Una scuola per pochi: il Consiglio di Stato smonta le linee guida di Valditara

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Sergio Brasini

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Sep 19, 2025, 12:29:22 PM (4 days ago) Sep 19
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di Albertina Sanchioni

Una scuola per pochi: il Consiglio di Stato smonta le linee guida di Valditara

La scuola della destra Per i giudici di Palazzo Spada le Indicazioni nazionali sono «per molti aspetti inadeguate allo scopo». Per i sindacati un disastro annunciato, e rilanciano la mobilitazione per il 18 ottobre

Dopo le contestazioni sollevate nei mesi scorsi da sindacati, associazioni di genitori, studenti e docenti, anche il Consiglio di Stato ha rilevato gravi criticità nelle nuove linee guida per infanzia, primaria e medie presentate a marzo dal ministero dell’Istruzione (e del merito). Palazzo Spada ha di fatto sospeso l’espressione del parere sullo schema di regolamento delle Indicazioni nazionali, destinate a sostituire quelle introdotte nel 2012 dall’allora ministro del governo Monti, Francesco Profumo. Una scelta che non equivale a uno stop definitivo, ma che mette in luce le problematiche evidenti del testo, a partire dall’Analisi di impatto della regolamentazione (Air) – la valutazione preventiva, cioè, delle conseguenze di una proposta di legge o di una introduzione normativa, anche dal punto di vista sociale ed economico – che risulta «per molti aspetti inadeguata allo scopo». 

ERRORI, refusi e imprecisioni si sommano a critiche strutturali: l’introduzione del latino come insegnamento facoltativo alle medie, secondo il Consiglio di Stato, rischia di «aumentare la forbice tra studenti». Una consacrazione effettiva di quanto avevano già espresso diverse associazioni riunite sotto il «Tavolo nazionale per la scuola democratica». Secondo la rete composta da 23 soggetti impegnati nel mondo dell’educazione, l’inserimento del latino opzionale rischierebbe di «non garantire l’eterogeneità delle classi, riproponendo una distinzione tra percorsi riservati alle élite e percorsi destinati alle masse». Della stessa opinione il segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile: «Si rischia di aumentare le disuguaglianze tra studenti e di creare problemi organizzativi insostenibili per le scuole». E poi il parere mette in luce anche questioni logistiche: i docenti di lettere della secondaria di primo grado non possono insegnare latino, se non in possesso dei requisiti richiesti. Per l’insegnamento della storia non viene spiegato perché non siano state accolte le osservazioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Non ci sono definizioni chiare per concetti come «dispersione digitale» o «rigenerazione del paradigma formativo» e mancano dati aggiornati sull’infanzia. Non sono state previste garanzie sulle coperture economiche: rimane il dubbio «circa l’effettiva disponibilità di mezzi e risorse», afferma il Consiglio di Stato.

UN DISASTRO ANNUNCIATO, ribadiscono i sindacati. La Flc Cgil parla di «bocciatura» delle Indicazioni Nazionali, che fin dalla prima bozza erano state valutate come «una pericolosa operazione di revisione della cultura democratica della scuola». Anche nella sua versione finale, continua l’organizzazione sindacale, «rimaneva l’impianto ideologico identitario e anacronistico». Si augurano quindi che avvenga nel futuro prossimo «una seria revisione del testo» e «un reale dibattito con le scuole». Dello stesso parere anche Uil Scuola Rua, che chiama a un «percorso condiviso, che coinvolga docenti, famiglie, studenti e comunità scientifica». DirigentiScuola preme sul lato economico: «mancano investimenti e adeguate risorse finanziarie», denuncia Attilio Fratta, presidente nazionale del sindacato. Dichiarazioni simili anche da parte di esponenti di M5S in Commissione Cultura e di Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.

IL MINISTRO VALDITARA ha minimizzato il rinvio, respingendo l’idea di uno stop politico: «Nessuna bocciatura, solo richieste di integrazioni tecniche e di specificazioni che accoglieremo volentieri nello spirito di leale collaborazione istituzionale», ha dichiarato. Nei prossimi mesi il ministero di viale Trastevere dovrà rispondere alle richieste e alle critiche, chiarendo coperture, obiettivi e coerenza normativa del testo. Palazzo Spada resta dunque «in attesa degli adempimenti richiesti», ma la regressione culturale e la visione gerarchica e sovranista, a tratti nostalgica, della scuola di Valditara subisce un altro stop di livello.

INTANTO I SINDACATI rilanciano la mobilitazione: il Tavolo nazionale per la scuola democratica, a cui aderisce anche Flc Cgil, tornerà in piazza il 18 ottobre, per una scuola «capace di garantire eguaglianza, emancipazione e pensiero critico» contro un modello che esalta «identità, confini, ordine e obbedienza».





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