile, infatti, visualizzare ad alta definizione la pervietà degli stent coronarici, le stenosi e la parete coronarica, aspetto, quest' ultimo,che ha da sempre rappresentato un limite della coronarografia". La Tac 128 introduce cinque notevoli progressi nel campo della diagnostica: velocità, risoluzione spaziale, apertura del tunnel, riduzione della dose di raggi, immagini tridimensionali, tutti elementi molto importanti per una corretta diagnosi. "La velocità con cui vengono acquisite le immagini del cuore - spiega il prof Paolo Pavone, responsabile del Dipartimento Imaging della Mater Dei -ha un livello mai raggiunto prima, si passa dai 10-15 secondi dell'apparecchiatura a 64 strati ai soli 4 secondi della Tac 128, in questo modo si può "fotografare" il movimento del cuore con immagini più nitide. Altro dato che migliora la qualità delle immagini è l'altissima risoluzione, cioè la capacità di vedere un oggetto interno al corpo umano: la Tac in funzione alla Mater Dei è all'avanguardia nella risoluzione spaziale perché può evidenziare strutture anatomiche anche minime, meno di un quarto di millimetro. L'apertura del tunnel, e cioè quel varco attraverso cui passa il paziente, è di 78 cm contro i 65 delle aperture attuali, quindi vengono a cadere tutti i problemi, frequenti, di claustrofobia. Elemento molto importante è rappresentato dalla riduzione dei raggi X. Questa Tac ha un sistema che consente che la radiazione utilizzata sia la minore possibile, a livello della radiazione normalmente presente nell'atmosfera. Infine, il sistema analizza le immagini in maniera tridimensionale che hanno un vasto campo di applicazione: colonscopia virtuale, coronarografia con Tac, angiografia con Tac e valutazione di lesioni ossee postraumatiche o degenerative.
-----------------------------------------------------------
MINISTERO DELLA SALUTE E PEDIATRI CONTRO LA CIRCONCISIONE CLANDESTINA
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il Sottosegretario Martini ha siglato un protocollo di intesa con la FIMP
Il Sottosegretario alla salute Francesca Martini e il Presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri (Fimp), Giuseppe Mele, 'dopo un percorso di riflessione comune' sottoscriveranno oggi all'ex ministero della Salute un Protocollo di Intesa per la prevenzione della circoncisione rituale clandestina 'aperto al contributo di tutti gli attori che operano nel campo della salute del bambino'. Il protocollo nasce dopo i fatti di cronaca che hanno visto bambini, figli di stranieri, rischiare la vita per dissanguamento dopo circoncisioni clandestine fatte in casa senza assistenza medica. Gia' lo scorso luglio il sottosegretario aveva annunciato misure di prevenzione in accordo con i pediatri, a partire dai punti nascita degli ospedali, ed una serie di ispezioni a tappeto da parte dei carabinieri dei Nas per individuare i luoghi dove vengono illecitamente effettuati interventi di mutilazioni sessuali.
-----------------------------------------------------------
FRANTOIONLINE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Informazioni su ulivi, frantoi ed olio extravergine d'oliva. Alcune regole per riconoscere e degustare un buon olio, suggerimenti e piccoli accorgimenti utili nella scelta dell'acquisto: http://www.frantoionline.it/
-----------------------------------------------------------
IL MIO SAPONE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Ingredienti, metodi e ricette per imparare a fare il sapone in casa: http://www.ilmiosapone.it
-----------------------------------------------------------
RIFUGI E BIVACCHI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Database che contiene, secondo gli autori, duemila segnalazioni di strutture che ospitano alpinisti ed escursionisti. Ogni scheda fornisce informazioni su quota, dislivello, tempo di percorrenza, difficolta', accesso: http://www.rifugi-bivacchi.com/
-----------------------------------------------------------
PROGETTO ZANZARA
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Informazioni per conoscere e combattere la zanzare tigre. Dove vive, come tenerla d'occhio, luoghi a rischio, prevenzione, disinfestazione e un numero verde per chi e' alla ricerca di altre risposte: http://www.progettozanzara.it/
-----------------------------------------------------------
ANSIA
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tutto quello che si può sapere su quella sensazione che non permette mai di rilassarsi.: http://www.ansia.it/
-----------------------------------------------------------
GIUSEPPE GIOACHINO BELLI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Dedicato al grande poeta romano offre la possibilita' di ascoltare gratuitamente numerosi sonetti, interpretati da Maurizio Mosetti, autore del sito nonche' attore di teatro di lunga esperienza: http://www.ggbellimosetti.altervista.org
-----------------------------------------------------------
I documenti declassificati della Cia inchiodano Arafat
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Ordinò l'omicidio di due diplomatici americani e di uno belga a Khartoum e fu dietro la strage di Monaco
Articolo di Gian Micalessin
Prima era un sospetto, ora è certezza. Il defunto leader palestinese Yasser Arafat prima di venir insignito nel 1994 del premio Nobel per la Pace fu il mandante dell’uccisione di due diplomatici americani e di uno belga trucidati nel marzo 1973 dopo un attacco terroristico all’ambasciata saudita di Khartoum. L’imbarazzante verità, rimasta nascosta per 35 anni, emerge dai documenti «declassificati» del direttore della Cia, Richard Helms, resi pubblici negli Stati Uniti la scorsa settimana.
I dossier di Helms, responsabile dell’agenzia dal 1967 alla fine del 1973, rivelano che l’Amministrazione americana era a conoscenza del doppio ruolo giocato da Arafat in qualità di leader di Fatah e di oscuro stratega delle operazioni di Settembre Nero, l’organizzazione responsabile nel 1972 della strage alle Olimpiadi di Monaco e nel marzo del 1973 del triplice omicidio seguito all’assalto all’ambasciata di Khartoum. Henry Kissinger, allora consigliere per la Sicurezza del presidente Richard Nixon, decise però di imporre il segreto di Stato su comunicazioni radio in cui si sente la voce di Arafat ordinare l’eliminazione dell’ambasciatore americano in Sudan, Cleo Noel, del suo vice George Curtis Moore e dell’incaricato d’affari belga, Guy Eid.
-----------------------------------------------------------
Accordi sospetti intorno alla Jihad
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Articolo di Mario Arpino
Mentre l'ocidente europeo è impegnato a farsi male da solo e quello americano è assorbito da chiassose conventions e procedure pre e post elettoraliper almeno un altro quadrimestre, in medio oriente cìè chi si prepara, senza neppure la necessità di farlo di nascosto. Walid Phares, studioso del mondo islamico e autore di una trilogia interessante sulla Jihad, ci fa sapere che il 19 agosto scorso importanti leaders di Hezbollah (sciiti) e di varie organizzazioni salafite (sunniti), hanno tenuto una conferenza stampa in un hotel di Beirut per annunciare felici la firma di un reciproco accordo per "confrontarsi con l'America." La notizia è stata riportata dai principali quotidiani in lingua araba.
E' noto che tra Sciiti e Sunniti non è mai orso buon sangue, e non è detto che i gruppi salafiti debbano necessariamente essere terroristi.
"Salafya" significa solo "risveglio religioso" e, di per sé, rimane un'espressione generica. Il termine in alcuni casi è usato per indicare una modernizzazione dell'Islam, in altri casi, come nel caso dei wahabbiti sauditi, che pur si dichiarano contro al Qaeda e il terrorismo, per teorizzare un sano ritorno alle origini. Di avviso diverso, per esempio, sono i "Gruppi salafiti per la predicazione e il combattimento", autori degli ultimi attentati in Algeria, che di fatto sono oggi i rappresentanti di al Qaeda nel Maghreb.
Non sappiamo con chi Hezbollah abbia firmato l'accordo, "che entrerà in vigore in tempi successivi", ma lo immaginiamo.
Nel testo sembra vi sia una condanna alla lotta tra gruppi islamici, un "confronto" comune contro l'America, un fermo supporto di Hezbollah ai gruppi del movimento salafita, la formazione di un comitato religioso per discutere le diferenze e il rispetto delle reciproche opinioni.
Le reali motivazioni dell'accordo non si limitano solo a questo, ma, anche se così fosse, è certo che questa è la prima dichiarazione congiunta in assoluto tra gli jiddaisti sciiti, seguaci di Teheran, e quelli sunniti. Va da sé che, nel quadro di una crisi mondiale sempre più estesa, gli sviluppi della situazione libanese, dopo i condizionamenti posti al Governo di Hezbollah, possono essere letti come un indizio di quello che potrebbe accadere nella sfera delle forze jihaddiste mondiali nell'imminente futuro.
-----------------------------------------------------------
Tv satellitari immorali. Lecito uccidere i gestori
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Viviana Mazza
L'editto religioso è stato emesso giovedì su «Radio Corano», canale dell'ente radiotelevisivo statale
Durante il Ramadan, quando scende la sera, i sauditi come i musulmani in molti Paesi della regione si rifugiano in casa, per mangiare dopo il digiuno di tutta una giornata. E si godono le soap opera su cui i network investono proprio in questa stagione. È un'orgia di tv e di cibo che mal si addice al mese sacro, secondo i più conservatori in Arabia. Ma il giudice capo dell'Alto Consiglio giurisdizionale saudita, lo sheikh Saleh Al-Luheidan, è andato ben oltre gli avvertimenti espressi finora. Ha emesso una fatwa (un editto religioso) alla radio: dichiara che è lecito uccidere i proprietari delle tv che trasmettono programmi «immorali».
La fatwa è andata in onda giovedì su «Radio Corano», canale dell'ente radiotelevisivo statale, durante il programma «Illuminare il cammino». Gli ascoltatori telefonano e pongono domande. Uno di loro ha chiesto allo sheikh come vadano giudicati, secondo l'Islam, i proprietari di canali satellitari che mostrano «cattivi programmi » durante il Ramadan. Al-Luheidan ha risposto: «Consiglio a coloro che trasmettono programmi indecenti, che corrompono la società e la fede, che diffondono barzellette e vacui sorrisi oppure inutili perdite di tempo, consiglio loro di desistere... Se non accettano il consiglio potrebbero essere uccisi, perché i predicatori del male, se non desistono, è lecito condannarli a morte». Ha aggiunto che secondo il Corano la condanna a morte è applicabile contro «chi uccide o diffonde il male nella terra». «Le azioni che conducono all'immoralità nella società sono una forma di diffusione del male nella terra — ha argomentato — e meritano di essere punite con la morte».
-----------------------------------------------------------
Il piano degli ayatollah per la bomba
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Articolo di Maurizio Molinari
Il Leader Supremo dell’Iran, Alì Khamenei, ha un piano segreto per accelerare la produzione di armi atomiche simulando un guasto nella centrale di Bushehr. A svelarlo è un memorandum che circola fra alcuni servizi di intelligence occidentali e che «La Stampa» ha avuto modo di consultare.
L’iniziativa di Khamenei risale all’indomani del 6 settembre 2007 quando l’aviazione israeliana colpì a sorpresa nel Nord della Siria distruggendo quello che Gerusalemme e Washington consideravano un reattore nucleare in via di realizzazione. L’efficacia di quell’attacco fece temere a Khamenei, suprema autorità della Repubblica islamica, un simile pericolo per gli impianti nucleari iraniani. Da lì la scelta di convocare, poche settimane dopo, nel proprio ufficio a Teheran un gruppo di alti funzionari del consiglio per la sicurezza nazionale e del progetto nucleare, incluso Mohsen Fahrizadeh titolare del «Progetto 111» - il programma che si sospetta teso a realizzare armi atomiche - e capo del Centro per la ricerca di fisica del ministero della Difesa.
In quell’occasione, secondo il memorandum di intelligence, Khamenei fece presente che la necessità di accelerare il progetto militare era tale anche da affrontare il rischio di non rispettare più i regolamenti dell’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) all’interno degli impianti già esistenti e funzionanti. Durante la riunione vennero esaminate più ipotesi e al termine della discussione «Khamenei chiese la redazione di un piano per sfruttare il combustibile nucleare della centrale di Bushehr al fine di ottenere plutonio», utilizzabile a fini militari.
Secondo fonti citate nel documento il colloquio ebbe dei momenti di tensione perché alcuni degli alti funzionari presenti «ammonirono ripetutamente Khamenei» dal procedere in una direzione destinata a far pagare un «serio prezzo politico all’Iran», ma il Leader Supremo decise comunque di dare luce verde alla confezione del dettagliato piano che gli è stato recentemente presentato nella versione definitiva.
-----------------------------------------------------------
Baghdad-Gerusalemme, sola andata
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
La solitaria battaglia di Mithal al Alusi, deputato iracheno che vuole la pace con Israele.
I terroristi hanno ucciso i suoi due figli, il Parlamento gli ha tolto l'immunità
Articolo di Giulio Meotti
Doppiamente dissidente il parlamentare iracheno Mithal al Alusi. Prima sotto Saddam Hussein, che lo costrinse a un esilio ventennale dopo averlo condannato a morte, poi nell’Iraq infestato da squadracce di islamisti e decapitatori. E’ sopravvissuto a un attentato, nel febbraio del 2005, in cui hanno perso la vita i suoi figli Jamal e Ayman, a sua volta padre di tre bambini. La colpa di Alusi, figlio di un celebre islamologo della provincia di al Anbar, era stata quella di essere il primo iracheno a visitare Israele. “E’ un avvertimento per tutti quelli che pensano di avere a che fare con il regime sionista”, recitava la rivendicazione terroristica. “Vi stiamo aspettando”. La stampa araba lo chiamò “traditore”, “agente sionista” e “pupazzo americano”. Alusi è stato direttore generale alla Commissione per la debaathificazione, da cui è stato espulso sempre a seguito di alcune dichiarazioni a favore di Israele. “Io voglio che i bambini tornino a giocare per le strade dell’Iraq”, aveva detto prima che gli assassini mascherati gli facessero visita. Alusi, uno dei più coraggiosi politici iracheni, aveva appena dichiarato guerra ai “fantasmi della morte che uccidono la vittoria degli iracheni e il loro diritti alla vita. L’Iraq non morirà”. Il Parlamento iracheno due giorni fa ha votato per togliere l’immunità ad al Alusi, che il mese scorso era volato in Israele una seconda volta per prendere parte a una celebre conferenza a Herzliya sul terrorismo. “In Israele non c’è occupazione, c’è il liberalismo” ha detto Alusi. Nel suo intervento al centro studi di Herzliya, Alusi ha invitato Israele a non cedere contro l’Iran.
-----------------------------------------------------------
Dopo Hamas, arrivano le bombe mafiose
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Articolo di Dimitri Buffa
Non bastavano gli “shaheed” palestinesi e i terroristi islamici. Adesso Israele si ritrova a fronteggiare una nuova emergenza terroristica che in Italia abbiamo conosciuto molto bene nei primi anni ’90: quella delle stragi di mafia. Proprio ieri polizia e servizi di intelligence hanno infatti lanciato due distinti allarmi a tutta la popolazione: evitate di andare a fare le vacanze sul Sinai, perché Hezbollah progetta di rapire cittadini israeliani, ma evitate anche di andare a mangiare nella catena di ristoranti, che fa capo al magnate arabo israeliano, “un po’ in odore di mafia” (come si direbbe in Italia) François Abutbul, perché potrebbero essere oggetto di attentati da parte di clan rivali. Proprio ieri la polizia israeliana ha fatto irruzione in due distinti ritrovi alla moda di Netanya, cioè il Beit Haikar e il Gehalim, e dopo avere identificato tutti i presenti li ha avvertiti del rischio che stavano correndo a mangiare lì. C’è da dire che il presunto boss Abutbul, domenica, aveva ottenuto dalla corte di Kfar Saba l’annullamento di un provvedimento di polizia che gli aveva ingiunto di chiudere cinque dei suoi ristoranti che fanno parte di una catena di slow food molto amata a Netanya e in mezza Israele. Adesso Abutbul aspetta un pronunciamento nel merito delle richieste da parte dei pm di sospendere la sua attività per sospetti di collusione con la criminalità organizzata locale.
Abutbul, per la cronaca, è il figlio di un boss, stavolta non presunto ma accertato, che si chiamava Felix Abutbul, che morì ucciso da una gragnuola di proiettili nel 2002 in un regolamento di conti fuori dal Casinò di Praga. Sempre domenica c’era stato un confronto tra Abutbul figlio e il sindaco di Netanya Miriam Feierberg, l’autorità che aveva chiesto alla polizia di chiudere le attività del figlio del boss. Un confronto drammatico in cui Abutbul ha rinfacciato al primo cittadino di Netanya di averlo “pugnalato alle spalle”, frase a cui il sindaco ha risposto così: “sei tu ad avere pugnalato alle spalle la città di Netanya”. Sia come sia, dopo che il Mossad e lo Shin Bet, nelle stesse ore, erano stati costretti a chiedere ai cittadini israeliani di non sognarsi di andare a fare in questi mesi le vacanze nel Sinai, perché a rischio di attentato e di rapimento da parte degli Hezbollah e di Hamas, adesso è nato un nuovo e inatteso fronte interno: quello della criminalità organizzata locale. E questa “nascita” preoccupa non poco la polizia di Netanya, ma anche quelle di Tel Aviv e di Gerusalemme, altre città in cui il gruppo di ristorazione, che fa capo al figlio del boss ucciso a Praga, possiede locali o cura interessi vari.
-----------------------------------------------------------
Sulla via di Damasco non si salva il Libano né si ferma l’Iran
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
L'analisi di Emanuele Ottolenghi
Quattro giorni fa Hisham el Badni, assistente personale di Khaled Meshaal, capo dell’ufficio politico di Hamas con base a Damasco, è stato fatto scendere dalla sua auto e freddato a colpi d’arma da fuoco in una strada della città di Homs, a nord della capitale siriana. E’ l’ultimo episodio di una serie oscura che ha visto anche l’assassinio a Damasco del comandante militare di Hezbollah, lo scorso febbraio. Intanto il ministro degli Esteri siriano Walid Moallem, in visita a Roma la settimana scorsa, ha promesso al nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, che la Siria rispetta il principio di non ingerenza negli affari interni del Libano. Frattini gli ha risposto che “apprezza” il ruolo di Damasco in medio oriente, auspicando una più intensa cooperazione. La visita di Moallem a Roma è arrivata pochi giorni dopo la visita del presidente francese, Nicolas Sarkozy, a Damasco – a dimostrazione che l’Europa sta mantenendo gli impegni presi in cambio della fine del veto siriano alla risoluzione della crisi istituzionale in Libano. In cambio, la Siria aveva ricevuto la promessa dell’emiro del Qatar che le porte dell’Europa le si sarebbero riaperte. Il Qatar ha fatto quanto promesso e gli europei pure: a Beirut c’è un presidente addomesticato, Hezbollah ha un veto su tutte le decisioni interne del governo, ha il permesso di continuare a rafforzare la sua presenza militare nel sud del Libano in barba all’Unifil. E l’inchiesta sull’assassinio del premier libanese Rafiq Hariri langue, l’attuazione delle risoluzioni dell’Onu 1.559 e 1.701 rimane irrealizzabile, continuano come ieri gli attentati che rendono ancora più fragile la cosiddetta pax siriana.
-----------------------------------------------------------
La Russia senza vincoli apre i rifornimenti nucleari all’Iran
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Da: Il Foglio
A George W. Bush restano pochi giorni per poter raggiungere l’ultimo obiettivo del suo doppio mandato presidenziale. Se entro il 25 settembre il Congresso non avrà dato il via libera all’accordo di cooperazione tra Stati Uniti e India sul nucleare civile, del dossier dovrà probabilmente occuparsene il suo successore. Dopo quella data, i due rami del Parlamento americano chiuderanno i battenti fino a dopo le elezioni di inizio novembre che riguarderanno non soltanto la Casa Bianca, ma anche il rinnovo di parte dei seggi alla Camera dei rappresentanti e al Senato. Joe Biden, che oltre a essere il candidato del Partito democratico alla vicepresidenza è anche il numero uno della commissione Esteri del Senato di Washington, giura che lui e la maggioranza liberal faranno “di tutto per accelerare al massimo i tempi” e licenziare un accordo raggiunto nei termini di massima già tre anni fa. Tanto il premier indiano, Manmohan Singh, quanto il presidente statunitense hanno dovuto superare le obiezioni di chi – in patria e fuori – metteva in dubbio l’utilità e soprattutto la sicurezza dell’intesa atomica che, con la Russia sempre più lontana dal raggio d’azione dell’Alleanza atlantica, appare sempre più strategica. Qualche settimana fa i paesi fornitori di energia nucleare hanno dato il loro assenso all’accordo di cooperazione indoamericano, indoamericano, con l’eccezione di Austria, Irlanda e Nuova Zelanda, portavoci dei timori di chi – ricordando che l’India è una delle tre nazioni al mondo a non aver firmato il trattato di non proliferazione – non crede che Nuova Delhi possa limitare l’utilizzo di strumentazioni, carburanti e know how di marca statunitense al solo campo civile. L’agenzia atomica dell’Onu, nonostante queste riserve, ha a sua volta benedetto la collaborazione tra Stati Uniti e India, riconoscendo di fatto che – come sostengono a Washington – “Nuova Delhi è un attore responsabile, a differenza di Teheran”.
-----------------------------------------------------------
L’Iran vara la pena capitale contro chi lascia l’islam
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Giulio Meotti
E’la formalizzazione di un fenomeno che già da molti anni domina la vita dell’Iran. La messa a morte per legge dei non musulmani e dei convertiti. Così l’Iran tocca l’apice dell’oscurantismo nei rapporti fra la Rivoluzione e le altre religioni, da quando nel 1979 l’ayatollah Ruhollah Khomeini concesse a tutti i sacerdoti, religiosi e religiose cattolici stranieri, un mese di tempo per lasciare il paese. E’ passata inosservata la quasi unanime approvazione al Parlamento iraniano del disegno di legge che sanziona la morte per gli apostati, coloro che abbandonano l’islam e abbracciano un’altra fede, cristiana o zoroastriana. Considerando il voto schiacciante, 196 a favore e 7 contrari, l’iter legislativo è tutto in discesa per una legge unica nella umma. La rivoluzione khomeinista si volge al purismo sunnita, fino a contemplare una punizione assoluta (per chi abbandona l’islam) estranea alla tradizione sciita. L’Iran è più vicino al Pakistan, la “terra dei puri” dove gli apostati hanno vita dura almeno quanto in Arabia Saudita, Mauritania e Sudan. L’Unione europea aveva ufficialmente chiesto a Teheran di abbandonare il progetto di legge, che, per la prima volta, introduce nel codice penale la sentenza capitale per il reato di apostasia. L’Istituto sulle politiche religiose e pubbliche, con sede a Washington, per primo ha reso nota l’iniziativa e precisa che il testo in esame stabilisce la morte per l’apostata-uomo e il carcere per l’apostatadonna. “In passato, la condanna a morte è stata emessa ed eseguita in alcuni casi apostasia, ma mai era stata inserita nella legislazione del paese” dice Joseph Grieboski, presidente dell’Istituto sulle Politiche religiose e rubbliche, con sede a Washington. La legge individua due tipi di apostasia: innata o di origine parentale. Nel primo caso, l’apostata ha genitori musulmani, si dichiara musulmano e da adulto abbandona la fede di origine; nel secondo, l’apostata ha genitori non musulmani, diventa musulmano da adulto e poi abbandona la fede. L’articolo 225-7 stabilisce che “la punizione nel caso di apostasia innata è la morte”, mentre per l’articolo 225-8 “la punizione nel caso parentale è sì la morte, tuttavia, dopo la sentenza finale, per tre giorni il condannato sarà invitato a tornare sulla retta via e incoraggiato a ritrattare. In caso di rifiuto, la condanna a morte verrà eseguita”.
-----------------------------------------------------------
Berlusconi in campo per Israele «Ahmadinejad è come Hitler»
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Articolo di Marco Galluzzo
PARIGI — Il presidente iraniano come Hitler. L'accostamento non è esplicito, ma è chiaro. Lo fa Silvio Berlusconi, invitato e premiato dall'associazione ebraica Keren Hayesod, nella capitale francese, all'ora di pranzo: «Credo che dovremo avere tutti la massima attenzione verso le follie di chi arriva a dire che bisognerebbe cancellare Israele dalle carte geografiche. Non crediamo che siano cose reali però già una volta c'era una tal signore che all'inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quello che ha fatto e voi sapete a chi mi riferisco ». Il presidente del Consiglio trascorre una giornata a Parigi per rispondere all'invito, per vedere il presidente Sarkozy, infine per visitare gli stand di una mostra di antiquariato al Grand Palais. Il riferimento ad Ahmadinejad è al primo appuntamento, nel quale il Cavaliere ricorda di aver visitato Auschwitz: «Allora mi sono detto: anche io sono israeliano. Sono sempre stato naturalmente amico del vostro Stato. Ho avuto nella mia infanzia dei compagni ebrei che ho amato e loro mi hanno rimato, mi raccontavano quello che avevano subito, anche per questo ho sempre sentito l'importanza di essere dalla parte di Israele».
L'incontro si svolge a porte chiuse, dinanzi alla platea il capo del governo pronuncia una condanna delle ideologie del secolo scorso, del comunismo e del nazismo: il primo «credendo di portare la Gerusalemme celeste in terra ha prodotto solo miseria e morte; il secondo basandosi sul concetto assurdo della prevalenza di una razza ha provocato gli istinti più bestiali degli uomini, prodotto le tragedie di cui voi siete stati vittime ». Berlusconi spende parole di stima ed elogio per il premier israeliano, Olmert, che lascia l'incarico: «Una persona capace, esperta, concreta, sono convinto che fosse una delle migliori persone per trattare con i palestinesi, e per questo spero che chi lo seguirà continui ad avvalersi della sua preziosa esperienza».
Con Nicolas Sarkozy, lo dice lui stesso, Berlusconi parla invece, soprattutto, di immigrazione, della «necessità di una politica europea comune sul tema, in particolare per quanto riguarda l'immigrazione di cittadini dei 27 Stati europei; c'è questa esigenza di poter rimandare nei paesi d'origine coloro che hanno compiuto reati e sono ospiti delle nostre carceri, opzioni che oggi è preclusa se c'è l'opposizione dell'interessato. Ne parlerò al prossimo Consiglio europeo». La visita la conclude alla Biennale degli antiquari. Fra i lussuosi stand il Cavaliere scherza con i cronisti: «Se avete soldi da investire, quella statua egiziana costa solo 7 milioni di dollari…»
-----------------------------------------------------------
Iraq, torna Ray “il cattivo”
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Maurizio Molinari
I suoi soldati hanno catturato Saddam Hussein, inaugurato l’uso dell’artiglieria pesante contro i villaggi del Triangolo Sunnita infestati dalla guerriglia e arrestato tanti iracheni da portare al collasso il carcere di Abu Ghraib. Ora il loro comandante, Raymond Odierno, arriva alla guida dell’intero contingente in Iraq, portando con sé il soprannome che gli hanno dato: Tony Soprano, come il boss mafioso del popolare serial tv.
La missione di Odierno è sostituire David Petraeus, il generale che ha gestito i rinforzi ottenendo una drastica riduzione delle violenze ed è adesso alla guida di tutte le truppe americane in Medio Oriente. Odierno condivide i meriti del popolare Petraeus, per esserne stato il vice negli ultimi venti mesi, ma non potrebbe essere più diverso. Basta ascoltare i racconti di chi lo ha conosciuto sul campo per rendersene conto.
Se Petraeus è il teorico di un’antiguerriglia basata sul miglioramento dei rapporti militari-civili per conquistare «cuori e menti» dei locali, il sergente Kyala Williams, ex specialista dell’intelligence nella 101ª divisione, descrive così il posizionamento dei soldati di Odierno di fronte ai villaggi sunniti nell’aprile del 2003: «Avevano lo sguardo brutto e cattivo, erano in piedi sopra i camion con i fucili puntati verso i civili per intimidirli». Se Petraeus ha fatto breccia nella diffidenza dei sunniti posizionando i soldati dentro i centri abitati e chiedendo loro di occuparsi di acqua potabile e fognature, David Poirier, comandante di un battaglione di polizia militare a Tikrit fino al marzo 2004, ricorda che «la filosofia degli uomini di Odierno era arrestare tutti gli uomini in grado di combattere perché non era possibile distinguere i buoni dai cattivi». «A quei tempi ogni maschio fra i 16 e 60 anni veniva arrestato dagli uomini di Odierno» conferma al «Washington Post» il colonnello Alan King, ex alto funzionario dell’amministrazione provvisoria.
-----------------------------------------------------------
Tzipi Livni leader di Kadima
>>Da: Veronica
Messaggio 4 della discussione
Articolo di Menachem Gantz
Quando ha tempo, Tzipi Livni suona la batteria. Vegeteriana per motivi di coscienza, ex giocatrice di pallacanestro, la prima donna che potrebbe succedere a Golda Meir come premier di Israele adora la cioccolata e non esita a esibirsi in un karaoke quando si tratta di cantare motivi israeliani. Ex soldato, Livni non si è fatta conoscere per i suoi discorsi carismatici e non fa parte dell’élite militare, ma gode della reputazione di “miss clean”, reputazione oggi quanto mai preziosa. E infatti, alle primarie di Kadima – innescate dall’inchiesta sul premier, Ehud Olmert – Tzipi ha sbaragliato il suo rivale, Shaul Mofaz, senza neppure concedergli l’onore di un ballottaggio. Anche se era la più giovane tra i pretendenti alla successione di Olmert, la lady di ferro d’Israele ha una grande esperienza politica: negli ultimi nove anni – da quando fu eletta per la prima volta al Parlamento – è passata velocemente dai banchi posteriori della Knesset alle sedie del governo fino ad arrivare all’ambito discastero degli Esteri. Nel maggio del 2007, Time l’ha messa tra le cento persone più influenti nel mondo. Nata a Tel Aviv, Tzipi è figlia di Eytan Livni, uno dei leader del movimento Etzel, la National Military Organization, poi trasferitosi nel Likud. Anche la mamma Sara aveva un posto di rilievo in Etzel. Ecco perché, a soli 16 anni, Tzipi era già in strada a manifestare contro la visita di Henry Kissinger in Israele, volta a trovare un accordo per il ritiro israeliano dal deserto del Sinai e dalle alture del Golan, all’indomani della guerra dello Yom Kippur. Poi, come tutti i cittadini di Israele, si è arruolata a diciotto anni nell’Idf. Quando lasciò l’esercito era diventata il tenente Livni. Il primo servizio volontario per lo stato l’ha svolto all’inizio degli anni Ottanta (tra il 1980 e il 1984) per il Mossad.
-----------------------------------------------------------
A D'Alema Israele proprio non piace
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Da: Il Foglio
Nei suoi due anni alla Farnesina Massimo D’Alema ha fatto di tutto per dimostrarsi quantomeno “non simpatizzante” di Israele, anche quando ha lavorato – con apprezzamento del governo di Gerusalemme, va riconosciuto – per una forte presenza italiana nella soluzione, molto temporanea, della guerra del 2006. Ma le sue strampalate idee su Hezbollah, che non potrebbe essere liquidato come movimento terrorista perché ha consenso di massa e deputati (specchio di una sua ben misera e datata analisi del terrorismo islamico), e le sue aperture tattiche a Hamas avevano chiarito antipatiche radici che due giorni fa – in un convegno dell’Aspen Institute – sono state di evidenza plateale. Là dove il ministro degli Esteri in carica, Franco Frattini, ha parlato a lungo di Israele come “parte” dell’occidente e ha proposto all’Europa di considerarlo “partner strategico”, come lo considera il governo guidato da Silvio Berlusconi, D’Alema ha parlato d’altro. La “parte” per cui batte il cuore di D’Alema – ovviamente in una prospettiva di pace – non è quella israeliana, ma quella palestinese. L’ottica è rovesciata, opposta, anche se comune è l’auspicio di un accordo duraturo sulla scia di Annapolis. Frattini guarda all’accordo certo che le comuni radici di civiltà portino l’Italia a stare ben impiantata a Gerusalemme, D’Alema, invece, è sempre con i piedi a Ramallah. Posizione lecita, comune a molti leader europei, ma che nel caso di D’Alema non può non evocare un’ininterrotta e poco gradevole continuità con analisi e strategie mediorientali dell’Urss nella fase post staliniana.
-----------------------------------------------------------
La tenacia di Tzipi Livni
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Articolo di Aluf Benn
L’OBIETTIVO
Tzipi Livni è una ragazza tenace. I giornalisti che l’hanno incontrata negli anni scorsi, quando era ancora un ministro di secondo piano nel governo Sharon, e che ne hanno seguito l’ascesa fino ai vertici, hanno ascoltato i suoi discorsi e le sue dichiarazioni e hanno potuto sentire un messaggio costante: sono qui per perseguire un solo obiettivo, quello di uno stato che sia ebraico e democratico; ecco perché sostengo la creazione di uno stato palestinese, a condizione che esso rappresenti la soluzione nazionale per tutti i palestinesi esattamente come Israele rappresenta la soluzione nazionale per gli ebrei.
La caparbietà della Livni ha raccolto mercoledì i suoi primi frutti, con la vittoria nelle primarie del partito Kadima. Ora ciò che la separa dalla carica di primo ministro è solo riuscire a negoziare la nuova coalizione di governo.
Durante l’anno trascorso, Tzipi Livni ha imparato ad ascoltare i consiglieri e ha saputo raccogliere attorno a sé, per la sua campagna nelle primarie, la maggior parte della squadra politica e comunicativa che fu di Ariel Sharon. Ma la Livni è ben diversa da Sharon. Appartiene a un’altra generazione e non è caratterizzata da quel cinismo, quell’umorismo graffiante e tutte quelle storie di guerra che erano i tratti tipici di Sharon. Ama farsi capire, ma tende a non prendersela per ciò che la stampa dice di lei né a lamentarsi dei giornalisti, come sono soliti fare tanti altri politici. Per lei la cosa importante dimostrare fiducia in se stessa e un pizzico di distacco. Chi la incontra per la prima volta resta colpito dalla sua franchezza. Nei corridoi della Knesset è meno benvoluta perché è stata classificata già da tempo come un’aspirante alla corona ambiziosa e temibile.
La Livni mette per iscritto i suoi pensieri. La sua attenzione è meno concentrata sulle grandi idee e più sulla soluzione dei problemi. Tende a occuparsi dei dettagli. È così che ha imbastito quello che divenne noto come il “compromesso Livni”, che permise a Sharon di far approvare al governo il disimpegno dalla striscia di Gaza senza l’appoggio di Benjamin Netanyahu. È così che stese la bozza della piattaforma di Kadima, ed è così che suggerì a Ehud Olmert la via d’uscita politica dalla seconda guerra in Libano.
Ma in tutti questi casi, c’era sempre qualcuno sopra di lei che prendeva la decisione finale, assumendosene la responsabilità. Ora non potrà più permettersi questo lusso. Da adesso in avanti, questo sarà il lavoro di Tzipi Livni, e sarà messa alla prova dai suoi colleghi politici, dai mass-media e dall’opinione pubblica.
-----------------------------------------------------------
La vera domanda è: cosa faranno i palestinesi?
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Herb Keinon
La domanda che hanno in mente i giornalisti stranieri che seguono le primarie di Kadima, che siano danesi, vietnamiti o inglesi, è quale impatto avrà il risultato sul processo diplomatico. Che queste votazioni non siano nate come un referendum sul processo diplomatico, né come un voto di sfiducia sulla gestione della seconda guerra in Libano da parte del primo ministro israeliano Ehud Olmert, bensì come frutto di inchieste su casi di corruzione non sembra importare molto a coloro che osservano da fuori gli sviluppi in Israele. Raramente fanno domande su cosa significhi arrivare ad elezioni sulla scia di uno scandalo o, tanto per dire, sulla società israeliana. Tutti per lo più chiedono quale significato avranno le primarie di Kadima per i palestinesi, per i siriani o addirittura per gli iraniani. “Chi sarebbe meglio, per i negoziati con i palestinesi?”, è stata ad esempio la domanda posta mercoledì da un famoso reporter della tv vietnamita in video-conferenza. Che faceva seguito all’altra domanda classica: “Se fossi palestinese, per chi voteresti?”.
La natura delle domande del reporter vietnamita rivela un assunto di fondo che, in realtà, non è affatto scontato: e cioè che se soltanto Israele eleggesse il leader “giusto”, la pace arriverebbe subito con grande facilità. Il che non è vero. Il leader di Israele può anche desiderare fortemente un accordo, ma se la dirigenza dell’altra parte non lo vuole, o non è in grado di far accettare un accordo alla popolazione palestinese, allora tutte le migliori intenzioni del leader israeliano non servono a granché.
-----------------------------------------------------------
Finiremo come le periferie parigine?
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Ecco cosa succede ad ospitare certa gente! Vergogna assoluta.
Va bene manifestare, ma arrivare a spaccare tutto è da delinquenti!
Very
Tensione alla fine del corteo antirazzista
«Andiamo sul luogo dell'omicidio»
Un gruppo consitente di manifestanti punta sul bar davanti al quale è morto Abba. Lo zio: «Così rovinate tutto»
MILANO - Circa 400 persone, conclusa la manifestazione autorizzata in piazza Duomo, hanno dato vita a un corteo non autorizzato per il giovane Abdoul Guiebre, dirigendosi verso il bar «Shining» di via Zuretti, davanti al quale una settimana fa avvenne l'aggressione a sprangate in cui rimase ucciso il giovane africano di 19 anni e per la quale sono stati arrestati padre e figlio gestori del locale. Agli amici del ragazzo (italiano originario del Burkina Faso) e a molte decine di immigrati di colore, che sono alla testa del corteo, si sono aggiunti anche giovani dei centri sociali e altri manifestanti. La polizia sta scortando i manifestanti in marcia verso via Zuretti, zona stazione Centrale. Numerosi poliziotti sono già arrivati davanti al bar per evitare che si creino situazioni di tensione. I giovani immigrati gridano: «Vergogna, giustizia, siamo africani non animali». In precedenza spinte e qualche momento di tensione in piazza San Babila a Milano durante la manifestazione. All’arrivo in piazza, il corteo avrebbe dovuto proseguire lungo corso Europa ma un gruppo di manifestanti ha cambiato percorso imboccando corso Vittorio Emanuele e dirigendosi verso il muretto dove il sabato pomeriggio i ragazzi sono soliti ritrovarsi per ballare la break dance. Qui è volato qualche spintone e un paio di insulti.
TENSIONE - Poi un gruppo di manifestanti ha percorso alcune centinaia di metri di corsa rovesciando dei cestini delle immondizie. Al grido di «giustizia, giustizia», la manifestazione è quindi spontaneamente proseguita finendo in mezzo al traffico e ai tanti turisti e passanti che affollano le vie dello shopping nel sabato pomeriggio e nel primo giorno della Settimana della Moda a Milano. Una parte di corteo è rimasto in piazza Duomo dove la manifestazione avrebbe dovuto concludersi, un'altra parte si è diretta verso via Zuretti, nel percorso alcuni dei giovani del corteo tirava calci e pugni contro motorini e macchine lungo la strada.
LO ZIO: «ROVINATE TUTTO» - Sono passati poi per via Santa Margherita e per piazza della Scala, dirigendosi lungo via Manzoni. Bloccato inevitabilmente il traffico e scesi i passeggeri dai tram, alcuni dei manifestanti sono saliti sopra i tram fermi, tenuti sotto controllo dalla polizia. Tra loro, c'era anche lo zio di Abdoul che ha cercato di placare gli animi, gridando: «Non rovinate la nostra manifestazione. Tanti i motorini che sono stati buttati a terra dai manifestanti. Molti ragazzi indossano la maglietta stampata in ricordo di Abdul con la foto e sotto la scritta «riposati fratello». Presenti numerosi esponenti dei centri sociali come il Cantiere ed Eterotopia di Milano, Fornace di Rho, il Barattolo di Pavia, Telos di Saronno e Magazzini 47 di Brescia, che continuano a chiedere «giustizia per Abba» con cartelli e striscioni del tipo «Siamo africani, non siamo animali».
-----------------------------------------------------------
Una nuova strategia contro i talebani
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Matteo Gualdi
«Non sono convinto che stiamo vincendo la guerra in Afghanistan, ma sono convinto che possiamo vincerla». Non ha usato mezzi termini l'ammiraglio Mike Mullen, comandante degli Stati Maggiori riuniti, nell'audizione di mercoledì scorso alla House Armed Services Committee, la commissione Forze Armate della Camera dei Rappresentanti, a Washington. L'ammiraglio, che ha parlato dopo il segretario alla Difesa, Robert Gates, ha analizzato la situazione nello scenario iracheno ed in quello afghano e pakistano, ed ha sottolineato la necessità di cambiare strategia in questi due paesi, ritenuti da Mullen «inestricabilmente collegati», un unico scenario della stessa guerra, quella contro i talebani ed Al-Qaeda.
L'ammiraglio ha evidenziato l'importanza di avere a disposizione maggiori truppe, riferendosi alla recente decisione del presidente Bush di ritirare dall'Iraq una brigata dell'Esercito ed un battaglione della Marina, e di inviarli in Afghanistan, sottolineando che questa scelta, resa possibile dagli straordinari successi raggiunti in Iraq dal generale Petraeus, consentirà di riprodurre in Afghanistan una parte delle condizioni che hanno consentito la vittoria irachena (pur nella consapevolezza delle importanti differenze tra i due scenari). Più truppe, infatti, vogliono dire una maggiore presenza sul territorio, senza la quale non ci può essere la sicurezza necessaria a stabilizzare il paese e conquistare i cuori della popolazione.
Finché la campagna militare alleata continuerà ad essere condotta principalmente attraverso l'uso delle forze aeronautiche il numero di vittime civili sarà sempre, inevitabilmente, elevato, portando la popolazione ed i governi ad incolpare gli eserciti alleati (a poco servono le spiegazioni in base alle quali sono i talebani a farsi scudo delle popolazioni civili). Secondo i dati dello Human Rights Watch su 434 vittime 321 sono dovute ad attacchi aerei, cioè circa il 74%, ed è sempre più evidente che per vincere questa guerra occorre tornare con i «piedi per terra», stabilendo in questo modo un contatto diretto con la popolazione, liberandola, proteggendola, rassicurandola. Se si vuole che i cuori degli afghani e dei pakistani battano per noi, portandoli a ribellarsi alla schiavitù delle leggi talebane, occorre dimostrargli che siamo pronti a stare insieme a loro, a presidiare il territorio. Questa è la base di qualsiasi strategia di counter-insurgency.
-----------------------------------------------------------
Come garantire sicurezza agli operatori di pace?
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Alessandro Leto
Samantha Power, nel suo recente intervento Who will protect the protectors, ha sostanzialmente sollecitato l'attenzione sull'evoluzione delle politiche di sicurezza finalizzate alla protezione degli operatori di pace che a vario titolo agiscono nella aree di crisi. Dove la disperazione è più fitta e dove la speranza ha abbandonato anche la ragione dei più ottimisti, operano donne ed uomini che spesso hanno fatto della loro vita una missione, donando una parte preziosa ed un periodo intenso della loro esistenza a coloro che soffrono, nel tentativo di alleviare le loro pene. Si prodigano nell'assistenza sanitaria, si attivano nella ricostruzione, partecipano al recupero delle identità violate e delle personalità choccate e lo fanno con dedizione e spirito di servizio davvero encomiabili.
Parliamo di coloro che a vario titolo operano sotto le insegne dell'ONU e delle sue varie Agenzie, della Croce Rossa e di molte ONG (quelle serie e coerenti non mancano) e che partecipano alla ricostruzione di quel tessuto umano che solo può costituire il preludio di una ricollocazione delle singole esistenze individuali, all'interno di un contesto sociale allargato. Per lungo tempo gli operatori di pace e di ricostruzione, quindi anche i militari impegnati nelle operazioni di peace-keeping e di peace-enforcement, hanno goduto di un sostanziale rispetto da parte dei belligeranti in causa, che ha consentito loro di crescere nella considerazione di coloro cui prestavano soccorso, raggiungendo spesso uno status effettivo che li collocava ad un livello ben superiore a quello giuridico di cui erano espressione.
-----------------------------------------------------------
L’Ucraina si avvicina a Mosca
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Daniele Martino
Mercoledì scorso ha definitivamente cessato di esistere la «coalizione arancione», l'alleanza di governo tra il presidente ucraino Viktor Yushenko e la premier Yulia Timoshenko. Si tratta della quarta crisi politica che coinvolge l'Ucraina negli ultimi cinque anni; ora la costituzione dà trenta giorni di tempo al parlamento per la formazione di un nuovo governo: se ciò non si verificasse, il presidente Yushenko dovrà ratificare che il suo partito Nostra Ucraina non detiene più la maggioranza alla Verkhovna Rada (la camera bassa) e indire per la terza volta consecutiva le elezioni anticipate.
Questa crisi segna divorzio politico definitivo tra Yushenko e la Timoshenko, ponendo la pietra tombale sul sogno della «rivoluzione arancione», che nel novembre 2004 vide i due ormai ex-alleati guidare le proteste contro la vittoria del filo-russo Viktor Yanukovic. L'azione congiunta Yushenko-Timoshenko portò alla ripetizione delle presidenziali, che videro la vittoria di Yushenko e segnarono l'inizio dell'ascesa della «pasionaria di Dnipro». Ancora una volta, il nodo dei contrasti in Ucraina passa per Mosca: se dopo la vittoria di Yushenko Gazprom aumentò il prezzo del gas da 50 a 230 dollari al metro cubo, la crisi in Georgia ha nuovamente diviso gli ucraini in filo-russi e anti-russi.
-----------------------------------------------------------
L'importanza degli «Stan Countries»
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Alessandra Poggi
La brutalità del conflitto in Afghanistan e le forti tensioni provocate dalla crisi georgiana continuano a logorare le relazioni tra Est e Ovest, riverberando ora la propria onda d'urto lungo tutto lo spazio territoriale dell'ex Unione Sovietica e, in modo particolare, sui cosiddetti «Stan Countries». Dalla Bielorussia all'Asia centrale, passando per l'Azerbaijan e l'Armenia - paesi direttamente confinanti con il territorio ora in crisi - tutti gli antichi satelliti di Mosca hanno cominciato ad inquietarsi osservando, in agosto, l'ingresso dei carri armati russi sul suolo georgiano per difendere i «fratelli» osseti e abkhazi e la minoranza russofona residente in loco. La rapida trasformazione della missione russa, inizialmente mirata a «forzare la Georgia alla pace», in occupazione di una larga fetta di territorio georgiano con la conseguente distruzione del suo potenziale economico e militare, ha intimorito moltissimo i paesi della CEI. L'inquietudine è cresciuta il 17 settembre scorso, dopo la firma del Trattato di amicizia, siglato dal presidente russo Medvedev e dai rappresentanti delle regioni separatiste di Ossezia del Sud e Abkhazia. Con esso la Russia ha garantito formalmente che difenderà da «nuovi atti di aggressione» i confini dei due territori, distribuirà passaporti russi ai loro abitanti e unificherà reti telefoniche, gasdotti e vie di comunicazione. In più 3.600 soldati della Federazione verranno mantenuti stabilmente in loco.
La volontà russa di continuare a presidiare i fianchi dei monti del Caucaso, poco lontano dal percorso dell'oleodotto Baku-Ceyhan, ha conferito un'importanza nodale al primo Forum tra Unione Europea e Paesi dell'Asia centrale (Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan), tenutosi giovedì 18 settembre a Parigi e presieduto dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner. L'idea di inizializzare una strategia europea verso l'Asia centrale era stata lanciata nel 2006 durante la presidenza di turno tedesca, che aveva individuato tre principali direttrici di dialogo: la lotta contro il terrorismo e la proliferazione nucleare, il contrasto ai traffici illeciti e la sicurezza energetica. Organizzato a partire dalla scorsa primavera, il Forum avrebbe dovuto formalizzare l'avvicinamento tra l'Unione Europea e i cinque Stan Countries, al fine di rafforzare la cooperazione.
-----------------------------------------------------------
Onu. Democrazia o diritti umani?
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Anna Bono
Il 16 settembre si è svolta la prima seduta plenaria della 63esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per turno la presidenza tocca ad un paese dell'America Latina ed è stato scelto il Nicaragua che ha proposto per ricoprire la carica Miguel D'Escoto Brockman, consigliere speciale del presidente Daniel Ortega.
In America Latina D'Escoto è meglio noto come padre Miguel e così ama farsi chiamare. È infatti un sacerdote, per la precisione un sacerdote sandinista, teorico della teologia della liberazione. Per questo fu sospeso a divinis negli anni 80 da Papa Giovanni Paolo II. All'epoca in cui era ministro degli esteri del suo paese ha definito Ronald Reagan un «macellaio» e di recente ha accusato George W. Bush di essere bugiardo e di rappresentare una minaccia per la sicurezza mondiale per via dei suoi «atti di aggressione» all'Iraq e all'Afghanistan.
Nel suo discorso introduttivo padre Miguel ha detto che il mondo è in uno stato miserevole, guidato dalla pazza logica dell'egoismo e ha subito illustrato la propria ricetta per renderlo migliore: democratizzare le Nazioni Unite, riformando il Consiglio di Sicurezza, e conferire loro più potere, ad esempio valorizzando le decisioni dell'Assemblea Generale, attualmente non vincolanti per gli stati membri, e aumentando il peso dell'Onu in ambiti di solito riservati all'azione del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
-----------------------------------------------------------
Il futuro del Popolo della Libertà
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Aldo Vitale
Avendo preso l'avvio le operazioni di formazione della Costituente del futuro Popolo della Libertà, sono stati scoccati, anche, i dardi delle polemiche sul fascismo e sull'antifascismo a testimoniare come, nonostante il tempo abbia superato se stesso, in Italia ancora, da destra e da sinistra, non si riesca ad andare di pari passo con la storia.
Il fenomeno è infatti singolare: destra e sinistra, almeno nelle rispettive parti che ancora si richiamano al fascismo ed al comunismo, sono senza dubbio parti contrapposte, ma sembrano navigare sulla stessa barca, cioè quella dell'anacronismo. E' risaputo, infatti, che la retorica dell'antifascismo, la mistica della resistenza, la mitografia dell'esperienza partigiana abbiano costituito, per oltre un lungo sessantennio, la piattaforma di auto-legittimazione politica delle forze di sinistra, comuniste prima e riformiste poi.
Lo spettro di un colpo di coda del regime fascista è stato agitato ad ogni piè sospinto nella convulsa e rocambolesca storia repubblicana. Il tutto è stato condito con una delle peggiori forme mai esistite di revisionismo, operato da larghissima parte della storiografia nazionale che per aderenza ideologica al Pci ha sempre riveduto e corretto, per non dire omesso e nascosto, le pagine sanguinanti della guerra civile che si è combattuta in Italia dal giorno dell'arresto di Benito Mussolini.
-----------------------------------------------------------
In arrivo il fisco federale
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Luca Bochicchio
Ci siamo. Finalmente in Italia, dopo quindici anni di gestazione e di tentennamenti, si gettano concretamente le basi per l'abbandono dell'ormai vetusto sistema fiscale «accentrato» in favore di un più moderno sistema di tipo federale. Con il Ddl approvato in via preliminare lo scorso 11 settembre dal Governo si dà infatti attuazione all'art. 119 della Costituzione nella parte in cui questo prevede che una legge detti «i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario» nel nuovo assetto previsto dal titolo V della stessa Costituzione.
In pratica, l'articolo 119 assegna i seguenti compiti alla legge statale:
definire i tributi e le entrate proprie per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni;
disporre la compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio;
istituire un fondo di perequazione «senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante».
La via italiana al federalismo fiscale dovrebbe vedere la luce al più tardi entro la fine di quest'anno, con l'emanazione della legge delega. Poi occorrerà attendere 2 anni per l'emanazione dei decreti legislativi. Il nuovo sistema passerà infine per un regime transitorio avente una durata stimata pari a 5 anni.
Due organismi sovrintenderanno all'attuazione della riforma: una Commissione paritetica che dovrà studiare i numeri e affiancare il Governo nella stesura dei decreti di attuazione e una Conferenza permanente, formata dai rappresentanti di ogni livello istituzionale che controllerà i flussi perequativi e il rispetto del patto di stabilità interno. Il sistema attuale prevede il finanziamento degli enti locali per il tramite dell'Ici (imposta comunale sugli immobili), l'Irap (imposta sul reddito delle attività produttive), le addizionali all'Irpef (comunale e regionale) ed una serie di altri tributi locali.
-----------------------------------------------------------
Epifani non fa decollare la Cai
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Francesco Zambon
Entro le 16 di giovedì i sindacati avrebbero dovuto aderire al piano Fenice. Di conseguenza i soci della Cai, riuniti in assemblea, avrebbero dovuto presentare una proposta di offerta ad Alitalia per rilevare i rami d'azienda utili a proseguire l'attività di trasporto aereo. Purtroppo, come è noto, i sindacati di categoria Filt, Sdl, Anpac, Up, Anpav e Avia, con in testa Cgil, hanno chiesto ulteriore spazio di negoziazione. I soci della Cai, pertanto, constata l'impossibilità di varare il piano Fenice senza l'appoggio di una parte cospicua dei sindacati, hanno ritirato la propria offerta. L'atteggiamento di Cgil Filt, Sdl, Anpac, Up, Anpav e Avia ha vanificato mesi di sforzi da parte di più soggetti per risanare la nostra compagnia di bandiera, che allo stato dei fatti è decotta e sopravvive solo con i pochi soldi rimasti dal prestito ponte erogato la scorsa primavera.
Istituzioni, advisors e imprenditori hanno concentrato gli sforzi in un progetto di risanamento originale e sostenibile. Lo Stato si sarebbe fatto carico delle ingenti passività della compagnia e degli esuberi, mentre i privati avrebbero garantito continuità aziendale e i servizi di trasporto che in caso di fallimento sarebbero evidentemente sospesi. Il ministero dell'Economia, nonostante la difficile congiuntura internazionale e il rigore nel perseguire il risanamento dei conti pubblici, ha messo sul piatto molte risorse. I dicasteri del Welfare e dei Trasporti si sono prodigati al massimo nelle trattative. Le istituzioni percepiscono il trasporto aereo e una efficiente compagnia di bandiera come uno strumento fondamentale per lo sviluppo del paese. È impensabile, infatti, che l'Italia possa interfacciarsi con le sfide della globalizzazione sprovvista di una compagnia che trasporti beni e persone a Roma, Milano, Firenze e Venezia.
-----------------------------------------------------------
Padania, Italia
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Gianni Baget Bozzo
«Viva la Padania libera» ha esclamato con entusiasmo Roberto Maroni di fronte ai leghisti radunati a Venezia. Libera da che cosa? Se si pensa all'antico linguaggio leghista, si dovrebbe dire «libera dall'Italia», nel senso dello Stato-nazione costruito dal Risorgimento. Che lo dica un buon ministro dell'Interno impegnato nella difesa della legalità fa specie, perché è il testimone dello Stato italiano e della sua capacità a rispondere alle domande dei cittadini. E, d'altro lato, la manifestazione che nasce al Monviso, raccogliendo dalla polla originaria l'acqua del Po e versandola poi nel mare veneziano, è intitolata non alla Padania ma ai popoli padani, il che mostra che la differenza locale è più importante della parola d'ordine generale.
Una Repubblica federale non può essere identificata solo dai suoi componenti, deve esprimere, nella forma federale, la volontà di essere insieme, la sua unità. Se il processo iniziato nella maggioranza di centrodestra va innanzi e il progetto di Roberto Calderoli prosegue, quello che ne risulterà potrà essere chiamato Italia? La differenza è tra Stato unitario e Stato federale oppure è la sola indipendenza di fatto delle parti a costituire l'unità dell'insieme? Il pensiero leghista non trascende le forme del locale, non riesce a pensare in termini di Stato. La categoria massima in cui esso pensa lo Stato è il fisco, non la nazione o lo Stato stesso. La Repubblica federale è ancora uno Stato-nazione? È curioso, ma il pensiero leghista si presenta come una minoranza all'interno dello Stato nazionale, non ha, nemmeno per la Padania, il concetto di nazione-Stato.
Bisogna dire che ciò che rende più difficile il federalismo è la frammentazione che la sinistra e il centro hanno prodotto nello Stato-nazione, moltiplicando i poteri regionali e locali, tanto che alla fine il progetto Calderoli è soltanto il regolamento della figura dell'imposta che spetta a ogni singolo percettore. E le tasse di scopo, con cui il potere locale può chiedere entrate straordinarie, indicano l'aumento del potere di imposizione e non una riduzione di esso. Per ora assistiamo a un compromesso tra le regioni del Nord e del Sud, in cui è particolarmente beneficiata la Sicilia, che riceverebbe la parte maggiore delle accise sul petrolio. La domanda è se ci dividiamo per unirci o ci uniamo per dividerci. Abbiamo il tempo di una legislatura in cui questi problemi prenderanno forma politica reale.
-----------------------------------------------------------
I volenterosi sbirri di Lula
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La polizia militare del progressista brasile fa 48mila morti all’anno e l’Onu “depreca”
Le “esecuzioni extra-giudiziali” sono 1000 volte più numerose di quelle in Israele. E in Brasile non si combatte il terrorismo
di Dimitri Buffa
“A Rio de Janeiro la polizia uccide tre persone al giorno”. Ciò nonostante la volenterosa milizia di squadroni della morte del molto democratico Lula “non si toglie di torno” la criminalità organizzata e il traffico della cocaina. Ma, al massimo, solo qualche boss poco più che adolescente in vena di imitare lo Scarface cinematografico di Al Pacino. Una situazione magistralmente descritta da uno dei più bei film usciti nel 2007, “Tropa de elite”, del regista Jose Padilha, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nell’anno in questione. Gli assassini, pressoché seriali, sono i “soldati” del Bope (Batalhão de Operações Policiais Especiais), il corpo di polizia militare dello stato di Rio de Janeiro, fondato nel 1978, “per uccidere e non farsi uccidere, mai”. Tra loro, il capitano Roberto Nascimento, racconta nel romanzo (da cui poi è stato tratto il film) la vita quotidiana della polizia in città come Sao Paulo o Rio de Janeiro: un mondo irrimediabilmente perduto dove ogni giorno va in scena la violenza, dove un gruppo di miliziani scelti “redimono” poliziotti corrotti e scovano o uccidono trafficanti esaltati. Stranamente adesso anche l’Onu si è accorto di questa situazioni di “esecuzioni extra-giudziali” che superano, in un rapporto di uno a mille, quelle messe in atto dall’esercito israeliano ogni anno a Gaza e in Cisgiordania.
-----------------------------------------------------------
La bolla immobiliare spagnola allarma la Banca centrale europea
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Giorgio Arfaras
Per molti italiani di sinistra, quelli di destra tacciono dai tempi di José Maria Aznar, la Spagna di José Luis Zapatero è l’emblema di un Paese che coniuga una gran crescita economica con le libertà civili. La Spagna piace, quasi fosse gli Stati Uniti, ma con ineguaglianze assai poco marcate e dove quasi tutti sono degli obamiani. Nella narrativa di sinistra la crescita economica spagnola non ha una vera spiegazione, è una sorta di dono divino. Allo stesso tempo, l’allargamento delle libertà civili è il frutto del mai abbastanza compianto primato della vera politica. Dalle premesse ecco il confronto. Avessimo un leader che, una volta insediato, irradiasse fiducia (Romano Prodi disse nel 2006: “vedrete che tutto cambierà dal giorno successivo della vittoria dell’Unione”), e che fosse pure un leader libertario (Prodi non poteva esserlo per il gran peso dei cattolici nell’Unione), saremmo più ricchi e felici, proprio come i nostri cugini spagnoli. La sintesi del lamento è che, invece dell’Iberia e Zapatero, abbiamo, come punizione, l’Alitalia ed il Vaticano. La Spagna ha avuto un tasso di crescita marcato, come accade ad un paese arretrato che addotta le tecnologie più avanzate. E’ stato così anche per l’Italia nel dopoguerra ed è così per la Cina di oggi. Il tasso di crescita spagnolo, che sarebbe stato comunque marcato, ha goduto di un effetto turbo, dovuto allo sviluppo del settore immobiliare.
-----------------------------------------------------------
Albenga, una città in balia della criminalità
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Cristiano Bosco
Così è stata definita Albenga, ormai divenuta presenza costante nelle pagine di cronaca nera di quotidiani e notiziari, spesso locali, talvolta anche nazionali. Non un bel biglietto da visita, per una città di circa 25 mila abitanti situata in una Riviera nota in tutta Italia per il turismo. Oltre alle gravi ripercussioni sulla popolazione, non da sottovalutare anche il notevole danno di immagine, con l’eventualità - non da escludere, data la realtà dei fatti - che il nome della città si trasformi in breve tempo in sinonimo di “criminalità” e “degrado urbano”, come avvenuto negli anni ’90 a South Central Los Angeles. “La sicurezza è sicuramente uno dei primi problemi di Albenga - afferma il consigliere provinciale Alberto Delfino (FI) - e la nostra protesta è partita dagli ultimi episodi di cronaca, tra risse avvenute in città, a tutte le ore del giorno e della notte, tra bande di extracomunitari e di locali, in ogni caso di persone che vivono a vario titolo ad Albenga e sono legate al mondo della droga, o comunque al di fuori della legalità”. Ad arricchire il già ampio piatto di fattacci di cronaca, già composto da risse, arresti per spaccio, furti e rapine, le scorse settimane hanno registrato anche un delitto estemporaneo, un tentato omicidio a colpi di balestra - arma già messa al bando da papa Innocenzo II nel 1139 - che ha portato a tre arresti. “In Albenga si percepisce un senso di insicurezza - prosegue Delfino - e i cittadini me lo segnalano continuamente: è rischioso uscire per andare a prendere un caffè dopo le otto di sera”. Un senso di insicurezza, secondo l’opposizione ingauna, causato anche dalle politiche sbagliate dell’amministrazione: “Il comune ha la responsabilità di essere troppo lassista.
-----------------------------------------------------------
I magistrati sbagliano ma non pagano pegno
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
L’analisi dei dati della sezione disciplinare del Csm
di Dimitri Buffa
Che criteri adotta la sezione disciplinare del Csm nel giudicare ed eventualmente sanzionare i ritardi dei magistrati nel deposito delle sentenze o altri provvedimenti o nello svolgimento delle attività di ufficio? Lo studio più completo finora svolto in proposito riguarda un periodo compreso tra il 1995 e il 2002 ed è stato fatto da una ricercatrice dell’Università di Bologna, la docente Daniela Cavallini. Se la si vuole mettere sui dati crudi e brutali il risultato è questo: su 251 incolpati, quelli non condannti sono risultati essere 196 e quelli invece sanzionati 55. Ma è sulle sanzioni che si gioca la differenza tra una giurisprudenza di tipo “domestico” come tutti sanno essere quella del Csm e una di tipo effettivo: ebbene di quello scarso numero di magistrati “condannati” nessuno è stato destituito o rimosso dall’ufficio, solo 7 hanno perso l’anzianità, uno solo è stato dispensato dall’ufficio precedentemente ricoperto, mentre gli altri 47 sono stati semplicemente “ammoniti” (34) o “censurati” (13). Sanzioni, che, a prescindere dalla gravità dei fatti contestati, di fatto non turbano i sonni di chi si vede costretto a subirle. Né cambiano di molto la rispettiva carriera in magistratura. Un’altra cosa che pochi sanno, anzi forse quasi nessuno, è che le sentenze della disciplinare sono impugnabili dai magistrati secondo le norme ormai non più in vigore del codice Rocco davanti alle sezioni civili, e non penali, della Cassazione. Cosa che porta altri vantaggi di casta alla categoria. Una norma transitoria della riforma del codice di procedura penale del 1989 ha infatti lasciato in vigore il codice Rocco solo per i giudici.
-----------------------------------------------------------
Tremonti, il filosofo che piace alla gente
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Francesco Blasilli
Giulio Tremonti è cambiato, non solo perché è diventato il campione dell’antiglobalizzazione, ma soprattutto perché ha messo da parte un po’ di filosofia per dedicarsi alle cose pratiche, interpretando al meglio lo spirito del “governo del fare” di Berlusconi. Così il 58% degli italiani sono dalla sua parte e lui diventa uno dei papabili per la successione di Re Silvio. All’inizio di agosto, quando a palazzo Chigi Giulio Tremonti, in compagnia di altri illustri colleghi di governo, presentò la manovra finanziaria triennale, una battuta iniziò a circolare tra i giornalisti presenti: “bene, adesso il ministero del Tesoro riaprirà nel 2011; per ora hanno messo il cartello ’chiuso per ferie”. Questo a sottolineare il grande impatto che l’operazione voluta da Tremonti aveva avuto sugli addetti ai lavori. Naturalmente, le ferie del titolare del dicastero di via XX settembre si sono limitate ad una parte del mese di agosto, visto che per il buon Giulio di cose da fare ce ne sono a bizzeffe. C’è la Finanziaria vera e propria da presentare all’inizio della prossima settimana, c’è da proteggere lo scarso portafoglio governativo dagli attacchi degli altri ministri che bussano alla sua porta, c’è da tenere sempre stretto l’abbraccio con la Lega e, perché no, c’è da prepararsi la strada per succedere a Berlusconi. E poi, soprattutto, c’è da riscrivere le regole dell’economia mondiale. E già, questo è il fine ultimo del ministro che, probabilmente, si sta muovendo meglio di tutti altri. Quasi nella penombra, mai una parola fuori posto, ma presente solo nei luoghi di sua competenza. Meno aggressivo e sferzante con l’avversario rispetto al passato, Tremonti è riuscito a far passare il suo messaggio anche a costo di sembrare per menagramo: “non c’è una lira”. E la gente ha apprezzato, tant’è che secondo i maggiori istituti di ricerca la fiducia degli italiani nei suoi confronti oscilla tra il 57 e il 58%: eppure, Ici a parte, le tasse non le ha abbassate.
-----------------------------------------------------------
Il ciclone Brunetta
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Dai Fannulloni ministeriali, all’operazione medici on line fino ai Didoré
di Barbara Alessandrini
L’occhio del ciclone, si sa, è il suo punto più calmo. Ed è da lì che il ministro per l’Innovazione della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, indirizza il ciclone che presto prenderà il suo nome e che si sta facendo largo inarrestabilmente in ogni settore della vita pubblica, trasformando l’immobilismo frenetico che finora è stato il tratto distintivo della vita di molti ministeri nella frenesia dinamica di uno dei dicasteri più difficili e delicati del nostro Bel paese. Nel suo attivismo ascensionale, all’uomo che vorrebbe “fare il fannullone ma non ci riesce”, sono bastati poco più di tre mesi per agguantare la frusta contro i lavativi del comparto statale, non lasciandosi condizionare dalle perplessità e dalle critiche minatorie ripetutamente espresse dai sindacati, Epifani in testa a tutti. “Mi rifiuto di pensare – disse – che il sindacato oggi in Italia voglia ancora difendere quel milione di fannulloni a fronte dei 60 milioni di cittadini che vogliono vedere premiato il merito e puniti i furbi. La stragrande maggioranza del Paese aspetta che cambino alcune cose fondamentali”. E, in effetti, così, a quanto pare, sta accadendo. Magari innescando fenomeni di iper fedeltà alla linea da lui inaugurata, tanto che ai più realisti del re, ora in quel di Modena sono subentrai i più brunettiani di Brunetta, dediti nell’emettere una circolare sul divieto dei tacchi alti negli uffici provinciali.
-----------------------------------------------------------
I Di.Do.Re partono in salita
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Alessandro Litta Modignani
Fuoco di sbarramento clericale contro i DiDoRe, le nuove norme che dovrebbero regolare diritti, doveri e responsabilità reciproche delle persone che convivono stabilmente senza essere unite in matrimonio. L’iniziativa dei ministri Rotondi e Brunetta parte in salita. A una prima conta di amici e nemici, si nota subito che i primi sono pochi e per lo più assai timidi, mentre i secondi sono numerosi, agguerriti e soprattutto molto potenti. C’era da aspettarselo, naturalmente. Tuttavia, ciò che più colpisce anche un osservatore disincantato, è un particolare rivelatore. Per ben due volte, nell’editoriale che apre il numero di Famiglia Cristiana in edicola in questi giorni, il leader della Dc per le Autonomie Gianfranco Rotondi viene presentato come un “cattolico” fra virgolette. Ma chi dà diritto a Don Sciortino di stabilire chi è cattolico autentico e chi lo è solo per modo di dire, fra virgolette? Anche da questo dettaglio, si evince la portata autentica dello scontro politico in corso: una vera e propria resa dei conti, una “pulizia etnica” con la quale gli integralisti intendono liberarsi una volta per tutte dei cattolici liberali, rei di aver consentito il Risorgimento nazionale nell’800 e il processo di secolarizzazione nel ‘900, durante la lunga stagione del primato democristiano. Per i cattolici che si appellano all’autonomia della coscienza e alla laicità della politica, non c’è più posto ormai: sono legittimati solo i clericali obbedienti, i bigotti vecchi e nuovi, i falsi credenti per convenienza o per calcolo, e naturalmente quei laici, magari anche atei, che dimostrano di sottomettersi all’egemonia politica della Chiesa con particolare devozione.
-----------------------------------------------------------
Il rapporto sulla libertà economica del Cato Institute
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
La globalizzazione non crea povertà
di Stefano Magni
Povera globalizzazione, così benefica per le sorti dell’umanità eppure così insultata. A schierarsi in difesa del fenomeno di mondializzazione del mercato è, cifre alla mano, il Cato Institute. Che con il suo nuovo Rapporto sulla Libertà Economica nel Mondo mostra quanto la globalizzazione abbia aiutato i Paesi in via di sviluppo ad uscire dalla fame senza minare il benessere nel mondo industrializzato. Lo studio del noto think tank statunitense è importante soprattutto per i dati inediti sulla diminuzione della fame nel mondo e risponde indirettamente all’accusa lanciata ieri dalla Fao. Il cui direttore generale, Jacques Diouf ha dichiarato: “La fame è aumentata, mentre il mondo è diventato più ricco”. Dal Cato replicano: “Le buone intenzioni da sole non possono ridurre la povertà. I pianificatori che stanno lavorando all’organizzazione dell’Assemblea Generale sugli Obiettivi del Millennio (che si svolgerà la prossima settimana, ndr) dovrebbero focalizzarsi sul legame tra crescita e libertà economica” - suggeriscono i ricercatori James Gwartney e Seth Norton - “Se non lo faranno, i risultati del loro progetto saranno drammaticamente destinati a fallire”. Ebbene: dal 1980 al 2004, cioè nel periodo della globalizzazione, gli individui che vivono con meno di un dollaro al giorno nei Paesi in via di sviluppo, sono calati dal 32% al 16,9%. Gli individui che vivono con meno di 2 dollari al giorno, nelle stesse aree del mondo, sono anch’essi calati dal 62,9% nel 1980 al 46,9% nel 2004.
-----------------------------------------------------------
Alitalia - Protagonismo irresponsabile
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Arturo Diaconale
In una normale trattativa sindacale c’è sempre un punto di caduta. Cioè il punto in cui le parti raggiungono un compromesso dopo le tradizionali liturgie fatte di scioperi iniziali, di rotture, di riprese e di interminabili riunioni notturne. Non sempre questo punto di caduta risulta essere esattamente al centro tra le due posizioni antagoniste. Anzi, la vera trattativa sindacale è proprio quella che si svolge per fare in modo che il punto sia più vicino ad una parte o all’altra e che il compromesso sia più favorevole alla prima o alla seconda. Nella vicenda Alitalia, la Cgil ed i sindacati dei piloti e degli assistenti di volo si sono comportati come se la trattativa fosse di tipo tradizionale. La loro proposta dell’ultima ora di riaprire il negoziato, sia pure per tempi molto brevi e nella prospettiva di arrivare ad un rapido accordo, è stato il classico colpo di mano per spostare di qualche millimetro dalla propria parte il punto di caduta. I sindacati dei piloti hanno cercato di dimostrare ai propri iscritti di aver compiuto il possibile ed anche l’impossibile per difendere gli interessi della categoria. La Cgil, anche a voler escludere l’intenzione tutta politica di mettere in difficoltà il governo di Silvio Berlusconi, ha invece voluto prendere le distanze da Cisl, Uil ed Ugl e mettere in chiaro di essere sempre e comunque più intransigente delle altre Confederazioni. Il dramma è che nella vicenda Alitalia non c’è nulla di normale. La posta in palio non è il rinnovo di un contratto o la definizione di un nuovo piano industriale.
