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Librinnovando e altro

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Luciana Cumino

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May 3, 2012, 8:29:39 AM5/3/12
to ebook-e-biblioteche
Buongiorno,
scusate se posto questo piccolo report con ritardo ma le fatiche del
periodo stanno mettendo a dura prova le mie forze.
In compenso il mio indugiare mi permette una maggiore completezza
d'informazione.

innanzitutto vi segnalo il sito da cui potete scaricare le slides
degli interventi del convegno ""Il Digital Lending in biblioteca.
Quando (se) il futuro non aspetta" tenutosi nella sede di Sardegna
Ricerche, Pula (CA)il 20 aprile 2012. Il sito è www.p-arch.it.

Sabato 28 aprile sono stata a Librinnovando. Vi segnalo innanzittuto
la lettura degli storyfy di tutti i panels:
http://storify.com/Librinnovando.
Segnalo anche questo articolo corredato di interviste uscito su Nuovo
Paesesera: http://www.paesesera.it/Cultura-e-spettacolo/Libri-fumetti/Librinnovando-tira-le-somme-La-riflessione-e-appena-cominciata
Ecco poi un commento interessante sul blog di Minimum Fax:
http://www.minimaetmoralia.it/?p=7672
e una conversazione tra Roncaglia e Mazzetta sul prezzo degli ebook e
degli ebook multimediali:
http://ossessionicontaminazioni.blogspot.it/2012/04/fesserie-librinnovando.html
Altri blog e commenti da leggere:
http://www.luisacapelli.eu/blog/2012/05/03/spigolature-su-librinnovando/
http://senzaerroridistumpa.myblog.it/archive/2012/05/01/rimuginando-su-librinnovando-12.html

Sabato sono arrivata a Librinnovando in ritardo e sono andata via
prima dell'ultimo panel, quello sul self-publishing e da quanto ho
potuto leggere in rete è stato un peccato. Gli interventi sono stati
molto interessanti, ma due hanno particolarmente colpito la mia
attenzione.
Il primo è stato l'intervento della prof.ssa Dianora Bardi (Liceo
Lussana Bergamo) che insieme alla sua classe ha abbandonato i
tradizionali libri di testo per crearne di nuovi in digitale basati
sulle ricerche e le rielaborazioni degli studenti. Il materiale
prodotto resta nell'archivio digitale della scuola senza alcuna
prospettiva di diffusione, e quindi penso subito che le biblioteche
potrebbero attuare forme di collaborazione proficue con la struttura
scolastica.
L'altro è stato quello di Gino Roncaglia che, tra le tante cose dette,
ha fatto notare che per vari motivi anche i lettori forti non leggono
più come prima, che la lettura (che già in Italia non brilla) invece
di migliorare stenta ancora di più. Ecco che quindi le strategie
autolesioniste e obsolete delle case editrici mi lasciano perplessa:
mantengono il prezzo degli ebook alto perchè le persone non devono
abituarsi a prezzi troppo bassi o pensano che i libri non siano di
qualità e, soprattutto, devono rientrare dei mancati introiti del
cartaceo. Solo che la gente percepisce chiaramente che quando compra
un ebook spesso sta pagando un bene più del suo valore reale e
comunque un'idea del genere rischia di incrementare ancora di più la
pirateria o, peggio, la mancata lettura.
Per quanto sia a favore del self-publishing in questi giorni ho la
sensazione che ci si stia soffermando troppo sulle esigenze degli
autori senza pensare veramente ai lettori, che in questo scenario sono
una componente tutt'altro che trascurabile.

Luciana

Elena Borsa

unread,
May 3, 2012, 9:39:33 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
grazie per gli aggiornamenti preziosissimi che leggerò. Spero di trovarvi anche qualche riflessione sui prezzi assurdi del digital lending, il cui meccanismo obbliga le biblioteche a pagare l'ebook prestabile molto di più del suo equivalente cartaceo o dell'ebook "standard".
in questi tempi di vacche magre, con una simile politica ci sono pochissimi strumenti per convincere i nostri aministratori sull'opportunità di investire nel digitale.
saluti a tutti
elena

dominic...@gmail.com

unread,
May 3, 2012, 9:16:38 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Luciana, come sempre utilizzo il tuo post per il mio sito, posso?


Εστάλη από τη συσκευή μου BlackBerry®

Luciana Cumino

unread,
May 3, 2012, 11:15:44 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Certo che si, fai pure.
 
Luciana

marilena puggioni

unread,
May 3, 2012, 11:23:39 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
E una piccola noticina su FB, visto che nè io nè te abbiamo un blog, la posso fare, per condividere anche lì? :) sorridente
Marilena Puggioni

Da: "dominic...@gmail.com" <dominic...@gmail.com>
A: ebook-e-b...@googlegroups.com
Inviato: Giovedì 3 Maggio 2012 15:16
Oggetto: R: [ebook-biblioteche] Librinnovando e altro

Giulio Blasi

unread,
May 3, 2012, 11:28:21 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com, ebbe...@gmail.com
Il giorno 03 maggio 2012 15:39, Elena Borsa <ebbe...@gmail.com> ha scritto:
grazie per gli aggiornamenti preziosissimi che leggerò. Spero di trovarvi anche qualche riflessione sui prezzi assurdi del digital lending, il cui meccanismo obbliga le biblioteche a pagare l'ebook prestabile molto di più del suo equivalente cartaceo o dell'ebook "standard".

Cara Elena, 

è un dibattito fatto più volte e non voglio reiterarlo ma mi limito a segnalare qualche numero di riferimento per comparare cartaceo e digitale in un mio articolo apparso da poco su Digitalia (ultima sezione sull'economia del digital lending). Spero possa servire.



Giulio Blasi
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Horizons Unlimited srl
via Cignani, 66 - 40128 Bologna
tel 051-37.08.87 | fax 051-41.57.636
MLOL: http://www.medialibrary.it
email: bl...@horizons.it
Skype: giulio.blasi64


Luciana Cumino

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May 3, 2012, 11:29:21 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Ma certo che si :-)

marilena puggioni

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May 3, 2012, 11:45:01 AM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Segnalo anche i commenti fatti da Maria Cecilia Averame di Quintadicopertina nella mia bacheca FB stamattina, dopo che avevo postato l'ultimo link della lista che hai segnalato qua, perchè mi sembrano interessanti:
Maria Cecilia: Qualche dubbio sulla perentorietà di questa frase "Forse sta digerendo il fatto che per ora il digitale non crea nuovi lettori - ne sposta soltanto" ma complimenti all'articolo, da 'assente' a Librinnovando ci vedo tutte le tematiche che è necessario trattare.
 
Marilena: Anch'io, tra tutti quelli letti , ho trovato quest'articolo molto esauriente e arricchente per me che ho seguito in streaming solo una parte.
Quali sono i tuoi dubbi sulla frase, Maria Cecilia? Pensi che ne stia anche creando invece, di lettori?
 
Maria Cecilia: Non ho dati (e non ho mai letto dati) per sostenere né una posizione né l'opposta. Da quel che vedo però (anche rispetto ai profili dei nostri acquirenti), la nicchia di lettori di ebook ha caratteristiche per ora diverse dal tipico forte lettore. Il lettore tecnologizzato legge appunto tecnologia, informazione, fantascienza. E spesso già adesso 'non a mezzo/libro', e altrettanto spesso come lettore non è un forte acquirente (il ché non vuole dire che legge poco, ma legge altrimenti). Una difficoltà di noi 'indipendenti' è proprio questa: portare verso gli ebook i lettori tradizionali (insegnanti, bibliotecari, professionisti della cultura) che apprezzano tematiche e generi ma non conoscono il 'mezzo'. Purtroppo per questo spostamento inficiano di più le iniziative dei grandi editori che le proposte dei piccoli. 
per farti un esempio semplice, l'ultimo nostro testo, la storia di un'inchiesta sulle navi a perdere e delle iniziative in Calabria per la tutela dell'ambiente, sta vendendo tanti pdf quanti epub+mobi, e i lettori prima di prenderlo mi chiedono spesso se riescono a leggerlo sul proprio computer. Questi sono quelli che potrebbero 'spostarsi', ma ad oggi non lo hanno ancora fatto.
Marilena Puggioni
Da: Luciana Cumino <scil...@gmail.com>
A: ebook-e-b...@googlegroups.com
Inviato: Giovedì 3 Maggio 2012 17:29
Oggetto: Re: R: [ebook-biblioteche] Librinnovando e altro

FPe...@comune.colognomonzese.mi.it

unread,
May 3, 2012, 12:18:29 PM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Paragonare i costi del prestito tradizionale con quello digitale come è
stato fatto in
http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/DIGITALIA%20N.%202-2011OKOK_.pdf?l=it
lascia molto perplessi: per esempio si sorvola del tutto su quali siano le
componenti di costo calcolate per il digital lending, mentre per il
prestito del libro si fa riferimento ad una stima pensata dalla Fondazione
per Leggere chiaramente per altri scopi.

Ma la questione è mal posta fino a quando si presumerà che il digital
lending oggi sia un'alternativa al prestito tradizionale: invece il
digital lending è oggi in Italia disponibile solo per una minoranza della
popolazione, dotata di dispositivi adatti e di connessione.
Ne ricaviamo che il digital lending, allo stato attuale, può essere solo
complementare al prestito tradizionale e non può sostituirlo, dunque i
costi del digital lending si sommano a quelli del prestito tradizionale,
non li scontano.
Se qualche biblioteca può dimostrare, a parità di servizio offerto, di
avere avuto dei risparmi utilizzando il digital lending sarà un modello
per tutti.
Resto in attesa di un resoconto ben strutturato su quanto è effettivamente
costato mediamente un prestito digitale presso le biblioteche che lo hanno
attuato.

Ovviamente se il digital lending potesse sostituire in toto il prestito
dei libri di carta, i costi di gestione sarebbero minori, ma solo per la
biblioteca.
Una delle caratteristiche del digital lending è quella di esternalizzare
alcuni costi, che vengono così mascherati, ma che restano come costi
sociali, cioè costi distribuiti sulla popolazione, nel nostro caso, sono
distribuiti sugli utenti del servizio.

Il reader deve essere comperato dal lettore, se costa 100€ e lo deve
ricomperare ogni 5 anni, un lettore in 50 anni spenderà 1000€ (non
consideriamo i costi aggiuntivi per una connessione internet, che pure
sarebbero da mettere in conto). Tanto o poco che sia è un costo che c’è.

Se il lettore è un lettore debole, mettiamo di quelli che leggono
mediamente due libri all’anno: in 5 anni spenderebbe 100€ per leggere 10
libri, con un costo di 10€ a lettura; in questo caso se il lettore i
libri se li comperasse di carta probabilmente risparmierebbe rispetto al
digital lending offerto gratuitamente dalla biblioteca! Sicuramente con
una spesa analoga i libri gli restano, non li ha solo letti “una tantum” e
con l’assillo della restituzione in tempo.

Consideriamo ora il lettore debole che legge in media un solo libro
all’anno in 5 anni: dovrebbe spendere 100€ per leggere 5 libri, con un
costo di 20€ per ogni lettura: non gli converrebbe assolutamente.

Ma quanti sono gli utenti con un solo o due prestito all’anno in
biblioteca?
Dei 6116 utenti che hanno effettuato prestiti di libri nel 2011 presso la
Biblioteca civica di Cologno Monzese, ha effettuato un solo prestito il
22% e meno di tre prestiti il 37%.

Dunque circa un terzo dei nostri utenti non ha convenienza economica ad
utilizzare i servizi di digital lending - se potessero scegliere su quale
supporto leggere - ma siccome non è così, perché solo una parte dei
prestiti potrebbe essere evasa con il digital lending, a questo 30%
dovremmo aggiungere una altra quota. Infatti se consideriamo che il
patrimonio disponibile in formato digitale, attualmente può coprire solo
una fetta dei prestiti potenziali che un utente farebbe in un anno, la
percentuale degli utenti per i quali non c’è convenienza economica a
comperare un ebook reader per utilizzare i servizi di digital lending
della biblioteca, salirebbe ancora forse oltre la metà degli utenti
attivi.

