L'INFERNO DALLE SACRE SCRITTURE
L'INFERNO DESCRITTO DA GESÙ
Gesù, nei suoi messaggi, ha parlato più della realtà dell'inferno, che
della realtà del Cielo.
Di seguito sono riportati alcuni versetti dove Gesù descrive
l'inferno, che in questi casi si riferisce allo "Stagno di fuoco e di
zolfo" come in Apocalisse 20:14-15.
Matteo 5:22
Ma io vi dico: Chiunque si adira contro suo fratello senza motivo,
sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello
"stupido", sarà giudicato dal tribunale; e chi gli avrà detto "pazzo",
sarà condannato al fuoco dell'inferno.
Matteo 11:23
Gesù quando rimprovero Capernaum gli disse: "E tu, o Capernaum, sarai
tu forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino nell'Ades"
Matteo 13:40
Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così
avverrà alla fine del mondo.
Matteo 13:42
E li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor
di denti.
Matteo 18:8
Ora, se la tua mano, o il tuo piede, ti è occasione di peccato,
mozzali e gettali via da te; è meglio per te entrare nella vita monco
o zoppo, che avere due mani e due piedi ed essere gettato nel fuoco
eterno.
Matteo 22:13
Allora il re disse ai servi:"Legatelo mani e piedi, prendetelo e
gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor di
denti.
Matteo 23:33
Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete alla condanna dell'inferno?
Matteo 25:41
Allora Egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra:"Andate via da
me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e
per i suoi angeli.
Matteo 25:46
E questi andranno nelle pene eterne, ed i giusti nella vita eterna.
Marco 3:29
Ma chiunque bestemmierà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato,
ma sarà destinato alla dannazione eterna.
Marco 9:43
Se la tua mano ti è occasione di peccato tagliala! E' meglio per te
entrare monco nella vita, che avere due mani ed andare all'inferno,
nel fuoco inestinguibile.
Marco 9:48
Dove il loro verme non muore ed il fuoco non si spegne.
Giovanni 5:29
Quelli che hanno fatto il bene risusciteranno alla vita; e quelli che
hanno fatto il male risusciteranno a condanna.
ALCUNI PASSI DELL'ANTICO TESTAMENTO
Alcuni passi delle Sacre Scritture che confermano l'esistenza del
soggiorno dei morti e che esso si trova sotto terra ad una grande
profondità e che la vi scendono gli empi quando muoiono.
"Gli empi se n'andranno al soggiorno dei morti, si, tutte le nazioni
che dimenticano Iddio" (Salmo 9:17), ed a proposito della sorte di
quelli che confidano nei loro grandi averi e si gloriano della
grandezza delle loro ricchezze e scritto: "Sono cacciati come pecore
nel soggiorno dei morti; la morte e il loro pastore" (Salmo 49:14).
Giobbe, parlando degli empi, disse: "Passano felici i loro giorni poi
scendono in un attimo nel soggiorno dei morti" (Giobbe 21:13).
Isaia, parlando della sorte di quelli che in Sion non ponevano mente a
quel che faceva il Signore, ma si inebriavano di vino e di bevande
alcoliche disse: "Perciò il soggiorno dei morti si è aperto bramoso,
ed ha spalancata fuor di modo la gola; e laggiù scende lo splendore di
Sion, la sua folla, il suo chiasso, e colui che in mezzo ad essa
festeggia" (Isaia 5:14).
Sempre Isaia, nell'oracolo contro il re di Babilonia, disse ad
Israele: "Tu pronunzierai questo canto sul re di Babilonia e dirai:..
Il soggiorno dei morti, laggiù si è commosso per te, per venire ad
incontrarti alla tua venuta. Il tuo fasto e il suon dei tuoi salteri
sono stati fatti scendere nel soggiorno dei morti" (Isaia 14:3,9,11).
Dio per mezzo di Ezechiele predisse ciò che avrebbe fatto a Tiro con
queste parole: "Allora ti trarrò giù, con quelli che scendono nella
fossa, fra il popolo d'un tempo, ti faro dimorare nelle profondità
della terra, nelle solitudini eterne, con quelli che scendono nella
fossa..." (Ezechiele 26:20).
http://www.incontraregesu.it/bibbia_inferno.html
BREVE DESCRIZIONE DELL'INFERNO SECONDO LA BIBBIA
Anche se è ragionevole credere che la descrizione dell'inferno fatta
da Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, è frutto della sua
fantasia, non possiamo però ignorare che Dio stesso, prima tramite i
profeti e poi tramite Suo Figlio Gesù e gli apostoli, ci parla
dell'esistenza di quel luogo e condizione di tormento, che Lui stesso
ha destinato a durare per l'eternità.
