Arrivano i Magi e la Befana
Chi erano con precisione i Magi? E la Befana? Vattelappesca. Comunque,
e questo è certo, sono due ricorrenze che fanno pensare subito a doni
e regali che affondano tuttavia nella ritualità religiosa.
L'uso di offrire "regali" è tradizione, antichissima, risalente forse
già all'epoca delle tribù o, comunque, a società preistoriche che si
scambiavano piccoli oggetti. Una volta (quando?) ricevere doni,
soprattutto giocattoli, era l'attesa più fervente dei piccini: Poi con
l'avvento del consumismo, fenomeno collegato alle mutate condizioni
economiche diffusamente più agiate, l'uso dei "regali" si è esteso,
non solo alle festività solenni di Natale e Pasqua, ma a tante altre
occasioni: Babbo Natale, onomastici, compleanni, festa della mamma,
festa del papà, festa del nonno, festa della donna, feste prese in
prestito dalle località nordiche e abilmente diffuse dai commercianti
soprattutto europei e di altri continenti. Perché, diciamocelo
francamente, le feste (salvato l'aspetto religioso, spirituale che
dovrebbe sempre essere privilegiato), vengono soprattutto per
invogliare a spendere soldi. Almeno per quelli che li tengono.
Ritorniamo alla prima domanda: chi erano i Magi e la Befana? I Magi,
che poi è il plurale di mago nel senso di sacerdote, erano personaggi,
che, secondo il racconto di Matteo, vennero dall'Oriente (e
precisamente, in base a versioni più accolte, dalla Persia: sarebbero
stati quindi seguaci del riformatore religioso iraniano Zoroastro) a
Gerusalemme per adorare il re dei Giudei; guidati dalla stella,
trovarono a Betlemme Gesù Bambino al quale offrirono oro (che
designava la regalità di Gesù), incenso (la sua divinità) e mirra
(simboleggiando l'Umanità); quindi, ammoniti da un angelo, rientrarono
nel loro paese seguendo un altro percorso (quanto vi sia di storico
nell'episodio, è incerto. Essi, dunque partirono dai loro paesi e si
recarono a Gerusalemme, chiedendo dove era nato il "re dei Giudei"; il
re Erode il Grande comunicò loro la risposta dei sacerdoti: il "re"
che doveva nascere
andava cercato a Betlemme e una volta trovato ne dovevano annunziare
la nascita anche a lui, Erode, perché potesse andare a venerarlo.
Guidati sempre dalla stella, i Magi, una volta giunti a Betlemme,
trovarono il Bambino che cercavano, e gli offrirono i doni. Avvertiti
però dall'Angelo del Signore, sulle vere malvagie intenzioni di Erode,
presero la decisione di far ritorno alle loro terre.
Il numero dei Magi, tradizionalmente fissato a 3, varia da due fino a
dodici nei documenti e monumenti; i nomi tradizionali sono: Gaspare,
Melchiorre, Baldassarre, appaiono per le prime volte verso il nono
secolo; il vescovo Cesario di Arles nel VI secolo gli attribuì il
titolo di re. Intanto, il termine Magi (alcuni dicono anche al
singolare magio) è di origine iranica (avestico mugo) appartenenti ad
una categoria di personaggi che, come accennato, nell'ambito della
religione iranica avevano funzioni sacerdotali. Le basi delle fonti
sono contrastanti: ne hanno parlato Erodoto, Diogene, Laerzio,
Plutarco, ecc.,
Secondo una iconografia più diffusa, i tre Re procedono l'uno isolato
dall'altro, in atto di porgere al Bambino Gesù i loro doni:
Melchiorre, spesso raffigurato nell'atto di genuflettersi porgendo al
Pargolo il suo dono, gli altri a volte lo precedono, a volte, nelle
varie raffigurazioni, lo seguono. Alcuni artisti illustrano il vangelo
di Matteo, con ogni fedeltà; non si curano degli apogrifi, né della
tradizione orientale che eleva a dodici il numero dei Magi. Del resto
il "Vangelo apogrifo armeno dell'Infanzia" fissa già a tre il numero
dei Magi. E negli antichi monumenti cristiani il numero tre finisce
con l'imporsi ben presto.
Ora, per non annoiare i lettori facciamo cenno alla Befana, la famosa
vecchietta che ha provocato ai più piccoli, ma non solo! tante notti
insonni. La festa è l'Epifania, cioè, apparizione, manifestazione,
della divinità. Presso il popolo greco, rappresentava l'apparizione di
una divinità o, più esattamente, il suo manifestarsi per mezzo di
segni. In ambito cristiano il termine epifania vuole significare
l'apparizione salvifica del Cristo e la festa liturgica che la
celebra.
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