Più in generale, liberandoci dalla questione del confronto tra i costi tra
i due tipi di processi, possiamo banalmente osservare che la fruizione
digitale dei contenuti, dovendo scontare l’ammortamento del costo del
dispositivo di lettura, è vantaggiosa, in termini puramente economici, per
i lettori forti e svantaggiosa per i lettori deboli.

Le considerazioni sopra esposte ovviamente sono vere solo in un contesto
in cui l’accesso al documento digitale richiede un apposito dispositivo ad
hoc, poiché la disponibilità e la diffusione di dispositivi multiuso,
potrebbe portare a riconsiderare le criticità economiche evidenziate.

Nel frattempo le biblioteche che volessero in prospettiva sostituire del
tutto il prestito dei libri con il digital lending farebbero bene anche a
progettare delle strategie inclusive per i lettori deboli.

Buon digitale a tutti.



^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
P.za Mentana, 1 20093 Cologno Monzese (Milan) ITALY
Tel. +39 02 253.08.446 Fax: +39 02 273.00.890
fpe...@comune.colognomonzese.mi.it
Http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it



Giulio Blasi <bl...@horizons.it>
Inviato da: ebook-e-b...@googlegroups.com
03/05/2012 17.23
Per favore, rispondere a
ebook-e-b...@googlegroups.com


Per
ebook-e-b...@googlegroups.com
CC
ebbe...@gmail.com
Oggetto
Re: [ebook-biblioteche] Librinnovando e altro

Giulio Blasi

unread,
May 3, 2012, 2:04:14 PM5/3/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Rispondo interlinea a Perini che ringrazio per i commenti anche se ovviamente non li condivido e spiego perché.


Il giorno giovedì 3 maggio 2012, ha scritto:
Paragonare i costi del prestito tradizionale con quello digitale come è
stato fatto in
http://digitalia.sbn.it/upload/documenti/DIGITALIA%20N.%202-2011OKOK_.pdf?l=it
lascia molto perplessi: per esempio si sorvola del tutto su quali siano le
componenti di costo calcolate per il digital lending, mentre per il
prestito del libro si fa riferimento ad una stima pensata dalla Fondazione
per Leggere chiaramente per altri scopi.


La formula proposta mel mio articolo non propone le "componenti di costo" (né per l'analogico, né per il digitale) ma delle variabili misurabili (magari in modo diverso da enti diversi) e astratte in modo da consentire la comparazione se i numeri sono disponibili. Per Fondazione per Leggere i numeri sono disponibili. In Lombardia si spendono circa 115 milioni di euro anno per le biblioteche e si fanno circa 15 milioni di prestiti. Usando il metro dei contenuti più cari che ci sono su MLOL (1 euro a prestito incluso costo del contenuto, ripeto valore MASSIMO non MEDIO, e per SISTEMA BIBLIOTECARIO non per BIBLIOTECA) 15 milioni di prestiti costerebbero 15 milioni di Euro (incluso il 21% di IVA da rigirare al governo Monti).
 
Ma la questione è mal posta fino a quando si presumerà che il digital
lending oggi sia un'alternativa al prestito tradizionale: invece il
digital lending è oggi in Italia disponibile solo per una minoranza della
popolazione, dotata di dispositivi adatti e di connessione.
Ne ricaviamo che il digital lending, allo stato attuale, può essere solo
complementare al prestito tradizionale e non può sostituirlo, dunque i
costi del digital lending si sommano a quelli del prestito tradizionale,
non li scontano.


Nessuno ragiona in termini sostitutivi o in termini di risparmio "assoluto" di budget. Ma anche la riallocazione di budget può generare aumento di valore (e dunque ottenere di più ai medesimi costi). Liberare lavoro umano dalla movimentazione del prestito (v. post della Gentilini di qualche settimana fa) e spostarlo al reference, alla selezione dei contenuti, all'organizzazione di eventi della biblioteca come "piazza del sapere", bene tutto questo è valore aggiunto generato dai minori costi di transazione del prestito.
 
Se qualche biblioteca può dimostrare, a parità di servizio offerto, di
avere avuto dei risparmi utilizzando il digital lending sarà un modello
per tutti.
Resto in attesa di un resoconto ben strutturato su quanto è effettivamente
costato mediamente un prestito digitale presso le biblioteche che lo hanno
attuato.

Io invece resto in attesa di altre, molte, analisi ben strutturate (al pari di quella di Fondazione per Leggere) sui costi della circolazione analogica: magazzino, trasporto inter-bibliotecario, costi di personale, attrezzature di front-office, software per la gestione del prestito, ecc. ecc. Come scrivevo sopra il costo MASSIMO di un prestito digitale oggi (inclusa la quota parte per l'acquisto del contenuto) è 1 euro. È sufficiente il dato?
 

Ovviamente se il digital lending potesse sostituire in toto il prestito
dei libri di carta, i costi di gestione sarebbero minori, ma solo per la
biblioteca.
Una delle caratteristiche del digital lending è quella di esternalizzare
alcuni costi, che vengono così mascherati, ma che restano come costi
sociali, cioè costi distribuiti sulla popolazione, nel nostro caso, sono
distribuiti sugli utenti del servizio.

I costi sono inferiori sia per il lettore che per la biblioteca. Il lettore e la connessione Internet dell'utente sono vettori dstributivi così come l'auto e i trasporti pubblici per l'utente che arriva in biblioteca... Non mi pare si mascheri alcun costo. Il fatto che lei non li conosca analiticamente non significa che siano nascosti. D'altra parte le efficienze del sistema sono di un'evidenza paradossale. La mia è una micro-azienda e gestiamo il prestito digitale di un network che supera le 2.300 biblioteche e comincia a lavorare anche all'estero (Svizzera, Slovenia, Giappone)... Non credo debba dimostrare cosa sono le economie di scala nel digitale ma se lo desidera parliamone pure.

Inoltre, vanno considerati i costi di "conversione". Cioè le spese ordinarie che farebbe l'utente (per comrare un mp3 su itunes, per comprare un ebook con social drm, per scaricare il pdf di un quotidiano, ecc.) e che NON fa dato che usa un servizio di digital lending. In altri termini, molti contenuti "prestati" in forma digitale rimangono all'utente per sempre. E sono quindi valori convertiti.
 

Il reader deve essere comperato dal lettore, se costa 100€ e lo deve
ricomperare ogni 5 anni, un lettore in 50 anni spenderà 1000€ (non
consideriamo i costi aggiuntivi per una connessione internet, che pure
sarebbero da mettere in conto). Tanto o poco che sia è un costo che c’è.


Ammesso (e non concesso) che l'argomento abbia un senso: 50 anni? Perini ma si rende conto di cosa sono 50 anni in questo mercato? Di cosa parla? 

 
Se il lettore è un lettore debole, mettiamo di quelli che leggono
mediamente due libri all’anno: in 5 anni spenderebbe 100€ per leggere 10
libri, con un costo di 10€ a lettura; in questo caso se il lettore i
libri se li comperasse di carta probabilmente risparmierebbe rispetto al
digital lending offerto gratuitamente dalla biblioteca! Sicuramente con
una spesa analoga i libri gli restano, non li ha solo letti “una tantum” e
con l’assillo della restituzione in tempo.

Consideriamo ora il lettore debole che legge in media un solo libro
all’anno in 5 anni: dovrebbe spendere 100€ per leggere 5 libri, con un
costo di 20€ per ogni lettura: non gli converrebbe assolutamente.


Come sopra. Non le dico quanto spenderebbe in benzina/gasolio/metano/biglietti autobus/metro/taxi venendo in biblioteca a prelevare il libro altrimenti si spaventa... 
 
 
Più in generale, liberandoci dalla questione del confronto tra i costi tra
i due tipi di processi, possiamo banalmente osservare che la fruizione
digitale dei contenuti, dovendo scontare l’ammortamento del costo del
dispositivo di lettura, è vantaggiosa, in termini puramente economici, per
i lettori forti e svantaggiosa per i lettori deboli.


Vale anche per il prestito analogico, se compro un biglietto della metro per venire alla Biblioteca di Cologno e prendo due libri a prestito invece di 1 risparmio....

 
Le considerazioni sopra esposte ovviamente sono vere solo in un contesto
in cui l’accesso al documento digitale richiede un apposito dispositivo ad
hoc, poiché la disponibilità e la diffusione di dispositivi multiuso,
potrebbe portare a riconsiderare le criticità economiche evidenziate.

Strano non si sia accorto che oggi il 50% delle famiglie ha un pc + internet. Non mi risultano servizi di prestito digitale non accessibili su pc. "Non è la stessa cosa" lei dirà. No, infatti non è la stessa cosa ma È una cosa. Una cosa (il pc) che genera circa 100.000 consultazioni al mese di contenuti su MLOL. In Italia oggi lo 0.9% della popolazione ha un tablet e lo 0.1% un ereader (dati della questura). Se vogliamo occuparci di biblioteche e digitale dobbiamo ancora per un pò ragionare su pc, notebook  telefonia cellulare, ecc. per quanto la purezza dell'inchiostro elettronico possa venirne scalfita.


Nel frattempo le biblioteche che volessero in prospettiva sostituire del
tutto il prestito dei libri con il digital lending farebbero bene anche a
progettare delle strategie inclusive per i lettori deboli.

Cioè a proporre - se capisco bene la finalità di quanto sinora scritto - il prestito degli ereader per gli utenti meno ricchi e/o alfabetizzati. Beh va bene questo, ma francamente non richiedeva gli argomenti usati sopra. Eravamo d'accordo già in partenza.
 

Buon digitale a tutti.



Anche a lei

 


Giulio Blasi
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Giulio Blasi
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Elena Borsa