-----------------------------------------------------------
Lo show islamofascista di Ahmadinejad
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Giorgio Bastiani
Il termine “Islamofascismo” non è campato per aria. Lo dimostra la conferenza stampa tenuta ieri a Teheran dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che rieccheggia toni mussoliniani e hitleriani. “Lasciate che approvino nuove sanzioni, così potremo ringraziare Allah”, ha dichiarato Ahmadinejad a proposito della minaccia di nuove misure sanzionatorie internazionali, che potrebbero essere decise oggi stesso dal gruppo di negoziatori 5+1. In base a una logica tutta sua, Ahmadinejad, ha affermato che “più saranno le sanzioni e più saremo riconoscenti ad Allah. Le sanzioni - ha aggiunto - dimostrano la debolezza di coloro che le approvano”. Ahmadinejad ha attaccato nuovamente anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Questo organismo, ha detto il presidente iraniano, “rappresenta solo gli interessi di pochi paesi e non quelli della comunità internazionale”. Certo: le “demoplutocrazie”? Durante la stessa conferenza stampa, Ahmadinejad ha poi ribadito le sue idee sugli ebrei: “Non solo l’idea della grande Israele è morta, ma è morta l’idea stessa di un Paese chiamato Israele. Pertanto conviene a tutti che questa gente che ha occupato la Palestina ritorni da dove è partita, restituendo ai palestinesi la loro patria”. “Noi - ha concluso Ahmadinejad - non riconosciamo Israele e nemmeno gli israeliani, ma ci preoccupiamo per quella gente che con l’inganno è stata trasferita su una terra non sua e chiediamo loro di ritornare nei propri Paesi”. Anche Hitler, prima di optare per la ghettizzazione e poi per la soluzione finale dei campi di sterminio voleva che gli ebrei se ne andassero da una Germania “non loro” e tornassero “al loro Paese” (i nazisti pensavano al Madagascar). Una storia che Ahmadinejad non vuole ricordare, perché, come ha ribadito ieri: “L’Olocausto è una bugia. Il vero Olocausto lo stanno subendo i palestinesi”.
-----------------------------------------------------------
Colonia, scoppia il caso della moschea e dell'integrazione che non c'è
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Vito Punzi
Il via libera definitivo è stato dato lo scorso 30 agosto dal Consiglio comunale di Colonia (favorevoli la SPD, la Linke, la FDP e i Grünen, contrari la CDU e la lista civica “Pro Köln”): la grande moschea prevista nel quartiere di Ehrenfeld si potrà fare. Sono passati sei anni dal momento in cui il progetto mosse i primi passi. Firmato dall’architetto tedesco Paul Böhm, esso prevede la cupola più alta dell’altezza di 34,50 metri e due minareti di 55 metri ciascuno per un costo di circa 25 milioni di euro. Un edificio imponente. Non è un caso dunque che i problemi posti fin all’inizio dai residenti tedeschi del quartiere fossero legati anzitutto alle sue dimensioni. Il movimento anti-grande moschea è cresciuto tra i cittadini di Colonia fino a diventare un partito politico, il cirato “Pro Köln” (www.pro-koeln-online.de), che alle comunali del 2004 ha ottenuto il 4,7%. Un partito che con la manifestazione “anti-islam” prevista a Colonia per i prossimi 19 e 20 settembre, cui ha aderito personalmente anche il parlamentare europeo della Lega Nord Mario Borghezio, si vorrebbe etichettare ora, forse semplicisticamente, come di “estrema destra” (nel manifesto figurano le sigle dello Fpö austriaco, del Vlaams Belang belga e del Front National francese, ma nelle ultime ore hanno dato disdetta sia il capo del Fpö, Hans-Christian Strache, che Jean-Marie Le Pen, del Front National).
-----------------------------------------------------------
Agonia della sinistra
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Epifani alleato con la destra sociale dei piloti, come Veltroni con Di Pietro
di Carlo Panella
Marco Follini, oggi alto esponente del centrosinistra, ha definito la Cgil “irresponsabile” e non ha certo torto, ma sarebbe un errore giudicare casuale, o solo legata alla segreteria dell’ondivago Guglielmo Epifani, la demenza senile dell’ex sindacato comunista. C’è di più e di peggio, nel percorso che ha portato quello che amava definirsi “sindacato di classe”, a fare da sponda decisiva non al sindacato, ma alla “associazione professionale”, di quei piloti che hanno un reddito medio di 120.000 euro l’anno, infiniti privilegi e una solida tradizione corporativa, per usare un eufemismo. Questo connubio contro natura, che ha per esito ricercato e voluto il fallimento dell’Alitalia, inimmaginabile sotto la leadership di un Luciano Lama o un Bruno Trentin, ha una precisa ragione politica –la tara di un comuinismo mai elaborato- ben ancorata alla sua base sociale di riferimento. La Cgil, da anni, ormai, non è più un sindacato dei lavoratori. Tutto qui. E’ un sindacato dei pensionati: tre milioni su 5.700.000 iscritti. Tra questi, una percentuale elevatissima sono quelli per anzianità, andati in pensione ben prima dei 60 anni. La Cgil difende dunque non già un ideologia “laburista”, ma il diritto parassitario al “non lavoro”. Questo fenomeno, in misura minore, riguarda anche Ul e Cisl, che però godono di un vantaggio enorme: hanno una tradizione e un gruppo dirigente riformisti. La dirigenza delle Cgil, invece, è tutta ancora impantanata nel fallimento del comunismo.
-----------------------------------------------------------
Nuovo assassinio politico a Damasco: mistero saudita?
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Carlo Panella
Terzo assassinio politico “impossibile” a Damasco nell’arco di otto mesi: Hisham al Badni, assistente personale di Khaleed Meshall, leader di Hamas, è stato ucciso cinque giorni fa a Damasco, in un confuso contesto in cui alcune fonti davano lo stesso Meshall “trasferito” in Sudan per motivi di opportunità, mentre Hamas, sdegnata, smentiva. Il 14 febbraio, fu eliminato Imad Mughnyeh, responsabile di tutte le operazioni militari iraniane all’estero, vero comandante di Hezbollah. Il 7 agosto, fu ucciso il generale siriano Muhammad Suleiman, addirittura il braccio destro di Beshar al Assad, e suo delegato ai rapporti con Hezbollah. Tra i due omicidi, è stato arrestato il generale Assef Shawqat, genero di al Assad e capo dei servizi segreti. Una mattanza, ma mirata e che colpisce solo una parte. Prende così corpo la tesi di chi vuole che le vittime –legate all’asse oltranzista iraniano e ad Hezbollah-Hamas- siano state uccise da settori del regime che intendono rompere con l’Iran e operare una svolta a favore dell’Arabia Saudita. Settori tanto determinati –e assassini- quanto influenti, tanto che lo stesso Beshar al Assad tenterebbe di contrastarli sul piano del complotto (e arrestando il cognato Shawqat, che li avrebbe favoriti), ma anche aprendo a trattative con Israele caldeggiate da Ryad. In questo varco tenterebbe di infilarsi anche Nicolas Sarkozy con una scommessa azzardata, perché comunque Assad, non ha ancora mai compiuto un solo passo che allenti i suoi legami con Teheran. Anzi
-----------------------------------------------------------
Oggi Olmert potrebbe presentare dimissioni da premier
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
Il Primo ministro israeliano, Ehud Olmert, potrebbe presentare oggi le dimissioni al presidente Shimon Peres. Ne dà notizia Radio Israele.
Il portavoce di Olmert, Mark Regev, ha dichiarato di non poter confermare l'indiscrezione. Con il primo ministro travolto dallo scandalo corruzione, Tzipi Livni, ministro degli Esteri, è stata eletta alla guida di Kadima, il partito al governo. Peres dovrebbe quindi chiedere a Livni di provare a formare un nuovo governo, dopo le dimissioni di Olmert.
-----------------------------------------------------------
In Venezuela chi parla male di Chavez perde il posto
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
L'espulsione di José Miguel Vivanco
di Enrico De Simone
Nella serata di giovedì 18 settembre, il governo venezuelano ha decretato l’espulsione dal paese di José Miguel Vivanco, l’avvocato cileno direttore della sezione America latina di Human Rights Watch. La sua colpa: avere tenuto, nel pomeriggio di quello stesso giorno, una conferenza stampa in cui denunciava come, dal fallito golpe del 2002 ad oggi, la situazione dei diritti umani in Venezuela sia andata deteriorandosi.
Poche ore dopo – come ha raccontato lo stesso ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro – Vivanco e il collaboratore che lo accompagnava venivano accompagnati all’aeroporto, messi su un aereo e espulsi dal paese, con la proibizione di tornarci in futuro. Vivanco – recita un comunicato governativo firmato da Maduro e dal suo collega degli Interni, Tarek El Aissami – “ha violentato la Costituzione e le leggi della Repubblica Bolivariana del Venezuela, aggredendo le istituzioni della democrazia venezuelana e immischiandosi illegalmente negli interessi del paese”. Maduro ha poi dichiarato che il direttore di HRW ha contravvenuto alle norme che regolano il transito attraverso il Venezuela di cittadini stranieri in condizione di turista, presentando “in maniera abusiva e volgare” una conferenza stampa “dove ha vilipeso le istituzioni della democrazia venezuelana, dove ha ferito la dignità delle nostre istituzioni, del nostro popolo, della nostra democrazia”. L'“aggressione” di HRW “risponde – continua la nota – a interessi vincolati e finanziati dal governo degli Stati Uniti d’America, che dietro la maschera di difensori dei diritti umani dispiegano una strategia di aggressione inaccettabile per il nostro popolo”. Per rendere ancor più chiaro quest’ultimo concetto, Maduro ha dichiarato: “Sono sicuro che dietro questa imboscata mediatica ci sono quelli di sempre, i padroni dei mezzi di comunicazione legati agli interessi dell’impero e quei gruppetti che, proclamandosi difensori dei diritti umani, ricevono soldi da Washington”.
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
La Bielorussia all'Occidente: riconosca il voto o congeleremo rapporti
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
La Bielorussia torna a minacciare l'Occidente.
Il presidente della Bielorussia Aleksander Lukashenko, con l'avvicinarsi delle elezioni previste per il 28 settembre prossimo, alza i toni e torna a minacciare l'Occidente affermando che: "Se non riconoscerà l'esito
del voto, se bolleranno le elezioni come non democratiche congeleremo il dialogo".
"Stiamo conducendo la campagna elettorale in pieno rispetto della Costituzione. Le elezioni si svolgeranno secondo le norme occidentali, nel modo indicatoci dall'Osce", ha spiegato il presidente, considerato dagli Usa e dal parlamento europeo "l'ultimo dittatore di Europa".
"Voglio proprio vedere cosa ci diranno (gli occidentali) questa volta?", ha continuato Lukashenko.
Nonostante le assicurazioni di Lukashenko, l'opposizione democratica, riunitasi sotto il cartello ODS (Forze democratiche unite), ma in realtà divisa in una costellazione di sigle, è già salita sugli scudi profetizzando illegalità nelle operazioni di voti.
"Raccoglieremo le prove dei brogli che sicuramente ci saranno", ha riferito Anatoly Lebedko, leader dell'ODS.
"Le elezioni non saranno democratiche, è evidente - ha rincarato la dose, Vintsuk Vecherko, altro esponente dell'opposizione - coloro che andranno in parlamento non possono essere considerati rappresentanti del popolo bielorusso".
-----------------------------------------------------------
Intervista ad Antonio Siniscalco
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Nuovi Laboratori per aggregare i giovani del Sud
di Ludovico Dentoni Litta
Dall’inizio del suo percorso ad oggi il movimento Fareambiente ha puntato soprattutto su figure giovanili tanto da istituire un coordinamento regionale gestito e diretto completamente da giovani.
In Campania, qual è stata la risposta giovanile?
Avendo puntato con forza proprio sui giovani, ritengo che essi abbiano dimostrato ampiamente il loro interesse verso tematiche così vicine alla nostra società, ripagando la fiducia a loro rivolta con impegno e devozione; rispondendo con consapevolezza e convinzione ad ogni appello di partecipazione, senza pretendere alcun tornaconto. Dal 21 dicembre 2007, giorno della presentazione ufficiale a Napoli presso la sede della Fondazione Giambattista Vico, il Coordinamento ha iniziato il suo percorso. Questo tempo di “attesa dinamica”, animata dalla speranza e dal desiderio di cambiamento, è riuscito a rendere i nuovi ambientalisti campani dei veri e propri attivisti. Ad oggi, solo in Campania, si annoverano migliaia di ragazzi che partecipano con passione ed impegno alle iniziative indette dal Movimento. Un gruppo di giovani che col tempo è cresciuto nel numero e nella qualità organizzativa, nelle idee e nelle azioni, cercando di dar voce alle proprie ragioni nel rispetto della legalità e del buon senso e che, attraverso la cooperazione, desidera contribuire, vivamente, al mutamento degli scenari politici che da troppo tempo minacciano e deturpano il nostro Paese.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Qual è stato il risultato raggiunto da tale impegno?
Il risultato è rilevabile non solo nel gran numero di tesserati ma anche nell’istituzione di tanti punti di attivazione, i cosiddetti “laboratori”, distribuiti su tutta l’area regionale che hanno contribuito alla crescita e al potenziamento del nostro coordinamento. I Laboratori nascono con il preciso intento di far riscoprire i valori essenziali del vivere civile; luoghi in cui lo sviluppo economico e sociale si devono coniugare con la tutela dell’ambiente. Decine di questi sono già attivi ed altri ancora attendono solo l’inaugurazione ufficiale. Nella vastissima provincia salernitana siamo presenti nella Valle dell’Irno, nell’Agro-Nocerino-Sarnese, nella Costiera Amalfitana ed in quella Cilentana, ancora nell’avellinese con particolare rilevanza della Bassa Irpinia e nella provincia di Napoli, Caserta e Benevento.
In che modo si è attivato il coordinamento a livello territoriale?
Dalla sua nascita, il Coordinamento ha lavorato incessantemente realizzando e promuovendo innumerevoli iniziative. Partendo dal “Giovani Day Campano di Fareambiente” una festa animata da uno spirito brioso che ha fatto incontrare tanti ragazzi campani accomunati dalla stessa allegria e dalla stessa voglia di darsi da fare; si è proseguito con la sensibilizzazione nelle scuole affinché permettesse di avvicinare anche gli studenti alle tematiche ecologiche, e prendano sempre più coscienza del problema ambientale e contribuiscano a difendere il loro territorio, valorizzando, a tal scopo, le loro intelligenze e le loro capacità, non costringendole o terrorizzandole a prostrarsi ad un’ideologia. Numerose le manifestazioni, le conferenze, i dibattiti e gli eventi divulgativi, nonchè la realizzazione di rubriche su giornali locali e link informativi. Tutto organizzato in simbiosi con il coordinamento nazionale giovanile diretto dall’Amico Alfonso Maria Fimiani che, mi permetto di aggiungere, insieme al Presidente Vincenzo Pepe, rappresentano i veri pilastri dell’intero movimento.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Naturalmente anche voi siete stati travolti dal tormentone “smaltimento rifiuti” e non a caso avete rivolto i vostri interessi proprio verso questa problematica a voi così vicina. Allo stato attuale, però, sembra non parlarsene più: pensa che il problema sia stato definitivamente emarginato?
Purtroppo quanto più grave è un disastro, tanto più tempo si esige per indirizzarlo verso una congrua soluzione. Tuttavia, credo sia stata intrapresa la giusta strada. L’emergenza rifiuti dura, ormai, da ben 14 anni, risultato di una politica pseudo-ambientalista poco avvezza alla concreta ricerca di appropriate soluzioni che posso realmente fare del bene al nostro paese. Oggi finalmente, liberi da queste schiavitù governative, si è potuto guardare in faccia alla realtà e comprendere che la questione non può essere risolta solo con l’utilizzo delle discariche, ma mediante la realizzazione della raccolta differenziata e con la creazione di termovalorizzatori di ultima generazione, che al di là di ogni scetticismo, inquinerebbero 44 meno delle auto di tutta la Campania. Tesi che il nostro movimento fin dalla nascita ha esternato, e che oggi, dopo mille disastri finalmente vede attuate.
Tornando al coordinamento, sulla scorta delle proposte e dei provvedimenti attuati cosa si augura per il futuro?
Ci sono tanti progetti in cantiere grazie ai quali auspichiamo di dare un nuovo volto alle nostre città in modo da valorizzare al meglio i nostri paesaggi naturali ed artistici ed essere menzionati, sia a livello nazionale che internazionale, mai più per la “monnezza” ma piuttosto per la bellezza indiscussa del territorio Campano. Con questi presupposti e gettate ormai le basi per una fitta e proficua rete collaborativa sono convinto che sarà più semplice e motivata la scelta di portare avanti la nostra tenace ed onesta politica del fare… del Fareambiente“.
-----------------------------------------------------------
Lo Stargate nucleare un portale verso il futuro
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 6 della discussione
di Orazio Mainieri
Sto viaggiando in macchina per andare a trovare un amico che mi ha detto: se passi da queste parti vieni a salutarmi. Va bene, vado a salutarlo. Leggo all’inizio del paese, il nome del paese e sotto la scritta: comune denuclearizzato. Resto perplesso e penso: cosa vorrà dire? Ho capito: forse avrà un ospedale in cui non fanno esami di medicina nucleare, come ad esempio radiografia, spettroscopia, stratigrafia o tomografia computerizzata o tomografia ad emissione di positroni. Certo mi meraviglio e vorrei andare a chiedere al Sindaco. Alla fine decido di chiedere al mio amico. Lui non ne sa niente e mi dice: ma dove hai letto questo cartello? Lo porto all’ingresso del suo paese e glielo indico. Mi risponde: “Boh… forse perché nell’attività nucleare c’è qualche rischio?”. Rispondo che, in questa zona, a me risulta che non siano previste installazioni militari, né centrali a uranio e che l’unico “nucleare” dovrebbe essere negli ospedali che utilizzano la medicina nucleare per indagini diagnostiche e per cure mediche. Chiedo: forse sindaco e giunta sono contrari a queste cure? Il mio amico allarga le braccia ed il discorso finisce lì. Questa è l’Italia di oggi. Si va avanti per slogan, con frasi preconfezionate che non dicono niente.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
E’ chiaro che sto scherzando, ma di fronte a certi cartelli si resta perplessi. Dopo questa parentesi, passiamo a parlare di grandi opere e di grandi scoperte in maniera seria. Il mondo cammina e va in una direzione ben precisa: la direzione del progresso. Cosa è il progresso? Negli Stati Uniti d’America la costruzione della ferrovia da Est verso Ovest (la conquista del West) ha rappresentato il progresso. Qualcuno gridava: “No Fer!”, soprattutto i proprietari dei terreni e gli allevatori di bestiame che venivano disturbati dal passaggio, ma alla fine l’opera venne compiuta con tutti i benefici che ne derivarono per tutti. In Russia ci fu la costruzione della Transiberiana. Si può chiamare più precisamente Transiberiana solo la parte orientale della ferrovia, da Celiabinsk (al sud degli Urali) a Vladivostok. La sua lunghezza è circa 7.000 km. Proprio questa parte fu costruita tra il 1891 e il 1916. Ma c’erano anche opinioni avverse a questo tipo di costruzione, sulla base della considerazione che la messa in opera sarebbe stata troppo costosa, che la ferrovia non era necessaria in Siberia e che per molti anni avrebbe funzionato in grande perdita. Si può notare che anche per queste grandi opere dimostratesi determinanti per lo sviluppo di quelle nazioni c’erano, come sempre, voci contro (vedi ponte sullo stretto di Messina). Alla fine la Transiberiana si fece.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
I secondi quattro possono anche portare a vittime, ma non è detto. Per esempio, gli ultimi eventi di Tricastin in Francia sono zero e uno di questa scala, quindi insignificanti, senza cioè rilievo sanitario. Molti giornali ci giocano su, ma parlano su niente. Il problema è solo tecnico e riguarda la manutenzione dell’impianto, non i mass media. Superato il 2010 e andando verso il 2050 ci si avvia verso la fine dei combustibile fossili. Un primo calcolo ci dà 42 anni per il petrolio e 67 anni per il gas naturale. Per il carbone ci si potrà spingere fino a 164 anni al consumo attuale (valori ricavati da dati Enea 2005). Questi valori però possono anche scendere. Dopodiché ripiombiamo nel rinnovabile con buona pace di tutti. A questo punto sento già tutti quei personaggi che dicono: finalmente; che bello! Dimenticano che 150 anni fa eravamo già nel rinnovabile; fra 50 o 150 anni (per il carbone) ci torniamo con qualche conoscenza in più, ma senza energia per gli elettrodomestici, per le industrie, per l’autotrazione. Molti aspetti della vita umana arretreranno tra cui anche la vita media. Per evitare questo disastro l’energia da uranio (e dopo anche da torio, forse), è indispensabile. Ma anche l’uranio è un minerale non rinnovabile perciò a conti fatti ci troviamo di fronte a 70 anni di utilizzo e poi? Ebbene per l’uranio la musica cambia perché è un minerale che ha una certa capacità di “rinnovarsi”.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
Mi spiego meglio: l’uranio in natura è il 238 con lo 0,7% di uranio 235 che è quello fissile. Nei reattori si usa l’uranio arricchito con il 2÷5% di uranio 235. Adesso esistono particolari reattori detti FBR (fast Breeder Reactor) che sono reattori veloci, nel senso che usano neutroni veloci (>100 keV), in cui la buona gestione della popolazione neutronica porta ad avere neutroni in più rispetto alla gestione che viene fatta in campo termico (< 0,1 eV). Questi reattori devono presentare, quindi, assenza di elementi moderatori, che rallentano i neutroni. Perciò se l’uranio 235, per esempio, in una pila atomica, viene colpito da un neutrone, si spacca ed emette altri neutroni (ed energia), che possono iniziare una “reazione a catena”. Se invece il neutrone si “pianta” dentro un nucleo di uranio 238, non lo rompe, ma viene catturato. L’uranio diventa U 239, poi nettunio 239 con un’emissione beta, poi plutonio 239 dopo altra emissione beta. Il peso atomico resta 239, mentre il numero atomico passa da 92 a 94. Abbiamo a disposizione, così, un altro nucleo fissile. Esiste un tempo di raddoppio, cioè quanti anni di funzionamento del reattore sono necessari perché la quantità di nuovo combustibile fissile prodotto sia doppia rispetto a quello bruciato nello stesso tempo: di solito sono 15÷20 anni di funzionamento. In questo caso la ricerca è indirizzata ai nuovi combustibili avanzati allo scopo di diminuire proprio i tempi di raddoppio. A questo punto il combustibile esaurito viene processato, cioè si separa il Plutonio prodotto dai residui di fissione e si riesce, così, ad alimentare un nuovo reattore.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
È un processo fantastico che, utilizzato per scopi pacifici, ci darà energia per migliaia di anni, anche dopo che si sarà perduto il ricordo dei combustibili fossili, ma bisogna stare dentro il nucleare di terza generazione se si vuole arrivare alla quarta. Solo così potremo avere anche idrogeno (non da combustibili fossili) per l’autotrazione. Nel nostro futuro energetico vedo il rinnovabile, con il sole in maniera prevalente (tralasciando l’idro già ampiamente sfruttato), ma vedo anche l’uranio indispensabile per affrancarci dai combustibili fossili e per pulire l’ambiente. L’era nucleare è partita il 2 dicembre 1942, quando Enrico Fermi con i suoi collaboratori avvio la prima pila atomica a Chicago (Usa). A quel tempo la vita media degli italiani era di 66 anni, passando al 2006 a 81 anni (78 circa per gli uomini e 84,3 per le donne). Questo è stato reso possibile per la migliore igiene, per l’alimentazione e per le medicine. Quindi grazie al progresso e cioè all’energia. La mancanza di energia elettrica ci farà arretrare anche sull’aspettativa di vita. Mettiamo da parte la propaganda spicciola. Buttiamo a mare (si fa per dire?) tutti questi personaggi che giocano a far politica sulla pelle della gente. Costruiamo un movimento ecologista serio che ci permetta di mantenere il nostro sistema di vita con il rispetto contemporaneo dell’ambiente.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 6 della discussione
La programmazione energetica di un Paese ha bisogno di “respiri decennali”. In genere, in Italia, i governi si sono mossi su “respiri mensili”. Adesso sembra che ci sia, al governo chi opera sul momento per come deve essere l’Italia fra 10÷20 anni. Questa è la differenza fra un Politico-Statista e un politicante che gioca con referendum che non portano a niente. Noi italiani dobbiamo avviare subito i reattori a Uranio di Trino e Caorso. Contemporaneamente va avviata la procedura per la costruzione di almeno 10÷12 reattori a uranio della terza generazione. Potremo parlare anche di problemi economici, come il costo degli impianti, che sta intorno a 3÷4 miliardi di euro per un’unità di 1.600 MW, ma non lo ritengo prioritario almeno per i primi dieci reattori da allocarsi in 5÷7 siti, mentre è prioritario il riappropriarci di una tecnologia che sarà la nostra tecnologia del futuro, quella del dopo petrolio. Una tecnologia che ci traghetterà dalle terza alla quarta generazione e alla quinta, se sarà necessario. E’ una porta che va aperta subito. Apriamo il nostro “Stargate” nucleare.
-----------------------------------------------------------
Rapiti 15 turisti in Egitto, 5 sono italiani. Chiesto un riscatto
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 12 della discussione
Cinque italiani, che fanno parte di un gruppo di 15 stranieri, sono stati rapiti in Egittonella città turistica di Assuan (nella foto la diga). Ci sarebbero almeno 3 torinesi fra i 5 connazionali. Al momento non si conoscono le loro generalità e non è escluso che anche gli altri 2 sequestrati provengano dalla provincia di Torino.
Secondo quanto riferisce il ministero del Turismo del Cairo, citato dalla tv araba 'al-Jazeera', tra i rapiti ci sono anche 5 cittadini tedeschi, un romeno, 4 egiziani, 2 accompagnatori, una guardia di frontiera e un autista. Sembra che le autorità egiziane stiano trattando con i rapitori per liberare gli ostaggi in cambio di un riscatto. Il ministero del Turismo egiziano ha infatti reso noto che i rapitori avrebbero chiesto del denaro.
''Non è ancora chiaro dove esattamente siano stati rapiti questi 15 turisti e da questo dipende la possibilità di capire chi siano i rapitori": così l'inviato al Cairo di 'Al Jazeera', commentando la notizia del rapimento.
La conferma del sequestro è arrivata in mattinata dalla Farnesina, la quale ha informato che il ministro degli Esteri Franco Frattini, in volo per gli Stati Uniti, sta seguendo il caso attraverso l'Unità di crisi immediatamente attivata, insieme all'ambasciata al Cairo. Il titolare della Farnesina fa poi appello ai mezzi di informazione perché la vicenda sia gestita con "ogni possibile cautela" e fa sapere che "si atterrà ai criteri di più stretto riserbo nell'evoluzione della vicenda''.
Una nota del Quirinale fa sapere che ''il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, segue con viva preoccupazione e forte senso di solidarietà'' la vicenda del rapimento.
>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Ma roba da matti....bisogna pagare per ogni imbecille che si fa rapire in giro per il mondo...
Gente cosi idiota da andare in un paese pieno di gente con il sedere all'aria meriterebbe di essere lasciata a marcire dove si trova, maledetti.
>>Da: Elios8943
Messaggio 3 della discussione
Mandiamo la CGIL come riscatto.
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 4 della discussione
Turisti in un paese pieno di musulmani? Se la sono cercata.
E' da diverso tempo chi il governo ha stilato una lista dei paesi a rischio.
Che paghino le famiglie il riscatto.
>>Da: -cerberus
Messaggio 5 della discussione
Basta vacanze in paesi islamici.
>>Da: Nando179764
Messaggio 6 della discussione
Egitto, rapiti cinque italiani
Al Jazeera: «Sono già liberi»
>>Da: er Drago
Messaggio 7 della discussione
Da notizie frammentarie sembra che siano stati liberati, sentito adesso su una radio privata.
-----------------------------------------------------------
Napoli: occupata stazione, fermi tutti i treni
>>Da: Il Moro
Messaggio 7 della discussione
Tutto il traffico di treni in arrivo e in partenza dalla stazione di Napoli Centrale è stato fermato a causa dell'occupazione dei binari da parte di oltre 150 manifestanti appartenenti a sigle di lotta contro la disoccupazione. Lo conferma Trenitalia, in un comunicato, spiegando anche che "le Ferrovie dello Stato hanno già attuato provvedimenti di circolazione per garantire i collegamenti Nord - Sud e viceversa su itinerari alternativi".
Che paese, per 150 che bloccano i binari invece che metterli dentro deviano il traffico del cento sud.
>>Da: Elios8943
Messaggio 2 della discussione
Naturalmente scudo, manganello e lacrimogeni non si possono usare..sia mai!
>>Da: Sonia
Messaggio 3 della discussione
..una lista di disoccupati che si chiama "sindacato lavoratori in lotta"
Mitici!
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 4 della discussione
Certo che per appartenere a movimenti del genere mi chiedo quale sia la loro idea di lavoro e a che posto aspirino
Non è che vogliono aggregarsi alla felice combriccola dei netturbini per timbrare il cartellino e farsi i tornei aziendali di scopone?
>>Da: -cerberus
Messaggio 5 della discussione
Povera Italia, in mano a questi personaggi; del resto se il prefetto di Napoli ha fatto partire il treno in occasione di Napoli Roma, perchè i tifosi non erano un pericolo, e questi poi hanno sfasciato tutto, la dice lunga su come vengono trattate certe questioni, nel capoluogo campano...
>>Da: Nando179764
Messaggio 6 della discussione
..contro la disoccupazione....mi fanno ridere! rivolgetevi ai camorristi che proteggete con la vostra omertà. quale pazzo di commerciante viene ad aprire bottega da voi, per sentirsi, il giorno dopo chiedere la tangente?
>>Da: er Drago
Messaggio 7 della discussione
Mettiamo i disoccupati in lotta a pilotare gli aerei al posto dei piloti alitaglia..ah ah ah!
-----------------------------------------------------------
Da oggi tabelle anti alcol in tutti i locali
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
-----------------------------------------------------------
Trasferimento, la Forleo fa ricorso al Tar
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
C’è stata da parte del Csm "una palese mancanza di serenità di giudizio, a nostro sommesso avviso fin dalla prima audizione della ricorrente, dai toni inusitati" è questa l'accusa presentata al Tar del Lazio dal Gip di Milano Clementina Forleo
Roma - Il provvedimento con il quale il Csm ha disposto il trasferimento d’ufficio del Gip dell’inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, "non può assolutamente accettarsi, attese le premesse errate dalle quali ha preso le mosse, le erronee articolazioni procedimentali e, ovviamente, le conclusioni non condivisibili cui è pervenuto".
Trasferimento burrascoso Questa è la premessa da cui è partita il magistrato per proporre ricorso al Tar del Lazio, per contestare il suo trasferimento d’ufficio, per incompatibilità ambientale, da Milano al tribunale di Cremona. E tutto ciò, dopo una serie di dichiarazioni fatte alla stampa e in televisione su poteri forti che avrebbero cercato di interferire nel suo lavoro.
Palese mancanza di serenità C’è stata da parte del Csm "una palese mancanza di serenità di giudizio, a nostro sommesso avviso fin dalla prima audizione della ricorrente, dai toni inusitati". È l’accusa contenuta nel ricorso al Tar del Lazio presentato dal Gip di Milano Clementina Forleo contro il suo trasferimento d’ufficio deliberato nel luglio scorso da Palazzo dei marescialli. Nel reclamo si segnalano anche "i numerosi tentativi" da parte dei consiglieri del Csm e avvenuti "nel corso delle audizioni ai colleghi magistrati, di scovare comportamenti scorretti della ricorrente in relazione alle vicende più disparate ed irrilevanti". "È evidente che per il Csm, sovvertendosi ratio e spirito della legge (e male valutando i fatti), la situazione di incompatibilità ambientale sarebbe stata determinata dalla personalità, ancor prima che dalla condotta della ricorrente",sottolinea il ricorso; mentre "non rientra nei poteri del Csm esprimere giudizi sulla personalità del magistrato. Forse la ricorrente non avrebbe dovuto rilasciare qualche dichiarazione al pubblico (ma quanti giudici lo fanno, legittimamente?). Ma da qui - continua il reclamo - a tacciarla di propensione al vittimismo (attese le numerose minacce ricevute fino al dicembre 2007) e al disequilibrio ne passa molto".
-----------------------------------------------------------
Il petrolio vola ancora e tocca i 130 dollari Già azzerati i ribassi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Meno di una settimana fa si festeggiava la discesa del greggio sotto i 90 dollari. ma ora il prezzo risale con una rapidità vertiginosa e in una sola seduta passa da 105 a 130 dollari al Nymex di New York, per chiudere poi a quota 122,60
Roma - Il petrolio torna a volare, e lo fa rapidamente. Meno di una settimana fa si festeggiava la discesa sotto i 90 dollari e oggi il greggio distrugge ogni certezza e vola, in una sola seduta, da 105 a 130 dollari. In termini assoluti è il maggior rialzo giornaliero da quando sono state aperte le contrattazioni al Nymex di New York nel 1983, mentre per ritrovare una crescita percentuale del 23% - pari a quella messa a segno oggi con il picco a quota 130 - bisogna scorrere indietro il calendario di 17 anni, per arrivare al 1991.
Dopo tre rialzi consecutivi, la performance odierna azzera due mesi di ribassi, gelando ogni euforia e riportando nuovi timori su crescita e inflazione su scala globale. Sceso sotto i 90 dollari martedì scorso, in scia all'annuncio del fallimento di Lehman Brothers ed ai timori sulle possibili ripercussioni negative sulla crescita mondiale, l'oro nero ha bruciato le tappe in una corsa senza precedenti, che si è arrestata solo pochi minuti prima della chiusura, avvenuta a 122,6 dollari al barile, in crescita del 17%.
-----------------------------------------------------------
Nell’Italia degli sprechi i morti prendono la pensione
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Vitalizi ai defunti, macchinari medici a mezzo servizio, liste d’attesa eterne, atenei con consulenze inutili: allarme dell’Ispettorato della Finanza
Milano - Venghino, signori venghino. È di scena il festival dello spreco: strumenti diagnostici delle Asl a mezzo servizio, a tutto vantaggio dell’allungamento delle attese dei poveri malati; enti locali che spendono e spandono, tanto se per una spesa non c’è la copertura si fa un bel debito fuori bilancio e pazienza se poi i conti si chiudono in rosso; non si salvano neanche i poliziotti, che dimenticano di pagare le utenze degli alloggi di servizio, a tutto svantaggio del ministero dell’Interno da cui dipendono. Ma la vera perla sono i defunti stipendiati: già, perché in un’Italia in cui i vivi faticano a essere retribuiti loro, i morti, continuano a prendere la pensione visto che l’Inpdap non si cura di controllare attraverso l’anagrafe chi è passato al mondo dei più.
È un quadro desolante quello che viene fuori dalla relazione annuale dell’Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato. Circa metà dei controlli effettuati nel 2007 tra enti locali, aziende pubbliche, strutture sanitarie, scuole e università sono sfociati in una denuncia alla Corte dei conti; in sette casi i rilievi sono stati girati alla Guardia di finanza e in quattro casi, addirittura, gli atti sono finiti alle procure. Nel dettaglio, sono stati eseguiti 514 controlli nelle amministrazioni, passati al setaccio 731 bilanci di previsione, 598 delibere di variazioni di bilancio, 790 consuntivi, 798 delibere di cda di enti pubblici e 7.246 verbali di collegi sindacali. Inoltre, sono state controllate le cifre accantonate dai ministeri per ridurre la spesa «Campioni» di sprechi, alla fine, sono risultati Unità sanitarie locali, Enti locali e Protezione civile.
-----------------------------------------------------------
Nell’Italia degli sprechi i morti prendono la pensione
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Vitalizi ai defunti, macchinari medici a mezzo servizio, liste d’attesa eterne, atenei con consulenze inutili: allarme dell’Ispettorato della Finanza
Milano - Venghino, signori venghino. È di scena il festival dello spreco: strumenti diagnostici delle Asl a mezzo servizio, a tutto vantaggio dell’allungamento delle attese dei poveri malati; enti locali che spendono e spandono, tanto se per una spesa non c’è la copertura si fa un bel debito fuori bilancio e pazienza se poi i conti si chiudono in rosso; non si salvano neanche i poliziotti, che dimenticano di pagare le utenze degli alloggi di servizio, a tutto svantaggio del ministero dell’Interno da cui dipendono. Ma la vera perla sono i defunti stipendiati: già, perché in un’Italia in cui i vivi faticano a essere retribuiti loro, i morti, continuano a prendere la pensione visto che l’Inpdap non si cura di controllare attraverso l’anagrafe chi è passato al mondo dei più.
È un quadro desolante quello che viene fuori dalla relazione annuale dell’Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato. Circa metà dei controlli effettuati nel 2007 tra enti locali, aziende pubbliche, strutture sanitarie, scuole e università sono sfociati in una denuncia alla Corte dei conti; in sette casi i rilievi sono stati girati alla Guardia di finanza e in quattro casi, addirittura, gli atti sono finiti alle procure. Nel dettaglio, sono stati eseguiti 514 controlli nelle amministrazioni, passati al setaccio 731 bilanci di previsione, 598 delibere di variazioni di bilancio, 790 consuntivi, 798 delibere di cda di enti pubblici e 7.246 verbali di collegi sindacali. Inoltre, sono state controllate le cifre accantonate dai ministeri per ridurre la spesa «Campioni» di sprechi, alla fine, sono risultati Unità sanitarie locali, Enti locali e Protezione civile.
-----------------------------------------------------------
Milano, viaggio nel mercato nero delle badanti
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
A Milano ogni sabato e domenica nei parchi e alle fermate della metropolitana ucraine, russe e moldave si offrono ai clienti con un cartello al collo: "Cerco lavoro". Subito disponibili, anche per un giorno soltanto
Milano - «Cerco lavoro». Il cartello di Svetlana è diverso rispetto a quello delle altre: la scritta è stata ritoccata con un pennarello rosso e blu e la si vede bene anche da lontano. Appena usciti dal parcheggio sotterraneo di Cascina Gobba, una delle ultime stazioni della linea 2 della metropolitana milanese.
Benvenuti al «mercato nero», dove ogni sabato e domenica le donne ucraine, moldave e russe si offrono come badanti, baby sitter o colf. Benvenuti nel posto dove con poche decine di euro è possibile portarsi a casa una collaboratrice domestica. Come Natasha, Olga, Dusian, Nina, Dorotea, Svetlana disposte a lavorare anche a cottimo, per una sola giornata. Stanno lì in piedi, una in fila all’altra o in gruppetti di sei, sette persone, a pochi metri dall’ingresso dell’altro mercato, quello vero dove la gente dell’Est viene tutte le settimane per spedire pacchi e denaro ai parenti o comprare cibo e vestiti. Ciascuna con il proprio foglietto «Cerco lavoro» puntato sul maglione o stretto in una mano e nell’altra un taccuino pieno zeppo di numeri di telefono, indirizzi, nomi alcuni italiani e altri in caratteri cirillici. Signore di mezza età, vestite con gli abiti buoni della festa, la borsetta sottobraccio e un sacchetto di plastica con il pranzo e qualche rivista.
Basta avvicinarsi ad una di loro, spiegare quello che ti serve e inizia la trattativa. Mille euro al mese per una badante fissa, giorno e notte. Sabato pomeriggio e domenica fino alle 20, riposo. Se ne hai bisogno di due, puoi contrattare e arrivi ad 800 euro l'una. Per una colf invece chiedono otto euro all’ora. In nero - come sono ancora molte di loro - altrimenti sei. «Se non sei in regola devi pagare i contributi e costa di più. Ma se ti servono con documenti, te le cerchiamo», ti assicurano quando ne chiedi una con il permesso di soggiorno. Fanno di tutto: pulizie, mangiare, assistenza. Sono pronte a seguirti subito per vedere il posto dove andranno a stare e se non puoi offrire altro, accettano di lavorare anche per poche ore. Poi, torneranno di nuovo al mercato il prossimo sabato per trovare qualcosa di meglio.
-----------------------------------------------------------
Alitalia, la Cai formalizza il ritiro dell'offerta
>>Da: andreavisconti
Messaggio 15 della discussione
Avviato l’iter per la ricerca di nuovi acquirenti: parte l'asta online (leggi l'avviso di gara). La svizzera Ama interessata all'acquisto di 30 aerei. L'Enac: "Piano realistico entro giovedì". La mossa dei piloti: "Cordata con 340 milioni dei nostri tfr". Fantozzi: "Soluzione entro il 30 o stop ai voli". Berlusconi: "Cgil irresponsabile
Roma - Giorni contati per Alitalia: entro giovedì prossimo il Commissario straordinario, Augusto Fantozzi, dovrà presentare un piano finanziario "razionale e convincente", in caso contrario l’Enac sospenderà la licenza provvisoria della compagnia. L’ennesimo ultimatum arriva dal presidente dell’Ente, Vito Riggio. Dal canto suo, Fantozzi, ha già annunciato che sarà lui stesso a chiedere l’autosospensione dell’autorizzazione a volare se, al 30 settembre, non avrà ricevuto un’offerta realistica per Alitalia.
Parte l'asta online L’avviso pubblico, che invita a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto di rami d’azienda della compagnia, è online da questa mattina: "Il Commissario straordinario - si legge nel bando - considerate le ragioni di necessità e urgenza, di cui al Dpcm del 29 agosto 2008, invita chiunque sia in grado di garantire la continuità nel medio periodo del servizio di trasporto, la rapidità dell’intervento nonchè il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale" a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più rami d’azienda di Alitalia "anche non preesistenti".
La Cai ufficializza ritiro offerta La Cai ha formalizzato ad Alitalia la revoca della sua offerta. Lo rende noto un comunicato di Alitalia, dopo che il commissario straordinario aveva già annunciato da avere ricevuto comunicazione del ritiro dell’offerta. "Il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi comunica che la società Cai ha comunicato formalmente la revoca dell’offerta presentata il 1° settembre", si legge nella nota.
La mossa dei piloti Nel frattempo Anpac, Upi, Avia e Sdl intercategoriale mettono a disposizione quota parte della loro retribuzione e l’intero montante del Tfr per supportare "qualunque progetto serio e credibile per il rilancio di Alitalia". L’annuncio è stato dato dai presidenti delle sigle di piloti, assistenti di volo e personale di terra nel corso di una conferenza stampa. "Questa decisione - spiegano i sindacati - mira a costituire un elemento di garanzia per qualunque soggetto, nazionale o estero, disposto ad acquisire e rilanciare l’Alitalia". L’auspicio di tutti i lavoratori del gruppo è che "anche i cittadini italiani si possano unire al progetto e contribuire concretamente alla rinascita di una grande compagnia di bandiera".
-----------------------------------------------------------
Berlusconi fa tradurre Leopardi E chi lo ringrazia viene licenziato
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Un anno fa il Cavaliere donò 100mila euro per l’edizione inglese dello "Zibaldone". La responsabile della comunicazione del Centro studi leopardiani elogia il gesto: prima viene criticata e poco dopo allontanata
Follia e paradosso di un Paese che non perde occasione per deprecare l’università, la ricerca e la trasmissione del Sapere, una volta che un politico - basta che si chiami Berlusconi - sceglie di sostenere un grande progetto culturale, finisce per scatenare, invece che riconoscenza, l’odio di parte. Un odio stupido e cieco. Come è stupido e cieco l’atteggiamento di chi si scaglia, per un puro e irrazionale riflesso antiberlusconiano contro una donazione per diffondere nel mondo l’opera di uno dei nostri maggiori poeti e filosofi, Giacomo Leopardi.
La storia di questa follia parte da lontano, anche se meglio anticipare la fine: la responsabile delle relazioni esterne di una prestigiosa istituzione culturale italiana ringrazia pubblicamente Silvio Berlusconi per aver sostenuto con una grossa cifra un progetto della stessa istituzione e per questo viene «allontanata». Senza motivazioni.
La vicenda inizia nell’estate del 2007, quando grazie all’interesse di due grandi «leopardisti» (l’italiano Franco D’Intino e l’inglese Michael Caesar) il Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati stringe un accordo con l’Università di Birmingham per realizzare un ambizioso progetto culturale iniziato due anni prima e interrotto per mancanza di fondi: la traduzione integrale in inglese dello Zibaldone di Leopardi. La cosa rimane nel giro degli addetti lavori, fino a quando - maggio 2007 - lo scrittore Antonio Moresco sulla rivista online intitolata leopardianamente Il primo amore lancia un appello per una sottoscrizione pubblica. Inaspettatamente (la notizia viene passata da Moresco a diversi quotidiani «di area», cioè di sinistra, senza successo) la campagna pro-Leopardi viene trasformata in una battaglia culturale dal quotidiano Libero, grazie soprattutto al capo-cultura Alessandro Gnocchi e allo scrittore Massimiliano Parente, il quale con un vero colpo di scena (tramite una telefonata a Gianni Letta) ottiene da Berlusconi una donazione di 100mila euro.
Come si può immaginare la cosa stupisce tutti, a partire dall’intellighenzia di sinistra che però non spende una parola sulla vicenda (con l’eccezione dello stesso Moresco il quale dichiara di non avere «nessuna difficoltà a ringraziare sinceramente Berlusconi per questo gesto, senza che ciò sposti di un millimetro la mia opinione generale su di lui»).
-----------------------------------------------------------
Il valzer della Cgil fanno perdere la testa al Pd
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Che nascesse una cordata di imprenditori italiani in quanto italiani sembrava già una cosa sorprendente. Dopo che il «sistema Paese» è uscito fuori dall'attenzione sia della politica sia dell'economia e la delocalizzazione è stata preferita come la via del profitto, una definizione nazionale di un gruppo di impresa sembrava l’ultima cosa a venire. Ma il «sistema Paese» conta: e il centrodestra aveva fatto di essa la sua coordinata politica fin dall’appello del '94 di Berlusconi. Potremmo annoverare il «sistema Paese» tra i vari fattori emersi prepotentemente in questi giorni che puntano sul primato dell'economia reale, sull'economia finanziaria e sulla tenuta del Paese come soggetto politico ed economico come base per il suo successo industriale.
Berlusconi ha fatto propria la tesi della cordata, l'ha posta come sua iniziativa, ma evidentemente sapeva che vi era un consenso sul piano degli operatori economici e finanziari e su quello politico dell'opposizione per una chiamata in campo dei grandi capitali italiani. Un «forza Italia» rivolto agli imprenditori sembrava improbabile, ma esso è avvenuto. E il fatto che Roberto Colaninno sia il presidente della Cai e Passera il suo promotore, indica che si tratta di un’operazione chiaramente trasversale e viene accettato anche da chi non è di centrodestra che il governo attuale ne sia il promotore politico. Chi si è posto di traverso è la Cgil. Essa ha certamente espresso il sentimento del Partito democratico che non vuole lasciare troppo spazio alle iniziative del governo: esso ha già fin troppo consenso e ne avrebbe di più se Alitalia diventasse proprietà della Cai. Sarebbe una privatizzazione, ma una privatizzazione voluta fortemente dalla politica che ne porta la responsabilità. La Cgil ha scelto di fare corpo con i sindacati autonomi dei piloti, cioè con una corporazione segnata dal privilegio in conseguenza del carattere statale della compagnia e protetta anche da destra, visto che i sindacati dei piloti hanno nei loro componenti l'orientamento di Alleanza nazionale.
-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Tre anni senza
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un giornalista deve saper ammettere le proprie sconfitte. Era il ferragosto del 2005 e me ne stavo all’Hotel Miramonti di Cortina con dei vicini di stanza invero rumorosi: Marina e Carlo Ripa di Meana. I mugolii e i sospiri femminili cominciarono la sera, durarono più o meno tutta la notte e il mattino dopo ancora proseguivano: incessanti, una costanza stupefacente. Il dettaglio è che a un certo punto mi affacciai alla finestra e vidi che Carlo Ripa di Meana in realtà era giù, ai giardinetti, stava portando a passeggio il cane: e però i mugolii e i sospiri, rigorosamente femminili, intanto continuavano. Ora, tre anni dopo, eccoti questa loro intervista a Libero piena di notizie importanti: Marina Ripa di Meana, negli anni Settanta, andava a battere per comprare cocaina al suo amante; Carlo Ripa di Meana, nello stesso periodo, si caricava in macchina un travestito che si chiamava Gianna; Marina, davanti a Chirac, diede un fenomenale calcio a Carlo e gli ruppe una tibia; lui era chiamato Orgasmo da Rotterdam ed è pazzo di Gianna Nannini. Tutte informazioni preziose, e che però, mi hanno spiegato, in qualche modo erano note. Tranne questa, rivelata da lei: «A lui piacciono gli uomini, a me le donne». E lo scopriamo solo ora. A Cortina, tre anni fa, sfiorai lo scoop della vita.
-----------------------------------------------------------
Max Gallo: Perchè la crisi ci farà bene
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
E se l’attuale crisi finanziaria fosse per il capitalismo ciò che l’uragano è per il clima? Un fenomeno devastante ma, nella logica della natura, prevedibile, arginabile, però insopprimibile, che, quando si scatena, rivela la sua dinamica vitale. Perché la crisi è elemento costitutivo del capitalismo. Dal 1848, quando Marx scrisse il Manifesto comunista, poi Il capitale, oltre una decina di crisi importanti hanno scosso il capitalismo. Marx e altri ideologi avevano annunciato l’avvicinarsi della «fase suprema» del capitalismo e il fallimento del sistema.
Sepolto da catastrofiche profezie, il capitalismo è risorto dalle ceneri! E gli altri modelli - il socialismo reale... - sono morti soffocati dalla burocrazia, paralizzati dalla scomparsa dell’iniziativa individuale. All’origine dell’impetuosa crescita della Cina, non c’è la rivoluzione culturale, ma il capitalismo. In realtà il capitalismo procede di crisi in crisi. A innovare - originando forme nuove, ferrovia, auto, Internet - è l’iniziativa individuale, la voglia di guadagnare d’ognuno. Sviluppo tecnico e lucro derivante hanno la forza dell’uragano. Ma tale sviluppo, violento, incontrollato, segno d’inesauribile vitalità dell’uomo e della sua libertà, comporta una proliferazione eccessiva. L’uragano s’esaurisce: è la crisi, la «purga», le imprese più fragili vengono distrutte, le Borse crollano, compaiono disoccupazione e tensioni sociali, intere categorie, nazioni vengono annientate. Tornata la calma - dopo vari anni e anche qualche guerra! -, crescita, nuove tecnologie, diventando abitudini, hanno cambiato faccia al mondo. È il progresso. Audaci imprenditori lanciano nuovi prodotti... Un nuovo uragano si profila...
Dunque non si tratta di finirla col capitalismo, ma di ripararsi dall’uragano. Chi vuol formare il Nuovo partito anticapitalista non capisce che distruggere il capitalismo, privandoci della potenza della vita, farebbe stagnare, morire.
-----------------------------------------------------------
Onu, assemblea calda per la Russia e l’Iran
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Da oggi a New York il grande circo della diplomazia: si apre il dibattito generale che vedrà presenti al Palazzo di Vetro quasi tutti i potenti della Terra. Timori di guerra fredda e crisi nucleare conquistano l’attenzione
Si apre oggi al Palazzo di Vetro di New York, e durerà fino al primo ottobre, l’annuale dibattito generale dell’Assemblea Generale dell’Onu. Dietro la ripetizione un po’ ridicola si cela tuttavia un’importantissima occasione d’incontri e colloqui, ufficiali e dietro le quinte, tra gli uomini politici più potenti del pianeta. E quest’anno i temi che danno rilievo a un appuntamento che di per sé sarebbe una stanca liturgia (nessuno crede più alle «Nazioni Unite Parlamento del mondo») sono diversi. Se quello «ufficiale» è la lotta alla povertà, coi riflettori puntati come ormai purtroppo di consueto sull’Africa, pesano di fatto assai di più la crisi economica mondiale e l’ineludibile dato di fatto del crescente spazio che si ritagliano sull’arena internazionale nuovi protagonisti, come la Cina, l’India e il Brasile; per non dire della crisi nucleare che ha come protagonista l’Iran e della Russia, il cui discutibile attivismo degli ultimi tempi attira preoccupata attenzione.
Colpisce, in questo contesto, che proprio Mosca abbia scelto di inviare al Palazzo di Vetro una delegazione di basso profilo, lasciando a casa sia il presidente Medvedev che il premier Putin. Al posto dei diarchi del Cremlino si presenterà a New York il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, già ambasciatore all’Onu: si cerca così di evitare eccessivi imbarazzi dopo il pesante trattamento riservato alla Georgia di Mikheil Saakashvili, che interverrà invece di persona.
Russi a parte, i grandi nomi ci saranno più o meno tutti. George W. Bush, per l’ultima volta; tra i principali leader europei Nicolas Sarkozy, Gordon Brown, José Luís Zapatero e Silvio Berlusconi, il cui intervento è previsto per venerdì, mentre già si sa che non si farà vedere Angela Merkel. Ci sarà invece il presidente serbo Boris Tadic, che tenterà di attirare l’attenzione sulla questione del Kosovo, ovviamente dal punto di vista di Belgrado che è quello dell’amputazione della propria sovranità territoriale.
-----------------------------------------------------------
Palin: «Fermiamo Teheran, vuole distruggere il popolo ebraico»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Mahmoud Ahmadinejad «sogna di essere un agente nella soluzione finale, l’eliminazione del popolo ebraico».
L’accusa diretta al presidente iraniano arriva dalla candidata repubblicana alla vice presidenza Usa. Sarah Palin, però, non ha mai pronunciato a voce queste parole. Erano contenute nel discorso che avrebbe dovuto tenere ieri alla manifestazione di protesta contro la presenza di Ahmadinejad ai lavori dell’Assemblea Generale Onu. All’ultimo momento, per dissapori sorti con la democratica Hillary Clinton, al rally non hanno partecipato politici. A rivelare il contenuto del discorso è stato il sito dell’israeliano Haaretz. Per la vice di McCain, quello all’Onu è il debutto sulla scena internazionale e l’occasione per rafforzare la sua immagine. I democratici hanno molto ironizzato sul fatto che la governatrice dell’Alaska ha chiesto solo l’anno scorso per la prima volta il passaporto. I consiglieri di McCain le hanno preparato una serie di incontri a margine dei lavori, tra cui quello con il presidente afghano Karzai e con il georgiano Saakashvili. Nell’agenda anche il colloquio con Henry Kissinger, il grande vecchio della diplomazia repubblicana e il cantante filantropo Bono Vox.
-----------------------------------------------------------
Betancourt minacciata: «Non torno a Bogotà»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L’ex prigioniera è considerata dalle Farc un «ostaggio fuggitivo» e quindi un «obiettivo militare»
da Bogotà
La ex candidata presidenziale colombiana, Ingrid Betancourt, ha rivelato che non può rientrare per il momento in Colombia a causa di «motivi di sicurezza» e per avere avuto avvertimenti «specifici» da parte delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). In una lunga intervista a Radio Caracol, la Betancourt, rimasta ostaggio della guerriglia per oltre sei anni e mezzo e tornata in libertà il 2 luglio scorso, ha ammesso di avere «un problema di sicurezza ovvio che mi impedisce di tornare a Bogotà». In questo senso, ha aggiunto di avere una situazione complessa che «devo risolvere intelligentemente», senza «mettere in pericolo la mia vita e quella dei miei cari». Betancourt ha poi ricordato che le Farc considerano lei e gli altri 14 ostaggi, liberati con uno stratagemma, come «fuggitivi» e quindi come «obiettivi militari». Infine, ad una domanda del giornalista sulle minacce ricevute da parte delle Farc, ha risposto: «Sì, abbiamo avuto cose specifiche. È una situazione molto complicata».
Intanto, un leader delle Farc, Aicardo Agudelo, è stato ucciso nel corso di un bombardamento di aerei colombiani in una zona nel nordovest del Paese. Agudelo, alias El Paisa, era a capo del fronte 34 delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) che opera nei dipartimenti di Antioquia e Chocó. Il cadavere di Agudelo, 52 anni, è stato trasportato a Quibdó, la capitale de Chocó, mentre le autorità si stanno occupando di ispezionare la zona per verificare la quantità di basi ribelli presenti nell’area. Agudelo era stato condannato a 40 anni di carcere per aver ordinato nel 2003 l’omicidio del governatore di Antioquia, Guillermo Gaviria, dell’ex ministro della Difesa, Gilberto Echeverri, e di otto militari che erano in ostaggio delle Farc.
-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: Il "razzismo" di chi specula sui morti
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Oggi a Cernusco sul Naviglio si celebrano i funerali di Abdoul Guibrè, il ragazzo ucciso a sprangate una decina di giorni fa a Milano, e c’è da augurarsi che la cerimonia non sia occasione di altri incidenti, dopo quelli di sabato scorso scoppiati a Milano durante la manifestazione anti-razzismo. Soprattutto c’è da augurarsi che si mettano una mano sulla coscienza tutti coloro che, dal giorno dell’omicidio, stanno avvelenando il clima inventandosi un movente razzistico che non c’è; peggio, inventandosi una Milano razzista che non c’è.
Voglio essere chiaro: non sono fra coloro che ritengono il razzismo una balla propagandistica della sinistra o più in generale del politicamente corretto. L’intolleranza, a volte l’odio nei confronti del diverso, c’è. C’è perfino tra italiani di due paesi e anche quartieri confinanti: figuriamoci se non c’è nei confronti degli stranieri, e dei neri in particolari. Non sono neppure fra coloro che escludono del tutto le responsabilità di alcuni politici nel fomentare rancori verso chi viene da fuori: certe battute sui bingo-bongo e ancor di più certi comizi virulenti come alcuni sentiti nei giorni scorsi, scaldano le teste di chi in testa ha ben poco.
Però davvero non capisco come si possa, a più di una settimana di distanza, continuare a ignorare totalmente non solo le affermazioni della polizia ma anche quelle della magistratura, che hanno escluso il movente razzista. Domenica sul Corriere della Sera c’era una ricostruzione molto dettagliata e mi pare obiettiva dei fatti: la polizia ha trovato e sequestrato la mazza da baseball che gli amici di Abdoul impugnavano e brandivano contro i due commercianti-assassini, a loro volta armati di spranga; si è trattato di una rissa, scrive il Corriere, non di un agguato. Non c’è stato insomma un commando di milanesi emuli del Ku Klux Klan che intendevano punire e anzi ammazzare «uno sporco negro»; c’è stata una rissa scoppiata per futilissimi motivi, si era armati da tutte e due le parti, chi l’ha spuntata è gente con precedenti penali, è facile prevedere che sarebbe finita com’è finita anche se la vittima avesse avuto la pelle chiara. Questo non lo diciamo solo noi o il Corriere, lo dice anche il magistrato.
-----------------------------------------------------------
Piloti, i nuovi "Signor No" che difendono privilegi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Hanno detto sempre no nel corso della trattativa per salvare Alitalia con la Cai, la cordata composta dai 16 imprenditori, che ha risposto alla chiamata di Silvio Berlusconi. Hanno detto no per non perdere i privilegi acquisiti in anni e anni di spartizione tra politica e sindacato di un'azienda che è stata sempre un bacino clientelare e di potere per tutti i partiti dell'arco costituzionale.
Oggi sul banco degli imputati ci sono loro: i piloti. Una casta, una corporazione che ha sempre ostacolato il cambiamento. Ed è normale. Guadagnano come poche categorie nel mondo del lavoro dipendente.
I dati ufficiali non esistono. Ma secondo Libero il giornale di Vittorio Feltri il comandante Fabio Berti, leader dell'Anpac, si è portato a casa 115.814 euro nel 2007.
Un bel bottino. Che aumenta se si tiene conto che in virtù di una tassazione particolare che applica il prelievo fiscale come i normali contribuenti solo a una fetta del salario. Molte voci come l'indennità di volo sono interessate solo per il 50% della cifra dalle forbici dell'erario. Un bel vantaggio. Sconosciuto e impossibile alla quasi totalità dei lavoratori dipendenti.
Ma, soldi a parte, in realtà i piloti sono assolutamente contrari a una qualunque forma di concessione ai 16 «capitani coraggiosi» della Cai perché, per anni, hanno rappresentato il vero motore decisionale delle scelte strategiche della compagnia di bandiera. Nessuna mossa o azione aziendale è stata possibile senza consultare le associazioni dei piloti. Un autentico potere di veto con il quale i dirigenti che si sono succeduti negli anni, e che non hanno brillato per saggezza gestionale certo, si sono dovuti confrontare e scendere a patti.
-----------------------------------------------------------
Bongiorno: Separare le carriere è un atto di civiltà
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Sulla possibilità di arrivare a una riforma condivisa, la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Bongiorno è ottimista.
Onorevole Bongiorno, come commenta l'intervento del presidente Anm, Palamara?
«Condivido la premessa del presidente Palamara sulla necessità indifferibile di riforme che abbiano come oggetto l'efficienza della giustizia.
Questa, del resto, è una battaglia che conduco da molti anni».
Cosa intende per efficienza, scusi?
«Non ho dubbi sulla necessità di porre come primo punto dell'agenda delle riforme lo snellimento dei tempi processuali, senza però ridurre le garanzie. Non vorrei che, presi dall'ansia di ridurre la durata dei processi, perdessimo parte dei processi stessi, come ad esempio il grado d'appello».
L'Associazione nazionale magistrati apre al dialogo ma critica quanto fatto, o detto, sinora.
«Prima di assumere un atteggiamento di chiusura occorrerebbe esaminare e discutere il testo. Il mio invito al presidente Palamara è quello di avere pazienza e aspettare i testi».
Il timore, ribadito ieri, è quello di una riforma costituzionale che indebolisca l'autonomia dei giudici. Timore fondato?
«Vorrei tranquillizzare i magistrati, sarei la prima ad oppormi a una riforma che sottometta la magistratura all'esecutivo. Le riforme si fanno per migliorare e rinnovare, non certamente per peggiorare».
-----------------------------------------------------------
Guarda Totti in tv e uccide
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Una battuta interpretata male. Una banale divergenza mentre guardavano in tv il programma di Maria De Filippi «C'è posta per te», ospite il capitano della Roma, Francesco Totti.
È iniziato così il dramma dell'altra sera, a Torre De' Busi, paese al confine tra le province di Lecco e Bergamo, dove Lucia Cavalli, 35 anni, ha ucciso con una coltellata Salvatore Caliri, 33 anni, col quale da tempo aveva una relazione sentimentale travagliata, fatta di continui addii e ritorni.
La donna, che ora si trova nel carcere di Monza accusata di omicidio volontario, ha inizialmente tentato di simulare il suicidio dell'uomo (che aveva precedenti per rapina) e ha ripulito e riposto l'arma del delitto, un coltello da cucina. Solo a tarda notte ha confessato tutto ai Carabinieri della compagnia di Lecco.
L'allarme è scattato poco prima delle 23 di sabato. A lanciarlo è stato un vicino di casa della trentacinquenne, che lavora come operaia in una ditta di Airuno. La donna si era rivolta a lui per chiedere di chiamare un'ambulanza perché, diceva, un suo amico aveva tentato di togliersi la vita. Il vicino, che aveva visto Salvatore Caliri a terra, proprio all'ingresso dell'appartamento di Cavalli, ha invece chiamato il 113. Quando i militari della stazione di Calolzio e della radiomobile di Lecco sono arrivati sul posto, Caliri era già morto dissanguato. A quel punto sono scattate le indagini e i Carabinieri si sono resi conto che la versione iniziale della donna non stava in piedi.
-----------------------------------------------------------
Iraq, violenze nel Paese: 9 morti tra cui 6 bambini
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Almeno nove persone sono morte nelle violenze odierne in Iraq, compresi cinque bambini uccisi dall’esplosione di una bomba artigianale mentre giocavano nel loro villaggio vicino a Mosul, nel nord del Paese. Lo hanno indicato fonti di sicurezza e testimoni.
«Cinque bambini sono stati uccisi e tre feriti da una bomba artigianale, esplosa mentre giocavano nel loro quartiere nel villaggio di Hammam al Ali», 20 chilometri a sud di Mosul, ha indicato un poliziotto locale, Mouqdem Mohammed. Un medico della clinica del villaggio, il dottor Mundhar Abdel Jabar, ha indicato di aver ricevuto i cinque corpi, e ha aggiunto che due dei tre feriti, in condizioni critiche, sono stati operati sul posto e quindi trasferiti all’ospedale di Mosul.
In mattinata, un attentato con un’autobomba ha ucciso tre civili iracheni e ne ha feriti altre sette nel centro di Baghdad, secondo fonti nell’ambito dei servizi di sicurezza. L’esplosione è avvenuta verso le 12 locali (le 11 italiane) a Karrada, un quartiere nel centro della capitale irachena: lo hanno riferito queste fonti vicine ai ministeri degli Interni e della Difesa, precisando che almeno una donna è stata uccisa. L’attentato ha incendiato un edificio residenziale e molti negozi nei dintorni, oltre a distruggere cinque automobili.
Karrada è situato sulla sponda opposta del Tigri rispetto alla «Zona Verde», il settore ultra-protetto dove si trovano numerose ambasciate e gli edifici governativi. D’altra parte a Baquba, 60 chilometri a nord di Baghdad, una bambina di tre anni è stata uccisa. La vittima è stata uccisa accidentalmente da poliziotti che hanno aperto il fuoco quando è esplosa una bomba al passaggio della loro pattuglia e ha investito il veicolo dove si trovava con la sua famiglia, hanno indicato testimoni.
-----------------------------------------------------------
Ghedini: dall'Anm atteggiamento di tipo sessantotesco che non fa onore alla Magi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il parlamentare del Popolo della Libertà e legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, sceglie Affaritaliani.it per ribattere alle ultime accuse dell'Anm al governo ('taglia risorse e impedisce miglioramenti'). Secondo l'esponente di Forza Italia-Pdl "l'Anm fa proclami di questo tipo soltanto quando al governo c'è il Centrodestra e Berlusconi è presidente del Consiglio. I problemi della Giustizia purtroppo esistono da molti anni e registro un loro totale silenzio e una felice condivisione, invece, dal 1996 al 2001 e dal 2006 al 2008, quando al governo c'era il Centrosinistra. Questo qualifica quindi qual è il loro sentire politico".
E ancora: "Vorrei ricordare che l'Anm è riuscita ad attaccare il governo perfino quando ha stanziato, giorni fa, svariate decine di milioni di euro per le sedi disagiate e per pagare molto di più i magistrati che vorranno andare nelle cosiddette sedi difficili, premiandoli sia con denaro sia con scatti di anzianità. Neppure questo è piaciuto, perché hanno detto che si creavano delle disuguaglianze, come se pagare di più e premiare chi vuol lavorare maggiormente fosse una colpa evidentemente della cattiva borghesia. Quando ci si pone con questo spirito è un po' difficile confrontarsi. Ma il ministro Alfano sta facendo un ottimo lavoro".
Perché queste uscite dell'Anm? "Sono esclusivamente di natura politica. Tant'è che stanno aggredendo e attaccando i provvedimenti del governo senza conoscerne i testi. Stanno dicendo che loro sono gli unici garanti e difensori della Costituzione senza neppure sapere quali saranno le reali intenzioni della maggioranza. Perciò a me pare di assoluta evidenzia che la loro sia una posizione squisitamente preconcetta. Addirittura, quando abbiamo proposto di rafforzare le possibilità di indagine della polizia giudiziaria - tesi condivisa anche da alcuni esponenti di Centrosinistra - senza ovviamente far venir meno le possibilità di indagine delle procure, ci hanno accusato di voler tornare a uno stato di polizia. Come se ci fosse una sfiducia generalizzata nei confronti delle forze dell'ordine. Questo è un atteggiamento di tipo sessantotesco che non fa onore alla Magistratura".
Ovvero? "Nel senso che è figlio del 1968 e cioè di quel tipo di Magistratura che era, non dico vicina... ma che guardava senza antipatia alle frange più estreme della sinistra e che invece riteneva che le forze dell'ordine fossero stataliste, un po' fasciste e contro il popolo operaio. Basta leggersi quello che scrivevano gli esponenti di Magistratura Democratica negli anni '70 contro la polizia. E vedere le sentenze che facevano in quegli anni sull'oltraggio al pubblico ufficiale. Non era mai oltraggio ma legittima critica".
-----------------------------------------------------------
Rai: Bonaiuti rilancia Petruccioli e dice no a Orlando
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria e portavoce del governo, spezza una lancia a favore della conferma di Claudio Petruccioli alla presidenza della Rai. In un’intervista andata in onda questa mattina su Rainews24, Bonaiuti ha infatti affermato. “Io su Petruccioli ho già dato il mio giudizio: personalmente lo ritengo una persona al di sopra delle parti, ha le caratteristiche giuste per questa carica”. Anche nel Pd molti sarebbero favorevoli a questa soluzione, e comunque non condividono quella prospettata negli ultimi giorni che prevede un accordo tra maggioranza e opposizione per portare al vertice dell’azienda di Viale Mazzini Pietro Calabrese, alla direzione generrale Stefano Parisi e alla presidenza della Commissione di Vilianza l’esponente dell’Italia dei valori Leoluca Orlando. Anche su questa candiatura Bonaiuti solleva una pesante riserva: “Non vedo il partito dell’Italia dei valori di Di Pietro nella veste di una forza politica di garanzia: sono perplesso”.
Sulla candidatura di Orlando interviene anche Walter Veltroni, per smentire l'esistenza di un patto tra Pd e maggioranza per la sua elezione al vertice della Vigilanza. Quanto all'ipotesi di una conferma di Petruccioli alla presidenza Rai, Veltroni assicura: "Se vi è la disponibilità del centrodestra per rieleggerlo a noi va bene".
Il Velino
-----------------------------------------------------------
Spagna, a poche ore dal decollo due piloti ubriachi si picchiano
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Nel centro città protagonisti del pugilato notturno indossavano uniformi di volo
MADRID - Due piloti della compagnia aerea spagnola Air Europa sono stati sospesi lunedì dopo che la polizia di Vigo, nel nord della Spagna, li ha sorpresi mentre, ubriachi, si picchiavano davanti a un albergo in piena notte, poche ore prima di prendere i comandi di un aereo passeggeri. La notizia è stata resa pubblica dal quotidiano galiziano «Faro de Vigo». Allertata dalla polizia locale, la direzione di Air Europa ha inviato un nuovo equipaggio ed ha sospeso i due, il comandante del volo Vigo-Madrid che avrebbe dovuto partire alle 7,30 questa mattina e il copilota.
IN RITARDO - L'aereo, con a bordo 120 passeggeri, è partito con oltre 3 ore di ritardo, alle 10,45.Un'inchiesta è stata aperta dalla compagnia. Secondo quanto riferisce il «Faro de Vigo», la polizia locale, chiamata a sedare una rissa verso le 2,30 del mattino in calle Garcia Barbon, nel centro città, è rimasta sorpresa nel vedere che i due protagonisti del pugilato notturno indossavano uniformi di piloti, per di più della stessa compagnia. Dopo essere stati separati, i due hanno detto di essere i piloti del volo 7311 di Air Europa per Madrid, ma hanno detto, a causa probabilmente delle loro condizioni, che l'aereo sarebbe partito solo a mezzogiorno. Una telefonata alla sede centrale della compagnia a Palma di Maiorca ha invece permesso di chiarire che i due avrebbero dovuto pilotare un aereo alle 7,30, meno di cinque ore dopo. Il comandante ha telefonato a sua volta alla sede della compagnia - che aveva già deciso di inviare due altri piloti a Vigo per il volo 7311 dopo la chiamata della polizia - alle 6,30 annunciando di avere digerito male la cena della sera precedente e di non essere in grado di pilotare l'aereo. La vicenda ha suscitato reazioni allarmate fra i lettori del quotidiano galiziano, molti dei quali sul sito internet del giornale chiedono l'introduzione di test obbligatori di controllo alcol/droga per i piloti prima di ogni volo. «Mi vengono i brividi: se la polizia non fosse intervenuta probabilmente avrebbero preso i comandi dell'aereo per Madrid» scrive un lettore, Julian. «E poi danno la colpa ai motori», aggiunge un altro, Rafa: «Penso ai 120 passeggeri. È pazzesco».
