Opere di Tono Zancanaro in mostra a Conzano (Al) dal 13 al 25 aprile - un quadro per la Grotta -

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Alberto Busto

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Apr 5, 2013, 8:26:46 AM4/5/13
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Un quadro per la Grotta

Artista eclettico di grande livello, Tono Zancanaro, è noto ai più per il suo tipico modo di disegnare. E' mancato da più di 5 lustri e le sue opere sono di grande valore. E' presente a "un quadro per la grotta" con ben 9 opere:










Biografia


Antonio Zancanaro (Padova, 8 aprile 1906Padova, 3 giugno 1985) è stato un pittore, incisore e illustratore italiano.

Nel 1931 comincia a dipingere, e già nel 1933 partecipa ad esposizioni collettive. Ha per lui importanza decisiva l'amicizia col medico Giorgio Rubinato, che lo avvia, anche attraverso il filtro della grande arte del nostro secolo, a una più meditata conoscenza del Meridione, dell'arte greca e mediterranea. Nel 1935, a Firenze, Tono si reca da Ottone Rosai, dal quale asseriva d'aver ricevuto «la prima e unica, fondamentale, lezione sulla natura dell'arte». Nel 1937, un primo viaggio a Parigi: si reca da Lionello Venturi, da tempo li esule. Matura intanto l'impostazione ideologica dell'artista, già orientato dall'ambiente e dalle letture a un umanitarismo sociale e alla polemica contro gli stati tradizionalmente oppressori. Stringe amicizia con Ettore Luccini e, poco dopo, con Eugenio Curiel, che dal 1936 frequenta quotidianamente. Tono è così attratto dall'ambiente universitario, e in particolare frequenta il gruppo di giovani triestini legati a Curiel, come Atto Braun ed altri, il primo «Gibbo» (onirica caricatura di Mussolini), donato a Luccini, reca la data del 1937. Poco più tardi Tono conosce Egidio Meneghetti, Concetto Marchesi ed altri esponenti dell'antifascismo universitario; presta aiuto per l'educazione dei ragazzi ebrei discriminati. nella villa di Celina Trieste: con alcuni amici entra in rapporto con Francesco Loperfido. Nel 1942 si iscrive al Partito Comunista Italiano. Tra il 1942 e il 1943 grava su Tono il sospetto d'un male incurabile: passa settimane in ospedale (ed è qui che, secondo quanto egli narra, ricava dei contorni delle ombre che scorge sulle pareti mentre si riprende dalla crisi, alcuni spunti determinanti per l'invenzione grafica del «Gibbo»: i cosiddetti «protogibbi»). Verso il 1950, venuto a contatto con la gente delle risaie, si impegna a suo modo, liberamente, nell'attuazione di una poetica «realistica». Pur operando costantemente a Padova, egli si sposta sempre più spesso in altre regioni, e specie a Roma, dove stringe viva amicizia con Carlo Levi, Renato Guttuso e Mino Maccari. Nel 1942 aveva conosciuto a Milano, su indicazione di Curiel, Ernesto Treccani, che a sua volta lo aveva messo in contatto, a Roma, con Guttuso, e con Moravia e la Morante; ora Treccani lo accoglie spesso nell'ambiente milanese. Tra i viaggi, oltre a quelli nelle zone vicine, come gli spostamenti continui nel Polesine, a Comacchio, a Mantova, a Cesenatico, a Ferrara, sono stati di particolare rilievo per l'artista quelli in Cina (1956) e la serie fittissima di quelli in Sicilia e in Magna Grecia. dove Tono soggiorna per lunghi periodi. In Sicilia stringe nuove amicizie, con Leonardo Sciascia, Antonio Uccello, Vincenzo Tusa ed altri intellettuali isolani, tra i quali l'editore Sellerio. Tra il 1946 e il 1950 era tornato più volte a Parigi, altri viaggi lo portano in Russia, in Polonia, in Germania Orientale, in Albania. Caso raro fra gli artisti si è cimentato con quasi tutte le modalità delle arti visive, riuscendo sempre ad appropriarsi delle capacità tecniche necessarie e sufficienti per eseguire il suo lavoro. Anche se Zancanaro rimane pur sempre maestro ineguagliato nella grafica, particolarmente nella linea pura e nell'incisione, ha lavorato a lungo con l'olio e gli acquarelli, ha inciso vasi di vetro appositamente realizzati per lui dai mastri vetrai di Murano, in stretta collaborazione con la Cooperativa del Mosaico di Ravenna ha eseguito numerosi interventi musivi, realizzato arazzi, sculture in bronzo, ecc. Altra peculiarità del Maestro padovano è stato il suo desiderio di viaggiare, di muoversi sia per vedere località sconosciute, sia di conoscere persone nuove, instaurare nuovi rapporti. In questo suo peregrinare parte importante hanno avuto i musei, luoghi continui di visitazione e rivisitazione per studio e contemplazione, in particolar modo quelli di Spina, di Grosseto, le zone archeologiche di Paestum, Metaponto e Selinunte. La sensibilità di Tono Zancanaro, unita al desiderio continuo di lavorare, di realizzare anche con le proprie mani, non poteva che portare necessariamente alla scoperta della pittura vascolare greca, ed al desiderio di reinterpretarla a modo suo, oggi, con i suoi soggetti. Per questo inizia l'attività di ceramista di Tono Zancanaro, e le prime produzioni sono dei primi anni cinquanta: l'interesse per questa lavorazione è tale che si fa costruire un suo forno, nello studio di Padova, e da solo realizza la maggior parte delle opere, vasi, piatti, ma anche sculture in terracotta. Nel 1970 ottiene la cattedra d'incisione all'Accademia di Belle Arti di Ravenna, che conserva fino al 1977, lavorando con la Cooperativa del Mosaico. Nel 1972 ha la prima grande mostra antologica al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, cui segue nel 1974 una seconda antologica alla Civica Galleria d'Arte del Comune di Palermo. Nel 1978 il comune di Padova gli dedica una grandissima mostra antologica nel Salone della Ragione. Nel 1982 anche il comune di Milano lo onora con una rassegna antologica nel Castello Sforzesco. Muore a Padova il 3 giugno 1985.