unread,
May 4, 2012, 6:09:37 AM5/4/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Da newbee del mercato del libro digitale ovviamente non posso addentrarmi in riflessioni particolrmente fondate. Solo di recente ho cominciato ad approfondire l'argomento, quindi molte mie affermazioni o richieste potranno suonare ovvie ai più esperti. 
 So che da un po' si discute dei prezzi del digital lending e se non ho seguito da subito la faccenda non è stato certo per mancanza di interesse, quanto piuttosto perché presa da urgenze e imprevisti che oramai stanno pericolosamente cronicizzandosi. Credo sia una realtà condivisa da molti colleghi e che in qualche modo travalica il contesto delle biblioteche: è ormai sulla bocca di tutti il dibattito sui temi del rigore e della crescita, sull'altalena (non nuova peraltro) tra contenimento della spesa e necessità di investimenti. Molti di noi purtroppo navigano a vista nel mare di incerti bilanci e tentano di sopravvivere a politici scarsamente interressati a qualità e innovazione. Per cui mi si scusi ancora se torno su un argomento abusato e poco chic ;-) come quello dei costi.
La mia riflessione parte da un caso molto concreto: ieri ho acquistato un titolo bookrepublic con social drm: si tratta di "Alberghi e strutture ricettive. Aspetti contabili, fiscali e gestionali" (ed FAG), un ebook formato epub interessante perché tratta di arogmenti  sui quali abbiamo spesso difficoltà a fornire documentazione autorevole e aggiornata.
Scarico e pago 36,60 euro per 20 download. Bene perché ho subito disponibile un testo, aggiornato al 2012, pubblicato da un editore di non facilissima reperibilità. Male perché, considerato lo sconto, il cartaceo mi sarebbe costato 28 euro, e male perché non posso risparmiare scendendo sotto i 20 downoloads, che probabilmente allo stato attuale dell'arte quel libro non raggiungerà mai (oltretutto se, come è attualmente, i download non sono concorrenti).
Entro da utente in MLOL e me lo scarico sul pc sfogliandolo con calibre: pur non avendo visto la copia cartacea immagino che sia la sua esatta copia in digitale.
I vantaggi di questa scelta sono senza dubbio legati alla rapidità e immediata disponibilità del contenuto, sia per l'utente che per la biblioteca.
Ma, pensando alla nostra realtà, mi vengono subito in mente alcune considerazioni:
- così facendo, ho tagliato fuori dalla fruizione di questa risorsa una larga fetta di utenti che ancora non sono avvezzi alla consultazione di risorse digitali, privilegiando di fatto l'utente remoto. Nulla di male in sé, ma per una biblioteca pubblica che per sua natura deve puntare alla massima inclusività, ma che allo stesso tempo combatte quotidianamente con la scarsità di risorse, privilegiare un target al momento così limitato può non essere condivisibile;
- MLOL non è ancora pienamente integrata con l'OPAC e ha un sistema di ricerca dei contenuti non particolarmente performante. Navigando per argomenti sotto "Economia e lavoro - Imprese e management" oppure "Commercio" la risorsa non c'è. Scopro che invece è indicizzata in "letterature". Al momento il mio acquisto è praticamente invisibile.
Con questo non voglio assolutamente entrare in polemica con Giulio Blasi: MLOL è un'avventura che si costruisce insieme, e sono certa che con il contributo delle professionalità di tutti si arriverà a un risultato eccellente e assolutamente performante.
Dico solo che in base a questa piccola esperienza con una piattaforma digitale e alla più grande esperienza di rapporto col pubblico mi viene da dire:
- attualmente il prezzo del digital lending è troppo alto perché la risorsa digitale è perfettamente equivalente nei contenuti alla cartacea (penso all'interessante dibattito Roncaglia-Mazzetta citato da Luciana Cumino), ma la sua ricercabilità e fruibilità è inferiore (pur essendo il costo superiore)
- la formula proposta da Blasi per il calcolo del prestito cartaceo può essere applicata solo ex-post perché quando si acquista un libro non si può sapere in anticipo il numero di prestiti che farà. Si sa però che questo numero è influenzato da diversi fattori: il mercato e il marketing editoriale, la visibilità in biblioteca, la corretta indicizzazione e ricercabilità del titolo a catalogo, la capacità della risorsa di rispondere ai bisogni del pubblico. Tutte queste variabili sono al momento molto fluide e scarsamente controllabili nel mercato digitale. Questo non fa che confermare la non economicità dell'acquisto digitale su una risorsa di quel tipo (eccezion fatta per la salvaguardia dal furto);
- con questo non sto portando avanti l'idea distorta per cui si debba puntare sul digitale solo se consente un risparmio rispetto al cartaceo. Dico solo che al momento, stante le problematiche tecniche di indicizzazione e trattamento catalografico delle risorse, stante il digital divide e la scarsa appetibilità della risorsa digitale per alcune fasce di pubblico (v. sotto), stante la scarsità di valore aggiunto sui contenuti (v. ancora Roncaglia-Mazzetta) questa politica di prezzi non incentiva e anzi, in tempi di vacche magre, può costituire un grosso limite allo sviluppo di queste teconologie nel settore pubblico. Noi bibliotecari volentieri facciamo i pionieri entusiasti puntando al futuro, ma un amministratore non vede più in là del suo mandato e può imporre scelte diverse;
- non è detto che tutti gli utenti apprezzino il fatto di poter leggere senza recarsi in biblioteca: la nostra realtà (ma credo si possa dire anche di molti altri) dimostra come la biblioteca sia un luogo di incontro, socializzazione, scambio (Agnoli docet), che consente felici scoperte serendipiche (vetrine tematiche, scaffali delle novità, percorsi tra libri, musica, film, ma anche la semplice piccola scoperta tra gli scaffali, quando si cerca qualcosa e se ne trova un'altra). E non mi si prenda per una nostalgica del profumo della carta, ma il libro si sfoglia, si prende in mano, si leggiucchia, si consulta. Anche questi sono usi e consumi dell'informazione, che il digital lending non consente. Chi vuole leggiucchiarsi un ebook o sfogliarlo, o semplicemente cercarvi un'informazione rapida lo deve downloadare per 14 giorni, anche se serve solo per 5 minuti. Anche per questo calcolare i costi per prestito sul modello analogico è secondo me fuorviante: ci sono da noi testi (penso ai codici giuridici) che hanno un indice di prestito bassissimo, ma che sono molto utilizzati. Il mio libro di gestione alberghiera è costato troppo perché in digitale non consumerà temo i suoi 20 download (1,83 euro a download, l'unico modo per accedere alla risorsa), mentre in cartaceo sarebbe stato utilizato in più modi: per appuntarsi un'informazione, per fare una fotocopia, per studiarselo a casa col prestito tradizionale...
Mi si perdonerà la rozzezza e parzialità di queste osservazioni (peraltro non complete, ma il mio tempo di back office è ahimè scaduto...), spero di trovare confortevoli riscontri a queste mie perplessità.
Buon lavoro a tutti
Elena

Elena Borsa

unread,
May 4, 2012, 6:11:34 AM5/4/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
scusate l'assoluta mancanza di un'impaginazione decente...

Giulio Blasi

unread,
May 4, 2012, 7:09:20 AM5/4/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Rispondo nel corpo del messaggio, purtroppo anch'io in modo limitato e in un ritaglio di tempo del mio backoffice! 

Il giorno venerdì 4 maggio 2012, Elena Borsa ha scritto:
Da newbee del mercato del libro digitale ovviamente non posso addentrarmi in riflessioni particolrmente fondate. Solo di recente ho cominciato ad approfondire l'argomento, quindi molte mie affermazioni o richieste potranno suonare ovvie ai più esperti. 
 So che da un po' si discute dei prezzi del digital lending e se non ho seguito da subito la faccenda non è stato certo per mancanza di interesse, quanto piuttosto perché presa da urgenze e imprevisti che oramai stanno pericolosamente cronicizzandosi. Credo sia una realtà condivisa da molti colleghi e che in qualche modo travalica il contesto delle biblioteche: è ormai sulla bocca di tutti il dibattito sui temi del rigore e della crescita, sull'altalena (non nuova peraltro) tra contenimento della spesa e necessità di investimenti. Molti di noi purtroppo navigano a vista nel mare di incerti bilanci e tentano di sopravvivere a politici scarsamente interressati a qualità e innovazione. Per cui mi si scusi ancora se torno su un argomento abusato e poco chic ;-) come quello dei costi.
La mia riflessione parte da un caso molto concreto: ieri ho acquistato un titolo bookrepublic con social drm: si tratta di "Alberghi e strutture ricettive. Aspetti contabili, fiscali e gestionali" (ed FAG), un ebook formato epub interessante perché tratta di arogmenti  sui quali abbiamo spesso difficoltà a fornire documentazione autorevole e aggiornata.
Scarico e pago 36,60 euro per 20 download. Bene perché ho subito disponibile un testo, aggiornato al 2012, pubblicato da un editore di non facilissima reperibilità. Male perché, considerato lo sconto, il cartaceo mi sarebbe costato 28 euro, e male perché non posso risparmiare scendendo sotto i 20 downoloads, che probabilmente allo stato attuale dell'arte quel libro non raggiungerà mai (oltretutto se, come è attualmente, i download non sono concorrenti).

I 20 download che si acquistano di default su MLOL per ogni titolo non sono vincolati al titolo né limitati temporalmente. Si tratta diun escamotage che usiamo per essere certi che la biblioteca abbia abbastanza download per gestire il titolo un anno intero circa. Se il secondo anno rimarranno download inutilizzati potranno essere riusati e scalati dagli acquisti successivi.

Noterei anche che trattandosi di titolo con Social DRM l'utente potrà conservarlo per sempre legalmente. Un esempio di "conversione di valore" come dicevo rispondendo a Perini in una mail precedente.

 
Entro da utente in MLOL e me lo scarico sul pc sfogliandolo con calibre: pur non avendo visto la copia cartacea immagino che sia la sua esatta copia in digitale.
I vantaggi di questa scelta sono senza dubbio legati alla rapidità e immediata disponibilità del contenuto, sia per l'utente che per la biblioteca.
Ma, pensando alla nostra realtà, mi vengono subito in mente alcune considerazioni:
- così facendo, ho tagliato fuori dalla fruizione di questa risorsa una larga fetta di utenti che ancora non sono avvezzi alla consultazione di risorse digitali, privilegiando di fatto l'utente remoto. Nulla di male in sé, ma per una biblioteca pubblica che per sua natura deve puntare alla massima inclusività, ma che allo stesso tempo combatte quotidianamente con la scarsità di risorse, privilegiare un target al momento così limitato può non essere condivisibile;

L'opportunità di investire sul digitale è un argomento molto complesso sul quale non riesco a interloquire qui in modo approfondito. Vorrei dire però che sono in gioco dei processi di innovazione ai quali non ci si può sottrarre *proprio* se si vuole garantire che le nuove opportunità del digitale siano in futuro aperte a tutti e non solo a un sottoinsieme avvantaggiato della società.  
 
 
- MLOL non è ancora pienamente integrata con l'OPAC e ha un sistema di ricerca dei contenuti non particolarmente performante. Navigando per argomenti sotto "Economia e lavoro - Imprese e management" oppure "Commercio" la risorsa non c'è. Scopro che invece è indicizzata in "letterature". Al momento il mio acquisto è praticamente invisibile.
Con questo non voglio assolutamente entrare in polemica con Giulio Blasi: MLOL è un'avventura che si costruisce insieme, e sono certa che con il contributo delle professionalità di tutti si arriverà a un risultato eccellente e assolutamente performante.

L'integrazione con gli OPAC e il miglioramento dei metadati è un problema serio sul quale stiamo lavorando molto e presenteremo presto novità importanti. Vorrei però far notare una cosa: se ci fossimo dotati di una struttura di catalogazione per MLOL il progetto non sarebbe mai partito. Uno degli elementi di sostenibilità economica del progetto è proprio il fatto che noi riusiamo e adattiamo i metadati così come ci arrivano da editori e distributori. Una navigazione non solo attraverso gli "argomenti" ma anche attraverso le "parole chiave" (faccette sulla sinistra della ricerca) mostra chiaramente la grande disparità in termini catalografici dell'insieme. E tuttavia in alcuni casi MLOL offre più di un OPAC medio. Un esempio: la maschera di ricerca per gli mp3 con una segmentazione della ricerca in circa 80 generi musicali...

Ad ogni modo, su questo verranno molte novità nei prossimi mesi (in particoare per i metadati degli ebook!) ed è sicuramente un tema importante e reale.

 
Dico solo che in base a questa piccola esperienza con una piattaforma digitale e alla più grande esperienza di rapporto col pubblico mi viene da dire:
- attualmente il prezzo del digital lending è troppo alto perché la risorsa digitale è perfettamente equivalente nei contenuti alla cartacea (penso all'interessante dibattito Roncaglia-Mazzetta citato da Luciana Cumino), ma la sua ricercabilità e fruibilità è inferiore (pur essendo il costo superiore)
- la formula proposta da Blasi per il calcolo del prestito cartaceo può essere applicata solo ex-post perché quando si acquista un libro non si può sapere in anticipo il numero di prestiti che farà. Si sa però che questo numero è influenzato da diversi fattori: il mercato e il marketing editoriale, la visibilità in biblioteca, la corretta indicizzazione e ricercabilità del titolo a catalogo, la capacità della risorsa di rispondere ai bisogni del pubblico. Tutte queste variabili sono al momento molto fluide e scarsamente controllabili nel mercato digitale. Questo non fa che confermare la non economicità dell'acquisto digitale su una risorsa di quel tipo (eccezion fatta per la salvaguardia dal furto);

La formula serve proprio per calcolare i costi ex-post. Le variabili alle quali fa riferimento aprono un altro tema importante ma che non riesco ad affrontare qui per esteso: come si comunica la collezione della biblioteca e come si generano fenomeni di coda lunga a fronte di statistiche che ci mostrano le biblioteche pubbliche ancorate alla legge 80/20 (80% dei prestiti con il 20% della collezione). Se ne era occupato un annetto fa con analisi puntuali Eric Hellman negli USA. 