-----------------------------------------------------------
Affidano le auto all'abusivo, denunciati ventotto avvocati
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
La polizia municipale «pizzica» i legali che avevano consegnato la vettura al parcheggiatore. Uno di essi gestiva anche una riffa
NAPOLI — Detto, fatto. E' l'accusa di favoreggiamento reale, ai sensi dell'articolo 379 del codice penale, quella che pende sul capo di 28 avvocati che hanno affidato le proprie vetture ad un parcheggiatore abusivo. Il generale Luigi Sementa, comandante dei vigili urbani di Napoli, aveva annunciato che sarebbe ricorso al codice penale per punire non solo i fischietti illegali, ma anche i loro clienti. E ieri ben 28 hanno confessato di ricorrere ai servigi degli abusivi — in pratica autoaccusandosi — pur di riavere le chiavi delle proprie automobili. I fatti si sono svolti fra via Aulisio e via Poggioreale, dove gli agenti della undicesima unità operativa hanno identificato e verbalizzato tre parcheggiatori abusivi — che sono stati denunciati ai sensi dell'articolo 650 del codice penale perché erano già stati diffidati a non svolgere attività in strada nel corso di precedenti operazioni. Durante l'intervento sono stati sequestrate le chiavi di 28 auto lasciate in custodia ai parcheggiatori che sono risultare essere, per la maggior parte, di proprietà di avvocati che frequentano la zona per recarsi in Tribunale. I proprietari delle autovetture si sono praticamente «autodenunciati » quando si sono presentati ai vigili per ritirare le chiavi sequestrate. Dunque nei loro confronti si configurano diversi addebiti, fra cui quelli di favoreggiamento reale (che si ha quando si assicura ad altri i proventi di una attività illecita). Intanto gli avvocati sono stati identificati ed invitati a rendere dichiarazioni spontanee, da cui è emerso che la maggior parte di loro aveva affidato l'auto ai parcheggiatori abusivi per poter andare a discutere cause al Palazzo di Giustizia. Uno dei parcheggiatori, per arrotondare, gestiva inoltre anche una riffa. La polizia municipale ha rinvenuto anche un «cartellone» da tombola, già in parte compilato con nominativi preceduti dal titolo di avvocato, detenuto da uno dei fischietti fermati. Ogni numero veniva venduto al costo di 10 euro. Infine personale del Nir, nell'ambito delle attività di controllo, in particolare nei quartieri del Vomero e di Fuorigrotta e nell'area di via D'Isernia, via Crispi e piazza Matteotti, ha elevato 210 verbali per infrazioni accertate al codice della strada, di cui 181 per varie modalità di sosta (dei quali 5 elevati nei confronti di taxi perché sorpresi in sosta nell'area a loro riservata, chiusi e fuori servizio), 4 per il mancato uso del casco protettivo nonché proceduto al ritiro di una patente per guida contromano. E' stato verbalizzato inoltre il titolare di una discoteca per mancanza di autorizzazione. Sul fronte della lotta ai parcheggiatori abusivi ne sono stati verbalizzati 8 nella zona compresa tra il Vomero e Fuorigrotta, e 3 nell'area di piazza Matteotti, via D'Isernia e via Crispi.
Anna Paola Merone
-----------------------------------------------------------
Minorenne marocchino si pente e fa sgominare due bande criminali
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il giovane, costretto a spacciare e a rubare, fa scattate dieci misure cautelari nei confronti di due distinti gruppi
PALERMO - Stanco di subire le vessazioni dei suoi aguzzini, che lo costringevano a spacciare droga e a compiere furti in alcune ville e abitazioni del trapanese, un ragazzo marocchino di diciassette anni ha deciso di svelare tutto alla Polizia e a fare arrestare i componenti della banda criminale. È così scattata all'alba la rete della Squadra mobile di Trapani, diretta da Giuseppe Linares, culminata con l'esecuzione di dieci misure cautelari nei confronti di due distinti gruppi.
OPERAZIONE "OLIVER TWIST" - L'operazione è stata denominata "Oliver Twist", proprio come il protagonista del racconto di Dickens. L'inchiesta della Squadra Mobile di Trapani, coordinata dal Pm Delia Boschetto della Procura di Trapani, è scaturita dalle rivelazioni del ragazzino, R.W., diciassettenne, che avrebbe patito vicissitudini simili a quelle di Oliver Twist. Prima è stato abbandonato dal padre in Marocco poi, dopo essere rimasto orfano della madre nell'estate di un anno fa, appena un mese dopo averla raggiunta in provincia di Padova, il ragazzo era venuto a Trapani dove aveva trovato sistemazione presso alcuni parenti del compagno della madre: la famiglia Scalabrino-Adragna, nel quartiere Fontanelle Milo. Il minorenne, arrivato a Trapani, sarebbe stato «prima iniziato all'uso di droghe pesanti - come scrivono gli investigatori nella ricostruzione - e poi sfruttato in diverse occasioni per compiere reati di vario genere: dal trasporto di modiche quantità di eroina allo spaccio della stessa, alla commissione di furti in appartamento, fino a una rapina in una villetta di Valderice».
L'ASSISTENTE SOCIALE - A scoprire quanto stava accadendo è stata un'assistente sociale del Comune di Erice (Trapani), che si stava occupando del ragazzo da quando era arrivato da Padova, accertando in seguito il suo stato di tossicodipendenza. Così, il ragazzino è stato portato in un luogo segreto, dove ha iniziato a raccontare tutto sul traffico di droga e sui furti a cui era stato costretto. Ha fatto anche i nomi dei suoi aguzzini «oltre a circostanze utili - come si legge nel provvedimento - per riscontrare l'attendibilità delle sue dichiarazioni». È così stata scoperta «l'esistenza di una florida attività di spaccio di stupefacentì e permesso l'individuazione di alcuni dei furti descritti dal diciassettenne». Grazie alla sua collaborazione, il Questore di Trapani Giuseppe Gualtieri attiverà le pratiche per fargli avere un permesso si soggiorno speciale, previsto per chi collabora con la giustizia.
-----------------------------------------------------------
Moratti, ahi, ahi, ahi
>>Da: aquilanera
Messaggio 2 della discussione
Nuovi guai giudiziari in vista per l'Inter e per Massimo Moratti? Così sembra, visto che la Procura di Milano e la Guardia di Finanza stanno indagando sulla quotazione in borsa della Saras, l'aziena di famiglia dei Moratti.
Secondo la Procura milanese, lo sbarco in borsa del gigante petrolifero meneghino sarebbe avvenuto con numeri gonfiati con l'obiettivo di far aumentare il prezzo delle azioni e rastrellare sul mercato fondi necessari ad appianare i debiti (circa 500 milioni di euro) contratti da un ramo della famiglia verso una serie di istituti di credito, tra cui Banca Intesa.
Sulla base di alcune e-mail al vaglio della Guardia di Finanza, pare proprio che 'il ramo della famiglia' in questione sia quello che fa capo a Massimo Moratti e alla gestione dell'Inter. Insomma il massimo dirigente nerazzurro per la sua 'munifica' campagna di rafforzamento della squadra negli ultimi anni ha costretto la Saras a una serie di 'sacrifici' finanziari che avrebbero messo in crisi l'azienda, costretta a trovare un escamotage per appianare i debiti.
D'altronde quando si ha a libro paga un allenatore come Mancini che guadagna un bel pò di milioni di euro all'anno per starsene a spasso, senza contare i contratti faraonici firmati nel corso degli anni con giocatori che non sempre hanno dimostrato sul campo il loro valore, parlare di 'gestione non proprio oculata' è solo un eufemismo...
da Redazione RealSports
-----------------------------------------------------------
Altri morti a scuola
>>Da: annina
Messaggio 1 della discussione
Finlandia, studente apre il fuoco nella sua scuola: si teme che le vittime siano molte
Il killer si è asserragliato nell'edificio, sparando all'impazzata. Poi si sarebbe ucciso.
Ci sarebbero molte vittime nella vocational school di Kauhajoki, in Finlandia, dove uno studente di 22 anni dell'istituto, armato di fucile secondo l'Adnkronos, ha aperto il fuoco contro i circa 200 ragazzi e insegnanti. Secondo la polizia dopo la strage il killer si sarebbe suicidato. La notizia è stata confermata dal sindaco di Kauhajoki, Antti Rantakokko. La "Palvelualojen Oppilaitos" è una scuola ad indirizzo economico per ragazzi dai 16 ai 21 anni. La televisione locale Yle riporta sul suo sito internet la testimonianza di un dipendente del college, secondo cui nella sparatoria sono state colpite molte persone. La polizia ritiene che ci possano essere numerosi morti, ma non è stato fornito un bilancio.
SU YOUTUBE - L'emittente Yle riporta che su YouTube è stato pubblicato alcuni giorni fa un video che ritrae un giovane di Kauhajoki mentre si esercita sparando contro un bersaglio. La città si trova nella parte occidentale del Paese.
-----------------------------------------------------------
Melanzane sott'olio
>>Da: annina
Messaggio 2 della discussione
Quantità a vostro piacere. Sbucciare le melanzane e tagliarle a fette di circa 1 cm. anche meno. prendete una padella larga antiaderente mettettela sul fuoco e fate dorare le fette da ambo le parti e mettettele in un piatto mano mano che cuocete. IMPORTANTE, dorare senza olio mi raccomando.
Ora preparate 2 ciotole,in una mettete aceto di vino rosso nell'altra olio extra vergine di oliva,aglio a pezzettini,peperoncino sbriciolato, sale fino
e origano, mescolate con una forchetta.Ora prendete una 3° ciotola e proseguite cosi':
Un pò per volta bagnate le fette nell'aceto, strizzatele pochissimo e fatte uno strato nella ciotola dove avrete messo col cucchiaio un pò dell'emulsione preparata e proseguite a strati fino a esaurimento degli ingredienti. In frigo durano 3/4 giorni.
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Onu, assemblea calda per la Russia e l’Iran
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Da oggi a New York il grande circo della diplomazia: si apre il dibattito generale che vedrà presenti al Palazzo di Vetro quasi tutti i potenti della Terra. Timori di guerra fredda e crisi nucleare conquistano l’attenzione
Si apre oggi al Palazzo di Vetro di New York, e durerà fino al primo ottobre, l’annuale dibattito generale dell’Assemblea Generale dell’Onu. Dietro la ripetizione un po’ ridicola si cela tuttavia un’importantissima occasione d’incontri e colloqui, ufficiali e dietro le quinte, tra gli uomini politici più potenti del pianeta. E quest’anno i temi che danno rilievo a un appuntamento che di per sé sarebbe una stanca liturgia (nessuno crede più alle «Nazioni Unite Parlamento del mondo») sono diversi. Se quello «ufficiale» è la lotta alla povertà, coi riflettori puntati come ormai purtroppo di consueto sull’Africa, pesano di fatto assai di più la crisi economica mondiale e l’ineludibile dato di fatto del crescente spazio che si ritagliano sull’arena internazionale nuovi protagonisti, come la Cina, l’India e il Brasile; per non dire della crisi nucleare che ha come protagonista l’Iran e della Russia, il cui discutibile attivismo degli ultimi tempi attira preoccupata attenzione.
Colpisce, in questo contesto, che proprio Mosca abbia scelto di inviare al Palazzo di Vetro una delegazione di basso profilo, lasciando a casa sia il presidente Medvedev che il premier Putin. Al posto dei diarchi del Cremlino si presenterà a New York il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, già ambasciatore all’Onu: si cerca così di evitare eccessivi imbarazzi dopo il pesante trattamento riservato alla Georgia di Mikheil Saakashvili, che interverrà invece di persona.
Russi a parte, i grandi nomi ci saranno più o meno tutti. George W. Bush, per l’ultima volta; tra i principali leader europei Nicolas Sarkozy, Gordon Brown, José Luís Zapatero e Silvio Berlusconi, il cui intervento è previsto per venerdì, mentre già si sa che non si farà vedere Angela Merkel. Ci sarà invece il presidente serbo Boris Tadic, che tenterà di attirare l’attenzione sulla questione del Kosovo, ovviamente dal punto di vista di Belgrado che è quello dell’amputazione della propria sovranità territoriale.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Spicca l’assenza del venezuelano Hugo Chavez, rimasto a casa anche l’anno scorso dopo aver offeso Bush nel 2006 ironizzando sulla «puzza di zolfo» che sarebbe rimasto sul palco degli oratori dopo il suo intervento. Immancabile nel suo protagonismo provocatorio prenderà invece la parola il presidente dell’Iran Ahmadinejad, che negli ultimi giorni ha già ribadito che dei richiami dell’Agenzia atomica internazionale (che è un’emanazione dell’Onu) lui se ne fa un baffo: gruppi di iraniani all’estero hanno già inscenato una protesta a New York per ricordare che la Repubblica Islamica manda a morte perfino bambini. Ci sarà il cinese Hu Jintao, ancora fiero delle sue Olimpiadi e certamente sordo ai peraltro flebili richiami al rispetto dei diritti umani nel suo Paese e in particolare nella provincia del Tibet; mentre non ci sarà nessuno, come ormai accade da trent’anni nonostante i volenterosi tentativi di Taipei, a rappresentare i 23 milioni di cinesi di Taiwan, resi «invisibili» dalla sconfitta subita nella partita con Pechino per la rappresentanza all’Onu di un’entità che in verità non esiste dal 1949: l’«unica Cina» di cui parlano soltanto i diplomatici nel loro gergo astruso.
Tra gli osservati speciali non va dimenticato Asif Alì Zardari, presidente di quel Pakistan ormai al centro delle trame più esplosive (è il caso di dirlo) del mondo. Il vedovo di Benazir Bhutto, proiettato al potere dalla tragica scomparsa della moglie nello scorso dicembre, incontrerà separatamente tutti i grandi del pianeta da Bush in giù. Vedrà anche Hamid Karzai, presidente di quell’Afghanistan con cui condivide un confine che il riaccendersi della campagna di guerra talebano-qaidista ha reso uno dei più «caldi» della Terra. Proprio ieri gli afghani hanno proposto di sbloccare la questione degli sconfinamenti di aerei e truppe americane in Pakistan formando una forza congiunta a tre (afghano-pakistana e della coalizione) che operi a cavallo della frontiera, come fanno i terroristi.
E a proposito di Afghanistan, ieri il Consiglio di Sicurezza ha approvato all’unanimità una risoluzione preparata dall’Italia che prevede la proroga di un anno della missione militare internazionale Isaf, in risposta alla continua «minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale» che la situazione afghana rappresenta.
Roberto Fabbri
-----------------------------------------------------------
Palin: «Fermiamo Teheran, vuole distruggere il popolo ebraico»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Mahmoud Ahmadinejad «sogna di essere un agente nella soluzione finale, l’eliminazione del popolo ebraico».
L’accusa diretta al presidente iraniano arriva dalla candidata repubblicana alla vice presidenza Usa. Sarah Palin, però, non ha mai pronunciato a voce queste parole. Erano contenute nel discorso che avrebbe dovuto tenere ieri alla manifestazione di protesta contro la presenza di Ahmadinejad ai lavori dell’Assemblea Generale Onu. All’ultimo momento, per dissapori sorti con la democratica Hillary Clinton, al rally non hanno partecipato politici. A rivelare il contenuto del discorso è stato il sito dell’israeliano Haaretz. Per la vice di McCain, quello all’Onu è il debutto sulla scena internazionale e l’occasione per rafforzare la sua immagine. I democratici hanno molto ironizzato sul fatto che la governatrice dell’Alaska ha chiesto solo l’anno scorso per la prima volta il passaporto. I consiglieri di McCain le hanno preparato una serie di incontri a margine dei lavori, tra cui quello con il presidente afghano Karzai e con il georgiano Saakashvili. Nell’agenda anche il colloquio con Henry Kissinger, il grande vecchio della diplomazia repubblicana e il cantante filantropo Bono Vox.
-----------------------------------------------------------
Betancourt minacciata: «Non torno a Bogotà»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L’ex prigioniera è considerata dalle Farc un «ostaggio fuggitivo» e quindi un «obiettivo militare»
da Bogotà
La ex candidata presidenziale colombiana, Ingrid Betancourt, ha rivelato che non può rientrare per il momento in Colombia a causa di «motivi di sicurezza» e per avere avuto avvertimenti «specifici» da parte delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). In una lunga intervista a Radio Caracol, la Betancourt, rimasta ostaggio della guerriglia per oltre sei anni e mezzo e tornata in libertà il 2 luglio scorso, ha ammesso di avere «un problema di sicurezza ovvio che mi impedisce di tornare a Bogotà». In questo senso, ha aggiunto di avere una situazione complessa che «devo risolvere intelligentemente», senza «mettere in pericolo la mia vita e quella dei miei cari». Betancourt ha poi ricordato che le Farc considerano lei e gli altri 14 ostaggi, liberati con uno stratagemma, come «fuggitivi» e quindi come «obiettivi militari». Infine, ad una domanda del giornalista sulle minacce ricevute da parte delle Farc, ha risposto: «Sì, abbiamo avuto cose specifiche. È una situazione molto complicata».
Intanto, un leader delle Farc, Aicardo Agudelo, è stato ucciso nel corso di un bombardamento di aerei colombiani in una zona nel nordovest del Paese. Agudelo, alias El Paisa, era a capo del fronte 34 delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) che opera nei dipartimenti di Antioquia e Chocó. Il cadavere di Agudelo, 52 anni, è stato trasportato a Quibdó, la capitale de Chocó, mentre le autorità si stanno occupando di ispezionare la zona per verificare la quantità di basi ribelli presenti nell’area. Agudelo era stato condannato a 40 anni di carcere per aver ordinato nel 2003 l’omicidio del governatore di Antioquia, Guillermo Gaviria, dell’ex ministro della Difesa, Gilberto Echeverri, e di otto militari che erano in ostaggio delle Farc.
-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: Il "razzismo" di chi specula sui morti
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Oggi a Cernusco sul Naviglio si celebrano i funerali di Abdoul Guibrè, il ragazzo ucciso a sprangate una decina di giorni fa a Milano, e c’è da augurarsi che la cerimonia non sia occasione di altri incidenti, dopo quelli di sabato scorso scoppiati a Milano durante la manifestazione anti-razzismo. Soprattutto c’è da augurarsi che si mettano una mano sulla coscienza tutti coloro che, dal giorno dell’omicidio, stanno avvelenando il clima inventandosi un movente razzistico che non c’è; peggio, inventandosi una Milano razzista che non c’è.
Voglio essere chiaro: non sono fra coloro che ritengono il razzismo una balla propagandistica della sinistra o più in generale del politicamente corretto. L’intolleranza, a volte l’odio nei confronti del diverso, c’è. C’è perfino tra italiani di due paesi e anche quartieri confinanti: figuriamoci se non c’è nei confronti degli stranieri, e dei neri in particolari. Non sono neppure fra coloro che escludono del tutto le responsabilità di alcuni politici nel fomentare rancori verso chi viene da fuori: certe battute sui bingo-bongo e ancor di più certi comizi virulenti come alcuni sentiti nei giorni scorsi, scaldano le teste di chi in testa ha ben poco.
Però davvero non capisco come si possa, a più di una settimana di distanza, continuare a ignorare totalmente non solo le affermazioni della polizia ma anche quelle della magistratura, che hanno escluso il movente razzista. Domenica sul Corriere della Sera c’era una ricostruzione molto dettagliata e mi pare obiettiva dei fatti: la polizia ha trovato e sequestrato la mazza da baseball che gli amici di Abdoul impugnavano e brandivano contro i due commercianti-assassini, a loro volta armati di spranga; si è trattato di una rissa, scrive il Corriere, non di un agguato. Non c’è stato insomma un commando di milanesi emuli del Ku Klux Klan che intendevano punire e anzi ammazzare «uno sporco negro»; c’è stata una rissa scoppiata per futilissimi motivi, si era armati da tutte e due le parti, chi l’ha spuntata è gente con precedenti penali, è facile prevedere che sarebbe finita com’è finita anche se la vittima avesse avuto la pelle chiara. Questo non lo diciamo solo noi o il Corriere, lo dice anche il magistrato.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Eppure da giorni monta la versione del movente razzistico e fa impressione vedere - su Repubblica di ieri - un commentatore solitamente misurato come Mario Pirani scrivere che «il pubblico ministero Roberta Brera, nello stabilire che non c’entra nulla il razzismo nell’uccisione», deve essere stato «ispirato» dal vecchio detto meneghino «non sono io che sono razzista, è lui che è negro». Pirani si è spinto più in là, scrivendo che da questo detto è scaturito «il principio giurisprudenziale di diritto lombardo-veneto» che ha indotto il Pm a non contestare l’aggravante di razzismo. Non so di dove sia, Pirani: ma se ragionassi con il suo metro di giudizio direi che viene da un posto dove si respira un clima di razzismo anti-milanese, anti-lombardo e anti-veneto.
Quanta buona fede ci può essere in chi, pur di fronte all’evidenza dei fatti, continua a parlare di razzismo nell’omicidio di Abdoul? O nel regolamento di conti fra spacciatori nel Casertano? Forse che i casalesi non hanno mai accoppato dei bianchi, per gli stessi motivi di «concorrenza»?
Il razzismo è una brutta, bruttissima bestia. Però non è bello neanche speculare, per fini politici, su un povero morto; e aizzare un altro tipo di odio, non meno infame e pericoloso del razzismo.
-----------------------------------------------------------
Piloti, i nuovi "Signor No" che difendono privilegi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Hanno detto sempre no nel corso della trattativa per salvare Alitalia con la Cai, la cordata composta dai 16 imprenditori, che ha risposto alla chiamata di Silvio Berlusconi. Hanno detto no per non perdere i privilegi acquisiti in anni e anni di spartizione tra politica e sindacato di un'azienda che è stata sempre un bacino clientelare e di potere per tutti i partiti dell'arco costituzionale.
Oggi sul banco degli imputati ci sono loro: i piloti. Una casta, una corporazione che ha sempre ostacolato il cambiamento. Ed è normale. Guadagnano come poche categorie nel mondo del lavoro dipendente.
I dati ufficiali non esistono. Ma secondo Libero il giornale di Vittorio Feltri il comandante Fabio Berti, leader dell'Anpac, si è portato a casa 115.814 euro nel 2007.
Un bel bottino. Che aumenta se si tiene conto che in virtù di una tassazione particolare che applica il prelievo fiscale come i normali contribuenti solo a una fetta del salario. Molte voci come l'indennità di volo sono interessate solo per il 50% della cifra dalle forbici dell'erario. Un bel vantaggio. Sconosciuto e impossibile alla quasi totalità dei lavoratori dipendenti.
Ma, soldi a parte, in realtà i piloti sono assolutamente contrari a una qualunque forma di concessione ai 16 «capitani coraggiosi» della Cai perché, per anni, hanno rappresentato il vero motore decisionale delle scelte strategiche della compagnia di bandiera. Nessuna mossa o azione aziendale è stata possibile senza consultare le associazioni dei piloti. Un autentico potere di veto con il quale i dirigenti che si sono succeduti negli anni, e che non hanno brillato per saggezza gestionale certo, si sono dovuti confrontare e scendere a patti.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Ed è su questo punto che si è interrotta la trattativa con la Cai. Secondo fonti vicine alla cordata il no sostanziale all'ingresso dei salvatori di Alitalia sarebbe arrivato su un solo e unico punto: nessuna concessione ai piloti di sedere all'interno del consiglio di amministrazione e dettare linee di sviluppo per la nuova società.
Un problema insormontabile a cui gli imprenditori hanno cercato di rispondere con la proposta di una compartecipazione agli utili, un'aliquota pari al 6% dei profitti. L'offerta è stata rinviata al mittente. Segno che il vero problema era e resta la volontà di continuare a dettare le scelte di rilievo. Il pericolo di fallire insomma è passato in secondo piano per il sindacato autonomo che per anni ha rappresentato un contrappeso alla plancia di comando della compagnia di via della Magliana.
Sarà anche per questo che in tempi di vacche grasse abbiano ottenuto privilegi e vantaggi.
Così ad esempio i sindacalisti per svolgere il loro lavoro hanno la possibilità di volare meno dei loro colleghi. I piloti distaccati dell'Anpac hanno per norma espressa il divieto di volare più un certo numero di ore. Massimo sei giorni al mese sull'intercontinentale. Mentre gli stessi colleghi che non hanno incarichi sono costretti a stare alla cloche tra i 15 e i 18 giorni al mese. È il caso di Berti dell'Anpac. Mentre un maggior privilegio è concesso ai dirigenti sindacali che effettuano le rotte del medio raggio. Il numero due dell'Anpac devono volare solo 4 giorni al mese rispetto ai 19-20 giorni dei loro colleghi.
Privilegi sedimentati nel dna di una compagnia che è stata affossata da tutti. E nel rimpallo delle responsabilità i piloti non si sono tirati indietro nella ricerca dei colpevoli del disastro.
Il presidente dell'Anpac, Berti, ieri ha ricordato che «si sa bene che il problema di Alitalia non sono solo i piloti, ma ad esempio i 200 milioni di euro l'anno persi dal 2000 al 2008 per il collocamento di Malpensa senza regolare Linate, tutti gli sprechi, il fatto che Alitalia pagava i gestori aeroportuali cinque volte di più delle altre compagnie; si è scoperto che pagava un hangar che era utilizzato dalla Sea.
Invece qui si stanno cercando delle responsabilità su problemi di governance che non ci sono mai stati».
Il Tempo
-----------------------------------------------------------
Bongiorno: Separare le carriere è un atto di civiltà
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Sulla possibilità di arrivare a una riforma condivisa, la presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Bongiorno è ottimista.
Onorevole Bongiorno, come commenta l'intervento del presidente Anm, Palamara?
«Condivido la premessa del presidente Palamara sulla necessità indifferibile di riforme che abbiano come oggetto l'efficienza della giustizia.
Questa, del resto, è una battaglia che conduco da molti anni».
Cosa intende per efficienza, scusi?
«Non ho dubbi sulla necessità di porre come primo punto dell'agenda delle riforme lo snellimento dei tempi processuali, senza però ridurre le garanzie. Non vorrei che, presi dall'ansia di ridurre la durata dei processi, perdessimo parte dei processi stessi, come ad esempio il grado d'appello».
L'Associazione nazionale magistrati apre al dialogo ma critica quanto fatto, o detto, sinora.
«Prima di assumere un atteggiamento di chiusura occorrerebbe esaminare e discutere il testo. Il mio invito al presidente Palamara è quello di avere pazienza e aspettare i testi».
Il timore, ribadito ieri, è quello di una riforma costituzionale che indebolisca l'autonomia dei giudici. Timore fondato?
«Vorrei tranquillizzare i magistrati, sarei la prima ad oppormi a una riforma che sottometta la magistratura all'esecutivo. Le riforme si fanno per migliorare e rinnovare, non certamente per peggiorare».
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
L'Anm darà vita a delle assemblee aperte al personale amministrativo e alla stampa per far conoscere i disservizi ai cittadini, cosa ne pensa di questa iniziativa?
«Condivido qualsiasi tipo di iniziativa capace di mettere al centro dell'agenda politica la riforma della giustizia e in questo va dato merito al presidente Berlusconi di averla posta come priorità del governo, insieme al federalismo».
Un punto sul quale i magistrati sembrano non voler trattare è quello della separazione delle carriere, è davvero il male dei mali?
«Ritengo che la separazione delle carriere sia un segno di civiltà giuridica. Occorre chiarire che separare le carriere non significa sottomettere il Pubblico ministero all'Esecutivo, ma semplicemente garantire parità tra accusa e difesa».
Trovare un punto di incontro con l'Anm e dar vita a una riforma condivisa, resta ancora una missione impossibile?
«Magistrati e avvocati sono i protagonisti della giustizia, una riforma senza il loro contributo sarebbe destinata ad essere cancellata da maggioranze politiche diverse. Dobbiamo cominciare subito a rianimare il sistema giustizia con riforme condivise sull'efficienza. Riduciamo subito i tempi dei processi. Già questa sarebbe una vittoria condivisa».
Susanna Novelli
-----------------------------------------------------------
Guarda Totti in tv e uccide
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Una battuta interpretata male. Una banale divergenza mentre guardavano in tv il programma di Maria De Filippi «C'è posta per te», ospite il capitano della Roma, Francesco Totti.
È iniziato così il dramma dell'altra sera, a Torre De' Busi, paese al confine tra le province di Lecco e Bergamo, dove Lucia Cavalli, 35 anni, ha ucciso con una coltellata Salvatore Caliri, 33 anni, col quale da tempo aveva una relazione sentimentale travagliata, fatta di continui addii e ritorni.
La donna, che ora si trova nel carcere di Monza accusata di omicidio volontario, ha inizialmente tentato di simulare il suicidio dell'uomo (che aveva precedenti per rapina) e ha ripulito e riposto l'arma del delitto, un coltello da cucina. Solo a tarda notte ha confessato tutto ai Carabinieri della compagnia di Lecco.
L'allarme è scattato poco prima delle 23 di sabato. A lanciarlo è stato un vicino di casa della trentacinquenne, che lavora come operaia in una ditta di Airuno. La donna si era rivolta a lui per chiedere di chiamare un'ambulanza perché, diceva, un suo amico aveva tentato di togliersi la vita. Il vicino, che aveva visto Salvatore Caliri a terra, proprio all'ingresso dell'appartamento di Cavalli, ha invece chiamato il 113. Quando i militari della stazione di Calolzio e della radiomobile di Lecco sono arrivati sul posto, Caliri era già morto dissanguato. A quel punto sono scattate le indagini e i Carabinieri si sono resi conto che la versione iniziale della donna non stava in piedi.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Un interrogatorio serrato e Lucia è crollata. Ha raccontato che Salvatore Caliri era andato a trovarla. I due, che in passato avevano avuto una relazione e per qualche tempo avevano anche vissuto insieme, si vedevano ancora, ma il rapporto era combattuto e, soprattutto, fatto di continui litigi. Liti anche violente tanto che Lucia Cavalli, nel giro di pochi mesi, aveva presentato due querele ai Carabinieri per le percosse ricevute dal compagno.
Si trattava, secondo quanto ammesso dalla donna ai militari della Compagnia di Lecco, di diverbi che nascevano per futili motivi. Proprio come quello di sabato sera. I due, dopo cena, hanno iniziato a guardare «C'è posta per te». È arrivato il momento degli ospiti: il capitano Totti e la moglie parlavano di casa, famiglia e figli. Lucia ha fatto una battuta che ha scatenato l'ira di Salvatore che, sempre secondo la donna, l'avrebbe accusata di non essere adatta al matrimonio.
L'alterco è degenerato e la donna è andata in cucina a prendere un coltello. Poi ha intimato più volte all'ex compagno di andarsene, ma la lite è continuata anche davanti alla porta di casa. Ed è proprio lì che è partita la coltellata che ha ucciso l'uomo.
-----------------------------------------------------------
Iraq, violenze nel Paese: 9 morti tra cui 6 bambini
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Almeno nove persone sono morte nelle violenze odierne in Iraq, compresi cinque bambini uccisi dall’esplosione di una bomba artigianale mentre giocavano nel loro villaggio vicino a Mosul, nel nord del Paese. Lo hanno indicato fonti di sicurezza e testimoni.
«Cinque bambini sono stati uccisi e tre feriti da una bomba artigianale, esplosa mentre giocavano nel loro quartiere nel villaggio di Hammam al Ali», 20 chilometri a sud di Mosul, ha indicato un poliziotto locale, Mouqdem Mohammed. Un medico della clinica del villaggio, il dottor Mundhar Abdel Jabar, ha indicato di aver ricevuto i cinque corpi, e ha aggiunto che due dei tre feriti, in condizioni critiche, sono stati operati sul posto e quindi trasferiti all’ospedale di Mosul.
In mattinata, un attentato con un’autobomba ha ucciso tre civili iracheni e ne ha feriti altre sette nel centro di Baghdad, secondo fonti nell’ambito dei servizi di sicurezza. L’esplosione è avvenuta verso le 12 locali (le 11 italiane) a Karrada, un quartiere nel centro della capitale irachena: lo hanno riferito queste fonti vicine ai ministeri degli Interni e della Difesa, precisando che almeno una donna è stata uccisa. L’attentato ha incendiato un edificio residenziale e molti negozi nei dintorni, oltre a distruggere cinque automobili.
Karrada è situato sulla sponda opposta del Tigri rispetto alla «Zona Verde», il settore ultra-protetto dove si trovano numerose ambasciate e gli edifici governativi. D’altra parte a Baquba, 60 chilometri a nord di Baghdad, una bambina di tre anni è stata uccisa. La vittima è stata uccisa accidentalmente da poliziotti che hanno aperto il fuoco quando è esplosa una bomba al passaggio della loro pattuglia e ha investito il veicolo dove si trovava con la sua famiglia, hanno indicato testimoni.
-----------------------------------------------------------
Ghedini: dall'Anm atteggiamento di tipo sessantotesco che non fa onore alla Magi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il parlamentare del Popolo della Libertà e legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, sceglie Affaritaliani.it per ribattere alle ultime accuse dell'Anm al governo ('taglia risorse e impedisce miglioramenti'). Secondo l'esponente di Forza Italia-Pdl "l'Anm fa proclami di questo tipo soltanto quando al governo c'è il Centrodestra e Berlusconi è presidente del Consiglio. I problemi della Giustizia purtroppo esistono da molti anni e registro un loro totale silenzio e una felice condivisione, invece, dal 1996 al 2001 e dal 2006 al 2008, quando al governo c'era il Centrosinistra. Questo qualifica quindi qual è il loro sentire politico".
E ancora: "Vorrei ricordare che l'Anm è riuscita ad attaccare il governo perfino quando ha stanziato, giorni fa, svariate decine di milioni di euro per le sedi disagiate e per pagare molto di più i magistrati che vorranno andare nelle cosiddette sedi difficili, premiandoli sia con denaro sia con scatti di anzianità. Neppure questo è piaciuto, perché hanno detto che si creavano delle disuguaglianze, come se pagare di più e premiare chi vuol lavorare maggiormente fosse una colpa evidentemente della cattiva borghesia. Quando ci si pone con questo spirito è un po' difficile confrontarsi. Ma il ministro Alfano sta facendo un ottimo lavoro".
Perché queste uscite dell'Anm? "Sono esclusivamente di natura politica. Tant'è che stanno aggredendo e attaccando i provvedimenti del governo senza conoscerne i testi. Stanno dicendo che loro sono gli unici garanti e difensori della Costituzione senza neppure sapere quali saranno le reali intenzioni della maggioranza. Perciò a me pare di assoluta evidenzia che la loro sia una posizione squisitamente preconcetta. Addirittura, quando abbiamo proposto di rafforzare le possibilità di indagine della polizia giudiziaria - tesi condivisa anche da alcuni esponenti di Centrosinistra - senza ovviamente far venir meno le possibilità di indagine delle procure, ci hanno accusato di voler tornare a uno stato di polizia. Come se ci fosse una sfiducia generalizzata nei confronti delle forze dell'ordine. Questo è un atteggiamento di tipo sessantotesco che non fa onore alla Magistratura".
Ovvero? "Nel senso che è figlio del 1968 e cioè di quel tipo di Magistratura che era, non dico vicina... ma che guardava senza antipatia alle frange più estreme della sinistra e che invece riteneva che le forze dell'ordine fossero stataliste, un po' fasciste e contro il popolo operaio. Basta leggersi quello che scrivevano gli esponenti di Magistratura Democratica negli anni '70 contro la polizia. E vedere le sentenze che facevano in quegli anni sull'oltraggio al pubblico ufficiale. Non era mai oltraggio ma legittima critica".
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Come si fa a confrontarsi con questo clima? "Sono dispiaciuto che non ci sia volontà di dialogo, noi lo cercheremo sempre e comunque. Ritengo che abbiamo un'ottima Magistratura, di grandissimo livello, è che soltanto alcuni magistrati utilizzino il loro ruolo per fare politica. Penso che troveremo grandi consensi nella Magistratura per le nostre riforme. Speriamo di farle d'accordo con i magistrati... altrimenti pazienza. Le faremo lo stesso". Infine la separazione delle carriere, che "è certamente un punto di arrivo per la terzietà del giudice e una garanzia ulteriore per i cittadini. A questo ci arriveremo, è un punto importante".
Affari Italiani
-----------------------------------------------------------
Rai: Bonaiuti rilancia Petruccioli e dice no a Orlando
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria e portavoce del governo, spezza una lancia a favore della conferma di Claudio Petruccioli alla presidenza della Rai. In un’intervista andata in onda questa mattina su Rainews24, Bonaiuti ha infatti affermato. “Io su Petruccioli ho già dato il mio giudizio: personalmente lo ritengo una persona al di sopra delle parti, ha le caratteristiche giuste per questa carica”. Anche nel Pd molti sarebbero favorevoli a questa soluzione, e comunque non condividono quella prospettata negli ultimi giorni che prevede un accordo tra maggioranza e opposizione per portare al vertice dell’azienda di Viale Mazzini Pietro Calabrese, alla direzione generrale Stefano Parisi e alla presidenza della Commissione di Vilianza l’esponente dell’Italia dei valori Leoluca Orlando. Anche su questa candiatura Bonaiuti solleva una pesante riserva: “Non vedo il partito dell’Italia dei valori di Di Pietro nella veste di una forza politica di garanzia: sono perplesso”.
Sulla candidatura di Orlando interviene anche Walter Veltroni, per smentire l'esistenza di un patto tra Pd e maggioranza per la sua elezione al vertice della Vigilanza. Quanto all'ipotesi di una conferma di Petruccioli alla presidenza Rai, Veltroni assicura: "Se vi è la disponibilità del centrodestra per rieleggerlo a noi va bene".
Il Velino
-----------------------------------------------------------
Spagna, a poche ore dal decollo due piloti ubriachi si picchiano
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Nel centro città protagonisti del pugilato notturno indossavano uniformi di volo
MADRID - Due piloti della compagnia aerea spagnola Air Europa sono stati sospesi lunedì dopo che la polizia di Vigo, nel nord della Spagna, li ha sorpresi mentre, ubriachi, si picchiavano davanti a un albergo in piena notte, poche ore prima di prendere i comandi di un aereo passeggeri. La notizia è stata resa pubblica dal quotidiano galiziano «Faro de Vigo». Allertata dalla polizia locale, la direzione di Air Europa ha inviato un nuovo equipaggio ed ha sospeso i due, il comandante del volo Vigo-Madrid che avrebbe dovuto partire alle 7,30 questa mattina e il copilota.
IN RITARDO - L'aereo, con a bordo 120 passeggeri, è partito con oltre 3 ore di ritardo, alle 10,45.Un'inchiesta è stata aperta dalla compagnia. Secondo quanto riferisce il «Faro de Vigo», la polizia locale, chiamata a sedare una rissa verso le 2,30 del mattino in calle Garcia Barbon, nel centro città, è rimasta sorpresa nel vedere che i due protagonisti del pugilato notturno indossavano uniformi di piloti, per di più della stessa compagnia. Dopo essere stati separati, i due hanno detto di essere i piloti del volo 7311 di Air Europa per Madrid, ma hanno detto, a causa probabilmente delle loro condizioni, che l'aereo sarebbe partito solo a mezzogiorno. Una telefonata alla sede centrale della compagnia a Palma di Maiorca ha invece permesso di chiarire che i due avrebbero dovuto pilotare un aereo alle 7,30, meno di cinque ore dopo. Il comandante ha telefonato a sua volta alla sede della compagnia - che aveva già deciso di inviare due altri piloti a Vigo per il volo 7311 dopo la chiamata della polizia - alle 6,30 annunciando di avere digerito male la cena della sera precedente e di non essere in grado di pilotare l'aereo. La vicenda ha suscitato reazioni allarmate fra i lettori del quotidiano galiziano, molti dei quali sul sito internet del giornale chiedono l'introduzione di test obbligatori di controllo alcol/droga per i piloti prima di ogni volo. «Mi vengono i brividi: se la polizia non fosse intervenuta probabilmente avrebbero preso i comandi dell'aereo per Madrid» scrive un lettore, Julian. «E poi danno la colpa ai motori», aggiunge un altro, Rafa: «Penso ai 120 passeggeri. È pazzesco».
-----------------------------------------------------------
Affidano le auto all'abusivo, denunciati ventotto avvocati
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La polizia municipale «pizzica» i legali che avevano consegnato la vettura al parcheggiatore. Uno di essi gestiva anche una riffa
NAPOLI — Detto, fatto. E' l'accusa di favoreggiamento reale, ai sensi dell'articolo 379 del codice penale, quella che pende sul capo di 28 avvocati che hanno affidato le proprie vetture ad un parcheggiatore abusivo. Il generale Luigi Sementa, comandante dei vigili urbani di Napoli, aveva annunciato che sarebbe ricorso al codice penale per punire non solo i fischietti illegali, ma anche i loro clienti. E ieri ben 28 hanno confessato di ricorrere ai servigi degli abusivi — in pratica autoaccusandosi — pur di riavere le chiavi delle proprie automobili. I fatti si sono svolti fra via Aulisio e via Poggioreale, dove gli agenti della undicesima unità operativa hanno identificato e verbalizzato tre parcheggiatori abusivi — che sono stati denunciati ai sensi dell'articolo 650 del codice penale perché erano già stati diffidati a non svolgere attività in strada nel corso di precedenti operazioni. Durante l'intervento sono stati sequestrate le chiavi di 28 auto lasciate in custodia ai parcheggiatori che sono risultare essere, per la maggior parte, di proprietà di avvocati che frequentano la zona per recarsi in Tribunale. I proprietari delle autovetture si sono praticamente «autodenunciati » quando si sono presentati ai vigili per ritirare le chiavi sequestrate. Dunque nei loro confronti si configurano diversi addebiti, fra cui quelli di favoreggiamento reale (che si ha quando si assicura ad altri i proventi di una attività illecita). Intanto gli avvocati sono stati identificati ed invitati a rendere dichiarazioni spontanee, da cui è emerso che la maggior parte di loro aveva affidato l'auto ai parcheggiatori abusivi per poter andare a discutere cause al Palazzo di Giustizia. Uno dei parcheggiatori, per arrotondare, gestiva inoltre anche una riffa. La polizia municipale ha rinvenuto anche un «cartellone» da tombola, già in parte compilato con nominativi preceduti dal titolo di avvocato, detenuto da uno dei fischietti fermati. Ogni numero veniva venduto al costo di 10 euro. Infine personale del Nir, nell'ambito delle attività di controllo, in particolare nei quartieri del Vomero e di Fuorigrotta e nell'area di via D'Isernia, via Crispi e piazza Matteotti, ha elevato 210 verbali per infrazioni accertate al codice della strada, di cui 181 per varie modalità di sosta (dei quali 5 elevati nei confronti di taxi perché sorpresi in sosta nell'area a loro riservata, chiusi e fuori servizio), 4 per il mancato uso del casco protettivo nonché proceduto al ritiro di una patente per guida contromano. E' stato verbalizzato inoltre il titolare di una discoteca per mancanza di autorizzazione. Sul fronte della lotta ai parcheggiatori abusivi ne sono stati verbalizzati 8 nella zona compresa tra il Vomero e Fuorigrotta, e 3 nell'area di piazza Matteotti, via D'Isernia e via Crispi.
Anna Paola Merone
>>Da: AD@
Messaggio 2 della discussione
Speriamo che il comune non abbia sbagliato nemmeno una virgola, non dev'essere simpatico avere 28 avvocati contro.
-----------------------------------------------------------
Minorenne marocchino si pente e fa sgominare due bande criminali
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il giovane, costretto a spacciare e a rubare, fa scattate dieci misure cautelari nei confronti di due distinti gruppi
PALERMO - Stanco di subire le vessazioni dei suoi aguzzini, che lo costringevano a spacciare droga e a compiere furti in alcune ville e abitazioni del trapanese, un ragazzo marocchino di diciassette anni ha deciso di svelare tutto alla Polizia e a fare arrestare i componenti della banda criminale. È così scattata all'alba la rete della Squadra mobile di Trapani, diretta da Giuseppe Linares, culminata con l'esecuzione di dieci misure cautelari nei confronti di due distinti gruppi.
OPERAZIONE "OLIVER TWIST" - L'operazione è stata denominata "Oliver Twist", proprio come il protagonista del racconto di Dickens. L'inchiesta della Squadra Mobile di Trapani, coordinata dal Pm Delia Boschetto della Procura di Trapani, è scaturita dalle rivelazioni del ragazzino, R.W., diciassettenne, che avrebbe patito vicissitudini simili a quelle di Oliver Twist. Prima è stato abbandonato dal padre in Marocco poi, dopo essere rimasto orfano della madre nell'estate di un anno fa, appena un mese dopo averla raggiunta in provincia di Padova, il ragazzo era venuto a Trapani dove aveva trovato sistemazione presso alcuni parenti del compagno della madre: la famiglia Scalabrino-Adragna, nel quartiere Fontanelle Milo. Il minorenne, arrivato a Trapani, sarebbe stato «prima iniziato all'uso di droghe pesanti - come scrivono gli investigatori nella ricostruzione - e poi sfruttato in diverse occasioni per compiere reati di vario genere: dal trasporto di modiche quantità di eroina allo spaccio della stessa, alla commissione di furti in appartamento, fino a una rapina in una villetta di Valderice».
L'ASSISTENTE SOCIALE - A scoprire quanto stava accadendo è stata un'assistente sociale del Comune di Erice (Trapani), che si stava occupando del ragazzo da quando era arrivato da Padova, accertando in seguito il suo stato di tossicodipendenza. Così, il ragazzino è stato portato in un luogo segreto, dove ha iniziato a raccontare tutto sul traffico di droga e sui furti a cui era stato costretto. Ha fatto anche i nomi dei suoi aguzzini «oltre a circostanze utili - come si legge nel provvedimento - per riscontrare l'attendibilità delle sue dichiarazioni». È così stata scoperta «l'esistenza di una florida attività di spaccio di stupefacentì e permesso l'individuazione di alcuni dei furti descritti dal diciassettenne». Grazie alla sua collaborazione, il Questore di Trapani Giuseppe Gualtieri attiverà le pratiche per fargli avere un permesso si soggiorno speciale, previsto per chi collabora con la giustizia.
-----------------------------------------------------------
Moratti, ahi, ahi, ahi
>>Da: aquilanera
Messaggio 2 della discussione
Nuovi guai giudiziari in vista per l'Inter e per Massimo Moratti? Così sembra, visto che la Procura di Milano e la Guardia di Finanza stanno indagando sulla quotazione in borsa della Saras, l'aziena di famiglia dei Moratti.
Secondo la Procura milanese, lo sbarco in borsa del gigante petrolifero meneghino sarebbe avvenuto con numeri gonfiati con l'obiettivo di far aumentare il prezzo delle azioni e rastrellare sul mercato fondi necessari ad appianare i debiti (circa 500 milioni di euro) contratti da un ramo della famiglia verso una serie di istituti di credito, tra cui Banca Intesa.
Sulla base di alcune e-mail al vaglio della Guardia di Finanza, pare proprio che 'il ramo della famiglia' in questione sia quello che fa capo a Massimo Moratti e alla gestione dell'Inter. Insomma il massimo dirigente nerazzurro per la sua 'munifica' campagna di rafforzamento della squadra negli ultimi anni ha costretto la Saras a una serie di 'sacrifici' finanziari che avrebbero messo in crisi l'azienda, costretta a trovare un escamotage per appianare i debiti.
D'altronde quando si ha a libro paga un allenatore come Mancini che guadagna un bel pò di milioni di euro all'anno per starsene a spasso, senza contare i contratti faraonici firmati nel corso degli anni con giocatori che non sempre hanno dimostrato sul campo il loro valore, parlare di 'gestione non proprio oculata' è solo un eufemismo...
da Redazione RealSports
>>Da: GORGON
Messaggio 2 della discussione
Per me un uomo che fa tutti quei debiti per una squadra di calcio è patetico.
-----------------------------------------------------------
Altri morti a scuola
>>Da: annina
Messaggio 8 della discussione
Finlandia, studente apre il fuoco nella sua scuola: si teme che le vittime siano molte
Il killer si è asserragliato nell'edificio, sparando all'impazzata. Poi si sarebbe ucciso.
Ci sarebbero molte vittime nella vocational school di Kauhajoki, in Finlandia, dove uno studente di 22 anni dell'istituto, armato di fucile secondo l'Adnkronos, ha aperto il fuoco contro i circa 200 ragazzi e insegnanti. Secondo la polizia dopo la strage il killer si sarebbe suicidato. La notizia è stata confermata dal sindaco di Kauhajoki, Antti Rantakokko. La "Palvelualojen Oppilaitos" è una scuola ad indirizzo economico per ragazzi dai 16 ai 21 anni. La televisione locale Yle riporta sul suo sito internet la testimonianza di un dipendente del college, secondo cui nella sparatoria sono state colpite molte persone. La polizia ritiene che ci possano essere numerosi morti, ma non è stato fornito un bilancio.
SU YOUTUBE - L'emittente Yle riporta che su YouTube è stato pubblicato alcuni giorni fa un video che ritrae un giovane di Kauhajoki mentre si esercita sparando contro un bersaglio. La città si trova nella parte occidentale del Paese.
>>Da: Nando179764
Messaggio 2 della discussione
non c'è più da stupirci se succedono queste cose. ormai la droga la fa da padrone nei cervelli di tante persone. specialmente nei giovani.
>>Da: mariella
Messaggio 3 della discussione
Ti quoto Nando. E non dimentichiamoci anche il fenomeno dell'emulazione.
Stiamo toccando veramente il fondo.
>>Da: MARCY1078
Messaggio 4 della discussione
La morte ormai è vissuta come un gioco.
Pazzesco.
>>Da: Fiorella
Messaggio 5 della discussione
Terribile!
>>Da: AD@
Messaggio 6 della discussione
Ma si trovano nei distributori assieme alle merende queste pistole?
>>Da: Nando179764
Messaggio 7 della discussione
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.
-----------------------------------------------------------
Melanzane sott'olio
>>Da: annina
Messaggio 3 della discussione
Quantità a vostro piacere. Sbucciare le melanzane e tagliarle a fette di circa 1 cm. anche meno. prendete una padella larga antiaderente mettettela sul fuoco e fate dorare le fette da ambo le parti e mettettele in un piatto mano mano che cuocete. IMPORTANTE, dorare senza olio mi raccomando.
Ora preparate 2 ciotole,in una mettete aceto di vino rosso nell'altra olio extra vergine di oliva,aglio a pezzettini,peperoncino sbriciolato, sale fino
e origano, mescolate con una forchetta.Ora prendete una 3° ciotola e proseguite cosi':
Un pò per volta bagnate le fette nell'aceto, strizzatele pochissimo e fatte uno strato nella ciotola dove avrete messo col cucchiaio un pò dell'emulsione preparata e proseguite a strati fino a esaurimento degli ingredienti. In frigo durano 3/4 giorni.
>>Da: annina
Messaggio 2 della discussione
DEVO RETTIFFICARE: per le melanzane sott'olio l'aceto è bianco!
Scusate.
>>Da: buonalanutella
Messaggio 3 della discussione
Le devo provare, le devo provare, le devo provareeeee.
-----------------------------------------------------------
Una storiella molto divertente
>>Da: annina
Messaggio 1 della discussione
Un giorno tre amici partirono per una escursione, e all'improvviso si trovarono davanti a un grande torrente impetuoso.
Dovevano assolutamente passare dall'altra parte ma non avevano nessun'idea di come attraversarlo.
Uno dei tre si mise allora a pregare:
"Ti prego, mio Dio, dammi la forza di attraversare il torrente".
E PUF! Dio gli donò due braccia robuste e due gambe potenti così che fu capace di attraversare il torrente a nuoto in due ore, ma per due volte fu sul punto di annegare.
Vedendo ciò, il secondo amico anche lui pregò Dio:
"Ti Prego, Signore, dammi la forza ... e i mezzi per attraversare il torrente".
PUF! Dio gli diede una scialuppa e dei remi con cui poté attraversare il torrente in un'ora, ma per due volte fu sul punto di capovolgersi.
Il terzo compagno, forte delle esperienze degli altri due, decise anche lui di rivolgersi a Dio:
"Ti prego, o Dio, dammi la forza, i mezzi .... e l'intelligenza per attraversare il torrente".
PUF! Dio lo tramutò in donna.
Lei verificò la cartina, camminò per circa 200 metri a monte e ... attraversò il ruscello passando sul... ponte.
-----------------------------------------------------------
Più bidelli che carabinieri
>>Da: Adolfo
Messaggio 8 della discussione
167.000 bidelli, 2,2 per classe.
Un insegnante ogni 11 alunni, in Inghilterra ne hanno uno ogni 20, la media europea è uno ogni 16. E a porta a porta ieri c'era il sindacalista della cgil (sempre loro) che pontificava, che si arrampicava sui vetri per difendere questo stato di cose, che zittiva la Gelmini quasi il ministro fosse lui. Ma dove cavolo vogliamo andare in Italia con queste testine? Strano che nessuno parli mai di armonizzazione con i parametri europei su questi temi, solo quando si tratta di aumentare le tasse tirano fuori la magica frase "bisogna armonizzarsi all'Europa.
Ps.Per curiosità : il numero dei bidelli supera quello dei carabinieri, 167.000 contro 118.000.
A.
>>Da: Mirko
Messaggio 2 della discussione
Licenziarli, devono licenziarli.
Mirko
>>Da: buonalanutella
Messaggio 3 della discussione
Mirko vuoi far scoppiare la rivoluzione? Vuoi vedere le solite scene di gente che si spoglia in mutande, o che minaccia di buttarsi dal cornicione, che occupa le scuole, che si cosparge di gasolio (senza però mai darsi fuoco)?
>>Da: Nando179764
Messaggio 4 della discussione
questi sindacalisti marchiati falce e martello, avranno sempre vita facile finchè avranno il sostegno di operai fanulloni che prendono lo stipendio, lavorando solo per contare quanto manca a fine mese.
>>Da: MARCY1078
Messaggio 5 della discussione
Sinceramente nutro qualche dubbio sul rapporto, ma potrebbe essere.
Il problema secondo me è che le mansioni dei bidelli sono minime e si spendono soldi per appaltare a ditte esterne certi servizi che potrebbero fare benissimo loro.
>>Da: francymarte
Messaggio 6 della discussione
Io un idea l'avrei. Questi bidelli, ovviamente raccomandati dalle corporazione (leggi sindacati) di sinistra, perch non ha senso un numero cosi' vasto, dovrebbero essere presi in carico dagli stessi sindacati e pagarli loro. Cosi' i vari segretari che non fanno un ciufolo e guadagnano fior di soldoni possono dividere con loro la diaria mensile. Ma forse per Epifani e' meglio che la dividiamo noi con i bidelli e non lui.
>>Da: LAURA39398
Messaggio 7 della discussione
Francy: letto, approvato e sottoscritto. Laura
-----------------------------------------------------------
Padova : multato in bici elettrica senza casco e patente
>>Da: Fiorella
Messaggio 3 della discussione
PADOVA - Un padovano è stato multato tre volte in pochi giorni, per un totale di 1.395 euro, perché trovato a viaggiare con una bicicletta elettrica senza assicurazione, senza patente e senza casco.
Quel mezzo, per i vigili urbani che hanno fermato e sanzionato Adriano Ciotti, 47 anni, non sarebbe una semplice bici a pedalata assistita ma un vero ciclomotore poiché è dotato di manopola per accelerare.
L'uomo, che si è rivolto a un legale, ha trovato appoggio e comprensione nel rivenditore del mezzo che, come indica il Mattino di Padova, ha confermato di aver commercializzato una bicicletta a pedalata assistita.
"Se si aziona l'acceleratore - spiega il commerciante - non parte, ha bisogno dell'impulso della pedalata". Mentre i vigili rimangono fermi sulla loro tesi e sostengono di "aver applicato il codice", dalla loro parte si schiera anche il comitato veicoli elettrici (Cives), secondo il quale "servono sanzioni contro chi produce motorini travestiti da biciclette". Del caso il Comune di Padova intende investire la Motorizzazione.
Che ne pensate?
Io farei prendere la patente anche a quelli che usano la bici "normale".
>>Da: Adriana
Messaggio 2 della discussione
Io farei costruire più piste ciclabili, così il problema non si porrebbe.
>>Da: AD@
Messaggio 3 della discussione
Ce l'ha anche mia cognata, è una bicicletta normale. Si va a 40 km/h massimo, a batteria a pieno regime quindi per poco, ma allora pure i ciclisti (con la bici da corsa) che fanno i 50 km/h hanno bisogno dell'assicurazione e della patente (il casco di solito lo hanno, anche se non è obbligatorio).
Mi pare una stupidata, non c'è nessuna legge che lo definisce un motorino.
-----------------------------------------------------------
Movida violenta, aggressione tra la folla in via Carducci. Arrestati tre giovani
>>Da: AD@
Messaggio 5 della discussione
Sentite questa:
Movida violenta, aggressione tra la folla in via Carducci. Arrestati tre giovani incensurati
Pestato a sangue da quattro giovani per essersi appoggiato al loro fuoristrada mentre camminava, con una bottiglia in mano, a via Carducci, nel quartiere Chiaia. Austin Connel Smith, 26 anni, turista americano dell’Illinois, è ricoverato in prognosi riservata al Loreto Mare. È accaduto alle due della notte tra venerdì e sabato. Tre dei responsabili sono poi stati bloccati dalla polizia: sono due ventitreenni di Poggioreale e un trentaquattrenne di Secondigliano, tutti incensurati. Sono stati identificati grazie alla testimonianza di un medico cremonese, G.A., che ha prestato i primi soccorsi al turista e lo ha accompagnato in ospedale. Qui il medico ha notato due degli aggressori, che avevano raggiunto lo stesso pronto soccorso per farsi medicare.
Spero in una bella denuncia per tentato omicidio.
-----------------------------------------------------------
Cellulari, allarme per i bambini " più rischi di cancro al cervello "
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
Studio svedese sull'Independent: i piccoli vulnerabili alle onde radio perché cervelli e sistemi nervosi sono in fase di sviluppo
In GB il 40% dei bambini che va alle elementari ha un telefonino
ROMA - Bambini e teen-agers che usano il telefonino rischiano cinque volte più degli adulti di contrarre un cancro al cervello. Lo sostiene un nuovo studio svedese, secondo il quale si teme che le giovani generazioni potrebbero in futuro essere vittima di una epidemia di tumori al cervello.
Finora i dati sui più giovani sono stati omessi da una mega-ricerca britannica da oltre tre milioni di sterline (quasi quattro milioni di euro) sul rischio di ammalarsi di cancro usando il telefonino. Anche se il programma di ricerca delle telecomunicazioni mobili e sulla salute (mthr) della Gran Bretagna ammette che l'argomento è della "massima importanza", scrive oggi The Independent che riporta la notizia.
Il governo di Londra ha raccomandato di ridurre l'uso dei telefonini da parte dei più piccoli, ma finora non è stato fatto molto per scoraggiare la cattiva abitudine, aggiunge il quotidiano britannico. Almeno nove ragazzini britannici 16 enni su dieci possiedono un cellulare e lo stesso vale per il 40% dei bambini che vanno alle elementari.
La settimana scorsa il parlamento europeo ha chiesto ai ministri europei di limitare l'esposizione alle radiazioni dei telefonini, dei cordless, del wi-fi e di altri apparecchi, in particolare perché i bambini sono particolarmente vulnerabili a queste onde elettromagnetiche. I loro cervelli e sistemi nervosi, infatti, sono ancora in fase di sviluppo (la loro testa è più piccola e i loro crani più sottili) e pertanto le radiazioni penetrano maggiormente nei loro cervelli.
La ricerca svedese riportata dal quotidiano britannico è stata presentata questo mese alla prima conferenza internazionale sui cellulari e la salute. Proviene dalle analisi dei dati di uno dei maggiori studi effettuati per dimostrare che le radiazioni provocano il cancro, guidato dal professore Lennart Hardell, dell'ospedale universitario di Orebro, Svezia. "Chi ha cominciato a usare il telefonino prima dei vent'anni" è cinque volte più a rischio di glioma, un tumore del tessuto nervoso che può colpire la massa cerebrale, ha affermato Hardell.
-----------------------------------------------------------
Cervello, irrompono gli odori così "profumano" i nostri sogni
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
Ricerca tedesca: se nella camera da letto ci sono essenze piacevoli si riposa meglio e si sognano cose positive, cattivi odori provocano incubi
ROMA - Non sono solo una cena pesante o qualche preoccupazione a decretare la rovina di una buona notte di sonno. Anche gli odori giocano un ruolo importante: così, se la stanza da letto profuma o il cuscino è cosparso di essenze piacevoli abbandonarsi tra le braccia di Morfeo diventa un gioco da ragazzi. Se, invece, si tenta di addormentarsi fra odori spiacevoli gli incubi sono praticamente assicurati.
A scoprire il legame tra olfatto e sonno è stato uno scienziato tedesco, Boris Stuck, del policlinico ospedaliero di Mannheim. Fragranze aromatiche e delicate, come il profumo di rosa, regalano sogni belli, mentre odori sgradevoli condannano a sogni agitati e negativi, sostiene il ricercatore, che ha svelato per la prima volta questo legame oggi al Meeting Annuale dell'Accademia Americana di Otolaringologia - Head and Neck Surgery Foundation - in corso a Chicago.
Stuck e colleghi hanno coinvolto nell'esperimento un gruppo di persone e hanno profumato le loro stanze da letto, notte dopo notte, con aromi diversi o con cattivi odori. Al mattino hanno chiesto ai partecipanti di raccontare i loro sogni e connotarli dal punto di vista emotivo come negativi o positivi. E qui è emersa con chiarezza la stretta correlazione: i sogni erano descritti come positivi quando i soggetti avevano dormito immersi in un aroma gradevole come quello dei petali di rosa, cattivi invece quando nel sonno respiravano odori come quello di uova marce.
Secondo gli autori, questo potrebbe portare in futuro all'ideazione di interventi terapeutici basati sulla stimolazione olfattiva notturna per combattere i disturbi del sonno.
Quasi quasi stasera ci provo.
-----------------------------------------------------------
Arriva il batterio invincibile è la sconfitta degli antibiotici
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
L'allarme degli scienziati su Lancet: la medicina rischia di tornare indietro
Più si usano i farmaci, più diminuisce l'efficacia e si sviluppano ceppi resistenti
GLI antibiotici hanno cambiato il mondo. "Ma ora rischiamo di tornare a un mondo senza antibiotici" mette in guardia oggi un editoriale del British Medical Journal. Non che i farmaci stiano sparendo dagli scaffali, anzi. In Italia ogni persona ne consuma più di due confezioni ogni anno. Ma la rapidità con cui i batteri riescono a sopravvivere ai nostri medicinali è molto superiore al ritmo con cui le aziende farmaceutiche mettono a punto nuove armi. Proprio al 1998 risale il primo appello dell'Organizzazione mondiale della sanità per un uso responsabile di questi farmaci.
Dieci anni più tardi, la corsa fra camici bianchi e bacilli vede i secondi marciare a velocità superiori. "I maggiori successi della medicina moderna rischiano di venire meno. Senza l'efficacia degli antibiotici, interventi chirurgici, trapianti di organi e chemioterapia contro i tumori sarebbero impensabili" sottolinea Otto Cars, il professore dell'università di Uppsala che da una vita si occupa di antibiotico-resistenza.
L'erosione è lenta, e per questo passa inosservata. Ma ogni volta che si usa un antibiotico, alcuni batteri sopravvivono al trattamento. Il ceppo resistente si moltiplica e si rafforza in base al principio della selezione naturale. La prossima volta che l'antibiotico verrà usato per cancellare un'infezione, avrà lo stesso effetto dell'acqua fredda. Davanti al fallimento di un farmaco, l'unica strada è cercarne uno alternativo.
"Ma l'uso e l'abuso degli antibiotici - spiega Cars - coincide con un rallentamento nello sviluppo di nuove medicine". Tra il 1930 e il 1969, più di una dozzina di nuove classi di antibiotici sono entrate in produzione. Ma dal 1970 a oggi sono state individuate solo due nuove classi. E se si vanno a contare le singole etichette approvate dal sistema sanitario americano, dalle 16 del quinquennio 1983-87 si è passati alle 7 di quello 1998-2002.
Il principe dei batteri corazzati di fronte agli antibiotici, nel frattempo, viene segnalato sempre più frequentemente negli ospedali. Lo stafilococco aureo resistente alla meticillina (Mrsa) provoca vari tipi di infezioni, fra cui una grave forma di polmonite. Mentre nel 1989 i ceppi di stafilococco aureo sensibili agli antibiotici rappresentavano il 99 per cento fra tutti quelli isolati, nel 2002 ben un'infezione su due era causata invece da ceppi resistenti ai farmaci, e respingeva al mittente anche gli attacchi più veementi lanciati dai camici bianchi. I decessi negli ospedali britannici in cui Mrsa è menzionato nella cartella clinica sono passati dai 50 del 1993 a un impressionante 1600 del 2006.
I notiziari delle industrie farmaceutiche raccontano di esperimenti in corso per ricavare nuove classi di antibiotici dai bachi da seta, miele, e perfino sangue di coccodrillo. Ma nessuna di queste strade sta mantenendo le promesse. "Prendiamo le 15 aziende più grandi del mondo" prosegue Cars. "Solo l'1,6 per cento dei nuovi medicinali in via di sviluppo appartiene alla categoria degli antibiotici". Con due miliardi di passeggeri che gli aerei trasportano ogni anno attraverso il globo e la distribuzione mondiale dei cibi, poi, i batteri super-resistenti non conoscono più frontiere. E sapere che il dato del 70 per cento delle infezioni neonatali diventate insensibili ai farmaci provi
-----------------------------------------------------------
Gustav Mahler - 5th symphony - 1 movement (Part 1)
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=d7cwbGBFyEQ
-----------------------------------------------------------
Sergei Rachmaninov piano concerto No 2
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=WkvFZpOhFjA&feature=related
-----------------------------------------------------------
Beethoven piano concerto 3, mvt 1 (1of2) - Brendel, Abbado
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=At-dDw7sZRg
-----------------------------------------------------------
Tchaikovsky - Waltz of the Flowers by BPO
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=QK3ELt0zPLg&feature=related
-----------------------------------------------------------
Tchaikovsky Concerto No. 1 (1st Mvmt.) - David Fung
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=Yk-D5VtfzEA&feature=related
-----------------------------------------------------------
Aires gitanos - Anne-Sophie Mutter
>>Da: AD@
Messaggio 1 della discussione
http://it.youtube.com/watch?v=3I3R1H6qujE
-----------------------------------------------------------
Siete tutti invitati alla festa della libertà qui a Milano
>>Da: LAURA39398
Messaggio 6 della discussione
Si terrà dal 2 al 5 ottobre al Lido di Milano, in piazzale Lotto. inserire l'allegato è quasi impossibile, è molto pesante. Vi invito a scaricarlo dal sito del cittadino, dove l'ho inserito da poco: http://www.forzaitalia-milano.it/upload/ppjxkw453bzzsa55iivzuc55200809231732Invito%20A5%202008.pdf E chi non festeggia con noi, peste lo colga Scherzo, ovviamente, ma sarebbe un'ottima occasione per incontrarci. Ora vado a lavorà, devo inviarla a tutti gli iscritti di Forza Italia di Milano Laura
-----------------------------------------------------------
Rogo nelle acciaierie Falk: muore ragazzino rom
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Un incendio è divampato ieri in tarda notte all’interno dell’area dismessa delle ex acciaierie Falk alla periferia nord di Milano. Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe di un rom di 12 anni che viveva con la famiglia nell’edificio dismesso, dove trovano rifugio parecchi zingari
Milano - Un incendio è divampato ieri in tarda notte all’interno dell’area dismessa delle ex acciaierie Falk nel Comune di Sesto San Giovanni, alla periferia nord di Milano, e un giovane ha perso la vita. Il corpo del ragazzo è stato trovato completamente carbonizzato dai vigili del fuoco, che sono intervenuti intorno alla mezzanotte. Secondo le prime indiscrezioni, si tratterebbe di un rom di 12 anni che viveva con la famiglia nell’edificio dismesso, dove trovano rifugio parecchi nomadi. Sulle cause dell’incidente stanno indagando i carabinieri di Sesto San Giovanni.
-----------------------------------------------------------
Latte cinese, è allarme. Ecco come difendersi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Dopo l’intossicazione di oltre 50mila bambini nel Paese asiatico, scattano i controlli sui prodotti made in China. Introdotto un nuovo bollino di qualità. Ritirati dal mercato sei quintali di biscotti
Milano - Controlli a tappeto, sequestri, bollino di qualità sulle merci importate. Una rete di protezione a tutto campo è stata messa a punto dall’Italia per evitare che il latte cinese contaminato alla melamina che ha provocato la morte di 4 neonati e intossicato 50mila bambini, possa lambire le nostre tavole. I timori ci sono. Basta girare in un supermercato per accorgersi che le mamme controllano con attenzione gli ingredienti di merendine e biscotti. E se le nostre autorità garantiscono che i prodotti del latte in Italia «sono assolutamente sicuri perché da anni ne è vietata l’importazione dalla Cina» resta il rischio delle importazioni illegali e anche di quelle dei prodotti esteri dove, in effetti, la sicurezza sulla provenienza dei derivati del latte non è assoluta. Un timore che traspare dalle parole del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. «Chiederò - spiega - che anche l’ Europa si adegui ai controlli e alle misure previste dall’Italia per prevenire possibili triangolazioni di prodotti dalla Cina, importati da Paesi terzi».
I SEQUESTRI
Prevenzione, dunque, ma anche controlli a tappeto e sequestri. Mille carabinieri sono già al lavoro in tutta Italia per ispezionare i negozi alimentari cinesi ed etnici e anche i distributori che forniscono i ristoranti cinesi. Ieri i primi risultati: un centinaio di confezioni di prodotti di latte e yogurt cinesi sequestrato in due negozi a Milano, sei quintali di biscotti in negozi a Firenze. Si attendono ora i risultati delle analisi chimiche per accertare l’eventuale presenza di melamina.
TEMPI DURI PER LA CINA
I controlli rafforzati non si fermano al dettaglio. Nel mirino anche i container provenienti dalla Cina, i pacchi postali e persino i bagagli dei passeggeri. Le ispezioni effettuate a tappeto non saranno temporanee. «Oggi - ha avvertito Martini - la Cina è un Paese a forte rischio per quanto riguarda varie tipologie di merci, dal momento che non attua una serie di controlli che sono invece previsti in Europa».
CERTIFICATO DOC
Gli importatori di merci cinesi sono avvertiti. Per loro è stata messa a punto anche una nuova certificazione. È una sorta di bollino di qualità che serve a garantire l’assenza negli alimenti di latte e derivati del latte di origine cinese. «I prodotti - ha spiegato Martini - saranno bloccati alla dogana fino al completamento dei controlli; il tempo massimo di permanenza sarà di 60 giorni, dopo di che la merce verrà distrutta. La stessa cosa accadrà se gli alimenti analizzati risulteranno contenere latte cinese». La certificazione riguarderà integratori alimentari, bevande ai cereali, salse piccanti di soia, biscotti e dolci, alimenti dietetici, caramelle, cioccolato, zuppe e lieviti. Scelta doverosa - denuncia Coldiretti - quasi la metà dei reati di frode e sofisticazione alimentare commessi da stranieri riguarda titolari di esercizi di nazionalità cinese.