Opere principali


Il Gibbo è probabilmente l'invenzione grafica più nota di Tono Zancanaro.
Se l'idea della figura fisica del Gibbo nasce con la visione dell'Angelo, lottatore enorme e deforme visto in un circo, il nome ha una genesi più complessa. Si forma in parte dalla figura del traditore, Gibbon appunto, nel film di John Ford "The Informer" sulla resistenza irlandese: Gibbon è personaggio deforme nel corpo e nell'anima, perché tradirà i compagni di lotta; Gibbone è anche il nome della scimmia che allo zoo fa tanto ridere i bambini per come mostra il suo sedere spelacchiato, è animale ritenuto impudico e lascivo.
Dalla mescolanza di questi elementi nasce la figura del Gibbo, il primo dei quali fu eseguito nel 1937 per il filosofo e amico Ettore Luccini. Alla genesi del personaggio ha contribuito anche il periodo di degenza trascorso da Tono in ospedale, con il sospetto di una malattia incurabile ai polmoni, alla fine degli anni trenta: le macchie di umidità sui muri, in concomitanza con la sua situazione psicologica, diventavano nella mente di Tono delle figure mostruose, con lunghe braccia protese pronte a ghermire: i protogibbi. La degenza faceva avere a Tono anche altre visioni, che regolarmente erano fermate come impressioni sui quaderni di appunti che mai gli mancavano. Il Gibbo è mostrato in vari atteggiamenti, che vanno dal maestoso al surreale, ma in tutti è comunque messa in evidenza, con l'uso di una linea purissima, l'enorme massa dell'Uomo della Provvidenza anche quando il protagonista cerca di mascherarla con movenze leggiadre da funambolo o ballerina.
Ovviamente il Gibbo non è solo, né può essere l'unico responsabile di quanto accade. In sua compagnia c'è tutta una coorte di personaggi ai quali vengono attribuite colpe non minori, a partire dal re Vittorio Emanuele III e da suo figlio il principe Umberto; spesso compare la Gibboncina che rappresenta l'Italia, e occasionalmente le giovani fasciste, con il compito di consolare il Gibbo quando è avvilito. Altro personaggio frequente è Gabriele D'Annunzio, chiamato l'Orbo Veggente per la fascia che gli copriva a volte l'occhio offeso, e poi Giorgio De Chirico, chiamato Giorgio Mostarda. Un gruppo di fogli porta la didascalia PERA GIBBA, sia per la testa a pera del soggetto, che con riferimento alle composizioni dell'Arcimboldo. Un preciso riferimento a Padova ed alla sua gente, oltre che in molti paesaggi di sfondo, si ha con le molte GIBBA GAETANA, dove la Gaetana era una donna malata di elefantiasi, famosa a Padova negli anni quaranta, oggetto di sbeffeggiamenti da parte dei monelli. Gibbo è in grado di fare tutto: guida aerei, si lancia con il paracadute, suona l'arpa, è romantico e sognatore, artigliere, esperto d'arte, cavallerizzo, batte moneta di grande valore: quanto un Perù. Inoltre Gibbo è gentile, e quando si trova, lui Gibbone con l'altro scimmiotto tedesco (Hitler), si scambiano le cortesie.
Del Gibbo si sono occupati quasi tutti i critici di Tono, ma l'opera più importante è certo lo studio di Carlo Ludovico Ragghianti Il Gibbo di Tono Zancanaro, Ravenna, La Loggetta, 1971; ripreso successivamente dall'autore con il titolo Tono Zancanaro nella collana Critica d'Arte, Firenze, Vallecchi, 1975.

