Incontro online oggi - DOPO IL FALLIMENTO DEL TNP IL MOVIMENTO PER IL DISARMO NUCLEARE HA BISOGNO DI UNA MATURAZIONE STRATEGICA

1 view
Skip to first unread message

alfonso...@virgilio.it

unread,
Aug 30, 2022, 12:11:51 AM8/30/22
to semprecont...@googlegroups.com, fermiamo-il-...@googlegroups.com, no-nuclear...@googlegroups.com
DOPO IL FALLIMENTO DEL TNP

LA RIBELLIONE ANTINUCLEARE DEGLI STATI DEVE ORA DIVENTARE DECISA E RADICALE

CONTINUANDO AD ALLARGARE LE ADESIONI AL TPNW, BISOGNA IMPORRE IL NO FIRST USE RICORRENDO A STRUMENTI DI PRESSIONE FORTI

Un primo commento dei Disarmisti esigenti

Il testo è anche la base per una bozza per articoli che si stanno preparando allo scopo di diffonderli mediante la stampa sensibile

Altra informazione importante: sul bilancio della Decima RevCon si terrà un incontro online introdotto da Alfonso Navarra. Martedì 30 agosto dalle ore 18:00 alle 20:00. Ecco il link per partecipare: 

meet.google.com/rry-ykxv-bgt


Milano 27 agosto 2022

VERSIONE SINTETICA DEL COMMENTO - PER LA VERSIONE COMPLETA CLICCARE SU:  http://www.disarmistiesigenti.org/2022/08/27/fallimentodecimarevcontnp/

La decima conferenza di Revisione del TNP (Trattato di Non Proliferazione) si è conclusa, il 26 agosto 2022, a New York dopo 4 settimane di lavoro alle 23.30 ora locale, 5.30 in Italia (del 27 agosto), senza trovare l'accordo su un documento condiviso (come accadde nella nona conferenza del 2015). Parliamo a ragion veduta di fallimento a fronte della corsa agli armamenti nucleari che sta ripartendo e delle minacce di uso dei missili che si stanno di nuovo aggravando anche grazie alla "Guerra Grande" che è scoppiata tra Russia e NATO sul territorio ucraino. La "modernizzazione" degli ordigni nucleari in corso da due decenni ha sempre più affidato il controllo di queste armi a sistemi automatici con la erronea convinzione che la tecnologia possa evitare gli errori umani. Il rischio di guerra nucleare per errore va quindi ben al di là degli eventuali impegni formali a non usarle e per questo motivo occorre creare condizioni materiali concrete onde scongiurarlo. L'impegno al No First Use - NFU dovrebbe, a questo scopo, tradursi nella "deallertizzazione delle testate" separandole dai vettori sotto controllo AIEA.  Da 52 anni dieci Conferenze di Revisione sono fallite per il rifiuto delle potenze nucleari di ottemperare agli obblighi dell'articolo VI del TNP a indire "trattative in buona fede" per il disarmo completo: l'unica prospettiva che può risolvere il problema della sicurezza umana e del Pianeta. Un passo minimo in questo senso potrebbe essere proprio il No First Use, ma le potenze nucleari, con la sola eccezione della Cina, da questo orecchio sembrano non volerci proprio sentire. Ecco da dove nasce la ribellione del "percorso umanitario", il Trattato che proibisce anche il solo possesso delle armi nucleari, che - adottato nel 2017 e valido per i 66 attuali Stati ratificanti - a Vienna in giugno ha tenuto a battesimo il suo primo Riesame, e che a New York si è fatto sentire con forza: 145 Stati hanno firmato e presentato una Dichiarazione promossa dal Costarica volendo sottolineare che TNP e TPNW sono "complementari". Anche gli aderenti al TPNW hanno rilasciato una loro dichiarazione nella sessione conclusiva.

In questa decima conferenza ha rubato la scena la denuncia dei rischi che siano le centrali nucleari per usi civili ad essere bombardate: ovviamente il riferimento è alla centrale di Zaporizja occupata dai russi. Comunque sia, la guerra in Ucraina è entrata a gamba tesa nei lavori della conferenza ‒ ai quali nell'ultima settimana erano esclusi i rappresentanti della società civile,  introducendo un tema prettamente geopolitico: così la Russia si è espressa contro il consenso al documento finale "irricevibile" rifiutando la riconsegna dell'impianto elettronucleare "alla competente autorità ucraina".

In questa Conferenza si è persa l'occasione per affermare alcuni punti importanti: la bozza del documento finale avrebbe infatti espresso profonda preoccupazione "per il fatto che la minaccia dell'uso di armi nucleari oggi è più alta che mai dal culmine della Guerra Fredda e per il deteriorato ambiente della sicurezza internazionale", e avrebbe anche impegnato gli stati aderenti al trattato "a compiere ogni sforzo per garantire che le armi nucleari non vengano mai più utilizzate": il no-first-use era in qualche modo ventilato, anche se non esplicitamente contemplato come nel primo draft proposto alla conferenza da due commissioni di lavoro.   

La Cina andrebbe seguita con particolare attenzione perché - a differenza di USA, Regno Unito, Francia e Russia - ha ribadito il suo impegno a non utilizzare le sue armi nucleari per prima, appunto il «No First Use» .

Altro elemento di rottura del blocco nuclearista su cui sarebbe possibile lavorare è la Germania, uno dei dei maggiori membri della NATO: per voce del suo Ministro degli Affari Esteri, Annalena Baerbock, ha lanciato un appello agli Stati dotati di armi nucleari perché adottino misure di disarmo "credibili".

Noi, tra i membri italiani di ICAN, riteniamo che in ICAN internazionale sia necessaria una maturazione strategica della quale, nonostante tutto, degli elementi sono stati comunque anticipati a New York. Si impongono all’organizzazione delle domande di fronte ai bivi che si sono aperti per l’iniziativa politica.
Aumentare gli Stati ratificanti il TPNW va bene, ma la proibizione giuridica, valida per alcuni (i firmatari del TPNW), onde possa diventare eliminazione degli ordigni per tutti, ha bisogno, da parte di ICAN, di una strategia più complessiva e complessa, che rompa il fronte nuclearista non su questioni di potenza, ad esempio facendo leva sulla diversità cinese cui si accennava, e faccia emergere un minimo comune denominatore che porti a risultati concreti nel senso di indebolire e possibilmente togliere i presupposti tecnico-fattuali di una guerra nucleare per incidente o per errore. L’articolo VI va implementato - ci sembra importante ribadirlo - attraverso il passo indispensabile e necessario del No First Use - NFU.

E da parte degli Stati non nucleari, visto che si è manifestata questa volontà di ribellione ad un ordine giuridico ormai non più condiviso, va finalmente preso in considerazione, nella cassetta degli attrezzi diplomatici cui fare ricorso, l’analogo dello sciopero quando si aprono le vertenze sindacali: la sospensione dell’adesione al TNP.

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages