Deicidio e colpa collettiva. Don Floriano commenta l’ultimo libro di
Ratzinger
di Redazione
Commento Video di don Floriano Abrahamowicz alla seconda parte del
libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazareth”:
http://gloria.tv/?media=135783
La colpa collettiva del popolo ebraico circa il deicidio.
Il Santo Vangelo e San Tommaso d’Aquino sconfessano le teorie di
Benedetto XVI nel nuovo libro su Gesù di cui sono stati pubblicati
alcuni passaggi.
“Appena fatto giorno, tutti i principi dei Sacerdoti e gli anziani del
popolo fecero un complotto contro Gesù per farlo morire; ….
Ma i principi dei Sacerdoti e gli anziani persuasero il popolo a
chiedere Barabba e a far morire Gesù…Pilato, adunatisi quelli, disse
loro: ‘chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù chiamato Christo?…
Qual dei due volete che vi liberi? Tutti risposero:Barabba!’” Sono le
parole del vangelo di San Matteo. La massa che gridava ‘Barabba’ non
era, come sostiene Benedetto XVI, il partito dei sostenitori di
Barabba . Se fossero stati i sostenitori di Barabba non serviva che
fossero convinti dalle autorità. Quelli che gridavano erano coloro che
pochi giorni prima gridavano ‘osanna, figlio di David’. Non è dunque
vero quello che scrive Benedetto XVI: “…la voce del popolo su cui il
diritto romano contava era presentata in modo unilaterale.”
San Tommaso commenta il passaggio del vangelo secondo San Matteo
(XXVII, 24-26) insegnando che Pilato cercò di liberare Gesù. Prima con
le parole: ‘chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù chiamato Christo?
… Qual dei due volete che vi liberi? E poi con i fatti, lavandosi le
mani.
Dio rivela dunque attraverso l’evangelista Matteo fatti storici.
Benedetto XVI invece scrive: Matteo sicuramente non esprime un fatto
storico.
Infine San Tommaso spiega la frase -“Il sangue suo ricada su noi e sui
nostri figli!”(XXVII,25)- con queste parole: E così avviene che il
sangue di Cristo è richiesto da loro fino a oggi; e bene conviene
quello che è detto in Genesi IV,10: ‘la voce del sangue del tuo
fratello Abele grida a me dalla terra’. Ma il sangue di Cristo è più
efficace di quello di Abele, cioè ‘parla meglio di quello di Abele
(Ebrei, XII,24)’. ‘Però voglio che sappiate e conosciate che, se voi
mi mettete a morte, mettete il sangue innocente su di voi’
(Geremia, XXVI,15) (commento a S.Matteo, 2338-2343).
‘Fino a oggi’ significa che tutt’ora Gesù Cristo aspetta la
conversione degli ebrei, e che fino a che non si convertono ‘mettono
il sangue innocente su di loro’.
Secondo Ratzinger, il popolo non ha detto, ma avrebbe detto quella
frase. “… secondo Matteo «tutto il popolo» avrebbe detto: «Il suo
sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Invece di rimanere in
continuità con la Tradizione, Ratzinger rompe con l’insegnamento
costante della Chiesa, nega il fatto storico riportato dal vangelo e
chiede che “in base alla fede bisogna leggere in modo totalmente nuovo
la parola di Matteo sul sangue”. Infatti non si prega più per la
conversione degli ebrei. Si sta piuttosto assistendo alla conversione
della chiesa all’ebraismo talmudico. Certamente questa lettura
‘totalmente nuova’ del vangelo
non contribuisce a sedare i razzismi. Anzi, fomenta il razzismo della
religione fondata sulla razza.
Rifiuto con santa indignazione questa falsificazione storica dei
vangeli. E’ un oltraggio fatto alla dottrina di Nostro Signore Gesù
Cristo e al Suo sacrificio sulla croce. Continuo a pregare perla
conversione degli ebrei, che sicuramente verrà.
Don Floriano Abrahamowicz
Domus Marcel Lefebvre
7 marzo 2011 festa di San Tommaso d’Aquino
http://www.agerecontra.it/public/press/?p=9554&cpage=1#comment-5377