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Eritrei,"normali abusi da egiziani"
5/1/2011
A Tgcom accuse da riservista israeliana
Lei i sopravvissuti li ha visti. Li ha visti scappare davanti alla sua
uniforme, così spaventati da non distinguere più quella israeliana da
quella egiziana. Lei è Meital Nir-Tal, israeliana, una dei 450mila
riservisti delle forze armate con la stella di David, il Tzva HaHagana
LeYisra'el. Loro sono gli eritrei in fuga dalla guerra e scampati ai
predoni del Sinai, quelli che li rinchiudono sottoterra in Egitto fin
quando qualcuno non verserà per loro ottomila dollari di riscatto.
Meital, laureta in Legge e studentessa di filosofia, ha pubblicato un
pezzo su The Huffington Post (il più importante e accreditato blog
statunitense, ndr) dove denuncia la situazione, criticando apertamente
il Cairo. Così anche l’America ha aperto gli occhi sui predoni del
Sinai.
Proviamo a fare chiarezza: in Occidente, in pratica non si è vista
ancora una singola foto o un qualsiasi video di quanto accade al
confine tra Israele ed Egitto. Così qualcuno sostiene che si tratta di
invenzioni o episodi gonfiati
"Non posso sapere come mai i mass media internazionali stiano
trascurando la questione. Forse la risposta è semplice: si tratta di
rifugiati e di manodopera clandestina che non hanno nessun potere o
nessuna copertura politica nell’arena internazionale, nessuna lobby
alle spalle. Ripeto: è una mia convinzione personale. Circa la
mancanza di immagini credo sia da insensibili fotografare o riprendere
immigrati in condizioni spesso orribili. Parlo a nome mio e dei miei
commilitoni. Ho solo una foto di un soldato chiamato Ido che aiuta due
ragazzine a bere acqua. Qualcosa è su Google"
Per quanto ha prestato servizio sul confine tra Israele ed Egitto?
"Il mio richiamo da riservista è durato un mese: una settimana di
addestramento e tre in servizio alla frontiera egiziana, vicino alla
città di Eilat. Ai tempi della leva obbligatoria ho pattugliato i
confini con la Giordania per due anni e mezzo, dai 19 ai 21 anni"
Che idea aveva degli immigrati eritrei prima? E che cosa pensa ora?
"E’ importante sapere che circa il 95% degli immigrati africani che
oltrepassano il confine sono lavoratori clandestini provenienti da
svariate nazioni. Qualcuno arriva anche in aereo, in condizioni
fisiche buone. Altri pagano duemila euro a testa alle guide per
arrivare a piedi alla frontiera. Il 5% degli immigrati sono rifugiati
o in cerca di asilo politico, in fuga da Eritrea e Darfur. Sono
famiglie intere, madri e figli, che raggiungono Israele dopo aver
camminato per settimane. Ogni mese Israele deve far fronte a 1200
immigrati clandestini, gli israeliani si dividono sulle politiche di
accoglimento. Ma tutto questo non conta perché io come soldato, come
donna, moglie ed essere umano penso che si tratti di esseri umani
degni di rispetto, aiuto umanitario e medico quando necessario."
Qual è la peggior cosa vista durante il pattugliamento?
"Sull’Huffington ho citato i racconti dei miei amici, dei commilitoni
che hanno riportato quanto accaduto alla frontiera. Credo di aver reso
l’idea". (immigrati uccisi dagli egiziani a pochi passi dal confine,
eritrei che si sono finti morti per poi rialzarsi e sopravvivere,
abusi sessuali, ndr)
Lei parla di immigrati umiliati, costretti dalla polizia egiziana a
consegnare loro le scarpe per poi camminare a piedi nudi verso
l’Egitto
"Ho scritto quello che abbiamo sentito. Non so se sia vero, se accade
a tutti i clandestini o solo ad alcuni
Sull’Huffington scrive di "atti criminali commessi dalle guardie
egiziane? Quali? Ne ha visti personalmente?
"Con i miei colleghi ho visto gli egiziani compiere atti che non
rispettano le regole di ingaggio, vale a dire usare la "forza letale"
per autodifesa o per difendere il prossimo. Le statistiche dicono che
una migrante ogni due viene violentata dagli egiziani"
Perché l’Egitto non ferma questa tratta? Autorità e forze dell’ordine
dovrebbero essere sollevate dal fatto che gli eritrei non restino
"Non credo di poter rispondere, sarebbe una mera speculazione.
Fattostà che questo abuso è ormai la normalità da parte degli egiziani
e che dal Cairo non si è mai messo sotto processo un soldato per
queste cose"
Dal canto suo, l’esercito israeliano non è tenero con gli stranieri,
turisti compresi. Perché accettare clandestini che solo in minima
parte otterranno asilo poltico?
"Posso solo dire quello che vedo e penso. I soldati israeliani sono
uomini e donne nate e cresciuti in uno Stato liberale e democratico
che però lotta per la sua esistenza da più di sessant’anni. Ci sono
soldati scorretti in Israele come cittadini israeliani scorretti e
cittadini italiani scorretti. Ma siamo esseri umani, costretti ad
indossare un’uniforme perché la nostra nazione ha bisogno ancora di
protezione quotidiana. Ciò non significa che, potendo, non faremo
tutto il possibile per porre fine alle sofferenze di migranti o di
altri esseri umani in generale. Venga in Israele, conosca i soldati
israeliani e il suo punto di vista potrebbe cambiare radicalmente.
Quando sei al confine in servizio non puoi ragionare sul tuo credo
politico, sul mercato del lavoro, al problema della casa e del
welfare: cerchi di fare il tuo lavoro e proteggere il tuo Paese al
meglio. Fare questo al confine con l’Egitto oggi significa dividere
cibo, acqua e vestiti caldi con i migranti di passaggio, Perché?
Perché è giusto farlo"
Sauro Legramandi
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo499832.shtml