Sent: Sunday, August 12, 2012 11:57 PM
Subject: [Complottisti] [la scienza marcia e la menzogna globale]
Filosofi e bio-etici ipotizzano la bio-ingegneria dell'uomo per contrastare il
cosiddetto riscaldamento globale
Un paio di anni fa lessi su un numero della
rivista Focus (che spesso e volentieri sposa le testi dei transumanisti)
che in futuro l'uomo, per riuscire ad adattarsi e colonizzare pianeti differenti
dal nostro avrebbe potuto ricorrere alla modificazione genetica, ma forse il
vero di scopo di simili articoli era già quello di lasciar intendere che in un
mondo cambiato (o forse ormai totalmente
alterato), come quello dei giorni nostri, si poteva pensare a
modificazioni genetiche dell'umanità? La notizia viene
dal sito del quotidiano britannico Guardian, che nell'articolo
Bioengineer
humans to tackle climate change, say philosophers (
Bio-ingegnerizzare
gli esseri umani per fare fronte al cambiamento climatico, affermano i
filosofi) ci informa di
un
studio scritto a più mani da alcuni filosofi e bio-etici in cui si
afferma che modificare geneticamente l'uomo potrebbe essere una soluzione
efficiente per risolvere la crisi ecologica ed il problema del cosiddetto
riscaldamento
globale.
L'idea
di fondo è che si potrebbe geneticamente modificare l'uomo affinché diventi più
piccolo di statura e di dimensioni consumando così meno energia, che si
modifichi geneticamente il suo apparato visivo affinché possa vedere agevolmente
al buio come i gatti in modo da risparmiare sull'illuminazione, ma anche che si
induca con dei farmaci l'uomo a non mangiare carne (come se non si potesse più
semplicemente convincerlo a non mangiare carne, scelta eticamente condivisibile
ed ecologiamente sensata che porta a sprecare meno acqua ed a nutrire più
persone).
Attraverso la somministrazione di farmaci, secondo questo
articolo, si potrebbe anche rendere gli esseri umani più altruistici, più
solidali e meno egoisti, e di conseguenza anche più sensibili ai temi ecologici
globali (come se non si potesse utilizzare altri mezzi culturali per ottenere
simili finalità).
Per quanto gli autori insistano nel dire che la loro è
una proposta puramente teorica che potrebbe essere appplicata solo sulla base di
una collaborazione volontaria della popolazione, la memoria corre ai famosi
romanzi distopici
1984
di Orwell, ma soprattutto
Il mondo
nuovo di Huxley, laddove l'eugenetica è sistematicamente perseguita
dallo stato e tutta la popolazione assume le pillole di soma, che regalano una
sorta di felicità sintetica (droghe di stato per il controllo sociale) e
preservano il corpo dall'invecchiamento.
Dopo
la notizia della massiccia
sperimentazione
di geo-ingegneria finanziata da Bill Gates (introduzione nell'atmosfera
di velenosi solfati allo scopo di riflettere la luce del sole, col risultato che
il rimedio sarebbe molto peggiore del presunto danno) ecco spuntare fuori degli
accademici che, sempre con la scusa del riscaldamento globale, propongono la
bio-ingegneria come eventuale alternativa alla geoingegneria.
In
effetti siccome la proposta di questo
S. Matthew Liao, docente di
bioetica e filosofia alla New York University (resa nota in una
intervista
rilasciata a
The Atlantic) ha
subito sollevato un vespaio di polemiche, il guardian ha intervistato i
co-autori di Liao (Anders Sandberg e Rebecca Roache). I due nell'intervista
hanno affermato che si tratta per adesso solo di pure ipotesi da sottoporre al
vaglio di ulteriori approfondimenti, e non dell'auspicio che venga imposta la
bio-ingegneria, eppure le parole che hanno utilizzato lasciano supporre che si
tratti solo di un primo tentativo di far uscire alla luce del sole proposte che
prima o poi potrebbero essere attuate.
Follia?
Andiamo ad analizzare quanto dichiarato al Guardian dal professor Sandberg
1)
Il consumo umano porta a 2) domanda di produzione di energia che porta a 3)
industria che porta a 4) emissione di gas serra, che porta a 5) riscaldamento
planetario che porta a 6) cattive conseguenze. Una soluzione potrebbe essere
consumare di meno (agendo a livello del punto 2). Possiamo anche ridurre le
emissioni delle industrie (agendo a livello dei punti 3 e 4), rimuovere i gas
serra dall'atmosfera (ridurre il punto 4), usare la geoingegneria per
raffreddare il pianeta (ridurre il punto 5) o adattarci ad un mondo cambiato
(agire sul punto 6).
Tipicamente
le persone si lamentano di soluzioni poste alla fine della catena come la
geoingegneria che vengono considerate rischiose o inutili alla risoluzione del
problema, e chiedono soluzioni poste all'inizio della catena (dove un piccolo
cambiamenteo si ripercuote su tutto il resto della catena stessa). Quindi
quale sarebbe la soluzione che si pone più all'inizio della catena? Cambiare i
desideri ed i consumi umani. Mentre ciò può essere effettuato per mezzo della
persuasione e della cultura, ci sono molti fattori insiti nella natura umana
che agiscono contro. Ma possiamo anche agire su tali fattori.
Ad
esempio rendere le persone più intelligenti presumibilmente le mette in
grado di risolvere problemi ambientali, preoccuparsi dell'ambiente, fare
ragionamenti più a lungo termine, cooperare meglio ed avere pochi bambini.
Questi uomini dimenticano
(o fingono di dimenticare?) che il più etico e più efficace metodo per ridurre
il tasso di natalità è quello di favorire il benessere materiale tra le
popolazioni povere (in quanto sfruttare-schiavizzate dal sistema neo-coloniale).
Circa 40 anni fa lo ha dimostrato con dovizia di particolari Susan George nel
suo libro "come
muore l'altra metà del mondo".
A proposito, tale libro
(nel discutere alcune questioni inerenti all'agricoltura) fa anche un breve
cenno alle condizioni climatiche globali, ed è una testimonianza scritta di come
le previsioni a medio termine dei meteorologi degli anni '70 indicassero
l'avvento di una nuova piccola glaciazione, altro che riscaldamento globale.
Eppure l'anidride carbonica veniva già abbondantemente prodotta, ma ai tempi si
pensava che contirbuisse al raffreddamento della terra.
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