 
Chi vuole leggiucchiarsi un ebook o sfogliarlo, o semplicemente cercarvi un'informazione rapida lo deve downloadare per 14 giorni, anche se serve solo per 5 minuti. Anche per questo calcolare i costi per prestito sul modello analogico è secondo me fuorviante: ci sono da noi testi (penso ai codici giuridici) che hanno un indice di prestito bassissimo, ma che sono molto utilizzati. Il mio libro di gestione alberghiera è costato troppo perché in digitale non consumerà temo i suoi 20 download (1,83 euro a download, l'unico modo per accedere alla risorsa), mentre in cartaceo sarebbe stato utilizato in più modi: per appuntarsi un'informazione, per fare una fotocopia, per studiarselo a casa col prestito tradizionale...
- con questo non sto portando avanti l'idea distorta per cui si debba puntare sul digitale solo se consente un risparmio rispetto al cartaceo. Dico solo che al momento, stante le problematiche tecniche di indicizzazione e trattamento catalografico delle risorse, stante il digital divide e la scarsa appetibilità della risorsa digitale per alcune fasce di pubblico (v. sotto), stante la scarsità di valore aggiunto sui contenuti (v. ancora Roncaglia-Mazzetta) questa politica di prezzi non incentiva e anzi, in tempi di vacche magre, può costituire un grosso limite allo sviluppo di queste teconologie nel settore pubblico. Noi bibliotecari volentieri facciamo i pionieri entusiasti puntando al futuro, ma un amministratore non vede più in là del suo mandato e può imporre scelte diverse;
- non è detto che tutti gli utenti apprezzino il fatto di poter leggere senza recarsi in biblioteca: la nostra realtà (ma credo si possa dire anche di molti altri) dimostra come la biblioteca sia un luogo di incontro, socializzazione, scambio (Agnoli docet), che consente felici scoperte serendipiche (vetrine tematiche, scaffali delle novità, percorsi tra libri, musica, film, ma anche la semplice piccola scoperta tra gli scaffali, quando si cerca qualcosa e se ne trova un'altra). E non mi si prenda per una nostalgica del profumo della carta, ma il libro si sfoglia, si prende in mano, si leggiucchia, si consulta. Anche questi sono usi e consumi dell'informazione, che il digital lending non consente. 

Non sono d'accordo. Il digital lending consente (faccio solo un esempio) su MLOL di esplorare leggiucchiare e sfogliare 1.750 quotidiani da 80 paesi in 40 lingue. Il paradigma degli ebook trade non è l'unico possibile ed è fuorviante. Ci sono anche altre tipologie multimediali e molte sotto-articolazioni all'interno di una sotto-tipologia. Gli ebook trade sono cari perché usano il modello degli editori di bestseller. Nella saggistica un ebook può costare un centesimo a ebook l'anno per usi illimitati. Insomma, capisco l'esigenza di semplificazione della discussione ma purtroppo la faccenda è più complessa e la valutazione dei costi andrebbe ragionata sulla collezione complessivamente acquisita dalla biblioteca.

Sulla questione della ricezione da parte degli utenti credo che non ci sia che da sperimentare e verificare. Se c'è una cosa che senza dubbio si fa meglio sul digitale che con l'analogico beh quella è sicuramente la raccolta e l'analisi dei dati. I dati attuali ci ritornano per un momento un interesse forte e dati di consultazione in crescita costante e quadi esponenziale su base annua: fra qualche giorno (al Salone) pubblicheremo qualche numero che potrà dare un'idea dell'andamento nelle diverse aree in cui operiamo.
 
 
Mi si perdonerà la rozzezza e parzialità di queste osservazioni (peraltro non complete, ma il mio tempo di back office è ahimè scaduto...), spero di trovare confortevoli riscontri a queste mie perplessità.
Buon lavoro a tutti
Elena

Non si tratta affatto di considerazioni rozze, al contrario. Mi spiace solo non avere il tempo di rispondere in modo sistematico a tutto, sorry.

raffaele messuti

unread,
May 4, 2012, 8:12:45 AM5/4/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
On 4/05/12 1:09 PM, Giulio Blasi wrote:
> Uno degli elementi di sostenibilit� economica del progetto � proprio il
> fatto che noi riusiamo e adattiamo i metadati cos� come ci arrivano da
> editori e distributori.

assolutamente giusto.
catalogare e' un'attivita' dispensiosa in termini di tempo e risorse,
e come ricorda sempre Karen Coyle nei suoi talk i bibliotecari hanno
competenze straordinarie che dovrebbero impiegare per attivite' piu'
utili della catalogazione, visto che oramai i metadati si possono
(o dovrebbero) reperire con piu' facilita' in rete e da soggetti diversi.

a tale proposito, suggerisco questo link:
http://gavialib.com/2012/05/what-does-one-do-with-millions-of-marc-records/
e' assolutamente necessario insistere per liberare tutti i metadati
bibliografici (sia sbn che degli editori) e renderli disponibili in open
linked data.

lavorare oggi per integrare metadati in sistemi chiusi e arcaici come
gli opac attuali non e' sostenibile.

sono ansioso di vedere le novita' di MLOL a riguardo.

poi, giusto per curiosita' personale: in che formato sono i metadati che
gli editori vi forniscono? e con che sistema ve li passano?


saluti


--
raffaele messuti

Franco Perini

unread,
May 5, 2012, 12:16:21 PM5/5/12
to ebook e biblioteche

>(Giulio Blasi) il costo MASSIMO di un prestito
>digitale oggi (inclusa la quota parte per l'acquisto del
>contenuto) è 1 euro. È sufficiente il dato?
Non è il dato che è insufficiente, sono le componenti di costo
che non sono esplicitate. Torno a dire che mi piacerebbe sapere
questo 1 euro da dove viene fuori, quali costi include e se questo è
il costo reale che le biblioteche hanno riscontrato una volta che
hanno
diviso le spese (quali?) per i prestiti effettuati.
Al fine del mio ragionamento, però, tutto questo è ininfluente.

>(Giulio Blasi) Liberare lavoro umano dalla movimentazione del prestito
>(v. post della Gentilini di qualche settimana
>fa) e spostarlo al reference, alla selezione dei contenuti,
>all'organizzazione di eventi della biblioteca come
>"piazza del sapere", bene tutto questo è valore aggiunto
>generato dai minori costi di transazione del prestito.
Le cose non sono così semplici, non è che se sposto un po' di
movimentazione sul digital lending posso automaticamente spostare una
persona dal prestito al reference o all'organizzazione di eventi!
Comunque le mie osservazioni non negavano affatto il vantaggio
economico
per la biblioteca: chiedere trasparenza sul calcolo dei costi
non implica negare i vantaggi economici del digital lending
per la biblioteca.


>(Giulio Blasi) I costi sono inferiori sia per il lettore che per la biblioteca.
>Non le dico quanto spenderebbe in benzina/gasolio/metano/biglietti
>autobus/metro/taxi venendo in biblioteca a prelevare il libro altrimenti
>si spaventa...
Me lo dica invece, mi spavento volentieri. Se lei ha in mano
delle statistiche che mi dimostrino che gli utenti con il digital
lending risparmiano così tanto sul bus o le scarpe che usano
abitualmente per venire in biblioteca che ci ricavano il costo del
ebook reader che devono comperare per usare il servizio me le faccia
avere.
Altrimenti lasci perdere simili considerazioni, che non ci aiutano a
capire.

Io ho fatto notare che per leggere un ebook serve un reader, che
l'utente deve comperare di tasca sua.
Dunque il digital lending scarica un costo sugli utenti, a fronte
di un risparmio (come che sia calcolato) per la biblioteca.
Lei a questo punto mi obietta che gli utenti possono leggere un
epub sul PC di casa e non spendere nulla "è il pc che genera circa
100.000 consultazioni al mese di contenuti su MLOL."

Se le cose stanno così però dobbiamo guardarci negli occhi e
raccontare
le cose per bene, per quello che sono, con chiarezza; poi ognuno
farà le scelte che riterrà più opportune.
Paragonare la lettura su pc alla lettura su un ereader è come
paragonare
un viaggio di 1000 km fatto con un'utilitaria, con lo stesso viaggio
effettuato su una berlina di lusso. E' tutta un'altra storia. Alcuni
si rifiutano di fare un viaggio simile con un'utilitaria.
Se ammettiamo che il digital lending dei libri elettronici abbia come
target la lettura su PC, allora non possiamo più dire che scarichiamo
un costo sugli utenti. E' vero.
Però DOBBIAMO dire, con onestà, che offriamo un servizio di gran lunga
peggiore.

Se le cose vanno viste da questa angolazione (drastico peggioramento
del servizio, ma non scarico di costi sulle famiglie) allora che senso
ha confrontare i costi del digital lending con quelli del prestito
analogico?
Si tratta di servizi che offrono confort di lettura ben differenti
ed è logico che abbiano costi differenti. Il migliore costa di più.

Se è così, diciamoci chiaramente che con il digital lending, al
momento attuale,
andiamo ad offrire un servizio di seconda classe (o terza, a seconda
delle sensibilità)al posto di uno di prima classe, a fronte di costi
più bassi.
Certo i soldi risparmiati saranno reinvestiti in servizi, per carità.

Quello che deve essere chiaro è che l'operazione "digital lending",
come
la propone lei nella risposta che mi ha dato, non è più "risparmio
a parità di servizio", come si lasciava intendere nell'articolo da
lei pubblicato, ma "sacrifico la qualità del servizio, per investire
in altro".
Per giudicare dal punto di vista biblioteconomico un'operazione del
genere si
dovrebbe sapere in che cosa si reinvestono le somme risparmiate, ma
anche
fino a che punto il principio dell'universalità del servizio possa
essere
sacrificato. Non tutti sono disposti a leggere su un PC.

Tuttavia, io preferisco pensare che le biblioteche che fanno digital
lending
vogliano offrire un servizio d'eccellenza, che il loro target siano
utenti che
si dotano di lettori di ebook per avere la migliore esperienza di
lettura possibile
con i libri elettronici forniti dalla biblioteca.

Buona domenica a tutti.

Giulio Blasi

unread,
May 5, 2012, 1:07:31 PM5/5/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com

Il giorno sabato 5 maggio 2012, Franco Perini ha scritto:
Tuttavia, io preferisco pensare che le biblioteche che fanno digital
lending
vogliano offrire un servizio d'eccellenza, che il loro target siano
utenti che
si dotano di lettori di ebook per avere la migliore esperienza di
lettura possibile
con i libri elettronici forniti dalla biblioteca.

Lo penso anche io (che vogliano offrire un servizio di eccellenza). Ma su MLOL distribuiamo anche altre cose oltre agli ebook. Ad esempio file mp3 per i quali un ereader o un iPad non servono a nulla o peggiorano l'esperienza (su iPad ad esempio puoi scaricare e ascoltare un mp3 ma.... non salvarlo!). Ci sono poi ebook (collezione di Casalini Libri) non utilizzabili su ereader o tablet e dubito si tratti di cose di "serie B". Capisco che lei sia appassionato di ebook e ne sono lieto ma il digital lending: 1) riguarda TUTTE le tipologie multimediali e 2) per ciascuna tipologia multimediale ci sono molte, moltissime, varianti. In questi giorni - attirandomi giustamente un pò di ironie - ho parlato di questo stato di fatto come una situazione che ci costringe al "politeismo". Anche la domanda sui "componenti di costo" richiederebbe un'analisi lunghissima. E inoltre irrilevante ai fini della discussione.

In breve, il PC è ancora uno strumento fondamentale di accesso ai contenuti digitali (certo, non ai romanzi in formato ePub, lo ammetto). Siamo ancora in serie A, la retrocessione è scampata ancora per qualche stagione. Senza ironia alcuna: credo che il suo ragionamento sia viziato dall'idea che gli ereader dedicati ad inchiostro elettronico abbiano un qualche privilegio o posizione specifica particolare.

Ultima osservazione sul "lavoro di prestito analogico": adesso siamo all'inizio e dovremo far bilanci tra qualche anno ma davvero lei crede che convertire - non so - il 20% dei prestiti al digitale sia senza impatto sull'organizzazione del lavoro di un sistema bibliotecario? 



Buona domenica a tutti.


anche a lei
 
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
P.za Mentana, 1 20093 Cologno Monzese (Milan) ITALY
Tel. +39 02 253.08.446 Fax: +39 02 273.00.890
fpe...@comune.colognomonzese.mi.it
Http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it









Giulio Blasi

unread,
May 5, 2012, 3:01:41 PM5/5/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com, raffaele...@gmail.com


Il giorno venerdì 4 maggio 2012, raffaele messuti ha scritto:


a tale proposito, suggerisco questo link:
http://gavialib.com/2012/05/what-does-one-do-with-millions-of-marc-records/
e' assolutamente necessario insistere per liberare tutti i metadati
bibliografici (sia sbn che degli editori) e renderli disponibili in open
linked data.