Enza Cusmai
-----------------------------------------------------------
Dalla Sars ai giocattoli al piombo: l'ultimo dono dal paradiso comunista
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Di che immagine andiamo parlando? L’immagine della Cina è peggiorata solo per chi non aveva nessuna immagine della Cina. L’immagine è sempre quella: il singolo che finisce schiantato sull’altare di una collettività inafferrabile, e nel caso stiamo parlando di decine di migliaia di bambini che sono stati lasciati intossicare o morire per non disturbare le Olimpiadi. È una qualsiasi storia cinese, è uno dei milioni di orrori infrattati in quell’inferno della Storia che assomma il peggio del comunismo e del capitalismo. La differenza è che si parla di bambini e noi occidentali diveniamo ipersensibili, cominciamo a chiederci quanto la Cina sia effettivamente lontana, e un’altra differenza è che la faccenda riguarda le Olimpiadi, e noi purtroppo c’eravamo. Ecco perché la storia è lentamente scivolata sulle pagine dei giornali di tutto il mondo.
In realtà era almeno dal 2005 che le aziende casearie cinesi sofisticavano il latte aggiungendo quella melamina che all’apparenza lo rendeva più proteico: una sorta di doping. Parliamo dello stesso latte per l’infanzia che i non aggiornatissimi pediatri cinesi hanno prescritto per anni a famiglie che vedevano tuttavia languire i loro bambini: il fegato bloccato, le ossa deboli, dolorosissimi calcoli renali, i sintomi più vari e preoccupanti. Poi la storia cinese entra nel vivo. Il 2 agosto scorso il sindaco di una città del Nord-Ovest, a 300 chilometri da Pechino, lesse un rapporto dove si spiegava che le aziende che sofisticavano il latte erano ben 22. Il disastro era prossimo e c’era da muoversi subito: e infatti chiusero il rapporto immediatamente in un cassetto. Nulla doveva oscurare la sfavillante macchina olimpica che il regime oliava da anni. Oltretutto una delle aziende, la Yili, sponsorizzava alla grande proprio le Olimpiadi, e morale: il sindaco ha tirato fuori il rapporto solo il 4 settembre, e il capo dell’Authority che vigila sulla qualità del cibo in Cina (ne esisterebbe una) non ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità sino all’11 settembre: le Olimpiadi erano finite da abbastanza tempo. Diversi bambini, intanto, erano già morti, e decine di migliaia intossicati.
-----------------------------------------------------------
Giustizia, resta impunita la violenza degli ultrà
>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione
Solo quattro mesi a uno dei tifosi che "rubarono" il treno Napoli-Roma. Fermato durante gli incidenti picchiò gli agenti.
Nelle aule di tribunali campeggia una scritta: «La legge è uguale per tutti». Affermazione più o meno veritiera, ma si potrebbe dire lo stesso per la giustizia? Lunedì scorso si è tenuto il processo a carico degli unici due ultrà incriminati (su decine di fermati) per le violenze commesse nel corso della sommossa che il 31 agosto mise sottosopra la stazione Termini di Roma e demolì il convoglio ferroviario (500mila euri di danni) «sequestrato» per la trasferta della tifoseria napoletana. Il primo a essere giudicato è stato Danilo Durevole: se l'è cavata con una condanna a quattro mesi e 10 giorni di reclusione con sospensione condizionale della pena e a una ammenda di 800 euri. In pratica, libero.
La legge, c'è da metterci la mano sul fuoco, è stata fatta salva. Gli articoli del codice debitamente consultati, interpretati e applicati. Ma la giustizia? Insieme ai suoi compagni tifosi, Danilo Durevole è quello che in pratica sequestrò un treno, buttandovi fuori 300 passeggeri con regolare biglietto. Che con quel treno, e non prima d'averlo, sempre insieme ai compagni tifosi, ben ben fracassato, giunse a Roma. Laddove, sempre in comitiva, con un mezzo pubblico (uno dei 39 messi a disposizione, 20 dei quali finiti, a martellate, fuori uso. Distrutti) raggiunse l'Olimpico approfittando del percorso cittadino per far esplodere - non si sa chi, ma si esclude sia stato il conducente - numero quarantuno bombe carta.
-----------------------------------------------------------
Alitalia, Berlusconi cerca la mediazione
>>Da: andreavisconti
Messaggio 17 della discussione
Nuovo incontro a Palazzo Chigi tra Colaninno, Sabelli e Gianni Letta. Ronchi: "Disposti a superare gli ostacoli". Veltroni scrive al premier: "Ci sono tre strade per uscire dall'impasse". Lufthansa non smentisce l'interesse per il mercato italiano.
Milano - L'Italia deve avere e avrà una compagnia di bandiera. Silvio Berlusconi mostra ottimismo e spiega di non aver cambiato idea: "Resto convinto - dice - che si debba trovare una soluzione". E la soluzione è salvare Alitalia e la sua italianità. Parole che confermano la linea di sempre ma che possono anche essere lette come una risposta agli interrogativi che si sono fatti di nuovo insistenti sul ruolo del partner internazionale. Soprattutto dopo che è trapelata una nuova ipotesi: quella dell'ingresso di un attore straniero direttamente in Cai, pur sempre con una quota di minoranza. In campo, nonostante le prese di distanza ufficiali, le due ipotesi di sempre: Air France e Lufthansa.
Walter Veltroni ieri è sceso in campo per esortare il governo a prendere l’iniziativa, dopo il no di Cgil e sindacati autonomi. Anche perché i tempi stringono: il presidente dell’Enac, Vito Riggio, ha ribadito che o il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, presenta entro giovedì un piano di emergenza oppure la licenza per l’aviolinea sarà sospesa. Il governo tenta una mediazione fra Compagnia aerea italiana e i sindacati che hanno detto no al piano Fenice.
Cai a Palazzo Chigi Nuovo incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e i vertici di Cai. Dopo l'incontro di ieri Colaninno e Sabelli sono stati ricevuti di nuovo questa mattina per circa un’ora a Palazzo Chigi. L’incontro ha portato a ulteriori "passi avanti", spiegano fonti governative, nella trattativa sulla partita Alitalia.
Il governo è "terza parte" Per Scajola, però, sbaglia chi punta l’attenzione sul governo. Per il ministro dello Sviluppo Economico "il governo è terza parte, non fa l’imprenditore, ma applica le regole di questo paese". Su un accordo con la Cai, Matteoli non è ottimista. "Non abbiamo altre offerte" e "senza un ripensamento delle sigle sindacali il governo non è nelle condizioni di recuperare la trattativa con la società Cai", ha detto il ministro delle Infrastrutture. Tuttavia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si dice "preoccupato" per la vicenda Alitalia ma rileva che esistono ancora dei "piccoli spiragli" che con la "ragionevolezza" di tutti possono però allargarsi. Parlando a Berlino a margine di una colazione con il presidente del Bundestag, Fini ha osservato: "L’auspicio è che prevalga la ragionevolezza, l’interesse autenticamente nazionale e che riguarda tutti i lavoratori senza eccezione alcuna".
-----------------------------------------------------------
Rai, i "ma anche" di Veltroni dividono il Pd
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Per la guida di Viale Mazzini il Partito democratico ufficialmente punta alla conferma di Claudio Petruccioli, ma è pronto a virare su Pietro Calabrese. Vicino al segretario, ma non sgradito a Palazzo Chigi
Roma - Veltroni e gli ex Ppi contro i Ds? Incredibile ma vero. Grande è il disordine sotto il cielo di viale Mazzini, ma non è una notizia. È lotta per la nomina del nuovo presidente della Rai: ma anche questa non è una notizia, una regola, semmai. Ci sono due candidati. E nemmeno questo stupisce. Ma se si scopre che si tratta di due nomi entrambi proposti del Partito democratico, i conti non quadrano più. Quando si aggiunge il dettaglio che i due sono Claudio Petruccioli e Pietro Calabrese, e che il Pd li sostiene entrambi - e siamo alle cronache di queste ore - il quadro si fa incomprensibile.
La cronaca di ieri, poi, presentava aspetti quasi surreali. Tutti i dirigenti della sinistra ti rispondono al telefono, molti sono perplessi, ma ovviamente in off record. La linea ufficiale è chiara, ma anche confusa. Ovvero: Walter Veltroni riunisce il vertice del partito di mattina, tira le orecchie a tutti per le troppe dichiarazioni dei giorni scorsi, spiega che il candidato è uno ed è Claudio Petruccioli (per ora). Lo precisa anche - a caldo - il capogruppo in commissione di vigilanza, Fabrizio Morri: «Per quanto riguarda il Pd, per la presidenza cercheremo una personalità condivisa, ma per quanto ci riguarda partiremo da Petruccioli».
Attenzione alle parole: partiremo. Il che vuol dire che se durante il viaggio cambia qualcosa, potrebbe cambiare anche il candidato? Ovvio che sì. E la conferma clamorosa dei tam-tam che corrono durante la giornata arrivano quando nel pomeriggio le agenzie battono una dichiarazione ufficiale di Goffredo Bettini, numero tre del partito, che ribalta completamente l’impianto illustrato da Morri solo poche ore prima: «Se si dovesse trovare l’accordo per una riforma - spiega Bettini - visto che il Cda della Rai è scaduto e va rinnovato, allora valuteremo i nostri nomi ma allo stato non abbiamo deciso né i nomi né una graduatoria di nomi». Già, la riforma. Bettini è chiaro: «Noi avanzeremo la proposta di una riforma di governance che superi l’ attuale e renda l’azienda più libera dal controllo dei partiti».
-----------------------------------------------------------
Ahmadinejad: sono pronto a vedere Obama e McCain
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il presidente iraniano: «Israele ha il destino segnato». E sul nucleare: «Solo gli americani e un paio dei loro amici europei si fanno dei problemi»
Il presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejad vuole partecipare a un dibattito con i candidati alla Casa Bianca, il democratico Barack Obama e il repubblicano John McCain. Ahmadinejad, parlando durante una conferenza stampa al Palazzo di Vetro, ha detto di essere «disponibile a confrontarsi con i candidati alla Casa Bianca, a patto che sia un dibattito aperto, in presenza di esponenti della stampa, in modo che tutti possano sapere quello che viene detto».
Durante la campagna elettorale per la Casa Bianca, Barack Obama ha detto di essere disponibile a incontrare Ahmadinejad e altri leader «canaglia», sotto determinate condizioni. L’idea era stata criticata da diversi esponenti repubblicani che hanno accusato Obama di ingenuità in politica estera.
Prima dell’intervento, nella notte, al Palazzo di Vetro dell’Onu il presidente iraniano aveva consegnato il suo pensiero al Los Angeles Times, sferrando l’ennesimo attacco a Israele, aggiungendo nuove accuse agli Stati Uniti che avrebbero provocato la crisi finanziaria mondiale con i costi esorbitanti delle loro guerre e - dulcis in fundo - e assicurando che la maggioranza dei Paesi del mondo sostiene il diritto dell’Iran al nucleare.
Mahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica islamica dell’Iran, non delude mai. E non l’ha fatto nemmeno ieri. Sullo Stato ebraico Ahmadinejad, già in passato prodigo di gravi minacce e paragoni offensivi che hanno suscitato ampia indignazione nel mondo, ha proposto al giornale californiano una nuova immagine a effetto: ormai, ha detto, Israele è come un aereo che ha perso il motore in volo e il suo destino è dunque segnato. Poi ha ripetuto il suo cavallo di battaglia: ammesso e non concesso che gli ebrei abbiano subito ingiustizie durante la seconda guerra mondiale, ha detto, queste sono avvenute in Europa e quindi spetta agli europei ospitarli. «Cosa c’entrano i palestinesi? - ha esclamato - Perché devono pagare loro il prezzo?». Al massimo, ha aggiunto, potremmo accettare in Palestina uno Stato misto palestinese ed ebraico, un progetto che gli israeliani e i loro alleati occidentali notoriamente respingono.
-----------------------------------------------------------
Bush all’Onu: "Siria e Iran aiutano ancora i terroristi"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Nel suo ultimo discorso alle Nazioni Unite il presidente uscente degli Usa duro anche con Mosca per la Georgia. Sarkozy: niente compromessi. E intanto salta il vertice 5+1
New York - Il passo d’addio di George W. Bush e l’intervento come sempre appassionato e propositivo di Nicolas Sarkozy sono stati i momenti salienti della prima giornata del dibattito generale al Palazzo di vetro di New York, che ogni anno in questa stagione propone una sorta di vetrina della diplomazia internazionale. E mentre sembra allontanarsi, a causa del protrarsi della complessa gestione della crisi dell’Alitalia, la possibilità che il premier italiano Silvio Berlusconi intervenga come previsto venerdì, il ministro degli Esteri Franco Frattini, che si trova già a New York, anticipa alla stampa i temi del discorso che con ogni probabilità terrà in sua vece sabato: si va dalla riforma dell’Onu alla presidenza di turno italiana del G8, dai rapporti con la Libia a quelli con l’Iran.
Il discorso di Bush è stato, come si diceva, l’ultimo di fronte a un organismo internazionale con cui ha avuto rapporti non facili, soprattutto da quando nel 2003 ha ordinato l’invasione dell’Irak. Davanti a un’assemblea in cui le vedute americane e occidentali in generale non sono almeno numericamente predominanti, il presidente uscente degli Stati Uniti ha lanciato una serie di esortazioni e di denunce: le prime a votare le sanzioni contro l’Iran e la Corea del Nord responsabili di pericolose illegalità in campo nucleare, le seconde nei confronti ancora dell’Iran e della Siria, accusate di continuare a sostenere il terrorismo internazionale, ma anche della Russia, che con il suo attacco alla Georgia il mese scorso «ha violato la Carta delle Nazioni Unite». Il presidente americano ha anche invitato i Paesi membri dell’Onu a contribuire alla lotta contro i terroristi e a sostenere «la causa della libertà e proteggere le giovani democrazie dalla minaccia della tirannia e della violenza». Bush ha cercato infine di rassicurare il mondo preoccupato per la grave crisi finanziaria in atto: «Abbiamo adottato - ha detto - azioni decise e audaci» per «combattere alla radice» i problemi che hanno causato l’«instabilità dei nostri mercati finanziari».
-----------------------------------------------------------
Gli ex operai linciano il direttore indiano d’una fabbrica italiana
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
New Delhi. Il direttore indiano di una società italiana in India è stato linciato dagli ex operai a Nodai, alla periferia di New Delhi. Lalit Kishore Choudhary, della società Graziano Trasmissioni India, è morto l’altra sera per le ferite riportate dopo che un centinaio di operai licenziati due mesi fa hanno devastato i suoi uffici e lo hanno picchiato con mazze di legno e di ferro. Gli operai di questa società produttrice di componenti per automobili erano stati licenziati dopo aver chiesto un aumento del salario e aver devastato gli uffici durante violente proteste. Lunedì erano stati convocati per concordare la riassunzione di alcuni di loro, ma la discussione è presto degenerata. Choudary è stato percosso dalla folla mentre cercava di placare gli animi. Momenti di paura, ma senza conseguenze, hanno vissuto cinque tecnici italiani presenti nei locali dell’azienda. Al momento 63 persone sono state arrestate in connessione con l’omicidio e altre 73 per atti di vandalismo.
-----------------------------------------------------------
Michele Brambilla: I soldi puzzano solo se a regalarli è Berlusconi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La vicenda della donazione del Cavaliere pro-Leopardi è emblematica della guerra che da 15 anni divide l’Italia
La vicenda che Luigi Mascheroni ha raccontato ieri su questo giornale - relativa a un’offerta di Berlusconi per un’iniziativa culturale: offerta sdegnosamente rifiutata a parole ma nei fatti intascata, visto che pecunia non olet anche se il donatore puzza - può sembrare uno dei tanti casi di antiberlusconismo militante, non rari nel nostro Paese, e in particolare nel suo milieu culturale. E invece non è uno «dei tanti» casi: è un unico, anzi forse il culmine, la vetta dell’odio finalmente raggiunta dopo tanti anni di propaganda. Qual è, infatti, il vertice del male che si può compiere contro una persona odiata? Non è il colpirlo, non è il fargli del male, ma il rifiutare il bene che il tuo nemico ti fa, il non riconoscere che ti sta dando qualcosa. Che cos’è che fa l’innamorata tradita? Restituisce i regali al traditore: è così che sigilla l’addio perché è così che lo ferisce di più. Allo stesso modo si rifiutano le offerte e gli aiuti di coloro che si ritengono immeritevoli di qualsiasi riconoscenza: preferisco morire di fame o annegare che farmi salvare da te. Rifiutando il bene della persona odiata, è come se gli si dicesse: mi fai schifo a prescindere da quello che fai, non odio le tue azioni ma la tua esistenza, odio te, per me non devi esistere.
Siamo uomini di mondo, e immaginiamo già i maliziosi sorrisi di chi commenterà: ecco un articolo scritto per baciare la pantofola. Ma quel che è accaduto, e che tra poco riassumiamo, è qualcosa che va ben al di là di questo giornale e della stessa politica italiana, è qualcosa che ha a che fare con un clima di guerra che ha segnato la storia del nostro Paese negli ultimi quindici anni almeno, un clima che ha portato alla divisione tra un’Italia perbene e un’Italia che rimane permale anche quando fa qualcosa di utile e di disinteressato.
-----------------------------------------------------------
Sesso on line, per soldi o per piacere ecco il mercato più florido del web
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Ogni secondo 28.258 user stanno guardando materiale pornografico e circa 89 dollari vengono spesi per acquistarlo. Un mercato da capogiro che arricchisce squillo e gigolo di lusso e fa proliferare chat, blog e forum di incontri. Scambi di coppia, oggetti fetish, web cam a luci rosse, vouyerismo spinto: internet è rigorosamente vietato ai minori
Milano - Dopo decenni di interminabili discussioni Palazzo Chigi ha approvato il disegno di legge sulla prostituzione. Si muove così un primo passo importante per tentare di risolvere un fenomeno che l'umanità conosce dalla notte dei tempi. Non ci saranno gli eros center (le "case chiuse" in termini più moderni) e non ci sarà il mercato del sesso in strada. Tuttavia, squillo e gigolo hanno già fatto la mossa e sono partiti alla conquista del web. Per sesso o per piacere ecco i "nuovi" protagonisti dei giochi erotici rigorosamente v.m. diciotto.
La prostituzione online Giochi trasgressivi, incontri al limite del proibito, oggetti fetish, web cam, scambi di coppia. Insomma, un universo illimitato in cui tutto diventa lecito. A volte basta pagare. Prezzi per tutte le tasche, da quelle più economiche a quelle targate extra-lusso. “Da un punto di vista legislativo sembra essere tutto a posto, ma per ciò che riguarda la riorganizzazione del mercato del sesso a pagamento stiamo assistendo solo a un semplice trasloco: dalle strade alle case, con tutte le conseguenze che una scelta del genere potrà comportare". A parlare è Grazia Visconti, autrice del recente libro Escort life (Aliberti editore,16,50 euro) che entra laddove internet permette maggior riservatezza scovando tutti i misteri del "mestiere più antico del mondo" migrato negli ultimi anni anche in rete. Sempre di prostituzione si tratta. Ma molto spesso - sul web - corre quella d'alto bordo, quella cioè che utilizza appartamenti lussuosi (sia in affitto sia di proprietà), hotel a cinque stelle e luoghi accessibili perlopiù a manager facoltosi. "Sotto il profilo della sicurezza - spiega l'autrice dell'inchiesta - il ddl è decisamente positivo, sia per tentare di porre un freno alla violenza sulle donne, sia per tentare di arrestare il fenomeno dell'induzione alla prostituzione minorile".
-----------------------------------------------------------
Salvatore Tramontano: Dunque Walter scrive letterine
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
E non per i suoi libri, a «Patricio» e agli scopritori dell’alba che popolano i suoi romanzi, che non ci sarebbe nulla di male. Ma scrive al presidente del Consiglio, a Berlusconi, sul futuro dell’Alitalia. La letterina è fatta per essere ripresa e titolata, è articolata, cortese, educata - inizia con un formale «Signor Presidente» - e ovviamente finisce subito in agenzia. Adesso, anche un pollo capisce che Veltroni non sta scrivendo davvero a Berlusconi, ma sta scrivendo proprio perché la sua letterina finisca sulle agenzie.
Scrive letterine senza poter incidere, perché ritiene di non poter incontrare Berlusconi, di non potergli dire faccia a faccia cosa pensa, di non essere in grado di sopportare la ricaduta mediatica e politica di questo incontro, le inevitabili accuse di tradimento, inciucismo, svendita al nemico che gli pioverebbero sulla testa da qualche sito dipietrista, dalla sulfurea rubrica di Marco Travaglio, e probabilmente anche dal leader dell’Italia dei valori (quello che - sia detto per inciso - mentre il leader del Pd se ne va a spasso per Central Park, affila le lame per fargli la festa alle regionali in Abruzzo). Loro coltivano la grande mela, e intanto il populismo antagonista gli ruba la scena.
Veltroni è tornato, scrive letterine garbate, ma il fuso orario è ancora quello americano, e la prosa sembra ancora quella con cui si rivolge al suo amato e letterario Patricio (protagonista di ben cinque racconti in uno dei suoi fortunati libriccini). Ancora inebriato per la presentazione newyorkese del suo best seller, Walter si è convinto che basti una sua pregiata epistola per tornare a far volare di nuovo Alitalia. Evidentemente, però, il leader del Pd è più bravo come romanziere perché la sua letterina - in mancanza di riscontri istituzionali apprezzabili - verrà ricordata come l’estremo tentativo di uscire dal vicolo cieco in cui da giorni si trova con Epifani. Ovvero dal romanzo alla fiaba, visto il cul de sac in cui si è ficcato il leader della Cgil.
Veltroni incalzato dai sondaggi, che raccontano di un Paese incapace di capire le scelte della Cgil, criticato dal suo stesso partito per la mancanza di leadership nella trattativa, ha cercato di imbarcarsi sull’ultimo volo utile, non trovando però posto nemmeno in lista di attesa. Walter preferisce scrivere le letterine, ma fra tante ovvietà evita di dire l’unica cosa ovvia che l’avrebbe accreditato come leader e come uomo che si candida a governare: Epifani torna indietro e firma. Se questa è la strategia per evitare il fallimento del Pd e farlo tornare a volare, ieri l’aereo di Veltroni è rimasto a terra.
-----------------------------------------------------------
"Sono l'Anticristo". Entra in chiesta e accoltella 4 persone
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Grave il sacerdote, feriti anche un parrocchiano, un agente e una baby-sitter. L'interruttore della follia si è acceso vedendo il film «Il Codice da Vinci» al quale si è ispirato. Marco Luzi era già in cura da uno psicologo.
Nel nome dell'Anticristo ha accoltellato quattro persone, obbedendo «alle voci» che gli riempivano la testa. Usando due lunghi coltelli da cucina, Marco Luzi, 25 anni, ieri mattina ha firmato la sua sequenza diabolica: ha trafitto al volto un prete di 68 anni, in fin di vita al Cto della Garbatella, ha inferto un taglio profondo al collo di un parrocchiano di 77, anche lui in codice rosso al San Camillo, ha ferito lievemente a una spalla una baby sitter peruviana che aveva in braccio una bimba di 3 anni, e ha sgarrato il fianco di uno dei poliziotti che lo hanno fermato in via S.Teodoro, a due passi dal Circo Massimo.
La furia sanguinaria è cominciata intorno alle 9,30, a San Saba. Nella testa di quel bravo ragazzo, definito dalla polizia «sedicente studente universitario al secondo anno di ingegneria», l'interruttore della follia si è acceso sin dall'altra sera, vedendo il film «Il Codice da Vinci» al quale si è ispirato, su delitti e misteri vaticani. Forse il tuffo nel buio dentro di lui però è cominciato molto prima: Marco era già in cura da uno psicologo.
Quando si alza è solo in casa, la madre è dipendente di un ufficio pubblico. Si veste, maglia e jeans. S'infila in tasca tre biglietti sui quali è scritto «È solo l'inizio, 666», e sistema sulla scrivania due riproduzioni dell'«Ultima cena» di Leonardo da Vinci, documenti «da consegnare a papa Benedetto XVI» e quattro plichi chiusi intitolati «Le verità nascoste», «Io l'Anticristo, breve biografia», «Predizione» e «L'Apocalisse».
-----------------------------------------------------------
il continente nero è la nuova priorità del premier
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
No, non sarà un emulo di Scipione l'Africano. Non vuole lanciarsi sul Continente nero come un nuovo conquistatore. Forse un nuovo Lawrence d'Arabia, un difensore degli oppressi minacciati da nuovi oppressori che ieri come oggi vengono da est.
Insomma, non c'è dubbio che l'Africa (e in parte anche il Medio Oriente) sta diventando la nuova passione di Silvio Berlusconi. E non solo perché il Cavaliere ha chiuso dopo decenni l'infinita querelle con la Libia di Gheddafi. Anzi, quello di fine agosto è stato il primo passo verso una strategia più ampia che riporterà l'Africa al centro dell'agenda politica del governo italiano.
Già a partire da oggi. Berlusconi infatti è in partenza per New York dove parteciperà alla 63esima assemblea generale dell'Onu. O meglio, dovrebbe partecipare perché il programma del Cavaliere è in tumultuoso divenire al punto che ancora ieri sera la sua missione al Palazzo di Vetro veniva persino messa in forse. La situazione sempre più preoccupante sul fronte Alitalia sta imponendo in queste ore allo staff del presidente del Consiglio un «prosciugamento» degli appuntamenti. Si vedrà.
Alitalia o no, piloti o no l'Africa, come spiegherà stamattina il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa, sarà al centro dell'azione del governo nelle prossime settimane. Perché da gennaio Berlusconi sarà presidente di turno del G8, un incarico che già gli toccò in occasione del precedente vertice dei paesi più industrializzati del mondo che si svolse in Italia: quello di Genova del 2001. E in quell'occasione, per la prima volta, il summit ebbe un'appendice proprio di confronto sui Paesi più poveri. Fu l'esordio di una sorta di G22, un G8 allargato che portò all'idea di un fondo anti-Aids.
-----------------------------------------------------------
In Europa messaggi a 11 centesimi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La Commissione propone un tetto massimo per gli sms e riduzioni sulle tariffe per i telefoni cellulari
Viviane Reding torna sul luogo del delitto. Dopo aver adottato l’anno scorso misure contro il caro chiamate vocali in Europa, il commissario Ue alle telecomunicazioni continua la battaglia ingaggiata nei confronti delle grandi compagnie telefoniche europee annunciando il taglio dei costi degli sms.
La proposta viene presentata oggi al Parlamento europeo. La Reding la vorrebbe approvata per poi portarla al consiglio dei ministri europei delle telecomunicazioni il prossimo 27 novembre.
Al centro del dibattito la fissazione di un tetto massimo di 11 centesimi per i messaggi da un paese all’altro dell’Unione. Una sforbiciata di circa il 60%: la media europea oggi si attesta sui 29 centesimi a messaggio, con punte anche di 60 centesimi come accade in Belgio. “I costi sostenuti dagli operatori - ha detto la Reding a margine della presentazione della proposta - non giustificano prezzi così alti”.
-----------------------------------------------------------
Capezzone: Lo sfascio non gioverebbe al Pd: sarebbe una perdita secca
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Ormai è purtroppo chiaro: il Pd ha dismesso la volontà di “pensare positivo”, la tendenza a costruire, la volontà di non demonizzare l’avversario, e ha invece scelto, come arma della disperazione, il gioco allo sfascio. Si è cominciato con l’infausta petizione “Salva l’Italia”: ma davvero Veltroni pensa di poter credibilmente accusare Berlusconi e il suo Governo di aver mandato l’Italia in rovina? E questa “rovina” del Paese si sarebbe materializzata negli ultimi 100 giorni? Non scherziamo.
Si è proseguito con l’apertura dell’anno scolastico, e (pagina orribile, su cui Veltroni tace imbarazzato), con il coinvolgimento dei piccoli scolari in odiose manifestazioni anti-Gelmini.
Si continuerà con la manifestazione del 25 ottobre, pensata da Veltroni come il terminale di tutte le proteste, di tutte le scontentezze, di tutte le forme di contrasto a Berlusconi. E infatti (piatto ricco mi ci ficco) Di Pietro ha subito annunciato la sua presenza: e c’è da scommettere che, nel gioco al “più uno”, l’Italia dei Valori saprà anche trovare il modo di “strillare” di più, rubando un po’ di scena al Pd.
Ma il piatto forte del gioco allo sfascio è naturalmente l’affaire Alitalia, dove, dichiarazioni ufficiali a parte, è evidente il tifo di Veltroni per un impantanarsi del Governo.
Calcoli sbagliati, a mio avviso. Se anche si dovessero realizzare tutte le speranze più cupe del Loft, per Berlusconi (al massimo) potrebbe esserci un “mancato guadagno” di ulteriori consensi (la gente potrà dire: “Ce l’ha fatta con i rifiuti, e su Alitalia ci ha comunque provato...”), mentre per loro ci sarà una perdita secca. Infatti, tranne la curva più ristretta ed esagitata degli antiberlusconiani, non si vede come l’opinione pubblica possa - in tutta questa partita - trovare credibile e serio il comportamento delle opposizioni.
-----------------------------------------------------------
Iran. Ayatollah: le donne senza velo peggio dell’Aids
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Sulla questione femminile è in corso una pesante escalation da parte dei custodi della Rivoluzione iraniana. L’ayatollah Seyyed Ahmad Elm al Hoda, guida della preghiera del venerdì di Mashad, la città più santa dell’Iran meta di milioni di pellegrini in visita al mausoleo dell’imam Reza, ha definito le donne che non indossano il velo come “fanterie del nemico” e come un male “peggiore dell’Aids”. “L’Occidente ha testato la sua ‘rivoluzione morbida’ in Georgia e Ucraina, perchè vuole metterla in pratica anche nel nostro paese - ha detto Elm al Hoda -. Diffondendo la prostituzione e incoraggiando le donne a non rispettare l’obbligo del hijab, il nemico vuole allontanarci da Allah.
Le donne senza il velo e le ‘malvelate’ sono la fanteria del nemico, anzi sono veri e propri siluri lanciati per affondare la Repubblica Islamica”, ha aggiunto Elm al Hoda che ha invitato il governo “ad abbandonare gesti democratici”. “Le donne senza il velo - ha concluso - sono un virus peggiore dell’Aids”. “Le atlete iraniane non devono più andare in trasferta all’estero” aveva detto l’ayatollah. Per al Hoda “è in gioco l’onore della fede, del paese e degli uomini” iraniani che “devono reagire e difendere l’onorabilità delle proprie donne, protestando contro questi atti disonorevoli. Non si può - ha aggiunto il religioso - mettere in gioco in nome dello sport la dignità del paese e far sfilare davanti agli occhi indiscreti degli stranieri persone che rappresentano il nostro onore”.
Giulio Meotti
-----------------------------------------------------------
Via al nucleare, norme anche per evitare lungaggini dei ricorsi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Una procedura unica sul modello dello “one step licensing” per realizzare gli impianti nucleari, i rigassificatori e ricercare nuovi giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma. Prende corpo in modo sempre più netto la strategia del governo per accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie all’Italia. A tracciarle è l’emendamento messo a punto dal ministero guidato da Claudio Scajola al ddl Sviluppo all’esame della commissione Attività produttive della Camera. Per il nucleare, spiega la proposta di modifica, la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari costituisce “attività di preminente interesse statale” soggetta ad autorizzazione unica anche se mitigata dalla necessaria intesa preventiva con la regione interessata. E “l’autorizzazione deve comprendere la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle opere, l’eventuale dichiarazione di inamovibilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi”.
E soprattutto, chiarisce ancora il testo, “l’autorizzazione unica sostituisce ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atti di assenso e atti amministrativi comune denominati previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo a costruire ed esercire le infrastrutture in conformità del progetto approvato”. Ma c’è dell’altro. A facilitare la realizzazione dei nuovi impianti c’è anche la previsione della possibilità di dichiarare nella delega al governo i siti “aree di interesse strategico nazionale” soggette a speciali forme di vigilanza e protezione e la possibilità del governo di esercitare un “potere sostitutivo” in caso di mancato raggiungimento delle intese con gli enti locali.
-----------------------------------------------------------
Cassazione: sì al cognome materno ai figli
>>Da: andreavisconti
Messaggio 5 della discussione
La Corte accoglie il ricorso di una coppia milanese. «No a discriminazioni basate sul sesso, Italia si adegui alla Ue»
MILANO - No a qualunque discriminazione fondata sul sesso. Così la Cassazione ha motivato una sentenza in favore dell'attribuzione del cognome materno ai figli legittimi nel caso entrambi i genitori siano concordi. La Suprema corte cita l'approvazione, il 13 dicembre 2007, del Trattato di Lisbona, per sottolineare che anche l'Italia, come tutti i 27 stati membri, ha il dovere di uniformarsi ai principi fondamentali della Carta dei diritti Ue. In pratica, mentre in una precedente sentenza del 2006 gli Ermellini si erano limitati a un appello al Parlamento affinché con una legge consentissero l'adozione del cognome materno, adesso i magistrati di piazza Cavour dicono di essere pronti - proprio in forza della novità costituita dal Trattato di Lisbona - a rimuovere, disapplicandole, o avviando gli atti alla Consulta, le norme italiane in contrasto con i principi del Trattato.
COPPIA MILANESE - Questo nuovo affondo della Cassazione a sostegno del cognome materno in sostituzione del patronimico - «retaggio di una concezione patriarcale della famiglia non più in sintonia con l'evoluzione della società e le fonti di diritto soprannazionali» - nasce dal ricorso di una coppia milanese che da anni conduce la battaglia per dare ai propri figli il cognome materno. Si tratta dei coniugi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo che per la seconda volta si sono appellati alla Suprema corte dopo il no pronunciato dalla Corte d'appello di Milano. Con la sentenza 23934 della I Sezione civile di Piazza Cavour, i supremi giudici rilevano che ormai da quasi trent'anni (la prima proposta di legge a favore del cognome materno è del 30 ottobre 1979) il Parlamento, pur avendo affrontato il tema, «non è ancora pervenuto a soluzioni concrete».
-----------------------------------------------------------
ATTENTI!!! ai veleni cinesi
>>Da: Nando179764
Messaggio 2 della discussione
Latte alla melamina, allarme in Italia
«Non andate nei ristoranti cinesi»
07:56 CRONACHE Carlo Petrini, il presidente dello Slow Food: «Applicare severità e rigore come per i prodotti italiani. Sono pochi i locali veramente affidabili» F.AlbertiVota: l'opinione dei lettori
Controlli anche in Italia: primi sequestri a Milano e Firenze
non sono mai andato a un ristorante cinese.....brrrrrr....che schifo!
-----------------------------------------------------------
Lettera con «vaffa...» al sindacato. Gli industriali: via dall'associazione
>>Da: aristodog
Messaggio 1 della discussione
«L'imprenditore sono io, al diavolo la Cgil»
Confindustria: toni inaccettabili, espulso
Rosario Pellegrino, patron di Pecoplast: la mia è stata una provocazione e ne resto convinto, non sarò mai un signorsì
LA LETTERA - «Egregi signori — ha scritto Pellegrino — credo di aver dimostrato in questo ultimo periodo tutta la disponibilità, non ultima anche quella di incentivarvi sulla produttività e sulle presenze al lavoro. Ma ora mi sto rompendo il c... L'azienda è mia e comando io e basta, chi non è d'accordo se ne andasse a f... e verrà anche ringraziato. Se l'organizzazione sindacale, che dovrebbe difendere i posti di lavoro, pensasse di comportarsi con me come con Alitalia, gli rammento che io mi chiamo Pellegrino e non Colaninno. Vi mando non solo a f..., vi caccio fuori a calci nel sedere e vi sputo pure in faccia. Spero di essere stato molto chiaro e conciso e non ho niente da dirvi su queste stronzate. Il periodo del terrore e delle minacce, cari signori, è finito da diverso tempo. Dovete pensare a lavorare e basta». Inutile pensare che la lettera sia stata uno sfogo momentaneo. Tutt'altro. Pellegrino, tre giorni dopo averla spedita, non solo si riconosce in quello che ha scritto ma, dopo averci meditato su, ne è ancora più convinto.
ESPULSIONE - Ma Confindustria non la pensa allo stesso modo e il presidente degli industriali di Salerno ha deciso: è incompatibile con noi.
Poveraccio. Ma cane, anzi casta non mangia casta, se lo ricordi.
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Capezzone: Lo sfascio non gioverebbe al Pd: sarebbe una perdita secca
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Ormai è purtroppo chiaro: il Pd ha dismesso la volontà di “pensare positivo”, la tendenza a costruire, la volontà di non demonizzare l’avversario, e ha invece scelto, come arma della disperazione, il gioco allo sfascio. Si è cominciato con l’infausta petizione “Salva l’Italia”: ma davvero Veltroni pensa di poter credibilmente accusare Berlusconi e il suo Governo di aver mandato l’Italia in rovina? E questa “rovina” del Paese si sarebbe materializzata negli ultimi 100 giorni? Non scherziamo.
Si è proseguito con l’apertura dell’anno scolastico, e (pagina orribile, su cui Veltroni tace imbarazzato), con il coinvolgimento dei piccoli scolari in odiose manifestazioni anti-Gelmini.
Si continuerà con la manifestazione del 25 ottobre, pensata da Veltroni come il terminale di tutte le proteste, di tutte le scontentezze, di tutte le forme di contrasto a Berlusconi. E infatti (piatto ricco mi ci ficco) Di Pietro ha subito annunciato la sua presenza: e c’è da scommettere che, nel gioco al “più uno”, l’Italia dei Valori saprà anche trovare il modo di “strillare” di più, rubando un po’ di scena al Pd.
Ma il piatto forte del gioco allo sfascio è naturalmente l’affaire Alitalia, dove, dichiarazioni ufficiali a parte, è evidente il tifo di Veltroni per un impantanarsi del Governo.
Calcoli sbagliati, a mio avviso. Se anche si dovessero realizzare tutte le speranze più cupe del Loft, per Berlusconi (al massimo) potrebbe esserci un “mancato guadagno” di ulteriori consensi (la gente potrà dire: “Ce l’ha fatta con i rifiuti, e su Alitalia ci ha comunque provato...”), mentre per loro ci sarà una perdita secca. Infatti, tranne la curva più ristretta ed esagitata degli antiberlusconiani, non si vede come l’opinione pubblica possa - in tutta questa partita - trovare credibile e serio il comportamento delle opposizioni.
-----------------------------------------------------------
Iran. Ayatollah: le donne senza velo peggio dell’Aids
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Sulla questione femminile è in corso una pesante escalation da parte dei custodi della Rivoluzione iraniana. L’ayatollah Seyyed Ahmad Elm al Hoda, guida della preghiera del venerdì di Mashad, la città più santa dell’Iran meta di milioni di pellegrini in visita al mausoleo dell’imam Reza, ha definito le donne che non indossano il velo come “fanterie del nemico” e come un male “peggiore dell’Aids”. “L’Occidente ha testato la sua ‘rivoluzione morbida’ in Georgia e Ucraina, perchè vuole metterla in pratica anche nel nostro paese - ha detto Elm al Hoda -. Diffondendo la prostituzione e incoraggiando le donne a non rispettare l’obbligo del hijab, il nemico vuole allontanarci da Allah.
Le donne senza il velo e le ‘malvelate’ sono la fanteria del nemico, anzi sono veri e propri siluri lanciati per affondare la Repubblica Islamica”, ha aggiunto Elm al Hoda che ha invitato il governo “ad abbandonare gesti democratici”. “Le donne senza il velo - ha concluso - sono un virus peggiore dell’Aids”. “Le atlete iraniane non devono più andare in trasferta all’estero” aveva detto l’ayatollah. Per al Hoda “è in gioco l’onore della fede, del paese e degli uomini” iraniani che “devono reagire e difendere l’onorabilità delle proprie donne, protestando contro questi atti disonorevoli. Non si può - ha aggiunto il religioso - mettere in gioco in nome dello sport la dignità del paese e far sfilare davanti agli occhi indiscreti degli stranieri persone che rappresentano il nostro onore”.
Giulio Meotti
-----------------------------------------------------------
Via al nucleare, norme anche per evitare lungaggini dei ricorsi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Una procedura unica sul modello dello “one step licensing” per realizzare gli impianti nucleari, i rigassificatori e ricercare nuovi giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma. Prende corpo in modo sempre più netto la strategia del governo per accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie all’Italia. A tracciarle è l’emendamento messo a punto dal ministero guidato da Claudio Scajola al ddl Sviluppo all’esame della commissione Attività produttive della Camera. Per il nucleare, spiega la proposta di modifica, la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari costituisce “attività di preminente interesse statale” soggetta ad autorizzazione unica anche se mitigata dalla necessaria intesa preventiva con la regione interessata. E “l’autorizzazione deve comprendere la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle opere, l’eventuale dichiarazione di inamovibilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi”.
E soprattutto, chiarisce ancora il testo, “l’autorizzazione unica sostituisce ogni provvedimento amministrativo, autorizzazione, concessione, licenza, nulla osta, atti di assenso e atti amministrativi comune denominati previsti dalle norme vigenti, costituendo titolo a costruire ed esercire le infrastrutture in conformità del progetto approvato”. Ma c’è dell’altro. A facilitare la realizzazione dei nuovi impianti c’è anche la previsione della possibilità di dichiarare nella delega al governo i siti “aree di interesse strategico nazionale” soggette a speciali forme di vigilanza e protezione e la possibilità del governo di esercitare un “potere sostitutivo” in caso di mancato raggiungimento delle intese con gli enti locali.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Allo stesso modo sono state snellite le procedure per i rigassificatori e i permessi di ricerca per gli idrocarburi: nel primo caso il procedimento unico verrà rilasciato con decreto del ministero dello Sviluppo economico (di concerto con quello dell’Ambiente e d’intesa con la regione interessata) ma solo dopo una Valutazione di impatto ambientale (Via) e al massimo entro 300 giorni dalla presentazione dell’istanza. Inoltre, chiarisce ancora il provvedimento, le decisioni prese dalla conferenza dei servizi che portano una variazione al piano urbanistico rappresentano proposte di variante su cui si deve pronunciare il consiglio comunale entro 90 giorni, passati i quali viene considerata approvata. E lo stesso vale in caso di modifiche ai piani regolatori portuali. Nel secondo caso al procedimento unico partecipano Stato e Regione interessata mentre ai comuni va data comunicazione del rilascio dei permessi. Per ottenere l’autorizzazione alla perforazione o alla costruzione di opere necessarie è necessaria una Via e il rilascio della concessione comporta per le infrastrutture considerata di pubblica utilità “variazione urbanistica”.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Insomma all’approvazione del provvedimento all’esame della Camera è prevista un’accelerazione delle procedure per autorizzare gli impianti che nel caso delle centrali nucleari si accompagnerà anche a una sorta di corsia privilegiata rispetto a possibili ricorsi presso la magistratura: nei giudizi davanti agli organi di giustizia amministrativa che potrebbero prolungare l’approvazione e la realizzazione delle opere, il criterio dovrà essere quello della celere prosecuzione delle procedure. Sempre riguardo alla delega in materia nucleare, l’emendamento del governo inserisce l’energia prodotta dall’atomo un diritto di precedenza al ritiro sul mercato. Quanto all’Agenzia per la sicurezza nucleare, il provvedimento chiarisce che sarà istituita presso il ministero dell’Ambiente, ma sarà ad ordinamento autonomo e ne faranno parte un presidente e quattro componenti, due dei quali designati dal ministero dello Sviluppo economico. A supporto dell’organo di vertice il personale di servizio non potrà superare le 300 unità di cui sicuramente 95 dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente e 40 dall’Enea e sue partecipate. Rafforzata dal provvedimento anche la dotazione di personale assegnata al ministero dello Sviluppo: 20 persone saranno al servizio del ministro Scajola sulla questione nucleare.
Il Velino
-----------------------------------------------------------
Cassazione: sì al cognome materno ai figli
>>Da: andreavisconti
Messaggio 12 della discussione
La Corte accoglie il ricorso di una coppia milanese. «No a discriminazioni basate sul sesso, Italia si adegui alla Ue»
MILANO - No a qualunque discriminazione fondata sul sesso. Così la Cassazione ha motivato una sentenza in favore dell'attribuzione del cognome materno ai figli legittimi nel caso entrambi i genitori siano concordi. La Suprema corte cita l'approvazione, il 13 dicembre 2007, del Trattato di Lisbona, per sottolineare che anche l'Italia, come tutti i 27 stati membri, ha il dovere di uniformarsi ai principi fondamentali della Carta dei diritti Ue. In pratica, mentre in una precedente sentenza del 2006 gli Ermellini si erano limitati a un appello al Parlamento affinché con una legge consentissero l'adozione del cognome materno, adesso i magistrati di piazza Cavour dicono di essere pronti - proprio in forza della novità costituita dal Trattato di Lisbona - a rimuovere, disapplicandole, o avviando gli atti alla Consulta, le norme italiane in contrasto con i principi del Trattato.
COPPIA MILANESE - Questo nuovo affondo della Cassazione a sostegno del cognome materno in sostituzione del patronimico - «retaggio di una concezione patriarcale della famiglia non più in sintonia con l'evoluzione della società e le fonti di diritto soprannazionali» - nasce dal ricorso di una coppia milanese che da anni conduce la battaglia per dare ai propri figli il cognome materno. Si tratta dei coniugi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo che per la seconda volta si sono appellati alla Suprema corte dopo il no pronunciato dalla Corte d'appello di Milano. Con la sentenza 23934 della I Sezione civile di Piazza Cavour, i supremi giudici rilevano che ormai da quasi trent'anni (la prima proposta di legge a favore del cognome materno è del 30 ottobre 1979) il Parlamento, pur avendo affrontato il tema, «non è ancora pervenuto a soluzioni concrete».
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Mi sembra una buona idea.
Andrea
>>Da: aristodog
Messaggio 3 della discussione
Io darei libertà assoluta però ai figli a 18 anni; se vogliono padre, se vogliono madre, se vogliono doppio.
Nel frattempo decidono i genitori (anche qui le tre scelte).
Probabilmente nel 99% dei casi i figli manterrebbero la scelta dei genitore, ma ci sarebbe anche spazio per chi vuole cambiare.
>>Da: 155angela
Messaggio 4 della discussione
Era ora.....
Finalmente abbiamo risolto tutti i problemi dell'Italia e possiamo prenderci il lusso di pensare a risolvere questi "problemi" quì.
Direi che dopo di questo la cassazione deve risolvere un'altro annoso problema: le mattonelle della cucina le dovrei mettere azzurre o bianche?
>>Da: Il Moro
Messaggio 5 della discussione
Mha, il cognome è solo una convenzione, come il nome, cosa dovrebbe importarmene se e di mio padre o di mia madre?
Comunque, non mi sarebbe dispiaciuto avere due cognomi.
Ma se devo avere più di un cognome, preferisco qualcosa più in stile con quel grande pittore spagnolo, anagraficamente conosciuto come "Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santisima Trinidàd Martyr Patricio Clito Ruiz y Picasso"...
>>Da: castorina
Messaggio 6 della discussione
Angela salomonicamente ti rispondo:non si mette alcuna mattonella/piastrella.
>>Da: castorina
Messaggio 7 della discussione
Doppio cognome fino alla maggiore età e poi scelgano i figli se tenerli entrambi o soltanto uno dei due. Tenendo un tetto di massimo due cognomi.
>>Da: Fabiano
Messaggio 8 della discussione
Io la definirei un'altra picconata al buonsenso:
se io, Bianchi, mi sposo con Neri...a nostro figlio dovremo per forza donargli il Bianco-Neri.....ma se l'andazzo continua e nostro figlio si sposa con una Rosso-Neri finisce che mio nipote avrà un codice fiscale più lungo di lui alla nascita.
>>Da: Leo
Messaggio 9 della discussione
Ma sono pazzi completi?
Spero che neghino assolutamente il doppio cognome.
In sole 4 generazioni avremmo cognomi composti da 16 parole e in 10 generazioni arriverebbero a 1024 se tutti i discendenti scegliessero di mantenere il doppio cognome.
>>Da: Il giaguaro
Messaggio 10 della discussione
Io direi scelta dei genitori: o il cognome paterno o quello materno e finisce lì.
Il doppio cognome se poi lo perdi la generazione successiva che senso ha?
>>Da: paoloris
Messaggio 11 della discussione
Non vedo quale sia il problema, quando si va a registrare la nascita di un figlio all'anagrafe oltre al nome si specifica anche il cognome prescelto (o il doppio cognome).
-----------------------------------------------------------
ATTENTI!!! ai veleni cinesi
>>Da: Nando179764
Messaggio 8 della discussione
Latte alla melamina, allarme in Italia
«Non andate nei ristoranti cinesi»
07:56 CRONACHE Carlo Petrini, il presidente dello Slow Food: «Applicare severità e rigore come per i prodotti italiani. Sono pochi i locali veramente affidabili» F.AlbertiVota: l'opinione dei lettori
Controlli anche in Italia: primi sequestri a Milano e Firenze
non sono mai andato a un ristorante cinese.....brrrrrr....che schifo!
>>Da: Il Moro
Messaggio 2 della discussione
Grazie Nando, ma piuttosto che andare a mangiare nei ristoranti cinesi, faccio digiuno!
>>Da: castorina
Messaggio 3 della discussione
Per carità, basta passarci davanti per sentire una puzza..
>>Da: petra3_7
Messaggio 4 della discussione
Tanti anni fa,mangiavo cinese,poi dopo un reportage della tv francese,ho cancellato il...cinese
>>Da: Fabiano
Messaggio 5 della discussione
Mio fratello lavorava in una ditta che fornisce la carne a ristoranti, super ecc. in tutta la Toscana, mi ha detto che i ristoranti cinesi ordinano sempre la carne peggiore, quella con piu' grasso, gli scarti ecc.
Sommato al fatto che qualche anno fa nella zona di Firenze fecero dei controlli nei ristoranti cinesi e in tutti trovarono roba scaduta, alimenti tenuti in cantine sporche con topi ecc. e che chiusero anche il piu' bello e grande ristorante cinese di Firenze (quello in via Pratese davanti al deposito dell'Ataf, non mi sovviene il nome)....
>>Da: Leo
Messaggio 6 della discussione
Il cane lo preferite fritto o in agrodolce?
Per non parlae dei gatti fatti passare per coniglio.
Bleah!
>>Da: Il giaguaro
Messaggio 7 della discussione
Io ci sono andato tre volte in vita mia, ma tutte le volte sono tornato a casa con la spiacevole sensazione di non sapere cosa avessi realmente mangiato.
-----------------------------------------------------------
Lettera con «vaffa...» al sindacato. Gli industriali: via dall'associazione
>>Da: aristodog
Messaggio 1 della discussione
«L'imprenditore sono io, al diavolo la Cgil»
Confindustria: toni inaccettabili, espulso
Rosario Pellegrino, patron di Pecoplast: la mia è stata una provocazione e ne resto convinto, non sarò mai un signorsì
LA LETTERA - «Egregi signori — ha scritto Pellegrino — credo di aver dimostrato in questo ultimo periodo tutta la disponibilità, non ultima anche quella di incentivarvi sulla produttività e sulle presenze al lavoro. Ma ora mi sto rompendo il c... L'azienda è mia e comando io e basta, chi non è d'accordo se ne andasse a f... e verrà anche ringraziato. Se l'organizzazione sindacale, che dovrebbe difendere i posti di lavoro, pensasse di comportarsi con me come con Alitalia, gli rammento che io mi chiamo Pellegrino e non Colaninno. Vi mando non solo a f..., vi caccio fuori a calci nel sedere e vi sputo pure in faccia. Spero di essere stato molto chiaro e conciso e non ho niente da dirvi su queste stronzate. Il periodo del terrore e delle minacce, cari signori, è finito da diverso tempo. Dovete pensare a lavorare e basta». Inutile pensare che la lettera sia stata uno sfogo momentaneo. Tutt'altro. Pellegrino, tre giorni dopo averla spedita, non solo si riconosce in quello che ha scritto ma, dopo averci meditato su, ne è ancora più convinto.
ESPULSIONE - Ma Confindustria non la pensa allo stesso modo e il presidente degli industriali di Salerno ha deciso: è incompatibile con noi.
Poveraccio. Ma cane, anzi casta non mangia casta, se lo ricordi.
-----------------------------------------------------------
Iran - Impiccato un gay nel Paese dove “non esistono”
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
di Giorgio Bastiani
Giro di vite nella repressione in Iran, come se non fosse già abbastanza soffocante. Proprio all’indomani della trasferta del presidente Mahmoud Ahmadinejad all’Onu,ieri, Nemat Safavi, arrestato nel 2006 all’eta’ di 16 anni appena compiuti, è stato condannato alla pena capitale dal tribunale di Ardebil, capoluogo dell’Azerbaijan iraniano. La condanna a morte è stata comminata per l’accusa di rapporti con altri ragazzini del suo sesso. Negli atti processuali non si parla mai di omosessualità, che, secondo le dichiarazioni di Ahmadinejad “in Iran non esiste”. Sono citati unicamente “rapporti sessuali non ammessi”. La Repubblica Islamica conferma così la propria linea di repressione totale dei rapporti omosessuali. E il pugno di ferro non riguarda solo loro. L’ayatollah Seyyed Ahmad Elm al Hoda, di Mashad, meta di milioni di pellegrini in visita al mausoleo dell’imam Reza, è tornato proprio ieri a parlare di donne e hijab (velo islamico), definendo coloro che non indossano il velo come “fanterie del nemico” e come un male “peggiore dell’Aids”. “L’Occidente ha testato la sua ’rivoluzione morbida’ in Georgia e Ucraina, perchè vuole metterla in pratica anche nel nostro paese”, ha detto Elm al Hoda. “Diffondendo la prostituzione e incoraggiando le donne a non rispettare l’obbligo del hijab - ha aggiunto - il nemico vuole allontanarci da Allah”. Anche la possibilità di convertirsi ad una religione al di fuori dell’Islam è negata. Recentemente l’apostasia è stata riconosciuta da Teheran come reato capitale. Un cristiano, Ramtin Soudman, figlio del pastore evangelico Hossein Soudmanti, impiccato 20 anni fa per essersi convertito al cristianesimo, rischia di fare la stessa fine del padre. Sposato e padre di due figli, Ramtin è stato arrestato un mese fa e potrebbe essere condannato a morte con l’accusa di ’ertedad’, abbandono dell’Islam.
-----------------------------------------------------------
Gerusalemme - La famiglia araba non celebra il suo “martire”
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Michael Sfaradi
Kasem Mugarbi aveva 19 anni ed abitava nel quartiere Giabel Mukaber a Gerusalemme Est. Lunedì sera ha lanciato la sua Bmw nera sul marciapiede dove un gruppo di pedoni, fra i quali numerosi militari, aspettavano l’autobus e il risultato del suo gesto è costato 23 feriti, di cui 13 ancora ricoverati in ospedale, fra i quali una donna in gravi condizioni. Un ufficiale dei carristi, presente al fatto, ha reagito sparando con la sua pistola d’ordinanza contro l’autista uccidendolo. L’attentato a Gerusalemme, il terzo di questo tipo in poco tempo (i primi due furono fatti con dei bulldozer rubati) ha scatenato reazioni sia da parte delle autorità israeliane che da quelle palestinesi. Il malcontento è dovuto al fatto che, nonostante i ripetuti attentati da parte di arabi con passaporto israeliano, non sono stati ancora presi provvedimenti necessari a scoraggiare il ripetersi di azioni di questo tipo. Il ministro della Difesa Ehud Barak e il Capo di Stato Maggiore dell’esercito Generale Gaby Ashkenazy, hanno rinnovato la richiesta al tribunale supremo di legalizzare la distruzione delle case delle famiglie degli attentatori. Questa punizione rimane l’unica azione capace di bloccare aspiranti attentatori. “Sapere che la famiglia rimarrà senza casa è l’unico deterrente rimasto per chi non ha rispetto per la sua stessa vita”. Ha dichiarato il Generale durante un’intervista. Da parte palestinese un’agenzia di stampa ha fatto sapere che il ragazzo alla guida della macchina era un affiliato di Hamas. A Gaza già viene osannato come eroe.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La notizia, però, è stata prontamente smentita dalla famiglia, che vive in queste ore nella paura di vedersi distruggere la casa da un momento all’altro. I genitori dell’attentatore hanno assicurato che il figlio non era un affiliato a nessuna organizzazione terroristica e che loro non si interessano alla politica. Nel patetico racconto viene alla luce una storia di “cuore infranto” e la disperazione di uomo rifiutato spiegherebbe il gesto. Ma la realtà però, come fanno notare degli specialisti dell’antiterrorismo, è che l’obbiettivo del terrorista era chiaro e mirava a fare quante più vittime possibili; se non fosse stato freddato dai due colpi sparati dall’ufficiale presente sul teatro dell’attentato, il conteggio finale sarebbe molto più grave. Nelle parole dei genitori dell’attentatore solo giustificazioni per il figlio, ma non un cenno di dispiacere per le vittime e nessun augurio di pronta guarigione.
Per chi capisce il gergo usato dalle famiglie arabe in queste occasioni, è chiaro che l’attentatore era stato ben guidato e che la sua famiglia non festeggia “l’evento”, come avrebbero fatto famiglie arabo-palestinesi, solo per paura di essere accusata di compartecipazione all’attentato.
-----------------------------------------------------------
GUERRA, SPERANZA E PACE la realtà degli ex bambini soldato
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Roberto J. Aloy
In occasione del 60° Anniversario della Dichiarazione dei diritti Umani delle Nazioni Unite, è stata presentata ieri al Parlamento europeo di Bruxelles la mostra dei disegni degli ex bambini soldato coinvolti nel conflitto nel nord Uganda. Promotore dell’evento è stato l’europarlamentare italiano Gabriele Albertini, coadiuvato dal vice presidente di AVSI, Ezio Castelli e dal direttore generale della commissione europea per gli aiuti umanitari (ECHO) Cees Wittebrood. L’iniziativa ha affermato l’on. Albertini “voleva essere uno spunto di riflessione sull’infanzia negata facendo conoscere come sia possibile riportare la pace nelle menti dei bambini che hanno vissuto situazioni difficili come la guerra, dando loro nuova stima e fiducia per ricominciare una vita normale”. Il conflitto armato nel Nord Uganda si è protratto per circa un ventennio, dal 1986 data d’inizio al 2006 data della sua cessazione formale, e nel quale sono state trucidate oltre 100.000 persone con oltre un milione e mezzo di sfollati, vittime costrette a sfuggire e sopravvivere nei campi profughi in condizioni disumane, in un contesto di abusi, violazioni dei diritti civili e tanta miseria. Attualmente, come è stato più volte ricordato durante l’evento, sono 24 i conflitti nel mondo che vedono direttamente coinvolti i bambini in prima linea. Vengono reclutati dagli eserciti, molto spesso definiti di “liberazione”, oppure costretti a combattere al fianco di guerriglieri e bande paramilitari, conosciuti anche con l’appellativo di “signori della guerra”.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
È un orrore al quale non si riesce a mettere fine. Nella sua esposizione, il vice presidente AVSI, Ezio Castelli ha sottolineato che al mondo, dati alla mano, sono ben 63 i Paesi dove è consentito l’arruolamento di volontari minori nelle forze armate, ma che spesso i bambini non sono volontari. È frequente che i ragazzi siano convinti da un tozzo di pane. Inoltre non bisogna dimenticare dell’esistenza di una vera e propria tratta di minori, bambini venduti, comprati, strappati alla loro infanzia e costretti ad imbracciare un fucile. Sarebbe facile scrivere fiumi di parole su un tema come questo, indicare i colpevoli, distribuire le colpe, gettarsi in ipotetiche soluzioni, indignarsi ed ergersi come paladini di una giustizia che la follia dell’uomo ha ormai nascosto nel più buio degli angoli remoti della mente, ma noi vorremmo solo lasciare che siano i bambini a raccontarci la verità, come Estella 15 anni abitante della zona di Kitgum, nord Uganda: “Quando i ribelli arrivarono, uscii dalla nostra casa tremando e con il cuore in gola. I bambini che erano troppo deboli per camminare erano semplicemente tagliati a pezzetti con delle asce, e lasciati morire sulla strada. Questo mi spaventò tanto”.
-----------------------------------------------------------
Brescia dichiara guerra alla prostituzione
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Laura Serramondi
In attesa che il disegno di legge messo a punto dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna venga approvato dal Parlamento, a Brescia è già iniziata la lotta al mercato del sesso. Da pochi giorni, come previsto dal Patto per la Sicurezza stipulato dalla Loggia, cinque sindaci (Adriano Paroli per Brescia, Giuseppe Orizio per Castegnato, Bruno Marchina per Gussago, Giorgio Prandelli per Ospitaletto e Michele Orlando per Roncadelle) hanno firmato l’ordinanza mirata a contrastare il fenomeno della prostituzione. Tale documento è stato quindi presentato al prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, che l’ha accolto definendolo “un’azione di contrasto unitaria, coordinata ed estremamente efficace in tutti quei luoghi interessati dal fenomeno della prostituzione” e sottolineando che “le forze di polizia devono essere impiegate sul territorio con moduli operativi precisi e razionali, per permetterci di raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati in tempi rapidi”. Il patto infatti prevede che Polizia Municipale, Polizia Locale, Carabinieri e Guardia di Finanza collaborino in maniera uniforme senza restrizioni territoriali.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
A fare da regista all’operazione è stato chiamato il questore Vincenzo Montemagno il quale si è impegnato ad organizzare e pianificare i servizi interforza di contrasto al mercato del sesso. Il piano di intervento è già stato predisposto: inizialmente verranno eseguite delle retate nelle zone dei comuni aderenti maggiormente colpite dal fenomeno della prostituzione in strada, si proseguirà quindi nella zona della Mandolossa, per concludere con l’area del Lago di Garda dove è più consueta la prostituzione da appartamento. Il provvedimento prevede multe salatissime, fino a 500 euro, per i clienti che si azzarderanno anche solo rallentare in prossimità delle lucciole e ai quali verrà inviato direttamente a casa un verbale con specificata la causale della sanzione, mentre alle squillo la flagranza costerà un foglio di via obbligatorio in quanto considerante “socialmente pericolose”.
-----------------------------------------------------------
La seconda Convention regionale dei giovani amministratori lombardi
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 1 della discussione
Nei giorni 17-18-19 ottobre 2008 a Moniga del Garda (Bs) è in programma una convention dedicata ai candidati ed eletti del movimento giovanile di Forza Italia in vista delle prossime Elezioni Amministrative della primavera 2009. Nel corso della manifestazione interverranno i ministri forzisti e numerosi esponenti di spicco del partito. Per informazioni occorre rivolgersi al coordinamento provinciale di Forza Italia Giovani della propria provincia.
-----------------------------------------------------------
Lufthansa punta sullo scalo di Malpensa
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di Marco Castiglioni
Con la rottura della trattativa tra CAI e i sindacati, Milano teme per i suoi aeroporti. Linate innanzitutto, lo scalo che sta soffrendo e soffrirà maggiormente per un’eventuale scomparsa della compagnia di bandiera. Già nei giorni scorsi al Forlanini sono stati sospesi una trentina di voli per “motivi tecnici operativi” e per i prossimi giorni è prevista una situazione ancora più difficile. In caso di fallimento di Alitalia, dall’aeroporto di Linate svanirebbero di punto in bianco 70 voli giornalieri sui 143 oggi operativi e tra questi anche gli importanti e frequentatissimi collegamenti intercontinentali con New York, San Paolo e Tokio. Diverso invece il discorso per Malpensa che da alcuni mesi si sta attrezzando per sostituire i voli persi. Obbligata dal piano di sopravvivenza firmato a suo tempo da Maurizio Prato a cercare un nuovo partner, SEA, la società che gestisce i servizi di terra degli aeroporti milanesi, sembra averlo trovato in Lufthansa. La compagnia tedesca che in aprile aveva già attivato diversi voli, ha recentemente ottenuto ventisei nuovi slot per volare dall’aeroporto lombardo verso destinazioni europee non tedesche. Un tassello in più che va a comporre il “piano Scala” con cui la compagnia tedesca intende trasformare Malpensa nel suo quarto hub dopo Francoforte, Monaco e Zurigo.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
A partire da febbraio prossimo, Lufthansa espanderà la propria rete di collegamenti da Malpensa offrendo ai passeggeri italiani una scelta più ampia di voli diretti dal capoluogo lombardo verso le più attraenti destinazioni europee. Saranno sei i nuovi collegamenti diretti che verranno attivati: Barcellona, Bruxelles, Budapest, Bucarest, Madrid e Parigi. A fine marzo a questi si aggiungeranno i voli verso Londra Heathrow, Lisbona e con ogni probabilità verso altre destinazioni. In un secondo tempo verranno attivate anche le rotte intercontinentali. Di fronte a questi dati, l’ipotesi Lufthansa sembra convincere sempre più anche i politici locali, in primo luogo il governatore Formigoni che a margine dell’inaugurazione dell’anno fieristico a Rho ha dichiarato: “Io da sempre ho indicato in Lufthansa il partner ideale sia per Alitalia sia per Malpensa e Linate. Mi ero speso a inizio anno quando la svendita ad Air France fosse finita e Lufthansa aveva messo in piedi un progetto. Mi auguro che con Alitalia o senza Alitalia ci sia un impegno serio di Lufthansa a Malpensa”.
Che la compagnia tedesca faccia sul serio è evidenziato anche dal fatto che è già stato previsto che i suoi aerei fissi sullo scalo lombardo diventino 20 entro la fine del 2009 con un raddoppio nel 2010 fino ad arrivare ad una sessantina per il 2011. A quel punto Lufthansa sarà di gran lunga il vettore più presente a Malpensa. La scelta del Presidente di SEA Giuseppe Bonomi di abbandonare il tentativo di avere un impossibile re-hubbing dello scalo ad opera di quello che restava di Alitalia cercando invece un altro partner che sostituisse la compagnia di bandiera, sembra allo stato dei fatti vincente. Un’operazione che sta convincendo anche i più scettici e che subirà certo una notevole accelerazione se Alitalia dovesse sparire improvvisamente liberando di colpo tutti gli slot occupati.
-----------------------------------------------------------
Tiziana Maiolo lascia la giunta Moratti
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Per lei già pronto il nuovo ruolo di coordinatore della campagna elettorale per le provinciali del 2009
di Massimiliano Melley
Tiziana Maiolo non è più assessore alle attività produttive per non meglio precisate divergenze d’opinione. E’ il terzo posto tuttora vacante in giunta dopo l’allontanamento di Sgarbi e le dimissioni del city manager Borghini. I motivi del divorzio non sono ancora chiari ma circola voce che la Moratti non abbia gradito alcune dichiarazioni rilasciate dalla Maiolo dopo che Giorgio Armani aveva pesantemente, e non per la prima volta, criticato la gestione territoriale del centro storico. Lo stilista aveva affermato che “in via Montenapoleone, dopo le dieci di sera, non c’è un milanese in giro, forse perché non c’è ragione di esserci: è tutto chiuso”. La Maiolo, dal canto suo, aveva risposto: “Sono d’accordo con Armani, il centro di sera mette tristezza per la sua buia desolazione e la pedonalizzazione di via Montenapoleone non mi sembra una soluzione adeguata”. Poi la proposta di tenere aperte le boutiques anche di sera, per stimolare il passaggio. Il giorno dopo è stata convocata nell’ufficio del sindaco. L’esito dell’incontro è stata la “separazione consensuale”. Altre volte l’assessore (che con 4700 preferenze è stata seconda solo a Berlusconi nella lista comunale di Forza Italia) aveva mostrato il suo disappunto sull’operato della giunta: sul tema dei nomadi (voleva più severità rispetto ai patti di legalità promossi dalla Caritas) e sul tema dell’Ecopass, a cui era tendenzialmente contraria ma che ora il sindaco vorrebbe allargare sia per territorio sia per i veicoli coinvolti.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La Maiolo non resterà comunque disoccupata. Il coordinatore regionale del partito, Guido Podestà, ha definito per lei un importante ruolo nel PdL: sarà la coordinatrice della campagna elettorale per le provinciali del 2009, uno scontro elettorale che si preannuncia difficile e per il quale lo stesso Podestà è il più probabile candidato presidente del nuovo partito di Berlusconi. Com’è noto la Provincia è ora governata dalla sinistra, ma tutti si aspettano che, sull’onda delle politiche del 2006, il PdL e la Lega riconquistino Palazzo Isimbardi. Sarebbe una passeggiata, stando ai numeri, ma la ricca e moderata Brianza sarà scorporata nella nuova Provincia di Monza, facendo perdere al centrodestra alcuni feudi sicuri. Podestà, per non correre rischi, si è quindi alleato con la Maiolo, data per lungo tempo come sua possibile sua antagonista alla candidatura, e ha già cominciato ad intessere la tela delle alleanze incassando l’appoggio della Destra Liberale con cui il dialogo è aperto fin da questa estate. Il segretario Gabriele Pagliuzzi ha dichiarato: “Se il candidato del PdL è persona di valore e di formazione liberale come l’annunciato Guido Podestà, non vi possono essere remore a portare il nostro contributo”. Si prepara quindi, con l’accoppiata Podestà-Maiolo e nuovi inneschi, la campagna del PdL per le provinciali del 2009.
-----------------------------------------------------------
Tbilisi, l’opposizione resuscita
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Il movimento di partiti contro il presidente Saakashvili arruola anche Nino Burjanidze, protagonista della rivoluzione
di Gabriele Cazzulini
In Georgia la tensione torna al calor bianco. Ieri mattina Tbilisi ha annunciato l’abbattimento di un aereo senza pilota russo a Gori, anche se Mosca smentisce. E intanto le rocciose manifestazioni di patriottismo che raccolsero ogni palmo della Georgia sotto all’egida di Saakashvili durante i giorni dell’invasione russa sono già finite nell’album dei ricordi. Nonostante il riconoscimento russo dell’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia meridionale e i danni subiti dall’economia georgiana, l’opposizione interna contro Saakashvili rialza la testa lasciando evaporare lo spirito di unità nazionale. Ma la salute dell’opposizione non è migliorata. La via popolare al cambio di regime fu sperimentata nel novembre del 2007 con esito fallimentare. E l’opposizione fu stroncata per via democratica. Saakashvili fu rieletto superando la maggioranza assoluta, mentre la sua coalizione stravinse alle elezioni parlamentari dello scorso maggio con oltre il 60% dei consensi contro un’opposizione che si presentò nuovamente frammentata. Ancora oggi il bersaglio resta Saakashvili, ma anche l’opposizione resta intrappolata nelle sue contraddizioni. La figura di prua continua a rimanere senza nome, perché la dispersione degli uomini e dei partiti non favorisce una leadership unificata. In questo magma di sigle e cartelli, l’unica formazione rilevante è il Partito delle Nuove Destre.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Il suo giovane leader è David Gamkrelidze, specializzato nel cambiare fronte, sia entrando ed uscendo dall’opposizione, sia criticando e poi corteggiando gli Usa con recenti visite a Washington. Ha capito che non è pensabile una Georgia senza l’alleanza con gli Usa. Ma non ha ancora capito che questa alleanza si gioca ormai sulla presenza della Georgia nella Nato. L’opposizione nasce anche tra i ranghi di Saakashvili. Nino Burjanadze è una colonna storica del fronte presidenziale, ma dopo aver lasciato il partito di Saakashvili prima delle elezioni, adesso invoca un’inchiesta indipendente per indagare sulla conduzione della guerra in Ossezia. E’ un velato attacco alla credibilità della commissione mista istituita dal presidente e affidata ad esponenti dell’opposizione per gestire i finanziamenti della ricostruzione. La commissione mista è un segnale di trasparenza che allo stesso tempo serve al presidente per tenere divisi i suoi avversari – che concordano su un unico punto: il divieto di ingresso nella Nato. Né con gli Usa, né con la Russia iniziano a scandire gli slogan contro Saakashvili. Ma sterilizzare la politica estera della Georgia significa spogliare il paese delle sue difese e consegnarlo all’influenza russa. I giochi di potere per reggere gli equilibri precari di un’opposizione troppo affollata e annebbiata hanno ancora la precedenza sull’interesse nazionale. Ecco perché il patriottismo tiene Saakashvili in sella e gli permette di ricostruire la Georgia.