Sembra essere scontato che, come membri di chiesa e credenti di fede
cristiana, accettiamo, tra l'altro, uno degli insegnamenti basilari di
Cristo, che è l'esistenza dell'inferno. Purtroppo molti "credenti"
rifiutano di accettare tale realtà come voluta da Dio e proclamata
dalla Chiesa. Per qualcuno la questione dell'inferno viene aggirata
con l'accettazione di ragionamenti e filosofie che alla fine pongono
Dio in una posizione di impotenza (alla fine non è capace di perdonare
tutti), o di troppa magnanimità (alla fine Dio perdona tutti) o, nel
peggiore dei casi, nella posizione dell'ingannatore (Dio ha parlato sì
dell'inferno, però non voleva dire che le persone debbono soffrire,
etc., etc.). Quando Dio ha voluto creare tutte le cose che esistono
non ha chiesto conto a nessuno, per cui anche se non crediamo e non
accettiamo qualcosa che Dio ha fatto, non per questo possiamo dire che
non esiste!
COS'É L'INFERNO?
Come punto di partenza dobbiamo fare una distinzione tra il luogo di
tormento in cui vanno i peccatori che non hanno voluto ricevere la
Grazia, e il luogo, di tormento anch'esso, chiamato "Lo Stagno di
Fuoco e di Zolfo", in cui vanno a finire, sempre gli stessi, dopo il
Giudizio finale o universale, più Satana con i suoi demoni, la Bestia,
il Falso Profeta, e gli angeli ribelli che sono incatenati
nell'Abisso.
Spesse volte, sia il primo che il secondo luogo, vengono chiamati con
lo stesso nome di INFERNO. La differenza è nel fattore tempo. Nel
primo luogo vi vanno tutti i peccatori che sono morti e muoiono prima
del Giudizio finale, il secondo luogo è definitivo e sarà attivo dopo
la vittoria di Cristo sulla Bestia e sul Falso Profeta.
Riguardo la condizione di tutti e due i luoghi non vi è differenza:
sono luoghi di tormento, di dolori, di sofferenze e di pianto.
Questa realtà ci fa comprendere un aspetto importantissimo
nell'economia del Regno di Dio, cioè che la destinazione nell'aldilà
si decide solo in questa terra, per cui tutte le credenze che
incoraggiano le pratiche di intercessioni per i morti con i rituali
annessi sono speculazioni arbitrarie e falsi insegnamenti atti a
deviare le persone dal sano culto, essendo usati specialmente per
incrementare l'entrata finanziaria.
Dio lascia al singolo individuo la facoltà di stabilire la propria
sorte eterna, e questa sulla terra, per cui alla morte ognuno sarà
portato nel luogo prestabilito: quelli a perdizione eterna
nell'inferno o Ades, senza vedere Dio; quelli salvati, nel cielo alla
presenza di Dio. Nel Giudizio Universale anche quelli che sono
nell'inferno compariranno davanti a Dio, il quale confermerà loro
l'eterna condanna.
Il luogo o condizione INFERNO racchiude diversi concetti biblici che,
seppur descritti con termini diversi nelle lingue ebraica e greca,
hanno in comune un predominante concetto, che è quello dell'esistenza
di una realtà, dopo la cessazione dell'esistenza dell'uomo sulla
terra, di condizione eterna, lontana da Dio e nella sofferenza.
D'altronde, la creazione di Dio, il Suo impegno per la realizzazione
della salvezza dell'umanità, con la necessità della nascita, della
morte e risurrezione di Cristo, sarebbero state inopportune in una
realtà dove non ci sarebbe una punizione eterna e dove alla fine tutto
sarebbe tornato nel nulla assoluto o nella eterna scomparsa dell'uomo
malvagio e peccatore, tutte cose, queste, che ci portano alla
deviazione totale dall'insegnamento di Cristo e completamente fuori
dal cristianesimo.
Anche se la dottrina dell'inferno non è la dottrina centrale del
cristianesimo, possiamo tranquillamente dire che è, insieme alle
altre, un insegnamento importantissimo, per cui negando la sua
esistenza saremo costretti a rifiutare le altre che sono ad essa
collegate. Tutte le dottrine e gli insegnamenti fondamentali di Cristo
sono vitali per il credente, sono come i raggi di una ruota, per cui
venendone a mancare uno, viene compromessa la funzionalità della ruota
stessa.