Totalmente d'accordo anche se purtroppo in ambito commerciale si lavora spesso con metadati di cui non si dispone in termini di diritti distributivi. Grazie per il link, l'iniziativa di Harvard (da cui provengono ipotesi interessantissime negli ultimi anni, a partire da DPLA) è cruciale trattandosi di una delle prime 5 biblioteche del mondo.

 
lavorare oggi per integrare metadati in sistemi chiusi e arcaici come
gli opac attuali non e' sostenibile.


Totalmente d'accordo.
 

sono ansioso di vedere le novita' di MLOL a riguardo.

Ci arriveremo per gradi ma comunicheremo tempestivamente tutte le novità.
 

poi, giusto per curiosita' personale: in che formato sono i metadati che
gli editori vi forniscono? e con che sistema ve li passano?

C'è una grande varietà di sistemi. Per gli ebook trade si lavora generalmente con webservice su piattaforme proprietarie (niente OAI-PMH o simili per intenderci) e metadati Onix. 

 


saluti



saluti


 
raffaele messuti

marilena puggioni

unread,
May 6, 2012, 11:34:20 AM5/6/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Vi segnalo che su Rai Letteratura è disponibile la registrazione (in sei parti) di Librinnovando 2012
 
Marilena Puggioni


Da: Giulio Blasi <bl...@horizons.it>
A: "ebook-e-b...@googlegroups.com" <ebook-e-b...@googlegroups.com>
Cc: raffaele...@gmail.com
Inviato: Sabato 5 Maggio 2012 21:01
Oggetto: [ebook-biblioteche] Librinnovando e altro

FPe...@comune.colognomonzese.mi.it

unread,
May 7, 2012, 8:41:50 AM5/7/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Elena Borsa
> MLOL non è ancora pienamente integrata con l'OPAC
>e ha un sistema di ricerca dei contenuti non particolarmente performante.
>Navigando per argomenti sotto "Economia e lavoro - Imprese e management"
>oppure "Commercio" la risorsa non c'è. Scopro che invece è indicizzata in
"letterature".
>Al momento il mio acquisto è praticamente invisibile.

Perdonami Elena, ma non capisco: se non cataloghi la risorsa elettronica,
come fai a vederla nell'opac?
Che uno possa desiderare un'integrazione forte, con i dati che arrivano in
automatico, lo capisco; ma fino a che non è così,
perché non catalogate l'opera come al solito, magari linkando alla pagina
di MLOL?
Ciao

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
P.za Mentana, 1 20093 Cologno Monzese (Milan) ITALY
Tel. +39 02 253.08.446 Fax: +39 02 273.00.890
fpe...@comune.colognomonzese.mi.it
Http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it



Elena Borsa <ebbe...@gmail.com>
Inviato da: ebook-e-b...@googlegroups.com
04/05/2012 12.04
Oggetto
[ebook-biblioteche] Re: Librinnovando e altro

Elena Borsa

unread,
May 7, 2012, 9:18:42 AM5/7/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Rispondo rapidamente riservandomi il resto delle osservazioni per un momento di maggiore calma.
Si potrebbe pensare di catalogare le risorse digitali, ma a quel punto occorrerebbe decidere QUALI risorse catalogare (solo e-book? E i quotidiani? E i classici di liber liber?)
La verità è che attualmente noi viaggiamo su due binari: l'opac dei documenti fisici e il portale MLOL per il digitale. Il che non sarebbe neanche un problema così insormontabile se per esempio fosse possibile al bibliotecario, in fase di acquisto, attribuire una risorsa ad una delle categorie semantiche (o faccette che dir si voglia) proposte.
Per il resto, come dicevo, riprenderò il discorso quanto prima.
Buon lavoro a tutti
Elena


Il giorno lunedì 7 maggio 2012 14:41:50 UTC+2, fpe...@comune.colognomonzese.mi.it ha scritto:
Elena Borsa
> MLOL non è ancora pienamente integrata con l'OPAC
>e ha un sistema di ricerca dei contenuti non particolarmente performante.
>Navigando per argomenti sotto "Economia e lavoro - Imprese e management"
>oppure "Commercio" la risorsa non c'è. Scopro che invece è indicizzata in
"letterature".
>Al momento il mio acquisto è praticamente invisibile.

Perdonami Elena, ma non capisco: se non cataloghi la risorsa elettronica,
come fai a vederla nell'opac?
Che uno possa desiderare un'integrazione forte, con i dati che arrivano in
automatico, lo capisco; ma fino a che non è così,
perché non catalogate l'opera come al solito, magari linkando alla pagina
di MLOL?
Ciao

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
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Elena Borsa <ebbe...@gmail.com>
04/05/2012 12.04
Per favore, rispondere a

FPe...@comune.colognomonzese.mi.it

unread,
May 7, 2012, 9:26:08 AM5/7/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Blasi
> Capisco che lei sia appassionato di ebook e ne sono lieto ma il digital
lending: 1) riguarda TUTTE le tipologie multimediali
Mi compiaccio con lei che MLOL consenta il prestito digitale anche di
altre tipologie multimediali, ma la cosa è del tutto irrilevante.
Visto che siamo su una lista che si chiama "ebook-e-biblioteche" (e non
digital lending e biblioteche) penso di poter proporre un ragionamento che
riguarda il solo digital lending degli ebook (in generale, non quello
offerto dalla sua piattaforma in particolare).
Il ragionamento mostra che il digital lending degli ebook scarica sul
lettori dei costi, oppure che offre un servizio molto peggiore di quello
offerto con il cartaceo.
Ovviamente questo non chiude i giochi (non può essere questo il senso
dell'osservazione), ma dovrebbe stimolare una riflessione su come gestire
questa criticità.
Potrei scegliere di comperare in formato elettronico solo una copia
aggiuntiva a quella cartacea, potrei cercare di capire quale tipo di
pubblicazione di presta maggiormente ad essere letta dietro il monitor di
un pc... insomma mi piacerebbe sentire delle opinioni in questo senso.
Fare semplicemente finta che il problema non ci sia, dire che, si può
leggere anche dietro un monitor o sul cellulare, purché la biblioteca
risparmi, non mi convince.

Blasi
>Ultima osservazione sul "lavoro di prestito analogico": adesso siamo
all'inizio e dovremo far bilanci tra qualche anno ma davvero lei crede che
convertire - non so - il 20% dei >prestiti al digitale sia senza impatto
sull'organizzazione del lavoro di un sistema bibliotecario?
Questo dipende da come viene gestita l'organizzazione, alcune realtà
potrebbero saperne approfittare, altre molto meno.
Sotto questo profilo mi trova un po' pessimista, non mi aspetto che siano
molte le biblioteche in grado di riorganizzarsi traendo i dovuti vantaggi
da uno spostamento della movimentazione sul digitale del 20%.

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
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05/05/2012 19.01
<ebook-e-b...@googlegroups.com>
CC

Oggetto
[ebook-biblioteche] I costi del digital lending

Nicola Cavalli

unread,
May 7, 2012, 5:40:05 PM5/7/12
to ebook e biblioteche
Salve alla lista,

Ho finalmente letto la discussione e, oltre a ringraziare Luciana per
la partecipazione a Linrinnovando, per il bell'intervento e resoconto,
mi chiedevo che senso abbia ragionare di digital lending di ebook
tentando di capire se questo offra poi un prestito di serie A, B o
altro. Parlo qui come ricercatore, mi pare che semplicemente ci sia,
come ha fatto anche notare Cecilia Averame, una fascia di lettori,
nativi digitali ma non solo, anche immigranti digitali technofan o
utenti avanzati e sofisticati, per usare delle definizioni celebri
usate ed abusate, che semplicemente vogliono il digitale e considerano
solo il digitale. Offrire servizi di digital lending consente alle
biblioteche di includere nei loro servizi questi utenti che al
momento, come si evince da una ricerchina che presenterò al Salone, si
rivolgono ai canali commerciali o ai siti di peer-to-peer. Nelle
biblioteche accademiche questo processo e' più avanzato ed iniziato da
diversi anni, ora inizia a diventare evidente la sua necessita' anche
per le pubbliche.

A presto e grazie per tutti gli stimoli!

Nicola Cavalli

FPe...@comune.colognomonzese.mi.it

unread,
May 8, 2012, 10:30:14 AM5/8/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
>Cavalli: mi chiedevo che senso abbia ragionare di digital lending di
ebook
>tentando di capire se questo offra poi un prestito di serie A, B o altro.


Il senso c'è, forse non lo trova perché ragiona troppo come farebbe un
editore e troppo poco da bibliotecario.
Un editore si deve preoccupare di raggiungere solo i clienti potenziali
dei suoi prodotti, di coloro che non sono clienti potenziali non si deve
preoccupare. L'editore è libero di sezionare il suo mercato di riferimento
e di non avere un'offerta interessante per tutti.
La biblioteca è un servizio per tutta la comunità, se un'opera non è
accessibile perché la persona a cui serve è cieca, dislessica o allettata,
allora c'è un ostacolo da rimuovere. Se le opere che metto a disposizione
con il digital lending sostituiscono i libri (non è detto che debba essere
così, la questione potrebbe essere proprio - come - costruire un
patrimonio digitale salvaguardando l'universalità del servizio) allora ho
creato una barriera per molte persone (il 50% che non ha in casa neppure
un pc per leggere l'ebook, con le parole di Elena "così facendo, ho
tagliato fuori dalla fruizione di questa risorsa una larga fetta di
utenti".) e offro un servizio peggiore al prestito del libro, per il
restante 49%, che ha sì un pc, ma non un tablet o un ereader.
Questo è un problema, per un editore non lo sarebbe, ma per noi lo è.

Ma in questo modo agganciamo il pubblico di coloro che vogliono il
digitale e considerano solo il digitale, mi dirà lei.
Le rispondo così
Se io non ho un tablet/ereader o pc, un ebook non lo leggo, non è una
questione di gusti, non lo posso fare. Sono escluso.
Chi vuole il digitale può pur sempre leggersi il libro; se non lo fa, non
sono io che lo escludo.
Temo che per agganciare il pubblico che dice lei, alla biblioteca non
basti avere una collezione digitale: per avere successo dovrebbe avere una
"vita digitale". Dovrebbe essere presente nelle reti sociali in modo
vitale e interattivo, dovrebbe essere capace di promuovere una comunità
virtuale/locale capace di aggregare interessi, contenuti, interazioni,
conversazioni.

Lei s'immagina che il digital lending sia pensato per "utenti che al
momento, si rivolgono ai canali commerciali o ai siti di peer-to-peer".
Blasi pensa che debba essere orientato al grande pubblico di coloro che
posseggono almeno un pc.
Trovo le due cose molto differenti, chissà i bibliotecari cosa hanno in
mente...
Buona giornata a tutti

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
P.za Mentana, 1 20093 Cologno Monzese (Milan) ITALY
Tel. +39 02 253.08.446 Fax: +39 02 273.00.890
fpe...@comune.colognomonzese.mi.it
Http://www.biblioteca.colognomonzese.mi.it



Nicola Cavalli <nicola....@gmail.com>
Inviato da: ebook-e-b...@googlegroups.com
07/05/2012 23.33
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ebook-e-b...@googlegroups.com


Per
ebook e biblioteche <ebook-e-b...@googlegroups.com>
CC

Oggetto
Re: Rif: [ebook-biblioteche] I costi del digital lending

Luciana Cumino

unread,
May 8, 2012, 10:49:22 AM5/8/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Ciao Nicola,
innanzitutto grazie a te per l'invito a partecipare attivamente ad un evento così interessante.
Per quanto riguarda il ragionamento sui costi del digital lending secondo me invece ha molta importanza capire quanto sia il reale costo di un servizio del genere. Mi rendo conto che la visione di un ricercatore sia ben diversa da quella di un bibliotecario, ma capisco la collega Elena Borsa quando si preoccupa dei costi del digitale. Il digital lending almeno per il momento serve solo una piccola nicchia della popolazione. Anche se il 50% della popolazione ha un PC questo vuol dire però che c'è un altro 50% che non ce l'ha. Inoltre, tra quelli che hanno il PC, quanti lo usano per leggere libri? Questo vuol dire che una biblioteca deve valutare con molta attenzione come spendere i suoi soldi in questo periodo (che temo durerà molto a lungo) di scarsi bilanci: si comprano libri che potranno essere utilizzati dalla maggior parte delle persone oppure ci si abbona al digital lending e si comprano ebook che vengono letti da una percentuale molto bassa del nostro pubblico (l'utenza delle biblioteche pubbliche è ben diversa da quella delle università, innanzitutto per l'eterogeneità delle fasce d'età e molto altro), hanno più limitazioni d'uso e per giunta finiscono per costare anche più del libro cartaceo? Con questo non voglio certo oppormi all'avvento del digitale, anzi, ma queste analisi e questi dibattiti servono per compiere scelte più consapevoli e non solo travolti dalla novità del momento, e chissà magari possono stimolare editori e rivenditori ad apportare cambiamenti significativi nelle strategie commerciali.
Le biblioteche ed i bibliotecari non per questo devono rinunciare ai servizi legati alla lettura digitale, occorre però allargare il più possibile il bacino di utenza attraverso l'alfabetizzazione dei lettori che spesso non vedono delle ragioni sufficienti per cui dovrebbero passare dal libro alla lettura su schermo (reader, smartphone, monitor, tablet, etc..).
Ho avuto un'esperienza molto utile con una mia collega tutt'altro che tecnofila che però, nel momento in cui si è trovata a dover fare spesso tragitti in metropolitana, ha apprezzato il passaggio alla lettura su ereader. Io stessa mi trovo a leggere più di prima perchè nei tempi morti imprevisti ho sempre qualche libro sul mio cellulare da leggere anche se lo schermo è piccolo e di primo acchito sembrerebbe impensabile. Occorre lavorare per allargare il bacino dei lettori, il digitale e la tecnologia possono essere d'aiuto ed offrire nuove possibilità, ma dobbiamo essere noi a trovare il modo di proporre il cambiamento/affiancamento e a dare gli stimoli giusti.

