Buongiorno alla lista,
ho letto con attenzione i post inviati in questi giorni e sono contenta di vedere che emergono tematiche stimolanti su cui ritengo sia necessaria una riflessione ed una conseguente azione.
Leggevo in questi giorni su FB un commento di Luca Calcinai che sostiene che i bibliotecari si arenano a discutere solo di digital lending e prestito dei reader e che invece ci sono molti altri argomenti che andrebbero approfonditi. Non potrei essere più d’accordo.
@Blasi: sono molto curiosa di conoscere le novità della nuova interfaccia MLOL e dell’interazione con gli OPAC delle varie biblioteche. So che ne hai parlato a Sanremo e confido che approfondirai l’argomento a Librinnovando dove conto di andare (scioperi permettendo). Confesso che da quanto dici in lista non capisco bene come il tutto funzioni, forse perché in questi casi i soli dettagli tecnici senza vedere nulla non sono sufficienti.
Metadati e Dublin Core: editori e bibliotecari hanno obiettivi diversi, ho le mie perplessità nel ritenere che gli editori si impegnerebbero ad una maggior cura nell’inserimento dei metadati perché ritengono che porti via tempo e non aumenta le vendite. I bibliotecari sono sicuramente più interessati ad un lavoro del genere. Andrebbero studiate strategie di azione, ma non sono convinta che il coinvolgimento di aziende private sia la soluzione, con tutto il rispetto per MLOL e per l’ottimo lavoro svolto dalla Horizons per le biblioteche. Se vogliamo una catalogazione di qualità per i nostri OPAC occorre lavorare attraverso istituzioni come l’AIB e in maniera unitaria, non sporadica.
Digitalizzazioni di opere fuori diritto: sono poche le biblioteche che partecipano a progetti di questo tipo, in genere si tratta di collaborazioni su base volontaria. Ritengo sia un lavoro importante da portare avanti e da promuovere, anche al fine di far conoscere al pubblico la lettura digitale: quante persone chiedono classici fuori diritto ai bibliotecari? E quanti bibliotecari propongono loro la versione digitale invece di quella cartacea? Quanto promuoviamo le collezioni digitali delle nostre biblioteche e dei progetti nazionali? Eppure i vantaggi sarebbero enormi.
Per non parlare dell’altro problema che solleva Franco e che anch’io avevo notato: l’impossibilità per i motori di ricerca di accedere ai nostri OPAC, con tutto ciò che ne consegue e l'impossibilità di accedere alla risorse gratuite inserite nelle piattaforme di digital lending senza login.
Qualità editoriale degli ebook: se ne era parlato anche in alcuni post precedenti. Molte case editrici mettono in vendita degli ebook con una qualità editoriale a dir poco discutibile, cosa che innervosisce i lettori che comprano gli ebook per poi ritrovarsi fra le mani un prodotto scadente. Si potrebbe pensare ad una certificazione degli ebook di qualità fatta dai bibliotecari, potrebbe comprendere anche la qualità dei metadati e diventare un valore aggiunto interessante per gli editori.
E poi ci sono i problemi legati al diritto d’autore e alla trasparenza della contrattazione tra le parti che spesso manca, il deposito legale che di fatto non esiste.
Credo si debba cominciare a parlare seriamente di questi problemi, non in astratto ma attraverso progetti concreti.
Lancio quindi la proposta di organizzare una giornata di studio su queste tematiche, una tavola rotonda che abbia come scopo non solo un’esposizione articolata e una discussione su questi argomenti, ma anche proposte di progetti ed azioni concrete.
Il coinvolgimento dell’AIB mi sembra inevitabile ed opportuno.
Cosa ne pensate?
Buona giornata a tutti/e.
Luciana
Luciana
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-raffaele
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Oltre al Dublin Core bisognerebbe prendere in considerazione ONIX http://www.editeur.org/83/Overview/ che peraltro è nelle specifiche del Progetto LIA tra i requisiti di accessibilità.