I termini che riscontriamo nelle lingue bibliche sono:
Abyssos (greco) cioè "abisso", "inferi", in particolare "prigione dei
demoni e degli angeli ribelli in punizione" dei passi di Luca 8:31 e
Apocalisse 9:1; un significato simile è attribuito a "tartaros" di 2°
Pietro 2:4;
Sceol (ebreo) ovvero Ades (greco), comunemente chiamato "inferno" e
"soggiorno dei morti", ed è il luogo provvisorio ed intermedio di
soggiorno dell'anima della persona deceduta sino alla resurrezione
finale. Lì Gesù è andato a predicare il Vangelo agli spiriti dei morti
(1° Pietro 3:19, 4:6), ed è pure da lì che, quando se n'è salito in
alto, nel cielo, ha liberato molti che erano prigionieri, portandoli
con se (Efesini 4:8). Quindi Sceol o Ades, adesso, dopo la
resurrezione di Gesù, è la condizione e il luogo dove vanno le anime
di coloro che saranno giudicate e condannate da Dio ed è tutt'ora un
luogo in cui si soffre. (Leggi le testimonianze);
Geenna (greco) è l'inferno finale di fuoco e zolfo, o "stagno ardente
di fuoco e zolfo" di Apocalisse 20:10 e 20:15. E' il termine tradotto
in greco dall'Aramaico di "gehinnam", cioè valle di Hinnom, luogo a
sud di Gerusalemme, dove al tempo del dominio cananeo venivano
eseguiti sacrifici di bambini tramite roghi e che valeva come luogo di
giudizio divino. Quando Gesù parla di questo luogo non si riferisce al
luogo geografico, ma a quello che esso rappresenta, cioè il luogo
della punizione.
Dunque i passi della Bibbia che ci parlano di queste realtà non ci
vogliono trasmettere dei concetti puramente simbolici, come vogliono
credere quelli che rifiutano il sano insegnamento di Cristo per
abbracciare le tesi dell'annichilimento e del condizionalismo, ma ci
descrivono, seppur aiutati da figure immaginarie, delle realtà
presenti e future.
La Geenna, o lo Stagno di Fuoco e di Zolfo sono veramente dei luoghi
in cui si soffre. Gli elementi del fuoco e dello zolfo possono essere
immaginari, ma quello che la Parola di Dio ci vuole trasmettere sono
gli effetti che questi elementi hanno sulla persona e sono effetti che
causano dolore e sofferenze. Infatti, dice ancora la Gesù: "...lì sarà
il pianto e lo stridor di denti".
Inoltre bisogna distinguere tra la cessazione della vita fisica e la
morte eterna.
Noi uomini creati ad immagine e somiglianza di Dio siamo spirito,
abbiamo un'anima ed un corpo. Come dice l'Apostolo Paolo: "...abitiamo
in questa tenda (corpo)". Quando, per un qualsiasi motivo di infermità
o di incidente, il nostro corpo non è più in grado di funzionare,
diciamo che "si muore", alla nostra anima viene a mancare quella
condizione che le permette l'esistenza sulla terra, o meglio ancora,
sulla superficie della terra. Questa è la morte fisica, la cessazione
della vita del corpo.
La morte eterna, invece, è la condizione di mancanza di vita divina
per l'eternità. E' chiamata anche "la morte seconda" in Apocalisse
20:14 ed è raffigurata come uno stagno dove bruciano continuamente
elementi infiammabili.
Così quando leggiamo nella Bibbia che l'uomo che muore viene posto
nella tomba e li non si ricorderà più niente, vuol dire che il corpo,
creato o trasformato da Dio dalla terra, ritorna alla terra da dove è
stato tratto, ma l'anima scende nel soggiorno dei morti (Sceol-Ades-
Inferno).
In ebraico il termine "tomba" è "queber", in greco "taphos" e
"mnemeion". Sono tutti termini differenti da quelli sopra descritti e
rappresentano e descrivono condizioni e luoghi diversi.
Anche se vogliamo partire dal presupposto che termini come: stagno
ardente, fornace ardente, pena di fuoco eterno, fuoco inestinguibile,
verme che non muore e tormento, trattano di una descrizione simbolica,
in tutto o in parte, sono comunque riconoscibili delle realtà
spaventose: lontananza da Dio, tenebre, sofferenze e tormenti.