Luciana

Bianca G.

unread,
May 8, 2012, 11:40:13 AM5/8/12
to ebook e biblioteche
Cari tutti,
Io proverei a cambiare la prospettiva dei servizi che vengono erogati
in biblioteca. Se si ritiene la biblioteca un mero fornitore di
contenuti o, ancora più restrittivamente, di soli documenti allora, è
vero, il libro cartaceo probabilmente resterà per molto tempo il
supporto più semplice da diffondere e da fruire. Ma la biblioteca non
è piuttosto altro? Non è anche un insieme di servizi che accompagnano
il lettore alla scoperta dell'informazione, ovunque si trovi?
Mi sembra che l'offerta di contenuti si stia sviluppando al momento in
molteplici direzioni che la biblioteca ha non solo la possibilità ma
il dovere di esplorare. La promozione degli ebook mi sembra
attualmente uno tra gli obiettivi fondamentali delle biblioteca per
molti motivi:
- information literacy: si allarga sempre più la possibilità per
qualsiasi utente di ottenere documenti da una miriade di fornitori e
leggerli su una miriade di supporti (proprio in questi giorni si
annunciano i libri di Google Play in Italia). Emerge un panorama molto
complesso e frammentario, difficile da comprendere per chi lavora nel
settore, figuriamoci per gli utenti. Gli utenti che non possono o non
vogliono essere partecipi di questo cambiamento che è nei fatti
dovrebbero essere lasciati al loro destino? La biblioteca puo' fornire
in questa direzione invece un servizio di alfabetizzazione
fondamentale perché l'utenza non rimanga lontano dai meccanismi di
produzione dei documenti.
- bibliodiversità: i materiali che non si trovano in Google o su
IBooks rischieranno sempre piu' la scomparsa: la biblioteca potrà
invece proporli.
- garanzia di accesso: chi non ha l'Ipad, il dispositivo al momento
più costoso, non potrà mai sperimentare per es., anche solo in
assaggio, gli ebook avanzati che si stanno producendo per questo
device? Perché non fornire un iPad in biblioteca?
Le iniziative di prestito di reader che si sono succedute sulla scia
di Cologno Monzese possono servire proprio a non scaricare i costi dei
device sugli utenti. In ogni caso non esistono solo i reader: gli
smartphone hanno una diffusione enorme. Anche se in pochi (ancora?) si
comprerebbero un ebook per la consultazione su smartphone, potrebbero
voler dare un'occhiata a un ebook gratuito, disponibile in
biblioteca...
- formazione sulla complessità del panorama documentario: lasciamo gli
utenti meno smaliziati "soli" a consultarsi libri-app scaricati su
smartphone pensando che esauriscano il patrimonio documentario o
cerchiamo di portarli sul portale/catalogo della biblioteca o
(speriamo) anche alla biblioteca fisica proponendo loro contenuti che
possano competere con ciò che cercano?
- promozione del materiale cartaceo: in un catalogo integrato posso
cercare un ebook e non trovarlo ma trovare al suo posto il cartaceo, e
viceversa... (essenziale a mio avviso, per questo, l'integrazione del
"catalogo del digitale" con il catalogo tradizionale
- accessibilità: i reader sono spesso provvisti di una funzione di
text-to-speach che funziona molto bene, conferendo così potenzialmente
accesso ai non vedenti a una mole di materiali aggiuntivi...

Mi pare che la discussione dovrebbe riguardare come rendere
disponibili in maniera fruibile e sostenibile i materiali digitali,
piuttosto che continuare a contrapporli ai materiali tradizionali.
Quindi ottimi e necessari i discorsi sui costi, ma senza pensare di
chiudere al digitale. Se il modello attuale non appare ancora
convincente non vuol dire che i contenuti digitali siano da
tralasciare, ma anzi puo' significare che è necessaria una maggiore
sperimentazione.
Buon lavoro,

Bianca
> <nicola.cava...@gmail.com>ha scritto:

Nicola Cavalli

unread,
May 8, 2012, 5:44:43 PM5/8/12
to ebook e biblioteche
Cari tutti,

Per fortuna leggo questa discussione nel digest serale e ho quindi
visto insieme i tre messaggi.
Mi associo in pieno alle considerazioni di Bianca Gai, che suggerisce
di spostare il discorso su un piano un po' più generale e certamente
non di contrapposizione cartaceo/digitale, come d'altronde non di
contrapposizione editori/biblioteche o di altro tipo, come ad esempio
digital lending/prestito di device.
Credo fortemente che sia auspicabile che tutti gli attori della
filiera lavorino insieme per trovare insieme le modalità migliori di
transitare ad un ecosistema che comprenda anche il digitale.
Librinnovando, ma anche la Ledi, libreria commissionaria e
intermediario fra biblioteche ed editori lavora per questo.

A presto, un saluto a tutt*

Nicola

Elena Borsa

unread,
May 9, 2012, 8:43:09 AM5/9/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com

Buongiorno a tutti.
Cerco di riprendere un po' le file del discorso che si fa interessante...


Anzitutto mi compete una precisazione: non credo che nessuno in questa sede abbia il benché minimo dubbio sulla necessità per le biblioteche di offrire servizi digitali. Mi pare che le biblioteche da questo punto di vista non si siano mai tirate indietro, anche se a volte con colpevoli ritardi.
E nemmeno nessuno (tranne forse qualche amministratore un po' ingenuo) si sogna che le risorse e i servizi digitali possano costituire un risparmio di costi. Se si migliora l'offerta e la qualità dei servizi è giocoforza che i costi aumentino (ricordo ancora le discussioni a proposito della costituzione dei sistemi bibliotecari).


Il mio problema è squisitamente pratico, ossia la necessità di conciliare bassissime disponibilità economiche e la mission inclusiva della biblioteca, già ricordata da perini. In questo momento e allo stato attuale delle cose, l'investimento nel digitale, pur necessario, rende molto difficile questa conciliazione per diversi motivi:


- il digital lending sui supporti di lettura è ancora molto ampio: non basta un pc per apprezzare i vantaggi del digitale. Serve un dispositivo portatile, con caratteristiche di leggerezza, robustezza, maneggevolezza, economicità (già un tablet 10" non è proprio il massimo: avete mai visto in metropolitana o in tram qualcuno leggere con un ipad? non fa venire certo voglia di imitarlo!). Per leggere sul divano il buon vecchio libro cartaceo è più che sufficiente. Per questo alcune biblioteche offrono anche il noleggio dei readers, cosa che tra l'altro consente di rendere disponibili classici per le scuole ai ragazzini per le famigerate "letture estive", testi in lingua originale con dizionario integrato per gli stranieri, audiolibri e libri con text-to-speech per dislessici... tutte fasce di utenza che necessitano di una fortissima azione di inclusione sociale;


- sul musicale la concorrenza è spietata (ci si è messa persono l'Esselunga!) perché è forse la tipologia di contenuto sulla quale il settore commerciale si è mosso per primo per contrastare la pirateria; come possiamo essere davvero incisivi e competitivi (è una domanda non retorica)?


- per i quotidiani e periodici: attualmente non si può pensare di sostiuire la collezione cartacea con quella digitale, perché il target che consulta i quotidiani è difficilissimamente convertibile. Questo significa che i costi raddoppiano (devo acquistare il cartaceo E il digitale); il vantaggio reale di MLOL riguarda i quotidiani in lingua;


- non è pensabile a mio avviso che, semplicemente mettendo in piazza una collezione digitale, gli smanettoni del pear-to-pear improvvisamente si convertano alla legalità del servizio pubblico. Chi fruisce in maniera intensiva del mercato delle risorse digitali è già perfettamente inserito in un ecosistema di cui conosce e domina i canali, siano essi legali o meno. Come noi non facciamo concorrenza alle librerie, così non possiamo fare concorrenza ad amazon, google play o quant'altro. Come dice Perini, serve che le biblioteche si posizionino globalmente nell'universo digitale. Semmai il nostro obiettivo più ragionevole al momento è quello di favorire l'alfabetizzazione digitale, offrire cioè opportunità di inclusione. Così è stato con il supporto DVD con le salette film, così con internet, così sarà anche con ebook e simili. Si può cioè coltivare una fetta di pubblico, ma pensare di catturare un target che è già perfettamente ambientato altrove è - almeno al momento - improbabile;


- attualmente, per quanto imperfetti e "primitivi" possano essere, gli opac sono il nostro unico sistema di indicizzazione dell'informazione. Non a caso, i record dell'Harvard library sono MARC21 e vengono da un OPAC, non dalla Luna, pur con tutte le dichiarate imperfezioni (viene precisato mi pare che il set non è stato "pulito"). Se si vuole costruire qualcosa di veramente funzionale per le biblioteche, non si può prescindervi. Già in passato sono stati fatti tentativi per uniformare sistemi di derivazione commerciale e sistemi biblioteconomici, e per integrare in opac risorse digitali. Non occupandomi di catalogazione non saprei dire a che punto siamo. Sarebbe interessante esaminare esperienze già in corso.

Confermo però la mia personalissima convinzione che la scarsa interoperabilità dei due archivi (opac tradizionale e medialibray) e la difficoltà di ricerca delle risorse in MLOL sono attualmente elementi di svantaggio per il digitale nelle biblioteche. Immagino che sia economicamente più sostenibile riciclare i metadati così come vengono forniti, ma a questo punto si torna al discorso degli investimenti economici: meglio buttar dentro di tutto un po' puntando sulla quantità o investire in risorse di qualità correttamente indicizzate e quindi più facilmente recuperabili?

Confermo inoltre che l'idea di "liberare risorse dalla catalogazione per impiegarle nel reference" non è così semplice, nè tantomeno produttivo: la catalogazione è oramai un'attività di alta specializzazione, che viene svolta centralmente da un pool ristretto di persone (in Fondazione sono 2 per più di 50 biblioteche). 


Per concludere: ho voluto elencare alcune criticità semplicemente per proporre spunti di riflessione, non per fare polemica. L'obiettivo credo sia comune: quello di fornire un servizio - come ha detto qualcuno - di serie A per tutti.

Buon pomeriggio

Elena

Giulio Blasi

unread,
May 9, 2012, 10:45:15 AM5/9/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Buongiorno a tutti. Inserisco qualche commento nel corpo del messaggio di Elena Borsa che mi pare molto interessante. Intervengo sistematicamente perché si chiama in gioco MLOL e mi pare quindi utile chiarire alcuni punti.

Il giorno 09 maggio 2012 14:43, Elena Borsa <ebbe...@gmail.com> ha scritto:

Buongiorno a tutti.
Cerco di riprendere un po' le file del discorso che si fa interessante...


