Fw: La Bolivia ha vinto! [Numero 2 - Lunedi' 14 gennaio 2013]

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Sent: Monday, January 14, 2013 10:35 AM
Subject: La Bolivia ha vinto! [Numero 2 - Lunedi' 14 gennaio 2013]

la Newsletter di Fuoriluogo

La newsletter di Fuoriluogo
Anno XII - Nuova serie, Numero 2
14/01/2013

In questo numero

La Bolivia ha vinto. Nonostante la "congiura degli ipocriti" guidata dagli Stati Uniti (con l'Italia che non si è lasciata certo sfuggire l'occasione) il governo boliviano ha ottenuto di rientrare nella convenzione internazionale sulle droghe mantenendo la riserva sulla masticazione della foglia di coca, pratica garantita dalla costituzione boliviana.

Una vittoria del buon senso, ma anche una grande sconfitto per il bieco proibizionismo, incapace di riformarsi da solo. Una prima crepa nel sistema internazionale delle convenzioni sulle droghe che apre finalemente uno spiraglio per una riforma complessiva che metta fine alla war on drugs.

In copertina

La Bolivia ha vinto

masticazione.jpg

Lo stato sudamericano rientra all'interno delle convenzioni ONU mantendo il diritto a salvaguardare la pratica della masticazione delle foglie di coca, nonostante l'opposizione dell'asse proibizionista capitanato dagli Stati Uniti (e dall'Italia).

Vai allo speciale su fuoriluogo.it.

In Primo Piano

L'Italia è tra i falchi contro la Bolivia

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L’Italia si unisce a Stati Uniti, Svezia, Regno Unito e Canada per opporsi alla richiesta della Bolivia di  mantenere legale l’uso tradizionale della foglia di coca.

Manda anche tu una mail di protesta al Ministero degli Esteri italiano.

La cannabis “sostanza di uscita”

uscitatunnel.png

Tre quarti dei consumatori di canapa medica la usano come sostituto di farmaci, alcool a altre sostanze illecite secondo uno studio pubblicato dalla rivista Addiction Research and Theory. La cannabis da fantomatico gateway di entrata nel “tunnel della droga” a sempre più convincente gateway di uscita dalla dipendenza problematica, con buona pace di Serpelloni.

L’uso di cannabis previene il diabete?

diabete_marijuana.png

Una notizia incoraggiante in questi giorni di bagordi festivi: secondo uno studio dell’Università di California, condotto su oltre 10.000 adulti, l’uso di cannabis nella vita è associato ad una diminuzione della prevalenza della comparsa del diabete di tipo 2.

Lo stigma e il proibizionismo

stigma-countthecost.png

Ecco l'ultimo briefing della Campagna internazionale Count the cost, dedicata ai meccanismi di produzione dello stigma nei confronti dei consumatori di sostanze illecite.

Vai alla presentazione di Giorgio Bignami.

Scarica in formato pdf.

Nota a Margine

Il disco rotto di Giovanardi

Il wall street journal sventola bandiera bianca dichiarando sconfitta la war on drugs. Ma Carlo Giovanardi non ci sta.

wsj-warondrugs.pngLa sera del 4 gennaio il Wall Street Journal (WSJ) mette in rete "Il saggio del sabato" intitolato "Abbiamo perso la guerra alle droghe?",  a firma di G.S. Becker e K.M. Murphy,  introdotto dallla significativa immagine di una mano che sventola  bandiera bianca: un attacco di una durezza senza precedenti alle politiche proibizioniste.

L'articolo - una vera e propria autopsia - riporta i dati sull'aumento esponenziale delle carcerazioni, sulle stragi messicane e su molti altri danni collaterali dei quali abbiamo ripetutamente parlato; e afferma tra l'altro -  non dimenticando che deve apparire sull'organo leader dell'economia/finanza planetaria - che quanto più aspro è lo scontro condotto dai governi, tanto più crescono i prezzi delle droghe e i relativi profitti, in modo da compensare i maggiori rischi.

Il 6 gennaio una breve nota di Massimo Teodori sul Corriere della Sera (p. 27) segnala questa presa di posizione non poco allarmante per Serpelloni, Giovanardi, Riccardi & Co., ovviamente sottintendendo la crescita di un consenso trasversale sul fallimento delle politiche repressive e proibizioniste. Apriti Cielo! Il 10 gennaio, sullo stesso CdS (p. 43) arriva la supponente replica di Carlo Giovanardi: ma che dice mai il buon Teodori, da noi la situazione denunciata dal WSJ è da tempo superata. Tout va très bien, Madame la Marquise: il consumo di droghe illecite è depenalizzato, i colpevoli di reati con condanne sino a sei anni posssono tranquillamente usufruire di misure alternative al carcere. Poi, non potendo far finta di non sapere che non più del 10% degli aventi diritto a tali misure ne usufruisce  - come chiaramente documentato nei nostri successivi "Libri bianchi sulla legge Fini-Giovanardi - ", conclude rubando la battuta a Carlo Verdone: ma che colpa ne abbiamo noi se le Regioni non sono disponibili a pagare le rette delle comunità e la gente resta in gabbia? Faccia di bronzo, per non usare un termine più scurrile.