Biografia e opere principali da http://www.tonozancanaro.it/ e http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Zancanaro


A Villa Vidua, a Conzano, dal 13 al 25 aprile, esposizione d’arte contemporanea a cura dell’Oftal di Casale, con firme prestigiose  per offrire, col ricavato, viaggi a Lourdes ai meno abbienti. Inaugurazione alle 19 di sabato 13 , con suor Luigina Traverso, sessantottesimo miracolo di Lourdes riconosciuto.  Tutti sono invitati . 

 


Si inaugura il 13 aprile, alle 19.00, presso Villa Vidua a Conzano, e vi rimane sino al 25 aprile, la mostra di arte contemporanea di beneficenza , organizzata dall’Oftal di Casale, per offrire un viaggio a Lourdes a un ammalato o a un bambino la cui famiglia non può pagare il viaggio.
Di altissimo profilo i maestri espositori: pittori, architetti e designer , del calibro di Herrero, Dalisi, Zancanaro, Casciello, Dalisi, per un totale di oltre sessanta   opere , di tecniche varie , tutte provenienti dalla collezione privata  dell’ avvocato Pasquale Carchio di Salerno, appassionato di arte contemporanea , dopo la cui scomparsa-  nel maggio del 2010 -  la moglie , la dottoressa pediatra Teresa Magurno,  lourdiana e amica dell’Oftal , ha scelto di finalizzare ad opere di beneficenza il patrimonio artistico ricevuto.
Così, mentre già a maggio 2011 si svolgeva a  Salerno una prima Mostra a favore dell’ OFTAL e del Centro per la Vita “Il Pellicano”  di Salerno, questo percorso prosegue attraverso la generosa donazione di opere della collezione all’Oftal di Casale, con una lettera che recita tra l’altro “Vi propongo il senso di questa iniziativa che dedico alla vita e alla speranza. Per queste motivazioni ho scelto di sostenere l’ impegno dei volontari che accompagnano la vita che nasce e si proietta verso il futuro. Conosco personalmente l’ attività dell’ OFTAL  che affianca i pellegrini che, nella sofferenza della malattia, si recano a Lourdes testimoniando cosi la loro speranza certamente non limitata alla “guarigione del corpo”  ma intima, profonda  che interroga ognuno di noi sul senso della vita.”   

Questo l’elenco degli artisti che, con più opere, partecipano alla mostra e i cui nomi, per gli appassionati di arte contemporanea, saranno un richiamo immediato a visitarla:
Angelo Casciello, Ferdinando Celin, Vincenzo Cursaro, Riccardo Dalisi, Paolo De Matteo, Armida  Gandini, Abel Herrero, Pietro Lista, Umberto  Manzo, Sergio Riccio, Vincenzo Rusciano, Antonio Tateo, Lello  Torchia, Fabio Torre, Tono Zancanaro.
La gran parte delle opere e le note sugli artisti sono già visibili sul blog della mostra : http://unquadroperlagrotta.blogspot.it/.
Le opere sono quindi a disposizione per la finalità benefica lourdiana e potranno essere “trattate” durante il periodo di esposizione e se assegnate, recuperate il giorno successivo alla chiusura della mostra.
 
La mostra, i cui orari al pubblico sono il venerdi e il sabato dalle 17 alle 22 e i festivi dalle 16 alle 22, viene inaugurata sabato con una presenza importante , nella  vita dell’ OFTAL:  quella di Suor Luigina Traverso, che nel 2012 è stata riconosciuta , sessantottesimo miracolo di Lourdes e che con umile disponiblità si mette costantemente a servizio della testimonianza della sua esperienza, per amore della Grotta di Lourdes.

Lo stesso amore di S.E. monsignor Vescovo Alceste Catella , che come sempre, anche quest’anno, guiderà il pellegrinaggio, in partenza il 28 aprile, e che cosi’ commenta l’iniziativa in corso : “A Lourdes si vive quello che dovrebbe essere normale in una società civile : il malato è posto al centro dell'attenzione, è circondato di cura e di amore. Gli ammalati che hanno la fortuna di poter andare a Lourdes vivono quest'esperienza religiosa e pertanto umanissima e ritornano al loro consueto vivere "ricaricati".
Per tutto questo e per molto altro ancora... oso invitarvi a prendere in considerazione l'iniziativa "un quadro per la Grotta", che l'Oftal propone in questi giorni a Villa Vidua a Conzano”.

Per informazioni sulla mostra: Comune di CONZANO: TEL. 0142 925132

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