L'indicazione perentoria di tali dolori nello Sceol o nella Geenna,
non si possono paragonare a un'estinzione o annientamento
dell'esistenza. Se l'uomo fosse veramente annientato all'atto della
morte terrena sarebbero superflui e incomprensibili i riferimenti al
"fuoco eterno" o "inestinguibile", al "verme che non muore" e alle
relative sofferenze.
Da nessuna parte della Sacra Scrittura si trova una chiara prova del
fatto che questo "fuoco" rappresenta un atto unico di annientamento
che dà termine all'esistenza dell'individuo, mentre invece si denota
la sua eterna durata.
Per descrivere la realtà della punizione, della sofferenza e della
lontananza eterna da Dio, la Bibbia utilizza costantemente concetti
che richiamano orrore, dolore e sofferenze. Per esempio, la Geenna non
rappresenta qualcosa di irreale, temporaneo e vuoto, ne qualcosa che
annienta definitivamente, ne un luogo di condizione intercorrente fra
le varie reincarnazioni, ne un luogo di purificazione come il
Purgatorio.
Alla fine anche "la morte" e "il soggiorno dei morti" saranno gettati
nello Stagno di Fuoco (Apocalisse 20:14). Questo ci descrive: 1) il
passaggio dei morti, da una condizione temporanea di sofferenze ad una
condizione finale di eterna perdizione; 2) la fine della funzione
dello Sceol da "anticamera dell'inferno", così, seppur ve ne fossero
rimasti alcuni, anch'essi si troverebbero nella eterna e finale
destinazione, dentro lo Stagno di Fuoco.
CONCLUSIONE
Accettare l'insegnamento dell'INFERNO e descriverlo, non significa
gioire ed essere felici per le molte anime che vanno in quel luogo di
tormento. Nella Bibbia sta scritto che Dio non si compiace nel
peccatore che perisce, ma desidera che ogni persona giunga alla
conoscenza della verità per poter scegliere per la sua salvezza.
Purtroppo, ed a malincuore, dobbiamo costatare che, o per ignoranza, o
per negligenza, o per libera scelta, molte persone vivono la propria
vita vicino alla religione ma lontano da Dio. Anche noi come figli di
Dio ci associamo al sentimento di Dio, e il solo scopo di questa
modesta iniziativa è quello di servire come monito ed avvertimento per
coloro che consapevoli o inconsapevoli sono sulla strada che li porta
all'inferno. (Leggi il Piano di Dio per l'uomo).
Gesù ha detto: " ...due sono le vie: una stretta ed angustia che porta
alla vita, e pochi sono quelli che la prendono; l'altra larga e
spaziosa che porta alla perdizione, e molti sono quelli che vi si
incamminano". (Matteo 7:13-14).
La strada che conduce all'inferno è prima di tutto una strada
(trascorrere la vita) senza la Salvezza e senza Dio; è la strada del
peccato e delle concupiscenze; della realizzazione dei propri desideri
ad ogni costo, anche recando del male al prossimo.
Strada significa "trascorrere la vita", "seguire una tale decisione",
"fare una tale scelta". E' una decisione che prendiamo noi,
conseguentemente alla libertà che Dio ci ha dato. La strada della
politica corrotta, della religione formale, della scienza senza Dio,
delle filosofie e delle dottrine ingannatrici e dell'egoismo, è la
strada che tira dritto per l'inferno.
Il rimedio per evitare ciò è cambiare strada, decidere di fare la
volontà di Dio e arrendersi all'amore di Cristo, colui che può
perdonare tutti i nostri peccati ed assicurarci una vita eterna vicino
a Dio e fuori dall'inferno.
(Come ricevere la Salvezza).
http://www.incontraregesu.it/l'inferno%20esiste.html
E' Dio così crudele da desiderare che le anime soffrono per l'eternità
nell'inferno?
Il fatto che Dio condannerà delle anime a soffrire nell'inferno è una
dimostrazione della giustizia di Dio, che va di pari passo con l'amore
di Dio. Giustizia ed amore sono raffigurate come le due braccia di
Dio. Infatti se non ci sarà condanna non ci può essere salvezza; che
bisogno ha l'uomo di salvezza se non ci sarà una condanna da cui
scampare? Se non vi era bisogno della salvezza, perché allora è venuto
nel mondo, sofferto e morto sulla croce il Figlio di Dio?
La resurrezione stessa di Gesù testimonia la giustizia di Dio, il
quale ha costituito come giudice proprio suo Figlio. Solo lui è in
grado di giudicare rettamente perché oltre ad essere Figlio di Dio è
anche il Salvatore degli uomini. Dio ha gia manifestato la sua bontà
ed il suo amore verso tutti gli uomini, perché ha programmato e
permesso la morte del suo unico Figlio, per dare la possibilità a
tutti gli uomini di ricevere la salvezza.