Brontosauro

La rubrica su FL sul Manifesto

Foglia di coca, la congiura degli ipocriti

Tom Blickman scrive per la rubrica di fuoriluogo sul manifesto del 9 gennaio 2013.

Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Canada e Svezia hanno avanzato opposizione alla richiesta della Bolivia di tornare a sottoscrivere la Convenzione Unica Onu sulle droghe del 1961. La Bolivia aveva denunciato la Convenzione, chiedendo poi di rifirmarla con la riserva di mantenere lecito nel proprio paese l’uso ancestrale della masticazione della foglia di coca.
Secondo il testo della Convenzione Unica, la masticazione della foglia di coca doveva essere messa al bando dopo venticinque anni dal 1964, data dell’entrata in vigore della Convenzione stessa. Questa norma si fonda su un rapporto, platealmente inficiato di pregiudizio, della Commissione d’inchiesta sulla foglia di coca del 1950, che peraltro non conteneva alcuna seria argomentazione per il divieto.
Nel 2011, la Bolivia tentò di emendare la Convenzione per eliminare il divieto della foglia di coca, ma era chiaro fin dall’inizio che gli Stati Uniti si sarebbero opposti. Gli statunitensi non volevano essere i soli ad avanzare obiezione; perciò, col sostegno dello Incb (International Narcotics Control Board), misero insieme un drappello di cosiddetti “amici delle Convenzioni” per marciare contro ciò che secondo loro avrebbe minato “l’integrità della Convenzione”: diciotto paesi “alleati” si opposero alla Bolivia e così l’emendamento fu bloccato. La Bolivia si è allora vista costretta a uscire dalla Convenzione, chiedendo di poter riaccedere con la riserva di mantenere legale l’uso della foglia di coca. Questa procedura è prevista dal trattato e può essere bloccata solo se un terzo degli stati membri (62 su un totale di 184) si oppongono entro la data limite del 10 gennaio: al 3 gennaio, solo Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Svezia e Italia avevano espresso opposizione.
Questi cinque paesi sono gli stessi che si sono opposti al tentativo della Bolivia di emendare la Convenzione, con lo stesso argomento che usano oggi contro la richiesta di poter rifirmare il trattato: la supposta necessità di mantenere intatta la Convenzione. Peccato che siano stati proprio gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Svezia a proporre per primi di cambiare il trattato: i loro emendamenti hanno portato al protocollo del 1972 di modifica della Convenzione del 1961. E’ il regno dell’ipocrisia: quod licet Iovi non licet bovi.
Quanto alle attuali obiezioni alla Bolivia, la Svezia in particolare difende l’intento della Convenzione di vietare la masticazione della foglia di coca, mostrando una totale mancanza di rispetto per i diritti delle popolazioni indigene boliviane, sanciti nel 2007 in un’apposita dichiarazione Onu a protezione delle culture autoctone. La cultura ancestrale della foglia di coca è anche protetta dalla Costituzione Boliviana del 2009.
L’Italia invece avanza un’obiezione formale, sostenendo che la procedura adottata dalla Bolivia è contraria al principio di “buona fede” della legge dei trattati internazionali, in quanto mirerebbe ad aggirare i limiti stabiliti negli articoli 49 e 50 della Convenzione Unica. Ma la procedura della Bolivia si basa proprio sull’art.50, par.3 della stessa Convenzione, che concede allo stato che desideri sottoscrivere la Convenzione il diritto di chiedere riserve altre da quelle già previste nell’art.49. Dunque la Bolivia ha il diritto di fare ciò che sta facendo e segue le procedure corrette. Vi invitiamo a protestare inviando e mail al ministero degli affari esteri italiano (vai al facsimile della mail da inviare su www.fuoriluogo.it)

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Dal 20 ottobre troverete in tutte le librerie il volume "Cocaina. Il consumo controllato", a cura di Grazia Zuffa. Il testo, edito dal Gruppo Abele contiene scritti di Stefano Bertoletti, Claudio Cippitelli, Peter Cohen, Tom Decorte, Patrizia Meringolo, Susanna Ronconi e Grazia Zuffa, introduzione di Livio Pepino. Vai alla scheda di presentazione.

Il corpo e lo spazio della pena

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Esce il 23 novembre in tutte le librerie il volume "Il corpo e lo spazio della pena. Architettura, urbanistica e politiche penitenziarie" a cura di Stefano Anastasia, Franco Corleone, Luca Zevi. 2011 - EDIESSE - 13,00 Euro - ISBN 978-88-230-1601-9.

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Carcere. le basi della Riforma. La recensione di Alessio Scandurra per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 23 novembre 2011.
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Dopo la guerra alla droga

blueprint-cop.pngEcco la traduzione italiana del volume "Blueprint for regulation" a cura di Transform.

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E' uscito in tutte le librerie il volume curato da Franco Corleone e Andrea Puggiotto su pena di morte ed ergastolo, vittime del reato e del carcere.

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Due malati di sclerosi multipla lanciano a Racale, nel salento, il primo CSC italiano. Appuntamento il 29 gennaio.

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