-----------------------------------------------------------
Giustizia, è ora di provarci
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
ANGELINO ALFANO
Con la manovra estiva ha introdotto l’obbligo della notificazione via mail
di Daniele Memola
Il principio fu Castelli. Poi toccò a Clemente Mastella nella passata (e breve) legislatura ricoprire lo scomodo ruolo di Guardasigilli, cercando al contempo di salvare capra e cavoli: difendersi allo stesso tempo dai fischi di mezzo mondo della giustizia per il suo ddl di riforma delle professioni/ordinamento giudiziario e dai fiaschi delle liberalizzazioni di Bersani (le lenzuolate) non era affatto facile. Infatti è andata com’è andata. Clemente ritorna a Ceppaloni e il governo Prodi casca. Riformare dall’interno le professioni giuridico-economiche e allo stesso tempo pretendere di sciogliere tutti i mali della giustizia italiana è un’impresa titanica. Di mezzo ci sono le tariffe professionali (sui minimi inderogabili nessuno mai molla), c’è la separazione delle carriere tra giudici e pm, ci sono i paletti della Costituzione, l’Europa e le sue direttive. E i “niet” dell’opposizione. Insomma parecchia acqua che bolle in pentola per realizzare l’obiettivo della tanto agognata buona amministrazione della giustizia (che costa tanto e non garantisce tempi brevi). Da Mastella, vittima sacrificale dell’allora governo Prodi si è capito che non tutto il “Terzo Potere” (quello giudiziario, gli altri due il legislativo e l’esecutivo) è “liberalizzabile”, “lenzuolabile” e/o negoziabile. E così, tra codici deontologici, richiami ai valore di autonomia e indipendenza della magistratura, accesso e tutela dei diritti, Ordini o non Ordini, l’importante è che ora Angelino Alfano non faccia rimpiangere ai molti, quello che fu definitivo dagli addetti ai lavori un “annus horribilis” per il pianeta Giustizia e non solo (tutti ricorderanno le manifestazioni di piazza di allora, dagli avvocati, ai farmacisti, dai tassisti ai giudici).
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Con il governo Berlusconi e con la sinistra all’opposizione, nonostante i buoni propositi iniziali di una nuova fase politica fatta tutta di dialogo post-elettorale, le speranze di arrivare al nocciolo della questione si dileguarono presto. Certo, il buon Silvio ci ha messo anche un po’ di suo con la “salva processi” prima (la norma sul patteggiamento allargato inserita nel Dl sicurezza n.92/2008), l’emendamento Vizzini-Berselli poi (quello che ordina ai giudici di dare “assoluta priorità” ai reati più recenti stabilendo poi la sospensione di un anno dei processi che riguardano reati commessi fino al 2 maggio 2006 ) e da ultimo il “Lodo” ossia la sospensione dei processi per le 5 più alte cariche dello Stato diventato legge lo scorso 23 luglio. L’importante però è essere tornati a parlare di riforma del processo, di quello telematico e di accelerazione dei processi civili e penali; di class action (l’azione risarcitoria collettiva) e fondi “dormienti” del ministero da impiegare per le sedi giudiziarie “disagiate” (dl n.143/08 pubblicato in G.U n.217 lo scorso 16 settembre). Ma per passare dalle parole ai fatti è necessario il dialogo. Lo stesso che negli intenti (poi sempre dissolti), si ripropone ad ogni inaugurazione dell’anno giudiziario. Quegli inviti alle toghe a una maggiore correttezza ed equilibrio nel rapporto con la politica che dal canto suo, però, soffre del controllo alla legalità esercitato dalla magistratura. Una collaborazione fattiva quindi che dia al sistema giustizia più velocità nelle decisioni (e quindi più diritti ai cittadini) e meno costi per lo Stato, costretto da secoli a ripagare le spese per i risarcimenti, legati alla legge Pinto, per l’eccessiva durata dei processi (41,5 milioni di euro dal 2002 al 2006).
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
E si badi bene che il problema non può essere risolto ad una sola stanca e ripetitiva richiesta di incremento delle risorse. Il problema vero è che in Italia una pronuncia di divorzio arriva dopo 582 giorni, una vertenza di licenziamento dopo 696 giorni, un procedimento per inadempimento contrattuale impiega 1210 giorni e in Cassazione un processo civile dura 30 mesi. Come se non bastasse, sono tre milioni i processi civili pendenti e cinque quelli penali ma nel frattempo si “intercetta” (a guardare i dati ufficiali del ministero della Giustizia: 308 milioni spesi nel 2005, 230 milioni nel 2006, comunque in media 280 milioni di euro l’anno). E' da qui che bisogna ripartire per ritrovare il dialogo, perché la lotta tra “caste”, è fatta solo di riforme non fatte, deboli, o di controriforme. Il mix ormai impazzito del nostro sistema giustizia è formato da regole e procedure che sembrano inventate ad hoc per offrire scappatoie ai colpevoli, e condannare la “domanda” di giustizia dei cittadini (ad esempio tutti ricorderanno il giudice, ora Pm a Milano, finito su tutti i giornali perché ha impiegato otto anni a scrivere le motivazioni di una sentenza emessa a Gela). Troppi sono gli orpelli e inutili burocratismi da eliminare se si vuol rendere la giustizia “ragionevole”. Sono questi i nodi da affrontare subito, l’unica possibilità di tirarsi fuori dalle secche di una situazione ormai al collasso.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
Il Guardasigilli Angelino Alfano ci sta provando a portare una boccata di novità. Il processo telematico, dopo la sterzata imposta dalle misure in materia di Giustizia contenute nella manovra d’estate (decreto 112/08) ha avuto una piccola, ma importante accelerazione (dopo la sperimentazione nei Tribunali di Milano, Napoli e Catania, la platea degli uffici giudiziari viaggerà a ritmo di posta elettronica certificata e decreti ingiuntivi on line e si allargherà prima ai Tribunali di Roma, Genova, Catania per poi comprendere tutti entro il 2009). L’articolo 51 del decreto (“comunicazioni e notificazioni per via telematica”) regola infatti la disciplina sulle notificazioni telematiche e sulle comunicazioni nei processi civili, introducendo l’obbligo della posta elettronica. Il Dl 112/08 ha poi modificato l’articolo 18 del codice di procedura civile prevedendo che, se nessuna delle parti compare all’udienza successiva dopo aver “disertato” anche la prima, il giudice ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l’estinzione del processo. Per il penale invece, il decreto sicurezza, con gli articoli 2-bis e 2-ter, ha allargato lo spazio per il giudizio immediato e per quello direttissimo (che prevedono l’esclusione dell’udienza preliminare) riaprendo i termini per il patteggiamento in primo grado, ma cancellandolo invece in appello. Fin qui le novità per così dire “tecniche”.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 5 della discussione
Ma anche sul versante del dialogo, quello politico, almeno sul fronte giustizia, Angelino ce la sta mettendo tutta. I segnali che sono usciti dall’ultimo seminario bipartisan dell’Udc lasciano ben sperare: su celerità dei processi, certezza della pena e imparzialità della magistratura sembra possibile una convergenza tra gli schieramenti ma anche tra gli stessi protagonisti del pianeta giustizia. Un po’ meno per la separazione delle carriere, riforma del Csm e questione intercettazioni. Prove di dialogo insomma, Di Pietro permettendo. Di sicuro è un passo in avanti per ora, quello del Guardasigilli, che ha trovato il placet all’idea di iniziare una riforma per le categorie giuridico-economiche da inserire poi nel più ampio progetto della riforma della Giustizia. Sulla riforma a blocchi per i vari settori dei professionisti si va avanti. Adesso notai, avvocati e dottori commercialisti si preparano per presentare (entro fine mese) propose congiunte al ministro, la “loro” ricetta per snellire la macchina della giustizia. Sono dieci anni che sul punto ci si affanna (gli ultimi a provarci sono stati Vietti e Mastella). Prove di dialogo si diceva, l’importante però è provarci.
-----------------------------------------------------------
Il dibattito sul federalismo che deve venire
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Matteo Villanova Rizzetto
“Svolta epocale”, oppure “riforma delle riforme”. Comunque lo si voglia chiamare il Ddl sul federalismo fiscale, seppur in parte anticipato dalla prossima manovra finanziaria, sarà lungo a divenire esecutivo. C’è chi dice 24 mesi, come il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto, chi auspica in 5 anni, come il presidente della Regione Lombardia Formigoni, e chi infine, come i rappresentanti del sud, sperano in percorso prolungato dal dibattito che si porti a compimento in una decade. Di certo c’è che siamo agli albori della discussione tra le parti politiche e i diversi governatori che lunedì hanno inaugurato il dibattito tecnico in un convegno organizzato dalla Regione Veneto e l’Università di Padova che, come dice il titolo, ha voluto fare “Il punto sul federalismo fiscale”. Mancano però i numeri su cui ragionare concretamente, come evidenziato dalle diverse relazioni tecniche dei costituzionalisti che si sono alternati durante i lavori della mattinata. Abbiamo cioè una bella cornice senza che sia ancora stato dipinto il quadro. “Non abbiamo – secondo l’economista Massimo Bordignon – numeri sensati sulla finanza locale”. Senza i quali diviene decisamente complessa l’operazione di calcolo della “spesa standard” a cui le diverse regioni si dovrebbero attenere per l’erogazione dei servizi. Manca cioè un punto di riferimento per il superamento del sistema basato sulla spesa storica (quello utilizzato fino ad oggi), per indicare a chi sborsa troppo denaro senza produrre servizi sufficienti per i cittadini, quale sarà il limite di costo che potranno avere i diversi comparti dell’amministrazione regionale, dalla sanità, alla scuola, al sociale e così via.
Ciò nonostante il ministro Fitto ha spiegato perché il federalismo non sarà una mazzata per il Sud.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Tre fondamentali garanzie lo rendono un’occasione di rilancio per il Mezzogiorno: “Fondo di perequazione verticale; livelli essenziali uniformi su tutto il Paese (proprio attraverso l’adeguamento della spesa storica ai costi standard); e disponibilità di risorse speciali per le aree deboli”. Il governatore del Veneto Galan, intanto, sottolinea come il federalismo così come va delineandosi non potrà che garantire la nascita di una nuova epoca caratterizzata dalla “responsabilità” degli amministratori locali, soprattutto in virtù delle forti basi concorrenziali virtuose che si verranno a creare tra un territorio ed un altro. Per questo si dice “pienamente fiducioso sul progetto riformatore messo in essere dall’attuale Governo”. “Mi sembra evidente che si stia voltando pagina, in nome della cultura della responsabilità, di cui finalmente si è iniziato a parlare, interrompendo in tal modo un lungo periodo storico nel corso del quale era preferibile passarla sotto silenzio questa parola”. Ciò non toglie che saranno previste forme di perequazione per le Regione più povere. A tal proposito il Governatore Galan ha aggiunto: “Mi sembra altrettanto evidente che non può invocare solidarietà chi non dimostra di meritarla, almeno non sperperando” facendo riferimento alle Regioni del sud. Rispetto ad alcune regioni a Statuto speciale Galan ritiene “indecente che non partecipino anche loro al fondo perequativo. In buona sostanza, a ciascuno in eguale misura non secondo i parametri dei costi storici ma, appunto, secondo costi standard.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
E perequazione solo se necessario”. Insomma, responsabilità di tutti nei confronti dell’intera collettività. Il Presidente del Veneto ha spiegato infine che sul calcolo dei costi standard servirà uno studio approfondito, perché “sono la questione numerica più importante”. Una prima idea sarebbe già stata elaborata per la sanità. “Si e’ pensato - conclude Galan - ad una media tra Lombardia e Veneto, secondo una spesa che in questi anni si è dimostrata virtuosa”. E proprio come modello di virtù si candida il governatore della Lombardia Roberto Formigoni: “Il nostro modello di federalismo sarebbe stato molto meglio di quello prospettato nel Ddl”. Ha dichiarato a margine del convegno. “Il progetto della Lombardia disegnava un federalismo possibile in tempi rapidi. Sapevamo e capiamo molto bene che il Federalismo deve essere accettato da tutte le Regioni e, quindi, ben volentieri accettiamo un cammino a rilento”. Formigoni ha concluso ricordando che “oggi lavoriamo perché questa riforma avvenga veramente con il concorso di tutti in tempi più rapidi di quelli disegnati dal Ddl. A chi parla di 10 anni per l’entrata a regime della riforma io rispondo che sono assolutamente troppi. Noi avevamo proposto 3 anni nel nostro progetto, siamo disposti ad arrivare a 5”. Chiude Galan: “Se lui dice 5, io spero in 4 e mezzo”.
-----------------------------------------------------------
Il braccio di ferro tra la Spagna e la Catalogna
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La regione autonoma tratta con Madrid la sua quota di tributi e tenta di far valere lo statuto del 2006
di Chiara Battistoni
Dal disastro delle Torri Gemelle, l’11 settembre è la data che unisce nel dolore l’intero Occidente. In terra catalana, però, l’11 settembre è storicamente il giorno della Festa nazionale, la Diada, il giorno in cui la Nazione catalana celebra la fine della propria indipendenza. Certo, un dolore diverso dal massacro terroristico, ma pur sempre un profondo dolore che affonda le sue radici nel diciottesimo secolo. Nel 1714, infatti, Barcellona, dopo un assedio di un anno a opera degli eserciti spagnolo e francese e della flotta francese, è costretta a capitolare a Filippo di Borbone, Duca d’Angiò, nuovo re di Spagna col nome di Filippo V. Celebrata anche nell’epoca del franchismo, clandestinamente, la Diada è la festa della Catalogna, la data che ricorda ai catalani quanto lunga e difficile sia la lotta per l’indipendenza, una festa celebrata ovunque in Catalogna, che si annuncia la sera prima con il discorso televisivo del presidente della Generalidad (oggi Montilla) e che si apre il mattino successivo con la cerimonia istituzionale al Parco della Ciutadella e la visita al Parlamento Catalano, aperto per l’occasione ai cittadini. Atipica la Diada 2008, caduta proprio nel mezzo del duro dibattito tra Generalidad e Governo di Madrid; in ballo c’è ancora l’attuazione del nuovo Statuto catalano, quello ratificato il 18 giugno 2006 con referendum popolare. In teoria, entro il 9 agosto, Madrid e la Generalidad avrebbero dovuto dare attuazione definitiva al nuovo assetto fiscale, costituendo il consorzio a cui partecipano pariteticamente le amministrazioni tributarie della Catalogna e dello Stato centrale. In teoria, perché in pratica il dialogo è ancora aperto senza che si sia trovata una soluzione definitiva, generando così malcontento tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione catalana.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Montilla, nel suo discorso serale a reti catalane unificate, ha fatto appello all’unità di tutta la politica catalana, perché si lotti insieme con pazienza e perseveranza, nella consapevolezza della difficoltà del periodo. A giudicare però dalla partecipazione popolare (modesta rispetto agli anni precedenti) e dalle numerose associazioni presenti alla festa sotto l’Arco di Trionfo fermamente contrarie alla linea proposta, la linea unitaria del catalanismo non sembra accendere i cuori locali, così come non sembra scaldare l’animo dei catalani la promessa di Montilla di accettare il “miglior accordo possibile” con Madrid. In gioco, ormai, non c’è solo l’autonomia finanziaria catalana ma quella di tutte le altre comunità autonome spagnole. L’avvio, pur travagliato, degli accordi bilaterali Madrid e Barcellona ha infiammato il dibattito sulla reale autonomia delle comunità, molte delle quali con economie in netta crescita. La partita in gioco è ben più delicata di quanto si possa immaginare e sta riaprendo un dibattito mai sopito, l’opzione federalista per una Spagna centralista, sempre meno adeguata alle aspettative della autonomie. La via dell’accordo bilaterale e della negoziazione concretizzata dallo Statuto catalano in vigore potrebbe dimostrarsi insufficiente per soddisfare le aspettative autonomiste; tuttavia, potrebbe anche essere la strada per una progressiva rivisitazione del sistema devolutivo iberico. Proprio la Commissione mista Stato-Generalidad, in particolare l’agenzia tributaria consorziata, è la sede naturale in cui negoziare il sistema fiscale in funzione delle competenze assegnate e dell’inversione del gettito fiscale statale in ragione dell’evoluzione del Pil catalano. Una partita tutta da giocare, che la crisi mondiale e la contrazione del Pil spagnolo renderà ancor più complessa.
-----------------------------------------------------------
Strage in Finlandia, l’opinione di Carlo Stagnaro
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Facile accusare armi e YouTube
di Stefano Magni
Due stragi in meno di un anno nella pacifica Finlandia. Dopo l’omicidio di 9 studenti di una scuola di Jokela, questa volta è toccato a un istituto professionale immerso nel silenzio dei boschi in quel di Kauhajoki, nell’Ovest del Paese. La paura peggiore per uno studente, in quel luogo, era fino a ieri costituita dalla prospettiva di un compito in classe. Proprio durante una temuta verifica su foglio protocollo, un giovane a volto coperto ha fatto irruzione in un’aula sparando a bruciapelo. Poi ha tentato di dar fuoco alla struttura. E infine si è sparato alla testa, morendo poche ore dopo in ospedale. I circa 200 tra studenti e professori sono stati prontamente evacuati, ma 10 sono rimasti sul terreno e 9 sono ricoverati. L’assassino, Matti Juhani Saari, 22 anni ed ex allievo dell’istituto, solo il giorno prima, era stato fermato e interrogato dalla polizia per alcuni inquietanti video che aveva postato su YouTube. Dove, se proprio non annunciava il suo progetto, almeno faceva capire di che pasta fosse fatto: mentalmente instabile e bravo a sparare. La polizia locale, però, non ha ritenuto che vi fossero gli estremi per sequestrargli la pistola o revocargli il porto d’armi. Il ministro dell’Interno Anne Holmlund ha ammesso il gravissimo errore delle forze dell’ordine a poche ore dalla strage. Ma subito sono iniziate le analisi condite di sociologismo: troppe armi in giro per il Paese e, peggio ancora, troppi cattivi maestri che parlano liberamente su YouTube sarebbero all’origine della strage. Sul banco degli imputati, insomma, finiscono sempre due libertà: quella di espressione (su Internet) e quella di portare armi.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
La Finlandia è il Paese con la più alta diffusione di armi leggere in tutta Europa e il terzo nel mondo, dopo Stati Uniti e Yemen. Ma gli omicidi con armi da fuoco sono rari: appena il 14% dei casi, in un Paese già caratterizzato da bassi tassi di criminalità. “La strage in Finlandia è una tragedia. Ma come tutte le tragedie è un evento eccezionale e può avvenire ovunque: è ancora fresca la memoria di un massacro simile anche in Germania, dove pure la regolamentazione del porto d’armi è molto rigida” - spiega Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento “Ecologia di mercato” dell’Istituto Bruno Leoni e autore di numerosi articoli sul diritto a portare armi - “Il tasso di violenza armata, in Finlandia, è comunque molto basso. E quando dobbiamo giudicare un sistema, dobbiamo tenere conto soprattutto della sua condizione di normalità, non degli eventi eccezionali. La critica alla libertà di portare armi, inoltre, avrebbe avuto senso se la strage fosse stata causata da un raptus improvviso. Ma il serial killer di Kauhajoki aveva preannunciato le sue intenzioni. E su un’azione omicida premeditata non c’è legge o regolamento che tenga: se l’assassino non compra un’arma legalmente, la può comunque ottenere sul mercato nero. Perché in Italia, forse, non ci sono omicidi con armi possedute illegalmente?”.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
YouTube cattivo maestro? “Onestamente no” - rispode Stagnaro - “Perché, prima di tutto, vorrei proprio vedere una statistica che dimostri la crescita di atti di violenza al crescere della diffusione di YouTube. In Italia, per esempio, il tasso di omicidi è in continua decrescita, da anni”. E anche in Finlandia, dopo un’escalation negli anni ‘90, in tutti gli anni 2000 (gli anni di YouTube sono dal 2005 in poi) il numero degli omicidi è relativamente stabile. “Ma anche vi fosse un aumento di casi di omicidio... cosa c’entra l’informazione su Internet?” - si chiede Stagnaro - “Il Web è comunque uno strumento neutrale. Propone tanti esempi negativi e altrettanti positivi. Alla fine è sempre l’utente che sceglie cosa guardare. Ed è in ultima analisi l’utente che sceglie cosa fare. Esiste il buon selvaggio? Esiste l’uomo che, privo di esempi, si comporta istintivamente bene con i suoi simili? Caino non aveva cattivi maestri, ma ha ucciso comunque Abele, senza bisogno di guardare YouTube”.
-----------------------------------------------------------
Lotta alla camorra - Non solo repressione
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Arturo Diaconale
Il fuso orario deve aver fatto un brutto scherzo a Walter Veltroni. Di ritorno da New York il segretario del Pd ha contestato il governo per gli arresti domiciliari che erano stati concessi al camorrista accusato di aver di fatto partecipato al sanguinoso raid contro i senegalesi di Castel Volturno. Ed ancora una volta ha perso una ottima occasione per restare zitto. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni non ha avuto alcuna difficoltà a spiegargli che la decisione di concedere gli arresti domiciliari spetta alla magistratura e non all’esecutivo. Naturalmente nessuno mette in discussione che Veltroni conosca regole e diritto e che la sua sia stata una semplice sortita propagandistica. Ma l’aspetto più inquietante della vicenda non è che il segretario del Pd cerchi di strumentalizzare la strage avvenuta in provincia di Caserta. È che, su una questione importante come quella della massiccia presenza della camorra su una parte sempre più ampia del territorio nazionale, il leader del Pd non sia in grado di esprimere null’altro che la solita e scontata strumentalizzazione politica. Nessuno, ovviamente, pretende di avere da Veltroni la soluzione in grado di compiere il miracolo della cancellazione della presenza della camorra dalla Campania e dal Lazio meridionale. Ma mentre su questo punto la linea del governo appare chiara e netta, quella dell’opposizione risulta assolutamente inesistente. L’esecutivo punta a privilegiare da un lato l’aspetto repressivo attraverso il massiccio impiego delle forze di polizia e dall’altro a riportare anche visivamente lo stato sul territorio con l’impiego delle Forze Armate.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Contro questa linea si possono muovere critiche di ogni genere. Ma non si può sostenere che il governo non abbia compiuto una scelta precisa su come combattere la criminalità organizzata. L’opposizione in genere ed il Pd in particolare, invece, sembrano brancolare nel buio. Non è in grado di rilanciare quella strategia della mobilitazione della società civile contro le collusioni tra la camorra e la mafia e la classe politica per la semplice ragione che in Campania, da oltre quindici anni, la classe politica al potere è espressa dai partiti della sinistra. Non ha la forza per compiere una radicale autocritica e tagliare i rami secchi dal proprio albero per il timore di rimanere totalmente potato. E non ha la fantasia per offrire al governo la propria adesione alla linea repressiva sollecitando la maggioranza a considerare tra le emergenze primarie quella della lotta alla mafia, alla camorra ed alla ndrangheta. Ancora una volta, in sostanza, il comportamento di Veltroni denuncia l’evanescenza dell’opposizione. Ed ancora una volta proprio l’assenza di un confronto dialettico tra Pdl e Pd su una questione di grande interesse nazionale impone alle componenti più avanzate e responsabili del centro destra di svolgere le funzioni di una opposizione costruttiva.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
E mettere in guardia il governo dalla semplicistica convinzione che sia sufficiente aumentare i presidi di polizia ed inviare qualche soldato per riportare l’autorità dello stato sui territori controllati dalla criminalità. Intendiamoci, la repressione è indispensabile. Ma non basta. Bisogna recidere i legami tra le organizzazioni mafiose e camorristiche ed i settori corrotti delle amministrazioni locali. E questo può avvenire non solo attraverso il massiccio potenziamento delle strutture investigative ma anche con una serie di efficaci politiche sociali su cui conquistare il consenso della maggioranza della popolazione. Non si tratta di obbiettivo facile. Ma, come la rimozione dell’immondizia a Napoli, si tratta di un obbiettivo da perseguire ad ogni costo. La ripresa del paese passa anche attraverso la lotta vincente alla criminalità organizzata. Berlusconi, che lo sa, è chiamato a compiere anche questo miracolo.
-----------------------------------------------------------
Bagnasco ed i clandestini
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
di davide Giacalone
Il cardinale Bagnasco non ha ricordato che, secondo la dottrina cristiana (ed anche secondo il buon senso), siamo tutti fratelli, ha detto una cosa più precisa e significativa: sono nostri fratelli anche gli immigrati clandestinamente, che si trovano da irregolari nel nostro Paese. Dal punto di vista religioso, dunque, non ha fatto che ribadire l’ovvio, ma dal punto di vista politico l’affermazione è dirompente. E se metto in evidenza la politicità di quelle parole non è certo per criticarne l’“ingerenza”, come conformisticamente e ripetitivamente fanno molti laici, giacché, da laico, non ho alcun problema a contestare le tesi delle gerarchie, ma neanche a convenire.
Un Paese non può accettare che sul proprio territorio vi siano presenze irregolari, ma non può pensare di definire irregolari le presenze nelle proprie famiglie. Quando questo capita, ed a noi capita, vuol dire che l’errore sta nel modo in cui si è regolata e controllata la faccenda. Quando capita che dei malavitosi italiani facciano strage di un gruppo d’immigrati, neri, può essere vero, ed anche probabile, che si tratti di uno scontro fra gruppi criminali, ma se non possono essere tollerate le reazioni del giorno dopo, da parte della comunità immigrata, neanche si può pensare che la causa del crimine sia la loro presenza. No, la causa è la perdita di sovranità a favore della camorra, che ha indebolito lo Stato, quando, in quelle zone, non lo ha annientato.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Quando due italiani ammazzano un nero, a Milano, può ben darsi che si tratti di un omicidio “normale”, senza alcuno sfondo razzista, ma come tale merita d’essere comunque punito con pene severe, senza cercare attenuanti nel disagio che quelle presenze straniere provocano, e senza consentire ai connazionali del defunto di manifestare contro gli “italiani”.
Ecco, di fronte a questi ed altri problemi, più volte la politica è scappata, ed è questa fuga a far prosperare l’equivoco. Un esempio: è in alcune zone del nord che maggiormente c’è bisogno di manodopera a basso costo, d’immigrati, ma è nelle stesse zone che si raccolgono i consensi contro l’immigrazione. Rispetto a questo rimpiattarsi dietro frasi di comodo, almeno Bagnasco ha avuto il coraggio di schierare la chiesa. Noto che i quotidiani più vicini al centro destra, quindi quelli che, nella vulgata semplicistica, dovrebbero essere anche più corrivi ai messaggi della conferenza episcopale, relegano la notizia nelle pagine interne e ne occultano la parte relativa agli immigrati. Segno che il cardinale ha messo il piede su un nervo scoperto.
-----------------------------------------------------------
Una finanziaria con molte novità e una buona dose di coraggio
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Pietro Maria Paolucci
Una legge finanziaria di 11 Miliardi di Euro, leggera rispetto a quelle degli anni precedenti. Dovrebbe accontentare i vari gruppi “sociali” della società italiana. Il Governo sembra essersi sforzato di prevedere solo tabelle e il tutto dovrebbe servire a registrare gli effetti della manovra triennale varata per decreto prima dell’estate.
Due i provvedimenti fondamentali: il primo riguarda la riduzione dell’Ici sulla prima casa; il secondo la distribuzione di 150 Euro per coloro i quali non hanno reddito da lavoro a sufficienza per usufruire degli sgravi fiscali. Inoltre, premia sia gli imprenditori con la riduzione dell’ Ires e dell’Irap che i ceti “deboli” con l’aiuto per l’edilizia popolare, gli affitti e la distribuzione di 150 Euro. Tre articoli e cinque tabelle che recepiscono gli effetti della manovra triennale. Il provvedimento contiene inoltre le risorse per il rinnovo del contratto degli statali, impiegando risorse pari a tre miliardi di euro. Ancora: il governo avrebbe rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil.
Una Finanziaria di soli tre articoli, dunque, che non apporta nessuna ulteriore manovra sui conti dopo quella già varata con il decreto prima dell'estate e pari a 16,46 miliardi (lordi) di euro per il 2009. In linea con le revisioni dei più importanti organismi nazionali e internazionali (da Confindustria all'Ocse), il governo ha ritoccato al ribasso le stime di crescita del Pil fissate nel Dpef: dallo 0,5% allo 0,1% per il 2008 e dallo 0,9% allo 0,5% per il 2009. Slitta il pareggio di bilancio: se nelle precedenti stime era previsto il raggiungimento di questo obiettivo nel 2011 (con un deficit allo 0,1%, per avere poi deficit zero nel 2012), nell'aggiornamento al Dpef questo rapporto tra deficit e Pil (0,1%) è previsto nel 2012, mentre il deficit zero ora è stimato per il 2013. Già a partire dal 2009 è previsto un leggero peggioramento del deficit: 2,1% contro il 2% delle stime precedenti; nel 2010 l'indebitamento sarà invece all'1,2%. Insomma un impatto di 31 mld tra il 2009 ed il 2011 per tentare di raggiungere gli obiettivi concordati con Bruxelles e cioè azzeramento del deficit e abbassamento del debito pubblico.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
I vincoli della decisione di bilancio sono essenzialmente due. Il primo, stabilito dalla nuova Costituzione europea, implica un bilancio in pareggio (o leggero avanzo) e ammette uno squilibrio tra entrate e spese che, in ogni caso, non deve superare il 3 per cento del Pil (oltre ad un livello del debito pubblico che deve tendere verso il 60 per cento, sempre in termini di Pil). Il secondo, fissato dall'articolo 81 della Costituzione italiana, impone al legislatore, quando definisce nuovi fini pubblici, di reperire contestualmente i mezzi per farvi fronte.
I vincoli si riferiscono a tutta la pubblica amministrazione (che comprende, oltre allo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e tanti altri enti pubblici, tra cui anche le aziende sanitarie locali). Ciascuno di questi enti approva autonomamente il proprio bilancio e, dal loro consolidamento, operato dall'ISTAT, derivano i dati relativi all'insieme. Il Parlamento approva il bilancio dello Stato, che resta quello più importante anche se, con l'attuazione del federalismo, molte funzioni (e le relative spese ed entrate per farvi fronte) sono o saranno trasferite ai bilanci degli altri enti territoriali.
Ora sembra che tutto lo sforzo del governo si collochi in un contesto teso al miglioramento dei conti pubblici secondo gli impegni assunti in sede europea. Sotto il profilo qualitativo della manovra di contenimento il Governo, nel recente Documento di programmazione economico-finanziaria ha ritenuto necessario evitare che la pressione fiscale aumentasse. Conseguentemente è stata disposta una rigorosa politica di contenimento della spesa, con particolare riferimento a quella corrente primaria. In tale direzione si collocava il decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, con il quale sono state emanate disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria e sono stati previsti contenimenti delle spese finali con riferimento alle diverse missioni, in presenza, tuttavia, di un più ampio margine di discrezionalità per i Ministri, nella decisione politica, di allocazione delle risorse stesse nei programmi di spesa di loro pertinenza. E proprio questo è il campo dove si dovrà verificare la bravura dei ministri: non solo slogan, ma allocazione severa e reale delle spese, senza sprechi o guarentigie particolari.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Sull'impostazione del bilancio per "missioni" e "programmi" si imperniano le disposizioni innovative sulla formazione del bilancio a legislazione vigente, proprio quelle che il Presidente Napolitano ha richiesto come necessarie, recate dal suddetto decreto legge n. 112 del 2008. Per il raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio nell'anno 2011, le dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero sono state ridotte per gli importi di cui all'elenco n. 1 allegato al decreto legge n. 112. In tal modo, in sostanza, è stata stabilita una procedura che ha modificato il processo di definizione delle previsioni di bilancio, atteso che si è fissato una sorta di plafond a disposizione di ogni Amministrazione, in modo che ciascuna di esse possa articolare l'attività propositiva ripartendo le risorse a disposizione, per ciascuna missione, tra i relativi programmi di spesa ritenuti prioritari. Viene meno, pertanto, il procedimento finora seguito che prevedeva la rappresentazione delle esigenze finanziarie da parte delle Amministrazioni, in forma di proposta. Resta ferma la revisione a cura del Ministero dell'economia e delle finanze, per la verifica della compatibilità con gli obiettivi di finanza pubblica. Ora i detrattori saranno sicuramente moltissimi, ma forse oltre alle critiche, bisognerebbe riconoscere a questo governo almeno una buona dose di coraggio.
-----------------------------------------------------------
La Cina è travolta dallo scandalo ma in Italia per ora si può star tranquilli
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Emiliano Errico
Alcune riflessioni e qualche chiarimento necessario sulla melamina. Sostanza chimica sconosciuta ai più fino a pochi giorni fa, tanto da essere confusa per dabbenaggine o lapsus linguae con l’innocua melanina, in realtà sta mettendo in serio imbarazzo la Cina. Oltre a gettare nel panico (e nei casi peggiori, per fortuna rarissimi, nel lutto) migliaia di famiglie.
A un mese esatto dalla fine delle Olimpiadi, quella del latte contaminato è la prima, vera, grande notizia che, da Pechino, è arrivata sulle prime pagine di tutto il mondo. Uno smacco terribile per la Cina, dopo le luci stroboscopiche (e in parte fuorvianti) dei Giochi. Improvvisamente, è stata riaperta la valigia dei cattivi pensieri sulla patria del falso e della contaminazione e si è tornati ai pregiudizi di un anno fa, quando si parlava di Cina solo per i dentifrici Colgate taroccati o per i giocattoli Mattel difettosi.
Le autorità cinesi, davanti alla gigantesca emergenza, hanno agito secondo un copione ormai collaudato. A lungo, e sapientemente, hanno oscurato la notizia, in circolo già dalla fine dello scorso anno. La parola d’ordine era salvare l’onor di patria, almeno fino alla conclusione delle Olimpiadi.
Poi, ignorare il problema sarebbe stato impossibile. La prima comunicazione ufficiale è dell’11 settembre. Da quel momento, il governo si è mosso con prontezza e fermezza. Ha istituito una commissione di inchiesta, ha fatto scattare diversi arresti, ha sequestrato tonnellate di latte incriminato, il premier Wen Jiabao è andato in ospedale dai bambini malati a proclamare solennemente che le spese mediche saranno a carico dello Stato.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Intanto, la AQSIQ (acronimo complicato, che sta per China’s General Administration of Quality, Supervision, Inspection e Quarantine: una specie di Autorità dei prodotti alimentari) ha intensificato i controlli.
Come spiega Daniele Barbone, direttore di Bpsec, azienda italiana che certifica se quello che importiamo dalla Cina è conforme o no alle norme europee, “su 175 aziende che in Cina producono latte in polvere, l’autorità di controllo ne ha passate al vaglio 109. Quelle coinvolte nello scandalo sono 22”. La più illustre è la Sanlu, un colosso del settore. “Al momento – prosegue Barbone – 19 suoi dirigenti sono indagati, il presidente si è dimesso, sono state presentate scuse pubbliche al popolo cinese e persino ai cugini di Taiwan”.
In generale, le aziende finite nella lista nera della AQSIQ, hanno ammesso le loro responsabilità: “Alcune hanno fatto sapere di aver distrutto il latte contaminato, altre hanno accettato di risarcire le famiglie danneggiate. Quasi tutte le compagnie hanno messo in rete i risultati dei test fatti al proprio interno. In pratica, si sono autoaccusate. Solo una ha preferito oscurare il suo sito”.
Ma come è stata possibile una contaminazione su così larga scala? Uno degli arrestati ha confessato di aver venduto sacchi di melamina alle 22 aziende sotto inchiesta. L’immagine che ci è stata presentata è di gente senza scrupoli o contadini strozzati dai costi di produzione, che allungano con la melamina il latte, per aumentarne il valore proteico.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Il discorso, in realtà, è molto più complesso e, persino, più inquietante. Sempre Barbone ci viene in soccorso. “L’utilizzo più conosciuto della melamina è quello nell’industria chimica per realizzare colle o contenitori di plastica. Su questo punto, non ci sono controindicazioni o rischi di tossicità. Ma la melamina viene usata in modo fraudolento per realizzare fertilizzati o aumentare l’apporto di azoto (quindi di proteine) nei mangimi per animali da allevamento o nel cibo per cani e gatti. E, ancora una volta, fino a pochi anni fa nessuno aveva mai evidenziato pericoli in questo uso specifico”.
Finché negli Stati Uniti e in Canada, tra il 2005 e il 2006, i veterinari lanciarono l’allarme davanti a un numero esagerato di cani, gatti e bovini morti per insufficienza renale (10mila). La causa era la stessa: “La presenza di melamina nel cibo di questi animali, proveniente dalla Cina”.
Venne così sancita la tossicità della melamina. Ma solo per gli animali. “Esatto, persino gli studi più aggiornati (magari dopo questa triste vicenda saranno rivisti, ndr) mostrano una pericolosità molto limitata per l’organismo umano. E soprattutto la tossicità della melamina dipende dal peso della persona”. In altre parole, il rischio effettivo di insufficienza renale (nei casi peggiori fino alla morte) è solo per neonati e bambini. Tant’è vero che, finora, non c’è notizia di adulti ammalati, seppure tracce di melamina siano state trovate anche nel latte liquido e nei derivati.
Ma, in definitiva, come è finita la melamina nel latte di 22 case produttrici cinesi? “L’adulterazione volontaria è una delle cause. Ma è più probabile che le mucche da latte abbiano mangiato mangime alla melamina. Oppure, fenomeno forse ancora più grave, sono venute a contatto (tramite il foraggio, ad esempio) con acque reflue contaminate delle industrie chimiche che lavorano la melamina”. Acque che naturalmente avrebbero dovuto essere depurate. E qui sfioriamo un’altra voragine nello sviluppo a due cifre della Cina: la (mancata) difesa dell’ambiente.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
C’è poi un’altra falla in questa filiera - al negativo - della adulterazione del latte. Chi doveva controllare si è girato dall’altra parte. “Vigilare è compito della AQSIQ. Ha 30mila dipendenti, sparsi in tutte le province, e laboratori al passo coi tempi, li ho visitati. Ma, di fronte alle dimensioni sterminate del mercato cinese, qualcosa inevitabilmente sfugge ai controlli. Senza dimenticare la logica della produzione di massa imposta dal partito comunista cinese, che punta a sfamare più persone nel minor breve tempo possibile. Questo danneggia la qualità”.
Poi c’è la corruzione dilagante. Il responsabile della AQSIQ si è dimesso pochi giorni fa. Ma il suo predecessore, lo scorso anno, venne condannato a morte per aver intascato 850mila dollari di tangenti da 8 case farmaceutiche.
Rimane solo da chiarire un punto. Esistono rischi per i mercato estero e, in particolare, per l’Italia? Dopo che anche la svizzera Nestlé ha ritirato il suo latte da Hong Kong c’è poco da stare tranquilli. “Intanto diciamo che il latte della Nestlé consumato in Cina viene prodotto da aziende locali - spiega Barbone – La casa madre ha una responsabilità a monte, come avvenne per i giocattoli difettosi della Mattel. Ma non c’è possibilità che quel latte esca dalla Cina. In Europa, poi, i pericoli sono praticamente inesistenti. Per noi è impossibile esportare prodotti freschi in Cina ma lo stesso divieto vale per i cinesi. Piuttosto dovremmo preoccuparci di altri prodotti, che arrivano in Italia”. Quali? “I pomodori, ad esempio. Un quarto di quelli che, sotto forma di concentrato, consumiamo in Italia proviene dalla Cina” Potremmo imbatterci in passate alla melamina? “No, non è solubile nel pomodoro”.
Possiamo stare tranquilli, dunque. Intanto, però, in Cina girano via sms catene di Sant’Antonio, che invitano a non mangiare anche gelati, mini cornetti, M Snickers. E in Corea del Sud hanno annunciato di aver trovato melamina nel mangime per pesci!
-----------------------------------------------------------
Ahmadinejad sfida l'Onu e attacca Stati Uniti e Israele
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
di Luca Meneghel
È il più inseguito da giornali e televisioni, e il suo discorso è quello che puntualmente porta alle stelle audience e polemiche. Parliamo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, giunto a New York per parlare al mondo in occasione della 63ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo scorso anno, più che il discorso all'Onu fece discutere la sua partecipazione a una conferenza organizzata dalla Columbia University. Questa volta niente inviti accademici, ma l'attenzione sulle parole del presidente resta altissima.
Il motivo di tanta considerazione è che Ahmadinejad con i media ci sa fare. Il presidente è riuscito a far parlare di sé ancor prima di partire per gli Stati Uniti, con una conferenza stampa a Teheran in cui ha bersagliato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e Israele. "Lasciate che approvino nuove sanzioni, così potremo ringraziare Allah" ha dichiarato Ahmadinejad: "Le sanzioni mostrano la debolezza di coloro che le approvano". Immancabile, poi, la questione ebraica: "Non solo l'idea della grande Israele è morta" ha annunciato – riprendendo un'affermazione del premier israeliano Olmert – "ma è morta l'idea stessa di un Paese chiamato Israele". In chiusura, una "sfida" ai candidati per la Casa Bianca: "Sono pronto ad un dibattito televisivo con i due candidati presidenziali".
Atterrato a New York, Ahmadinejad ha trovato nel "Los Angeles Times" un nuovo palcoscenico. Intervistato da Richard Boudreaux, il presidente iraniano è tornato a parlare a tutto campo: sulla la crisi finanziaria mondiale, causata dalle guerre di Bush; sulle prossime elezioni americane – "Qualunque governo americano giunga al potere deve cambiare l'attuale approccio politico"; e infine, ancora una volta, sull'Olocausto: "Se siamo d'accordo e accettiamo che certi eventi (l'olocausto, ndr) sono accaduti realmente durante la seconda guerra mondiale, bene… Dove sono accaduti? In Germania, in Polonia… Che cosa c'entra con i palestinesi?".
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
Parole seguite dalle consuete proteste. Per dare il "benvenuto" ad Ahmadinejad, lunedì alcune associazioni ebraiche hanno portato davanti al Palazzo di Vetro oltre 3000 manifestanti: tra di loro il dissidente sovietico Natan Sharansky, che ha paragonato il presidente iraniano ai dirigenti comunisti dell'URSS, il premio Nobel per la Pace Elie Wiesel e la speaker della Knesset Dalia Itzik. Alla manifestazione avrebbero dovuto partecipare anche Hillary Cinton e Sarah Palin: ma dopo il rifiuto della prima – che temeva strumentalizzazioni per la presenza della candidata repubblicana alla vicepresidenza –, gli organizzatori hanno ritirato gli inviti alle personalità politiche. Ieri, invece, a protestare sono stati i dissidenti iraniani: l'accusa ad Ahmadinejad – confermata da Stop Child Executions Campaign – è quella di detenere 130 bambini in attesa di giudizio, mentre sei sarebbero già stati impiccati.
Il momento di Ahmadinejad è giunto nella sessione pomeridiana dell'Assemblea Generale, poche ore dopo il discorso del nemico giurato George W. Bush. Giacca grigia e camicia bianca, il presidente iraniano ha aperto il suo discorso con fare messianico, appellandosi a Dio – "Dio ci darà gli ordini a cui dobbiamo attenerci" e alla giustizia – "il valore chiave dell'umanità". Nel mezzo – con grande compostezza – lancia fendenti contro tre obiettivi: l'Onu e il suo Consiglio di Sicurezza, gli Stati Uniti, i "sionisti assassini".
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Il primo riferimento agli Stati Uniti, non troppo velato, arriva per mezzo di un ammonimento: "Alcuni leader della terra sono egoisti". Egoisti, ma anche immorali e bugiardi: qualità che – insieme al "materialismo" che sottrae "all'obbedienza a Dio" – impediscono la diffusione della giustizia. Quando poi dal generale si passa al particolare, il presidente iraniano non le manda a dire: "Chi ha invaso l'Iraq dovrebbe vergognarsi di quello che ha fatto" dichiara Ahmadinejad, evidenziando come non vi sia "alcun rispetto per la vita degli iracheni". Ma ad essere messa sotto accusa è l'idea stessa alla base dell'invasione statunitense: secondo Ahmadinejad, non solo l'Iraq è stato attaccato "sulla base di falsi pretesti", ma "dittatura" non è quello che gli Stati Uniti intendono con questo termine. Non manca, infine, una denuncia per i bombardamenti di Washington sulla popolazione afgana.
Le guerre americane, nelle parole del presidente iraniano, sono un modo per allacciarsi al secondo grande tema: l'Onu e il Consiglio di Sicurezza. In occasione delle guerre del nostro tempo, il Consiglio di Sicurezza ha mostrato tutta la sua inutilità: tanto per "le vittime afgane" quanto per i "popoli africani sottomessi", insomma, l'Onu non ha potuto intervenire. Il perché – sottaciuto – è chiaro: gli Stati Uniti, nell'ottica di Ahmadinejad principali responsabili dei mali del mondo, fanno parte di quel Consiglio. Ad essere attaccata, però, è anche un'altra branca delle Nazioni Unite: l'Agenzia Atomica, incaricata di monitorare lo sviluppo dell'uranio proprio in Iran.
Ahmadinejad, con fare beffardo, ricorda che vi è una "proliferazione di armi di distruzione di massa": ad esempio quelle usate da Washington su Hiroshima e Nagasaki, alle quali "nessuna Agenzia ha prestato attenzione". A ben vedere, continua il presidente, gli Stati Uniti non sono contrari allo sviluppo delle armi, quanto piuttosto "allo sviluppo delle Nazioni": un modo per ribadire davanti al mondo gli intenti pacifici del proprio programma di arricchimento dell'uranio. Sul tema, Ahmadinejad ostenta la consueta fermezza: "L'Iran è per il dialogo, ma non ha mai risposto a richieste illegali" – come quelle di sospendere l'arricchimento dell'uranio. A dover essere disarmate sono piuttosto altri Paesi: a tal proposito, Ahmadinejad si è spinto a chiedere la formazione di comitato ad hoc in seno alle Nazioni Unite.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 4 della discussione
La chiusura, come da copione, è lasciata al tema più caro al presidente: Israele e i sionisti. Ahmadinejad non si riferisce direttamente a Tel Aviv: parla piuttosto di un regime contro i diritti dei palestinesi (Israele), e di una rete di sionisti assassini che "continuano a dominare un aspetto importante della vita delle persone: l'economia". Da parte iraniana, sul tema in questione, nessun passo avanti: gli ebrei continuano ad essere visti come i dominatori dell'economia e della politica mondiale. Ahmadinejad dice di trovare mostruoso che i leader mondiali si rechino in Israele e ci collaborino economicamente: grandi Paesi, secondo il presidente, continuerebbero "a rispondere agli interessi di un piccolo gruppo di persone". La rete sionista, appunto: quella di cui l'Iran "non vuole essere schiavo". E se questo è Israele, Teheran non può che "sostenere la resistenza palestinese": l'idea è quella di un "referendum", perché i residenti nei Territori possano esprimere liberamente la propria volontà.
Prima dei saluti, Ahmadinejad torna a farsi messianico. Secondo il presidente, "l'impero americano è giunto alla fine": più che una profezia, da parte di Teheran suona come un auspicio. Ma Ahmadinejad ha finito il suo tempo, e ora viene quello delle polemiche. Tra i primi a denunciare gli attacchi antisionisti figurano l'Anti-Defamation League, il Simon Wiesenthal Center e il candidato democratico Barack Obama. Il presidente israeliano Peres, invece, fa notare come ogni anno Ahmadinejad si spinga un po' più in là: "Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite, un capo di Stato ha sostenuto apertamente e pubblicamente le brutte e oscure accuse contenute nei Protocolli dei Savi Sion". Un falso acclarato pubblicato in Russia nel 1903, secondo cui i sionisti avrebbero piani per il dominio del mondo. Un falso, appunto: ma questo gli iraniani non devono saperlo.
-----------------------------------------------------------
Perché le Coop sono finite nel mirino di Bruxelles
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
di Giovambattista Palumbo
Sono incompatibili con il mercato comune gli aiuti concessi dagli Stati mediante risorse che, favorendo talune imprese, falsino o minaccino di falsare la concorrenza. Il commissario europeo alla concorrenza, Noelie Kroes ha, a tal proposito, recentemente chiesto delucidazioni in merito ai vantaggi fiscali di cui beneficiano le cooperative italiane.
In particolare le perplessità comunitarie riguardano la compatibilità delle agevolazioni fiscali a favore delle Coop in campo bancario e nella grande distribuzione, soprattutto alla luce di due discriminanti fondamentali: l’appartenenza alla categoria delle PMI, ovvero delle imprese che impiegano meno di 250 persone e che hanno un fatturato annuale non oltre i 50 milioni di euro e la sussistenza o meno del carattere di (effettiva) mutualità, nel senso della realizzazione dei redditi esclusivamente con i membri della medesima cooperativa.
Secondo la Commissione UE, dunque, la deduzione dal reddito imponibile degli utili accantonati alle riserve indivisibili sembra proprio un aiuto di stato, così come il prestito sociale, ossia la riduzione fiscale sugli interessi versati ai membri per depositi a breve termine e la deducibilità dei ristorni.
Secondo la Kroes deve essere garantito il giusto equilibrio tra la tutela delle cooperative e l’interesse del consumatore, nel senso di evitare distorsioni della concorrenza sul mercato al dettaglio.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 2 della discussione
A tal fine, continua il Commissario, se devono essere tutelate e conservate le riduzioni fiscali a vantaggio delle cooperative mutualistiche o che si giustificano in vista del perseguimento di obiettivi sociali, vanno invece senz’altro escluse le agevolazioni fiscali a vantaggio delle grandi cooperative, concorrenti dirette delle imprese commerciali tradizionali. In questo senso risulterebbero dunque incompatibili le agevolazioni a favore delle cooperative della grande distribuzione, anche considerato che questo tipo di cooperative realizzano utili anche tramite attività con non membri e hanno un comportamento sul mercato analogo a quello delle imprese lucrative.
La concessione di aiuti di Stato potrebbe determinare quindi una disparità di trattamento tra le imprese di uno Stato membro beneficiarie delle agevolazioni e quelle degli altri Stati (ma anche dello stesso Stato) e potrebbe falsare la concorrenza tra le imprese del mercato comune.
La Corte di Giustizia della Comunità Europea ha più volte chiarito, del resto, che la normativa sugli aiuti di Stato intende evitare che eventuali vantaggi, concessi sotto varie forme dalle pubbliche autorità, favorendo determinate imprese o determinati prodotti, alterino la libera concorrenza, pregiudicando il buon funzionamento del mercato comune.
Forse anche alla luce di tali rilievi si possono comprendere allora le recenti azioni del Governo, come quelle relative all’innalzamento dell’aliquota fiscale sui rendimenti del prestito sociale (dal 12,5% al 20%) e come l’incremento della pressione fiscale sull’Ires, mediante la riduzione della quota dell’imponibile esente.
>>Da: Carlotta3691
Messaggio 3 della discussione
Nel tentativo di riportare le cooperative di grande dimensione ad una mutualità effettiva che sembra ormai perduta, la manovra d’estate ha poi previsto la destinazione del 5% dell’utile netto annuale al fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti. Si spera dunque che, sia per ragioni di equità fiscale che di stimolo della concorrenza, si realizzino, finalmente, condizioni di libero mercato, in cui le imprese siano assoggettate alle stesse regole, senza godere di vantaggi ingiustificati.
Robin Hood colpisce ancora!
-----------------------------------------------------------
La sinistra campione di tolleranza..
>>Da: castorina
Messaggio 4 della discussione
«Maledizioni» e messaggi di odio su Forzaitalia.it. Furio Colombo: si fa un piacere al premier
Sul sito azzurro gli insulti a Silvio
Palmieri, responsabile della comunicazione elettorale: Berlusconi conosca violenza verbale che lo circonda
ROMA - Messaggi apocalittici: «Il vostro padrone sarà concime per i vermi e voi sparirete dalla faccia della terra». Previsivi: «Tra breve si aprirà un nuovo fronte giudiziario, e allora...». Recriminatori: «La colpa è di Togliatti, vi doveva uccidere tutti quando ne aveva l'opportunità» (firmato: Volante Rossa). Minacciosi: «Fatti processare o ti veniamo a prendere». Soprattutto: molti, moltissimi. Pubblicati non da oppositori, ma dal sito ufficiale di Forza Italia, nell'apposito spazio «Sinistra tolleranza». Unica avvertenza, i messaggi «banalmente offensivi» vengono censurati. Ciò non toglie che il campionario di insulti e minacce sia vasto. Ma la gran parte sono auspici sulla fine del Cavaliere.
I mittenti non si fanno illusioni sulla possibilità di sconfiggerlo politicamente. Però, scrive Nicola, «per fortuna il duce che ci opprime è vecchio». Nando specifica: «Ha i giorni contati». Un anonimo che si firma «Mi fate schifo» chiosa: «Me lo sento, morirà presto». Un omonimo che si firma «Silvio Berlusconi»: «Finirà come Mussolini». Bruno: «In effetti impiccarlo per i piedi sarebbe il massimo». «Democratica»: «Un impegno concreto/ Silvio a Piazzale Loreto!». Ivo: «Non auguro al vostro capo di morire subito, ma di prendere un ictus e restare paralizzato senza potersi muovere né parlare». Segue una serie di interventi sul tema dell'ictus e varie malattie. Alcuni, più esigenti: «Bruciarlo vivo». Altri, più specifici: «Bruciarlo vivo lentamente ». Ennio: «Prego Bin Laden e Al Qaeda che ce ne liberi». Max corregge: «Voglio vederlo in catene supplicare pietà». «Contribuente »: «Silvio fai un gesto di patriottismo, sparati!». Gino: «Preparatevi ad andare al suo funerale. Noi stiamo mettendo le bottiglie in fresco». Renato: «E voi dopo cosa farete? Chi vi manterrà? Ahaha!». Giovanni Benedetto, ieratico: «Pregherò tutti i giorni affinché gli arrivi la morte». L'architetto Lorenzo D'Albo: «Desiderare la morte di Berlusconi è un dovere civile». Ancora Ennio: «Bin, ti prego!». La scelta di pubblicare (quasi) tutto è rivendicata da un uomo chiave del berlusconismo, sia pure dietro le quinte.
Antonio Palmieri cura il sito di Forza Italia sin dalla fondazione, nel '95. Parlamentare alla terza legislatura, come responsabile della comunicazione elettorale si è occupato di tutte le campagne azzurre dal '98 a oggi. Alcuni messaggi si rivolgono direttamente a lui, indicato come «servizievolissimo paggio», «nato per servire», «essere larvato senza spina dorsale», «servo senza dignità»... «Mi assumo la responsabilità di rendere pubblici questi interventi - dice Palmieri -. Ignoro se Berlusconi vada a leggerseli. Di certo, lui sa. Troviamo giusto che si conosca non solo l'amore, ma anche l'odio che lo circonda. È vero che Internet allenta i freni inibitori; però la violenza verbale dell'antiberlusconismo è impressionante». Non che il Cavaliere la dissimuli. Anzi, la esibisce. Berlusconi ti odio si intitola la raccolta di critiche e offese pubblicata tre anni fa da Mondadori, a cura di Luca D'Alessandro, capufficio stampa di Forza Italia. Per mesi il Cavaliere è andato in giro con una collezione di articoli dell'Unità sottobraccio, in cui per sbaglio erano finiti anche articoli del Giorna
>>Da: Fabiano
Messaggio 2 della discussione
E che non lo sapevi ancora??
>>Da: Il giaguaro
Messaggio 3 della discussione
La scoperta dell'acqua calda.
>>Da: paoloris
Messaggio 4 della discussione
Sono lividosi che hanno terminato di rosicarsi fegato e pancreas.
-----------------------------------------------------------
Antiche cività e misteri irrisolti
>>Da: castorina
Messaggio 1 della discussione
Spero sia la sezione giusta e pertanto posto qui il link ad un sito che tratta di Antiche civiltà e loro "misteri" irrisolti. Il sito e la conferenza che si terrà si propongono di raccogliere più materiale possibile per arrivare a capire alcuni arcani di epoche che furono.
http://www.ancient-studies.org
-----------------------------------------------------------
Un altro giudice fuori di melone
>>Da: Fabiano
Messaggio 6 della discussione
VICENZA - Un professore che intimidisce i suoi studenti prospettando loro la bocciatura commette un reato, quello di minaccia aggravata. Lo ha stabilito la Cassazione che ha confermato la condanna per un insegnante 50enne del liceo scientifico "Paolo Lioy" Vicenza. La Suprema Corte sottolinea che per i ragazzi "l'ingiusta prospettazione di una bocciatura rappresenta una delle peggiori evenienze'' e un simile atteggiamento del docente e' ''idoneo ad ingenerare forti timori, incidendo sulla liberta' morale'' degli allievi. Il professore in questo caso aveva detto a una studentessa che ''non aveva piu' alcuna possibilita' di essere promossa'',
>>Da: Leo
Messaggio 2 della discussione
Il mondo è proprio cambiato.
>>Da: Il giaguaro
Messaggio 3 della discussione
Poi ci lamentiamo di come stanno venendo su le nuove generazioni!!! Complimenti ai genitori di questo alunno, che hanno pure sostenuto una causa fino in Cassazione!
>>Da: paoloris
Messaggio 4 della discussione
Giudice sessantottino di sicuro.
-----------------------------------------------------------
Palmieri su Facebook
>>Da: happygio
Messaggio 1 della discussione
Non so quanti di voi usino Facebook, ma è un sito interessante ed anche divertente. Da oggi anche Palmieri è raggiungibile. http://www.new.facebook.com/profile.php?id=671073614&ref=nf
-----------------------------------------------------------
Venezia, 580mila euro per fare la guardia al ponte di Calatrava
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
I guai per l’opera progettata da Calatrava non finiscono mai: vigili armati per evitare danneggiamenti da parte dei teppisti. Ed è subito polemica
Scorta armata a protezione del ponte di Calatrava. Il «capolavoro architettonico» del «celebre progettista» spagnolo alla stregua di un sito militare o di un obiettivo sensibile: roba delicata, talmente a rischio da dover (eventualmente) mettere mano alla pistola. A difesa del ponte ci sono, 24 ore su 24, ben dieci agenti di polizia municipale dislocati su quattro turni (mattina, pomeriggio, sera e notte) che costano al Comune di Venezia almeno 1.570 euro al giorno.
I conti li ha fatti il Gazzettino, che ieri ha pubblicato la notizia in prima pagina, aprendo sull’argomento ponte di Calatrava l’ennesimo fronte polemico. Del resto, attorno alla super passerella hi-tech che collega piazzale Roma e la stazione ferroviaria, ormai da tempo prolifera un’ampia letteratura tragicomica: dal sistema di illuminazione così tecnologico da far ruzzolare i pedoni, alla statica «ballerina» dell’intera struttura; dai gradini di vetro così moderni dal risultare invisibili, alla difficoltà di pulire alcune parti della struttura a causa della loro estrema fragilità. Per non parlare dei costi lievitati a dismisura, dell’inaugurazione rinviata, delle proteste dei disabili per la presenza delle barriere architettonica, ecc.
Ma torniamo ai vigili su cui grava la grande responsabilità di non far danneggiare un ponte costato 12 milioni e mezzo di euro. Un bene da tutelare a ogni costo. E il «costo» non è certo indifferente per il serenissimo contribuente: «La mattina ci sono due agenti, il pomeriggio altrettanti, la sera sono in tre, così come la notte - spiega il dettagliato servizio del Gazzettino -. Totale: dieci agenti impiegati a turno ogni giorno solo sul ponte, la maggioranza dei quali armati, che costano circa 1.570 euro al giorno. Questa, almeno, è la cifra che risulta in base ai minimi salariali e alle indennità di lavoro serale e notturno». Calcolatrice alla mano, un mese di vigilanza costerà 48mila euro e un anno addirittura 580mila.
-----------------------------------------------------------
Caso Sandri, l'agente non è in aula: "Ho paura"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Al via l'udienza preliminare del processo per l'uccisione del tifoso della Lazio nell'autogrill di Badia Al Pino. Ma l'agente Luigi Spaccarotella, imputato per omicidio volontario, non è in tribunale. Il legale: "I testimoni sono totalmente inaffidabili". Striscione ultrà all'esterno
Arezzo - In aula non c'è. Perché ha paura. L’agente di polizia, Luigi Spaccarotella, accusato di omicidio volontario per l’uccisione di Gabriele Sandri, il tifoso laziale morto lo scorso 11 novembre in un’area di servizio di Badia Al Pino, oggi non sarà in aula per l’udienza preliminare perché "c’erano timori per la presenza di ultrà e per le minacce che possono far pensare a un pericolo concreto". Lo ha spiegato davanti al tribunale aretino il legale dell’agente, Giampiero Renzo.
Minacce A chi chiedeva all’avvocato se Spaccarotella abbia ricevuto minacce dirette, il legale ha risposto: "Non lo posso dire, ma basta vedere i manifesti e le scritte che ci sono a Roma. Comunque noi non abbiamo presentato denunce". Riguardo l’assenza dell’agente stamani "Questo in parte mi rattrista - ha spiegato Renzo - perché speravo che il gup potesse vederlo in faccia, potesse vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso".
La famiglia Sandri "Sappiamo che è un processo limpido per cui non abbiamo paura di nessuna sorpresa", lo ha detto arrivando in tribunale il fratello di Gabriele Sandri, Cristiano, parlando dell’udienza preliminare. Cristiano era accompagnato dal padre Giorgio e dalla mamma Daniela. Quest’ultima in lacrime a chi le chiedeva di commentare l’assenza di oggi di Spaccarotella ha risposto fra le lacrime: "Non ha importanza, anche se gli danno 100 anni di punizione Gabriele non torna. Mio figlio non c’è più". Il padre di Gabriele, Giorgio, riguardo l’assenza di Spaccarotella ha invece detto: "Speravo che ci fosse, ma non ci credevo".
-----------------------------------------------------------
Alitalia, adesso l'accordo è più vicino
>>Da: andreavisconti
Messaggio 7 della discussione
In attesa dell’incontro con le sigle confederali Cgil, Cisl Uil e Ugl previsto per le 11 a Palazzo Chigi con Cai e il Governo, continua il lavoro diplomatico dell’esecutivo con il cosiddetto "fronte del no". Air France potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale
Roma - Si avvia verso la conclusione la tormentata vicenda Alitalia, mentre si riaffaccia Air France-Klm che ribadisce ufficialmente il proprio interesse al governo. In attesa dell’incontro con le sigle confederali Cgil, Cisl Uil e Ugl a Palazzo Chigi con Cai e il Governo, continua il lavoro diplomatico dell’esecutivo con il cosiddetto "fronte del no". Questa mattina a Palazzo Chigi si sono recati il presidente dell’Unione piloti Massimo Notaro, il presidente dell’Anpac, Fabio Berti ed Antonio Divietri dell’Avia. Uscendo da Palazzo Chigi Berti non ha voluto rilasciare alcun commento limitandosi ad un secco: "No comment".
AiFrance si fa sotto Air France-Klm potrebbe rilevare una partecipazione tra il 10% e il 20% nel capitale Alitalia. Lo riferiscono fonti industriali citate da France Presse. Un portavoce del vettore franco olandese ha poi ribadito che il gruppo ha sempre manifestato la volontà di assumere una partecipazione di minoranza in Alitalia, se la cordata italiana della società Cai dovesse procedere all’acquisizione, sempre secondo quanto riporta l’agenzia transalpina. Alitalia e Air France-Klm fanno parte dell’alleanza Skyteam.
Lufthansa in stand by Lufthansa è sempre attenta a quanto accade nel mercato aereo italiano e, in particolare, in Alitalia. "Nulla è cambiato - dice Claudia Lange, portavoce corporate della compagnia tedesca, al quotidiano online Affaritaliani.it - stiamo continuando a osservare la situazione di Alitalia molto da vicino, ma non rilasciamo alcun commento. Confermiamo che per noi il mercato italiano è interessante e importante".
La Cgil cede alla Cai Le aperture della Cai su personale di terra e assistenti di volo avrebbero convinto la Cgil a firmare, mentre i piloti ancora stanno trattando condizioni di contratto migliorative rispetto a quelle inizialmente proposte, in vista della convocazione di domani. A quanto si apprende, le modifiche concordate con la Cai, relative al personale di terra, riguarderebbero l’invarianza delle retribuzioni a fronte dell’aumento di produttività, punto sul quale la Cgil aveva insistito. Verrebbero inoltre aumentati i giorni di riposo. Per lo spinoso capitolo dei precari (personale di terra e assistenti di volo), l’azienda si sarebbe impegnata a creare un bacino a cui attingere per tutte le future assunzioni. Per quanto riguarda gli assistenti di volo, la modifica principale riguarderebbe l’abolizione della norma secondo la quale, nella versione originaria dell’accordo, dopo tre giorni di malattia scattava una riduzione dello stipendio.
-----------------------------------------------------------
Emanuela Fontana: Alitalia e sprechi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Come i violinisti sul Titanic a picco, fino all’ultimo gli ascoltatori di canzoni hanno scelto la musica dell’aria. Le note dei cieli, la melodia che non spaventa, la quiete sull’abisso della catastrofe: all’Alitalia c’è un gruppo di persone pagate per valutare le note e i film, gli uomini della musica e delle immagini, incaricati di pensare all’intrattenimento dei passeggeri Az in volo sul mondo anche quando tutto, al di fuori della cuffia di bordo, crollava a pezzi.
Il sogno del benessere finiva, l’euforia se ne andava, ma la struttura del colosso aereo si è mantenuta esuberante fin nei dettagli più piccoli. E si scoprono angoli sconosciuti di quest’azienda da 20mila dipendenti che rischia di perdere licenze, aerei, nome, se non si trova un accordo, ma che non ha mai rinunciato alla musica.
Può sembrare ovvio che la proiezione di un Aereo più pazzo del mondo sia sconsigliata per chi sta attraversando l’Atlantico nelle turbolenze. E Marilyn Manson non troppo indicato come colonna sonora di un volo Roma-Lisbona carico di pellegrini per Santiago. Ma non è così, c’è gente che lavora per questo all’Alitalia: non commettere errori, neanche quando si deve far ridere o piangere di commozione. Perché a 10mila metri di altezza anche il riso e il pianto sono una questione delicata, scegliere le canzoni e i film diventa un’arte. Dunque un mestiere.
E quindi si scopre che c’è questo ufficio degli uomini della musica, addetti all’«intrattenimento di bordo», figure romantiche e inutili ma forse solo all’apparenza, un nucleo formato da dieci-venti persone che deve scegliere la musica e i film per i passeggeri. Il loro lavoro consiste nell’ascoltare canzoni e guardare lungometraggi. Mixare le mini-compilation dell’aria e il menù cinematografico di bordo.
Si ha notizia di questa équipe da almeno una decina d’anni, e la base operativa è la sede di Roma della Magliana. Sarebbero state svolte anche trasferte all’estero per visionare pellicole in anteprima. La scienza della scelta, una ricerca di qualità esasperata che secondo i più critici sconfina nello spreco. La squadra della musica e del cinema è composta da assistenti di volo, legali e tecnici. I primi conoscono i tempi del viaggio: non si può infilare nelle cuffiette i Nirvana con il pancake della colazione. Vietato servire i pasti durante il finale dei film, nel momento in cui i passeggeri mangerebbero anche la salviettina per le mani. Anche questo non è scontato.
I legali devono stare attenti a non ferire, scandalizzare, e sconvolgere soprattutto i bambini. Il gruppo di selezionatori sceglie quindi pellicole dove non ci sia troppo sangue e troppo sesso. Sono vietati i disastri aerei. Anche i disastri in generale non sono tra le scelte prioritarie. Si montano storie e musica fino all’ultimo volo. Se ci sarà un ultimo volo.
-----------------------------------------------------------
Rai, torna Travaglio l’inquisitore vittima delle sue stesse accuse
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
Il giornalista da stasera in tv riprende a processare tutti, ma dimentica i propri guai con gli "amici dei mafiosi"
Questa sera ricomincia Annozero di Michele Santoro, programma che a parere di chi scrive ha saputo contemperare eccellente giornalismo e piazzate discretamente vergognose. Di trasmissioni del genere c’è comunque bisogno, data una certa puzza di conformismo che c’è in giro e visto che la nuova stagione non offre niente più del consueto, semmai di meno: Ballarò è diventato un programma quasi equilibrato (Giovanni Floris è un ragazzo sveglio) mentre sull’annichilente morte di 8 e mezzo, su La7, stendiamo una pietosa pashmina.
Ad Annozero torna in onda anche quello là, e siamo al problema. Marco Travaglio può essere ospite dove gli riesca e nondimeno ospite fisso in quella Rai già pagata dal contribuente: il problema è che la sua funzione non è quella di un giornalista per come in tutto l’Occidente è inteso un giornalista, e non è quella di satiro per come in tutto l’Occidente è inteso ecceteraeccetera, non è quella di un opinionista, di un comico, di un buffone, di un commerciante della propria merce, di un esponente politico dell’Italia dei Valori per cui apertamente tifa: Travaglio è tutte queste cose assieme, con in più la facoltà di rivendicare un ruolo o un altro secondo copione. Quale che sia, sarà un copione basato su delegittimazione, irrisione, distorsione, faziosità, in qualche caso autentiche falsità e cialtronate spolverate di un umorismo da Travaglino che non risparmia niente, tantomeno la derisione dei difetti fisici o l’appellativo di «lombrico» per la presidenza del Senato, per esempio.
-----------------------------------------------------------
Vittorio Macioce: Se la camorra va a Hollywood
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il male non è dietro lo schermo. Non è l’ombra di questa città biblica che cade su Hollywood. Non c’è scandalo. Gomorra può valere un Oscar. Questa è una sporca fetta d’Italia e il mondo la guarderà, chiedendosi se è tutto vero: la cancrena, gli adolescenti con il mitra che sparano sull’acqua, le mani sporche sulla moda, i veleni industriali seppelliti nelle cave, la monnezza che vomita soldi. E noi diremo di sì. Signore e signori buonasera, tutto questo è vero. Sono veri quei volti senza speranza, con gli occhi bambini, che sprofondano nei formicai di Scampia. Sono veri gli zombi-cavia dell’ultima dose di coca nelle vene. È vero che a Napoli regna la camorra. È vero che qui Sandokan non è l’eroe di Salgari, ma un boss dei Casalesi. È vera la violenza, l’arroganza, le faide, le legge del clan che calpesta la legge degli uomini. È vero che gli uomini di Gomorra sono i padroni di una multinazionale che ricicla tutto, anche il sangue. È vero che l’Italia non è ancora unita e 500 militari non bastano per sognare un nuovo Risorgimento. È vera la guerra tra bande e la guerra civile. Non facciamo finta, quelle facce non ci sono aliene. Quelli lì, quelli di Gomorra, sono italiani. E non hanno neppure bisogno del permesso di soggiorno, perché in questa terra gli scarrafoni ci nascono. E prolificano, senza pietà. Non c’è trucco: vivere in Campania è davvero uno schifo.
E allora andiamo a Hollywood, con il film di Garrone e le parole di Saviano, e urliamolo al mondo. Il male non è dietro lo schermo, è qui, in questo pezzo d’Italia che è peggio di un tumore. Sta lì, sul nostro suolo e nelle teste, e cresce. È il male, il male assoluto. Irriducibile. E chi dice che questa non è la vera Italia, o che così si fa male alla nostra immagine, sta bestemmiando. Il cancro che cresce su un corpo è, purtroppo, parte del corpo. Non è un altro. Sei tu. E non ci sono alternative: il cancro o si estirpa o ti uccide.
Gomorra è una guerra ancora tutta da fare. Non è un non luogo. Non è una città metafisica. Ma una realtà da spazzare via come la monnezza. Vai giù e pulisci. Sandokan è chiuso in una cella, dovrà sentire il gelo di chi è senza speranza e tremare. E con lui, uno ad uno, tutti gli uomini della camorra. Senza tregua. Fate che da Hollywood torni un grido: delenda Gomorra. Che venga distrutta e poi si butti il sale.