Venendo meno la giustizia, viene meno anche l'amore. Due attributi
fondamentali della personalità di Dio: Dio è Amore; Dio è Giusto. La
condanna degli empi, oltre a dimostrare la giustizia di Dio, conferma
e rafforza l'amore di Dio. La Giustizia di Dio si manifesterà con la
stessa intensità con cui si è manifestato l'amore che Dio ha ed ha
avuto per l'uomo, che ha permesso la morte di suo Figlio. Alla fine
l'amore di Dio si concretizzerà col la giusta ricompensa per coloro
che lo hanno amato ed hanno posto in Lui la loro fiducia con
obbedienza.
http://www.incontraregesu.it/risposte/inferno.htm
L'inferno.
La vita non finisce con la morte, perché l'uomo ha all'interno del suo
corpo un'anima immortale che sopravvive alla morte fisica.
Dell'esistenza di questa anima immortale ne parlò pure Gesù Cristo, il
Figlio di Dio, ai suoi discepoli quando disse loro di non temere
"coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere
l'anima" (Matteo 10:28). Da notare che Gesù ha detto che il corpo può
essere ucciso, mentre l'anima no; per cui è ovvio che essa continua a
vivere dopo la morte. Ci sono due posti in cui le anime degli uomini,
dopo la morte, possono andare. Uno è un posto di riposo, di
refrigerio, di benedizione, etc., in cui vanno coloro che sulla terra
hanno amato Dio e fatto la volontà di Dio. L'altro luogo è un posto in
cui va il peccatore e colui che ha rifiutato la grazia e l'amore di
Dio. Quest'ultimo è un luogo in cui si soffre ed in cui ci sarà il
Diavolo coi suoi angeli. Questo luogo nella Bibbia e' chiamato in
ebraico Sheol, e in greco Ades, e da alcuni è stato tradotto con
"soggiorno dei morti" e da altri con "inferno" (dal latino infernus
che significa: luogo che è di sotto, inferiore).
Nel passo di Luca 16:19-31 (il ricco e Lazzaro), il nostro Signore
Gesù Cristo racconta una storia realmente avvenuta. Quella storia ci
insegna che con la morte non finisce tutto, ma che esiste una vita
ultraterrena e che l'anima del peccatore continua a vivere in un mondo
invisibile a noi, dopo la sua morte. Questa è la realtà di molte
persone che vivono nel peccato e lontani da Dio: vivono sulla terra,
godono dei piaceri della vita e si dilettano nel fare il male, ma
quando giunge la morte, la loro anima si diparte dal loro corpo e va
nell'Ades dove sarà tormentata dal fuoco di quel luogo. Il racconto ci
dice che quel ricco godeva splendidamente ogni giorno mentre era sulla
terra; però quando è morto, e fu seppellito, si ritrovò in un luogo di
tormento, appunto l'Ades. In quel luogo poteva ancora parlare,
ricordare, e secondo quello che egli disse ad Abramo, avrebbe potuto
essere pure rinfrescato con dell'acqua.
L'Ades, o Inferno, si trova negli antri della terra ad una grande
profondità; è in questa creazione, ma vi si entra con la dimensione
della realtà invisibile, chiamata anche spirituale. In rare occasioni
e avvenuto che direttamente delle persone vi sono entrate con i loro
corpi; un esempio è l'episodio avvenuto nel deserto, quando gli
Israeliti, dall'Egitto stavano andando nella Terra Promessa (Numeri
16:33 ). E' un luogo reale dove l'anima del peccatore, dopo essere
uscita dal suo corpo, va a stare in attesa del giudizio. Noi non
possiamo vedere la nostra anima, ma sappiamo che essa dimora in questo
nostro corpo di carne ed ossa, e come non possiamo negare l'esistenza
dell'anima solamente perché la vediamo, non possiamo neanche negare
l'esistenza dell'Ades che non vediamo.
Questo viene prima il Giudizio Universale, ma il luogo dove saranno
gettati Satana, i suoi angeli e tutti gli uomini che saranno
condannati, cioè nello Stagno di Fuoco e di Zolfo, sarà una condizione
in cui le sofferenze saranno maggiori.
Allora ti trarrò giù, con quelli che scendono nella fossa, fra il
popolo d'un tempo, ti farò dimorare nelle profondità della terra,
nelle solitudini eterne, con quelli che scendono nella fossa...
(Ezecchiele 26:20).
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