(conclusa alle ore 14:00) - con preghiera di pubblicazione su siti e blog
Domenica 26 giugno alle ore 18:00 Navarra è su Google Meet per rispondere alle vostre domande.
"Tutto quello che avreste voluto sapere su VIENNA_TPNW e che non osate chiedere
Alla conferenza di Vienna per la revisione del Trattato di proibizione delle armi nucleari (in sigla: 1MSP), prima parte denominata "Segmento di Alto Livello", si susseguono le dichiarazioni degli Stati (alla fine del dibattito generale se ne conteranno 70) e gli interventi della società civile.
L'agenda ufficiale dell'incontro - l'elezione del Presidente (l'ambasciatore austriaco Kmentt), l'ordine del giorno, il regolamento interno e l'elenco delle ONG non accreditate ECOSOC (i Disarmisti esigenti sono tra queste) si sono svolte finora senza problemi.
Va tenuto presente che tutti i paesi possono partecipare alla riunione fino alla chiusura; quindi, non l'invito proveniente dalla dirigenza ICAN è quello di non smettere di spingere affinché i governi refrattari si presentino anche all'ultimo minuto. Ma per l'Italia con Draghi e Di Maio, questo sforzo francamente pare fatica sprecata! Il nostro governo non ha il coraggio di chiarire la sua posizione a livello internazionale, a differenza di Germania, Belgio e Paesi Bassi, anch'essi Paesi NATO, e Paesi della condivisione nucleare NATO.
Oltre al modesto diario che propone il sottoscritto, per un resoconto completo delle giornate, è bene dare un'occhiata al Reaching Critical Will's Nuclear Ban Daily (si vada su: https://reachingcriticalwill.org/disarmament-fora/nuclear-weapon-ban/1msp/reports). Oppure, per un riepilogo video, è possibile vedere MSP-TV (si vada su: https://vienna.icanw.org/live).
L'ordine del giorno della conferenza, approvato ieri, dà bene l'idea dei problemi in discussione e quindi del suo scopo.
Ogni mattina alle 9:00 ICAN riunisce i delegati della società civile per concordare le mosse e gli interventi da portare avanti nel corso dei lavori della conferenza.
Stamattina in aula grande sono di particolare interesse gli interventi dei Paesi NATO e neutrali presenti come "osservatori".
Il punto distintivo dell'intervento, per conto del governo tedesco, dell'ambasciatore Bohn, rispetto agli USA e alle altre potenze nucleari è però il riconoscimento di un possibile contributo positivo da parte del TPNW, che la NATO esclude.
"Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari vieta, tra le altre cose, il dispiegamento, il possesso e il transito, lo stoccaggio e lo stazionamento di armi nucleari.
Questi ampi divieti creano un conflitto di interessi tra il TPNW e le responsabilità che gli alleati NATO hanno assunto. Per questo motivo né la Germania né altri membri NATO hanno aderito al TPNW.
Tuttavia, il governo federale condivide la preoccupazione degli Stati parti del TPNW per la mancanza di progressi nel settore del disarmo nucleare".
Bohn conferma che il governo federale, (in dissonanza con le posizioni ufficiali della NATO, questo lo sottolinea il sottoscritto), "proseguirà il dialogo con gli Stati parti del TPNW sulla questione di come si possano compiere ulteriori progressi in materia di disarmo nucleare nell'attuale contesto di sicurezza".
Gira e rigira, tutto l'ordine (o il disordine, forse è un termine più acconcio per descrivere la situazione) nucleare internazionale in via di evoluzione, ruota intorno al nodo della possibile complementarietà del rapporto tra TPNW e TNP. Che significa che i due sistemi giuridici (e magari in futuro) organizzativi sono "complementari"?
Una risposta tenta di darla una proposta, elaborata da Irlanda e Thailandia, per rendere compatibili e complementari TNP e TPNW alla luce della implementazione (e dell'allargamento ad altri Stati, inclusi gli Stati NATO) del secondo.
Questo documento parte dalla premessa che: "In assenza di un quadro giuridicamente vincolante e vista la lentezza ritmo di attuazione degli impegni concordati in materia di disarmo del TNP, i negoziati e l'adozione del Trattato di proibizione sono uno sforzo da parte degli Stati non dotati di armi nucleari di progredire verso la piena attuazione dell'articolo VI del Trattato di non proliferazione. Questo è, dopotutto, un obbligo per tutti gli Stati parti del Trattato di non proliferazione.
Lungi dall'intaccare il Trattato di non proliferazione, l'insieme completo di divieti previsti dal Trattato di proibizione danno concreta espressione al “misure efficaci” per il disarmo nucleare previste nel Trattato di Non Proliferazione".
Da questa premessa nascono le raccomandazioni di Irlanda e Thailandia, in realtà facilitatori di un dibattito collettivo, alla Conferenza degli Stati parti del TPNW.
A questo punto possiamo porre una domanda: se riteniamo compatibile e complementare il TPNW con il TNP, perché non lo dovrebbero essere altrettanto la campagna ICAN e la campagna per il NO first use?