Banco prova per dispositivi elettrici/elettronici e necessità di soddisfare la direttiva macchine

67 views
Skip to first unread message

Christian Vanetti

unread,
Jan 5, 2012, 3:30:49 AM1/5/12
to ISLA
Buongiorno a tutti, bentrovati e buon anno.
Scrivo per chiedere il vostro preziosissimo supporto nel fare
chiarezza su uno strano caso che ho recentemente incontrato.
Stò parlando del settore della grande distribuzione; si vende
dall'elettrodomestico al mobile, ecc...
In un punto vendita è presente un banco prova dove gli acquirenti
possono "testare" la funzionalità di ciò che acquistano.
Accade un fatto insolito e anomalo, in quanto un termoventilatore da
bagno prende letteralmente fuoco, si incendia fondendo tutta la
plastica, mentre la sciura Maria del momento, dopo l'acquisto, lo
stava provando.
Gli operatori del punto vendita intervengono estinguendo l'incendio
con estintore.
Stiamo quindi cercando di capire da cosa sia stato causato tale
incendio; abbiamo chiesto l'intervento dei laboratori nei quali si è
cercato di ricreare la dinamica, intervenendo con manomissioni del
circuito interno ed extra-tensioni esterne. Il risultato è stato che
difficilmente si arriva ad una fusione generale della plastica come
quella che abbiamo riscontrato manomettendo in ogni modo possibile un
impianto normale.
Ora stiamo cercando di ragionare sulle condizioni di impianto.
Essendo tale banco, stato aggiunto alla porzione di circuito
esistente, serve la dichiarazione di conformità di impianto, che
ancora non ho ricevuto.
E' necessario provvedere alla marcatura CE del banco prova, anche se
questo non è propriamente un'attrezzatura di lavoro? (almeno, così lo
considerano in molti qui, anche se io, personalmente, presumo lo sia,
in quanto se la sciura Maria avesse chiesto l'intervento di un
dipendente e questi fosse andato a mettere le mani dove c'è pericolo
di elettrocuzione, in caso di incidente egli si sarebbe trovato nelle
condizioni di infortunio sul posto di lavoro).
Sapreste darmi una dritta su quali adempimenti (certificazioni,
dichiarazioni, ecc.) dovrebbe soddisfare tale "banco prova" per
attestarne la sua presunta sicurezza?
E' possibile che siano state manomesse le protezioni del circuito
dagli operatori poichè scattava spesso, questo ci è stato detto da
voci non accertate; quindi abbiamo interesse a verificare che chi ha
creato tale circuito abbia operato a regola d'arte.

Vi ringrazio per l'aiuto, vi faccio gli auguri di buon inizio anno e
mi scuso se sono stato prolisso.

Un saluto.

Christian Vanetti

Andrea Le Rose

unread,
Jan 8, 2012, 12:16:30 PM1/8/12
to ex-...@googlegroups.com
Non credo si possa definire attrezzatura un banco prova per come lo immagino io! E molto più facile che si configuri come un semplice impianto elettrico! E come tale pero, come dicevi, deve avere la dichiarazione di conformità (37/08) rilasciata dall'istallatore che a sua volta deve aver seguito un progetto che comprende anche una relazione di calcolo sui carichi di corrente. Una cosa e molto probabile: ammesso e non concesso che l'utilizzatore possa aver preso fuoco per un difetto, non c'era a monte del banco prova nessuna protezione contro il cc e contro la dispersione a terra! La prima cosa che farei e verificare il progetto, verificare la dichiarazione 37/08, se c'è il "as built", ed infine se quanto riportato nei documenti rispondeva all'impianto! Se cosi non dovesse essere, ci sono evidentemente delle responsabilità. Tienimi aggiornato sull'evoluzione della cosa!

Andrea

Inviato da iPhone

Michele Ferè

unread,
Jan 9, 2012, 9:31:20 AM1/9/12
to ISLA
Condivido la posizione di Andrea, ritengo difficile pensare ad una
presa di corrente come ad un banco prova, a meno che tu abbia qualcosa
che lo attesti come tale!