Anzitutto mi compete una precisazione: non credo che nessuno in questa sede abbia il benché minimo dubbio sulla necessità per le biblioteche di offrire servizi digitali. Mi pare che le biblioteche da questo punto di vista non si siano mai tirate indietro, anche se a volte con colpevoli ritardi.
E nemmeno nessuno (tranne forse qualche amministratore un po' ingenuo) si sogna che le risorse e i servizi digitali possano costituire un risparmio di costi. Se si migliora l'offerta e la qualità dei servizi è giocoforza che i costi aumentino (ricordo ancora le discussioni a proposito della costituzione dei sistemi bibliotecari). Il mio problema è squisitamente pratico, ossia la necessità di conciliare bassissime disponibilità economiche e la mission inclusiva della biblioteca, già ricordata da perini. In questo momento e allo stato attuale delle cose, l'investimento nel digitale, pur necessario, rende molto difficile questa conciliazione per diversi motivi:


Sulla faccenda dei costi rimango convinto che: 1) la comparazione tra analogico e digitale serva ed è tutta a vantaggio del digitale e che 2) sia sbagliato immaginare gli investimenti e i costi in termini di somma. Metà degli italiani usano il PC e sono pronti (come ci dicono tutti i dati) al consumo di contenuti digitali. Fatto cento del budget per i contenuti delle biblioteche il tema di cui stiamo parlando è quanta parte di questo budget vada deviato sul digitale e non quanto dobbiamo aggiungere al budget di base per aprire servizi digitali. Ovviamente questo richiede analisi e valutazioni e le cose che scrive Elena la condurranno a decidere in un modo oppure in un altro nel suo contesto specifico. Le risorse sono esigue, è vero, ma a livello sistemico molto meno e il digitale è un investimento massimamente efficiente per i sistemi bibliotecari, molto più che per biblioteche singole.

Se partiamo dal presupposto che il budget delle biblioteche è intoccabile nella sua forma attuale beh allora abbiamo un problema serio. In Lombardia (per guardare a una delle regioni più attive in termini di sistemi di cooperazione) si spendono 115 milioni l'anno per le biblioteche (sono esclusi i costi di struttura che un'azienda privata computerebbe ma che la PA non computa mai perché si tratta di edifici suoi). Sono convinto che dentro questo budget ci sia lo spazio per una sperimentazione intelligente, variegata e motivata con dati di utilizzo reale, del digitale in tutte le sue forme.

Se invece pensiamo che i costi del digitale debbano essere costi aggiuntivi beh allora temo ci si scontrerà con la crisi radicale dei modelli di spesa della PA e del welfare. Non ce la faremo, non nel prossimo futuro almeno. Il digitale è rimandato per almeno un decennio...

A proposito di mission inclusiva, non dimentichiamo poi che le biblioteche hanno in Italia un impatto dell'11.7 % su base nazionale. Un quinto degli utenti internet...

L'approccio al digitale è un modo per ampliare il pubblico delle biblioteche a persone che non ci sono mai entrate perché i loro stili di consumo non coincidono con la distribuzione analogica che caratterizza in modo determinante le biblioteche oggi. La musica oggi si consuma in rete. In molti paesi anche l'home video è ormai solo in rete. I quotidiani crescono moltissimo. E in paesi come gli USA la lettura di libri è al 20% in rete.

Senza il passaggio al digitale le biblioteche ridurranno il loro impatto nel medio-lungo termine.
 

- il digital lending sui supporti di lettura è ancora molto ampio: non basta un pc per apprezzare i vantaggi del digitale. Serve un dispositivo portatile, con caratteristiche di leggerezza, robustezza, maneggevolezza, economicità (già un tablet 10" non è proprio il massimo: avete mai visto in metropolitana o in tram qualcuno leggere con un ipad? non fa venire certo voglia di imitarlo!). Per leggere sul divano il buon vecchio libro cartaceo è più che sufficiente. Per questo alcune biblioteche offrono anche il noleggio dei readers, cosa che tra l'altro consente di rendere disponibili classici per le scuole ai ragazzini per le famigerate "letture estive", testi in lingua originale con dizionario integrato per gli stranieri, audiolibri e libri con text-to-speech per dislessici... tutte fasce di utenza che necessitano di una fortissima azione di inclusione sociale;


Suggerirei di affrontare l'argomento distinguendo per tipologia di testi (accademici, trade, professionali, scolastico, ecc.).  E' un suggerimento di Gino Roncaglia che mi sembra utile a introdurre ulteriori variabili nelle decine di forme (e supporti) diverse che assume il digital lending (anche dei soli ebook). Io sono un lettore di saggi e romanzi su iPad e non rinuncerei a questa modalità di esperienza di lettura per nessun ereader e tanto meno per la carta. Credo si debba quindi guardare alle analisi di mercato effettive e alle linee di tendenza che ci mostrano una crescita 9:1 (1 ereader ogni 9 tablet) definendo quindi preferenze diverse che finiranno inevitabilmente per riflettersi anche sulle preferenze in termini di modalità di lettura. Google Play mi pare la prova abbastanza lampante che non è insensato credere questo, stando ai dati attuali.

Ci sono tipologie di testi che si consultano SOLO o prevalentemente al PC. Esempi: un articolo di biologia  molecolare o un saggio storico, una banca dati giuridica.

Senza contare che puntare troppo sulla distanza tra PC Tablet Ereader e quant'altro significa non cogliere la velocità ciclica di cambiamento di questi supporti. E' necessario ragionare in modo più astratto se vogliamo parlare di politiche di medio-lungo termine.


- sul musicale la concorrenza è spietata (ci si è messa persono l'Esselunga!) perché è forse la tipologia di contenuto sulla quale il settore commerciale si è mosso per primo per contrastare la pirateria; come possiamo essere davvero incisivi e competitivi (è una domanda non retorica)?


Beh su questo campo francamente l'offerta MLOL mi pare piuttosto incisiva. 50.000 album in streaming, 15 mila in streaming anche su iPad, 150.000 album in download (incluso il catalogo Sony) e mille altre cose... Insomma, su questo battiamo l'Esselunga alla grande che ti regala UNA traccia mp3 ogni n euro di spesa. Con MLOL la biblioteca regala all'utente 144 tracce l'anno (che rimangono a lui per sempre) e illimitati dischi in streaming senza alcuna contropartita commerciale e con costi di licenza flat.

Inoltre estenderemo appena possibile la collezione MLOL anche agli spartiti musicali.
 


- per i quotidiani e periodici: attualmente non si può pensare di sostiuire la collezione cartacea con quella digitale, perché il target che consulta i quotidiani è difficilissimamente convertibile. Questo significa che i costi raddoppiano (devo acquistare il cartaceo E il digitale); il vantaggio reale di MLOL riguarda i quotidiani in lingua;



Non voglio e non posso entrare in una discussione sui numeri statistici di MLOL qui ma invito bibliotecari su MLOL a esaminare i dati dei singoli sistemi con attenzione. Più del 50% delle consultazioni di quotidiani sono fatte su quotidiani nazionali come Corriere, Gazzetta, Repubblica, Sole. Stiamo parlando di migliaia di consultazioni al mese (a livello sistemico). Stiamo inoltre lavorando all'ampliamento della base dei periodici nazionali (non solo quotidiani).
 


- non è pensabile a mio avviso che, semplicemente mettendo in piazza una collezione digitale, gli smanettoni del pear-to-pear improvvisamente si convertano alla legalità del servizio pubblico. Chi fruisce in maniera intensiva del mercato delle risorse digitali è già perfettamente inserito in un ecosistema di cui conosce e domina i canali, siano essi legali o meno. Come noi non facciamo concorrenza alle librerie, così non possiamo fare concorrenza ad amazon, google play o quant'altro. Come dice Perini, serve che le biblioteche si posizionino globalmente nell'universo digitale. Semmai il nostro obiettivo più ragionevole al momento è quello di favorire l'alfabetizzazione digitale, offrire cioè opportunità di inclusione. Così è stato con il supporto DVD con le salette film, così con internet, così sarà anche con ebook e simili. Si può cioè coltivare una fetta di pubblico, ma pensare di catturare un target che è già perfettamente ambientato altrove è - almeno al momento - improbabile;



Non credo che il punto sia questo. Non si tratta di catturare un target. Si tratta di incontrare uno stile di consumo e un canale distributivo preferenziale per gli utenti. Come dicevo sopra, per la musica e per l'home video il fenomeno è già totalmente sviluppato in paesi come gli USA ed è prossimo a radicalizzarsi anche da noi. Non casualmente siamo riusciti a fare un accordo con la Sony per la distribuzione del loro intero catalogo musicale in formato DRM Free e senza limitazioni utenti concorrenti (a parità di prezzo!!).

L'impatto del'11.7% delle biblioteche italiane (contro il 69% delle public library americane) dovrebbe indurci a un po' di cautela nelle nostre sicurezze sugli stili di consumo mediale del pubblico italiano. Le biblioteche (purtroppo) non sono un osservatorio privilegiato o statisticamente maggioritario.
 


- attualmente, per quanto imperfetti e "primitivi" possano essere, gli opac sono il nostro unico sistema di indicizzazione dell'informazione. Non a caso, i record dell'Harvard library sono MARC21 e vengono da un OPAC, non dalla Luna, pur con tutte le dichiarate imperfezioni (viene precisato mi pare che il set non è stato "pulito"). Se si vuole costruire qualcosa di veramente funzionale per le biblioteche, non si può prescindervi. Già in passato sono stati fatti tentativi per uniformare sistemi di derivazione commerciale e sistemi biblioteconomici, e per integrare in opac risorse digitali. Non occupandomi di catalogazione non saprei dire a che punto siamo. Sarebbe interessante esaminare esperienze già in corso. 

 

Confermo però la mia personalissima convinzione che la scarsa interoperabilità dei due archivi (opac tradizionale e medialibray) e la difficoltà di ricerca delle risorse in MLOL sono attualmente elementi di svantaggio per il digitale nelle biblioteche. Immagino che sia economicamente più sostenibile riciclare i metadati così come vengono forniti, ma a questo punto si torna al discorso degli investimenti economici: meglio buttar dentro di tutto un po' puntando sulla quantità o investire in risorse di qualità correttamente indicizzate e quindi più facilmente recuperabili?


Sono totalmente d'accordo su questo. Il MARC21 prodotto da Harvard però ha però dei costi e il tema è chi li sostiene. La mia è una micro-impresa privata, non rappresento lo Stato o la PA. Nell'elaborare il progetto MLOL per le biblioteche pubbliche ho dovuto (e continuo a dover) stringere sui costi in modo radicale altrimenti non sarebbe mai partito (ed eravamo già 10 anni indietro rispetto agli USA nel 2009...).

Ciò detto, come dicevo in precedenza, stiamo predisponendo delle soluzioni (in particolare per gli ebook) per arrivare a una scheda catalografica formalmente corretta e una buona indicizzazione per soggetto in tempi brevi. In altri ambiti siamo già adesso molto meglio degli OPAC: come suggerivo in una mail precedente, in termini di generi musicali distinguiamo già oltre 120 generi e abbiamo una catalogazione per traccia musicale...

L'omogeneità con le risposte dell'OPAC va naturalmente elaborata ulteriormente ed è uno dei nostri indirizzi di sviluppo principali al momento.

Non credo comunque che la catalogazione manuale degli ebook in biblioteca sia un'ipotesi sostenibile. Si tratta invece di lavorare con i metadati che ci sono e cercare di migliorarli in modo automatico e scalabile attraverso quanto è GIA' in nostro possesso o con economie di scala superiori.