-----------------------------------------------------------
Mutui, Bush: "Azioni immediate anti recessione"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il presidente Usa in un appello televisivo alla Nazione: "Io sono per il libero mercato, ma queste non sono circostanze normali". Poi invita il Congresso a varare al più presto il piano speciale per salvare l'economia. Oggi alla Casa Bianca i due candidati McCain e Obama per un appello bipartisan
Washington - La crisi dei mutui rischia di paralizzare l'America. E il presidente Usa George W. Bush, in un discorso televisivo, chiede al Congresso "azioni immediate" per evitare che gli Stati Uniti cedano "al panico" vista l’entità della crisi dei mutui. Bush, parlando alla nazione, ha sostenuto di non avere altra scelta che promuovere un massiccio intervento pubblico. "Sono per il libero mercato - ha ricordato il presidente - in circostanze normali. Ma queste non sono circostanze normali e occorrono azioni e decisioni particolari".
Appello ai candidati L'allocuzione televisiva di 15 minuti è stata particolarmente drammatica. Bush aveva il viso particolarmente teso, quando ha esortato il Congresso ad approvare quanto prima l'ambizioso piano di salvataggio per arginare la crisi del mutui che sta minando l’economia americana. Nel suo discorso alla nazione, Bush ha tentato di spiegare, con toni quasi didascalici, le ragioni della crisi, e ha confermato che i due candidati alla sua successione, il repubblicano John McCain e il democratico Barack Obama, saranno oggi alla Casa Bianca per parlare della crisi. Se il piano non verrà approvato, ha detto Bush, "si andrà incontro a una lunga e dolorosa recessione, con milioni di americani che perderanno il proprio posto di lavoro". Secondo l’inquilino della Casa Bianca il piano servirà a "salvare l’intera economia non individui o singole società".
Accordo più vicino L’intervento di Bush in "prime time" televisivo ha chiuso una giornata lunga e drammatica, mentre un accordo in Congresso, dopo lunghe ore di tira e molla tra i deputati, appare ora più vicino essendo state superate una serie di difficoltà, tra cui quella di un tetto agli stipendi dei super manager. Poche ore prima dell’intervento di Bush, il colpo di scena: McCain, convinto che il piano non sarebbe stato approvato, chiede di sospendere la campagna elettorale e di rinviare il primo dibattito con Obama, in calendario domani. Obama rifiuta, ma i due pubblicano una dichiarazione congiunta con l’impegno a risolvere la crisi in maniera bipartisan.
Tesoro e Fed spingono Il segretario al Tesoro Henri Paulson e il numero uno della Fed Ben Bernanke hanno esortato il Congresso a una rapida approvazione del progetto salva-finanza, così da ridare stabilità ai mercati, evitando "severe" conseguenze sull’economia. Bernanke, davanti alla Camera, ha infatti spiegato che l’economia americana, nella seconda parte dell’anno crescerà ben al di sotto del proprio potenziale, anche perchè il rallentamento dell’economia globale dovuto alla crisi frenerà le esportazioni Usa, che nei primi tre mesi avevano trainato la crescita.
-----------------------------------------------------------
McCain ferma la campagna «Troppo grave la crisi dei mutui»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
In Italia, dove le cronache politiche spesso ricorrono a un gergo da iniziati che sottintende unicamente tatticismi, si direbbe che John McCain «ha sparigliato le carte». In America, dove il patriottismo viene sempre un passo prima delle questioni di parte, è lecito parlare di una mossa che guarda soprattutto all’interesse nazionale. La notizia, comunque, è forte: John McCain, candidato alla Casa Bianca del partito repubblicano, ha chiesto a sorpresa il rinvio del primo dibattito pubblico con il suo avversario democratico Barack Obama, fissato per domani. Ha annunciato di voler sospendere la propria campagna elettorale per spostarsi a Washington dove intende partecipare al dibattito al Congresso sul piano contro la crisi finanziaria, e ha proposto al suo avversario di fare altrettanto. Obama, tuttavia ha rifiutato e ha invitato McCain a lavorare a una presa di posizione comune sulla crisi.
McCain ha detto alle televisioni americane di essere convinto che il piano da 700 miliardi di dollari per salvare Wall Street non potrà essere approvato così com’è. Si è quindi rivolto al presidente Bush per chiedergli di convocare i leader di entrambi i partiti politici: «È tempo di unirsi per risolvere questo problema - ha detto il candidato repubblicano -. Sono convinto che alla riapertura dei mercati lunedì avremo raggiunto il consenso sulla legge che ristabilirà la calma sui mercati finanziari».
-----------------------------------------------------------
Integralisti musulmani ed ebrei ortodossi uniti contro McCartney
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Gli integralisti islamici giurano di aver già cucito i giubbotti dei kamikaze mandati a incenerire lui e la sua band. Ebrei ultra ortodossi promettono di mettere a ferro a fuoco Tel Aviv pur d'impedirgli di cantare. Sarà anche «Friendship First», amicizia prima di tutto, come l'ha chiamata l'ottimista baronetto Paul McCartney, ma la sua prima esibizione in Israele rischia di passare alla storia come uno dei concerti rock più presidiati.
Chi deve garantire la sicurezza del 66enne ex bassista dei Beatles e delle decine di migliaia di fan pronti stasera ad assediare lo Yarkon Park di Tel Aviv ha, in effetti, di che preoccuparsi. Mezzo secolo dopo la controversa cancellazione del concerto dei Beatles del 1965, McCartney conta ancora molti nemici pronti a tutto pur di non farlo suonare. Omar Bakri Mohammed, un verboso portavoce dell'integralismo islamico espulso da Londra e riparato in Libano, annuncia da giorni l'inevitabile punizione del «sionista» baronetto colpevole di contribuire alle celebrazioni per il 60° anniversario dello Stato ebraico. Dagli antipodi dell'estremismo politico-religioso, ebrei ultra ortodossi ed estremisti della destra annunciano vendetta per quelle che definiscono le «campagne antisemite» inglesi.
-----------------------------------------------------------
Livni: «Assurdo che Teheran entri nel Consiglio di Sicurezza»
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Tzipi Livni si è scagliata ieri contro l’Iran. Il ministro degli Esteri israeliano ha definito «assurdo» il tentativo di Teheran di ottenere uno dei dieci seggi non permanenti al Consiglio di Sicurezza. A gennaio, si libererà quello dell’Indonesia, destinato a un’altra nazione asiatica. «È davvero assurdo - ha osservato Livni - che un Paese che minaccia la sicurezza dei suoi vicini e invoca la distruzione di un altro Paese faccia parte di un’istituzione il cui scopo è di contribuire alla sicurezza mondiale. Sarebbe come garantire al criminale la possibilità di giudicare se stesso». Il presidente dell’Iran si è più volte scagliato in passato contro Israele, da lui definito «il regime sionista», minacciando la cancellazione del Paese dalla cartina geografica.
Il leader iraniano martedì ha inoltre tenuto un discorso davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui ha ripetutamente attaccato Israele. Per il presidente israeliano Shimon Peres si è trattato di un discorso schiettamente «antisemita». Israele si sente isolato di fronte a un pericolo incombente. A esprimere questo senso di sbigottimento è stato Benjamin Netanyahu, leader dell’opposizione israeliana del Likud. «I Paesi europei - ha affermato - non hanno ancora appreso la lezione della Shoah e non hanno compreso i pericoli in arrivo da Teheran». «Adesso - ha aggiunto - è l’anno 1938, l’Iran è la Germania, e si dota di armi nucleari». Ma proprio dall’Europa è arrivato ieri l’ultimo allarme. Nonostante i tre round di sanzioni imposti all’Iran per il suo programma nucleare proprio da quel Consiglio di Sicurezza in cui Teheran vuole sedere, secondo Bruxelles, in una nota all’Agenzia per l’Energia atomica internazionale, la Repubblica islamica è ormai vicina all’ottenimento di armi atomiche.
Per l’intelligence militare israeliano, l’Iran è ormai a metà strada verso la costruzione di un primo ordigno nucleare sarebbe questione di un anno, due per gli Stati Uniti. Ma i vertici della Repubblica islamica insistono sulla caratteristica civile e non militare del programma atomico e nei mesi scorsi hanno ripetuto che il Paese continuerà ad arricchire l’uranio.
-----------------------------------------------------------
Sul nucleare iraniano scontro Washington-Mosca
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L’Iran è diventato il terreno di battaglia nella nuova Guerra Fredda tra Washington e Mosca. Dopo il duro discorso pochi giorni fa del segretario di stato americano Condoleezza Rice (che aveva accusato il Cremlino di «teppismo») e le accuse del presidente George W. Bush, l’altro ieri dal podio della Assemblea Generale, di avere violato la Carta dell’Onu con la invasione della Georgia, la Russia ha risposto ritirando la sua partecipazione dalla riunione in programma oggi del «sestetto» per discutere una quarta serie di sanzioni nei confronti di Teheran per la questione del programma nucleare. Il messaggio di Mosca è stato chiaro: gli Usa devono scegliere se vogliono avere un rapporto conflittuale o di cooperazione con noi. Gli Stati Uniti spingono per una nuova serie di sanzioni contro Teheran ma hanno bisogno del sostegno degli altri Paesi che compongono il sestetto (cioè i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza più la Germania) ma si trovano davanti lo scarso entusiasmo della Cina e l’aperta ostilità adesso della Russia, decisa a far pesare a Washington il prezzo da pagare per la nuova Guerra Fredda. Nell’incontro in programma nella notte a New York tra la Rice e il suo collega russo Serghei Lavrov, in margine ai lavori della Assemblea dell’Onu, i temi principali della agenda sono l’Iran, la Corea del Nord e, più delicato di tutti, la Georgia. Il ministro degli esteri italiano Franco Frattini ha osservato ieri che la cancellazione della riunione del sestetto «è purtroppo un primo effetto dell’irrigidimento della collaborazione tra la Russia e gli altri grandi attori internazionali».
-----------------------------------------------------------
Rom, milioni di euro per alunni «fantasma» a Roma
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
La scolarizzazione di un bimbo rom può arrivare a costare al Comune di Roma quanto la retta annuale di una prestigiosa scuola privata: migliaia e migliaia di euro. A rivelarlo è il confronto tra i dati ufficiali sulle presenze in classe dei piccoli nomadi, che smentiscono quelli forniti dall'Arci, una delle associazioni che gestiscono il servizio.
E i conti non tornano. Cifre enormi per un servizio di cui usufruiscono in realtà solo in pochi. È la conclusione a cui è giunto Bruno Vespa nel corso della preparazione del suo libro «Un'Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa» (Rai Eri Mondadori) in uscita il prossimo 3 ottobre. E le insegnanti delle scuole, quelle che situazioni simili le vivono tutti i giorni, confermano: i bimbi rom che effettivamente arrivano in classe sono molti, molti meno rispetto a quelli previsti. Restano nei loro campi, o sono mandati a elemosinare, se non peggio. Ma i veri derubati - della loro infanzia - sono loro. Oltre che, più prosaicamente, il bilancio del Campidoglio. Che paga per servizi usati a metà.
Il Comune, annota infatti il giornalista, paga per il servizio una cifra considerevole, 3,6 milioni di euro. Ma in realtà a sedersi regolarmente ai banchi (almeno per quanto riguarda i grandi campi di Castel Romano e Tor de' Cenci, i soli finora sui quali è stato possibile fare riscontri, annota il libro), sarebbe solo una piccola parte del totale. Scuolabus che vanno e vengono dalle scuole semivuoti mentre le casse del Comune piangono. Ma non per molto: l'assessore alla Scuola del Comune di Roma Laura Marsilio ha deciso di vederci chiaro e vuole avviare un'inchiesta amministrativa. «Dati che ci hanno lasciati di stucco, e mettono in dubbio l'attendibilità delle associazioni» ha commentato a caldo.
«Secondo l'Arci - si legge infatti sul libro di Vespa - i bambini rom iscritti alla scuola di Castel Romano sono 257. Di questi solo un terzo frequenterebbe più o meno regolarmente (tra i 180 e i 140 giorni all'anno): 82 alunni. Sessantuno andrebbero a scuola solo tra i 70 e i 140 giorni all'anno, 33 da 18 a 71 giorni, 81 non ci mettono piede». Ma la differenza «clamorosa e sconcertante» è con i dati ufficiali forniti dalle scuole. Intanto gli iscritti sono 224 e non 257: trenta in meno. Quelli che frequentano tra i 144 e i 180 giorni sono 3. Quelli che vanno tra i 70 e i 140 giorni sono 66, quelli che vanno per meno di due mesi sono 73 e quelli che ignorano la scuola 82». A Tor de' Cenci la situazione non sarebbe migliore: «Su 89 iscritti a 7 elementari e a una media - scrive ancora Vespa - non ce ne è uno che sia andato a scuola per almeno 144 giorni. Ce ne sono 47 che vanno a scuola per meno di 140 giorni, 30 che frequentano tra i 20 giorni e i 2 mesi e 19 che non frequentano affatto. Sconfortanti, in particolare, i dati della scuola media: su 39 iscritti soltanto sei frequentano per più di 100 giorni e meno di 120». Ma secondo l'Arci, è scritto nel libro, le cose starebbero in modo diverso: l'associazione «ha assicurato al Comune che la frequenza media è stata di 22,7 alunni per mese. Come è possibile?».
-----------------------------------------------------------
Ronchi: "Sul clima è allarme rosso per le nostre imprese"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Il briefing sull'aereo che è appena decollato da Ciampino. Lo staff lo aggiorna sulle ultime novità. Che non sono delle migliori. Andrea Ronchi, ministro delle Politiche Europee, è preoccupato.
Si toglie la giacca, si valutano gli scenari. Poi l'ammissione: «La crisi mondiale rischia di avere effetti molto pesanti. E le prossime scelte che compierà l'Europa non saranno di poco conto. L'intero sistema industriale del Paese è a rischio. Siamo all'allarme rosso. Per auto, cemento e piastrelle, acciaio la situazione può anche essere più grave».
Ma che cosa preoccupa così tanto Ronchi? Una sigla su tutto: 20+20+20. Non è una semplice addizione ma è il nuovo protocollo ambientale che Commissione e Parlamento europei stanno per varare. Sotto la spinta di Francia e Germania il testo rischia di penalizzare pesantemente l'Italia. Perché gli obiettivi fissati dal consiglio europeo nel marzo scorso dell'anno scorso, e che il governo Prodi ha supinasmente accettato (anzi, Pecoraro Scanio avrebbe voluto magari un 30+30+30), sono molto pesanti. Al punto da gettare nel panico Confindustria, ma anche le associazioni imprenditoriali di alcuni settori. Il piano prevede per l'anno 2020 una riduzione delle emissioni del gas serra del 20%, il raggiungimento di una quota di energie rinnovabili pari al 20% dei consumi totali, un incremento del 20% dell'efficienza energetica.
Una formula immaginifica. Dietro la quale però si nascondono minacce devastanti. Ronchi lo sa, s'aggiusta i capelli, un gesto che gli capita di fare quando si affrontano temi delicati, e avverte: «"Per quanto riguarda il capitolo di Co2, per le emissioni delle auto, il testo avrà effetti diversi a seconda del tipo di auto. Il principio che si vorrebbe far passare è che paradossalmente non verrebbero colpite quelle che inquinano di più ma soprattutto le medie e piccole». Il ministro non lo dice, ma si capisce che si riferisce alla Fiat. Che rischia di ricevere una mazzata tremenda. A tutto vantaggio invece dei soliti Audi, Volkswagen, Mercedes.
-----------------------------------------------------------
Fabrizio dell'Orefice: Alitalia, vittoria personale del premier
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
È la vittoria del sistema Paese. Indipendentemente dal fatto che i sindacati oggi firmino o no l’intesa per il rilancio di Alitalia. Indipendentemente dal fatto che il sindacato, o comunque un certo modo di fare sindacato, sia morto e sepolto, finito, archiviato.
Indipendentemente dal fatto che nessuno più, e questa vicenda lo ha dimostrato, si può permettere di difendere solo e soltanto i propri interessi corporativi infischiandosene di tutti gli altri, dei diritti degli altri, del fatto che il Paese rischia di andare alla deriva. Indipendentemente dal fatto che Berlusconi sia riuscito,
davanti a una spaventosa e annosa crisi della nostra compagnia aerea, a mettere assieme il meglio dell’imprenditoria nazionale, sebbene sia la più litigiosa d’Europa.
E indipendentemente dal fatto che se anche British Airways dirà sì, unendosi a Air France e Lufthansa per entrare nella nuova Alitalia con una quota di minoranza, si realizzerà una Santa alleanza aerea che non ha precedenti. Insomma, al di là di tutto ciò, l’Italia ha volato alto. E va detto pure che a dispetto dei risolini e della superficialità di una élite radical chic, al timone c’è Silvio Berlusconi. Quello che è accaduto è storico.
Ma è storico nella misura in cui non solo Alitalia si salva. Ma è storico perché non è solo un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Si volta pagina, finita la concertazione è l’ora del decisionismo. Nulla sarà più come prima. Il dossier che si chiude è l’inizio di un nuovo metodo che impegna il Cavaliere a rinnovare davvero il Paese. Può farlo, ora non ha più scuse.
-----------------------------------------------------------
Letizia Moratti: Perché multo chi "fuma"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Caro direttore,
ci sta a cuore la nostra città, ci sta a cuore la serenità dei milanesi e di chi ogni giorno vive Milano per lavoro, studio, turismo. Le ordinanze che stiamo definendo in questi giorni sono uno strumento perché Milano diventi più vivibile, a misura di chi più è esposto ai pericoli - le donne, i bambini, gli anziani -, capace però anche di offrire un’alternativa concreta a chi imbocca la strada sbagliata, a chi è nell'illegalità. Stiamo ancora lavorando, in accordo con la Prefettura, per la messa a punto delle ordinanze.
Sono provvedimenti previsti dai nuovi poteri ai Sindaci concessi dal decreto Maroni «per prevenire e contrastare le situazioni urbane di degrado o di isolamento».
Situazioni «che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi, come lo spaccio, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio e l’abuso di alcol».
Queste misure per la sicurezza dovranno essere integrate da un rafforzamento delle politiche per il sociale. Questo è necessario per prevenire i fenomeni di disagio ed emarginazione, per dare sostegno a coloro che intendono seguire percorsi di recupero e reinserimento sociale. Le ordinanze saranno dunque emesse solo contestualmente a iniziative di sostegno e recupero.
Contrasto all’illegalità e sostegno per chi vuole reinserirsi nella società: è questa la via che seguiamo. Di fronte ad alcuni commenti che leggono solo la parte delle regole non si tratta di essere «trasgressivi».
I milanesi non vogliono una Milano da bere o, peggio, da fumare. Milano è una città di persone normali, che lavorano, che hanno la responsabilità di una famiglia, che desiderano poter vivere serenamente tutti gli spazi della Città, e che non desiderano vedere qualcuno che si droga sotto casa o ai giardinetti magari davanti ai bambini.
-----------------------------------------------------------
Muore stritolata dal treno a Fasano
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
E' stata travolta e stritolata da un treno. E' morta così una donna di Martina Franca, residente a Torino, Giuseppina Tagliente, di 77 anni. Messa sotto dal treno Eurostar City Torino-Lecce. La donna era giunta a Fasano a bordo di quel treno assieme al marito perchè - tanto riferiscono gli investigatori - avrebbe dovuto presenziare al funerale della sorella a Martina Franca.
L'anziana è rimasta in bilico tra la predella del treno e il marciapiedi del binario, con il convoglio che, in partenza, l'ha travolta. Inutili sono stati i primi soccorsi: la donna è deceduta pochi attimi dopo. Sul posto si trova attualmente il sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi Silvia Nastasia, che ha disposto il sequestro del convoglio.
AVVIATA UN'INCHIESTA -Le Ferrovie dello Stato hanno immediatamente avviato un'inchiesta interna per ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Dai primi rilievi risulterebbe che la signora sia caduta scendendo dal treno già in movimento. A tale riguardo le Ferrovie dello Stato ribadiscono quanto sia importante il rispetto dei comportamenti di sicurezza in ambito ferroviario. E' infatti proibito scendere o salire da un treno quando questo sia in movimento. Il divieto viene sistematicamente ricordato ai viaggiatori tramite annunci e avvisi sia a bordo treno che in stazione.
-----------------------------------------------------------
Vola l'interscambio commerciale: a luglio surplus a 2.070 mld
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Vola l’interscambio complessivo (cioè verso i paesi Ue ed extra Ue) dell’Italia, che a luglio registra un saldo positivo per 2.070 milioni di euro, in aumento rispetto all’avanzo di 1.805 milioni di euro dello stesso mese del 2007. Si tratta del dato più alto dal 2005. È quanto rende noto l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, sottolineando come la performance positiva sia il risultato della crescita delle esportazioni del 7,1 per cento e delle importazioni del 6,7. Bene nel dettaglio soprattutto gli scambi commerciali con i paesi dell’Ue: a luglio, rispetto a dodici mesi prima, le esportazioni sono aumentate del 3,4 per cento e le importazioni sono diminuite del 3,1. Il saldo commerciale è risultato positivo per 3.691 milioni di euro, in aumento rispetto all’attivo di 2.392 milioni di euro dello stesso mese del 2007. Nei primi sette mesi del 2008, l’interscambio commerciale con i paesi dell’Ue ha registrato un incremento delle esportazioni del 4,2 per cento e delle importazioni dello 0,6. I maggiori incrementi si sono registrati verso Polonia (più 17,3 per cento), Paesi Bassi (più 10,4), Austria (più 6,3), Grecia (più 5,5), Germania (più 3,9) e Francia (più 0,8). Segno meno invece per il Regno Unito (meno 5 per cento), la Spagna (meno 4,6) e il Belgio (meno 1,4).
-----------------------------------------------------------
Mafia: clan Lo Piccolo, una “holding” nel Nord Est
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
I boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, arrestati il 5 novembre dello scorso anno a Palermo, avevano costituito una società immobiliare e di servizi nel Veneto con l’obiettivo di mettere in piedi una vera e propria holding che potesse riciclare i proventi della cosca mafiosa.
È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta che all’alba di oggi ha portato all’arresto dell'avvocato Marcello Trapani e il procuratore sportivo Calcio Giovanni Pecoraro.
La mafia aveva scelto il Veneto per il riciclaggio perché, come risulta da una conversazione intercettata, “là si sta più tranquilli”.
Un’indagine che vede indagati anche un militare della Guardia di Finanza della tenenza di Chioggia, gli imprenditori Claudio Toffanello e Pietro Mansueto, il commercialista Giuseppe Rosano e altre tre persone.
Il legale, nominato difensore di fiducia dei Lo Piccolo all’indomani del loro arresto, è accusato di associazione mafiosa mentre Pecoraro, ex responsabile del settore giovanile del Palermo Calcio, deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa.
Gli arresti, eseguiti dalla Guardia di Finanza del Nucleo valutario di Palermo, rientrano in un’inchiesta della procura di Palermo che si è avvalsa delle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia ma anche di intercettazioni telefoniche e ambientali e, soprattutto, del ritrovamento di alcuni “pizzini” che l’avvocato Trapani si scambiava, nel suo studio, con Calogero Lo Piccolo, il figlio minore del boss Salvatore, che teneva i contatti con il legale durante la latitanza del padre e dell’altro fratello.
“Pizzini” che sono stati recuperati dagli investigatori i quali per diversi mesi hanno setacciato i rifiuti dell’avvocato Trapani raccogliendo numerosi elementi utili per le indagini.
-----------------------------------------------------------
La confessione di Raniya, bambina kamikaze
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il simbolo delle donne irachene che non si sono piegate ad al Qaeda è una ragazzina di quindici anni, si chiama Raniya e ha scelto di vivere a Baquba, un posto maledetto e dimenticato, chiedendo ai militari iracheni di disinnescarle quei fili collegati all’esplosivo che le pendevano dal vestito. L’obiettivo di Raniya, reclutata da al Qaeda, doveva essere una scuola. Quando le hanno chiesto chi fosse stato ad armarla, Raniya ha risposto: “Giuro su Allah che non lo so, erano stranieri”. Arabi stranieri, non iracheni. Sognava di fare il medico Raniya. Ha incontrato l’uomo sbagliato, l’ha costretta a sposarlo, poi a farsi vestire di morte e dinamite. “Il martirio è la cosa giusta da fare secondo mio marito” ha detto Raniya in lacrime. “Mi disse che in Paradiso ci sono angeli donne dalla pelle chiara e occhi neri. Un Paradiso simile a un giardino pieno di fiori, due fiumi e uno di miele”. Con i suoi venti chili di esplosivo indosso, Raniya avrebbe fatto una strage. “Mi hanno portato al mercato in bus, mi hanno messo l’esplosivo ma detto che non sarei esplosa. Poi mi hanno detto che andavano a fare spese”.
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Cicchitto: "Ora avanti con la giustizia"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
«Il governo esce notevolmente rafforzato dalla soluzione della vicenda Alitalia che si somma a altri risultati positivi quali la Finanziaria snella e veloce e il problema dei rifiuti. Il prossimo passaggio sarà quello della riforma della giustizia.
Se ci sarà il consenso dell'opposizione ben venga ma in caso contrario noi continueremo ad andare avanti per la nostra strada». Sul documento della Cai manca ancora la firma del sindacato dei piloti ma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto guarda già avanti. E avanti ci sono la riforma della giustizia e della scuola.
La vicenda Alitalia in che modo segnerà i rapporti con l'opposizione?
«Non posso dire che ci sarà un miglioramento nei rapporti con l'opposizione. Veltroni prima ha tentato di mandare all'aria il piano della Cai sperando nel tanto peggio tanto meglio, poi ci ha ripensato e in queste ore sta cercando di accreditarsi presso l'opinione pubblica come uno dei protagonisti del salvataggio della compagnia. Ma sin dall'inizio era chiaro che quella della Cai era l'unica strada percorribile. Il problema Alitalia si sarebbe risolto molto prima se non si fossero messe di traverso due forze: i piloti e la Cgil insieme all'ala veltroniana del Pd con il preciso scopo di far saltare tutto».
Però non si può non riconoscere che il leader del Pd ha fatto pressing sulla Cgil per la firma dell'accordo.
«Quando Veltroni ha capito che l'opinione pubblica gli si stava rivoltando contro e che l'affare Alitalia gli avrebbe alienato altri consensi, allora è corso ai ripari. Ma l'ha fatto continuando a attaccare a testa bassa Berlusconi e offendendo il ministro Sacconi».
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Questo vuol dire che ora con il Pd il dialogo si è raffreddato?
«I rapporti erano peggiorati da tempo, da quando Veltroni aveva creduto che l'unico modo per rilanciarsi e attenuare la caduta libera della sua leadership era attaccare Berlusconi. La parte finale di questa vicenda poteva comportare un miglioramento dei rapporti se ci fosse stata una convergenza di posizioni ma Veltroni con il suo expolit a Porta a Porta, ha di nuovo rovinato tutto. Ha detto che lui era il protagonista della soluzione del problema Alitalia e poi ha attaccato Berlusconi».
Il governo esce più forte dopo la soluzione del caso Alitalia. Vuol dire che ora potrà fare a meno dell'opposizione per le riforme?
«Innanzitutto la vicenda dell'Alitalia si concluderà quando i piloti firmeranno. Le altre partite sul tavolo del governo sono la giustizia, il federalismo fiscale, la scuola. Quanto al dialogo, l'aver risolto il problema della compagnia di bandiera non avrà come conseguenza una implicazione di arroganza con la sinistra. Se sulle riforme costituzionali si troverà un terreno di dialogo bene, al di là di queste polemiche. Ci sono delle materie per le quali è auspicabile l'intesa».
Sul controverso tema della riforma della giustizia andrete avanti da soli?
«Mi auguro che avremo un consenso dall'Udc. Meglio avere dei punti di convergenza con l'opposizione ma se non ci dovessero essere non ci bloccheremo».
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Vuol dire che l'opposizione è in una posizione di debolezza?
«Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Anche la vicenda Alitalia ha fatto riemergere le divisioni nel fronte dell'opposizione. Udc, Pd e Idv hanno assunto posizioni diverse».
Ora sarà più facile convincere l'Udc a venire nel Pdl?
«Questa non è una cosa all'ordine del giorno. È un problema di lunga prospettiva che dipende da molti fattori. Me lo auguro ma so che non è una questione all'angolo della strada».
La vicenda Alitalia ha ridisegnato la mappa del potere?
«La situazione non va posta in questi termini. C'è un governo del fare, che prende decisioni e il mondo imprenditoriale e finanziario ne prende atto. Questo ha indotto forze imprenditoriali con una posizione politica di centrosinistra a impegnarsi in modo significativo nell'operazione di salvataggio della compagnia. È evidente che realtà industriali e della finanza che fino ad ora guardavano con sospetto il centrodestra, ora si sono ricreduti».
Laura Della Pasqua
-----------------------------------------------------------
Genova, poliziotto ucciso a coltellate
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
L'agente è stato aggredito da un giovane squilibrato
Ucciso da una coltellata che gli ha perforato un polmone, arrivando al cuore. Così un agente di polizia di 36 anni, genovese, è morto ieri sera all’ospedale San Martino di Genova, dopo essere stato sottoposto ad un disperato intervento chirurgico nel tentativo di suturare le gravi ferite inferte poco prima da un giovane squilibrato. La tragedia si è consumata in una abitazione di Pontedecimo, alla periferia nord-occidentale della città, dove abita Danilo Pace, 26 anni, piccoli precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione, infermo di mente, e i suoi genitori. Ieri sera il giovane è stato colto da una crisi ed ha cominciato a dare in escandescenze.
A nulla sono valsi i tentativi di calmarlo da parte dei genitori, i quali si sono così rivolti al 118. I militi hanno tentato a loro volta di riportare alla calma il giovane, ma inutilmente. Si è perciò reso necessario l’intervento della polizia. Due pattuglie del reparto prevenzione crimine Liguria hanno raggiunto l’abitazione e con pazienza hanno cercato di indurre alla ragione Danilo. L’operazione è stata lunga e difficile e dopo i primi momenti di violenza sembrava poter tornare la tranquillità nella famiglia. All’improvviso, però, il giovane ha afferrato un coltello e si è scagliato contro uno degli agenti. La manovra è stata talmente improvvisa e inaspettata che il poliziotto non ha fatto in tempo a proteggersi o a schivare il colpo.
La lama del coltello, lunga 26 centimetri, gli è entrata nell’addome, ha perforato un polmone ed ha toccato il cuore. L’assistente di polizia, subito soccorso dal personale medico sul posto, ha subito due arresti cardiaci e per due volte è stato rianimato. Poi la corsa al San Martino e l’intervento chirurgico come estremo tentativo per salvargli la vita. Tutto inutile. Poco dopo mezzanotte il poliziotto ha cessato di vivere. Danilo Pace è stato condotto in Questura ed arrestato inizialmente con l’accusa di tentato omicidio, una imputazione che ora si è trasformata in quella molto più grave di omicidio.
>>Da: GORGON
Messaggio 2 della discussione
Naturalmente con la scusa dell'infermità mentale non si farà neppure un anno di galera.
Io non ho mai capito la storia dell'infermità mentale, la considererei come un'aggravante.
Se una persona in condizioni di infermità mentale uccide, vuol dire che in qualsiasi momento può tornare a farlo senza alcun motivo.
Chi ha ucciso una persona per motivi suoi sarà sempre meno pericoloso.
>>Da: annina
Messaggio 3 della discussione
Esistono i manicomi giudiziali.
-----------------------------------------------------------
Tornano i bulli, prof all'ospedale
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
In una media di Palermo.
E a Viterbo i "grandi" aggrediscono le matricole
Una professoressa di Palermo mandata al pronto soccorso da un alunno, dopo essere stata minacciata e derisa. Una bomba carta lanciata, la notte precedente, nella stessa scuola media. E due studenti di 18 anni denunciati per i soprusi e le violenze sulle matricole in viaggio sui treni in provincia di Viterbo, con rituali di iniziazione, voti marchiati sulle braccia, barba e baffi disegnati sul volto. La scuola è appena cominciata e i bulli tornano in azione. Ed è subito allarme, paura, prese di posizone, richiesta di interventi, con presidi, professori e poliziotti mobilitati. La cronaca di un’ordinaria settimana da bulli comincia da Palermo, media Bonfiglio, periferia degradata della città.
La professoressa di educazione fisica finisce in ospedale per un bravata degli alunni, dai contorni ancora tutti da verificare. Si parla di minacce, di aggressione, di un clima di paura all’interno della classe, dominata da un gruppo di ragazzini violenti. Secondo una prima ricostruzione della polizia, l’insegnante sarebbe stata circondata da cinque studenti durante la lezione. Dopo le minacce qualcuno l’avrebbe fatta cadere, spostando la sedia della cattedra mentre stava per sedersi. Dalla scuola è stato chiamato il 113: gli agenti hanno identificato l’alunno e stilato un verbale. La professoressa, comunque, ha deciso di non denunciare il minorenne. «Mi è sembrato giusto chiamare la polizia - dice la preside - per far capire ai ragazzi che si trattava di una cosa comunque grave. Nessuno, però, denuncerà l’alunno. Né sarà punto: il regolamento scolastico non lo consente».
Nei giorni scorsi contro la scuola era stata lanciata anche una bomba carta. Altrettanto allarmante l’episodio venuto alla luce in provincia di Viterbo. Due ragazzi di 18 anni, studenti di scuola superiore, sono stati denunciati dalla Polfer per violenza privata. I due sottoponevano gli studenti-matricole, pendolari sul treno Bracciano-Viterbo, a riti iniziatici, consistenti nel tracciare scritte con un pennarello indelebile sul viso e su altre parti del corpo, con varianti lasciate alla fantasia del bullo di turno. Un esempio? Agli studenti terrorizzati facevano una serie di domande: ad ogni errore scrivevano sulle braccia la risposta esatta e un voto finale.
Bianca Sabatini
-----------------------------------------------------------
Crotone, scuole e abitazioni costruite con i rifiuti tossici: 7 persone indagate
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Almeno 350 mila tonnellate di materiale contenente arsenico, zinco, piombo, indio, germanio e mercurio che invece di essere smaltite sono servite nell'edilizia
Scuole, parcheggi, strade, case e opere pubbliche costruite con materiale di scarto industriale, rifiuti tossici altamente pericolosi: 18 aree ubicate nelle zone tra Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto - aree ad alta densità mafiosa nell’entroterra crotonese - sono state sequestrate a seguito delle indagini della procura della Repubblica di Crotone e coordinata dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Almeno 350 mila tonnellate di materiale contenente arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio, che invece di essere smaltite con le cautele di legge sono state utilizzate per costruire.
Con rifiuti tossici speciali e il materiale nocivo proveniente dagli scarti dell’industria «Pertusola» di Crotone sono stati costruiti anche tre cortili di altrettante scuole: la scuola elementare San Francesco e un istituto tecnico superiore, entrambi di Crotone, una scuola elementare a Cutro. Il materiale, altamente nocivo, avrebbe dovuto essere smaltito in discariche specializzate ed invece sarebbe stato ceduto a imprese di costruzioni che lo hanno utilizzato in lavori edili riguardanti, anche alloggi popolari, villette, una banchina portuale e strade. Sette gli indagati, rappresentanti legali di ditte edili e funzionari Asl: Vincenzo Mano, legale rappresentante pro-tempore della Pertusola Sud, che ha chiuso l’attività alla fine degli anni ’90; Giovanni Ciampà, rappresentante legale delle imprese Ciampà; Paolo Girelli, rappresentante legale dell’impresa Bonatti; Alfredo Mungari, rappresentante legale Costruzioni Leto; e i tre funzionari dell’asl regionale: Domenico Colosimo, dipendente dell’ ex Azienda sanitaria 7 di Catanzaro; Francesco Ruscio, dipendente dell’ex presidio di prevenzione dell’As 7 di Catanzaro; e Domenico Curcio, attuale dipendente dell’As 7 di Catanzaro. Per tutti l’accusa è associazione a delinquere.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Dopo il sequestro questa mattina di 18 siti, dove secondo l’accusa sarebbero sotterrati montagne di rifiuti tossici, il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni, raggiunto da Apcom ha detto: «Il materiale che abbiamo fatto esaminare da esperti qualificati è risultato altamente tossico e cancerogeno, tanto da poter provocare il cancro nell’uomo». Lo stesso pm antimafia Bruni ha spiegato che al momento non risultano collegamenti con la ’ndrangheta, anche se una delle ditte coinvolte, la Ciampà, negli anni scorsi era stata oggetto di indagini e il suo legale rappresentante sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, poi revocata, perché l’uomo venne assolto. «Per questo motivo - ha sottolineato il pm - non siamo, almeno per ora in grado di ipotizzare un collegamento con la criminalità organizzata, però stiamo verificando altre situazioni». Quindi le indagini non sono chiuse, è potrebbero riservare ulteriori sorprese: « Al momento - conclude Bruni - ci interessava porre fine al disastro ambientale e fermare questa situazione di pericolo, adesso dobbiamo verificare le esatte responsabilità e chi ha permesso questo scempio».
-----------------------------------------------------------
Iran: in vista "coalizione dei volenterosi" Ue per nuove sanzioni
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Una “coalizione dei volenterosi europea” che si impegni ad imporre nuove “sanzioni settoriali” all’Iran per la continuazione del suo programma nucleare. È una delle proposte uscite dal meeting del Quint, organismo formato da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, e riferita dal ministro degli Esteri Franco Frattini. Il titolare della Farnesina, da New York dov'è impegnato nell'apertura dell'Assemblea generale dell'Onu, ha definito “completamente inutili” i negoziati finora tenuti con Teheran e ha spiegato che i cinque hanno deciso di “esplorare se al livello europeo vi sia una coalizione di volenterosi disponibile a studiare sanzioni efficaci”. I paesi coinvolti potrebbero adottare provvedimenti nei settori in cui, rispettivamente, hanno più competenza. Citati ad esempio la formazione tecnica e le assicurazioni. Anche il divieto di visto, per ora limitato ad alcuni massimi dirigenti della Repubblica islamica, potrebbe essere esteso ad altre categorie. La riunione del Quint si è svolta proprio il giorno dopo che la Russia ha disertato la riunione del 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania, organo deputato proprio a esaminare la questione del nucleare iraniano) a causa dei recenti dissidi con gli Stati Uniti sulla crisi del Caucaso e sullo scudo spaziale.
-----------------------------------------------------------
Consulta, no del Pd a Pecorella (no anche a Orlando e a Violante?)
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
"Spetta alla maggioranza indicare il nome del candidato destinato a sostituire il giudice Romano Vaccarella", ma il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro, aggiunge anche quali caratteristiche deve avere: “Una figura di alto profilo che possa rapidamente trovare il consenso necessario". Il Pd, così, dopo 17 mesi ufficializza oggi, dodicesima fumata nera del Parlamento, le condizioni per la surroga del giudice costituzionale dimessosi nell'aprile del 2007 in segno di protesta contro le ingerenze di alcuni ministri del governo Prodi sulle decisioni della Corte costituzionale. L'iniziativa del capogruppo del Pd appare alla maggioranza un vero e proprio veto a Gaetano Pecorella il candidato indicato, seguendo una prassi consolidata da decenni, da FI. Una proposta, quella del Pd, che difficilmente verrà accettata e che comunque solleva molti problemi. Il no di Soro a Pecorella, al quale per essere eletto mancano i voti di una manciata di parlamentari, fa sorgere anche il sospetto che possa servire a rendere ancora più problematica l'elezione a presidente della Commissione di Vigilanza Rai di Leoluca Orlando, che a parti rovesciate si trova nella stessa condizione di Pecorella.
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il veto a Pecorella apre comunque una questione anche nel Pd. Si sa da tempo che buona parte della componente ex Ds del partito di Veltroni vorrebbe insediare alla Corte costituzionale Luciano Violante. Ma fino al 2012 non c’è alcuna possibilità di eleggerlo con una votazione in Parlamento e non rimane che la strada di una nomina presidenziale. A febbraio prossimo, infatti, scadrà il mandato di Giovanni Maria Flick, nominato dall’ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi nel 2000. La presidenza della Repubblica potrebbe trovarsi tuttavia in difficoltà a nominare un giudice costituzionale con un profilo politico così netto come quello di Violante. D'altro canto, non tutti nel Pd tifano per l'ex presidente della Camera. Negli ultimi mesi, infatti, le posizioni da lui assunte sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e, soprattutto, sulla composizione del Consiglio superiore della magistratura e sull'azione disciplinare nei confronti dei magistrati (condivise dal Pdl), hanno trovato buona parte del Pd, oltre all’Idv, in netto contrasto.
Fortissime sono apparse, poi, e per la prima volta, le critiche espresse nei suoi confronti tre giorni fa dall’Associazione nazionale dei magistrati che lo ha accusato di fare il “sofista”. Il veto posto oggi da Soro a Pecorella sembra il frutto di questo nuovo scenario e delle strategie messe a punto, proprio ieri, nel corso dell’assemblea dei parlamentari del Pd che ha ratificato una linea di duro scontro con la maggioranza su tutto, come hanno ben chiarito lo stesso Soro e Pierluigi Castagnetti. No a Pecorella per alzare ulteriormente lo scontro sulla Rai e sbarrare con ogni probabilità la strada anche a Violante.
Il Velino
-----------------------------------------------------------
Annozero
>>Da: lilith
Messaggio 5 della discussione
Qualcuno l'ha visto ieri sera? Io no.
Santoro e Di Pietro hanno dato una soluzione alternativa a Cai o no?
>>Da: aquilanera
Messaggio 2 della discussione
E' stata una trasmissione demenziale come al solito.
Bisogna proprio essere dei poveretti per bersi castronate come quella che:
"se il governo chiede indietro il prestito ponte alloa i soci CAI si ritirano prima dei 5 anni", detta da Santoro come fosse una verità ASSOLUTA e non una mera ILLAZIONE del solito vecchietto con l'Alzheimer in collegamento esterno.
In quanto a Di Pietro l'unica cosa che è stato in grado di dire è stata che andrebbero citati in giudizio gli amministratori di Aliatalia degli ultimi 20 anni.
Praticamente Tonino sostituirebbe tutte le Istituzioni con enormi ed efficentissimi tribunali..
>>Da: Nando179764
Messaggio 3 della discussione
Appunto; essendo che si tratta di una trasmissione demenziale, evito di guardarla per non rovinarmi il fegato.
>>Da: annina
Messaggio 4 della discussione
Mi ha detto una collega di lavoro che l'ha seguita che i piloti del fronte dei " si " non sono stati invitati.
Quindi immagino una trasmissione leale, equilibrata, imparziale...come al solito.
>>Da: er Drago
Messaggio 5 della discussione
Grande invenzione il telecomando, puio evitare la spazzatura senza fatica.
-----------------------------------------------------------
Arriva 'a curdata del trebbiatoreeeeeeeeeeee!
>>Da: er Drago
Messaggio 15 della discussione
CRISI ALITALIA: Di Pietro, lavoro a cordata alternativa
ROMA Stiamo valutando se c'e' il tempo e uno spiraglio politico per mettere in campo una cordata alternativa a Cai che parta da una public company, con investitori stranieri.
Ad annunciarlo, mentre e' ancora in corso a Palazzo Chigi il confronto fra Governo, Cai e piloti sulla nuova Alitalia, e' il leader di Italia dei Valori, Antonio
Di Pietro.
Di Pietro sottolinea che sul piano del diritto comunitario, e' vietato impedire alle compagnie straniere di partecipare con un'offerta alternativa.
Siamo salvi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Visualizza allegato/i:
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/_notifications.msnw?type=msg&mview=1&parent=1&item=228221
>>Da: baffo
Messaggio 2 della discussione
Ho sempre pensato che Di Pietro vorrebbe essere Berlusconi senza averne però i mezzi, eh eh.
>>Da: micia
Messaggio 3 della discussione
Certo che questo qui è davvero una risorsa per il mondo dello spettacolo.
>>Da: -cerberus
Messaggio 4 della discussione
Dev'essere l'associazione zapognari della marsica.
>>Da: aristodog
Messaggio 5 della discussione
Non dimentichiamo che alitalia vanta un discreto patrimonio immobiliare...hihihi!
>>Da: FULVIO-T
Messaggio 6 della discussione
Baffo, piu' che "nemmeno i mezzi" direi "nemmeno i quarti", poi questo è insisting trekking!
>>Da: Adolfo
Messaggio 7 della discussione
Eh, il mattone a Tonino l'attizza ferocemente.......
A.
>>Da: lucia
Messaggio 8 della discussione
Questa qui devono avergliela suggerita i pulcini.
>>Da: Marianna
Messaggio 9 della discussione
Pulcini allucinogeni a quanto pare.
>>Da: ruggero
Messaggio 10 della discussione
Giusto, si utilizza il tfr dei magistrati e dei pm dei giudici (per non separe le carriere) e il resto lo mette Tonino e vai....
>>Da: Luna
Messaggio 11 della discussione
Poveraccio, dopo due anni nel governo Prodi è completamente impazzito.
>>Da: MARCY1078
Messaggio 12 della discussione
Prime immagini in esclusiva della cordata di Tonino:
http://video.aol.com/video-detail/ti...008/2333377303
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 13 della discussione
Che fa, passa dalle mercedes agli aerei??
-----------------------------------------------------------
Caspita che colpo!
>>Da: -cerberus
Messaggio 7 della discussione
I pirati catturano una nave con 30 carri armati
Il governo russo invia un'unità per riprenderseli. Nelle mani dei corsari 14 imbarcazioni e oltre 300 marinai
WASHINGTON (USA) – Colpo grosso dei pirati somali. Sulla nave ucraina, catturata giovedì nel Golfo di Aden, ci sono trenta carri armati T 72 russi destinati al Kenya. Un carico che alzerà sicuramente il prezzo del riscatto ed apre scenari inquietanti. I corsari potrebbero infatti cercare di vendere i corazzati al miglior offerente. Qualche osservatore ha anche paventato che i tank possano finire nelle mani dei miliziani islamisti attivi da tempo in Somalia. Il governo ucraino ha subito convocato una riunione di emergenza con i responsabili della sicurezza per affrontare l’emergenza. E da Mosca è rimbalzata la notizia che un’unità da guerra russa presente nella zona si sta dirigendo verso le coste somale forse per intercettare il cargo.
14 NAVI IN OSTAGGIO - Durante l’ultimo anno, i corsari sono stati protagonisti di ben 60 assalti e attualmente hanno in ostaggio 14 navi e centinaia di marinai. I mercantili sono trattenuti nei pressi del porto di Eyl, rifugio sicuro per i banditi. Una cittadina di pescatori che ha trasformato la pirateria in una industria che procura guadagni ingenti. I pirati in cambio delle navi ottengono riscatti che variano dai 2 ai 9 milioni di dollari. Diversi paesi – in passato anche l’Italia – si sono mobilitati inviando unità militari per pattugliare il Golfo di Aden ma lo sforzo non è bastato a fermare la minaccia. La creazione di un corridoio di sicurezza non ha cambiato di molto la situazione. Pochi giorni fa, il comandante della Quinta flotta americana ha avvisato le compagnie marittime: dovete provvedere alla difesa delle vostre navi in quanto i nostri mezzi non possono garantire la piena sicurezza. Il vero nodo – osservano gli esperti – sono i rifugi sulla costa: senza un intervento a terra è difficile debellare i pirati.
>>Da: FULVIO-T
Messaggio 2 della discussione
Ne voglio uno io!
In coda con consegna a mano, ovviamente.
Certo che è una bella piaga questa della pirateria ed è incredibile come tutte le nazioni del mondo ne siano vittime e non riescano a porvi rimedio.
L'unica cosa che mi "preoccupa" è quell'unità da guerra russa viste le tendenze "pacifiste" dell'amico Putin e le sue capacità diplomatiche...
>>Da: Adolfo
Messaggio 3 della discussione
Ma 14 navi, con centinaia di marinai e si fanno catturare cosi?
Bah.
A.
>>Da: ruggero
Messaggio 4 della discussione
Sto cercando di immaginarmi la faccia dei pirati somali quando hanno guardato nella stiva
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 5 della discussione
Mi meraviglia il fatto che una simile nave carica di armi da guerra viaggiasse senza scorta.
-----------------------------------------------------------
Quelli che..mai indagati tra i nostri candidati
>>Da: FULVIO-T
Messaggio 6 della discussione
ABRUZZO/ELEZIONI: LE PRIMARIE DEL PD APERTE AGLI INDAGATI
(ASCA) - L'Aquila, 26 set - Il Pd ha deciso di ammettere alle primarie del prossimo 12 ottobre anche candidati con procedimenti penali in corso. Questo il prologo politico che portera' la Regione Abruzzo alle elezioni anticipate del 30 novembre e primo dicembre. Elezioni a cui si e' dovuto ricorrere dopo che l'inchiesta sulle presunte tangenti nella sanita' abruzzese ha decapitato la Giunta, portando in carcere l'ex presidente, Ottaviano Del Turco, ex assessori e collaboratori.
La decisione di andare alle primarie senza sbarramenti e' stata presa nel corso di un'assemblea in cui il segretario regionale del Pd, Luciano D'Alfonso, ha detto che cosi' ''sara' davvero il popolo sovrano a giudicare''. Lo stesso D'Alfonso ha anche parlato di ''un passaggio storico molto significativo, segnato da una grande prova di democrazia istituzionale da parte dell'Abruzzo''. Di fatto, optare per le primarie aperte agli indagati, ha significato ignorare le pregiudiziali poste da Prc, Pdci, Idv, Sd e Verdi. Tanto che il segretario regionale di Rifondazione comunista, Marco Gelmini, in una nota, ha stigmatizzato che in questo modo ''si apre la strada ad una destra che certamente ha tracciato la linea della tangentopoli abruzzese, seguita poi dallo stesso Pd''. Gli esponenti della sinistra hanno duramente criticato la scelta del Pd che ''pensa che in Abruzzo non sia successo nulla e che i cittadini vogliano ancora premiare un personale politico pesantemente compresso''.
In queste condizioni, il Pd rischia di correre da solo alle prossime elezioni regionali. Intanto, nel pomeriggio, Forza Italia iniziera' la discussione che dovrebbe portare al nome del candidato presidente del centrodestra. In pole position il senatore An, Fabrizio Di Stefano, l'ex sindaco di Teramo, Gianni Chiodi, l'ex commissario della Croce Rossa, Maurizio Scelli, e l'ex sindaco di Celano, Filippo Piccone. E a Teramo, stasera, Udc mobilitata per l'arrivo del leader Pierferdinando Casini.
>>Da: Adolfo
Messaggio 2 della discussione
..In queste condizioni, il Pd rischia di correre da solo alle prossime elezioni regionali..
Ho giusto un'idea di dove potrebbero andare, visto che stanno già correndo.....
A.
>>Da: lucia
Messaggio 3 della discussione
Poveretti, sono rimasti talmente in pochi che sono costretti a candidare cani e porci.
>>Da: Marianna
Messaggio 4 della discussione
I moralmente superiori non si smentiscono mai!
>>Da: ruggero
Messaggio 5 della discussione
La batosta delle elezioni non gli è bastata, ne vogliono prendere un'altra.
>>Da: Luna
Messaggio 6 della discussione
E di cosa vi stupite? Sono in contraddizione continua.
-----------------------------------------------------------
Devo cambiare la lavastoviglie
>>Da: Marianna
Messaggio 1 della discussione
Mi serve da 12 coperti, larga 60 cm, da incasso.
Cosa avete da consigliarmi e da sconsigliarmi?
Grazie in anticipo.
-----------------------------------------------------------
immigrati: la santa sede critica governo e ue
>>Da: Nando179764
Messaggio 6 della discussione
Immigrati, critiche a governo e Ue
dal quotidiano della Santa Sede mi chiedo perchè questi prelati, caritas compresa non li ospitano in vaticano. siamo tutti buoni a criticare quando a farne le spese sono i semplici cittadini.
>>Da: MARCY1078
Messaggio 2 della discussione
Quindi se io andassi a chiedere asilo politico in Vaticano me lo concederebbero?
Bla, bla, bla, bla... parlano parlano e parlano, ma davanti al Vaticano, col cavolo che ci sono accattoni o corbelleire varie. Lì è OFF LIMITS perchè? Non bisogna aiutare questa gente? Perchè allora li mandano via da piazza San Pietro?
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 3 della discussione
Hanno paura di perdere le sovvensioni, Meno clandestini arrivano, meno mangiano.
-----------------------------------------------------------
Topi in casa? Ci pensa la «pianta cobra»
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 2 della discussione
ALCUNE SPECIE IN MOSTRA ai Royal Botanic Gardens di Sidney
Topi in casa? Ci pensa la «pianta cobra»
La "nepenthes" si può coltivare fra le mura della propria abitazione ed è in grado di digerire topi e piccoli ratti
Tre Nepenthes in mostra ai Royal Botanic Gardens di Sydney (Reuters)SYDNEY - Trappole per topi addio. Contro gli ospiti indesiderati basta coltivare in casa la nepenthes, una pianta carnivora, chiamata non a caso «pianta cobra» abbastanza grande da poter divorare topi e piccoli ratti. Secondo gli orticolturisti, una delle rare ed esotiche specie vegetali in mostra ai Royal Botanic Gardens di Sidney si può tenere in casa.
«BELLEZZA CHE CELA CAPACITÀ LETALI» - La nepenthes è una delle tante specie che non solo sono in grado di contenere molta acqua, ma traggono nutrimento dalla digestione di animali e insetti, secondo quanto ha spiegato alla Reuters il direttore dei Botanic Gardens Tim Entwisle. «La nepenthes rajah ha la più estesa bocca del mondo, e le più grandi possono tranquillamente digerire un ratto. Abbiamo in mostra un vicino parente di questa pianta questa settimana, abbastanza grande da catturare un topino o piccoli ratti», ha detto. «I bambini le adorano perché le osservano mentre catturano gli insetti. La loro bellezza cela una capacità letale».
LE PIANTE CHE PIACCIONO AI BAMBINI - Le «piante cobra» sono diffuse nel sud-est asiatico, in luoghi come il Borneo e Sumatra, ma ce ne sono anche alcune specie in Australia e in Nuova Caledonia. Circa 100 tipi sono già noti, ha spiegato Entwisle, ma se ne scoprono uno o due nuovi ogni anno. La più grande del mondo si trova nel Borneo. Il direttore dei Gardens ha poi aggiunto che, anche se queste specie sono relativamente rare, le piante carnivore possono essere facilmente coltivate a casa, preferibilmente in vaso, e diventare un vero e proprio spettacolo. «Le piante carnivore sono sempre un interessante argomento di conversazione. I bambini le amano e sono un buono strumento educativo. Anche se mangiano molti insetti, non noterete alcuna differenza nella composizione della popolazione di insetti nel vostro giardino», ha aggiunto. Circa 100 diversi tipi di piante rare ed esotiche sono in mostra al Royal Botanic Gardens dal 25 al 27 settembre.
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 2 della discussione
Non credo che mi sentirei tranquillo con un'affare del genere per la casa.
-----------------------------------------------------------
Ecco altre 2 vittime innocenti
>>Da: ilgiovaneardito
Messaggio 4 della discussione
CASERTA - Due poliziotti sono morti durante un inseguimento per bloccare un'autovettura che non si era fermata all'alt di un posto di blocco nel Casertano. Alta velocità della volante della polizia con tre agenti a bordo sulla Statale Nola-Villa Literno, all'altezza di Casapesenna. L'auto dei poliziotti - per cause ancora da accertare - è sbandata e si è ribaltata. Dei tre occupanti un assistente di polizia, Francesco Alighieri, è morto sul colpo per le ferite riportate. Aveva 41 anni e faceva parte del reparto prevenzione crimine «Piemonte» aggregato a Caserta. Un altro agente, dello stesso reparto, Gabriele Rossi, 32 anni, in condizioni gravi è spirato dopo due ore all'ospedale di Caserta. Il terzo ha riportate ferite serie, si trova anch'egli nel nosocomio di Terra di Lavoro. I tre erano arrivati in Campania, provenienti da Torino, da pochi giorni per partecipare alle attività di controllo del territorio nel Casertano.
Gli uomini della polizia erano impegnati con tre auto in un posto di blocco quando è arrivata una vettura, probabilmente una Panda, che ha forzato il controllo: è iniziato l’inseguimento. A un certo punto, nella zona di Casapesenna, la vettura della polizia è sbandata finendo fuori strada, con il tetto contro un albero. L’auto in fuga ha fatto perdere le proprie tracce. Successivamente la polizia ha trovato una Panda abbandonata. Sono in corso indagini per accertare se si tratti della vettura che non si è fermata all’alt
La notizia è arrivata come un fulmine al convegno degli industriali a Caserta dove Emma Marcegaglia stava parlando proprio di legalità, suscitando grande emozione. Il capo della Direzione anticrimine centrale, Francesco Gratteri, si è recato all’ospedale Moscati di Aversa dove si trova la salma di Francesco Alighieri. Poi andrà all'ospedale di Caserta per rendere omaggio a Rossi.
«I 500 soldati inviati dal governo per fronteggiare l'emergenza criminalità verranno utilizzati in gran parte nella provincia di Caserta e in parte in provincia di Napoli, nelle aree confinanti con il Casertano». Lo ha detto il prefetto di Napoli Alessandro Pansa al termine del comitato per la sicurezza che si è svolto venerdì mattina in Prefettura.
-----------------------------------------------------------
L'Alitalia decolla, i piloti firmano
>>Da: andreavisconti
Messaggio 8 della discussione
Anpac e Up hanno sottoscritto l'accordo con Cai dopo 15 ore di trattativa ininterrotta a Palazzo Chigi. Verranno asssunte 1.550 "aquile", esuberi ridotti, contratto da dirigenti per i comandanti. Il governo: "Piena soddisfazione". Lunedì attesa anche la firma di assistenti di volo e hostes.
Roma - La nuova Alitalia decolla. Anche i piloti hanno firmato e sono saliti a bordo della Compagnia aerea italiana. C'è voluta una trattativa no stop durata ben 15 ore, ma alla fine la firma più sofferta e attesa, quella decisiva dei piloti di Anpac e Up è arrivata. Elemento portante dell’intesa è la riduzione degli esuberi: la Cai assumerà 1689 piloti mentre quelli che rimarranno nella bad company "ricoperti" dagli ammortizzatori sociali saranno 860. Gli esuberi inizialmente previsti dal piano era 1000, ma Anpac e Up avevano sempre sostenuto che questa cifra sarebbe stata ingestibile. Il 9% dei 1.689 piloti assunti in Cai (circa 139) verrà impiegato con un part time a rotazione, con un meccanismo di solidarietà. I piloti impiegati full time saranno, quindi, 1550, cioè il numero inizialmente previsto.
Ai comandanti contratto da dirigenti Tra le novità, l’inquadramento dei comandanti nel contratto dirigenti mentre ai piloti primi ufficiali verrà applicato il contratto unico della Cai. Le due categorie avranno in comune la previdenza integrativa, l’assistenza sanitaria, la normativa d’impiego e l’addestramento. Rimane aperto il nodo dei 130 piloti cargo per i quali si sta ancora trattando per farli rientrare nel perimetro aziendale. È poi prevista una lista di anzianità per i piloti che andranno in cassa integrazione, di cui terrà conto la Cai nel momento in cui dovesse avere bisogno di nuove risorse. Stabiliti i capisaldi dell’accordo, ora le parti dovranno procedere alla definizione dei nuovi contratti.
Trattativa in salita È stata tutta in salita la strada che ha portato all’intesa. Nel corso del pomeriggio di ieri Cai e associazioni dei piloti sarebbero state sul punto della rottura. E anche dopo l’arrivo in serata, alle 19,30, a Palazzo Chigi, dei leader dei confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che era stato visto come il segnale di una firma vicina, in realtà il confronto è stato teso ed acceso e si è arrivati alla firma soltanto dopo altre cinque ore di negoziato. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno valutato le modifiche apportate al piano, da loro sottoscritto l’altro ieri, nel corso della trattativa con i piloti. Una valutazione che sarebbe stata complessa ma che poi ha portato anche al via libera delle tre centrali confederali e dell’Ugl
"Piena soddisfazione da parte del governo e gratitudine alla Cai nelle persone dell'ingegnere Roberto Colaninno e dell'ingegnere Rocco Sabelli che hanno condotto personalmente la trattativi": così Palazzo Chigi commenta l'esito della trattativa su Alitalia e in particolare il raggiungimento dell'intesa con i piloti.
Il commento dei piloti Anche i vertici delle due associazioni dei piloti cantano vittoria. "Finalmente - ha detto il numero uno dell’Anpac, Fabio Berti - siamo arrivati a un accordo che ci soddisfa. C’è però ancora molto da lavorare, è solo un inizio". Positivo anche il giudizio dell’Up, anche se il presidente Massimo Notaro ha sottolineato che "per gli esuberi la situazione è ancora delicata, perchè il numero è ancora molto elevato, anche se più picco
-----------------------------------------------------------
Alla sbarra arriva il clan della Gomorra nera
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Per la prima volta un’organizzazione di ghanesi e nigeriani è accusata di associazione di stampo mafioso: utilizzava gli stessi sistemi della camorra
Gomorra nera. Immigrati alla sbarra per 416 bis nella patria dei Casalesi. È una prima processuale assoluta quella scaturita dall’inchiesta «Restore Freedom» di quattro anni fa, condotta dalla polizia e dalla Dda di Napoli, che vede rinviati a giudizio una ventina di extracomunitari. Imputati di camorra. L’organizzazione straniera presente sul nostro territorio a cui i magistrati partenopei contestarono per la prima volta l’associazione per delinquere di stampo mafioso, composta da nigeriani e ghanesi, approderà tra poco in un’aula di tribunale. I «sodali» dell’organizzazione criminale dovranno rispondere di sfruttamento della prostituzione, tratta delle schiave, riti wodoo, immigrazione clandestina, contraffazione di documenti. Altre indagini su etnie africane (quelle del Ros e della Squadra mobile di Roma su organizzazioni di nigeriani, ad esempio) hanno visto contestare agli associati lo stesso reato, ma con «Restore Freedom» fra un mese potrebbe arrivare una sentenza senza precedenti, destinata a fare storia.
Invece di interferire nel traffico di droga e negli appalti, business esclusivi della Camorra Spa, i clan neri utilizzavano il medesimo, violento, efficace, modus operandi della criminalità casalese, e campana più in generale. Dalle indagini della Dda partenopea è emerso uno spietato «mercato di schiave» che aveva la sua base operativa tra Castelvolturno e Casal di Principe, fino a Baia Domizia. Vittime anche ragazze minorenni, che venivano «acquistate» direttamente in Africa, contattando le famiglie attraverso insospettabili mediatori. Dopodiché le giovani venivano condotte in Italia e sottomesse tramite riti wodoo, costrette a prostituirsi per restituire i soldi del viaggio (circa 50mila euro) e pagarsi l’affitto del marciapiede, liberarsi dal maleficio e far cessare le minacce ai familiari. Ma spesso le vittime si trasformano in carnefici, ed è per questo che molte di loro si ritrovano indagate per sfruttamento della prostituzione. Nemmeno il tempo di sdebitarsi e liberarsi del sortilegio, infatti, che le donne diventavano parte integrante di un clan guidato da boss nigeriani e ghanesi.
-----------------------------------------------------------
Obama-McCain Finisce in pareggio il primo duello tv
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
I due candidati si sono affrontati in Mississippi attaccandosi sulla politica economica, sulla guerra in Iraq, su come trattare l’Iran ed il Pakistan. Lo scambio è stato vivace ma senza scivoloni. Entrambi hanno glissato sul piano anticrisi da 700 miliardi di dollari voluto da Bush
Washington - Non vi sono stati gravi errori nel primo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca, il democratico Obama e il repubblicano McCain. I due si sono affrontati venerdì sera in Mississippi attaccandosi sulla politica economica, sulla guerra in Iraq, su come trattare l’Iran ed il Pakistan. Lo scambio è stato a volte vivace ma nessuno ha commesso gaffes decisive. Barack Obama è apparso più a suo agio in economia mentre John McCain ha dimostrato maggiore esperienza in politica estera.
Vaghi sull'economia McCain e Obama hanno glissato sul piano anticrisi da 700 miliardi di dollari fortemente voluto da Bush. Eppure l’economia è stata il tema dominate dei primi trenta minuti del confronto, incentrato formalmente sulla politica estera. Mentre al Congresso proseguono le negoziazioni sul pacchetto salva-finanza messo a punto dall’amministrazione Bush, entrambi i candidati, ripetutamente incalzati dal moderatore del faccia a faccia, Jim Lehrer, si sono ben guardati dal dire esplicitamente se intendono votare a favore del provvedimento. "Stiamo vivendo la più grave crisi finanziaria dalla Grande Depressione. Siamo in un momento cruciale, questa crisi è il verdetto finale di otto anni di politiche fallimentari promosse da George W. Bush e supportate dal senatore John McCain", ha attaccato Obama, limitandosi ad evidenziare che i dettagli finali del piano devono ancora essere definiti. McCain, esprimendo ottimismo sulla possibilità di un accordo bipartisan per risolvere la crisi finanziaria, ha detto solo di "sperare" di poter votare per il provvedimento. "Se non rimediamo alla peggior crisi finanziaria dei nostri tempi - ha ammonito il senatore dell’Arizona - ci saranno persone che perderanno il lavoro, i loro crediti e le loro case: questo non è l’inizio della fine ma è la fine dell’inizio".
-----------------------------------------------------------
Altro crac negli Usa Per l'Ue un nuovo incubo
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Quello di Washington Mutual è il più grande fallimento nella storia bancaria degli Stati Uniti. Il gruppo belga-olandese Fortis nega il collasso però cambia il vertice. Torna la paura sui mercati e i listini Ue bruciano 120 miliardi. Wall Street spera nel sì al piano Paulson
Milano - La parola stallo non è mai piaciuta ai mercati per il senso di indeterminatezza che incorpora. È con questa condizione che le Borse dovranno però forzatamente convivere fino a quando non sarà approvato il maxi-piano da 700 miliardi di dollari, messo a punto dal Tesoro Usa per salvare il sistema finanziario. Frettolosamente dato per scontato giovedì scorso, l’accordo non è invece arrivato.
Ma sono anche altre le nubi minacciose che si vanno addensando sul mondo finanziario. Nubi che attraversano l’Europa. E sembrano promettere tempesta. Voci di bancarotta hanno scandito ieri un tam-tam funebre sulla belga-olandese Fortis. Un colosso: tra i primi 20 istituti bancari mondiali, attivi in gestione pari a 445 miliardi di euro e ricavi per 120,5 miliardi. E 85mila dipendenti, da ieri tutti preoccupati nonostante i vertici del gruppo abbiano smentito l’imminenza di un crac. Sta di fatto che Fortis ha cacciato l’amministratore delegato e deciso di vendere tra i 5 e i 10 miliardi di attività per far cassa. Il caso è stato al centro di una discussione da parte del governo olandese. Quello belga ha fatto di più, promettendo aiuti in caso di disastro: «Come ovunque altrove in Europa, non lasceremo nessun cliente in difficoltà in Belgio», ha detto il ministro delle Finanze, Didier Reynders.
Insomma, le cose non vanno granché bene. Anche la banca inglese Hsbc, costretta a licenziare 1.100 dipendenti, è sul filo del rasoio. E le Borse lo hanno subito registrato, facendo scendere i titoli Fortis del 20% e quelli Hsbc del 10%. Nel complesso, una giornata nera: 120 miliardi di euro di capitalizzazione sacrificati da ribassi compresi tra l’1,5% di Parigi e il 2,1% di Londra. A Milano il Mibtel è sceso dell’1,5, portando la perdita settimanale a sfiorare il 3%.
-----------------------------------------------------------
New York, ferita dalla crisi, guarda già al futuro
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Sparisce il simbolo Lehman, il sindaco Bloomberg riduce le spese ma la città è più sgomenta che disperata
C’è un simbolo che più di tante parole dà l’impressione di come oggi New York stia vivendo la grande crisi delle sue star finanziarie. A due passi da Times square, la vecchia sede di Lehman Brothers. Le sue insegne luminose nel giro di poche ore hanno cambiato faccia. Con la stessa rapidità con la quale più di ventimila persone sono state licenziate ad nutum, anzi via e-mail, anche la faccia del palazzo ha assunto una veste nuova. Al posto della blasonata scritta Lehman Brothers con il suo sfondo violaceo, è comparso il rassicurante celeste di Barclays. Un colpo inimmaginabile solo poche settimane fa. Insieme al lavoro di un melting pot fatto di razze diverse, ma educazioni simili, è scomparso un simbolo di una New York lontana, fisicamente da Wall Street, ma colonna portante dell’America finanziaria.
È scomparsa Lehman con le sue insegne, ma al suo posto non c’è un cratere. «L’11 settembre - dice uno dei pochi dipendenti della banca che non si trincera dietro al no comment - ha creato nella Città un vuoto, uno spazio fisico per ricordare che qualcuno ci aveva attaccato. Oggi è diverso non sappiamo chi è il nemico, non abbiamo una soluzione». Barclays ha sostituito Lehman, Jp Morgan ha catturato Bear Stearns, Bank of America ha salvato Merrill Lynch. L’umore che si percepisce nella City è che un mondo è finito. Sì certo. Ma una generazione di trentenni, che non ha passato l’ultimo botto del 1987, più che impaurita, non riesce a capire cosa stia avvenendo. È una generazione che ha studiato e si è formata nei migliori college a stelle e strisce. La finanza per questa generazione di «americantrash», come snobisticamente vengono definiti, non ha crisi: è il sangue con il quale si alimenta il corpaccione dell’economia mondiale e del risparmio domestico. Morta un’insegna si sostituisce velocemente con un’altra.
«La crisi finanziaria ancora non l’ho sentita - dice Giuseppe D., proprietario di una delle sartorie più eleganti di New York, in upper West side -. L’impressione è che i veri ricchi non siano stati minimamente toccati. Rispetto al passato non vi è neanche quell’effetto psicologico, per cui si compra di meno, non tanto perché mancano i quattrini, ma perché è giusto».
-----------------------------------------------------------
Massimo De Manzoni: una cinghia da spezzare
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Una sbruffonata, certo. Il disperato tentativo di rimettersi al centro dei giochi da parte di un leader in difficoltà, non c’è dubbio. Ma la sparata di Veltroni l’altra sera a Porta a porta («Alitalia l’ho salvata io») non è stato solo questo. S’è trattato di una confessione in piena regola: le impronte digitali sulla prova regina di un «tentativo di omicidio» della compagnia di bandiera perpetrato con la complicità di Epifani. Che cosa ha detto, infatti, il segretario del Pd per giustificare l’inverosimile appropriazione indebita? «Ho fatto incontrare Epifani e Colaninno». Traduzione: ho detto al segretario della Cgil, al quale avevo ordinato di far saltare il banco, di ingranare la retromarcia e firmare l’intesa.
Il che dimostra due cose. Primo: la pretesa di rappresentare una novità, un elemento di rottura nel panorama politico, che da mesi Veltroni va sbandierando ai quattro venti, è solo fumo negli occhi. Appena messo alla prova, non ha esitato a comportarsi come qualsiasi segretario comunista o diessino, utilizzando in modo spregiudicato la Cgil allo scopo di boicottare la cordata messa in piedi da Berlusconi per salvare Alitalia e rinunciando al cinico proposito solo quando si è accorto di essere isolato persino nel suo stesso partito. Non proprio un comportamento da statista.
Secondo: Epifani si è prestato al disegno, riducendo per l’ennesima volta il sindacato a cinghia di trasmissione dei voleri del partito di riferimento e mettendo a repentaglio 20mila posti di lavoro per una manovra politica da profonda Prima Repubblica. Come facciano gli iscritti alla Cgil a farsi rappresentare ancora da gente che tiene in così poco conto i veri interessi dei lavoratori è, in fin dei conti, affar loro. Come si possano affrontare le prossime vertenze, dalla riforma della scuola a quella dei contratti nazionali, avendo Epifani come interlocutore è invece un problema che ci riguarda tutti. E che carica di responsabilità in particolare Uil e Cisl. Sapranno Angeletti e Bonanni resistere all’eterno richiamo dell’unità sindacale? Parte della possibilità di rilanciare il Paese dipende dalla risposta a questa domanda.