Per cui trattalo come un normale impianto elettrico.....il fatto che
si sia incendiato non vuol dire per forza che la protezione di terra
non abbia fuzionato, sarà comunque necessario indagare!

buon anno
michele

On 8 Gen, 18:16, Andrea Le Rose <andrea.le.r...@alice.it> wrote:
> Non credo si possa definire attrezzatura un banco prova per come lo immagino io! E molto più facile che si configuri come un semplice impianto elettrico! E come tale pero, come dicevi, deve avere la dichiarazione di conformità (37/08) rilasciata dall'istallatore che a sua volta deve aver seguito un progetto che comprende anche una relazione di calcolo sui carichi di corrente. Una cosa e molto probabile: ammesso e non concesso che l'utilizzatore possa aver preso fuoco per un difetto, non c'era a monte del banco prova nessuna protezione contro il cc e contro la dispersione a terra! La prima cosa che farei e verificare il progetto, verificare la dichiarazione 37/08, se c'è il "as built", ed infine se quanto riportato nei documenti rispondeva all'impianto! Se cosi non dovesse essere, ci sono evidentemente delle responsabilità. Tienimi aggiornato sull'evoluzione della cosa!
>
> Andrea
>
> Inviato da iPhone
>

Christian Vanetti

unread,
Jan 9, 2012, 11:51:18 AM1/9/12
to ex-...@googlegroups.com
Infatti...
avete ragione, non entra nel campo d'applicazione della direttiva.

Chiedo un chiarimento ad Andrea: davvero serve il progetto?! Per
questo tipo di aggiunte non basta solo la dichiarazione di conformità
senza firma di tecnico, ecc.?

Grazie ancora per il vostro interesse, vi tengo aggiornati sugli sviluppi.
Ci è stato riferito (dato che stò parlando di un punto vendita in
Sardegna) che l'apparecchio ha preso fuoco e in 15 sec. si è
praticamente sciolto. Il resto che ci hanno spedito di quello che era
un termoventilatore assomiglia al formaggio fuso in forno...
Il laboratorio ha provato sui campioni, in seguito a manomissioni, a
riprodurre la stessa cosa, senza ottenere nulla di simile anche
operando in tempi di gran lunga superiori.

Una società di manutenzione chiamata per controllare la situazione ha
lasciato il classico rapportino di esecuzione lavori dicendo che le
protezioni funzionano a meraviglia... Al di là della misera validità
ed utilità di tale carta, ho il presentimento che qualcuno abbia
saltato gli adempimenti burocratici di rito (soprattutto da parte
nostra, dell'ufficio tecnico), senza indagare sull'idoneità
tecnico-professionale, sulla correttezza d'esecuzione delle opere e
quant'altro. Qualcuno si è accorto che le protezioni installate
saltavano troppo facilmente e si è mosso per by-passarle bellamente.

Vedremo, indagando se salta fuori qualcosa in più...

Vi ringrazio ancora! Buona serata!

Christian Vanetti

Andrea Le Rose

unread,
Jan 12, 2012, 8:12:10 AM1/12/12
to ex-...@googlegroups.com
Allora,
vanno fatte delle considerazioni:
Per esmpio:
1- Quale potenza è gestita dal banco prova?
2-Dove si trova l'impianto (c'è obbligo di CPI o no?). RIschio incendio?

In ogni caso devi considerare che risulta obbligatorio, per l'istallatore, allegare alla DdC i seguenti documenti:
1-Progetto a firma di un tecnico abilitato laddove obbligatorio (vedi casi precedenti)
2-Schema dell'impianto realizzato ove non fosse necessario il progetto
3-Fascicolo tecnico (distinta dei materiali utilizzati)
4-Riferimento alla DdC dell'impianto precedente già esistente in caso di modifiche
5-Certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali dell'istallatore.

In ogni modo, trattandosi di un impianto ad uso MOOOLTO eterogeneo e ad utenza pubblica, il progetto lo farei integrare e calcolare da un tecnico, per non saper ne leggere e ne scrivere. Ma questa è una mia considerazione.

Venendo al tuo problema, se anche non ci dovesse essere il progetto, e tu fossi nel caso dove il progetto non è necessario, lo schema ed il fascicolo tecnico li devi avere per forza!

Se ti mancano questi documenti penso che risulta difficile al committente dell'opera uscire dalla parte della ragione (che se non sbaglio è quello che tu in qualche modo rappresenti). A prescindere dal fatto che ci siano o meno delle responsabilità personali.

Fammi sapere

A presto!

Andrea

Reply all
Reply to author
Forward
0 new messages