Un saluto a tutti


Giulio Blasi
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Elena Borsa

unread,
May 11, 2012, 3:57:36 AM5/11/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Leggendo questa risposta mi sono venute in mente tante precisazioni e obiezioni. Avevo già cominciato a postarle, ma poi stamattina ho letto l'articolo su corriere.it segnalato in aib-cur, che riguarda il dibattito del salone su e-book e sopravvivenza delle biblioteche. Che dire? Che ancora una volta bisogna partire da lì: le biblioteche continueranno a vivere (e anche meglio di ora) non se scimmiotteranno i canali commerciali (con i quali non hanno NESSUNA possibilità di competere, né tantomeno di accaparrarsi fette di mercato), ma se saranno in grado di offrire servizi qualitativamente diversi, con un ruolo forte di intermediazione informativa e culturale. Se offriranno a tutti le stesse possibilità, pensando all'utente digitale quanto al vecchietto che legge il giornale di carta.
E la strada secondo me rimane quella della qualità e cura dell'informazione: la selezione dei contenuti, ma soprattutto la loro indicizzazione, promozione, facilità di recupero. Le biblioteche hanno una tradizione millenaria in questo campo, cerchiamo - abbagliati dall'offerta ipertrofica e confusa dei megstore digitali - di non farci abbagliare buttando il bambino con l'acqua sporca.
Buona giornata
Elena

FPe...@comune.colognomonzese.mi.it

unread,
May 12, 2012, 8:59:29 AM5/12/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Borsa: le biblioteche continueranno a vivere ...se saranno in grado di
offrire servizi qualitativamente diversi, con un ruolo forte di
intermediazione informativa e culturale.

Immagino che nel nostro futuro saranno sempre di più gli algoritmi a
guidare scelte e selezioni. Ma anche gli algoritmi hanno una mamma (o un
papà) che li plasmano a loro uso e consumo, possono lasciarli opachi o
renderne trasparente il modo in cui funzionano; il "ruolo forte di
intermediazione informativa e culturale" cui parli dovrebbe impegnarsi
anche in questa direzione. O forse domani il nostro compito di
intermediazione informativa e culturale, sarà selezionare l'algoritmo più
adatto e insegnare ad usarlo, così come oggi facciamo per le fonti.

Blasi: Metà degli italiani usano il PC e sono pronti (come ci dicono
tutti i dati) al consumo di contenuti digitali.

Penso che abbiamo bisogno di dati precisi, dire che gli italiani "sono
pronti al consumo di contenuti digitali" è un'affermazione un po'
generica.
Se parliamo di Ebook dobbiamo capire con quale dispositivo sono
disponibili a farlo a seconda delle differenti tipologie di testi; ma
anche è importante sapere chi sono: sono già utenti della biblioteca o
sono altri che in biblioteca non ci vengono? Dice bene Blasi quando scrive
"L'approccio al digitale è un modo per ampliare il pubblico delle
biblioteche a persone che non ci sono mai entrate perché i loro stili di
consumo non coincidono con la distribuzione analogica che caratterizza in
modo determinante le biblioteche oggi", ma è proprio per questo che non mi
aspetterei grandi risparmi sul fronte della movimentazione del libro:
spero che un 20% di prestito digitale non significhi un 20% in meno di
libri da movimentare.

Le cifre pubblicate su
http://ehibook.corriere.it/2012/05/10/ok-lebook-ma-che-ne-sara-delle-ebiblioteche/

mi lasciano perplesso: possibile che per le 2.300 biblioteche italiane
del network Media Library ci sia una stima per l’anno solare in corso di
90 mila download? Si stimano una media di 40 download all'anno per ogni
biblioteca?

Blasi: Non credo comunque che la catalogazione manuale degli ebook in
biblioteca sia un'ipotesi sostenibile.

Mi piacerebbe capire meglio questo aspetto. Anche i libri hanno metadati
che provengono dalla gestione amministrativa e che possono essere
"riciclati" in fase di catalogazione. Non voglio dire che MLOL dovrebbe
catalogare come una biblioteca, penso che siano le biblioteche che
dovrebbero farlo (magari anche in MLOL).
Buona domenica (digitale) a tutti


^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
Franco Perini
Biblioteca Civica di Cologno Monzese
P.za Mentana, 1 20093 Cologno Monzese (Milan) ITALY
Tel. +39 02 253.08.446 Fax: +39 02 273.00.890
fpe...@comune.colognomonzese.mi.it
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09/05/2012 16.39
Per favore, rispondere a
ebook-e-b...@googlegroups.com


Per
ebook-e-b...@googlegroups.com
CC

Oggetto
Re: [ebook-biblioteche] Re: Librinnovando e altro

Elena Borsa

unread,
May 12, 2012, 9:15:44 AM5/12/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Il giorno 12 maggio 2012 14:59, <FPe...@comune.colognomonzese.mi.it> ha scritto:
Borsa: le biblioteche continueranno a vivere ...se saranno in grado di
offrire servizi qualitativamente diversi, con un ruolo forte di
intermediazione informativa e culturale.

Immagino che nel nostro futuro saranno sempre di più gli algoritmi a
guidare scelte e selezioni. Ma anche gli algoritmi hanno una mamma (o un
papà) che li plasmano a loro uso e consumo, possono lasciarli opachi o
renderne trasparente il modo in cui funzionano; il "ruolo forte di
intermediazione informativa e culturale" cui parli dovrebbe impegnarsi
anche in questa direzione. O forse domani il nostro compito di
intermediazione informativa e culturale, sarà selezionare l'algoritmo più
adatto e insegnare ad usarlo, così come oggi facciamo per le fonti.
Assolutamente d'accordo 
 
[...]

Blasi: Non credo comunque che la catalogazione manuale degli ebook in
biblioteca sia un'ipotesi sostenibile.

Mi piacerebbe capire meglio questo aspetto. Anche i libri hanno metadati
che provengono dalla gestione amministrativa e che possono essere
"riciclati" in fase di catalogazione. Non voglio dire che MLOL dovrebbe
catalogare come una biblioteca, penso che siano le biblioteche che
dovrebbero farlo (magari anche in MLOL).
Basterebbe che un bibliotecario possa attribuire una risorsa acquistata a una delle "faccette" disponibili su MLOL, anziché vederla finire tristemente in "Letterature".
C'è ancora molto da fare da questo punto di vista.
 
Buona domenica (digitale) a tutti
Altrettanto!
Elena 

Giulio Blasi

unread,
May 12, 2012, 9:58:51 AM5/12/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com


Il giorno sabato 12 maggio 2012, Elena Borsa ha scritto:


 
[...]
Blasi: Non credo comunque che la catalogazione manuale degli ebook in
biblioteca sia un'ipotesi sostenibile.

Mi piacerebbe capire meglio questo aspetto. Anche i libri hanno metadati
che provengono dalla gestione amministrativa e che possono essere
"riciclati" in fase di catalogazione. Non voglio dire che MLOL dovrebbe
catalogare come una biblioteca, penso che siano le biblioteche che
dovrebbero farlo (magari anche in MLOL).
Basterebbe che un bibliotecario possa attribuire una risorsa acquistata a una delle "faccette" disponibili su MLOL, anziché vederla finire tristemente in "Letterature".
C'è ancora molto da fare da questo punto di vista.
 

Ringrazio Elena Borsa per questa ulteriore spinta a occuparci dei metadati. Come dicevo in altro messaggio al gruppo, sono d'accordo con lei e ci stiamo lavorando. 

Saluti

Giulio Blasi 


--
Giulio Blasi
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via Cignani, 66 - 40128 Bologna
tel 051-37.08.87 | fax 051-41.57.636 | cell. 338-91.81.263

Giulio Blasi

unread,
May 12, 2012, 10:16:04 AM5/12/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Rispondo rapidamente a Perini sulla questioni "numeri" (purtroppo - sono al Salone - non riesco a interloquire sulla faccenda algoritmi che ritengo interessante). Sulla questione dati statistici ecc. (che trova nei miei articoli, non posso mettere le note a pié di pagina in una mailing list....) confermo tutto quanto detto sui contenuti digitali.

Sui numeri degli ebook invece la faccenda è semplice: le nostre stime interne sono *molto* più alte. Però io sono prudente e do solo numeri che siamo sicuramente in grado di raggiungere...

Altro punto: le biblioteche MLOL sono 2.300 ma molte non hanno ancora attivato il digital lending. Il numero di contenuti consultati complessivi (tutte le tipologie) è invece di oltre un milione per l'anno solare. Di nuovo una stima fortemente prudenziale...

Infine nel mercato 2011 degli ebook 90.000 ebook avrebbero costituito circa il 15% del totale del mercato dei download da Shop. Insomma, 90k non sono pochi, almeno non nel nostro paese (con un mercato che vale l'1% del mercato e circa 200.000 ereader diffusi su TUTTO  il territorio nazionale: sono dati diffusi in mille salse in questi giorni al Salone).

Saluti

GB
--
Giulio Blasi
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Luciana Cumino

unread,
May 14, 2012, 11:53:25 AM5/14/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
A questo punto qualche domanda sorge spontanea:
- in totale, quante biblioteche aderenti a MLOL hanno attivato il servizio di download?
- il conteggio dei download comprende anche quelli gratuiti (per es. progetto Gutenberg) presenti in MLOL o solo quelli dello Shop?
- gli ebook senza DRM si acquistano anch'essi dallo Shop? Possono essere acquistati (e conteggiati) dalle biblioteche che hanno attivato il servizio di download a tempo?

Grazie Giulio per le tue precisazioni.
Buona serata a tutti

Luciana

Giulio Blasi

unread,
May 14, 2012, 12:25:14 PM5/14/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Ciao Luciana,

rispondo nei limiti del possibile ricordando però a tutti che i nostri competitor non offrono alcun dato di alcun tipo né si prestano al dibattito pubblico come io mi sforzo di fare in tutte le occasioni. Dico questo solo per spiegare perché alcuni dati sono parzialmente riservati.

Il giorno lunedì 14 maggio 2012, Luciana Cumino ha scritto:
A questo punto qualche domanda sorge spontanea:
- in totale, quante biblioteche aderenti a MLOL hanno attivato il servizio di download?

Pubblicheremo questo dato prossimamente, al momento è riservato ma siamo attorno a 1/4 del totale. Inoltre è da tener conto il fatto che l'inizio di attività è disomogeneo: il dato include biblioteche partite da 2 settimane, 6 mesi, 1 mese, ecc. Ci vorrà tempo prima di avere un dato omogeneo e significativo. Questo numero vi dà solo il senso dimensionale di massima.
 
- il conteggio dei download comprende anche quelli gratuiti (per es. progetto Gutenberg) presenti in MLOL o solo quelli dello Shop?

I dati di conteggio si riferiscono ai soli download dal pacchetto Edigita (settembre 2011 - aprile 2012): 12.027. I dati generali di consultazione (tutte le tipologie, SENZA gli ebook in download) sono 741.530 sul periodo gennaio 2011 - aprile 2012, riguardano tutte le biblioteche e includono anche gli oggetti open.
 
- gli ebook senza DRM si acquistano anch'essi dallo Shop? Possono essere acquistati (e conteggiati) dalle biblioteche che hanno attivato il servizio di download a tempo?

Sì a tutte e due le domande. Naturalmente lo Shop consente di visualizzare separatamente i due blocchi Edigita e Bookrepublic, poi gestiti in un carrello unico ovviamente. Lo Shop contiene anche tutti gli audiolibri commerciali (sia in streaming, come nel caso Emons, sia in download DRM Free come nell'accordo presentato in questi giorni al Salone e per il quale vi rimando al nostro portale).



Grazie Giulio per le tue precisazioni.
Buona serata a tutti

Luciana


Saluti a tutti

G

 


Giulio Blasi <blasi@ho

Luciana Cumino

unread,
May 15, 2012, 2:43:03 AM5/15/12
to ebook-e-b...@googlegroups.com
Il giorno 14 maggio 2012 18:25, Giulio Blasi <bl...@horizons.it> ha scritto:
>
> Ciao Luciana,
>
> rispondo nei limiti del possibile ricordando però a tutti che i nostri competitor non offrono alcun dato di alcun tipo né si prestano al dibattito pubblico come io mi sforzo di fare in tutte le occasioni. Dico questo solo per spiegare perché alcuni dati sono parzialmente riservati.


Assolutamente vero e vedo che la comunità bibliotecaria apprezza la
tua disponibilità a confrontarti su queste tematiche sia in dibattiti
pubblici che in rete. Credo che questi confronti diano valore aggiunto
al servizio che tu offri e, di conseguenza, alle biblioteche che fanno
parte del network MLOL.
C'è da dire che i competitor attualmente non ci sono: OverDrive non si
capisce se ha sottoscritto qualche accordo con gli editori e non mi
sembra sia presente in nessuna realtà bibliotecaria, Data Management
per ora è presente solo nel polo di Romagna, non ho notizia di altre
adesioni.
Grazie mille per le informazioni che ci hai fornito e buona giornata a tutti.


Luciana
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