-----------------------------------------------------------
Filippo Facci: Ancora tu
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Che devo dirvi. Dai verbali di Vittorio D’Ajello davanti agli ispettori ministeriali che indagavano sul suicidio di Gabriele Cagliari, 22 luglio 1993: «Il dottor Fabio De Pasquale, alla fine dell’interrogatorio, disse al Cagliari che avrebbe dato parere favorevole alla sua libertà, affermando espressamente rivolto al Cagliari: “Lei me l’ha messo in culo, ma io devo liberarla”». Che volete che vi dica. Dalle conclusioni degli stessi ispettori, paragrafo IV: «Il dott. De Pasquale, con espressioni non consone, ha tenuto dei comportamenti certamente discutibili (...) soprattutto per avere promesso a un indagato che era in carcere da oltre centotrenta giorni, di età avanzata e in condizione di grave prostrazione psichica, che avrebbe espresso parere favorevole (...) e di avere invece assunto una posizione negativa senza però interrogare nuovamente lo stesso indagato, impedendogli, così, di fatto, di potersi ulteriormente difendere. È mancato quel massimo di prudenza, misura e serietà che deve sempre richiedersi quando si esercita il potere di incidere sulla libertà altrui». Che volete che vi dica, che devo dirvi: per me Fabio De Pasquale, il pm del processo Mills che ha definito incostituzionale il Lodo Alfano, rimane quello che promise a un uomo la scarcerazione e poi invece se ne partì per le ferie estive, fra Capo Peloro e Punta Faro, Sicilia orientale.
-----------------------------------------------------------
De Benedetti emigra: ora divento svizzero
>>Da: andreavisconti
Messaggio 4 della discussione
L'ingegnere che da anni risiede a St Moritz, saluta l'Italia: "Ormai noi non contiamo più nulla. Il futuro? Macchè Cina o India, è Israele, un paese da cui possiamo imparare molto"
Se ne parla tra i Cantoni. Carlo de Benedetti, sì, proprio lui, l’Ingegnere, diventerà cittadino svizzero. Il settimanale Die Weltwoche, La settimana del mondo, ha lanciato lo scoop di autunno con tutti i particolari di cronaca: «Con il passare degli anni ho deciso che un giorno avrei voluto diventare cittadino svizzero, ho fatto già domanda. Da undici anni abito a St. Moritz e ho una patente svizzera. Mi hanno detto che conta l’anno e mezzo trascorso in Svizzera durante la guerra, potrò diventare cittadino elvetico nel 2009».
Pronti i festeggiamenti in famiglia, non a pane e cioccolato secondo letteratura e cinematografia degli immigrati italiani in terra rossocrociata, ma champagne e tartufi, d’Alba però e non di Nyon, secondo i gusti umili dell’imprenditore torinese. De Benedetti non ne può più del Paese di origine, ha lo stomaco in disordine, non per i tartufi bianchi ma per la politica, l’industria, la televisione, i giornali (non tutti) e, da qualche settimana, ha preso a torte in faccia l’Italia e gli italiani: «Dobbiamo fare un piccolo atto di umiltà e prendere atto del fatto che non contiamo più nulla. L’Italia è un Paese che è stato cancellato dagli schermi radar del mondo. Con l’eccezione del nostro passato, se arrivasse uno tsunami e non ci fosse più l’Italia, nessuno se ne accorgerebbe. Sono stato di recente negli Stati Uniti e per la prima volta da anni nessuno mi ha chiesto nulla su cosa accade nel nostro Paese», pensieri e parole illustrate a Roma, in un convegno all’Aspen institute. E ha aggiunto: «Il futuro dell’Italia non sta in Cina o in India, Paesi lontani e costosi» (strano, l’ing. andrebbe informato, risulta che sia anche membro della Citic, acronimo della China International Trust and Investement Corporation, con sede a Pechino), «la nostra sponda naturale è il sud del Mediterraneo, a partire da Israele, un Paese dal quale possiamo imparare molto e i cui imprenditori guardano a noi soprattutto dal punto di vista del marketing e del management perché ci trovano simpatici».
-----------------------------------------------------------
Uccide i suoi bambini a martellate poi si dà fuoco
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Tragedia a Pisa. I corpi senza vita dei piccoli e del padre trovati in riva all'Arno
Un uomo ha ucciso a martellate i due suoi figli, poi è morto assieme a loro dandosi fuoco con della benzina. L’episodio è avvenuto ieri sera al Cep, un quartiere popolare alla periferia di Pisa. Tra le ipotesi che possono avere provocato questo gesto, i forti dissapori con la compagna da cui ha avuto i due bambini.
Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, Simone Parola, un ex fantino che ora svolgeva l’attività di maniscalco, ha portato con la sua auto i suoi figli Rachele e Tommaso, rispettivamente di 7 e 5 anni, sull’argine dell’Arno e li ha uccisi con un martello; quindi ha cosparso i loro corpi con della benzina che si era portato in una tanica e ha dato fuoco morendo assieme a loro. I tre corpi carbonizzati sono stati trovati poco distanti dall’auto, una Daewoo Matiz bianca sul cui sedile posteriore sono state rinvenute tracce di sangue.
Poco distante sul prato è stato recuperato il martello. Sembra che prima di agire l’uomo abbia chiamato alcuni parenti che lo attendevano per la cena e li abbia informati di ciò che stava per compiere. Sono stati loro a dare l’allarme e a permettere il ritrovamento dei corpi.
-----------------------------------------------------------
Bomba a Damasco, almeno 17 morti
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
L'attentato è avvenuto vicino all'autostrada che porta all'aeroporto siriano
Un’esplosione è stata avvertita nel sud di Damasco, dove si trova una sede delle forze di sicurezza siriane. Lo ha indicato l’emittente televisiva siriana Dunia, secondo cui ci sarebbero diciassette morti. Secondo al Jazeera si tratta di un’autobomba saltata in aria vicino all’autostrada che porta all’aeroporto della capitale siriana.
Nell’esplosione sono rimaste ferite altre quattordici persone, secondo le prime notizie. La tv di stato ha riferito che la vettura era imbottita di duecento chili di esplosivo. È saltata in aria lungo la strada che porta a Saida Zenab, periferia sud di Damasco. Si ignora al momento l’obiettivo dell’attentato. Ma, secondo un’emittente televisiva privata siriana, ha preso di mira una sede dei servizi di sicurezza. Le vittime, in base alle prime informazioni, sono tutte civili. Al Jazeera ha da parte sua riferito che l’autobomba è esplosa vicino a un comando dell’intelligence nell’area di Sidi Kadad, lungo l’autostrada che porta all’aeroporto di Damasco.
-----------------------------------------------------------
Mucca pazza, nuovo caso dopo 2 anni
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Positivo un bovino di 13 anni in un'azienda lombarda. Il centro nazionale per la Bse: «Situazione sotto controllo». Ma il Codacons ordina controlli
Primo caso di mucca pazza nel 2008, dopo i 142 casi totali registrati in Italia dal 2001. Il morbo della Bse è stato riscontrato, in Lombardia, su un bovino di tredici anni, proveniente da un’azienda del lodigiano. Da 21 mesi non si avevano casi analoghi. Secondo l’Istituto zooprofilattico di Torino, che ha eseguito le analisi sulla materia cerebrale del capo macellato, l’animale potrebbe aver contratto la malattia nel suo primo anno di vita, quindi 12 anni fa, dopo essersi nutrito con mangimi contaminati. Si tratta di un caso di Bse di tipo classico, contratto appunto attraverso l’alimentazione con farine miste di carne e ossa.
«È un chiaro segnale che la malattia è sotto controllo - spiega la responsabile del Centro nazionale per la Bse, Maria Caramelli, raggiunta telefonicamente - L’animale andrà distrutto, l’azienda è sotto controllo e non c’è nessun rischio che carni contaminate possano arrivare sulle tavole dei consumatori». Inoltre, il fatto che si tratti del primo caso dell’anno dopo 21 mesi, dimostra «l’evidente declino dell’epidemia», rassicura la Caramelli. Attualmente nei mangimi animali, aggiunge, la farina di carne e ossa è scomparsa. «Dai controlli eseguiti oggi non risulta, mentre nel 2000 - ricorda - circa un terzo dei mangimi risultava contaminato».
-----------------------------------------------------------
Pa, Brunetta ai sindacati: Siate trasparenti anche voi
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Operazione Trasparenza, ancora troppe resistenze da parte di comuni e regioni. La denuncia il ministro della Pa e dell’Innovazione l’aveva fatta solo due giorni fa alla presentazione del volume La Trasparenza amministrativa, a cura di Francesco Meloni. C’è “pochissima reattività” da parte dei governi locali, aveva detto Renato Brunetta che nell’occasione aveva anche chiesto la collaborazione del Garante per la privacy. Sulla richiesta di trasparenza promossa dal ministero della Pa giovedì si era espressa anche l’Organizzazione internazionale contro la corruzione che ha divulgato il rapporto sull’indice di percezione della corruzione 2008 e ha dichiarato - attraverso la presidente Maria Teresa Brassiolo - di apprezzare la scelta per “l’esposizione pubblica di molti dati, che consentono ai cittadini di conoscere e giudicare”. Oggi La Stampa racconta la polemica che si sta diffondendo all’ombra della Mole Antonelliana: le rappresentanze aziendali di Cgil, Cisl, Uil contestano la decisione della Giunta regionale piemontese di chiedere ai dirigenti la disponibilità a rendere pubblici i loro stipendi. Ovvero a partecipare all’Operazione Trasparenza. Il gruppo guidato da Mercedes Bresso deve bloccare questa “caccia alle streghe”, dicono i sindacalisti, perché “‘la sbandierata guerra ai fannulloni - da destra e da sinistra acclamata - colpisce, ben prima che che gli assenteisti di comodo, la totalità dei dipendenti che hanno sempre fatto onestamente il loro dovere ed anche di più’”.
-----------------------------------------------------------
Nuova udienza a Perugia del processo per l'omicidio di Meredith Kercher
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Rudy Guede, Amanda Knox e Raffaele Sollecito: tutti e tre nella stessa aula, per la prima volta, davanti al Gup di Perugia. Riprende l'udienza preliminare per l'omicidio di Meredith Kercher, dopo la prima che si era svolta lo scorso 16 settembre. In aula sono assenti i familiari della giovane studentessa inglese che si sono costituiti parte civile.
NON POSSONO VEDERSI - Raffaele , Amanda e Rudy hanno assistito all'udienza senza potersi guardare tra loro. Seduti su tre diverse file di banchi, accanto ai loro difensori, con alle spalle il personale della polizia penitenziaria, Sollecito e la Knox si sono rivisti per la prima volta dal giorno dell'arresto, il 6 novembre scorso (allora erano fidanzati). A quasi undici mesi di distanza, da quel giorno i due si sono scambiati solo uno sguardo al momento di entrare in aula. Poi più niente. Nessun contatto nemmeno con Guede. Nel suo interrogatorio davanti al Pm l'ivoriano ha ammesso di essere stato presente in casa della Kercher quando venne uccisa (negando però ogni responsabilità nel delitto come fatto anche dagli altri due) e di avere visto un giovane italiano nell'abitazione ma anche di avere sentito la voce di una donna provenire dall'esterno. L'udienza si è aperta con la deposizione di una ex maestra elementare di Guede nell'ambito del processo con il rito abbreviato a suo carico.
TESTIMONE - Felpa blu chiusa fino al mento e berretto azzurro calato sugli occhi. Impossibile vedere il volto di Hekuran Kokomani, l'albanese 38enne, considerato il super testimone dell'accusa entrato nell'aula 2 del tribunale di Perugia. Il 38enne un mese dopo l'omicidio di Meredith Kercher, si presentò in procura per raccontare al pm, Giuliano Mignini, di avere visto i tre ragazzi accusati, la sera del primo novembre (Meredith venne uccisa nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 2007) nel giardino della casa del delitto. Kokomani disse anche che uno di loro, in particolare Amanda che lui conosceva come conosceva Rudy Guede, aveva un coltello in mano. La sua testimonianza venne considerata dagli inquirenti assolutamente attendibile e lo è ancora oggi anche per l'avvocato di parte civile, Francesco Maresca. Di diverso parere i legali dei tre imputati. Gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile che difendono Rudy Guede, hanno chiesto ed ottenuto dal Gup, Paolo Micheli, che l'albanese venisse sentito come teste per dimostrare l'inesistenza del concorso in omicidio in quanto i tre giovani, secondo i legali, non si conoscevano affatto, ed anche per fare emergere le contraddizioni che, a dire dei legali, hanno sempre punteggiato il racconto di Kokomani. In particolare le discrepanze tra l'orario da lui indicato come momento in cui aveva visto i tre ragazzi insieme ed anche il giorno, in quanto all'epoca lui parlò di una serata piovosa, mentre il 1 novembre del 2007 non era piovuto affatto. A Kokomani potranno essere poste domande anche dai legali di Amanda e Raffaele.
IN AULA - Il primo ad arrivare in mattinata in aula è stato Guede. Maglione scuro e manette ai polsi è subito entrato nel locale dove si svolge l'udienza. Dopo pochi minuti è giunta Amanda Knox: maglione azzurro con scollo a V dal quale spunta, camicia bianca sopra un paio di jeans.
RAFFAELE E L'AVVOCATO - L'ultimo degli imputati ad arrivare a palazzo di giustizia è stato Sollecito. Davanti al Gup si è presentato con una giacca color crema su una camicia azzurra, senza cravatta. Capelli lunghi e lisci che gli co
-----------------------------------------------------------
L'uomo jet vola sopra la Manica
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Ha superato il salto di 35 km, toccando i 250 all'ora. Tutte le virate e le manovre effettuate solo con la forza fisica
NOTIZIE CORRELATE
Il video dell'impresa
ROMA - Un altro primato battuto, un altro passo nella storia del volo. Il primo uomo, che si chiama Yves Rossy ma è più noto come "Jetman", è riuscito a volare sopra la Manica con ali a propulsione da reattore direttamente applicate sul dorso. Da da Calais a Dover, dove lo hanno visto arrivare dal cielo, giornalisti e molti appassionati. Nel secondo tentativo, quello riuscito, ha volato alla velocità media superiore di 180 Km7h, arrivando a punte di 250: per manovrare, virare, mantenere l'assetto o fare resistenza solo attraverso la sua forza fisica.
-----------------------------------------------------------
Altro "rosso" che si è fatto furbo
>>Da: Nando179764
Messaggio 2 della discussione
LA STORIA Carlo De Benedetti diventa svizzero «Elvetico dal 2009, ma amo l'Italia»
10:12 CRONACHE L'imprenditore: «Da 11 anni abito a St. Moritz, ho la patente elvetica». Ma assicura: «Avrò la doppia cittadinanza e soprattutto continuerò a pagare le tasse in Italia» Gian Guido Vecchi
Rapporto quotidiano dei messaggi in Club azzurro la clessidra & friends
-----------------------------------------------------------
Nuovi messaggi di oggi
Se vuoi rispondere, visita la bacheca del gruppo.
http://groups.msn.com/Clubazzurrolaclessidrafriends/messageboard
-----------------------------------------------------------
Dimagrire senza demineralizzare le ossa
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I risultati non supportano l'ipotesi, formulata in passato, che forti restrizioni caloriche possano influire sulla mineralizzazione ossea nei soggetti obesi
I giovani adulti che seguono una dieta a limitato introito calorico ma nutrizionalmente bilanciata per sei mesi al fine di perdere peso non vanno incontro anche a una perdita di massa ossea: è quanto riporta la rivista “Archives of Internal Medicine” in un articolo firmato da Leanne M. Redman, e colleghi del Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge, in Louisiana.
È stato ipotizzato in passato che forti restrizioni nell’apporto calorico possano influire sulla mineralizzazione ossea nei soggetti obesi, con il rischio di una perdita di massa ossea e di conseguenti fratture.
Nel corso della ricerca, sono state considerate 46 persone in salute oltre a uomini e donne soprappeso. I soggetti sono poi stati suddivisi in modo casuale in quattro gruppi: il primo con una dieta bilanciata senza restrizione calorica (gruppo di controllo); il secondo che ha successivamente seguito una dieta con il 25 per cento di calorie in meno di quelle spese mediamente durante la giornata; il terzo, che ha seguito una dieta ipoalorica e un programma di esercizio fisico in modo da determinare un deficit calorico del 25 per cento; il quarto infine, consumava circa 980 calorie al giorno fino a una riduzione del 15 per cento del peso corporeo, per poi passare a una dieta di mantenimento.
Tutte le diete comprendevano un corretto introito di vitamine e minerali, incluso il calcio, ed erano composte secondo le percentuali consigliate dalle linee guida dell’American Heart Association: 30 per cento di grassi, 15 per cento di proteine e il 55 per cento di carboidrati.
Dopo sei mesi, il peso corporeo si è ridotto dell’1 per cento nel gruppo di controllo, del 10,4 per cento nel secondo gruppo, del 10 per cento nel terzo e del 13,9 per cento nel quarto. Ma è stato il dato riguardante la mineralizzazione ossea a concentrare su di sé le maggiori attenzioni.
“In confronto con il gruppo di controllo, nessuno dei tre gruppi ha mostrato alcun cambiamento nella densità minerale ossea generale, né in particolare in quella dell’anca”, hanno spiegato gli autori. "I nostri dati non supportano l’ipotesi che una perdita minerale ossea si accompagni a una drastica riduzine di peso.”
-----------------------------------------------------------
Genetica e rishico melanoma
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La vitamina D ha un significativo ruolo protettivo nei confronti dell’organismo, soprattutto in funzione antitumorale, dato è coinvolta nei meccanismi di regolazione della crescita, della differenziazione e della morte cellulare
Una nuova ricerca ha riscontrato una associazione tra un gene coinvolto nel metabolismo della vitamina D e alcune forme di tumori della pelle. Pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Cancer”, organo ufficiale dell’American Cancer Society, lo studio suggerisce che i soggetti con alcune varianti nel gene denominato BsmI hanno un rischio aumentato di insorgenza di melanoma.
Come descritto in una vasta letteratura, la vitamina D ha un significativo ruolo protettivo nei confronti dell’organismo, soprattutto in funzione antitumorale, dal momento che tale sostanza è coinvolta nei meccanismi di regolazione della crescita, della differenziazione e della morte cellulare.
Tale coinvolgimento è supportato dall’evidenza degli effetti dell’esposizione alla radiazione solare, che stimolando la produzione di vitamina D produce effetti antitumorali.
A livello molecolare, la vitamina D si lega a un recettore che si trova all’interno delle cellule. A causa delle differenze genetiche che si manifestano in questi recettori, si ritiene che diversi soggetti abbiano differenti livelli di attività della vitamina D nel proprio organismo.
Per questo motivo, alcuni individui possono essere naturalmente predisposti a raggiungere una maggior livello di protezione dai tumori veicolato dalla vitamina D. Tuttavia, i risultati degli studi non sono univoci su questo argomento, e finora non è stata effettuata una revisione esaustiva dei dati disponibili.
Per colmare questa lacuna, Simone Mocellin e Donato Nitti dell’Università di Padova, in Italia, hanno esaminato la ricerca esistente in materia analizzando in particolare l’associazione tra varianti comuni del recettore per la vitamina D e il rischio di melanoma. L’analisi ha rivelato una correlazione significativa tra il rischio di melanoma e il gene BsmI.
"Questi risultati stimolano ulteriori ricerche su questo argomento e supportano indirettamente l’ipotesi che l’esposizione al sole possa avere un effetto anti-melanoma tramite l’attivazione del sistema della vitamina D”, hanno concluso gli autori.
-----------------------------------------------------------
Il segreto dell'invecchiamento delle piante
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Sono gli stessi microRNA a coordinare nei vegetali i processi di crescita delle foglie e di invecchiamento
La crescita fogliare delle piante e i loro processi di invecchiamento sono strettamente coordinati: è quanto risulta da una ricerca condotta da un gruppo di biologi del Max-Planck-Institut per la biologia dello sviluppo a Tübingen, in Gemania.
I ricercatori hanno in particolare mostrato che alcuni piccoli frammenti di RNA non codificanti, i microRNA, coordinano i processi di crescita e di invecchiamento nelle piante. Questi microRNA inibiscono alcuni fattori di regolazione, i fattori di trascrizione TCP, che a loro volta influenzano la produzione di un fitormone, l'acido jasmonico. Quanti più microRNA sono presenti, tanto minore è il numero di fattori di trascrizione attivi e la quantità di acido jasmonico prodotto dalla pianta, e tanto più lentamente essa invecchia. Dato che la quantità di microRNA della pianta può essere controllato con tecnologie genetiche, osservano i ricercatori, in futuro potrebbe essere possibile coltivare piante che crescano più rapidamente e che vivano più a lungo.
Era già noto che i fattori di trascrizione modulati dal miR319 influivano sulla crescita fogliare ma ora, come è spiegato in un articolo pubblicato sulla rivista on line ad accesso pubblico PLoS Biology, grazie a una serie di analisi biochimiche e genetiche, i ricercatori hanno scoperto che tali fattori modulano anche i geni che sono essenziali alla formazione dell'acido jasmonico.
Le piante ottenute dai ricercatori hanno una elevata quantità di microRNA miR319 (che quindi diminuiscono i livelli di fattori TCP prodotti e di acido jasmonico sintetizzato), manifestano un periodo di crescita più lungo e invecchiano più lentamente di quelle con minori livelli di miR319.
“I nostri studi mostrano che i fattori di trascrizione regolati dal microRNA miR319, esercitano un'influenza negativa sulla crescita delle piante e che conducono a un precoce invecchiamento", ha detto Detlef Weigel, che ha diretto lo studio. Il meccanismo scoperto rappresenta un progresso significativo nel tentativo di spiegare i processi di regolazione genica nei vegetali: solo quando avremo compreso più a fondo questi processi saremo in grado di produrre piante che abbano proprietà particolarmente desiderabili”, ha concluso Weigel.
-----------------------------------------------------------
Come il plancton reagisce al global warming
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il plancton studiato si è adattato al riscaldamento globale seguito all’ultima era glaciale spostandosi verso nord
Il plancton rappresenta la fonte principale di nutrimento per molti pesci, tra cui i merluzzi, e per questo che la sua sopravvivenza è di vitale importanza per la catena alimentare e per le attività economiche basate sulla pesca.
Ora i ricercatori della Queen’s University di Belfast hanno scoperto che il plancton della specie Calanus finmarchicus, diffusa nelle coste dell’Atlantico settentrionale è in grado di sopravvivere alle variazioni climatiche.
L’effetto del cambiamento climatico sugli ecosistemi del pianeta è uno dei problemi scientifici cruciali su cui si stanno concentrando molti ricercatori in tutto il mondo.
Come riferito sui “Proceedings of the Royal Society B”, questo plancton si è adattato al riscaldamento globale seguito all’ultima era glaciale, conclusasi circa 18.000 anni fa, spostandosi verso nord e mantenendo popolazioni di ampie dimensioni, il che suggerisce che tali organismi siano in grado di seguire l’attuale trasformazione dell’habitat.
"Il nostro risultato, in contrasto con precedenti studi, suggerisce che questa specie sia in grado di spostarsi in risposta a precedenti cambiamenti nel clima terrestre secondo un processo di cruciale importanza per la sua sopravvivenza”, ha spiegato Jim Provan della School of Biological Sciences della Queen’s, che ha partecipato alla ricerca. " Inoltre, la variabilità genetica della specie, cioè il grado di differenziazione tra gli individui, è rimasta alta”.
-----------------------------------------------------------
La roccia più antica mai scoperta
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Metodi geochimici hanno fornito una stima di 4,28 miliardi di anni: 250 milioni di anni in più delle rocce più antiche finora rinvenute
La roccia nativa canadese, che risale a oltre quattro miliardi di anni fa, potrebbe essere la più antica sezione di crosta terrestre finora studiata: è quanto hanno concluso i ricercatori della Carnegie Institution.
Utilizzando metodi geochimici hanno infatti ottenuto una stima di 4,28 miliardi di anni per alcuni campioni di roccia, ovvero 250 milioni di anni in più delle rocce più antiche finora rinvenute.
I risultati, che offrono alcune importanti indicazioni sulle prime fasi dell’evoluzione del nostro pianeta, sono ora pubblicati sull’ultimo numero della rivista “Science”.
La "greenstone belt" di Nuvvuagittuq è una distesa di roccia nativa esposta al largo della Baia di Hudson, nel Quebec settentrionale, che fu riconosciuta per la prima volta nel 2001 come sito potenziale di rocce estremamente antiche.
Campioni di roccia di Nuvvuagittuq sono così stati raccolti dai geologi della McGill University di Montreal e analizzati da Jonathan O'Neil, della McGill, in collaborazione con Richard Carlson del Departimento per il magnetismo terrestre della Carnegie Institution. Dalla misurazione delle più piccole variazioni nella composizione isotopica delle terre rare neodimio e samario, O'Neil e Carlson hanno determinato un intervallo di età compreso tra 3,8 e 4,28 miliardi di anni.
La datazione più antica sarebbe stata attribuita alla roccia denominata “falsa anfibolite” che i ricercatori interpretano come antichi depositi vulcanici.
"Vi sono state in passato datazioni più antiche di rocce dell’Australia occidentale su grani di minerali chiamati zirconi - osserva Carlson - ma queste sono le più antiche rocce intere trovate finora.
I più vecchi zirconi risalgono a 4,36 miliardi di anni fa. Prima del presente studio, i reperti più antichi in assoluto erano quelli ricavati dallo Gneiss di Acasta dei Territori del Nordovest, datati a 4,03 miliardi di anni fa.
-----------------------------------------------------------
'Ghiaccio bollente' all'interno dei pianeti
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Simulazioni al computer hanno mostrato che potrebbe esistere nella cosiddtta forma di "ghiaccio VII", una fase del ghiaccio che si manifesta in condizioni di alta pressione
Una nuova ricerca che ha tracciato con precisione la curva di fusione dell’acqua a pressioni comprese tra 350.000 e 450.000 atmosfere, simile a quelle stimate per l’interno di Nettuno, Urano e della Terra, apre la possibilità che l’acqua esista in forma solida nelle profondità di pianeti.
Grazie a simulazioni del primo principio della dinamica molecolare i ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory in collaborazione con i colleghi dell’Università della California a Davis hanno utilizzato un approccio in due fasi per determinare la temperatura di fusione del ghiaccio VII (una fase del ghiaccio in condizioni di alta pressione) nell’intervallo di pressione compreso tra 100.000 e 500.000 atmosfere.
In particolare, il gruppo guidato da Eric Schwegler ha trovato che a pressioni tra 100.000 e 400.000 atmosfere il ghiaccio fonde come un solido molecolare (simile al modo in cui il ghiaccio fonde in una bibita fredda). Ma oltre le 450.000 atmosfere, c’è un brusco incremento nella pendenza della curva di fusione dovuta alla dissociazione molecolare e alla diffusione protonica nel solido, prima della fusione, che determina la cosiddetta fase solida superionica.
Determinare la curva di fusione dell’acqua è importante in molti campi della scienza, compresa la fisica, la chimica e le scienze planetarie.
È stato ipotizzato in passato che le fredde zone di subduzione terrestri possano intersecarsi con la curva di fusione ad alta pressione dell’acqua, una circostanza, questa, che avrebbe importanti implicazioni per la composizione e il trasporto dei materiali nell’interno dei pianeti così come per la loro evoluzione a lungo termine.
-----------------------------------------------------------
Il più antico burst di raggi gamma mai osservato
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Le osservazioni nelle spazio profondo consentono di gettare uno sguardo nel lontano passato dell’universo: secondo le stime, GRB 080913 avvenne circa 825 milioni di anni dopo il Big Bang
Il satellite Swift della NASA, ha trovato il più distante burst di raggi gamma mai osservato. Indicato dalla sigla GRB 080913, deriva dall’esplosione di una stella distante da noi 12,8 miliardi di anni luce.
"Si tratta del più incredibile burst che Swift abbia mai osservato”, ha spiegato Neil Gehrels del Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, nel Maryland. "Arriva a noi dalle più remote regioni dell’universo visibile.”
Poiché la luce si muove nel vuoto a una velocità finita, le osservazioni nelle spazio profondo consentono di gettare uno sguardo nel lontano passato dell’universo: secondo le stime, pertanto, GRB 080913 avvenne circa 825 milioni di anni dopo il Big Bang.
In altre parole, la stella che ha dato origine al burst, e che si ritiene sia appartenuta a una delle prime generazioni, è morta quando l’universo era ancora molto giovane.
o riferito, i raggi gamma sono giunti al Burst Alert Telescope di Swift il 13 settembre scorso, e la sonda ha localizzato l’origine dell’evento nella costellazione di Eridano e immediatamente si è orientata per esaminare il bagliore.
Meno di due minuti dopo dopo l’allarme, il telescopio a raggi X di Swift ha cominciato a osservare nella direzione individuata, trovando una sorgente X fino ad allora sconosciuta, che andava via diminuendo di intensità.
L’evento è stato seguito in contemporanea anche dai ricercatori a Terra, guidati da Jochen Greiner del Max-Planck-Institut per la fisica extraterrestre di Garching, in Germania, utilizzando il telescopio da 2,2 metri di dello European Southern Observatory situato a La Silla, in Cile.
Successivamente, è intervenuto il Gamma-Ray Burst Optical/Near-Infrared Detector, o GROND, che ha catturato la radiazione del burst in sette differenti lunghezze d’onda. In alcuni colori la brillantezza degli oggetti distanti diminuisce a causa delle nubi di gas frapposte lungo la direzione di osservazione e quanto più è lontano l’oggetto, tanto più è ampia la lunghezza d’onda da cui comincia a manifestarsi l’effetto.
Gli scienziati di GROND hanno così sfruttato questo effetto per ottenere una rapida stima del red-shift della radiazione, che consente a sua volta di determinare la distanza.
-----------------------------------------------------------
Fibrosi cistica: il primo vero modello animale
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il nuovo modello suino della fibrosi cistica fornisce un'opportunità unica di studiare una delle più diffuse malattie genetiche
Un gruppo di ricercatori delle Università dello Iowa e del Missouri sono riusciti a creare nel maiale il primo modello animale della fibrosi cisticha che mima perfettamente la malattia quale si presenta nei neonati umani. I ricercatori, che ne danno notizia in un'articolo pubblicato su "Science", sperano che in questo modo sia possibile fare significativi passi avanti nella terapia di questa drammatica patologia.
La fibrosi cistica è una malattia ereditaria che colpisce numerosi organi per la quale non esisteva finora un modello animale soddisfacente. I topi geneticamente mutati che finora rappresentavano il modello di riferimento sono stati infatti utili per una migliore comprensione della malattia, ma le diffrenze fisiologiche biologiche fra l'uomo e il topo fanno sì che in quest'ultimo non si sviluppino molti dei sintomi tipici dei pazienti umani con fibrosi cistica.
"La mancanza di un modello migliore ha menomato la nostra capacità di rispondere a molti, vecchi quesiti sulla fibrosi cistica,", ha osservato Christopher Rogers, che con Roy J. e Lucille A. Carver ha diretto la ricerca. "Il modello suino della fibrosi cistica ci fornisce un'opportunità unica di studiare una delle più diffuse malattie genetiche e speriamo di potre tradurre queste nuove conoscenze in terapie e trattamenti preventivi migliori."
La malattia si sviluppa quando una persona eredita due copie mutate del gene CFTR, con una conseguente perdita di funzionalità dei canali ionici cellulari che interessa molti organi. I ricercatori hanno all'inizio creato dei maiali portatori di una sola coppia mutata di questo gene che, proprio come accade nel'uomo, non mostrano alcun sitomo della malattia. Successivamente, incrociando quesi maiali fra loro hanno ottenuto quattro maialini portatori di una coppia di geni mutati.
I nuovi maiali non solo mostrano a livello molecolare le anomalie di funzionamento dei canali ionici carattersitiche della malattia, ma anche gli stessi sintomi che si riscontrano nei neonati umani affetti dalla patologia, inclusa quell'ostruzione bronchiale che spesso è il primo sintomo rilevato della fibrosi cistica. I maiali hanno anche pancreas, fegato e cistifellea anomali in maniera caratteristica.
"Inoltre, le manifestazioni cliniche, fisologiche, il coinvolgimento degli organi e l'evoluzione nel tempo della malattia mima quanto vediamo nellle persone affette da fibrosi cistica", hanno consluso i ricercatori.
-----------------------------------------------------------
L'influenza è vicina
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L'epidemia della prossima stagione invernale sarà più intensa rispetto agli anni scorsi e con un numero maggiore di casi
VILAMOURA - «La prossima pandemia di influenza potrebbe essere imminente», firmato Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il monito dell'agenzia ginevrina è fra gli argomenti al centro della Terza Conferenza europea sull'influenza, in corso a Vilamoura, in Portogallo. L'Oms avverte: «In corso di pandemia i sistemi sanitari nazionali rischiano di essere sopraffatti». Modelli predittivi stimano infatti che, durante un'epidemia globale, i soli Paesi industrializzati potrebbero ritrovarsi a fare i conti con 57-132 milioni di pazienti da visitare e 1-2,2 milioni di ricoveri in ospedale. Per evitare il tilt, «questo è il momento di agire», è il monito degli specialisti a convegno. «Se non verranno adottate le misure necessarie nelle fasi prepandemiche, cioè contro l'influenza stagionale, non saremo in grado di rispondere con successo a un'emergenza pandemica» quando sarà il momento, avverte il presidente del Gruppo di lavoro europeo sull'influenza (Eswi), Albert Osterhaus.
ARRIVA AUSTRALIANA- L'epidemia di influenza della prossima stagione invernale sarà molto probabilmente più intensa rispetto agli anni scorsi, e con un numero maggiore di casi, poiché determinata da tre virus «completamente nuovi con, in particolare, un nuovo ceppo molto virulento in arrivo dall'Australia». Quest'anno, affermano gli infettivologi sarà dunque ancora più decisivo vaccinarsi. Una nuova variante del virus influenzale, che potrebbe essere la causa di una grave epidemia, è dunque in arrivo in Europa dall'Australia (da qui il nome 'Australianà dal virus stagionale 2008-2009). E proprio in Australia è stato osservato un forte aumento dei casi di influenza nel 2007, risultati superiori di tre volte rispetto agli ultimi cinque anni. C'è quindi il rischio che i casi possano moltiplicarsi anche in Italia.
UCCIDE 8 MILA ITALIANI L'ANNO - Solo nel nostro Paese il "mal d'inverno" uccide tra i 7.500 e gli 8.500 italiani ogni anno, con 250-500 mila morti nel mondo e un numero di persone infettate compreso fra 300 milioni e un miliardo (5-15% della popolazione globale). Nell'Ue, poi, il Centro per il controllo e prevenzione delle malattie (Ecdc) stima che le vite perse a causa dell'influenza vadano da 40 mila a 220 mila: più delle vittime della strada (40 mila decessi per incidenti nel 2001). Dei circa 8 mila italiani l'anno che ancora non sopravvivono all'influenza, 8 su 10 sono 'over 65' e circa mille muoiono per polmonite. E ancora. L'influenza rappresenta una causa primaria di assenteismo sul lavoro (10-12%) tra gli adulti, e produce costi socio-sanitari enormi. Secondo le stime, i costi diretti e indiretti dell'epidemia vanno dai 390 milioni ai 2,4 miliardi di euro per Italia, Francia e Regno Unito, dai 535 milioni ai 3,3 miliardi per la Germania, e da 275 milioni a 1,7 miliardi per la Spagna.
SI VACCINA UN ITALIANO SU 4 - Nonostante queste cifre, solo un italiano su quattro si è vaccinato contro l'influenza nella stagione 2006-07. Il dato emerge da un sondaggio condotto dalla European Vaccine Manifacturers, su un campione di 2.000 persone di età superiore a 14 anni. La ricerca, sottolineano gli esperti, evidenzia anche che la copertura vaccinale contro l'influenza in Italia raggiunge «appena» il 20% della popolazione. La restante percentuale intervistata (circa 75%) non si è invece vaccinata durante la stagione
-----------------------------------------------------------
Per il buon umore la pasta fa miracoli
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
La pasta è un serbatoio di buon umore senza il quale si rischia depressione, irritabilità, problemi diabetici, renali e cardiopatici. Parola dei dietologi e dei nutrizionisti italiani. «La pasta contiene il Triptofano, un aminoacido che si trasforma in serotonina, il cosiddetto ormone della felicità - sottolinea Defendente Febbrari, esperto in Malattie del Metabolismo e Nutrizione Chimica - ed è per questo che mangiando la pasta si ha una sensazione di benessere e di piacere».
Dello stesso parere la dietologa Maria Gabriella Carfora, che sottolinea come sia stato evidenziato scientificamente che un’alimentazione priva di carboidrati provochi, dopo qualche mese, depressione, irritabilità e insonnia.
«Mangiare sole proteine crea problemi diabetici, renali e cardiaci»
«Eliminare i carboidrati dalla tavola per mangiare più proteine, a lungo andare provoca problemi diabetici, renali e cardiopatici - dichiara Giorgio Calabrese, docente di alimentazione e nutrizione umana all’Università Cattolica S. Cuore di Piacenza e membro dell’Authority Europea Sicurezza Alimentare - mentre mangiare un buon piatto di pasta conferisce il giusto apporto di carboidrati e una lenta secrezione di insulina permettendoci di difenderci dall’obesità».
-----------------------------------------------------------
Meno luce meno serotonina
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il fatto che nelle zone temperate gli individui si sentano più felici e con più energie nei mesi di sole e caldo e, al contrario, avvertano un declino nell’umore nei mesi invernali è assodato. E basterebbero le osservazioni epidemiologiche a confermarlo. Nei mesi invernali aumentano le sintomatologie a carico dell’umore e nei paesi nordici, dove notoriamente c’è meno sole, le sindromi depressive sono più diffuse. Un ruolo centrale in questo tipo di fenomeni è svolto dalla serotonina, che, come tutte le indolamine trasferisce le informazioni sul fotoperiodo agli organismi ed è coinvolta in molti comportamenti fisiologici e patologici che si modificano al modificarsi delle stagioni. Ecco perché molti studi hanno evidenziato una variazione stagionale nei marker periferici della serotonina. Manca però il background molecolare a conferma di questi fenomeni. Quello che si sa è che il trasportatore della serotonina svolge un ruolo chiave nel regolare l’intensità e la diffusione del segnale serotoninergico. Gli studi ad oggi effettuati non hanno portato alla chiara comprensione del fenomeno. Per arrivare a qualche risposta più precisa, uno studio canadese pubblicato sugli Archives of General Psychiatry, ha condotto un’analisi retrospettiva su un campione di soggetti controllo sani residenti nell’area di Toronto, misurando il livello del trasportatore della serotonina in varie regioni di interesse, ricche di innervazione serotoninergica. Con risultati significativi.
Quale meccanismo
I ricercatori hanno studiato il cervello di 88 volontari sani di età media 33 anni con la tomografia a emissione di positroni (PET) tra il 1999 e il 2003. Le scansioni effettuate con la PET hanno cercato di definire l’attività del trasportatore della serotonina, la proteina che si occupa di “sequestrare” la serotonina nel cervello. Quanto più attiva è la proteina tanto minori sono i livelli di serotonina nel cervello e tanto maggiore la probabilità di umore depresso. L’osservazione dei ricercatori è stata che la proteina fosse significativamente più attiva in inverno e in autunno. In primavera-estate la situazione si inverte e allora la serotonina in circolo aumenta, probabilmente aumentando il tono dell’umore. E’ evidente, osservano i ricercatori, l’effetto diretto della luce sulle attività della proteina. Un fatto con importanti implicazioni per la comprensione dei cambi di umore stagionale che si verificano negli individui sani, della vulnerabilità al disturbo affettivo stagionale, la cosiddetta SAD, che colpisce il 4-5% della popolazione, e delle relazioni tra esposizione alla luce e umore. Lo studio, concludono i ricercatori, offre una possibile spiegazione al regolare ripresentarsi degli episodi depressivi invernali e autunnali in alcuni soggetti vulnerabili. Ancora da definire, peraltro, quanto la lunghezza del giorno possa cambiare l’attività del trasportatore della serotonina.
Marco Malagutti
-----------------------------------------------------------
Al cuore della prevenzione
>>Da: urania
Messaggio 5 della discussione
Oltre 240 mila morti e 16 miliardi di euro spesi in un anno. E’ l'impatto che le malattie del cuore hanno in Italia. Domenica, Giornata mondiale per il cuore 2008, gli esperti rilanciano l'appello ad aumentare la consapevolezza. Solo così si possono limitare i danni causati dal killer numero uno
-----------------------------------------------------------
Gli effetti medicinali del basilico
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L'intrigo aromatico questa volta si chiama basilico, non solamente quello "dolce" ma anche, e in particolare, quello "santo", apprezzato rimedio del Sistema Medico Ayurverdico che i botanici chiamano Ocimum Sanctum.
Quasi come il nostro basilico (Ocimum basilicum, anch'esso appartenente alla famiglia delle Labiate) al basilico santo, chiamato anche tulasi in lingua Hindi, sono state attribuite importanti virtù medicinali, magiche e religiose. Diversi studi scientifici, condotti sperimentalmente, hanno confermato alcune capacità mediche attribuite al basilico santo e, tra queste, quelle analgesiche, antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti.
Quest'ultima proprietà è stata al centro dell'attenzione in un convegno (British Pharmaceutical Conference) tenutosi in settembre a Manchester, nel Regno Unito. I ricercatori hanno notato che l'estratto di basilico santo era efficace sia nell'eliminare tutte quelle molecole dannose per il nostro organismo, sia nel proteggere dai danni causati da alcuni radicali liberi in diversi organi, quali fegato, cuore e cervello. Sotto la guida del dottor Vaibhav Shinde, del Poona College of Pharmacy di Maharashtra, in India, hanno dunque valutato le proprietà antiossidanti, anti-aging del basilico santo.
Questo studio ha, ancora una volta, contribuito a dare sostegno alla medicina Ayurvedica che indica, e adopera anche, questa pianta come "ringiovanente". Ma anche il basilico nostrano non scherza, né per le proprietà terapeutiche attribuitegli, né come antiossidante. "Giova alle passioni e alla malinconia e genera allegrezza", scriveva nel 1500 il medico e botanico Castore Durante. Qualche secolo più tardi, in un testo di medicina naturale del 1886, sul basilico veniva scritto: "Questa pianta ha goduto, da tempi remoti, di grande reputazione in molte specie di malattie, come nella pazzia incoerente, puerperale e nelle demenze senili".
Val bene spendere una parola sul contenuto in polifenoli di entrambe le varietà di basilico, nonché della presenza preziosa dell'acido rosmarinico che la sa lunga sulla capacità antiossidante; da non sottovalutare inoltre il contenuto di olio essenziale in ambedue le varietà. Ampiamente utilizzato (con accortezza) per le proprietà aromatiche, in medicina l'olio essenziale di basilico (dolce) ha dimostrato sperimentalmente un notevole potenziale antigenotossico (che potrebbe essere anche attribuito alle proprietà antiossidanti).
di Roberto Suozzi
-----------------------------------------------------------
Dentifricio fatto in casa
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I dentifrici industriali possono contenere ingredienti controversi. Per la salute del nostro sorriso, le alternative naturali non mancano. Scopriamole insieme.
La masticazione è uno dei processi fondamentali della digestione. Dalla bocca, grazie alla saliva e ai lavoro dei denti, comincia la vera digestione dei cibi, importantissima per assimilare le sostanze nutritive.
Mantenere in salute i nostri denti è di primaria importanza per star bene. Mangiando e masticando, in bocca si formano acidi, zuccheri complessi e altre sostanze che intaccano lo smalto dei denti, causando poi con il passare del tempo le fastidiose carie.
Ma prendete in mano un tubetto e leggetene gli ingredienti: vi siete mai chiesti che tipo di sostanze si nascondono dietro a nomi scientifici a volte poco comprensibili?
In ordine di quantita, in etichetta è possibile trovare:
Sorbitolo: un dolcificante presente anche nella frutta, che non viene assorbito dall'intestino. Se assunto in grosse quantità può causare gonfiori, gas, crampi e diarrea. Negli alimenti si trova sotto la sigla E420.
PEG-6: è un umettante chimico usato per impedire alla pasta di seccarsi al contatto con l'aria.
Sodium Lauryl Sulfate: è un detergente molto usato per il potere schiumogeno, lo si trova anche negli shampoo; è un tensioattivo che, se usato in quantità eccessive, risulta essere irritante per le mucose.
Aroma: spesso, se non specificato, può essere di origine chimica oltre che di dubbia utilità.
Sodium Phosphate/Disodium Phosphate: è un agente tampone, cioè è una sostanza che mantiene inalterato il pH. Rientra nei fosfati, che causano l'eutrofizzazione dell'acqua (aumento della sostanza organica nelle acque dolci e marine).
Le alternative?
Esistono molti dentifrici naturali che utilizzano solo ingredienti naturali come l'argilla, la propoli (valido antibatterico), la salvia e la menta.
In alternativa esiste in commercio il Natural Brush ovvero la radice dell'albero Araak (Salvadora persica) che cresce in tutto il Medio Oriente. Già gli antichi Egizi e Babilonesi ne conoscevano le benefiche virtù su denti e gengive.
Nella tradizione orientale la radice è nota con il nome di "sewak" che letteralmente significa "massaggio". Funziona perché chimicamente contiene elevate quantità di fluoro e silicio, vitamina C, minerali come il potassio, sodio cloridro, bicarbonato di sodio ed ossidi di calcio: tutti ottimi sbiancanti e rinforzanti dello smalto.
Per i più "virtuosi" il dentrificio è possibile farlo in casa: basta un po' di argilla bianca, reperibile in tutte le erboristerie, alcune gocce di olio essenziale e delle foglioline di salvia, menta o timo.
Una volta seccate, sbriciolare le foglie e aggiungerle all'argilla bianca, raccolta in un barattolino di vetro ed aggiungere qualche goccia di olio essenziale. Distribuirne una piccola quantità sullo spazzolino e... buona spazzolata!
Rudi Bressa
-----------------------------------------------------------
Per la metà dei giovani l'educazione sessuale è inutile
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Sanihelp.it - Come ogni anno la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha raccolto alcuni dati sulle spiagge italiane.
L’indagine è stata giocata su un parallelo tra sesso e sport: in entrambi i campi è necessario conoscere le regole per giocare bene e raggiungere buoni risultati.
Ecco quanto emerso, come spiega la professoressa Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano: «Il 22% non raggiunge la sufficienza nel prendersi cura del proprio corpo. Il 31% non considera la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi e restare in forma. Solo il 30% degli intervistati la ritiene una responsabilità di entrambi, mentre per il 62%, e' un compito che riguarda solo la donna. E in caso di gravidanza indesiderata, per il 41% si tratta di un colpo basso del partner. Ma i dati dimostrano che c'e' ancora assoluto bisogno di insistere nell'informazione».
Il presidente della SIGO, professor Vittori commenta: «Vogliamo essere accanto a ragazze e ragazzi non per forzare scelte di contraccezione sicura, ma per informare sulla contraccezione, sulla protezione dalle malattie sessualmente trasmesse e soprattutto migliorare il nostro ruolo di interlocutori privilegiati ed esperti di salute riproduttiva».
-----------------------------------------------------------
Adolescenti in cerca di sesso? Colpa del cervello immaturo
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Sono più precoci e disinvolti di un tempo ma anche ingenui e disinformati sui rischi del sesso: sono gli adolescenti di oggi in un affresco sulla sessualità tracciato in occasione del XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia di Roma.
Il 19% delle ragazze ha il primo rapporto sessuale già a 14 anni e il sesso è ancora associato all’amore per il 78% di loro, percentuale che tende a diminuire con il crescere dell’età. C’è poco interesse verso la prevenzione delle infezioni sessuali e la contraccezione: negli ultimi anni è aumentato il numero di aborti nella fascia di età 15-19 e molte ragazze sono convinte di non poter utilizzare contemporaneamente pillola e preservativo.
Diversa la prospettiva maschile: il 45% di loro ha il primo rapporto sessuale a 18 anni e le fantasie sono spesso legate alle icone femminili proposte da cinema e tv. Per il 68% dei maschi di 14 anni meglio una notte con Pamela Anderson piuttosto che con la propria fidanzata; a 18 anni la percentuale scende al 46%. Solo il 34% dei ragazzi di 14 anni reputa il sesso strettamente connesso al sentimento. L’orgasmo simultaneo come sessualità ideale risulta poco importante a qualsiasi età. Il preservativo è utilizzato da un ragazzo su tre.
Ma gli input che portano i giovani ad assumere alcuni comportamenti sessuali particolari e pericolosi sono dettati più dai cambiamenti del cervello che dagli impulsi ormonali. Secondo alcuni studi condotti al National Institute of Mental Health di Bethesda su circa 1.800 tra bambini e adolescenti, appena prima della pubertà vi è un’area del cervello, la corteccia prefrontale, in fervente attività di crescita. In particolare la corteccia prefrontale, definita l’area di ripensamento assennato, controlla un’altra area del cervello, l’ippocampo, responsabile dei bisogni primari, tra cui l’accoppiarsi.
Nel cervello di una ragazza di 11 anni e di un maschio di 12 anni si è osservato un boom di crescita neuronale che fa sì che gli adolescenti abbiano meno risorse per l’apprendimento e il rispetto delle regole sociali. Via via che la corteccia prefrontale matura, uno stimolo che precedentemente poteva determinare una risposta automatica (acritica) o una semplice sensazione emotiva, viene vagliato con maggior senso critico.
La sessualità adolescenziale è, quindi, condizionata dalla immaturità delle strutture cerebrali che la dovrebbero governare. Da qui un certo atteggiamento consumistico del sesso.
-----------------------------------------------------------
L'ombra del doping nelle palestre italiane
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Se c’è una cosa che uccide lo sport è il doping. Oltre ai famosi casi italiani e non solo, il doping dilaga anche nelle comuni palestre. Questo il risultato di una ricerca condotta da Men’s Health.
Efedrina, metilfenidato, viagra, beta-bloccanti, ormone Hgh, e farmaci come TiTre ed Eutirox sono le sostanze più usate per migliorare le proprie prestazioni fisiche e avere risultati soddisfacenti in tempi più brevi. Un nuovo canale di vendita di dopanti è senza dubbio il web, mentre diminuisce la disponibilità sul mercato di anabolizzanti.
Come spiega Fabio Timo, personal trainer genovese «nelle palestre la tednenza è cambiata quando si parla di doping: se prima si cercava di essere grossi, oggi l’obiettivo di molti è diventato dimagrire drasticamente con un un’incetta di capsule a base di stimolanti. Le conseguenza per il fisico però sono molto negative perché il peso cala, ma si va incontro a tachicardia, agitazione, ipertermia, disidratazione e ipertensione». Il risultato è che gente che desidera un fisico scultoreo si ritrova con grossi problemi di salute.
-----------------------------------------------------------
Pesce per abbassare il rischio eczema
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Introdurre nell'alimentazione del neonato tutti i tipi di pesce entro il nono mese di vita può abbassare il rischio di sviluppare eczema: è quanto sostiene uno studio condotto presso l'università di Gothenburg e pubblicato sulla rivista British Medical Journal.
L'eczema è un disturbo che affligge il 10-15% dei bambini provocando rossore e prurito della pelle ed è una condizione che predispone fortemente allo sviluppo di allergie.
Lo studio pubblicato permette di disporre di una parte dei risultati che questo stesso studio permetterà di ottenere, poichè si tratta di uno studio a lungo termine che coinvolgerà circa 17000 bambini.
I risultati fin qui disponibili sembrano evidenziare come la genetica giochi un ruolo chiave nello sviluppo dell'eczema e successivamente dell'allergia.
Sembra anche che l'allattamento al seno e il tenere un animale in casa non influenzi lo sviluppo dell'eczema: per arrivare a fare un'affermazione di questo tipo, però, tengono a precisare i ricercatori sono necessari ulteriori studi sull'argomento.
Sembra anche che l'introduzione del pesce prima dell'anno di vita, anche se non si sa bene per quale motivo, impedisca la comparsa di eczema.
-----------------------------------------------------------
Vaccinazione pneumococcica: meno ricoveri per bimbi piccoli
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Si è tenuto a Milano il 6° congresso mondiale su Vaccini, Immunizzazione e Immunoterapia organizzato dall’ICWO (Infections Control World Organization) e indirizzato a tutti gli specialisti del mondo della vaccinologia e a esperti ricercatori, universitari e industriali, volti allo sviluppo di vaccini e immunoterapie altamente efficaci e sicure.
In questo contesto sono stati presentati importanti dati relativi alle esperienze italiane nella vaccinazione pneumococcica. Mentre infatti negli altri Paesi Occidentali e negli USA sono già dimostrati da tempo i benefici diretti e indiretti sulla salute della popolazione pediatrica da ricondursi a tale vaccinazione universale, in Italia mancava una simile prova.
Nel corso del Congresso sono stati presentati dal dottor Paolo Durando, Ricercatore del Dipartimento di Scienze della Salute all’Ospedale San Martino Università degli Studi di Genova, i risultati di un’indagine sui ricoveri ospedalieri per patologie sicuramente o probabilmente correlate allo pneumococco, realizzata confrontando i dati pre e post introduzione del vaccino pneumococcico coniugato eptavalente.
I risultati appaiono decisamente convincenti: si dimostra che i tassi di ospedalizzazione per polmoniti e otiti medie si riducono drammaticamente nei bambini sotto i 2 anni di età. L’effetto della vaccinazione, in termini di casi prevenuti (vedi tabella), si osserva per i ricoveri da polmonite attribuibile a ogni causa (- 15,2 %), per quelle pneumococciche in particolare (- 70,5 %), e per le otiti medie sottoposte a trattamento ospedaliero (- 36,4%).
Lo studio ha inoltre avuto lo scopo di misurare se la vaccinazione antipneumococcica, somministrata nella stessa seduta vaccinale con il vaccino esavalente, potesse in qualche modo interferire negativamente con la risposta anticorpale a quest’ultimo preparato, compromettendone eventualmente l’efficacia. Ne è emerso che la somministrazione del vaccino antipneumococcico non ha interferito in alcun modo con la risposta anticorpale al vaccino esavalente (livelli di protezione raggiunti dal 99,3 al 100% dei vaccinati).
-----------------------------------------------------------
GB: da ottobre immagini shock sui pacchetti di sigarette
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il Regno Unito è il primo Paese in cui sostituiranno le scritte che informano sui rischi del fumo
LONDRA - A partire dal primo ottobre la Gran Bretagna diventerà il primo Paese europeo ad introdurre immagini shock sui pacchetti di sigarette che mostreranno in maniera inequivocabile i danni provocati dal fumo. Le immagini, tra cui quella di un tumore alla gola, una di un polmone devastato dalle sigarette ed una di denti completamente cariati, sostituiranno le avvertenze scritte introdotte nel gennaio del 2003.
«TURN-OVER» - Secondo i dati del ministero della Sanità, i messaggi sui pacchetti sono stati finora efficaci: dalla loro introduzione oltre 90mila persone hanno contattato il numero verde della Sanità a disposizione di coloro che vogliono smettere di fumare, spinte proprio dalle avvertenze scritte. Secondo recenti ricerche, le immagini possono dare risultati ancora migliori: gli studi in materia hanno dimostrato infatti che, per mantenere la loro efficacia, le avvertenze devono cambiare periodicamente e che i fumatori tendono a prendere più seriamente il danno che infliggono alla loro salute se a ricordarglielo è un'immagine. «Accolgo con piacere l'introduzione delle immagini che mostrano ai fumatori la triste realtà degli effetti devastanti che fumo ha sulla loro salute. Servirà a mantenere in crescita il numero di persone che hanno smesso di fumare dall'introduzione del divieto al fumo nel 2007», ha dichiarato Liam Donaldson, direttore nazionale della sanità. Le immagini saranno obbligatorie su tutti i nuovi pacchetti a partire dall'1 ottobre, mentre quelli vecchi potranno restare in circolazione fino all'1 ottobre 2009. Per gli altri prodotti contenenti tabacco, le immagini inizieranno a comparire dall'1 ottobre 2010.
-----------------------------------------------------------
Intesa sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci da banco
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Entrare in farmacia per acquistare un medicinale da banco e scoprire che il prezzo sulla confezione non è indicato. È quanto accadeva fino ad oggi. Ma ora, in un “cartello informativo”, sarà riportato il prezzo di vendita al pubblico di 20 confezioni di farmaci da banco, prezzo praticato presso ogni singolo punto di vendita (farmacie, parafarmacie e “corners” presso la grande distribuzione).
Delle 20 confezioni, 15 saranno da selezionare all’interno di un elenco dei cinquanta prodotti maggiormente commercializzati e 5 saranno individuate autonomamente dal singolo esercizio. È quanto prevede il Protocollo d’intesa sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci da banco sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico dai rappresentanti delle istituzioni e categorie interessate (Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, Garante per la sorveglianza dei prezzi, CNCU, FEDERFARMA, ASSOFARM, ANPI-Parafarmacie, ANCC-COOP, Federchimica-ANIFA, Farmindustria).
La campagna informativa partirà il 16 ottobre presso i punti vendita che sceglieranno di aderire. L’iniziativa, promossa dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, nasce dalle segnalazioni dei consumatori che hanno manifestato disagio relativamente all’assenza – dall’inizio del 2008 e venendo meno l’obbligo in tal senso per i produttori ai sensi della Finanziaria 2007 – dell’indicazione del prezzo di vendita sulle confezioni dei medicinali e alla conseguente impossibilità di verificare gli sconti eventualmente proposti dalla farmacia o dal punto vendita prescelto.
-----------------------------------------------------------
Far rinascere la pelle? Acqua, acqua e ancora acqua
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
L’acqua è un elisir di bellezza per la pelle. Tanto più ora, quando ci si ritrova con l’epidermide di viso e corpo a secco dopo la scorpacciata di sole estivo. «L’acqua costituisce un elemento fondamentale della nostra pelle - spiega il professor Giuseppe Fabrizi, presidente della Società Mondiale di Dermatologia Pediatrica -, che è costituita per il 70% da acqua. La sua perdita progressiva, favorita anche dal trascorrere del tempo, contribuisce notevolmente al fenomeno dell’invecchiamento cutaneo». Due sono le vie, attraverso le quali, aggiungere acqua alla nostra pelle. «La prima è quella locale - spiega il dermatologo, presente all’ottavo Congresso Nazionale dei Dermatologi della Magna Grecia -. Utilizzando quindi sempre creme idratanti ed emollienti in modo da mantenere l’idratazione e la tonicità della cute, del tessuto sottocutaneo e del tessuto elastico. L’altra via è quella sistemica e cioè quella di bere acqua durante la giornata. Infatti, attraverso le attività lavorative fisiche o mentali e attraverso la pratica sportiva, perdiamo notevoli quantità di acqua ed elettroliti, che devono essere prontamente reintegrati nel nostro organismo». L’acqua è certamente essenziale per mantenere la bellezza femminile.
Un'ottima strategia per combattere anche la cellulite
Grandi i vantaggi anche per la classica cellulite, tanto temuta dalle donne. «E’ un fenomeno che interessa la gran parte delle giovani adolescenti e delle signore di media età - specifica il dermatologo -. Ma oltre alle innumerevoli creme, più o meno miracolose pubblicizzate al riguardo, che spesso non danno i risultati sperati, ci si dimentica spesso di fare la cosa più semplice e importante: bere, bere e bere!».
Uno studio abbastanza recente, pubblicato su «International Journal of Cosmetic Science» e condotto da specialisti dell’Università di Amburgo, ha dimostrato che bere molta acqua ha una positiva influenza sullo stato di salute della nostra pelle. Meglio l’acqua minerale di quella del rubinetto. Secondo la ricerca, infatti, bere molta acqua minerale contribuisce a migliorare il tono, la consistenza, l’elasticità cutanea e quindi si può concludere che un aumentato apporto di acqua si riflette in modo positivo non soltanto sul nostro organismo, ma anche sullo stato di salute della nostra pelle, contribuendo a farla apparire più idratata e quindi più giovane.
-----------------------------------------------------------
Quando l’artrosi non viene da sola
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
I pazienti soffrono spesso di un’altra patologia, come cautelarsi
Chi soffre di artrosi non ha da lamentarsi solo delle articolazioni doloranti: di solito ha almeno un’altra malattia e questa associazione non fa che limitare ulteriormente i pazienti, esponendoli anche a dolori più intensi. Sono le conclusioni di una ricerca apparsa su BMC Musculoskeletal Disorders, condotta da un gruppo di ricercatori olandesi su 288 pazienti anziani con artrosi dell’anca o del ginocchio.
COMORBIDITA’ – Gabriella van Dijk, del Netherlands Institute for Health Research di Utrecht, ha raccolto attraverso test e questionari dati relativi al dolore e alle limitazioni sofferte dai malati, ma anche alla presenza di comorbidità, ovvero di altre malattie concomitanti. I risultati non lasciano spazio ai dubbi: «Praticamente tutti soffrono di un’altra patologia, nell’84 per cento dei casi si tratta di un problema di gravità da moderata a severa», riferisce van Dijk. «Le più frequenti sono le malattie cardiovascolari, metaboliche, endocrine, urogenitali, oculistiche e otorinolaringoiatriche». Studi precedenti hanno suggerito che l’artrosi può essere un fattore predisponente ad altre patologie, la ricerca olandese conferma i timori: il 96 per cento dei pazienti soffre di malattie a carico di occhi, orecchie, naso, gola o laringe e nel 54 per cento dei casi è presente una malattia cardiovascolare. Intorno al 45 per cento la frequenza di malattie endocrino-metaboliche e urogenitali, mentre più di un paziente su due è in sovrappeso e il 23 per cento è addirittura obeso; inoltre, in circa il 60 per cento dei casi chi ha l’artrosi lamenta dolori alla schiena e problemi anche alle articolazioni delle mani.
LIMITAZIONI – Quello che più preoccupa gli olandesi è il dato secondo cui la presenza di una o più comorbidità non fa che peggiorare la qualità della vita dei pazienti: al crescere del numero e della gravità delle malattie concomitanti l’artrosi diventa meno gestibile perché aumentano il dolore e le limitazioni nei movimenti. Un dato non certo sorprendente, ma di cui si deve tener conto nel trattamento dei malati, stando alle riflessioni della van Dijk: «Prendiamo l’obesità: sappiamo che è un fattore che predispone alla disabilità nei pazienti con artrosi ed è perfino coinvolta nella comparsa di alterazioni articolari visibili alle radiografie. Intervenire per ridurre il peso è un passaggio fondamentale, quindi, per la cura dell’artrosi. Lo stesso vale per le altre malattie spesso associate al disturbo articolare: è opportuno porvi rimedio, perché altrimenti anche l’artrosi ne risente». Le malattie concomitanti non sono però l’unico elemento che può contribuire a peggiorare lo stato dei pazienti, come sottolineano gli olandesi: «Altri aspetti sono ugualmente importanti: l’età avanzata, i deficit fisici (ad esempio la ridotta forza muscolare nell’anziano) e cognitivi, ma anche la rete sociale attorno al paziente e altre variabili psicosociali hanno tutte un ruolo nel determinare come e quanto ogni singola persona fronteggia il dolore e le limitazioni funzionali connesse all’artrosi», conclude van Dijk.
Elena Meli
-----------------------------------------------------------
Combattere il cancro a tavola si può
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Mangiare bene aiuta a prevenire il cancro ma anche moltissime altre malattie come l’infarto, il diabete e l’obesità. Sei deciso a fare del tuo meglio per mantenerti in salute? Ci sono vari campi su cui puoi intervenire, a cominciare dalla scelta dei cibi giusti secondo le direttive dell'Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC).
È ormai certo che noi siamo quello che mangiamo. Diversi studi hanno confermato il ruolo dei cibi nella comparsa di determinate forme di cancro, e anche il ruolo protettivo di altri. Un eccesso di carne rossa, soprattutto se consumata alla griglia, sembra ad esempio legata alla comparsa di alcune forme di cancro del colon e dello stomaco. Un’alimentazione globalmente scorretta sembra favorire la comparsa del cancro al seno e delle sue ricadute.
Frutta e verdura sono in grado di contrastare l’azione di alcune sostanze cancerogene, in particolare i cosiddetti radicali liberi, che si formano dalla degradazione delle proteine nell’organismo. Gli agrumi e i frutti rossi (ribes, mirtilli, more, lamponi) sembrano particolarmente efficaci, mentre tra i vegetali spiccano per effetti benefici quelli della famiglia del cavolo (verze, broccoli). Infine i cereali integrali contengono fibre, sicuramente preventive nei confronti del cancro del colon, ma anche preziosi nel limitare l’assorbimento dei grassi e nel fornire all’organismo una riserva di zuccheri di qualità superiore.
Una buona alimentazione, però, dipende anche dalla quantità di cibo ingerito: per conoscere la quantità di calorie giornaliere ottimali potete consultare un medico per calcolarle in relazione alle vostre caratteristiche fisiche e alle vostre abitudini.
-----------------------------------------------------------
Autismo e sindrome dell'X fragile, importante scoperta italiana
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Si chiama FMRP la proteina nota da tempo alla comunità scientifica perché quando è danneggiata è la principale responsabile della più comune forma ereditaria di ritardo mentale, la sindrome dell’X fragile. Da oggi la sua carta d’identità biologica si arricchisce di un elemento importante, grazie al lavoro pubblicato sulla rivista Cell dal gruppo di ricerca di Claudia Bagni della Facoltà di Medicina dell’Università Tor Vergata di Roma, che ha lavorato in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia di Roma, l’Istituto Fiammingo per le Biotecnologie (VIB) e istituti di ricerca internazionali come lo European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Heidelberg e la McGill University di Montreal.
Lo studio - finanziato da Telethon, dal Ministero dell’Università e dal VIB - ha infatti descritto per la prima volta come la proteina FMRP regoli la produzione delle proteine a livello delle sinapsi, i punti di contatto tra una cellula nervosa e l’altra. Il nostro cervello è costituito da miliardi di cellule in continua comunicazione tra di loro, in un processo altamente dinamico che ci permette di imparare, ricordare e molto di più. A patto però che i contatti tra i neuroni avvengano correttamente. In questo senso, FMRP si è rivelata fondamentale ai ricercatori, perché agisce come un vigile nel traffico nel processo di produzione delle proteine coinvolte nelle sinapsi. A conferma della scoperta, nei pazienti affetti da sindrome dell’X fragile - che sono privi quindi di FMRP - le sinapsi non si formano nel modo giusto. Un altro punto di notevole importanza è che FMRP svolge la sua funzione in collaborazione con un’altra proteina, CYFIP1, potenzialmente implicata nello sviluppo di un’altra patologia mentale: l’autismo. Oltre che alla comprensione del funzionamento del nostro cervello, questo studio offre quindi un contributo molto importante alle conoscenze delle basi molecolari di due importanti malattie mentali.
-----------------------------------------------------------
Il cioccolato nero protegge il cuore dall'infarto
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Mangiare 6,7 grammi di cioccolato nero al giorno - l’equivalente di circa mezza tavoletta a settimana - sembra sia ideale per garantirsi un effetto scudo contro le malattie cardiovascolari, dall’ictus all’infarto. La scoperta, pubblicata sul «Journal of Nutrition», è il risultato di uno dei più grandi studi epidemiologici mai condotti in Europa, il Progetto Moli-sani, che ha coinvolto finora oltre 20.000 abitanti del Molise. Uno studio realizzato dai Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso, in collaborazione con l’Istituto dei Tumori di Milano. I ricercatori hanno puntato la loro attenzione sui complessi meccanismi dell’infiammazione. È noto, infatti, come uno stato infiammatorio cronico rappresenti un fattore di rischio cardiovascolare, dall’infarto all’ictus. Il controllo dell’infiammazione è così diventato protagonista della prevenzione.
E’ ricco di polifenoli che combattono le infiammazioni
Uno degli indicatori dell’infiammazione è la «proteina C reattiva», individuabile con una semplice analisi del sangue. Il team di ricercatori molisani e milanesi ha messo a confronto i valori di questa proteina nel sangue dei volontari con le quantità di cioccolato che questi mangiavano abitualmente. Su circa 11.000 soggetti, ne sono stati identificati 4.849, tutti in buona salute e senza fattori di rischio per cuore e vasi (quindi con colesterolo, pressione arteriosa e altri parametri normali). Di questi, 1.317 non mangiavano cioccolato, mentre 824 ne consumavano regolarmente, ma solo la varietà fondente.
«Siamo partiti dall’ipotesi - spiega Romina di Giuseppe, principale autrice della ricerca - che l’elevato contenuto di antiossidanti dei semi di cacao, in particolare flavonoidi e altri polifenoli, potesse avere un effetto positivo sullo stato infiammatorio». E il risultato «è stato molto incoraggiante: le persone che mangiano abitualmente cioccolato fondente in quantità moderata - aggiunge la ricercatrice - hanno nel sangue valori di proteina C reattiva significativamente più bassi. In altri termini il loro stato infiammatorio viene significativamente ridotto».
Basta un consumo moderato: un quadratino 2 o 3 volte alla settimana
La riduzione media osservata, pari al 17%, può apparire piccola, ma è sufficiente a ridurre il rischio cardiovascolare di un terzo nelle donne e di un quarto negli uomini. «Un risultato notevole», assicura la ricercatrice.
Ma le quantità di cioccolato sono molto importanti: non serve abbuffarsi. «Parliamo di un consumo moderato. Il migliore effetto, infatti - precisa di Giuseppe - si ottiene con una media di 6,7 grammi di cioccolato al giorno, che corrisponde a un quadratino di cioccolato due o tre volte alla settimana. Al di là di questi quantitativi l’effetto protettivo tende a perdersi».
Ma il cioccolato al latte, invece, «ammazza» i polifenoli
In termini pratici, considerando che la tipica tavoletta di cioccolato è da 100 grammi, lo studio indica che basta un po’ meno di mezza tavoletta a settimana. E per i golosi di cioccolato al latte? «Studi condotti in precedenza - dice la di Giuseppe - hanno dimostrato che il latte interferisce nell’assorbimento dei polifenoli. Ecco perché in questo lavoro abbiamo considerato solo il cioccolato fondente».
«Questa ricerca - commenta Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di epidemiologia genetica ed ambientale dell’Università Cattolica di Campobasso e responsabile del Progetto Moli-sani - è il primo risult
-----------------------------------------------------------
L’ora del cortisone
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Per ridurre le complicanze e aumentare i benefici, il cortisone va assunto a orari precisi
C’è un’ora giusta per tutto, anche per prendere i farmaci cortisonici. Lo sottolinea una ricerca pubblicata su Autoimmunity Reviews da Maurizio Cutolo e i suoi collaboratori dell’Unità di Reumatologia del Dipartimento di Medicina Interna dell’università di Genova: se si vuole ottenere il massimo effetto con il minimo rischio, occorre rispettare tempi precisi.
NOTTE – Non è un mistero per nessuno: i cortisonici hanno molti effetti positivi, ma espongono anche a un bel po’ di rischi collaterali. Possono ad esempio facilitare la comparsa di diabete, osteoporosi o, inducendo un indebolimento del sistema immunitario, aumentare la suscettibilità a infezioni virali, batteriche e fungine. Si utilizzano anche perché nelle patologie in cui c’è un coinvolgimento infiammatorio o del sistema immunitario, come nel caso di molte malattie reumatiche, i livelli di cortisolo prodotto dal paziente non sono sufficienti: in sostanza la terapia mira a compensare questo deficit, fornendo il minimo sufficiente a ripristinare valori adeguati. «La risposta immune e infiammatoria dell’organismo è attiva di notte: è alle tre di notte, ad esempio, che c’è la fase di secrezione del TNF e del cortisolo», spiega Maurizio Cutolo.
ORMONE – Di conseguenza, per avere il massimo effetto utilizzando la dose più bassa possibile di cortisonici, i farmaci devono arrivare in circolo intorno a quell’ora. «Oggi esistono formulazioni che si possono assumere alle 10 di sera con il farmaco che si libera proprio alle tre di notte: in questo modo riusciamo a massimizzare l’effetto positivo del cortisone riducendo la probabilità di effetti collaterali, perché lo andiamo a fornire all’organismo proprio quando ce n’è bisogno. Così non si rischia un iperdosaggio, perché si va a rimpiazzare ciò che il paziente non ha a sufficienza», chiarisce Cutolo. Non dovremmo mai dimenticare, infatti, che questi medicinali sono anche e soprattutto degli ormoni: «L’errore di molti con gli steroidi e il cortisone è considerarli alla stregua di antinfiammatori, tutt’al più immunosoppressori. Non si pensa a loro come a medicinali con un effetto sul sistema endocrino», osserva l’esperto. «Non è affatto così, perché la somministrazione del cortisone, un ormone a tutti gli effetti, altera la produzione endogena di cortisolo. Gli effetti collaterali derivano da questa “sovrapposizione” indebita con il metabolismo normale degli steroidi, che come tutti i processi organici ha un suo ritmo circadiano: se intervengo al momento sbagliato è più probabile che faccia danni e faccia sballare il sistema. Il modo per capirlo forse è portare l’esempio di un altro ormone ben noto, l’insulina: chi mai si sognerebbe di farla assumere ai pazienti in un orario qualsiasi della giornata, in una dose standard uguale per tutti? Lo stesso vale per il cortisone: individuare l’ora e la dose giusta e rispettarle è altrettanto fondamentale», conclude Cutolo.
Elena Meli
-----------------------------------------------------------
FAZIO: SÌ AD UNA AGENZIA PER VALUTARE CHIRURGHI E OSPEDALI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Tra i criteri da valutare anche la mortalità negli interventi chirurgici
Il sottosegretario al Welfare con delega alla Sanita' Ferruccio Fazio sta pensando ad una "agenzia terza" che si occupi di valutare i medici, il loro operato, ma anche, nel complesso, la qualita' delle strutture in cui operano i sanitari. Fazio intervenuto in diretta su Repubblica Tv ha commentato le parole pronunciate negli scorsi giorni dal ministro Renato Brunetta che aveva affermato che tra i chirurghi i "macellai non sono pochi" e aveva espresso la volonta' di pubblicare "curricula" e "score" dei medici per sapere da chi ci si fa operare: "Al di la' della parole infelice del ministro Brunetta il principio e' corretto: e' giusto che, come avviene all'estero, ci siano controlli e valutazioni anche sui medici". Tuttavia per il sottosegretario "il curriculum non puo' dire molto: “Credo che ci debbano essere sistemi di valutazione della qualita'". Tra i criteri da valutare anche "la mortalita' degli interventi chirurgici", una pratica "gia' usata anche negli Usa dove e' stata ridotta la mortalita'". Ma Fazio va oltre: "Quello che bisogna valutare- dice- non e' solo il singolo medico, ma la struttura dove opera nel suo complesso. Credo che sia importante la qualita' della vita e il modo in cui il paziente viene accolto in ospedale". Ad occuparsi di cio' potrebbe essere "un ente terzo, una specie di agenzia per la valutazione".
-----------------------------------------------------------
CENTO MILIONI DI PERSONE RISCHIANO DI CONTRARRE IL MORBO DI CHAGAS
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Circa 18 milioni di persone al mondo sono affette dal morbo di Chagas e altre 100 milioni sono a rischio di contrarre l'infezione. Partirà da questi dati l’incontro multidisciplinare che si terrà al Policlinico Umberto I di Roma mercoledi' prossimo. L'incontro è promosso dalla professoressa Gabriella Cancrini, responsabile dell'Unita' Organizzativa Dipartimentale del Dipartimento di Scienze di Sanita' Pubblica dell'Umberto I. Il morbo di Chagas è trasmesso all'uomo da un grosso insetto ematofago che vive nelle crepe dei muri delle capanne di fango e come le cimici punge di notte, ma a differenza di queste ti punge su zone scoperte, prevalentemente sul viso. Se l'insetto e' parassitato, durante l'assunzione di sangue rilascia, con le feci, il protozoo che infettera' il nuovo ospite penetrando attivamente attraverso le lesioni cutanee e/o le mucose. Ancora oggi questo rappresenta la principale via di infezione nelle aree rurali e nelle periferie povere delle citta', ma il contagio puo' avvenire anche in aree urbane: da madre a figlio per via transplacentare (5.000 - 18.000 casi per anno), attraverso trasfusioni di sangue non controllato, trapianti di organi parassitati ed incidenti di laboratorio e di reparto. La malattia di Chagas resta, per decine di anni, "invisibile", ma poi si manifesta come miocardite con esito , spesso, fatale con oltre 20.000 morti l'anno. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', negli ultimi 20 anni, una serie di iniziative a carattere multinazionale come il controllo del vettore e lo screening sierologico dei donatori di sangue hanno determinato una netta riduzione dell'incidenza e prevalenza della malattia nei paesi endemici, ma i vasti fenomeni di migrazione verso le aree industrializzate e i mutamenti socio-economici, hanno determinato uno spostamento della parassitosi verso le citta' e verso aree non endemiche, creando il cosiddetto fenomeno di "urbanizzazione" della Malattia di Chagas. Oggi la tripanosomosi americana si pone come problema sanitario emergente soprattutto in paesi come Stati Uniti, Canada, Spagna e Australia che costituiscono la principale destinazione degli immigrati latino-americani, ma anche l'Italia, che conta circa 3 milioni di presenze straniere regolari, si colloca tra i Paesi europei di forte immigrazione.
-----------------------------------------------------------
CURARE I DANNI ALLE OSSA CON CELLULE PRODOTTE DALLA PELLE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Entro 2 anni la sperimentazione sull'uomo
Uno studio coordinato da ricercatori dell'Universita' Cattolica di Roma apre la strada alla possibilita' di produrre cellule per curare i danni delle ossa. Il lavoro che il gruppo guidato da Enrico Pola - dirigente medico del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'Universita' Cattolica - Policlinico Gemelli di Roma, diretto da Carlo Logroscino - ha pubblicato su Gene Therapy di settembre, apre infatti la via a una tecnica innovativa per ottenere la formazione di osso in vivo. Si tratta della prosecuzione di una importante ricerca iniziata nel 2002 dallo stesso Pola in collaborazione con Paul D. Robbins e Wanda Lattanzi, ricercatrice dell'Universita' Cattolica presso il Dipartimento di Biologia Molecolare dell'Universita' di Pittsburgh (Usa). Al progetto, condotto dal team di ricercatori del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'Universita' Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, attualmente collaborano gli istituti di Anatomia Umana e Biologia Cellulare, Medicina Interna, Otorinolaringoiatria e Ortopedia della Cattolica di Roma, con il contributo anche del Cnr di Faenza e dell'Istituto Superiore di Sanita'. "L'obiettivo del lavoro - spiega Pola - era quello di formare dell'osso con un nuovo tipo di terapia genica". La ricerca appena pubblicata dimostra la possibilita' di poter ottenere la formazione di osso in tre diversi modelli chirurgici sperimentali. Questa tecnica in futuro potrebbe essere applicata anche su pazienti. Tutto cio' grazie all'impianto di fibroblasti cutanei, un tipo di cellule presenti in tutti i tessuti molto semplici da isolare, che si possono ottenere con una biopsia della pelle. "In seguito - continua Pola - modifichiamo i fibroblasti con un gene da noi scoperto nel 2004, il Lim Mineralization Protein-3 (LMP3). Questa modificazione genetica li trasforma in cellule in grado di indurre la formazione di cellule di osso con grandissima efficienza". Secondo gli autori della ricerca, i vantaggi di questa tecnica sono sostanzialmente due. Da una parte, la creazione di nuove cellule ossee deriva da cellule autologhe, cioe' dalla cute del paziente stesso: quindi il rischio di rigetto e' nullo. Il secondo vantaggio e' che, grazie a questo metodo, non si fa uso di cellule staminali, ne' embrionali, ne' adulte, e si superano dunque tutti i limiti etici e tecnici legati al loro impiego. Ci sono anche dei vantaggi piu' strettamente ortopedici, sottolineano i ricercatori: con questo metodo e' possibile portare la cellula modificata dal gene esattamente nel punto dove e' necessaria la rigenerazione dell'osso. Inoltre l'espressione di questo gene e' limitata al tempo necessario per la formazione dell'osso o la guarigione della fattura. "In futuro la biopsia cutanea potrebbe essere un'operazione ambulatoriale di routine - conclude Pola - e modificando le cellule cutanee grazie al gene LMP3 in un paio di settimane potremmo ottenere cellule di osso da reimpiantare nel paziente su substrati opportunamente disegnati a seconda delle sue esigenze terapeutiche. La speranza e' quella di poter arrivare alla sperimentazione sull'uomo entro un paio di anni. Quello che dobbiamo verificare e' che il processo sia altrettanto efficiente su animali grandi quanto lo e' sui piccoli mammiferi su cui l'abbiamo sperimentato". Pola immagina una ulteriore applicazione: provare a costruire una matrice biologica per la formazione di osso da utilizzare nella cura dei cedimenti osteoporotici dell
-----------------------------------------------------------
BUONO L'ESITO DELLA SPERIMENTAZIONE DEL VACCINO PER IL TUMORE AL RENE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Fanno ben sperare i risultati della prima sperimentazione sul vaccino per il tumore del rene metastatico, di cui si e' parlato ieri a Roma nel congresso del centenario della Societa' italiana di urologia (Siu). In particolare, sono emersi risultati buoni nei pazienti a basso rischio di recidiva, mentre molto positiva e' risultata la tollerabilita'. I vaccini, solitamente utilizzati in medicina nella prevenzione delle malattie infettive come ad esempio il morbillo, aiutano il sistema immunitario a riconoscere e uccidere gli organismi che invadono il corpo umano. Un meccanismo che si e' visto puo' funzionare anche per prevenire e aggredire tessuti tumorali. Questi vaccini anti-tumore, hanno spiegato gli esperti della Siu, contengono una proteina specifica del tumore, che scatena la reazione del sistema immunitario. "Si tratta di una terapia adiuvante - spiega Claudio Ferri, urologo del direttivo Siu - in quanto si fa dopo il trattamento chirurgico, con l'obiettivo di stimolare la reazione immunitaria contro eventuali cellule tumorali residue, responsabili spesso di recidive locali o a distanza".
-----------------------------------------------------------
E' NATA LA "CONSULTA DELLE QUATTRO PROFESSIONI"
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
II vertici nazionali degli Albi dei Medici, degli Odontoiatri, dei Farmacisti e dei Veterinari, riuniti ieri a Giardini Naxos (Messina), hanno formalizzato la nascita della cabina di regia della Consulta delle quattro Professioni. Si e' cosi' costituito un luogo stabile di confronto e progettazione delle istituzioni rappresentative di circa cinquecentomila professionisti. La Consulta e' subito entrata nel merito di specifiche questioni, alcune di immediata rilevanza, altre attinenti il prossimo futuro. E tra gli argomenti da affrontare in via prioritaria c'e' sicuramente il nuovo progetto di Educazione Continua in Medicina (ECM). "Gli Odontoiatri, ancorche' liberi professionisti, hanno accettato la sfida dell'obbligatorieta' dell'ECM - dichiara Giuseppe Renzo, presidente nazionale della Commissione Albo Odontoiatri (CAO). - Riteniamo, infatti, che la posta in gioco sia la piena potesta' di esercitare, in autonomia e responsabilita', la promozione e la valutazione della qualita' professionale, di cui la formazione continua e' un segmento importante". Ma il percorso verso la qualita' professionale parte dalla formazione universitaria. "E non e' piu' possibile immaginare una dicotomia tra il sistema che produce i professionisti, cioe' l'Universita', e quello che deve garantire la loro competenza", interviene Gaetano Penocchio, presidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI). "Il tema della formazione e della qualita' professionale sara' centrale nel progetto di riforma dei nostri Ordini che intendiamo presentare ai Ministri competenti - aggiunge Felice Ribaldone, rappresentante della FOFI, la Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani. - Il documento che ci e' stato offerto dalla FNOMCeO e' un'ottima base sulla quale costruire le nostre proposte specifiche comuni per prospettare Ordini moderni, responsabili ed efficienti". "Ci sentiamo impegnati in un grande progetto di modernizzazione delle nostre Professioni - conclude il Presidente FNOMCeO Amedeo Bianco. - Siamo consapevoli che servizi di buona qualita' tecnico-professionale ed umana sono il presupposto per affrontare e vincere tutte le sfide dei travolgenti cambiamenti che vediamo in atto nella medicina, nella sanita' e nella cultura dei cittadini".
-----------------------------------------------------------
SACCONI CONFERMA: SI' AI CURRICULUM ONLINE DEI MEDICI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi è intervenuto al Festival della Salute, che si e' aperto ieri pomeriggio a Viareggio. "La maggiore responsabilita' nell'agire e nel gestire la spesa potra' dare modelli virtuosi di sanita'", spiega. Quanto agli errori medici, argomento di stretta attualita', "il rischio professionale si deve ridimensionare riducendo il rischio clinico all'interno di ogni struttura, perche' e' un rischio fisiologico. L'obbiettivo primario del governo e' tutelare la persona attraverso la cura delle patologie delle strutture sanitarie". Dunque, "si' ai curriculum on line dei medici, per fare piu' di quanto gia' non si fa per ridurre l'errore medico. Sono d'accordo- chiude poi il ministro- con chi dice che bisogna partire dagli studi universitari di medicina per avere una futura classe medica piu' preparata".
-----------------------------------------------------------
LETTORE DI PENSIERO VIRTUALE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Un gioco veloce che associa ad ogni numero pensato un simbolo. Seguite le istruzioni e poi cliccate sul quadrato. Il risultato? Sorprendente: http://www.fmboschetto.it/enigmi/Lettore%20di%20Pensiero.htm
-----------------------------------------------------------
ALFABETI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Propone nove alfabeti usati nell'antichita' per redigere documenti segreti, scritti e mappe: http://www.robertolapaglia.com/web/alfabeti.htm
-----------------------------------------------------------
RICERCA BANCHE
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Motore di ricerca che permette di trovare i codici ABI e CAB inserendo il nome della banca e la citta'. Offre anche l'elenco delle banche e degli istituti di credito presenti in ogni comune italiano: http://www.abi.cab.banche.meglio.it
-----------------------------------------------------------
NEUROCHIRURGHI
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Cos'e' e cosa tratta la neurochirurgia. Si parla anche di torcicollo, sciatica, terapia del dolore e tumori cerebrali: origine, cause, sintomi, esami diagnostici e terapia. A cura di Franco Caputi: http://www.neurochirurghi.com/
-----------------------------------------------------------
PINCHY
>>Da: urania
Messaggio 1 della discussione
Una simpatica Pinscher nana offre informazioni sulla sua razza: origini, attitudini, alimentazione, riproduzione e malattie: http://www.pinchy.it/
-----------------------------------------------------------
Viaggio ad Auschwitz andata e ritorno
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
La cronaca di Samy Blanga
Di ritorno a Milano da un viaggio magistralmente organizzato da Anat Levy e Zhala Cohen Pour a Cracovia - Birkenau-Auschwitz, con il preziosissimo aiuto di Marcello Pezzetti e Rav Simmantov mi preme scrivere ora a caldo alcune mie impressioni su un viaggio molto interessante ed emozionante.
Durante la visita al "quartiere ebraico " di Cracovia e successivamente al "ghetto" , dalle parole di Marcello Pezzetti ho avuto un assaggio della vita degli ebrei durante la guerra e a tratti come era stata vissuta . Tali nozioni erano facilitate dal fatto che le case erano rimaste intatte ad oggi come erano allora. Addirittura alcune case fatiscenti dentro il ghetto sono rimaste esattamente le stesse e sono ora addirittura abitate da cittadini polacchi nelle medesime condizioni, medesimo colore, medesime finestre etc,,, Era una situazione irreale, guardare queste stesse abitazioni , immaginare la vita degli ebrei dentro durante la guerra e nel medesimo istante vedere sbucare dalla veranda o dalla finestra un giovane polacco del 2008 in maniche di camicia con la sigaretta in mano a guardarci divertito. La piazza con le sedie grandi e piccole in mostra ci mandava immediatamente indietro nel tempo a " vedere " i ragazzi e bambini attraversare il ponte di ferro sulla Vistola con le sedie delle loro classi tra le braccia. E' una immagine crudele ma che purtroppo rappresentava solo l'inizio del supplizio . Ai margini del ghetto vi era una grande scuola dove venivano lasciati i bambini degli uomini che andavano a lavorare fuori dal ghetto durante il giorno , e che poi venivano ritirati al loro rientro. Suggestiva era la posizione della scuola che aveva di fronte una parete rocciosa di immensa dimensioni impossibile da valicare e una collina a strapiombo come confine . Struggente era la ricostruzione di Pezzetti della deportazione di questi bambini e le reazioni dei genitori che al loro rientro non trovavano più nessuno ad aspettarli.
La mattina seguente era una bella giornata di sole, e prima di salire a bordo del pullman che doveva portarci a Birkenau ho confidato a Marcello le mie paure e i miei timori. Nel mio immaginario ho sempre visto i campi coperti di neve, gli ebrei infreddoliti senza scarpe nel fango gelido , il cielo cupo e grigio , gli alberi secchi senza foglie etcc,, Ora che c'è il sole e tanto verde, il contesto era cambiato e avevo paura di "non sentire" la sofferenza patita , di non " provare" l'emozione di orrore che ho sempre custodito dentro di me e quindi di non capire la giusta dimensione di quanto fosse accaduto. Insomma sono venuto qui non solo per capire ma per "provare " . non chiedetemi cosa, non lo so neanche io,,,
Una volta alla Judenrampe con il vagone fermo davanti a noi, Marcello ci ha scaraventati improvvisamente dentro il contesto della storia iniziando subito con la fatidica " selezione" e continuando con l'ingresso del campo fino alle camere a gas , spiegando poi tutto l'iter del processo di morte nei dettagli.
-----------------------------------------------------------
Cambio di strategia in Medio Oriente?
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
L'analisi di Federico Steinhaus
La crisi georgiana e lo scontro fra NATO e Russia con lo spettro della guerra fredda che si affaccia dalla finestra della storia avrà una ricaduta probabilmente molto più carica di conseguenze di quella finora temuta.
La Russia avrebbe deciso di aprire un secondo fronte di scontro con l’occidente allo scopo di evitare una ripetizione dei temi strategici della guerra fredda, che la vedrebbe uscire sconfitta. In base al vecchio principio, già applicato dal mondo arabo quando si alleò con Hitler, che i nemici dei miei nemici sono miei amici, si sta rafforzando rapidamente un vincolo politico-militare fra la Russia e la Siria, dunque anche fra la Russia e l’Iran.
La Russia, come abbiamo già segnalato in questa rubrica, ha acconsentito a che la Siria facesse un costoso shopping nei suoi magazzini di armi sofisticate mentre era in corso lo scontro con la Georgia; ora si rivela che non si trattò di un segnale isolato ma che quello shopping è stato il primo passo verso la concessione di basi navali siriane alla Russia – per ora Tartus - e verso un nuovo ruolo che Mosca intende assegnare al bellicoso paese retto da Assad e stretto alleato dell’Iran in funzione anti-israeliana. Inoltre i ministri degli Esteri russo ed iraniano hanno concordato che entro l’anno sarà completato l’impianto nucleare di Bushehr. Contemporaneamente, il 12-13 settembre, due battaglioni siriani accompagnati da gruppi di tecnici militari hanno occupato 7 villaggi libanesi alle porte di Tripoli ed il governo siriano ha avvisato gli Stati Uniti di evitare ogni interferenza. In questo modo il canale di rifornimenti a Hezbollah (e di conseguenza a Hamas) rimane aperto e facilmente percorribile.
Negli stessi giorni è in corso nella striscia di Gaza una battaglia sanguinosa fra Hamas e la Jihad Islamica (per inciso: ai nostri media non interessa dare notizia di arabi, anche civili, uccisi a decine da Hamas nella lotta per il predominio; se fossero stati invece gli israeliani ad ucciderne anche solo uno, apriti cielo!). E la Jihad Islamica ha comunicato a Hamas che se non cesseranno di perseguitarli loro per ritorsione....lanceranno razzi Kassam su Sderot.
-----------------------------------------------------------
Una pace sempre più lontana
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Articolo di Angelo Pezzana
Malgrado la soluzione del rapporto con i palestinesi continui ad essere in primo piano nella politica israeliana, le previsioni di un accordo fra le parti appare sempre più evanescente. Le dichiarazioni ottimiste fanno parte del linguaggio ufficiale, ma è sufficiente un esame serio della situazione per vedere quanto poco affidabile sia la strada da percorrere. La controparte israeliana, quella rappresentata dall'Anp di Abu Mazen, riesce a mala pena, e con sempre maggiori difficoltà, a reggere il governo della Cisgiordania, dove le forze vicine ad Hamas avrebbero già occupato il potere se non ci fosse la presenza di Tzahal ad impedirlo. La scomparsa fisica di Arafat non ha modificato le regole sulle quali si regge l'Anp. Stessa corruzione, nulla che lasci pensare ad uno Stato in fieri, in grado di svilupparsi accanto a quello ebraico. Se non ci fosse l'avversario Hamas, che di fatto governa a Gaza, sarebbe difficile cogliere le differenze tra i comportamenti e le scelte di Abu Mazen con quelle del regime precedente. A Israele i media occidentali continuano a rimproverare, e a ricordare, che la pace si fa con il nemico, e che quindi un accordo potrà essere raggiunto solo a patto di < pesanti concessioni >. Una affermazione che, paradossalmente, il governo israeliano, non importa di quale colore politico, ha sempre fatto propria. Non si vede infatti come possa essere definita diversamente l'offerta, nuovamente reiterata, del 93% dei territori, la disponibilità a trattare la cessione di terre in cambio di quelle diventate di fatto città abitate esclusivamente da israeliani, come Maalè Adumim, Ariel e altre, così come la definizione dei confini definitivi tra i due stati da concordare insieme e la soluzione del problema rappresentato dalla discontinuità geografica di Gaza e Cisgiordania.
-----------------------------------------------------------
"Modello Jenin" a Hebron
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Lo ha proposto a Israele il premier palestinese Salam Fayyad
Articolo di Elena Lattes
Temendo un tentativo da parte di Hamas di prendere il controllo di Hevron con la forza, il Primo Ministro Palestinese, Salam Fayyad (foto) ha chiesto al governo israeliano la possibilità di espandere la giurisdizione delle forze della sicurezza di Abu Mazen. La mossa consisterebbe in una diminuzione delle misure d’azione dell’esercito israeliano nella “città dei Patriarchi” dove vivono in maniera altamente conflittuale ebrei ed arabi.
Secondo quanto riportato dal sito del quotidiano Yediot Aharonot, la richiesta è stata discretamente inoltrata ad alti funzionari diplomatici, che non l’hanno apertamente rifiutata, ma l’hanno condizionata al miglioramento del piano di difesa. La proposta è stata discussa in un incontro tra Fayyad e funzionari israeliani alla presenza dell’inviato speciale dagli Stati Uniti per il Medio Oriente, il Generale James Jones.
Il ministro palestinese ritiene che l’espansione dell’Autorità da lui rappresentata rafforzerà le motivazioni e la determinazione a mantenere la calma. Permettere alle truppe palestinesi di operare a Hevron, secondo Fayyad, indebolirà l’influenza di Hamas e impedirà il deterioramento della sicurezza.
Hevron è stata indicata come la città che ha maggiori probabilità di cadere nelle mani del gruppo fondamentalista che ha già preso il controllo di Gaza con un violento e sanguinoso golpe lo scorso anno e dalla “città dei Patriarchi” potrebbe minacciare l’intera Autorità Palestinese.
-----------------------------------------------------------
Essere pronti alla guerra per perseguire la pace
>>Da: Veronica
Messaggio 11 della discussione
Il discorso Bob Gates, ministro della Difesa americano, al think tank britannico Oxford Analytica
E’un grande piacere essere nel Regno Unito e un onore trovarmi qui, in questo luogo così illustre. Non ho mai cenato in un ambiente così splendido. Avendo vissuto per qualche anno in Texas, ho una grande passione per cibi che non sono giudicati particolarmente sani. Questa sera Winston Churchill sarà citato più di una volta, e voglio subito ricordarvi alcune parole che disse durante la Seconda guerra mondiale e che mi hanno sempre molto colpito: “Quasi tutti i maniaci del cibo che ho conosciuto, mangiatori di noccioline e simili, sono morti giovani dopo un lungo periodo di decadenza senile. E’ alquanto probabile che il soldato britannico la sappia molto più lunga di qualsiasi scienziato. La sola cosa che gli interessa è la carne di manzo. Il modo migliore per perdere la guerra è costringere i cittadini britannici a seguire una dieta a base di latte, farina d’avena, patate, ecc., accompagnata, nelle occasioni di gala, da un goccio di succo di lime”. Francamente, è un piacere anche trovarsi fuori dagli Stati Uniti durante la campagna presidenziale. A noi americani, ogni quattro anni, ci prende una strana frenesia. Il presidente Truman, invitato a Oxford per ricevere una laurea ad honorem, osservò a questo proposito che “nell’anno delle elezioni ci comportiamo quasi come un popolo primitivo quando c’è la luna piena”. Queste visite, oltre a servire per mandare avanti gli affari di stato, rappresentano un’occasione per celebrare e fare un bilancio della speciale relazione che unisce i nostri due paesi. Sono appena tornato dall’Iraq e dall’Afghanistan. Nelle mie visite al fronte ho sempre avuto l’opportunità di incontrare soldati del Regno Unito e, come sempre, sono rimasto colpito dal loro valore e dalla loro professionalità.
-----------------------------------------------------------
Iracheno rischia la pena di morte per essersi recato in Israele
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di Gian Micalessin
La sua unica colpa è aver infranto il tabù, aver violato per due volte la legge che impedisce a un iracheno di mettere piede nella terra di Israele. Per quella doppia trasferta sta pagando un caro prezzo. La prima volta, quattro anni fa, un misterioso gruppo di terroristi gli assassinò entrambi i figli. A punirlo per il recente secondo viaggio ci stanno pensando i colleghi del Parlamento di Baghdad privandolo dell’immunità parlamentare e lasciandolo in balia di un processo che rischia di trascinarlo alla forca.
Capita in Irak. Capita tra i banchi di un parlamento eletto per portare il paese alla democrazia. Capita al 54enne Mithal Al Alusi, un deputato sunnita convinto di poter difendere la causa della pace con Israele e di poter viaggiare a proprio piacimento.
La temeraria posizione di Al Alusi deriva da un privilegio, da un passaporto tedesco che gli consente di muoversi senza visti e senza i controlli obbligatori per gli altri concittadini. Quel passaporto se l’è guadagnato dopo la prima condanna a morte in contumacia comminatagli da un tribunale di Saddam quando organizzava dalla Germania l’opposizione al regime.
Quel privilegio è anche la sua tragedia. Nel 2004 quando si presenta al centro studi di Herzelya, alla periferia di Tel Aviv, per partecipare a una delle annuali conferenze dul terrorismo, è il primo iracheno aentrare ufficialmente in Israele.La notizia fa il giro del mondo e gli costa un’altra sentenza di morte. I terroristi non lo risparmiano. Il 19 febbraio 2005 un comando di militanti armati tende un agguato alla sua autovettura uccidendo Ayman e Gamal, i due figlio di 30 e 22 anni con cui ha fondato il Partito democratico della nazione irachena. Lui si salava per miracolo, ma non rinuncia alle sue idee. “Anche se tenteranno di assassinarmi di nuovo – dichiara – continuerò a pensare che la apce sia l’unica soluzione, continuerò a pensare che gli unici con cui non si può venir a patti siano i terroristi”.
-----------------------------------------------------------
Il ritorno di Damasco in Libano
>>Da: Veronica
Messaggio 1 della discussione
Da: Il Foglio
La Siria ammassa truppe alla frontiera con il Libano. Diecimila soldati dei reparti speciali, secondo i giornali libanesi, sono sulle colline che guardano il fiume Kabir, sul confine. Secondo altre fonti, i siriani sarebbero già dentro: due battaglioni di commando sorvegliano sette villaggi attorno alla città di Tripoli. Lo scorso maggio Hezbollah aveva fatto capire chi comanda in tutto il paese, e non soltanto nel sud, con una scorribanda armi in pugno di tre giorni contro i propri oppositori. Subito dopo s’era presa, assieme ai suoi alleati, undici posti nel nuovo gabinetto dei ministri accomodato secondo il nuovo equilibrio di forza (e quindi ora può mettere il veto a qualsiasi provvedimento sgradito). Oggi, dopo questi assaggi preparatori, è direttamente il turno dei padroni di Damasco per affacciarsi di nuovo sul paese e mostrare i muscoli. Ufficialmente i siriani giustificano la propria presenza con la lotta ai contrabbandieri. A Beirut non ci cascano. Damasco prende a pretesto le tensioni causate dagli estremisti sunniti nell’area di Tripoli per fare ritorno dopo il ritiro di tre anni fa. Gli stivali siriani in territorio libanese provano ancora una volta – ma nessuno ne sentiva il bisogno – che gli accordi di Doha, in Qatar, per disinnescare la guerra civile sono stati un fallimento. L’unico impegno a cui le fazioni hanno tenuto fede è l’elezione del presidente Michael Suleiman. Per il resto Doha è il blando ritardante di una crisi che più aspetta in profondità, come una colata di lava, più sarà terribile quando arriverà in superficie. Gli estremisti sunniti asserragliati nei loro campi profughi continuano le loro scaramucce di logoramento contro l’esercito. Nel sud Hezbollah è così potente e nervosa che un mese fa ha abbattuto un elicottero dei militari credendo fosse israeliano. Ora i commando siriani si raggruppano a un metro dal confine. Anche se tecnicamente Siria e Israele sono due nazioni in guerra, sono impegnati in una fase importante di negoziati. Una parte di queste trattative riguarda le “linee rosse”, quelle che i due nemici dovrebbero non attraversare mai per evitare la guerra. Spedire i propri commando a passeggio in Libano, dopo la guerra del 2006, assomiglia molto a una di quelle linee rosse da non violare.
-----------------------------------------------------------
Nuovo libro di Ramadan, solito salafita travestito da moderno
>>Da: Veronica
Messaggio 3 della discussione
Giulio Meotti analizza Tariq Ramadan
In “Islam e libertà” (Einaudi), l’islamologo di grido Tariq Ramadan tocca l’apice della prestidigitazione. L’illusione coltivata da questo astuto venditore di profumo orientalista ha uno scopo ben preciso: occultare il corpo del reato, ovvero la sollevazione islamista in corso da molti anni. Nel libro non fa alcun accenno agli assegni versati alle formazioni terroristiche palestinesi che costituiscono, secondo il verdetto di una corte federale di New York, la causa della sua interdizione da parte del Dipartimento di stato. Ramadan, che si muove nell’alveo dei Fratelli musulmani (è nipote del fondatore), non parla neanche del suo reclutamento da parte della televisione iraniana, cassa di risonanza di un messaggio genocida. L’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia si oppose alla pubblicazione della “Raccolta di fatwa” di Yusuf al Qaradawi, lo sceicco che ha benedetto i kamikaze a Gerusalemme e Baghdad. La prefazione era firmata Ramadan, che non esitò a certificare gli scritti del grande dotto del Qatar per il quale con gli ebrei è possibile dialogare “o con la spada o con la pistola”. Anche di questo nel libro non vi è traccia. Lo sapeva l’ottimo editor di Einaudi Andrea Romano quando gli propose di scrivere il libretto? Un saggio che è la disperata offerta di un’immagine di sé, che annulla le ombre in nome della presentabilità. Ramadan il seduttore dei progressisti, il modernista a proprio agio nel mondo, il banditore di una salafia chic e di una sharia diluita con il culto del consenso. Nel suo profetismo morbido e sereno, RamadanPierluigi Battista sul Corriere della sera definisce con formula preziosa “silenzio reticente”. Nel libro Ramadan, uno che da anni condanna gli attentati ma li correda sempre con giustificazioni e infingimenti retorici, è attento a non apparire come un rigido estremista, coltiva l’immagine dell’amabile tradizionalista, l’agile conversatore che è anche cooperatore sociale.
-----------------------------------------------------------
Il terrore vola sui cieli dell’Europa
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
L'analisi di Michael Sfaradi sulla ripresa del terrorismo aereo in Europa
La sensazione che un’ondata di attentati terroristici di matrice islamica possa colpire l’Europa ha fatto alzare il livello di guardia, con più ferrei controlli di sicurezza nelle aree aeroportuali e agli imbarchi sugli aerei con destinazioni continentali e no, con una particolare attenzione per quelli verso aree sensibili o di compagnie a rischio. L’arresto che è stato effettuato stamattina dai reparti dell’antiterrorismo della polizia tedesca all’aeroporto di Colonia, è solo l’ultimo di numerosi segnali registrati negli ultimi giorni. Gli arrestati sono un cittadino Somalo di 23 anni ed un cittadino tedesco di origine somala di 24 che la polizia teneva sotto controllo già da qualche giorno e dei quali ancora non sono state rivelate le identità. I due si erano imbarcati sul volo KL1804 della compagnia olandese KLM che unisce la città tedesca ad Amsterdam. Non è ancora chiaro se l obbiettivo fosse dirottare l’aereo o preparare un attentato di altro tipo sul territorio olandese, la polizia è ancora impegnata nelle indagini. Durante la perquisizione effettuata nelle loro abitazioni sono state trovate delle lettere di addio che contenevano allucinanti affermazioni sul martirio ed sulla Jihad islamica. In un primo momento si era detto che l’arresto era stato spettacolare e che ad eseguirlo fossero state le “Teste di Cuoio” della polizia federale ma questa notizia è stata subito smentita. Si è trattato, infatti, di un semplice fermo per controllo documenti effettuato dagli agenti a bordo dell’aereo, tramutato poi in arresto solo in un secondo momento. Il volo è potuto ripartire dopo la verifica ed il riconoscimento che gli altri passeggeri hanno dovuto fare, uno per uno, dei loro bagagli e la rimozione delle valige dei fermati che sono sotto controllo, in questo momento, da parte della polizia scientifica.
-----------------------------------------------------------
Gli scogli per la Livni
>>Da: Veronica
Messaggio 2 della discussione
Articolo di C. Pagliara
Gerusalemme. Una cinquantenne, una new comer delle politica, diventerà la donna più potente del Medio oriente? Forse il primo a stupirsene sarebbe proprio il suo mentore, Ariel Sharon, lui che, sostengono i maligni, l’avrebbe messa sotto la sua ala protettiva solo perchè non sopportava altre donne e una doveva pur adottarla.
Eppure, Tzippi Livni sembra avviata a vincere la corsa ad ostacoli lunga un mese e sedersi sulla poltrona più importante e insidiosa d’Israele, quella del premier, a meno di 10 anni dal suo ingresso in politica. Paradossalmente, la vittoria di misura nelle primarie di Kadima, una manciata di voti, 400, sullo sfidante Shaul Mofaz, ha reso più probabile la prospettiva di un nuovo governo, e più lontana quella delle elezioni anticipate. L’attuale ministro degli Esteri, alla guida di un partito diviso, e con una risicata maggioranza dalla sua parte, si è resa conto di aver bisogno di dimostrare le sue capacità prima di affrontare alle urne il navigato Benjamin Netaniahu. Una consapevolezza che la spinge a smussare gli angoli e a cercare un compromesso con i potenziali partner di governo. Lo si è visto nell’incontro con l’uomo che detiene le chiavi del futuro governo, Ehud Barak. Tzippi Livni sembra ora propensa ad offrire una vera partnership al leader laburista, che chiede arrosto, non fumo: un ruolo guida nei futuri negoziati con la Siria. Parallelamente, la Livni si è mostrata più possibilista che in passato ad esaminare le onerose richieste di un altro riottoso alleato della passata coalizione, il partito ultraortodosso Shas, che chiede il ripristino, almeno parziale, dei sussidi per famiglie numerose, tagliati con l’accetta da Netaniahu nel 2002, quando era ministro delle Finanze.
-----------------------------------------------------------
Germania, si è tolto la vita il "boia di Bassano"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Il vicebrigadiere della Wehrmacht accusato di essere il responsabile della strage di Bassano del Grappa in cui il 26 settembre 1944 morirono 31 persone si è ucciso giovedì scorso. L'uomo si era sempre proclamato innocente
Berlino - Karl Tausch, il vicebrigadiere della Wehrmacht accusato di essere il responsabile della strage di Bassano del Grappa, in cui il 26 settembre 1944 morirono 31 giovani, si è ucciso giovedì. Lo ha confermato la procura di Darmstadt al quotidiano Frankfurter Rundschau.
Si professava innocente A fine agosto Tausch (85 anni) aveva presentato un’autodenuncia in relazione al massacro di Bassano presso l’Ufficio centrale che indaga sui crimini nazisti a Ludwigsburg, nel sud-ovest della Germania. Nel memoriale, l’uomo si diceva innocente e premeva affinché i fatti venissero chiariti.
La strage L’ex vicebrigadiere, residente a Langen, in Assia, è ritenuto l’esecutore della strage di Bassano, ordinata dal tenente delle SS Herbert Andorfer. La procura di Verona indaga su quel massacro. Fino all’ultimo Tausch ha respinto ogni accusa. Secondo la Frankfurter Rundschau, la lettera di addio da lui lasciata non contiene nessuna ammissione di colpa. Nel testo Tausch spiega di considerarsi piuttosto vittima di una campagna denigratoria avviata dai media italiani. Nelle ultime settimane, scrive il giornale, l’uomo si sentiva perseguitato dai cittadini italiani a Langen.
-----------------------------------------------------------
Baviera, a rischio l’ultimo bastione conservatore
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
I cristiano sociali potrebbero perdere per la prima volta in mezzo secolo la maggioranza assoluta. Ripercussioni sul governo di Angela Merkel
Angela Merkel è corsa a Monaco per salvare la Csu, il partito cristiano sociale di Baviera, «sorella» della sua Cdu, partito cristiano democratico nazionale di cui la cancelliera è leader. «Il governo federale ha bisogno di arrivare dove la Baviera è oggi», ha detto a una tribuna elettorale venerdì, riferendosi ai progressi fatti negli ultimi decenni a livello economico e sociale dal Land meridionale. Ma, ironizza il quotidiano Der Spiegel, sembra che la Csu stia invece arrivando dove la Cdu è già: sotto il 50%.
Oggi, la Baviera rielegge il suo Parlamento locale. Per la prima volta dopo il 1962 i cristiano sociali potrebbero perdere la maggioranza assoluta ed essere costretti, per governare, a trovarsi un partner di coalizione. Le ripercussioni sul potere centrale della cancelliera, che tra un anno dovrà affrontare elezioni europee e parlamentari, potrebbero essere importanti. Nel 2005, Merkel ha vinto anche grazie al sostegno di 46 deputati della Csu e oggi qualsiasi diminuzione nel numero degli alleati del Sud potrebbe esserle fatale. La Baviera è da quasi mezzo secolo sinonimo di Csu. Il partito cristiano sociale è ancestralmente bavarese, cattolico, maschio, conservatore, anche se si sta lentamente adattando al cambiamento. «La longevità del suo regno - secondo Marion Van Renterghem, corrispondente di Le Monde a Berlino - coniugata all’eccezionale successo della Baviera ha costruito una relazione d’osmosi unica al mondo tra uno Stato e un partito». La Baviera, da Land rurale è diventato nei decenni lo Stato più ricco della Germania, la 18ª economia mondiale, il tasso di disoccupazione è il più basso del Paese, l’economia in boom.
-----------------------------------------------------------
Elezioni in Austria
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Vienna. Una cosa sembra chiara nelle elezioni parlamentari anticipate di oggi in Austria: i due partiti della grande coalizione - socialdemocratico (Spoe) e popolare (Oevp) - naufragata la scorsa estate dopo nemmeno due anni di governo, sono destinati a subire perdite a vantaggio della destra. Stando agli ultimi sondaggi, il Spoe dovrebbe contare sul 28-29 % dei consensi, l’Oevp segue al 26-28%. Lo scontento verso il passato governo e il rincaro della vita fanno temere una forte avanzata dell’ estrema destra che cavalca temi antieuropei e xenofobi. Si presenta sotto forma di Fpoe, il vecchio partito di Joerg Haider (che valse all’Austria nel 2000 le sanzioni Ue); sotto Bzoe, invece, il partito fondato da Haider nel 2005 dopo una scissione dalla Fpoe.
-----------------------------------------------------------
La Bielorussia alle urne decide tra Mosca e Ue
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Minsk. Non solo un test democratico in un Paese ancora ritenuto «l’ultima dittatura d’Europa» ma anche un bivio geopolitico. Sono le elezioni legislative di oggi in Bielorussia. Se gli osservatori Osce bocceranno il voto, il presidente Aleksander Lukashenko girerà le spalle a Bruxelles e si lascerà risucchiare del tutto nell’orbita russa, riconoscendo con ogni probabilità anche Abkhazia e Ossezia del sud. In caso contrario, si aprirà la strada per la revoca, almeno parziale, delle sanzioni europee e per una più stretta cooperazione con la Ue, con l’incognita della reazione di Mosca, che considera Minsk giardino di casa, come Georgia e Ucraina. Da metà anni ’90 nessuna elezione è stata giudicata libera e corretta. Lukhashenko governa da 14 anni con pugno di ferro un Paese ancora in gran parte di impronta sovietica.
-----------------------------------------------------------
Lite sui soldi a Baglioni A Lampedusa il sindaco caccia la vice leghista
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Lo scontro è accesissimo e potrebbe anche avere ripercussioni nazionali. Ieri il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, sostenuto da una lista di centrodestra, ha espressamente dichiarato di voler «togliere le deleghe di vicesindaco e di assessore alla Pubblica istruzione» alla senatrice Angela Maraventano, leghista. Oggetto: la questione nata intorno alla manifestazione O’ Scià, voluta da Claudio Baglioni e giunta quest’anno alla sesta edizione.
Malgrado le difficoltà della vigilia, che avevano rischiato di mettere in forse l’intera kermesse, Baglioni e la Fondazione O’ Scià erano riusciti a ideare tre eventi di grande richiamo (ieri sera l’ultimo con Fiorello sul palco alla spiaggia della Guitgia) con l’obiettivo (anche) di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile situazione di Lampedusa, sempre più crocevia di un’immigrazione clandestina che mette in sofferenza i centri di accoglienza e la popolazione dell’isola.
L’altro giorno la senatrice Maraventano aveva aperto le ostilità chiedendo come vengono spesi i soldi pubblici stanziati per la manifestazione (circa 600mila euro). «Non ce l’ho con Claudio Baglioni – ha detto la Maraventano – ma vorrei vedere, fatture alla mano, come è stato speso il denaro stanziato in parte da Comune e Regione, in parte dal ministero dell’Interno, per questa edizione del suo festival dove tutti dicono di partecipare a titolo gratuito». Apriti cielo.
Ieri nel centro di Lampedusa sono stati esposti tre striscioni contro l’assessore e il sindaco ha subito convocato i giornalisti insieme con la compagna di Baglioni, Rossella Barattolo, che è l’ideatrice e l’organizzatrice principale di questo evento. Il primo cittadino ha annunciato la sua decisione «sofferta ma irrevocabile»: ritirerà le deleghe ad Angela Maraventano. Molto determinato, il numero uno della giunta ha preso una posizione netta a favore di Baglioni e di questa kermesse che il cantautore ha ideato, sostenuto e valorizzato in tutti questi anni.
-----------------------------------------------------------
Di Pietro tenta il «colpo» anche con i calabresi ma si ritrova in tribunale
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Un’altra tegola, legata sempre alla spartizione dei rimborsi elettorali, si abbatte su Antonio Di Pietro. Dopo le denunce di Elio Veltri e Achille Occhetto a sollevare un caso analogo è un vecchio parlamentare comunista calabrese, Giuseppe Pierino, che ha citato l’Idv in tribunale ritenendosi vittima di un «raggiro» economico da parte dell’ex pm, suo alleato alle ultime regionali.
L’udienza è fissata per il 24 ottobre a Roma. Fondatore dell’associazione «Progetto Calabrie», nel 2005 Pierino decide di correre con l’Idv e con i Comunisti italiani contribuendo non poco al successo del listone (fa schierare personalità note come il futuro ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, e Giovanni La Torre, rettore dell’Università della Calabria). La coalizione curiosamente verrà chiamata «Progetto per le Calabrie», nome «praticamente coincidente con quello dell’associazione, a riconoscimento del suo ruolo politico ed elettorale», fa notare l’esponente comunista nell’atto d’accusa.
Il 3 aprile la lista raccoglie 45mila voti, pari al 4,6% per cento, ben al di sopra della soglia minima prevista per ottenere il rimborso. Racconta Pierino: «Alla nostra lista vennero riconosciuti poco più di 85mila euro in rate annuali. Con una scrittura privata del 5 maggio 2005, noi dell’associazione, insieme ai dirigenti regionali di Pdci e Idv, formalizzammo l’intesa confermando, nero su bianco, che “il contributo elettorale previsto dalle norme vigenti andrà ripartito in parti uguali alle tre formazioni politiche; i rappresentanti del partito dei Comunisti italiani e di Idv si impegnano formalmente ad adoperarsi presso i loro uffici amministrativi nazionali, destinatari del contributo, per far attribuire ed accreditare al movimento Progetto Calabrie le somme ad esso spettanti in base al criterio di ripartizione sopra menzionato”, e ciò in considerazione del fatto che i due partiti, a differenza dell’associazione, avevano rappresentanza parlamentare». Non accade nulla di tutto ciò. I rimborsi per il 2005 e il 2006, è scritto nell’atto di citazione, sono stati erogati dalla presidenza della Camera dei deputati solo al Pdci e all’Idv.
-----------------------------------------------------------
Berlusconi: "Alitalia? Sono premier altrimenti l’avrei comprata anch’io"
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il presidente del Consiglio rivela in un libro di Vespa: "L’avrei fatto senza esitare, con una quota importante, in nome dell’interesse nazionale"
da Roma
Se non ero io il premier...». Se non fossi stato il presidente del Consiglio, rivela il Cavaliere, «l’Alitalia l’avrei comprata io». Se non fosse quindi per il conflitto d’interesse, «non avrei esitato un istante ad acquisire una quota importante della compagnia». Perciò lui si è limitato a lanciare un appello «al quale sedici motivati imprenditori hanno risposto con convinzione alla richiesta di mettere a disposizione fondi cospicui in nome dell’interesse nazionale, per conservare all’Italia la sua compagnia di bandiera».
Operazione riuscita. Ma è stata dura, dice Silvio Berlusconi, e non solo perchè «i piloti hanno firmato alle quattro e mezzo del mattino». Ma anche, come spiega nell’ultimo libro di Bruno Vespa, Un’Italia diversa. Viaggio nella rivoluzione silenziosa, perché su tutta la vicenda «ha pesato non poco» la politica, cioè gli ostacoli messi dal partito di Veltroni che «ha giocato contro il Paese». «La Cgil, dopo aver detto un quasi sì, si era adeguata alle pressioni della sinistra e alla sua logica del “tanto peggio tanto meglio” pur di dare un colpo al governo, privilegiando i suoi interessi di parte invece di quelli del Paese».
E pure il Pd, secondo il Cavaliere, ha faticato a mantenere una rotta equilibrata e coerente. «Prima i vertici del partito hanno irriso e contrastato in tutti i modi il progetto su cui mi ero impegnato fin dalla campagna elettorale. Poi, quando hanno dovuto constatare che gli imprenditori e i finanziamenti esistevano davvero, pur di scongiurare un nuovo successo di Berlusconi dopo Napoli, hanno giocato contro il governo e contro l’Italia. Volevano far cadere su di noi la colpa del fallimento delle trattative, gli scioperi, l’interruzione dei voli e la chiusura dell’Alitalia».
-----------------------------------------------------------
Bossi si scopre tifoso di Lufthansa
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
«Air France farebbe chiudere Malpensa»
Monza. «Sono stato io a sostenere che i miei uomini che dirigono la Sea dovevano andare a contattare Lufthansa». Così si è espresso ieri il leader della Lega Umberto Bossi (nella foto) a margine di un incontro tenutosi a Monza. Per il ministro delle Riforme non ci sono dubbi: come alleato di Alitalia punta sulla compagnia tedesca Lufthansa preferendola alla francese Air France. «Preferisco Lufthansa - ha dichiarato Bossi - perché lascia Malpensa come hub. Mentre Air France ci fa chiudere gli aeroporti, terrebbe aperto solo Roma e porterebbe tutti i voli intercontinentali a Parigi». Bossi ha poi sottolineato che l’aeroporto varesino di Malpensa «se la cava comunque. Se Alitalia sta solo a Roma fallisce. Gli industriali sono qui». Il leader della Lega ha poi concluso che «se finisce bene, bene. Tutte le compagnie aeree vogliono venire a Malpensa perché ci sono i voli intercontinentali che portano soldi alle aziende». La compagnia tedesca Lufthansa lo scorso aprile ha già stretto un accordo con Sea in cui si impegna a «lasciare» sei aeromobili di stanza a Malpensa a partire dal 2009. Si tratta di sei jet di Air Dolomiti, controllata italiana di Lufthansa, che andranno ad implementare le offerte sulle tratte europee.
-----------------------------------------------------------
Bonanni: Epifani non rovini il lavoro fatto insieme Correre soli è inutile
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
«Dovrebbe avere il coraggio di non chiudersi a riccio. All’accordo sui contratti non c’è alternativa»
da Roma
Si pensava che, dopo la firma dei piloti sull’accordo Alitalia, ieri dovesse essere la giornata del «tutto è bene quel che finisce bene». Non è stato così. La Cgil è tornata all’attacco su scuola e riforma dei contratti. Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, lei che cosa ne pensa?
«Mi lasci dire una cosa sull’accordo Alitalia. La conclusione di oggi è molto importante. Le cose sono andate come noi pensavamo già molti mesi fa: si ricostituisce la compagnia di bandiera, mentre tutti gli esterofili pensavano che si trattasse di una operazione retrò. Al contrario, la compagnia di bandiera ha valore per il prestigio di un Paese e per la sua economia. Per fortuna, è andata come volevamo. La cordata d’imprenditori è importante, e per la prima volta si impegna ad acquisire non una società pubblica di servizi o un monopolio naturale, ma una azienda esposta a fortissima concorrenza in un settore molto turbolento. Negli ultimi tempi sono saltate ventisette o ventotto compagnie: la sfida imprenditoriale c’è tutta».
Ci vogliono spalle robuste, non solo italiane...
«Alitalia era una zitella vecchia e brutta ma con un patrimonio enorme: il mercato italiano del volo, che è il quinto nel mondo. Ecco perché tedeschi, francesi e inglesi fanno a gara per partecipare alla nuova compagnia: chi di loro vince, diventerà il più forte d’Europa. Vede, molti elementi finora sottovalutati di questa vicenda stanno emergendo adesso. Abbiamo ottenuto più garanzie per i lavoratori, e realtà come Atitech verranno salvaguardate. Insomma è andata bene, potevamo anche chiudere qualche giorno prima. Il decollo della nuova compagnia però val bene una “messa cantata” con la partecipazione dei ritardatari».
-----------------------------------------------------------
L’ex br Morucci dà lezioni di libertà a Napolitano
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
L’invettiva contro il Quirinale alla presentazione del suo nuovo libro: "Vorrebbe che non parlassimo, ma questo è un anticipo di Stato totalitario". La protesta dei parenti delle vittime: "Assurdo che sia ospite del Comune"
da Roma
Arrivi alla Casa del Libro pensando che la notizia sarà la contestazione di un ex brigatista. Ma non è così. A fare notizia sono le parole dell’ex brigatista, Valerio Morucci, che approfitta della presentazione del suo ultimo romanzo parabiografico (Patrie galere, Ponte alle Grazie) per parlare della sua esperienza detentiva, ma anche di libertà di espressione, di regimi più o meno totalitari, del problema di cittadinanza degli ex brigatisti. E quindi, nel pieno di un dibattito a tre, introdotto dal direttore di Liberazione Piero Sansonetti e intervistato-presentato da una giornalista come Federica Sciarelli, la conduttrice di Chi l’ha visto?, Morucci cesella due affermazioni che sicuramente non passeranno inosservate. La prima prende spunto dalla contestazione del presidente dell’associazione delle vittime Domus Civitas, Bruno Berardi: «La contestazione della libertà di espressione non può avvenire in una democrazia, ma solo negli Stati etici, nei regimi totalitari. Purtroppo in questi tempi, e sono state le cariche più importanti della Repubblica, da molte voci è arrivata questa posizione: “Tu non puoi parlare”. Io lo considero un anticipo di Stato totalitario». Il riferimento, nemmeno tanto velato, alle cariche della Repubblica è ovviamente per il presidente Giorgio Napolitano, che si è espresso pubblicamente sull’opportunità del silenzio per chi si è macchiato di reati di sangue. Ma Morucci si spinge più in là, e, con il gusto della provocazione che gli è proprio, si diverte a giocare con il paradosso: «Queste provocazioni continue, questa messa in discussione dei diritti civili più elementari, mi inquieta. Mi fa pensare non tanto al regime fascista, perché nel 1922, soprattutto grazie al ministro Bottai, c’era un regime che garantiva una grandissima libertà di espressione. A me sembra, invece, che con la morale repressiva e autoritaria di chi vuole negare a qualcuno il diritto di parola, ci avviciniamo molto di più al 1984 di Orwell».
-----------------------------------------------------------
Il partito della paralisi ci riprova Cgil in piazza, ma è mezza vuota
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Dopo la "retromarcia" Epifani accusa il colpo e torna a minacciare scioperi contro il governo: "Ci hanno messo all’angolo". Ecco le prove generali per il "partito della paralisi"
Uno spettro si aggira negli uffici della Cgil: è il Galles, la penisola britannica dove un quarto di secolo fa si consumò lo scontro tra i sindacati dei minatori e Margaret Thatcher. La Lady di ferro vinse, le Unions persero e si avviarono verso il viale del tramonto. Dopo aver piegato la testa nella trattativa Alitalia, Guglielmo Epifani tiene a far sapere che è vivo, continua a lottare assieme ai suoi e non vuol fare la stessa fine dei colleghi d’Oltremanica. Per ricordarcelo, bastava un’intervista all’Unità. Invece il leader della Cgil ha voluto strafare e ieri ha organizzato una serie di manifestazioni in 200 piazze italiane.
Il segretario del sindacato rosso ha ripetuto le solite parole d’ordine: «Vogliamo dire al governo di svegliarsi», «non siamo contro ma per». E poi la frase rivelatrice: «Hanno cercato di mettere la Cgil all’angolo, ma non ci sono riusciti». Sceglie la metafora del ring, dove un pugile sull’orlo del ko mena cazzotti all’impazzata per dimostrare che riesce ancora a stare in piedi. Ma i colpi ricevuti si sentono, pesano, e il povero Rocky Epifani deve sbracciarsi per continuare a illudere chi ha puntato su di lui. E così la Cgil abbandona la via riformista imboccata controvoglia l’altro giorno al tavolo Alitalia, dimentica «l’atto di responsabilità e di salvaguardia della dignità dei lavoratori assunto in una situazione di quasi fallimento» (sono parole del segretario) e ritorna sulle barricate, ritrovando la strada dello sciopero e rispolverando i toni minacciosi del Signornò.
La storia degli ultimi giorni è nota. Al culmine della trattativa per la compagnia aerea, nella notte dei lunghi coltelli e dei grandi macelli, la Cgil tenta il colpo dello sfascio obbedendo a motivi politici e non alle ragioni dei lavoratori. Epifani e Veltroni, il suo suggeritore, si trovano in un vicolo cieco, il primo isolato dalle altre confederazioni, il secondo dai suoi compagni di partito più avveduti, Bersani ed Enrico Letta in testa, contrari al gioco al massacro. Segue retromarcia, ripresa della trattativa, firma dell’accordo Alitalia. Sembrava aperta una pagina nuova nei rapporti sindacali, quella svolta che tutti si auguravano.
-----------------------------------------------------------
Oriana Fallaci: Paul Newman si raccontava così
>>Da: andreavisconti
Messaggio 8 della discussione
Mi faccia un favore, signor Newman: si tolga quegli occhiali neri. Tra quegli occhiali e quella barba da rabbino non sembra nemmeno lei. Ma perché va conciato così? Si direbbe, ecco, che lei abbia vergogna di sé, del suo perfettissimo viso. Coraggio, li tolga, non c’è mica nulla di male, sa, a essere belli. (Lentamente, svogliatamente, il divo si toglie gli occhiali, rivela assieme a uno sguardo doloroso, severo, due laghetti azzurri, impreziositi da pulviscoli d’oro. Gli occhi del divo, giunto a Venezia da New York per presenziare al Festival, sono bellissimi. Sono bellissimi, però, anche le orecchie, i denti, il naso, le mani. Il divo, insomma, è bellissimo tutto. E nella consapevolezza d’esser bellissimo siede, nel suo appartamento d’albergo, masticando chewing-gum).
«Io, quando mi dicono si tolga gli occhiali, voglio vedere i suoi occhi celesti, mi arrabbio come una bestia. Proprio come quando mi dicono lei è così bravo e poi ha due occhi talmente celesti. Si ha sempre l’impressione, a esser belli, che la gente ti accetti per ragioni sbagliate: insomma non perché tu sei tu ma perché sei bello. Tennessee Williams ha scritto molto su questo, sull’agghiacciante influenza che la bellezza fisica ha sugli altri in America. In Europa non so, forse è diverso, ma in America si chiede sempre a un uomo o a una donna d’essere belli e la pagana adorazione che si fa della bellezza ha qualcosa di anticristiano, di orrendo, e perché no? di umiliante. Uno vorrebbe essere riconosciuto per ciò che ha fatto con sforzo, non perché è alto un metro e 90 e ha le gambe lunghe, il torace robusto, il naso greco, e gli occhi celesti. Che merito c’è a essere belli? La bellezza ce la regala la mamma, o il buon Dio: non si conquista. E questa odiosa esigenza del cinema, essere belli, dà una tale angoscia».
Non se la prenda, via: non si può aver tutto a questo mondo, e ciascuno ha la sua croce. Quanti anni ha signor Newman?
«Trentotto».
Ecco, ancora dieci anni, 15 al massimo, e poi passerà: non ci penserà più. Certo li porta bene i suoi 38 anni.
«So che il mio corpo ha bisogno di tremila calorie giornaliere e non gliene fornisco una di più: distribuendo le tremila tra mille di cibo e duemila di latte o di birra».
-----------------------------------------------------------
Mario Cervi: STAMPA LIBERA (NON A CARICO)
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
«Così il governo autoritario cancella ogni dissenso»: queste le parole con cui il Manifesto di ieri lanciava un grido di dolore già risuonato, con espressioni analoghe, in molte sedi politiche e in molte redazioni. Un non addetto ai lavori potrebbe pensare - di fronte a simili luttuosi annunci - che si stia ripetendo in questi giorni, per decisione d’un potere oppressivo, ciò che avvenne dopo il discorso mussoliniano del 3 gennaio 1925 a Montecitorio: leggi eccezionali, fine di ciò che restava della stampa libera, facoltà ai prefetti di sciogliere ogni organizzazione non allineata, insomma la dittatura. Se sta succedendo questo, penserà chi legge queste righe, lo strano è che non me ne sono accorto.
Non ve ne siete accorti, voi lettori, non se n’è in sostanza accorto nessuno, perché non è successo niente. L’Italia rimane uno Stato di ormai radicata democrazia, il Parlamento funziona, il Quirinale vigila, la Consulta controlla. Ma allora quale evento ha suscitato l’allarme al quale si è associata la federazione della stampa? È presto detto: l’ha suscitato la riduzione, in «finanziaria», dei fondi per l’editoria. Questa misura mette in difficoltà alcune testate politiche ripartite equamente tra sinistra e destra - Il Manifesto e Liberazione da una parte, La Padania e Il Secolo d’Italia dall’altra - che hanno un qualche peso nel Palazzo ma una diffusione modesta o infima. Lo sbandierato attacco ai valori della democrazia si risolve, a ben guardare, in una questione di posti di lavoro.
Non è una questione da poco. Capiamo benissimo, come colleghi, l’ansia di chi teme di veder morire il giornale in cui lavora, e con esso svanire la sua sicurezza economica. Ogni taglio è doloroso. Ma in tanti hanno predicato, per la crisi dell’Alitalia, che a determinate esigenze di efficienza e di redditività bisogna, in una società di mercato, inchinarsi. Auguriamo che le testate minacciate sopravvivano e che i giornalisti vi rimangano. Ma non possiamo associarci al vizio politico e sindacale d’ammantare istanze e speranze legittime di gruppi e corporazioni con il mantello dei supremi ideali. Siamo per il pluralismo giornalistico, ben venga ogni nuova iniziativa in quel campo: ma non venga a spese del contribuente.
-----------------------------------------------------------
Tony Damascelli: Per favore, ridateci il Veltroni buonista
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
È un problema di ruolo. Sorpassato a sinistra, dall’ala tornante Di Pietro Antonio, marcato, al centro, dall’interno eclettico Casini Pierferdinando, l’ex punta giovane Veltroni Walter ha capito che sta rischiando di finire in panchina, anzi in tribuna, fuori rosa, tra gli esuberi della politica nostrana. Dunque ha deciso di svoltare, cambiando tattica, prendendo un po’ da qua, un po’ da là, mescolando il tutto, abbandonando le figurine Panini e le biglie di vetro e armando la pistola. Ma non si è accorto che l’arnese è di quelli ad acqua. Insomma Veltroni che voleva far l’americano e, durante il viaggio, anche l’africano, adesso fa il paninaro, si esprime per battute, cerca il colpo di scena, è passato dal dialogo alla zuffa, dalla stretta di mano con scambi di gagliardetti al fallo da dietro. Resto in campo e dizionario pallonaro perché Walter Veltroni ama questo sport, prima della pallacanestro, al punto che è riuscito, dopo Emilio Fede, a tradire il primo amore juventino per sventolare la sciarpa della Roma «ma anche» quella della Lazio, tenendo famiglia, municipio e circoscrizione elettorale. Bei tempi quelli, per lui che scendeva in campo a Viareggio con Marcello Lippi e pizzicava, a parole, il sodale D’Alema dandogli del «Pasinato», un centrocampista dell’Inter aduso a correre, correre, correre, tanto che se gli avessero aperto il cancello di uscita di San Siro avrebbe fatto il giro dello stadio e sarebbe tornato in campo senza nemmeno accorgersi dell’accaduto. Erano scherzetti a parte, quando il Veltroni si agitava a sinistra, ma anche al centro, da battitore libero e sembrava essere il futuro moderno di un passato antico della sinistra tutta.
-----------------------------------------------------------
Chiaiano, nuovi scontri con la Polizia
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Alla fine ecco le scene già viste: cassonetti in fiamme e blocchi stradali, nel cuore della protesta antidiscarica, a Napoli, nel quartiere di Chiaiano, durante la manifestazione di circa quattromila persone, sulla quale prende il sopravvento chi lancia sassi e petardi. Le forze dell’ordine caricano al termine di una trattativa fallita per visitare il sito, che surriscalda il clima. Non era accessibile, era poco illuminato, chiarirà poi il sottosegretariato ai rifiuti Guido Bertolaso. È l’epilogo dello "Jatevenne day", partito nel pomeriggio con un corteo organizzato dai comitati antidiscarica di Chiaiano e Marano. Ci sono anche No dal Molin di Vicenza e le Reti romane per il bene comune.
Partono dalla stazione della metropolitana oltre mille persone, al seguito di uno striscione giallo: «Basta discariche e inceneritori, jatevenne». Non è l’unico: «Ponticelli, Serre, Andretta, Savignano: un’unica lotta contro la devastazione» si legge anche. La gente solidarizza, e aumenta strada facendo: le saracinesche si abbassano in via Santa Maria a Cubito; i residenti del quartiere esprimono in modi coloriti, come sempre, una profonda indignazione. «San Gennà te truvave facenn putiss squaglià nu poco e munnezza politica» (San Gennaro con il miracolo del sangue potevi sciogliere anche un pò di immondizia politica): ha scritto la signora Matilde, ad esempio. «In quelle cave ci sono persone che vogliono fare del male ai nostri figli - spiega - e questo per una madre è motivo per lottare sempre senza potersi mai arrendere». Sfila il parlamentare dell’Idv Franco Barbato: «La discarica avrà un costo di allestimento pari a circa 600 euro per tonnellata di immondizia, cioè il doppio di quanto costava mandare i rifiuti in Germania. Un sottosegretariato non può operare sperperando il denaro pubblico».
-----------------------------------------------------------
IL GIALLO DI PERUGIA: Il teste dell'accusa si rimangia tutto
>>Da: andreavisconti
Messaggio 2 della discussione
Il testimone ritratta, o almeno non conferma, e poi contratta. Gli bastano 2.000 euro per spiattellare la sua verità su Rudy Hermann Guede, l’amico ivoriano accusato del delitto di Meredith, e cucirgli addosso l’abito del bugiardo e del violento, di uno che si spara alcol e droga e poi perde il lume della ragione, soprattutto con le donne. L’uomo dell’accusa, il somalo Abuker Barro, detto «Momo», si rimangia tutto. Le deposizioni dell’11 dicembre non le conferma. Non punta più il dito contro l’ex amico. Parla per sentito dire, riportando dichiarazioni di terza e quarta mano. Ora, di fronte al giudice, non è nemmeno più così sicuro che Rudy si facesse di droga.
Ad interrompere la deposizione, l’avvocato Walter Biscotti, legale dell’ex cestista ivoriano, che tira fuori dalla borsa la videocassetta che ritrae Momo mentre tenta di vendere la sua testimonianza alla redazione di «Studio Aperto». Punta dritto ai denari, Momo. Duemila euro per l’anteprima della sua testimonianza. Ma la negoziazione fallisce. E allora ci riprova. Invia un sms e afferma d’essere disposto a ritirare una misteriosa denuncia contro un giornalista, reo, a suo dire, d’avergli estorto delle dichiarazioni. Ci vogliono, ancora una volta, duemila euro. L’avvocato Biscotti non ha nemmeno bisogno del contro-esame del testimone. Per il gup Paolo Micheli ce n’è abbastanza per sospendere l’udienza, acquisire tutto, videocassetta e sms, e rinviare gli atti al pm. Il testimone rischia di essere indagato per falsa testimonianza. Per l’accusa è un brutto colpo. È evidente, infatti, che le dichiarazioni di Momo, qualora venisse incriminato, diverrebbero inservibili.
-----------------------------------------------------------
Alitalia e dintorni, le difficoltà di Epifani e del Pd
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Dopo un faticosissimo ricongiungimento sul dossier Alitalia, il “convoglio unitario” delle confederazioni sindacali perde subito un protagonista. La Cgil si mobilita “per dire al governo di svegliarsi” in piazze italiane. Manifestazioni che non sono “contro ma per, e tanto meno sono contro la Cisl e la Uil che avremmo voluto al nostro fianco”, puntualizza Guglielmo Epifani, mettendo le mani avanti. “Non ho capito perchè la Cgil ha abbandonato il convoglio unitario per farsi una sua manifestazioncina in tutte le piazze”, risponde a stretto giro di posta Raffaele Bonanni, leader della Cisl. “Questo - aggiunge Bonanni - è un mistero e noi siamo preoccupati”. Quanti pronosticavano che la “pax” sindacale - siglata su Alitalia al termine di una trattativa che aveva spaccato clamorosamente il fronte delle tre confederazioni - avrebbe avuto vita breve sono stati facili profeti. La Cgil “più che dare forza al movimento sindacale sta rovinando un ottimo lavoro fatto negli ultimi due anni e mezzo”, è l’accusa rivolta da Bonanni al suo omologo Epifani. Il quale - a fronte del pericolo di isolamento corso, anche in vista delle trattative sulla riforma del modello contrattuale, dal sindacato da lui guidato - rinsalda l’asse col Pd. Minacciando uno “sciopero generale di tutta la scuola” e polemizzando direttamente col ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini: “Come si fa a dire che i bambini meno stanno a scuola e più imparano? Capirei per i liceali e per gli universitari, ma da quale testo di pedagogia è stato prelevato questo concetto? È questa la funzione della scuola primaria? Perché distruggerla?”.
-----------------------------------------------------------
Antiterrorismo, impegno su informatica e diritti al G7 di Bonn
>>Da: andreavisconti
Messaggio 3 della discussione
Perfezionare la lotta tecnologica contro il terrorismo e garantire le norme a tutela dei diritti umani di chi sconta in patria condanne per crimini terroristici: questo l’impegno italiano illustrato oggi a Bonn dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ai colleghi del G7 (Germania, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Polonia e Spagna) e pienamente recepito nel documento finale dell’incontro, che è il terzo di una serie di consultazioni multilaterali informali avviate per iniziativa di Giuliano Amato nel maggio 2007 a Venezia e proseguite dal ministro tedesco Wolfgang Schäuble a Schwielowsee (Berlino) nello scorso novembre. “Il terrorismo internazionale, in considerazione della dimensione mondiale della sua minaccia, può essere combattuto con successo solo in alleanza con tutti i partner e nel quadro di una cooperazione transfrontaliera – ha sottolineato il ministro Schäuble nella conferenza stampa conclusiva –. Questo rende assolutamente necessaria la collaborazione internazionale degli organi di polizia e dei servizi d’informazione”.
-----------------------------------------------------------
Legnano. Ucciso il genero del boss Farao
>>Da: andreavisconti
Messaggio 1 della discussione
Cataldo Aloisio, 34 anni, arrestato nel 2000 perchè vicino alla 'ndrina di Cirò Marina raggiunto da un colpo alla testa
MILANO - È stato assassinato a Legnano, nel milanese, Cataldo Aloisio, 34 anni, arrestato nel 2000 perchè ritenuto vicino alla 'ndrina di Cirò Marina, genero del capomafia di Cirò Giuseppe Farao, attualmente detenuto. Il suo corpo è stato trovato, sabato mattina, nella campagne alla periferia di San Giorgio sul Legnano (Mi). I killer gli hanno sparato un colpo di pistola alla nuca. Lo scorso luglio, sempre in provincia di Milano, era stato ucciso un altro esponente della mafia calabrese, Carmelo Novella. Aloisio era stato arrestato nel 2000 nell'ambito di un'operazione antimafia contro la cosca di Cirò Marina.
RITROVAMENTO - Il cadavere di Cataldo Aloisio è stato trovato alle 8,30 da alcuni operai che si stavano recando al lavoro in un cantiere vicino. L'uomo era supino e completamente vestito. La zona è periferica ma non particolarmente deserta, anche se, a quanto si è appreso, nessuno avrebbe notato nulla. L'omicidio potrebbe risalire alla notte precedente, ma occorre attendere l'autopsia.
MILANO, LA NUOVA CAPITALE - Arresti di importanti esponenti e omicidi eccellenti: fatti recenti dimostrerebbero che Milano, e la Lombardia più in generale, è la vera capitale della 'ndrangheta. Una tesi che è stata sostenuta anche dal pm della Procura nazionale antimafia, Vincenzo Macrì, il 14 giugno scorso nel corso di un dibattito organizzato per presentare il libro «'Ndrangheta», di Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia. Nel luglio scorso l'allarme sulla diffusione sempre più capillare della 'ndrangheta nel milanese, con interessi anche in importanti settori economici e commerciali, era stato lanciato da tre sindaci della zona in una lettera inviata allo stesso pm Macrì. Il 17 settembre scorso, infine, i carabinieri avevano arrestato, mentre era ricoverato sotto falso nome in una clinica di Pavia, Francesco Pelle, detto «Cicciu 'u pakistanu», presunto esponente della cosca di San Luca.